UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE



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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE Corso di formazione per i Rappresentanti del Lavoratori per la sicurezza eireferentiperlaprevenzione e sicurezza dei dipartimenti SICUREZZA AMBIENTE IENE IG SERVIZI INTEGRATI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DISPENSE Servizi Integrati di prevenzione e protezione D3/2012 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE

Università degli Studi di Udine Servizi integrati di Prevenzione e Protezione Servizio Tutela Ambientale LA GESTIONE DEI RIFIUTI nel nostro Ateneo Corso di formazione per i Rappresentanti del Lavoratori per la sicurezza e i referenti per la prevenzione e sicurezza dei dipartimenti 24 maggio 2012 D. Gori Università degli Studi di Udine GESTIONE RIFIUTI: NORMATIVA D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 e succ. - Parte Quarta Norme in materia ambientale (c.d. Codice Ambientale o Testo Unico Ambientale) DPR 15 luglio 2003, n. 254 regolamento che disciplina la gestione dei rifiuti sanitari D.Lgs 25 luglio 2005, n. 151 regolamento che disciplina la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) D.M. 18 febbraio 2011, n. 52 e succ. regolamento che istituisce il SISTRI (sistema di tracciabilità dei rifiuti) Accordo ADR 2011 (accordo europeo relativo al trasporto di merci pericolose su strada) che si applica anche ai rifiuti pericolosi, con obblighi specifici. NORME SPECIFICHE PER IL NOSTRO ATENEO Disposizione Rettorale n. 1/2009 del 07/12/2009 Regolamenti comunali - gestione rifiuti solidi urbani Regolamenti comunali servizi idrici integrati (fognatura) La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 2 1

Corso di formazione per RLS e referenti dei dipartimenti 2012 CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Articolo 183 - Definizioni RIFIUTO: qualsiasi sostanza od oggetto ( ) di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. Articolo 184 - comma 1 I rifiuti sono classificati: RIFIUTI URBANI Secondo l ORIGINE RIFIUTI SPECIALI Secondo le CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ RIFIUTI PERICOLOSI RIFIUTI NON PERICOLOSI 3 La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo I RIFIUTI PRODOTTI DAL NOSTRO ATENEO Rifiuti urbani non recuperabili Rifiuti radioattivi Scarti origine animale Rifiuti speciali PERICOLOSI Rifiuti urbani recuperabili Rifiuti speciali non pericolosi La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 4 2

Corso di formazione per RLS e referenti dei dipartimenti 2012 GESTIONE RIFIUTI: fasi del processo stoccaggio autorizzato deposito temporaneo (unità locale UNIUD) PRODUZIONE RIFIUTO DEPOSITO RIFIUTI trasportatore autorizzato trasportatore autorizzato SMALTIMENTO/RECUPERO R impianto autorizzato al trattamento finale La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 5 GESTIONE RIFIUTI: fasi del processo ESEMPIO UNIUD: RIFIUTI DI LABORATORIO operazioni preliminari studio iniziale delle attività classificazione rifiuti previsti codifica CER predisposizione procedure operative predisposizione contenitori per la raccolta di ogni CER informazione al personale di laboratorio produzione del rifiuto intercettazione di tutti i rifiuti raccolta separata, senza miscelazione riempimento in sicurezza dei contenitori La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 6 3

GESTIONE RIFIUTI: fasi del processo ESEMPIO UNIUD: RIFIUTI DI LABORATORIO deposito temporaneo chiusura contenitori pieni etichettatura trasporto al sito di deposito carico sul registro rifiuti deposito temporaneo DEPOSITO RIFIUTI trasporto e smaltimento verifica autorizzazioni trasportatore e destinatario predisposizione documenti (FIR, ddt, omologhe...) scarico sul registro rifiuti verifica ricezione 4a copia FIR denuncia annuale MUD gestione documentale La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 7 GESTIONE RIFIUTI: ADEMPIMENTI UNIUD = PRODUTTORE del rifiuto OBBLIGHI DI LEGGE Classificazione e codifica CER SCOPO: TRACCIABILITÀ DEL RIFIUTO Etichettatura contenitori Deposito temporaneo (limiti di legge: tempo/quantità) Registro di Carico e Scarico (in ogni unità locale) Conferimento esclusivo a soggetti autorizzati al trasporto/smaltimento Formulario di Identificazione Rifiuto gestione 1 a e 4 a copia Documento di Trasporto ADR Dichiarazione annuale MUD SISTRI (?!) La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 8 4

