UN POSSIBILE PARCO MARINO SUBACQUEO A RIMINI Dal 1999 l'idea di un Parco Marino Subacqueo a Rimini prende forma.



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UN POSSIBILE PARCO MARINO SUBACQUEO A RIMINI Dal 1999 l'idea di un Parco Marino Subacqueo a Rimini prende forma. In altre zone d'italia e del mondo la natura o eventi del tutto fortuiti (ad esempio la creazione del Paguro a largo di Ravenna) hanno creato formazioni che presto sono state colonizzate dalla natura, diventando riserve biologiche, luoghi di rinnovamento della fauna e -non ultimo- attrazioni turistiche per chi ama i fondali marini ed è alla ricerca di luoghi affascinanti dove immergersi. E l'adriatico è un mare ricco di risorse e bello, dotato naturalmente di una propria fauna ed una propria flora caratteristiche e spettacolari. Il fondale sabbioso può ingannare l'osservatore superficiale e distratto. Così è possibile, anzi, auspicabile la nascita di un Parco Subacqueo a largo della costa riminese, con il duplice scopo di creare una zona di mare adatta al ripopolamento ed alla preservazione della naturale fauna e flora adriatica, ed al tempo stesso luogo di attrazione per gli appassionati di turismo subacqueo, sempre alla ricerca di mete nuove e ricche di fascino: turismo e rispetto per l'ambiente fra loro uniti. Come? 1. istituzione formale di una zona protetta di ripopolamento biologico delle aree comprendenti i relitti già presenti sul fondo del mare riminese ovvero: 2. creazione ed istituzione di una zona di tutela attraverso la messa in posa sul fondo del mare di piattaforme eni off-shore da dismettere che possa comprendere anche i suddetti 3 relitti citati. 3. il la storia ed percorso istituzionale del relitto del paguro di ravenna 4. inquadramento generale sull istituzione di aree marine protette 5. possibili iter per l istituzione di un area marina protetta 6. un possibile percorso istituzionale per la creazione del parco marino subacqueo di rimini 7. appendice - relitti e strutture subacquee 1. Istituzione formale di una zona protetta di ripopolamento biologico delle aree comprendenti i relitti già presenti sul fondo del mare riminese ovvero: STRUTTURE SOMMERSE LE PIRAMIDI RELITTO CARGO "ANNI" RELITTO MOTOPESCA "BENVENUTO" Sebbene tale soluzione sia comunque certamente auspicabile, realisticamente avrebbe solo un mero valore formale in quanto questi relitti sono operativi già da molti anni con le immersioni dei diving center e la pesca praticamente assente, a causa il pericolo per i pescherecci di strapparvi le reti. Certo, se tali zone venissero istituite ufficialmente come parco o area protetta, probabilmente in un successivo futuro si potrebbero comunque effettuare la messa in posa sul fondo ulteriori manufatti idonei alla colonizzazione biologica e/o anche piccole strutture per facilitare l accesso dei subacquei meno esperti. Però in sintesi, altro non sarebbe che il mero riconoscimento ufficiale di 3 siti subacquei già esistenti e disponibili a tutti. Ovvero all atto pratico cambierebbe ben poco e la situazione semplicemente manterrebbe le attuali reali prospettive biologiche e turistiche. 2. Creazione ed istituzione di una zona di tutela attraverso la messa in posa sul fondo del mare di piattaforme ENI off-shore da dismettere che possa comprendere anche i suddetti 3 relitti citati.

