U.E.P.E. Ufficio Esecuzione Penale Esterna Bologna



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Ministero della Giustizia Dipartimento dell Amministrazione Penitenziaria Provveditorato Regionale dell Amministrazione Penitenziaria dell Emilia Romagna U.E.P.E. Ufficio Esecuzione Penale Esterna Bologna L U.E.P.E. DI BOLOGNA È COMPETENTE PER I SOGGETTI RESIDENTI E/O DOMICILIATI NEI TERRITORI DELLE PROVINCE DI BOLOGNA FERRARA FORLÌ-CESENA Febbraio 2008 4MEGIR^E *IVVEVE 4EVQE 6IKKMS )QMPME 1SHIRE &SPSKRE 6EZIRRE *SVPv 6MQMRM

L U.E.P.E. (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, ex Centro di Servizio Sociale per Adulti) è stato istituito con la legge di riforma penitenziaria n. 354 del 1975. È un ufficio periferico del Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, e si occupa di persone che devono scontare una condanna penale. Su richiesta della Autorità giudiziaria,degli Istituti Penitenziari o di altri UEPE del territorio nazionale, svolge indagini di servizio sociale per conoscere la realtà personale, famigliare, lavorativa delle persone sottoposte ad una condanna o a misure di sicurezza. Si tratta di dati utili per decidere sull applicazione delle misure alternative alla detenzione, o sulle misure restrittive della libertà, o sul programma di trattamento. Incontrando con regolarità gli utenti sia in Ufficio, sia sul posto di lavoro, sia in famiglia, e quando richiesto in Istituto, gli operatori dell U.E.P.E. (finora Assistenti Sociali) seguono l esecuzione della pena sia detentiva che non. Realizzano interventi di aiuto e controllo in modo che la pena sia calibrata sulle esigenze della persona. Costruiscono collegamenti con altri servizi del territorio. Le finalità del servizio sono: sostenere la persona durante l espiazione della pena dentro e/o fuori dal Carcere o in misura di sicurezza (misure applicate a persone che hanno scontato la pena, ma che sono ancora ritenute pericolose socialmente); verificare che l esecuzione della pena si svolga secondo le regole stabilite dall Autorità Giudiziaria; stimolare la persona ad essere più consapevole dei suoi doveri e diritti di cittadino; favorire il reinserimento nella società di coloro che hanno commesso reati in modo da limitare la possibilità di recidiva; contribuire a migliorare la sicurezza sociale. Il personale è composto da un dirigente, da tre responsabili delle aree in cui l Ufficio è organizzato (area di servizio sociale, area amministrativa ed area contabile), da tre coordinatori di zona (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena), da ventiquattro assistenti sociali, tre esperti (psicologi), cinque collaboratori amministrativi, un contabile, e due unità di polizia penitenziaria. Il compito dell U.E.P.E. è svolto nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato (art. 27).

I NOSTRI INTERLOCUTORI Provveditorato Regionale A.P. Formazione professionale Terzo settore Servizi ASL Provincia, Regione Servizi comunali Altri U.E.P.E. Autorità giudiziaria Magistratura di Sorveglianza Utenti Volontariato U.E.P.E. Forze dell ordine Istituti Penitenziari Famiglie Coop. sociali Avvocati Fornitori Magistratura contabile Comunità di recupero Datori di lavoro Sindacati L orbita più interna individua gli interlocutori decisivi per realizzare il doppio mandato dell U.E.P.E.: contribuire alla sicurezza sociale e aiutare le persone sottoposte ad una condanna penale a reinserirsi. Le altre due orbite individuano soggetti con i quali l Ufficio collabora. La maggiore vicinanza al centro del disegno indica semplicemente la maggiore frequenza di rapporti. L U.E.P.E. collabora soprattutto: con i suoi utenti e le loro famiglie; con i Magistrati di sorveglianza, che chiedono informazioni e valutazioni all Ufficio; con gli Istituti penitenziari (in particolare con le Case Circondariali di Bologna, di Ferrara e di Forlì) per il trattamento dei detenuti o internati; con le Forze dell ordine, per il controllo del corretto svolgimento dell esecuzione penale; con altri servizi del territorio, con esponenti del privato sociale e con volontari per realizzare progetti di reinserimento sociale e lavorativo dei condannati; con altri U.E.P.E. per collaborare al trattamento di persone residenti in altri territori. 1

