LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO classe 4AL anno scolastico 2018/2019 4 gruppo di lavoro su Andrea Mantegna e Giovanni Bellini allievi: Bettazzi Greta Calamai Martina Cecchi Giulia Incarbona Benedetta Pugliese Aurora prof. Claudio Puccetti
Grazie per la vostra attenzione! Classe IV AL Liceo Niccolò Copernico, a.s. 2018/2019
Andrea Mantegna
Andrea Mantegna (Padova 1431-1506) entra nella bottega di Francesco Squarcione. 1488 chiamato a far parte della squadra di artisti che decoravano la cappella Ovetari (chiesa degli Eremitani: disegno incisivo, forme geometriche e prospettiva. realizza varie opere con temi sempre differenti. alla sua morte lascia la favola del Dio Como incompiuta.
Orazione nell orto (1455) Tempera su tavola conservato nella National Gallery di Londra Mantegna pare abbia preso come modello il disegno di Jacopo Bellini. Gesù prega nel Getsemani, paesaggio roccioso; il Salvatore è in ginocchio, di fronte vi sono rappresentati degli angeli e in basso tre apostoli addormentati; sullo sfondo vi è una schiera di soldati guidati da Giuda, in lontananza si intravede Gerusalemme. Atmosfera cupa e crepuscolare.
La camera degli sposi La camera è un piccolo spazio a pianta quadrata che aveva la doppia funzione di ambiante privato e sala per le udienze pubbliche. Si nota la capacità di Mantegna di sintetizzare in un'unica visione l'esaltazione dinastica, le citazioni storico-mitologiche e il realismo.
La camera degli sposi, la corte dei Gonzaga parete Nord
Oculo con putti e figure femminili E' il trionfo dell'illusionismo prospettico e della pittura usata per ottenere una finzione visiva. Mantegna mostra un cielo realistico al posto del soffitto
Il Cristo morto (1475-1478) si tratta di un'opera di altissima intensità evocativa dove cristo assume una dimensione monumentale simile a quella di un eroe antico scolpito nella pietra, in un'immagine di intensa drammaticità. l'uso della prospettiva leggermente rialzata accentua la volumetria del corpo. i particolari anatomici sono in rilievo: le piaghe lasciate dai chiodi sui piedi e sulle mani, il torace rigonfio, il capo abbandonato. quasi tutto lo spazio del dipinto è occupato dalla figura del cristo disteso su una lastra sepolcrale di pietra rossastra, il corpo è avvolto nel sudario mentre all'estremità a destra si nota il vasetto degli unguenti.
Giovanni Bellini
Giovanni Bellini (Venezia 1430/33-1516) L artista, uno tra gli esponenti più importanti del Rinascimento, eserciterà una grandissima influenza sui pittori veneti per tutto il Quattrocento e gran parte del Cinquecento: è da lui che nasce il famoso tonalismo veneto, dove la profondità viene accentuata dalla caratteristica degradazione delle sue gamme cromatiche. Le tematiche più frequenti sono a sfondo religioso e trattano la vita di Gesù Nella sua pittura giovanile si riconosce l influenza del Mantegna, suo cognato, pittore a lui molto vicino Il suo stile raggiunge la completa maturazione agli inizi del Cinquecento; la sua tecnica preferita è sempre più spesso quella della tempera ed i suoi lavori saranno le famose pale d altare raffiguranti la Madonna in trono circondata dai santi, dove le figure, i paesaggi e le architetture si compongono in un perfetto equilibrio di curve di luce e di emozioni.
Caratteristiche di Bellini Orazione nell orto (Mantegna) Orazione nell orto (Bellini) Rispetto al Mantegna la sua linea è più fluida e l'effetto cercato è decisamente quello chiaroscurale. Per Mantegna l uomo è il soggetto principale mentre per Bellini l uomo è solo una parte pari a tutte le altre del mondo naturale. La profondità in Bellini è data dall alternanza dei colori chiari e i colori scuri. Bellini utilizza la tecnica della prospettiva cromatica.
La pala di San Giobbe (1487) La pala, considerata un caposaldo del periodo maturo dell'artista, venne dipinta per il secondo altare a destra della chiesa di San Giobbe a Venezia. L'opera è una sacra conversazione: attorno all'alto trono marmoreo di Maria col Bambino, ai cui piedi si trovano tre angeli musicanti, sono disposti simmetricamente sei santi, tre per parte: a sinistra san Francesco, Giovanni Battista e Giobbe, a destra i santi Domenico, Sebastiano e Ludovico di Tolosa. La Vergine con il Bambino è rappresentata su un trono marmoreo sormontato dalla croce, mentre ai piedi siedono tre angeli musicanti. la volta a cassettoni introduce prospetticamente alla composizione sacra luce e prospettiva sono fuse in un'atmosfera dorata e intima.
La pala di San Giobbe (1487) Grande emblema del problema del dolore, Giobbe esprime il grido dell'uomo che cerca di comprendere se stesso. La nudità del santo è un riferimento preciso che lo assimila ad ogni altro uomo che "nudo esce dal ventre materno e nudo scende nella tomba" (libro di San Giobbe).Giobbe vi è raffigurato accanto a Francesco, che mostra le stigmate. L iscrizione «AVE VIRGINEI» (ave immacolato fiore di pudore vigniale) testimonia il tema sacro del dipinto. San Domenico allude all'accordo tra i due ordini francescani e domencani.
La Pietà di Cristo (1465-1470) Tempera su tela, conservata nella pinacoteca Brera a Milano. Cristo privo di vita è sostenuto dalla vergine Maria(sinistra) e da San Giovanni (destra) influenza di Mantegna nell incisività delle linee ma l uso del colore e della luce è ben diverso. Bellini si interessa a rappresentare l umanità dei protagonisti facendo da specchio alle emozioni umane.
Il festino degli Dei (1514) Rappresenta un eccezione e ha stimolato diverse interpretazioni, è ricca di scene azzardate, i personaggi maschili hanno atteggiamenti poco divini. Bellini rappresenta il degrado morale su cui era giunta la chiesa dell epoca. Olio su tela, conservato nella National Gallery of Art di Washington.
Allegoria Sacra (1490-1500) olio su tavola, conservato nella galleria degli Uffizi a Firenze una delle opere più enigmatiche e misteriose dell'artista e del Rinascimento in generale, a causa della difficoltà nell'assegnare un significato esatto al soggetto. in primo piano vi è una terrazza aperta e nello sfondo si ha una riproduzione reale di una laguna realmente esistente. misto tra disegno rigoroso con uso della prospettiva e libertà nella rappresentazione naturalistica.