Premessa: il caso del Relitto Paguro di Ravenna Di fronte a Cervia (tra Ravenna e Rimini), esiste il relitto del Paguro, una piattaforma offshore di estrazione metanifera affondata nel 1965. In pochissimi anni è diventata un piccolo paradiso biologico, sia per i pesci che per i turisti subacquei, tant'è che diversi anni fa con Legge dello Stato Italiano è divenuta area naturale protetta. Oggi, tutti i centri immersione e le scuole sub dell'emilia Romagna, ecc portano i propri subacquei ad immergersi lì Nell'estate 2007 vi si sono immersi circa 4000 subacquei. Ogni informazione ulteriore può essere letta sul sito www.associazionepaguro.org che tra l'altro offre diverse foto del relitto/oasi naturale Un parco marino subacqueo a Rimini, sul modello del Paguro già esistente, attraverso la messa in posa sul fondo marino alcune piattaforme ENI off-shore da dismettere Tale soluzione è vista effettivamente come la migliore in quanto si verrebbe realmente a creare una nuova e significativa zona sia turistica che di tutela biologica, estremamente preziosa ed affascinante. In sintesi, si individuano i seguenti vantaggi: la creazione di un nuovo, significativo ed estremamente affascinante, luogo di immersioni per tutti gli appassionati subacquei (sia cittadini riminesi che turisti italiani e stranieri) la creazione in breve tempo di flussi turistici subacquei molto simili, se non addirittura maggiori di quelli del relitto off-shore ravennate la creazione di un'oasi di ripopolamento ittico e di tutela della biodiversità marina altrettanto importante la creazione di naturale laboratorio didattico per le scuole e per molteplici programmi educativi la creazione di nuovi posti di lavoro la disponibilità dell ENI a concedere gratuitamente a tal fine delle piattaforme off-shore altrimenti da dismettere in sintesi, in una maniera estremamente economica, si verrebbe a creare una REALE FORMA DI TURISMO E SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE orientato verso la natura ed i luoghi, sia marino che terrestre chiaramente ai turisti subacquei dopo le immersioni piacerà godersi ulteriori attività di svago e di piacere nella città e nell entroterra riminese, per un ulteriore momento di turismo sostenibile. 3. Il la storia ed percorso isituzionale del relitto del Paguro di Ravenna Il 28 settembre 1965 la piattaforma ENI del Paguro affondò nelle acque antistanti Ravenna a causa dell esplosione di una sacca di gas. Purtroppo vi furono 3 vittime tra i tecnici addetti. Dal 1965 sulla piattaforma metanifera affondata è velocemente esplosa una nuova vita.

Nella zona più alta del relitto (da -9 a -12 metri) le strutture metalliche sono interamente ricoperte da mitili (Mitilus Galloprovincialis), ostriche (Ostrea Edulis), ed altri organismi sessili (Tunicati, Poriferi, Briozoi, Policheti e Celenterati). Gli invertebrati mobili più presenti sono Echinodermi, Olotulidi ed Asteroidi; abbondantissimi gli Ofiuridi. Fra i crostacei si segnala l astice (Homarus Gammarus), la cicala di mare (Scyllarus Arctus) e alcune varietà di granchi. I pesci sono quelli tipici dei fondali rocciosi, difficilmente riscontrabili in altre partidell Adriatico nordoccidentale: Corvine (Sciaena Umbra), Occhiate (Oblada Melanura), Mormore (Lithognathus Mormyrus),Scorfani neri (Scorpaena Porcus), Spigole (Dicentrarchus Labrax) e Gronghi (Conger Conger). Sul fondale fangoso attorno al relitto vive una rigogliosa fauna: numerose esemplari di Pinna Pectinata, molti Celenterati, Asteroidi ed Ofiuridi. FASE 1 ISTITUZIONE DELLA ZONA DI TUTELA BIOLOGICA (e Turistica) 1994 Un gruppo di amici, animati dall amore per il mare, agli inizi del 1994 avviano una serie di consultazioni ed incontri istituzionali con il Comune di Ravenna, la Provincia di Ravenna, la Regione Emilia-Romagna, la Capitaneria di Porto di Ravenna e con la Facoltà di Scienze Ambientali di Ravenna della Università degli Studi di Bologna, onde verificare la possibilità di creare una riserva o area di tutela sul tratto di mare interessato dal relitto della piattaforma Paguro. Obiettivo primario è la conservazione, tutela e valorizzazione dell area del relitto ove sia vietata qualsiasi attività di pesca sportiva e professionale e siano autorizzatele sole immersioni sportive e didattiche nonché, ovviamente, quelle dedicate alla ricerca scientifica. 