COSA FACCIAMO E PER CHI L U.E.P.E. lavora con persone in situazioni diverse: Persone con condanna definitiva ma con pena sospesa, in attesa dell udienza che deciderà sulle misure alternative che hanno richiesto La persona e i famigliari vengono contattati dall Ufficio per colloqui con l assistente sociale e in certi casi con lo psicologo. L U.E.P.E. ha necessità di acquisire alcuni documenti (certificato penale, sentenza, certificati anagrafici, documentazione relativa al lavoro...) e di verificare le informazioni acquisite. L U.E.P.E. completa la raccolta delle informazioni contattando anche altri servizi ed enti del territorio se coinvolti nella gestione del caso. Un documento finale viene inviato al Tribunale di sorveglianza, contribuendo alla decisione sulla misura alternativa richiesta. Persone affidate in prova al servizio sociale anche in relazione allo stato di tossicodipendenza Le persone in queste condizioni devono rispettare le prescrizioni assegnate dal Magistrato (orari, impegni di lavoro, limiti negli spostamenti, obbligo di sottoporsi a programmi terapeutici...). Nei confronti di queste persone l U.E.P.E. interviene con colloqui periodici, verifiche dell attività lavorativa, rapporti con gli altri servizi coinvolti per facilitare la corretta esecuzione della pena. La violazione delle prescrizioni può comportare la sospensione della misura alternativa da parte del Magistrato di sorveglianza e l accompagnamento all Istituto penitenziario più vicino. Sulle violazioni delle prescrizioni e sull'andamento della misura alternativa sino a tale momento, l'u.e.p.e. può essere chiamato a relazionare al Magistrato di Sorveglianza possibilmente dopo opportuno contatto con l'affidato, prima della decisione sulla sospensione cautelativa del beneficio, e/o al Tribunale di sorveglianza per l'udienza di revoca dell'affidamento. Entro trenta giorni il Tribunale di sorveglianza deve decidere se revocare la misura o farla riprendere. In caso di revoca della misura il 2

Tribunale dovrà indicare se sussiste un periodo di pena da considerarsi utilmente espiato (ad esempio dall'inizio dell'affidamento sino alla data di violazione delle prescrizioni) tenuto conto di quanto positivamente o negativamente relazionato dallo U.E.P.E., in ordine all'andamento della misura alternativa. Detenuti semiliberi, che lavorano e vivono all esterno ma passano la notte in carcere L Istituto penitenziario a cui la persona è assegnata, predispone il programma di trattamento di cui mantiene la titolarità e la responsabilità. L U.E.P.E. verifica che la persona svolga il lavoro secondo il programma di trattamento approvato dal Magistrato di sorveglianza; vigila sul corretto svolgimento della misura aiutando la persona ad affrontare e superare le difficoltà sia nell ambiente di lavoro sia nelle relazioni famigliari e sociali. Il datore di lavoro è sempre a conoscenza della posizione giuridica della persona e sottoscrive il programma di trattamento predisposto dall Istituto penitenziario. Periodicamente, l assistente sociale riferisce sull andamento della misura alla direzione del carcere, solitamente in sede di riunione di équipe. Detenuti ammessi al lavoro all'esterno art. 21 che lavorano o svolgono attività all'esterno, ma passano il resto del tempo in carcere Quando è richiesto dalla Direzione dell'istituto penitenziario titolare dell'esecuzione, l U.E.P.E. effettua per queste persone interventi diretti a verificare che il lavoro si svolga nel pieno rispetto dei diritti e della dignità. 3

Detenuti domiciliari I detenuti domiciliari scontano la pena presso il proprio domicilio o presso una struttura sanitaria o di accoglienza. Anche queste persone devono rispettare le prescrizioni dell ordinanza emessa dal Tribunale di sorveglianza: obblighi di cura, orari, limiti negli spostamenti, impegni di lavoro. Il Tribunale di sorveglianza inoltre determina gli interventi di servizio sociale che l U.E.P.E. deve svolgere. Il primo contatto con la persona avviene tramite una lettera di invito a rivolgersi all Ufficio. In caso di necessità, per gli eventuali bisogni rilevati (casa, sussidi, salute, ecc.) l'u.e.p.e. mette in contatto la persona con gli altri servizi del territorio, competenti per domicilio e residenza (casa, sussidi, assistenza domiciliare, lavoro...). L assistente sociale riferisce al Magistrato sulla situazione della persona, per permettere una valutazione del caso e l'eventuale modifica delle prescrizioni. Detenuti con condanna definitiva, oppure internati in ospedale psichiatrico giudiziario o in case di lavoro o in case di cura e custodia, per cui si chiede all U.E.P.E. una consulenza In favore dei detenuti con condanna definitiva e degli internati, l U.E.P.E. viene attivato per partecipare alla conoscenza della persona e per elaborare un programma di trattamento utile alla sua riabilitazione sociale. Per raccogliere le informazioni necessarie, l assistente sociale incaricato del caso interpella la famiglia, i servizi e gli operatori che si occupano della persona, se necessario incontrandola nella struttura penitenziaria. Questi interventi confluiscono in un documento finale inviato all Istituto penitenziario per contribuire a definire il programma di trattamento e per consentire la compiuta elaborazione della relazione di sintesi o di osservazione concernente il detenuto, richiesta dal Tribunale o dal Magistrato di sorveglianza all'équipe penitenziaria per l'eventuale applicazione di misure alternative o di permessi premio. In carcere si tengono periodicamente équipe a cui l'assistente sociale dell'u.e.p.e. partecipa regolarmente. 4