CRITICITÀ GESTIONE RIFIUTI UNIUD 1. Complessità molteplici attività, complesse ed eterogenee: didattica, ricerca, servizi, manutenzioni... unica attività diverse tipologie di rifiuti stesse tipologie di rifiuti attività diverse ( coordinamento) peculiarità dell attività universitaria: autonomia, libertà di ricerca 2. Definizione delle responsabilità molteplicità delle strutture unico legale rappresentante Rettore: titolare unico degli obblighi di legge previsti per il Produttore (rifiuti), il Titolare dello scarico (scarichi), lo Speditore (trasporto rifiuti in ADR) ecc. Università: struttura policentrica, i rapporti gerarchici non sono sempre chiari ed univoci attuazione D.R. 1/2009 (disposizione per la gestione dei rifiuti) La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 9 CRITICITÀ GESTIONE RIFIUTI UNIUD 3. Moltiplicazione e dispersione delle sedi sul territorio: difficoltà gestionali per ogni unità locale: registro rifiuti, stoccaggio, denuncia MUD, autorizzazione scarico ecc. incremento dei costi di gestione (anche ambientali) 4. Personale non strutturato la formazione e l informazione ambientali sono difficoltose a causa del frequente avvicendamento di studenti, borsisti, frequentatori ecc. 5. Normativa ambientale Testo Unico ambientale: D.Lgs 152/2006 e succ. evoluzione normativa continua: necessità di costante aggiornamento difficoltà di applicazione nella realtà universitaria: di solito le norme ambientali sono concepite per gli impianti produttivi orientamenti futuri: SISTRI? La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 10 5

COME SUPERARE LE CRITICITÀ SISTEMA DI GESTIONE: caratteristiche essenziali 1. CAPILLARITÀ: il sistema deve raggiungere tutte le strutture periferiche e tutte le attività 2. SPECIFICITÀ: il sistema deve gestire le diverse tipologie di rifiuti prodotti in modo specifico e appropriato 3. AGILITÀ: le procedure devono essere efficaci senza appesantire le attività 4. UNIFORMITÀ: le procedure devono essere uniformi per tutto l Ateneo, anche per facilitare i controlli interni. 5. FLESSIBILITÀ: il sistema deve adattarsi ai continui mutamenti (normativi, di attività ecc.) aggiornando tempestivamente le procedure operative. 6. CONDIVISIONE: ruoli e responsabilità devono essere chiari a tutti i soggetti coinvolti; gli obiettivi devono essere noti e condivisi a tutti i livelli, dai vertici dell Ateneo al singolo lavoratore e studente. La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 11 SISTEMA DI GESTIONE UNIUD strutture R periferiche Dipartimento R AL Dipartimento AL Autorità di controllo Enti locali Enti gestori CCIAA (MUD) R R Dipartimento AREA R UNIVERSITÀ AL AL AL Laboratorio didattico R = Responsabile AL = Addetto locale Servizio Tutela Ambientale (SPEP) Smaltitori autorizzati Servizio pubblico di raccolta Fornitori Formazione Aggiornamento Servizi di consulenza La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 12 6

SISTEMA DI GESTIONE: ruoli e responsabilità DISPOSIZIONE RETTORALE n. 01/2009 del 07/12/2009 RETTORE (art. 6) titolare degli obblighi connessi alla gestione dei rifiuti, cui adempie con il supporto del Servizio di Gestione Ambientale compiti di vigilanza, informazione e formazione SERVIZIO DI GESTIONE AMBIENTALE (art. 7) emanazione procedure per la gestione dei rifiuti coordinamento operazioni deposito temporaneo, con addetti locali organizzazione smaltimenti, redazione documentazione di legge redazione documentazione tecnica contrattuale presentazione annuale MUD controlli interni (audit ambientale) formazione e aggiornamento addetti locali o altri soggetti gestione rapporti con smaltitori, enti gestori, enti di controllo La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 13 SISTEMA DI GESTIONE: ruoli e responsabilità RESPONSABILE DI STRUTTURA (art. 8) direttiva gestione rifiuti prodotti nella propria struttura vigilanza sulla gestione rifiuti della propria struttura ( Addetto) RESPONSABILE DELL ATTIVITÀ (art. 9) identificazione e codifica dei rifiuti prodotti ( Addetto, Servizio) attuazione della corretta «raccolta finalizzata» dei rifiuti confezionamento ed etichettatura dei rifiuti prodotti informazione collaboratori sulle corrette procedure ( Addetto) ADDETTO LOCALE per la gestione dei rifiuti (art. 10) informazione al personale sulle corrette procedure supporto operativo nelle fasi della gestione attività di controllo sull attuazione delle procedure compilazione registro carico/scarico e firma formulari e ddt controllo sito di deposito temporaneo La gestione dei rifiuti nel nostro Ateneo 14 7