1995/96 Il consenso dei vari Enti è totale con un diretto contributo di studio e proposte progettuali di realizzazione, che si traduce nella emanazione, da parte del Ministero delle Politiche Agricole, del Decreto di istituzione della zona di tutela biologica in data 21 luglio 1995, peraltro ulteriormente definita nel successivo Decreto del 05 novembre 1996, per una estensione di mt. 1000 per 700. L area è individuata dalle seguenti coordinate geografiche: a) lat. 44 23 26 N long. 12 35 6 E b) lat. 44 22 54 N long. 12 35 18 E c) lat. 44 22 50 N long. 12 34 49 E d) lat. 44 23 21 N long. 12 34 37 E 1996 Nella primavera del 1996, con atto notarile, viene costituita la Associazione Paguro quale strumento per la gestione della zona di tutela biologica, ne sono promotori la locale Cooperativa di pescatori Nuovo Conisub ed il G.S. Sub Delphinus. Nel corso di questi anni si associano ben 23 circoli subacquei dell Emilia-Romagna, n. 68 privati, n. 3 Società, una Cooperativa di Biologi. 1997 Dal gennaio 1997 la Capitaneria di Porto di Ravenna, con specifica ordinanza, autorizza l Associazione Paguro ad...organizzare e gestire le visite subacquee nell area, definendo altresì specifico Regolamento di gestione ed accesso... Le immersioni effettuate nel corso delle sole stagioni estive 1997 sono state 4.250, nel 1998 sono state 3.400 (avversità meteomarine), nel 1999 sono state 4.680, nel 2000 sono state 3840, nel 2001 4.115 e 3654 nel 2002 (anche nel 2002 ci sono state avversità meteomarine) nel 2007 sono state 3800. FASE 2 RIUTILIZZO DI NUOVE PIATTAFORME OFF-SHORE DISMESSE al fine di incrementare il reef artificiale costituito dal relitto del paguro, all interno della zona di tutela biologica 1997 Nella primavera del 1997 l Associazione, a seguito di trattativa con ENI-Agip, decide di presentare alla Capitaneria di Porto di Ravenna un progetto per il

riutilizzo di piattaforme off-shore dismesse al fine di incrementare il reef artificiale costituito dal relitto del Paguro, all interno della zona di tutela biologica. E la prima volta che in Italia viene formalizzata tale istruttoria e molteplici sono i problemi che devono essere affrontati in assenza di riferimenti legislativi, normativi e formali in materia. L impegno, notevole, si traduce in: decine di incontri Istituzionali (Comune, Provincia, Regione, Ministero Ambiente, Ministero Politiche Agricole, Ministero Trasporti e Navigazione, Capitaneria, Dogana, etc.); varie elaborazioni del progetto tecnico iniziale per aggiornarlo alle sopraggiunte prescrizioni dei vari Enti; perizie, ricerche, studi (in particolare elaborati dal Battello Oceanografico della Regione Emilia-Romagna Daphne, la tesi di Laurea del Dott. Massimo Ponti, note dell I.C.R.A.M., etc.); produzione di centinaia di foto del relitto e di un video subacqueo, etc. 1999 Finalmente l 11 luglio 1999 l Associazione Paguro ottiene la Concessione Demaniale per realizzare il progetto di installazione della parte sommersa delle strutture off-shore dismesse dall ENI-Agip e procede alla collocazione delle strutture, ad un centinaio di metri dal relitto Paguro, come da progetto approvato. 