Liberi vigilati Nel corso dell'esecuzione della misura di sicurezza l U.E.P.E. svolge nei confronti di queste persone compiti di sostegno e di assistenza. Se richiesto dal Magistrato di sorveglianza per l'applicazione la proroga o la revoca della Misura di sicurezza effettua un' indagine di servizio sociale che si conclude con un documento scritto utile alla valutazione della pericolosità sociale del soggetto. L Ufficio interpella anche gli altri servizi coinvolti. Detenuti che chiedono un permesso premio oppure semiliberi o internati in licenza Se la licenza o il permesso richiesti prevedono la permanenza della persona sul territorio di competenza, anche l U.E.P.E., se richiesto dalla Direzione dell'istituto o dal Magistrato di Sorveglianza, verifica la disponibilità e l idoneità dei famigliari o di coloro presso cui la persona chiede di recarsi. I risultati della verifica confluiscono in una relazione scritta. Se il permesso o la licenza si realizzano nel territorio dell U.E.P.E., l Ufficio deve verificare l andamento del beneficio; se invece è richiesto per un territorio diverso, l Ufficio attiva l U.E.P.E. competente. Persone seguite nel periodo postpenitenziario Persone che hanno terminato di scontare la pena o la misura di sicurezza possono ricevere dall U.E.PE. un particolare aiuto, per un congruo periodo dopo la fine della pena. L U.E.P.E. in questi casi può, per esempio, sostenere ed aiutare le persone nel rivolgersi ai servizi del territorio perché questi prendano in considerazione le loro richieste. Persone che chiedono la L Ufficio fornisce consulenza e sostegno alle persone che si trovano in condizioni economiche disagiate e che chiedono perciò di non pagare il debito economico 5

remissione del debito relativo alle spese di giustizia e al mantenimento in carcere. In merito a tale richiesta l U.E.P.E. risponde al Magistrato di Sorveglianza con una relazione scritta, accompagnata dai documenti che attestano la situazione economica della persona. Il Magistrato decide se rimettere o meno il debito. Persone che chiedono l estinzione della pena pecuniaria a seguito di esito positivo dell'affidamento in prova al servizio sociale Se la sentenza di condanna prevede anche una pena pecuniaria e la persona si trova in condizioni economiche disagiate, può chiederne l estinzione. Al termine della misura alternativa l Ufficio scrive una relazione, corredata dalla dichiarazione I.S.E.E. (indicatore di situazione economica equivalente ) nonché ogni utile elemento acquisito nel corso dell'esecuzione della misura alternativa, sul tenore di vita dell'affidato e la invia al Tribunale di Sorveglianza, che decide in merito. Persone per le quali il Magistrato di Sorveglianza deve valutare la pericolosità sociale ai fini dell'applicazione delle misure di sicurezza Quando il Magistrato deve decidere se confermare o meno una misura di sicurezza, (libertà vigilata, espulsione, internamento in Ospedale psichiatrico Giudiziario o in Casa di Cura e Custodia), chiede all U.E.P.E. una relazione e l Ufficio interpella, oltre all interessato e alla sua famiglia, anche gli altri servizi ed organi istituzionali coinvolti. Per i liberi vigilati l U.E.P.E. svolge compiti di sostegno e di assistenza. 6

DIRITTI E DOVERI DEGLI UTENTI Diritti Essere accolti come cittadini e come persone, senza pregiudizi sulla condizione famigliare, nazionale, di sesso, di religione o sul tipo di reato per il quale si è stati condannati Essere informati Contribuire a definire i progetti educativi e socializzanti Ricevere le prestazioni professionali previste dal mandato, nei tempi necessari a realizzarle Veder rispettata la propria privacy Inoltrare eventuali reclami e ricevere risposta Esempi di cose che si fanno per rispettare i diritti degli utenti Gli operatori dell Ufficio si relazionano con rispetto e professionalità nei confronti di qualunque persona, indipendentemente da condizione sociale e personale senza pregiudizi sulla condizione famigliare, nazionale, di sesso, di religione o sul tipo di reato per il quale si è stati condannati Durante i colloqui gli utenti vengono informati in modo semplice e chiaro sul percorso e i tempi degli interventi che li riguardano; gli utenti vengono informati sulle opportunità e i diritti previsti dalle leggi, anche quando riguardano altri servizi L assistente sociale ascolta le esigenze che le persone manifestano e quando è possibile le traduce in proposte concrete di intervento tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla legge; le persone possono chiedere, motivando, che si ridefinisca il progetto che le riguarda L Ufficio informa le persone sui tempi necessari a realizzare ogni azione e si impegna a rispettarli; l eventuale assenza dell operatore di riferimento viene sostituita con un servizio di segretariato I colloqui sono riservati e gli operatori dell Ufficio rispettano rigorosamente il segreto professionale Qualunque utente, se pensa che l U.E.P.E. non abbia rispettato i suoi diritti, può scrivere una lettera di reclamo al dirigente, che risponde per iscritto entro 30 giorni 7