RADIOPROTEZIONE Adempimenti e gestione Ing. Massimo Pedretti Servizi Integrati di Prevenzione e Protezione Sorveglianza fisica della radioprotezione in UNIUD Laboratori con sorgenti radiogene Utilizzo di radioisotopi sfusi, sorgenti sigillate di calibrazione, macchine radiogene Esposizione alla radioattività naturale in luoghi di lavoro confinati Misure di concentrazione gas RADON Valutazione dell esposizione e azioni di rimedio 1

Principali riferimenti normativi Decreto Legislativo o 17 marzo 1995 n 230 Modificato: dal D. Lgs. 26 maggio 2000, n. 187 dal D. Lgs. 26 maggio 2000, n. 241 dal D. Lgs. 9 maggio 2001, n. 257 dal D. Lgs. 26 marzo 2001, n.151 e dalla Legge 1 marzo 2002, n. 39 "Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti.«linee guida per le misure di concentrazione di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei approvate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano il 6 febbraio 2003. Art. 1 - Campo di applicazione. 1. Le disposizioni del presente decreto si applicano: a) alla costruzione, all'esercizio ed alla disattivazione degli impianti nucleari; b) a tutte le pratiche che implicano un rischio dovuto a radiazioni ionizzanti provenienti da una sorgente artificiale o da una sorgente naturale nei casi in cui i radionuclidi naturali siano o siano stati trattati per le loro proprietà radioattive fissili o fertili e cioè: 1) alla produzione, trattamento, manipolazione, detenzione, deposito, trasporto, importazione, esportazione, impiego, commercio, cessazione della detenzione, raccolta e smaltimento di materie radioattive; 2) al funzionamento di macchine radiogene; 3) alle lavorazioni minerarie secondo la specifica disciplina di cui al capo IV;". b-bis) alle attività lavorative diverse dalle pratiche di cui ai punti 1, 2 e 3 che implicano la presenza di sorgenti naturali di radiazioni, secondo la specifica disciplina di cui al capo IIIbis; b-ter) agli interventi in caso di emergenza radiologica o nucleare o in caso di esposizione prolungata dovuta agli effetti di un'emergenza oppure di una pratica o di un'attività lavorativa non più in atto, secondo la specifica disciplina di cui al capo X."; 2

Art. 2 - Principi concernenti le pratiche 1. Nuovi tipi o nuove categorie di pratiche che comportano un'esposizione alle radiazioni ionizzanti debbono essere giustificati, anteriormente alla loro prima adozione o approvazione, dai loro vantaggi economici, sociali o di altro tipo rispetto al detrimento sanitario che ne può derivare. 2. I tipi o le categorie di pratiche esistenti sono sottoposti a verifica per quanto concerne gli aspetti di giustificazione ogniqualvolta emergano nuove ed importanti prove della loro efficacia e delle loro conseguenze. 3. Qualsiasi pratica deve essere svolta in modo da mantenere l'esposizione al livello più basso ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali...(omissis) Art. 4 Definizioni (si riportano le più significative per il ns. contesto operativo) esperto qualificato: persona che possiede le cognizioni e l'addestramento necessari sia per effettuare misurazioni, esami, verifiche o valutazioni di carattere fisico, tecnico o radiotossicologico, sia per assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, sia per fornire tutte le altre indicazioni e formulare provvedimenti atti a garantire la sorveglianza fisica della protezione dei lavoratori e della popolazione. La sua qualificazione è riconosciuta secondo le procedure stabilite nel presente decreto; lavoratori esposti: persone sottoposte, per l'attività che svolgono, a un'esposizione che può comportare dosi superiori ai pertinenti limiti fissati per le persone del pubblico. Sono lavoratori esposti di categoria A i lavoratori che, per il lavoro che svolgono, sono suscettibili di ricevere in un anno solare una dose superiore a uno dei pertinenti valori stabiliti con il decreto di cui all'articolo 82; gli altri lavoratori esposti sono classificati in categoria B; 3