1999 Il 30 ottobre 1999 l Associazione ha promosso a Ravenna un Convegno Nazionale dal tema Progetto Paguro: possibile riutilizzo delle piattaforme off-shore in azioni di tutela delle risorse e nuove opportunità di reddito nei settori dell economia ittica, al quale hanno partecipato: Vidmer Mercatali (Sindaco di Ravenna), Gabriele Albonetti (Presidente Prov. Ravenna), Attilio Rinaldi (Direttore I.C.R.A.M.), Roberto D Amico (Direttore Distretto ENI), Stefano Cataudella (Università Tor Vergata), Gianfranco Mascazzini (Ministero Ambiente), Luigi Rambelli (Legambiente E.Romagna), Ettore Jani (Presidente Lega Pesca), Guido Tampieri (Assessore Regione E.Romagna), On. Giordano Angelini. Nell ambito del Convegno è stata inaugurata una mostra storica sul relitto del Paguro presso il Museo Nazionale delle Attività Subacquee di Marina di Ravenna. Il materiale, i pannelli, le foto etc. saranno messe a disposizione delle scuole, circoli subacquei per procedere alla divulgazione e conoscenza della vita subacquea e dell immenso patrimonio di vita che si è insediato. 2000 Nel mese di maggio del 2000 viene posizionata l ultima struttura nella zona di tutela biologica ed il raddoppio del reef artificiale del Paguro diventa realtà. L intera operazione della durata di oltre due anni, svolta a titolo volontario e gratuito da alcuni soci ha comportato un costo, per l Associazione, di oltre 45.000.000 solo per la parte burocratica (bolli, elaborazione e stampa progetti e relazioni, fotocopie, foto, filmati, viaggi, etc.). Fondamentali per la riuscita dell operazione sono state le disponibilità:

dell ENI-Agip che ha concesso a titolo gratuito le strutture; della Soc. PROTAN per il lavoro di installazione; della SAIPEM per la fornitura delle boe perimetrali dell area. Ma sicuramente il successo dell operazione è dovuto al supporto di alcune persone che hanno creduto nell iniziativa e che si sono prodigate per la riuscita: -l On. Giordano Angelini, -Guido Tampieri (Assessore Regione Emilia-Romagna ), -Vidmer Mercatali (Sindaco di Ravenna), -Attilio Rinaldi (Direttore I.C.R.A.M.), -i Comandanti della Capitaneria di Porto di Ravenna -i Direttori del Distretto ENI-Agip di Ravenna che si sono succeduti negli anni. L area attualmente occupata dal relitto del Paguro e dalle piattaforme posizionate nel corso dl 1999/2000 è di circa 15.000 mq. I due siti, limitrofi, hanno caratteristiche diverse e possono offrire alla ricerca scientifica ed ai subacquei notevoli potenzialità ed interessi, soprattutto in relazione alla loro particolare ubicazione (Alto Adriatico) ed alla incredibile vita che ha colonizzato le strutture, offrendo spettacoli di impareggiabile bellezza e fascino, difficilmente riscontrabili anche nelle aree più rinomate del nostro Paese. L augurio nostro è che i ricercatori supportino e confermino, su base scientifica, le opportunità e le potenzialità offerte da questo tipo di intervento sull ambiente, per il ripopolamento attivo del mare, al fine di poter cogliere tutte le opportunità possibili e recuperare quel gap che purtroppo abbiamo, nei confronti dell ambiente e del territorio che ci circonda. Non a caso l intervento proposto è stato pienamente condiviso anche da Legambiente cosi attenta alle problematiche ambientali. L immersione sportiva nell area ha un fascino unico non solo per l effetto scenografico che le strutture offrono, ma anche per la presenza e vicinanza di migliaia di pesci che finalmente possono convivere con la presenza dell uomo in quanto discreta e non invasiva. Obiettivo primario dell Associazione è stato nel corso di questi anni soprattutto la difesa e la tutela dell area, la codifica di severe norme di sicurezza per le immersioni ed anche la organizzazione di specifici corsi per Accompagnatori Subacquei del Paguro a cui hanno aderito 63 soci e che ha lo scopo di accompagnare (a titolo gratuito), i subacquei esterni alla visita del relitto. Attualmente l impegno dell Associazione è finalizzato alla protezione, gestione, conservazione dell area di tutela biologica, nonché alla divulgazione e conoscenza del grande patrimonio di vita che si è insediato sulle strutture, augurandoci che in altre realtà del nostro paese sia possibile promuovere iniziative similari, nell interesse dell ambiente marino, dei subacquei, dei ricercatori. FASE 3 ARRICCHIMENTO DELLA BIODIVERSITA 2008 - L'Associazione Paguro propone di realizzare SEMINIAMO IL FUTURO progetto sperimentale di ripopolamento ittico della Zona di Tutela Biologica del Paguro con la immissione nel 2008 (settembre-ottobre) di: n. 12 gattucci giovani di 20 cm. ( Scyliorminus stellaris)