Doveri Esempi di comportamenti degli utenti che realizzano i loro doveri Rispettare il personale dell Ufficio e il lavoro che svolge Rispettare l orario di apertura, presentarsi agli appuntamenti vestiti in modo decoroso, puliti, sobri; rispettare gli spazi di lavoro e le esigenze di chi li frequenta; essere chiari e veritieri; non pretendere che siano soddisfatte richieste che non rientrano nelle competenze dell Ufficio Riconoscersi corresponsabili del buon esito del rapporto con l Ufficio Non chiedere agli operatori di scrivere una bella relazione per il Magistrato, ma fornire gli elementi per cui sia possibile scrivere una bella relazione Rispettare gli accordi presi con l Ufficio Presentarsi puntuali agli appuntamenti, fornire i documenti richiesti; non cercare di strumentalizzare il lavoro degli operatori Attenersi a tutte le prescrizioni previste dalle leggi, dai regolamenti, dai provvedimenti della Autorità giudiziaria Dare la stessa importanza a tutte le prescrizioni stabilite dall autorità Giudiziaria, che vanno rispettate 8

COME LAVORIAMO E COSA GARANTIAMO Le attività che l U.E.P.E. svolge per gli utenti o insieme a loro sono varie. Ecco le principali. Apertura e cura del fascicolo personale Le richieste di consulenza che provengono dal carcere o le richieste di indagini che provengono dalla Magistratura o da altri U.E.P.E. danno origine all apertura di un fascicolo per ogni persona. Il fascicolo è ordinato cronologicamente o per argomento (con sotto-fascicoli); ogni fascicolo comprende sempre un indice-diario aggiornato; completo in quanto comprende non solo tutti i documenti emessi dagli organi competenti, ma anche le registrazioni dei colloqui e degli interventi messi in atto, che consentono di avere una visione complessiva del caso; reperibile in quanto è custodito dall assistente sociale incaricata di trattare il caso; quando il caso si chiude il fascicolo è custodito nell'archivio dell'ufficio. L Ufficio è responsabile della protezione dei dati sensibili e della tutela della privacy degli utenti. Interventi individualizzati Ogni intervento ha queste caratteristiche: è attuato sulla base di disposizioni normative (leggi e regolamenti o prescrizioni); ha obiettivi concreti e chiari, che vengono stabiliti a partire dalla situazione della persona; è frutto anche di una interazione con la persona interessata; se cambiano le condizioni e le esigenze della persona si possono proporre modifiche all intervento; si compiono regolarmente verifiche su come l intervento procede. Colloqui Il colloquio è uno strumento molto importante e molto usato nel lavoro con gli utenti. Durante una indagine di servizio sociale quando cioè si raccolgono per la Magistratura le informazioni su un utente quest ultimo viene incontrato almeno due volte dall assistente sociale dell U.E.P.E.; ulteriori colloqui sono possibili a seconda delle esigenze. Il tempo medio di una indagine è di tre mesi. Durante una misura alternativa, i contatti tra l assistente sociale e l utente avvengono almeno ogni quindici giorni. I colloqui si svolgono: dopo aver esaminato i documenti raccolti; 9