Art. 4 Definizioni (2) Zona classificata: ambiente di lavoro sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti. Le zone classificate possono essere zone controllate o zone sorvegliate. È zona controllata un ambiente di lavoro, sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, in cui si verifichino le condizioni stabilite con il decreto di cui all'articolo 82 ed in cui l'accesso è segnalato e regolamentato. (condizioni definite dal D.Lgs. 9 maggio 2001, n. 257) È zona sorvegliata un ambiente di lavoro in cui può essere superato in un anno solare uno dei pertinenti limiti fissati per le persone del pubblico e che non è zona controllata. Regime autorizzativo per le pratiche radiologiche Pratiche soggette a nulla osta preventivo Pratiche soggette a comunicazione preventiva di pratica radiologica Impiego di Cat. A (N.O. del Ministero dell Industria) Impiego di Cat. B (N.O. Prefettizio) Attivazione o cessazione di pratica radiologica entro i limiti di cui al D.Lgs. 241/2000 4

Pratiche radiologiche nell impiego di sorgenti non sigillate (radionuclidi sfusi) o di sorgenti sigillate, con attività complessiva < 1000 x valori di Tab. IX-1 del D. Lgs. 241/2000 Macchine radiogene con energia < 200kEv Laboratori soggetti a sorveglianza fisica della radioprotezione in UNIUD SEDE Rizzi (RIZ1) Kolbe (KOL1) Casetta Basket (BAS2) Palazzina Lab. Chimica (COT6) Palazzina Lab. Chimica (COT6) Ex Basket (BAS1) Tipologia delle sorgenti radiogene Materie Materie radioattive radioattive (non sigillate) (non sigillate) Materie radioattive (non sigillate) Materie radioattive (sigillate) Macchine Radiogene Materie radioattive (sigillate) Codice identificativo laboratorio (Ar.Te.M.I.U.S.) Classificazione laboratorio (UNI 10491-1995) LI-01-NA L1-28/29/30 LT-07/08/09; RT-02 (stocc.) LT-08 LT-06 LT-90 3 3 3 / / / Nulla osta ex. art. 27 D. Lgs. 230/1995 Comunicazione preventiva pratica radiologica ex art. 22 D. Lgs. 230/1995 Classificazione delle zone (ex art. 82 - D. Lgs 230/95) Classificazione lavoratori esposti (ex art. 82 - D Lgs 230/95): Non richiesto Non richiesto Non richiesto Non richiesto Non richiesto Non richiesto Effettuata Effettuata Effettuata Effettuata Effettuata Effettuata Sorvegliata Sorvegliata Sorvegliata Libera Sorvegliata Libera Esposto Cat. B e Non Esposto Non Esposto Non Esposto Non Esposto Non Esposto Non Esposto 5

Isotopo Radionuclidi sfusi più utilizzati nei laboratori dell Tempo di dimezzamento Tipo di decadimento H-3 12,33 anni β - debole Radiotossicità C-14 5730 anni β - moderata P-32 14,3 giorni β - moderata S-35 87,5 giorni β - debole Fe-59 44,5 giorni β - moderata γ I-125 60,1 giorni γ elevata Soggetti della radioprotezione nella sorveglianza fisica dei laboratori Datore di lavoro Esperto Qualificato Referenti di area e locali 6