n. 6 gattopardi riproduttori di cm. 79/90 ( Scyliorminus canicula) n. 35 anfore, vasi per realizzo tane sul fondale al fine di verificare l'adattibilità ed il libero insediamento nell area del relitto del Paguro e quindi dar corso dalla primavera del 2009 all immissione periodica di alcune specie autoctone: circa n. 6 murene di 30/40 cm. (Murena helena) circa n. 3 cernie brune di cm. 30/40 ( Epinephelus marginatus) circa n. 2 astici di 20/30 cm. ( Hommarus gammarus) circa n. 10 aragoste di 30/40 cm. ( Palinurus elephas) Le specie da immettere sono riprodotte ed allevate dal Dott. Raffaele Gattelli presso la struttura Acquae Mundi di Russi (RA) www.acquaemundi.it - saranno certificate per origine e compatibilità per il ripopolamento nell'area in mare. Le specie saranno immesse nell'area di tutela biologica, per almeno due settimane, all'interno di gabbie ed alimentate, al fine di ambientarle. Trascorso tale periodo saranno liberate nell'area e mensilmente verrà verificata la loro presenza e lo stato dell'area. Gli accompagnatori subacquei dell'associazione Paguro, volontariamente, si dedicheranno alla gestione di tutto il processo in qualità di coordinamento, assistenza, foto e filmati del progetto. Il progetto prevede la collaborazione di : Associazione Paguro - definizione convenzione con Acquae Mundi per visite soci associazione, assistenza agli operatori di Acquae Mundi, riprese filmate e fotografiche di tutto il processo, predisposizione di specifico filmato dell'intero progetto, assitenza nella fase di immisione delle specie e successivi (ogni due giorni) sopralluoghi per nutrire le specie immesse e verificarne l'adattamento, assistenza alla liberazione delle specie; Acquae Mundi di Russi - riproduzione, accrescimento delle varie specie, assistenza all'alimentazione in are e verifica adattamento; Centro Ricerche Marine di Cesenatico - certificazione compatibilità specie e supporto scientifico all'immissione ed ambientazione; Coop. MARE di Cattolica assistenza sceintifica al processo e verifica periodica presenza varie specie immesse, verifica riproduzione ed adattamento (www.mare.com) ; Marine Consulting srl di Mezzano (RA) (www.marinec.com) costruzione gabbie ambientazione, mezzi navali per trasporto e collocazione gabbie, immissione in loco specie ittiche. Hanno altresì espresso la loro disponibilità ed interesse: Capitaneria di Porto di Ravenna (www.guardiacostiera.it) Lega Pesca Emilia-Romagna (www.legapesca.coop) E.N.I. (www.eni.it) Regione Emilia-Romagna (www.regione.emilia-romagna.it) Provincia di Ravenna (www.provincia.ra.it) Comune di Ravenna (www.comune.ravenna.it)

4. INQUADRAMENTO GENERALE SULL ISTITUZIONE DI AREE MARINE PROTETTE L ltalia è il paese europeo con la maggiore biodiversità, per numero edi specie e di sistemi ecologici. Con le sue quasi 6,000 specie, il nostro Paese ospita quasi il 50% della flora europea, su una superficie equivalente a circa un trentesimo di quella dell intero continente. Per quanto riguarda la fauna, l`italia è il paese più ricco d Europa. Il numero delle specie animali (circa 57.000 di cui il 10% endemiche) rappresentano circa un terzo della fauna del continente. Ma a questo straordinario patrimonio naturale, non corrispondono ancora politiche efficaci di tutela. In Italia la gestione e la tutela della fascia costiera è regolata dalla Legge 17 febbraio 1982 n. 41 "Piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima e dalla Legge 31 dicembre 1982 n. 979 "Disposizione per la difesa del mare". Una sezione rilevante di quest ultima riguarda le riserve marine, in particolare l art. 25 della Legge afferma che le riserve naturali marine sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa antistanti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche e biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marina e costiera e per l importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono. Questa materia, è ripresa, anche se con poche modifiche, nel 1991 dalla legge quadro sulle aree protette, si ispira a criteri e principi presi a prestito dalla teoria e dalla pratica dei parchi terrestri. 