con un atteggiamento di ascolto, rispetto e attenzione; in un tempo sufficiente (mediamente un ora); chiarendo sempre gli obiettivi; senza giudicare le persone; raccogliendo tutte le informazioni utili; compilando il diario degli interventi dopo il colloquio, in modo da conservarne memoria. Visite domiciliari Durante una indagine di servizio sociale, l assistente sociale compie almeno una visita domiciliare presso l'utente e la sua famiglia. La visita domiciliare si svolge in un giorno e in un ora concordati con gli interessati; in un tempo adeguato per l'espletamento degli interventi necessari (circa un ora); chiarendo sempre gli obiettivi; con un atteggiamento di ascolto, rispetto e attenzione. Verifiche lavorative Sia durante le indagini di servizio sociale sia per valutare l andamento delle misure alternative, l U.E.P.E. compie verifiche sugli impegni di lavoro degli utenti. Fa parte delle verifiche lavorative una raccolta preliminare di documenti (visura camerale, contratto di lavoro, buste paga...). Per il resto le verifiche lavorative si svolgono in modo diverso a seconda dell obiettivo da realizzare. Se una persona condannata è in stato di libertà, la verifica lavorativa serve a raccogliere elementi sull attività che svolge. Il datore di lavoro o i colleghi possono non sapere che l interessato deve scontare una pena. Si procede perciò con particolare riservatezza. Se una persona è in stato detentivo, la verifica lavorativa serve per valutare la concretezza e idoneità delle opportunità lavorative, ai fini della concessione di eventuali misure alternative e del corretto svolgimento della pena. In questo caso il datore di lavoro sa qual è la posizione giuridica della persona. La verifica lavorativa dell affidato o del semilibero serve a controllare l effettivo svolgimento dell attività, a monitorare l impegno e il livello di inserimento nel lavoro, ad affrontare eventuali problemi; l assistente sociale può compiere visite sul luogo di lavoro anche senza preavviso. 10

Relazioni per la Magistratura L U.E.P.E. deve inviare alla Magistratura relazioni scritte sugli utenti di cui si occupa. In particolare, per rispondere alle richieste del Magistrato, le relazioni che l U.E.P.E. scrive al termine di una indagine di servizio sociale contengono sempre questi punti: la storia del soggetto e la ricostruzione del contesto in cui è stato compiuto il reato; i punti di forza e di debolezza della persona nei vari ambiti della sua vita: sfera personale, vita famigliare, abitazione, lavoro, studio, situazione sanitaria, relazioni sociali, rapporti con le istituzioni, atteggiamento nei confronti del reato e disponibilità a riparare a quanto si è fatto; una valutazione complessiva; un ipotesi di progetto individuale; L Ufficio si impegna a far pervenire al Magistrato la relazione nei termini richiesti. Contatti con altri servizi e organi L U.E.P.E. mantiene per gli utenti in carico rapporti anche per iscritto con i servizi del territorio e con le Forze dell ordine. Per casi di particolare complessità vi sono incontri periodici di valutazione, cui partecipano tutti gli operatori che si occupano della persona. L U.E.P.E. segnala, all AUSL e ai servizi sociali comunali, utenti in situazioni di bisogno per l erogazione di sussidi, l attivazione di borse-lavoro, interventi sociali di diversa natura, (es. per rispondere ad emergenze abitative, per trattamenti sanitari, ecc). La metodologia utilizzata è il lavoro di rete. Trasmissione di dati L Ufficio inserisce nel più breve tempo possibile nel Sistema di Indagine Interforze (S.D.I.) i dati relativi all inizio, alle modificazioni e al termine di ogni affidamento in prova, in modo che le Forze dell ordine siano informate dell esecuzione in corso e delle prescrizioni imposte dal Magistrato alla persona e possano effettuare gli interventi di vigilanza che competono loro. Continuità del trattamento Se l operatore incaricato di un caso è assente, la continuità del trattamento è assicurata da altri operatori: se l assenza è breve, gli interventi vengono effettuati dagli assistenti sociali incaricati del servizio accoglienza; se l assenza è prolungata il caso viene assegnato ad altro operatore. 11

SE NON SI È SODDISFATTI OSSERVAZIONI, SUGGERIMENTI, RECLAMI Cosa fare se non si è soddisfatti del servizio? A chi è possibile rivolgersi? Viene data una risposta? In che modo le segnalazioni vengono prese in considerazione? Ogni persona che sia entrata in contatto con le attività dell U.E.P.E. e che non fosse pienamente soddisfatta riguardo ai servizi ed agli interventi offerti e non è soddisfatto delle prime spiegazioni ottenute dagli operatori dell Ufficio, con cui parla e che lo ascoltano, può avanzare segnalazioni o suggerimenti riguardo agli aspetti critici, ed anche sporgere reclamo, se ritiene che si sia verificato un mancato rispetto degli impegni previsti dalla presente carta dei servizi. Capita qualche volta che alcuni protestino per fatti che non sono responsabilità dell Ufficio. In questi casi il personale indirizza l utente all organo competente. Reclami, segnalazioni e suggerimenti possono essere presentati inviando alla direzione: in forma scritta, con modulo predisposto e reperibile presso la sede U.E.P.E.. La lettera di segnalazione o di reclamo può essere inviata: all indirizzo: U.E.P.E. Via Cairoli 1-40121 Bologna al fax 051-252040 alla e-mail U.E.P.E..bologna@giustizia.it il modulo può, infine, essere imbucato nella cassetta posta in sala di aspetto. Chi ha esposto il reclamo o suggerimento riceverà una risposta scritta al massimo entro 30 giorni dalla presentazione della segnalazione. Le osservazioni ed i reclami, qualunque sia la forma nella quale vengono presentati, verranno considerati con attenzione ed utilizzati per accrescere la qualità dell offerta. Di fronte alla segnalazione, il responsabile dell U.E.P.E. si accerta riguardo alla situazione segnalata e adotta i provvedimenti che giudica adatti a migliorare il servizio. 12