Datore di lavoro Deve assicurare la sorveglianza fisica per mezzo di esperti qualificati. I nominativi vanno comunicati all Ispettorato Prov.le del Lavoro. Nell ambito dell l incarico di E.Q. è oggetto di apposita Convenzione con l Azienda Ospedaliero-Universitaria. Esperto Qualificato (Art. 79 Dlgs 230/1995 e succ.) 1. L'esperto qualificato, nell'esercizio della sorveglianza fisica per conto del datore di lavoro deve: a) effettuare la valutazione di radioprotezione di cui all'articolo 61 e dare indicazioni al datore di lavoro nella attuazione dei compiti di cui al predetto articolo ad esclusione di quelli previsti alle lettere f)eh); b) effettuare l'esame e la verifica delle attrezzature, dei dispositivi e degli strumenti di protezione, ed in particolare: 1) procedere all esame preventivo e rilasciare il relativo benestare, dal punto di vista della sorveglianza fisica, dei progetti di installazioni che comportano rischi di esposizione, dell'ubicazione delle medesime all'interno dello stabilimento in relazione a tali rischi, nonché delle modifiche alle installazioni le quali implicano rilevanti trasformazioni delle condizioni, dell'uso o della tipologia delle sorgenti; 2) effettuare la prima verifica, dal punto di vista della sorveglianza fisica, di nuove installazioni e delle eventuali modifiche apportate alle stesse; 3) eseguire la verifica periodica dell'efficacia dei dispositivi e delle tecniche di radioprotezione; 4) effettuare la verifica periodica delle buone condizioni di funzionamento degli strumenti di misurazione; c) effettuare una sorveglianza ambientale di radioprotezione nelle zone controllate e sorvegliate; d) procedere alla valutazione delle dosi e delle introduzioni di radionuclidi relativamente ai lavoratori esposti; e) assistere, nell'ambito delle proprie competenze, il datore di lavoro nell'individuazione e nell'adozione delle azioni da compiere in caso di incidente. 7

Referenti locali Sono nominati dal Direttore del Dipartimento di afferenza; sono Docenti o Ricercatori la cui attività è direttamente connessa all impiego di radiosorgenti o che sovrintendono a laboratori in cui vengono impiegate radiosorgenti. E a cura dei Referenti locali: La formazione del personale operante in laboratorio sulla corretta gestione dei radionuclidi e dei rifiuti radioattivi di laboratorio; La tenuta dei registri di laboratorio e della documentazione relativa all utilizzo dei radioisotopi, e in particolare di un elenco aggiornato del personale autorizzato all'uso del laboratorio, delle comunicazioni di detenzione radionuclidi (inviate allo SPEP e all'e.q.) e delle bolle di asporto dei rifiuti radioattivi; La gestione dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi; L attivazione della Ditta specializzata per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi e l inoltro di copia della relativa documentazione a E.Q. e Referente di Settore c/o SPEP; L attivazione del Servizio di Tutela Ambientale per l effettuazione di smaltimenti in esenzione, ove ne ricorrano le condizioni, con contestuale scarico dalle giacenze di laboratorio; Coordinamento con il Referente di settore c/o SPEP e con l Esperto Qualificato per l'effettuazione delle visite periodiche e degli smear-test. Referente di Settore Referente di settore: addetto del sistema di prevenzione dell'università che opera in una unità funzionale di prevenzione dell'amministrazione centrale con responsabilità nello svolgimento di compiti in un determinato settore prevenzionistico e che funge anche da referente per il Responsabile del Servizio di Prevenzione nello svolgimento delle sue attività di coordinamento e controllo (Art. 2 del Regolamento interno per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro). Il Referente di settore fa da tramite tra le Strutture interessate e l Esperto Qualificato per la calendarizzazione e l effettuazione delle visite periodiche di radioprotezione e per verifiche e sopralluoghi estemporanei in caso di necessità; Riceve ed elabora i dati relativi agli acquisti e agli smaltimenti di sostanze radioattive; Cura l aggiornamento della Convenzione tra Università e AOUD ove necessario. 8

Comunicazione di detenzione Viene trasmessa, ad ogni acquisizione di sostanze radioattive sotto forma di sorgenti non sigillate, al Servizio di Prevenzione e Protezione (Referente di Settore) e all Esperto Qualificato Consente il monitoraggio delle giacenze di radionuclidi presenti nei laboratori Prot. Udine, Tit. XI cl. 9 fasc. SPEP Via Petracco, 8 33100 UDINE e, p.c. Preg.mo Dott.. Esperto Qualificato U.O. di Fisica Sanitaria Ospedale S. Maria della Misericordia 33100 UDINE Oggetto: Comunicazione di detenzione di sostanza radioattiva a reintegro Si comunica la detenzione, a reintegro, del seguente materiale radioattivo, sotto forma di sorgente non sigillata, di cui è prevista l utilizzazione a scopo di ricerca scientifica: Radionuclide 32P Luogo di detenzione Lab. radioisotopi Data di entrata in possesso Attività al momento dell arrivo 9,25 MBq Stato fisico Liquido X Solido Quantità in volume 25 µl Quantità in peso / Fornitore Vettore Il Responsabile del Laboratorio All.: Copia documento di trasporto o consegna 9