5. Possibili iter per l ISTITUZIONE DI UN AREA MARINA PROTETTA La Consulta per la Difesa del Mare, l organo dell lspettorato per la Difesa del Mare cui spetta per legge l`individuazione e l istruttoria per l istituzione delle aree marine protette in base all`art. 26 della legge 979/S2, accerta: a) la situazione naturale dei luoghi e la superficie da proteggere; b) i fini scientifici, ecologici, culturali, educativi, minerari ed economici con cui va coordinata la protezione dell area; c) i programmi eventuali di studio e ricerca, nonché di valorizzazione dell area; d) i riflessi della protezione nei rapporti con la navigazione marittima delle attività di sfruttamento economico del mare e del demanio marittimo; e) gli effetti che prevedibilmente deriveranno dall istituzione della riserva marina sull ambiente marino e costiero, nonché sull'assetto economico e sociale del territorio e delle popolazioni interessate; f`) il piano dei vincoli e delle misure di protezione e valorizzazione ritenuti necessari per l attuazione delle finalità della riserva marina. Dopo un`attenta istruttoria delibera in merito. Attualmente esistono nel mondo circa 3.000 aree marine protette di vario tipo: parchi, riserve, oasi, santuari, zone di tutela biologica, aree pelagiche e riserve biogenetiche, parte delle quali comprendente anche la fascia costiera terrestre. Numerosi sono i parchi marini nel Mediterraneo: francesi (Port Cros, Banyuls, Scandola, Lavezzi), spagnoli (Isole Medes, Tabarca, Columbretes), greci (Zacinto, Sporadi settentrionali), croati (Lokrum, Maloston), tunisini (Zembra) per citare i più noti. Tutti hanno come principale obiettivo la conservazione e la tutela di aree di particolare interesse naturalistico esercitando contemporaneamente un controllo sulla situazione

ecologica. Pertanto queste riserve sono dotate di laboratori adeguati e di efficaci mezzi di rilevamento e di studio tali da fame dei veri centri di difesa del mare con una loro specifica funzione operativa, scientifica e culturale. Oltre ad avere una funzione di tutela e conservazione ambientale il parco marino è un efficace strumento di sviluppo per nuove attività economiche che possono essere di tipo: culturale: per il significato di elevazione spirituale che la natura protetta irradia sull`uomo che ne gode; sociale: per la possibilità di un sano impiego del tempo libero; igienico-sanitaria: per la salute derivante dalle attività ricreative e per la tutela di zone non inquinate; urbanistica: per il valore di esempio, modello e fattore di riequilibrio sull`assetto territoriale di un paese civile; scientifico: per il campo illimitato aperto all indagine, sperimentazione, osservazione, alla ricerca di base o applicata; educativo: per il riflesso fomativo e informativo a favore soprattutto dei giovani; di tutela del patrimonio naturale, a vantaggio delle generazioni future; economìco: per l`incremento del patrimonio ittico delle zone di pesca circostanti (con la difesa delle aree di riproduzione); per la formazione di nuove fonti di reddito grazie all aumento delle risorse pescabili; per il più intenso afflusso turistico; per lo sviluppo di nuovi posti di lavoro; per l`aumento del valore delle zone circostanti prive di vincoli; per l`attuazione delle infrastrutture e opere secondarie di nuova progettazione o di ripristino sia architettonico sia naturalistico. Un esempio è il parco marino delle isole Medes sulla Costa Brava in Spagna la cui istituzione ha detemijnato nel