IL PERSONALE E LA SUA FORMAZIONE All interno dell U.E.P.E. di Bologna - Forlì - Ferrara alla data del novembre 2007 operano 43 persone: 1 dirigente 1 capo area dell'area di esecuzione penale esterna 1 capo area dell area segreteria e affari generali 1 capo area dell area contabile 24 assistenti sociali. 3 coordinatori di zona 3 psicologi con incarico di collaborazione 1 collaboratore con funzioni di centralinista 1 collaboratore con funzioni di filtro e accoglienza 2 collaboratori con funzioni di segreteria tecnica 1 contabile assegnata all area contabile 3 collaboratori dell area amministrativa 1 componente del Corpo di Polizia Penitenziaria che assolve a compiti di autista, di inserimento dati nello SDI (Servizio Dati Interforze), di addetto alla segreteria dell Area dell Esecuzione Penale Esterna, di addetto al ricevimento del pubblico negli orari stabiliti, ecc.. Il dirigente, i responsabili delle Sedi di Servizio, i responsabili di Area ed il personale di servizio sociale sono in possesso di un diploma di laurea. Circa il 40% del personale di servizio sociale, nel corso dell attività lavorativa, ha conseguito altri titoli di studio oltre al diploma di laurea non richiesti dal ruolo ricoperto. L Amministrazione penitenziaria, autonomamente o avvalendosi di agenzie di formazione esterne, promuove frequenti corsi di formazione e di aggiornamento per tutto il personale. 13

QUATTRO STORIE Carlo è un tossicodipendente, ha compiuto un reato, è stato condannato ma non è detenuto. Ha presentato al Tribunale di sorveglianza un istanza per una misura alternativa alla detenzione. Il Tribunale fissa un udienza per decidere sulla misura alternativa e incarica l U.E.P.E.di svolgere una indagine sulla situazione personale e famigliare di Carlo. L assistente sociale incontra lui, i suoi famigliari, l eventuale datore di lavoro, i servizi sociali e alla fine scrive per il Tribunale una relazione corredata dal programma terapeutico del SERT (Servizio tossicodipendenze). Il Tribunale di sorveglianza decide in questo caso che Carlo sia affidato in prova all U.E.P.E. e che debba seguire il programma terapeutico con il SERT. Carlo ora ha certi obblighi: per esempio deve rispettare gli orari prescritti, attenersi al programma terapeutico, mantenere regolarmente i contatti con l assistente sociale dell U.E.P.E. la quale periodicamente invia al Magistrato relazioni su come stanno andando le cose. Carlo rispetta tutte le prescrizioni per tutta la durata della pena che deve scontare. Al termine l assistente sociale redige una relazione conclusiva, il Magistrato di sorveglianza la trasmette al Tribunale, che fissa un udienza in cui stabilisce l esito della prova. Poiché tutto nel caso di Carlo è andato bene, la pena viene considerata estinta. Michele è un detenuto. L U.E.P.E., che collabora con il carcere viene interpellato per effettuare una indagine socio-famigliare e lavorativa su Michele, che ha maturato il diritto di chiedere una misura alternativa. Svolta l indagine, l U.E.P.E. invia una relazione al carcere, che fissa una équipe in cui si raccolgono gli elementi da trasmettere al Tribunale di sorveglianza. Michele viene affidato in prova dal Tribunale all U.E.P.E.. Ma non rispetta le prescrizioni che gli sono state imposte, anzi commette un reato. Così torna in carcere, il Tribunale di sorveglianza decide di revocare l affidamento e il periodo che Michele ha passato in affidamento non gli viene conteggiato come pena espiata. Per tre anni Michele non potrà più chiedere misure alternative alla detenzione. Vera è straniera, ha dei figli piccoli, deve scontare una pena e il Tribunale di sorveglianza le ha concesso di scontarla in detenzione domiciliare: Vera vive in un campo nomadi e non potrà uscire dal campo. L U.E.P.E. scrive a Vera una lettera in cui la informa che può rivolgersi al servizio in caso di necessità. Vera in effetti si rivolge all Ufficio per ottenere un aiuto economico; l assistente sociale le chiarisce che l U.E.P.E. non distribuisce sussidi, ma segnala la sua situazione ai servizi sociali del Comune in cui si trova il campo nomadi e sostiene Vera nel trovare l aiuto di cui ha bisogno. Ahmed è semilibero: sconta la pena passando la notte in carcere e la giornata sul posto di lavoro. Anche se non ha mai avuto un regolare permesso di soggiorno rimarrà in Italia finché avrà terminato di scontare la sua pena. Su richiesta del carcere, l U.E.P.E. verifica il comportamento di Ahmed sul lavoro: cioè controlla che lavori regolarmente e con impegno e che rispetti le regole del suo impiego. L U.E.P.E. verifica anche tramite la Questura se Ahmed abbia la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno a fine pena; altrimenti, scontata la pena, Ahmed sarà espulso dal territorio italiano. Periodicamente l assistente sociale dell U.E.P.E. invia alla direzione del carcere relazioni sull andamento della semilibertà. 14