Smaltimento dei rifiuti radioattivi I rifiuti radioattivi non rientrano nel campo di applicazione delle norme in materia di gestione dei rifiuti di cui alla parte quarta del D. Lgs. 152/2006 (Art. 185 D. Lgs. Cit.) Alcune specie di rifiuti radioattivi possono, previo decadimento sotto soglia (1 Bq/g), essere smaltiti come rifiuti speciali e in tal caso rientrano nella normativa citata Smaltimento dei rifiuti radioattivi Sempre se T/2 > 75gg. Opzione se T/2 < 75gg. Smaltimento a mezzo ditta specializzata Decadimento in stoccaggio e smaltimento in esenzione 10

Stoccaggio rifiuti radioattivi Smaltimento in esenzione Il referente locale per la radioprotezione accerta l avvenuto decadimento al di sotto della soglia convenzionale I rifiuti vengono «scaricati» dalle giacenze del laboratorio e registrati dall addetto locale per la gestione dei rifiuti come «rifiuti chimici» (liquidi o solidi) o «rifiuti biologici» (solidi «cartoni ROT») Questi rifiuti vengono gestiti come tutti gli altri rifiuti di laboratorio, chimici e biologici 11

Esempio di documento interno relativo allo smaltimento in esenzione Dipartimento di Decadimento della radioattività dei rifiuti liquidi e solidi Radionuclide: 32P Contenitore rifiuti n. Solido Data di ricevimento Numero Attività (MBq) Attività totale (MBq) Data di chiusura del contenitore Tempo di decadimento (g) Data di decadimento sotto soglia * Data di carico come rifiuto in esenzione Verifica con strumento in data Firma Contenitore rifiuti n. Liquido Data di ricevimento Numero Attività (MBq) Attività totale (MBq) Data di chiusura del contenitore Tempo di decadimento (g) Data di decadimento sotto soglia * Data di carico come rifiuto in esenzione Verifica con strumento in data Firma * 1. data a partire dalla quale la concentrazione residua calcolata è inferiore a 1 Bq/g ai fini del successivo smaltimento in esenzione 2. si assume cautelativamente un peso del collo pari a 5 kg 3. il tempo di decadimento è cautelativamente calcolato dalla chiusura del contenitore Sorveglianza fisica dei laboratori con utilizzo di radionuclidi sfusi Visita periodica dell Esperto Qualificato con effettuazione di verifica strumentale e smear-test su banconi, cappe e attrezzature fisse e mobili Verifica del corretto funzionamento degli strumenti in dotazione (contaminometro manipiedi-corpo, contaminometro portatile, contatore Geiger, ecc.) I risultati degli smear-test vengono trasmessi al Servizio di Prevenzione e protezione 12

Dipartimento di Scienze degli Alimenti (DIAL) - Sezione Fisiologia Veterinaria - Edif. BAS2 - Loc. LT-09 ( zona sorvegliata ) Sorgenti sigillate In UNIUD sono presenti due sorgenti sigillate di taratura a corredo di gascromatografi. Radioisotopo: Ni-63 (tempo di dimezzamento: 100,1 anni; decadimento β) 13

Sorveglianza fisica dei laboratori con sorgenti sigillate Visita periodica dell Esperto Qualificato con effettuazione di smear-test sull involucro della sorgente e sulla macchina utilizzatrice I risultati degli smear-test vengono trasmessi al Servizio di Prevenzione e protezione Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche - Laboratorio Gascromatografia - Edif. COT6 - Loc. LT-08 14

Macchine radiogene (Laboratorio Diffrattometria del DCFA) Diffrattometro Philips Xpert con tensione massima di accelerazione di 60kV Spettrometro Panalytical Epsiol 5 con tensione massima di accelerazione di 100kV Sorveglianza fisica macchine radiogene Visita periodica dell Esperto Qualificato con misura della radiazione in aria, in prossimità delle macchine, in condizioni di funzionamento a regime; verifica di funzionalità dei dispositivi di sicurezza delle macchine 15