giro di pochi anni un eccezionale sviluppo economico dell`area fino a non molto tempo fa di scarso interesse turistico, Situazioni analoghe si sono verificate per l Isola di Tabarca sulle coste di Alicante e Lavezzi in Corsica. Quando saranno tutte a regime, le 47 aree naturali protette marine individuate dalle leggi 979/82, 394/91 e 344/97 costituiranno una costellazione di ecosistemi marini rappresentativi, principalmente, del Mediterraneo centrale. NEL FRATTEMPO CI SONO STRUMENTI CHE POSSONO FORNIRE DELLE SCORCIATOIE PER RAGGIUNGERE, ALMENO IN PARTE, GLI OBIETTIVI CHE SI PERSEGUONO ATTRAVERSO L ISTITUZIONE DI AREE NATURALI PROTETTE MARINE. Un primo può essere la Legge 14 luglio 1965 n. 936, inerente la disciplina della pesca marittima, che prevede la possibilità di istituire zone di tutela biologica nelle quali la tutela stessa è principalmente indirizzata al mantenimento al ripristino delle risorse di pesca. Anche se, almeno in apparenza, il percorso burocratico è semplice, solo pochissime di queste zone sono state istituite e non si conoscono risultati legati alla loro presenza.

L azione amministrativa è in capo al Ministero delle Politiche agricole. Direzione Centrale della Pesca e dell Acquicoltura. Sarebbe interessante iniziare un discorso comune, anche con il concorso dei pescatori e delle loro associazioni, che potrebbe anche comprendere aspetti della gestione integrata delle risorse costiere. Lo scopo principale dovrebbe essere quello di coinvolgere le comunità di pescatori, che potrebbero essere le più penalizzate dalla costituzione dell area protetta marina, nel definire una politica di razionalizzazione e anche potenziamento dell attività di pesca e di agevolare processi di riconversione affidando ai pescatori i nuovi lavori che l istituzione dell area protetta marina potrà rendere necessari. Un`altra possibilità è quella delle "oasi blu". Un ente pubblico, un`associazione ambientalista o un qualunque soggetto che ne faccia richiesta può ottenere la concessione demaniale di uno specchio di mare, per finalità di tutela e protezione dell ambiente marino. Il demanio marittimo è oggi in capo al Ministero dei Trasporti il quale si avvale delle competenti capitanerie di porto. Ad oggi sono istituite quattro oasi blu" (Gianola, Monte Orlando, Villa di Tiberio e Scogli Isca), tutte gestite dal WWF che ne cura anche la sorveglianza e la fruizione, Una nuova forma di area marina protetta è il "santuario", un esempio concreto è il Santuario internazionale peri Cetacei del Mar Ligure (ispirato a una proposta dell`istituto Tethys), oggetto di una dichiarazione di Italia, Francia e Principato di Monaco siglata nel 1993 e attualmente in fase di negoziazione. L`estensione (70,000 kmq tra Liguria, Costa Azzurra, Corsica e Sardegna) del "santuario", così come proposta dal Ministero dell Ambiente, è supportata anche dalla presenza all intemo della perimetrazione di due parchi nazionali di recente istituzione: dell Arcipelago della Maddalena e dell Arcipelago Toscano. La nozione di "santuario, in questo caso, riguarda uno strumento di tutela e gestione di un ambiente pelagico in acque internazionali. --- Nel nostro paese, nonostante l'impegno profuso del Ministero dell Ambiente per la realizzazione di parchi e riserve marine, i risultati ottenuti sono stati scarsi. Infatti allo stato attuale solo due riserve sono state compiutamente realizzate (Golfo di Miramare e Isola di Ustica), tutte le altre stentano a decollare o comunque non possono essere considerate pienamente funzionanti, a parte i divieti che spesso non hanno alcun riscontro scientifico. Questo bilancio appare modesto se si trascurano le difficoltà di ordine tecnico, amministrativo e pratico, che si frappongono a rapide realizzazioni. La causa principale risiede soprattutto nella mancanza di un articolata conoscenza scientifica del territorio. Infatti la conoscenza dell area è sufficiente garanzia per evitare errori di valutazione e per avere valide argomentazioni necessarie per risolvere i conflitti fra le amministrazioni, le categorie produttive e le associazioni ambientaliste. Un altra carenza non meno importante che si riscontra in Italia nei riguardi della conservazione e della gestione di aree di particolare interesse naturalistico riguarda le figure professionali qualificate nelle varie discipline scientifiche che siano in grado di affiancare gli operatori ambientali nel compito di trasferire i risultati della ricerca