PERCHÉ QUESTO DOCUMENTO La Carta dei servizi è uno strumento per migliorare la qualità dell offerta. Favorisce l innovazione della cultura organizzativa e orienta a rendere conto dei risultati di ciò che si fa. La qualità di un servizio ha a che fare con la soddisfazione di chi lo riceve e di chi lo eroga. Per l U.E.P.E. ciò significa che bisogna tenere conto delle aspettative di diversi soggetti: l Autorità giudiziaria con cui l Ufficio collabora e che si aspetta servizi efficienti; la comunità civile che si aspetta una crescita della sicurezza e percorsi positivi di risocializzazione; gli utenti che possono essere aiutati a reinserirsi positivamente nella società; i colleghi di altri servizi o enti con cui collaboriamo, che si aspettano competenza e capacità; gli operatori stessi che investono professionalmente nel loro lavoro. Questa Carta dei servizi rappresenta un impegno preso con gli interlocutori dell U.E.P.E., che possono misurare ciò che l Ufficio fa anche con il metro di quanto esso dichiara di garantire. Ci auguriamo di contribuire con questa Carta non solo a diffondere una migliore conoscenza di ciò che siamo, di cosa facciamo, di come operiamo, ma a far fiorire le collaborazioni con altri servizi del territorio e con tutti coloro insieme ai quali siamo chiamati a realizzare i nostri compiti. COME È STATO REALIZZATO Formazione Questa prima edizione della Carta dei Servizi è stata realizzata attraverso sei incontri di formazione svolti tra settembre e ottobre 2006 ed ha visto la partecipazione per l U.E.P.E. di Bologna di Susanna Carboni, Stefania Chiappe, Maria Grazia Cozzolipoli, Marisa Dermes, Monica Gardi, Rosamaria Gatto, Giovanna La Greca, Giuseppina Miglio, Noemi Passaro, Michele Santonastaso, per la Sede di servizio di Ravenna di Grazia Lombardi, Claudia Metri e per la Sede di servizio di Rimini Antonio Salatino, Silvana Sciotto, Giuseppa Valenza. La funzione di tutor d'aula è stata svolta da Laura Furlotti. La formazione per l acquisizione dei contenuti riguardanti la scrittura della Carta è stata curata da Sergio Quaglia Pares (Milano) Scrittura collettiva Presso il Provveditorato Regionale dell Amministrazione Penitenziaria di Bologna per l elaborazione di un documento cui guardare per la redazione delle Linee Guida per la qualità e delle Carte di Servizio, si sono svolti otto incontri di un gruppo di lavoro composto da Stefania De Micheli, Anna Ludovico, Leda Marchi, Mariapia Marconi, Francesca Mele, Patrizia Tarozzi, Maria Paola Schiaffelli, Stefani Milvia. La facilitazione del lavoro di gruppo è stata curata da Emilio Vergani. Presso l U.E.P.E. di Bologna per la scrittura della Carta, tra febbraio e maggio 2007 si sono svolti sei incontri che hanno visto la partecipazione per l U.E.P.E. di Bologna di Stefania Chiappe, Maria Grazia Cozzoli Poli, Marisa Dermes, Monica Gardi, Rosa Maria Gatto, Giovanna La Greca, Giuseppina Miglio, Noemi Passaro, Michele Santonastaso per la sede di Servizio di Ravenna, Grazia Lombardi, Claudia Metri, per la sede di servizio di 15