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche (DICH) - Laboratorio Diffrattometria - Edif. COT6 - Loc. LT-06 Esposizione alla radioattività naturale in luoghi di lavoro confinati (Capo III bis Dlgs. 230/1995 e succ.) Art. 10-bis - Campo di applicazione 1. Le disposizioni del presente capo si applicano alle attività lavorative nelle quali la presenza di sorgenti di radiazioni naturali conduce ad un significativo aumento dell'esposizione dei lavoratori o di persone del pubblico, che non può essere trascurato dal punto di vista della radioprotezione. Tali attività comprendono: a) attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei; (omissis) 16

IL RADON Il radon è un gas radioattivo naturale che causa un aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare. La Commissione Europea, con la Raccomandazione 143/Euratom del 1990, ha fissato dei valori di riferimento della concentrazione di radon negli ambienti chiusi: 400 Bq/m3 per edifici esistenti; 200 Bq/m3 per edifici di nuova costruzione. Il livello di azione (livello oltre il quale si devono intraprendere azioni di rimedio) è fissato dal D. Lgs. 241/2000 (all. 1 bis) in 500 Bq/m3 di concentrazione di attività di radon media in un anno. Soggetti della radioprotezione negli ambienti con possibilità di esposizione a radioattività naturale dovuta al Radon Datore di lavoro Esperto Qualificato ARPA FVG Servizio di Fisica Ambientale Referente di Settore 17

Quali sono i luoghi di lavoro da verificare? Luogo di lavoro SOTTERRANEO: «locale o ambiente con almeno tre pareti interamente sotto il piano di campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano a diretto contatto con il terreno circostante o meno». Il locale sotterraneo deve essere occupato con continuità dai lavoratori. Per ambienti occupati saltuariamente, si ritiene significativo un tempo di occupazione indicativamente fissato in 10 ore/mese. Il Datore di lavoro Deve effettuare, entro 24 mesi dall inizio dell utilizzo di luoghi di lavoro sotterranei, la verifica della concentrazione di radon qualora l occupazione sia significativa (> 10 ore/mese). Il monitoraggio va effettuato secondo le «linee guida» con una o più misurazioni che coprano un intero anno solare 18

ARPA FVG Servizio di Fisica Ambientale E l organo accreditato per l effettuazione di misure di radon di breve periodo e per la fornitura di rivelatori per misure di medio/lungo periodo, incluso il certificato di misura. Per le misure di breve periodo è stata stipulata un apposita Convenzione tra ARPA e UNIUD. Questi cicli di misure vengono effettuati da tecnici dell ARPA. ARPA FVG Servizio di Fisica Ambientale /2 Per i cicli di misure brevi effettuati direttamente, L ARPA emette una relazione evidenziante i livelli rilevati e le prescrizioni per l eventuale azione di rimedio. Le misure annuali vengono effettuate a cura dei Servizi Integrati di Prevenzione e Protezione (Referente di Settore) utilizzando rivelatori forniti dall ARPA. A fine misura i rivelatori vengono «letti» dall ARPA che emette certificato di misura. 19

Rivelatore di radon a film plastico Cosa fare se dalla misura a) risulta superato l 80% del livello di azione fissato in 500 Bq/m3: è obbligatorio un ulteriore monitoraggio (effettuazione di ulteriore ciclo di misure su base annuale) 20

Cosa fare se dalla misura b) risulta superato il livello di azione (concentrazione media in un anno superiore a 500 Bq/m3): comunicazione ad ARPA, ASL e Direzione Provinciale del Lavoro con allegata relazione tecnica, rilasciata da organismo idoneo, contenente i risultati delle misure e inoltre. Inoltre se risulta superato il livello di azione Devono essere intraprese opportune azioni di rimedio Le più comuni: esecuzione di aperture di ventilazione, installazione di impianti di ventilazione meccanica, installazione di estrattori per la messa in depressione di vespai aerati 21

Verifica dell efficacia L efficacia delle azioni di rimedio deve essere verificata effettuando ulteriori cicli di misurazioni di durata annuale Per info e contatti massimo.pedretti@uniud.it 22