scientifica in interventi sul territorio da realizzare in base a scelte politiche e amministrative. Le leggi 979/82 e 394/91 hanno avuto il grosso merito di iniziare un discorso organico sulla protezione marina in Italia, tuttavia gli strumenti scientifici attraverso i quali progettiamo e gestiamo le riserve marine debbono essere rivisti, per superare la "logica urbanistica che definisce zone e vincoli. Dovremmo immaginare strumenti di tutela più flessibili, capaci di generare efficaci protezioni a basso costo e con procedure snelle. Per poter raggiungere tale obiettivo è necessario realizzare un nuovo modello di assistenza alla progettazione (e al reperimento di fondi),della gestione e delle relative infrastrutture a favore delle amministrazioni locali che si impegnano nelle risewe marine e che ricevono la delega di amministrarle. Devono essere riconosciuti adeguati fondi per la loro gestione, oggi assolutamente insufficienti. Si deve dare risposta a uno degli aspetti i che spesso hanno ostacolato la realizzazione dell area protetta marina,sovente interpretata come blocco o limitazione delle attività economiche esistenti, in particolare quelle inerenti la pesca. Nelle aree naturali protette marine si può perseguire il massimo sviluppo compatibile con una politica positiva che dia gradualmente risposte ai bisogni esistenti, in particolare la garanzia del lavoro. 6. UN POSSIBILE PERCORSO ISTITUZIONALE PER LA CREAZIONE DEL PARCO MARINO SUBACQUEO DI RIMINI Sindaco, Presidente della Provincia, Assessori all ambiente si riuniscono per deliberare un atto ufficiale in chi viene si formalizza la volontà di creare il parco marino subacqueo di Rimini; La proposta viene comunicata ad ENI; La proposta viene fatta valutare in regione, all attenzione del Presidente e dell Assessore regionale all Ambiente ed a quello delle Attività Produttive, Commercio e Turismo; oltrechè dai rispettivi uffici tecnici; La proposta viene fatta valutare anche dalle Capitanerie di Porto, ed al servizio del demanio marittimo. Chiaramente, ogni ente e/o servizio responsabile pubblicherà degli atti formali approvando la creazione e successiva istituzione del parco marino subacqueo rimininese Una volta che tutti le Amministrazioni e gli Enti del territorio riminese e costiero compreso la Regione avranno espresso parere positivo, come ci si auspica, tutti i documenti ufficiali, le delibere, i pareri dei vari livelli istituzionale potrà essere inviata specifica e formale richiesta di autorizzazione alla messa in posa di piattaforme off-shore sul fondo marino della costa riminese a: La Consulta per la Difesa del Mare, l organo dell lspettorato per la Difesa del Mare cui spetta per legge l`individuazione e l istruttoria per l istituzione delle aree marine protette in base all`art. 26 della legge 979/S2 Il Ministero delle Politiche agricole. Direzione Centrale della Pesca e dell Acquicoltura. Nel frattempo verranno effettuati delle valutazioni e degli studi:

attraverso collaborazioni con ARPA, Università di Bologna C.d.L. in Scienze Ambientali a Ravenna e C.d.L. Economia del Turismo a Rimini, AISA Associazione professionale Italiana Scienze Ambientali, Associazione Paguro, Associazione Archeologica Arcadia, Centri immersione riminesi, Nel frattempo verrà fondato un servizio/comitato/associazione per la gestione del futuro parco marino riminese, che potrà una volta realizzato organizzare le attività.