Rimini Antonio Salatino, Silvana Sciotto, Giuseppa Valenza. La funzione di tutor d'aula è stata svolta da Anna Ludovico. Un incontro di confronto sul lavoro svolto è stato effettuato con il dirigente dell Ufficio dott.ssa Mariagrazia. Cinquetti La facilitazione del lavoro di gruppo è stata curata da Andrea Bortolotti Pares (Milano) Consultazione degli interlocutori prima della pubblicazione La prima edizione delle Carte dei Servizi è stata sottoposta a diversi interlocutori : 1) 30 utenti dell U.E.P.E. di Bologna mediante questionari somministrati dall'assistente sociale Milvia Stefani e dalla volontaria del servizio civile Alessia Serrao 2) sei interviste a rappresentanti regionali significativi realizzate da Graziano Maino 3)un focus group di consultazione al quale hanno partecipato circa 30 interlocutori esterni, istituzionali e non, appartenenti a territori di Bologna, Ferrara e Forlì e 4) un focus group con figure professionali interne all'u.e.p.e. che non hanno preso parte al lavoro di stesura delle Carta. La facilitazione dei Focus Group è stata curata da Maino Graziano Pares (Milano). Il coordinamento per la scrittura della Carta è stato curato da un gruppo di lavoro composto dalla Dott.ssa Maria Paola Schiaffelli, dirigente dell'ufficio EPE-PRAP e responsabile del progetto, dalla dott.ssa Anna Ludovico, assistente sociale presso l'epe -PRAP, dalla dott.ssa Brunilde Serafini Formatore dell'ufficio della Formazione e dal dott.graziano Maino dell'ag.pares. Il progetto, voluto dal Provveditorato Regionale dell'amministrazione Penitenziaria dell'emilia Romagna, è stato ideato dalll'ufficio EPE -PRAP, realizzato in collaborazione tra Ufficio EPE -PRAP e l'ufficio della Formazione del PRAP e l'impegno di tutto il personale coinvolto, è stato sostenuto dall'istituto Superiore di Studi Penitenziari ( Scuola Nazionale per la formazione e l'aggiornamento del personale direttivo e dirigenziale appartenente all'amministrazione Penitenziaria), che ha finanziato sia il progetto G.I.A.N.T. (Gruppo Inter-operativo d Accesso a Networks Territoriali) per la CARTA dei SERVIZI U.E.P.E Regione Emilia Romagna., sia il progetto G.I.A.N.T Bis- Verso il coinvolgimento partecipato degli stakeholder per la CARTA dei SERVIZI U.E.P.E Regione Emilia Romagna. 16

Via Cairoli 1-40121 Bologna 051-4215611 (centralino, quattro linee) area servizio sociale: 051.252294-051.252370 area amministrativa e contabile: 051.252040 uepe.bologna@giustizia.it (non ancora funzionante per corrispondenza con gli utenti) l Ufficio apre al pubblico dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle 13.00 negli altri orari tra le 8.00 e le 18.00 nelle giornate di martedì mercoledì e giovedì gli operatori ricevono su appuntamento INDIRIZZO TELEFONO FAX E-MAIL ORARIO DI RICEVIMENTO per gli utenti di Forlì e Cesena è possibile incontrare l assistente sociale di riferimento presso gli Uffici comunali in via Cobelli 31 a Forlì, il martedì mattina, solo su appuntamento ai colloqui presso l Ufficio si viene normalmente convocati dall assistente sociale attraverso una lettera o una telefonata chi è sottoposto a condanna penale e deve sottoscrivere il verbale di affidamento in prova che dà inizio all esecuzione penale esterna le persone affidate in prova, per i colloqui periodici con l assistente sociale e, se previsto, con lo psicologo chi è sottoposto a misure di sicurezza non detentive (libertà vigilata) o ad altre misure alternative (affidamento, detenzione domiciliare, semilibertà) se l ordinanza o il programma che li riguarda lo prescrive CHI DEVE RIVOLGERSI ALL U.E.P.E. chi è convocato per una indagine di servizio sociale finalizzata alla concessione di misure alternative i famigliari di persone condannate chi ha terminato di scontare una pena e ha bisogno di interventi di supporto i datori di lavoro gli avvocati qualsiasi altra persona lo ritenga utile CHI PUÒ RIVOLGERSI ALL U.E.P.E.

UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA Via Cairoli 1 40121 Bologna Tel.: 051.4215611 Fax: area servizio sociale: 051.252294-051.252370 area amministrativa e contabile: 051.252040 uepe.bologna@giustizia.it Apertura al pubblico: da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 13.00 negli altri orari tra le 8.00 e le 18.00 nelle giornate di martedì mercoledì e giovedì gli operatori ricevono su appuntamento Dalla stazione ferroviaria 10 minuti a piedi: prendere a destra, per via Pietramellara, al semaforo attraversare e prendere via Amendola; prima di piazza dei Martiri girare a destra in via Cairoli; la via è a traffico limitato e vi sono difficoltà di parcheggio; numerosi mezzi pubblici fermano in via Amendola. L Ufficio è al terzo piano. L UEPE di Bologna e i suoi operatori si impegnano ad aggiornare la Carta dei Servizi entro 3 anni Progetto e illustrazioni: Studio grafico Daniela Garibaldi La stampa è stata realizzata all interno della Casa Circondariale di Bologna dalla tipografia Il PROFUMO DELLE PAROLE Stampato a Bologna nel mese di febbraio 2008