PIANI DI ZONA: per concertare al meglio la partecipazione sociale dei cittadini

Documenti analoghi
AMBITO TERRITORIALE DEL CONSORZIO CISA GASSINO T.se

(La parte di testo racchiusa fra parentesi quadre, che si riporta per completezza di informazione, non compare nel Bur cartaceo, ndr)

Servizio Sociale dei Comuni Ambito Distrettuale 6.2

Le politiche sociosanitarie in Italia: realtà attuali e prospettive. La rete delle elette nelle Autonomie Locali del Polesine

CONFERENZA DEI SINDACI ulss N.12 COMUNE DI CAVALLINO TREPORTI. Oggetto: Piano di zona dei servizi socio-sanitari Approvazione.

ACCORDO DI PROGRAMMA PER L ADOZIONE DEL PIANO DI ZONA PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE E DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2009 DEL DISTRETTO N.

ACCORDO DI PROGRAMMA PER L ADOZIONE DEL PIANO TRIENNALE DI ZONA PER LA SALUTE E PER IL BENESSERE SOCIALE DEL DISTRETTO N.

INTRODUZIONE AL PIANO DI ZONA CONFERENZA DEI SINDACI DEI COMUNI DEL TERRITORIO DELL AZIENDA ULSS N. 20

P i a n o d i Z o n a

Governance delle politiche giovanili per il territorio provinciale di Bologna

Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci. 14 marzo 2019

Ufficio del Piano di Zona

INTEGRAZIONE ALL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO ANNUALE 2017 DEL DISTRETTO N.

Distretto di Luino Piano di Zona 2009 / 2011

Linee di indirizzo per la redazione. del Piano Sociale Integrato. della Conferenza dei Sindaci dell A.S.L. 3 Genovese

Ambito Distrettuale 6.1

DEL DISTRETTO DI RAVENNA

CITTA' DI COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI CARPI CAMPOGALLIANO NOVI SOLIERA

DISTRETTO DI RICCIONE

LE POLITICHE SOCIALI: IL WELFARE DELLA RESPONSABILITA

DGR del 5/10/2009

Dalla Legge 328/2000 ai Piani di Zona: impegno e ruolo del Sindacato

ACCORDO DI PROGRAMMA DI ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO PER L ANNO 2007

Nuovi strumenti integrati di programmazione territoriale, monitoraggio e valutazione

Strumenti per la programmazione integrata sociale e sanitaria

Corso Biennale di preparazione all esame di stato di Dottore Commercialista e di Esperto Contabile 2 anno

AL BIENNIO ED APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO PER L ANNO

L.R. 41/1996, art. 21, c. 3 B.U.R. 11/2/2011, n. S.O. 6. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 8 febbraio 2011, n. 022/Pres.

Le strategie per la promozione della salute nell anziano del Piano Sociale e Sanitario Regionale

FORUM P.A. SANITA' 2001

DISCIPLINA PER LA COMPOSIZIONE E IL FUNZIONAMENTO

PIANO DI ZONA DISTRETTUALE PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE APPROVATO AI SENSI DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000 N. 328

REGIONE VENETO AZIENDA UNITÀ LOCALE SOCIO-SANITARIA n. 1 BELLUNO ~~~~~~~~~~~~~~~~

Costruzione del Piano attuativo distrettuale per la salute ed il benessere sociale per l'anno 2012 Distretto di Porretta Terme - maggio 2012

LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PIANI DI ZONA

Piano Sociale e Sanitario Deliberazione Giunta Regionale n.1448 dell 1/10/2007, proposta all Assemblea Legislativa

REGIONE VENETO AZIENDA UNITÀ LOCALE SOCIO-SANITARIA n. 1 DOLOMITI ~~~~~~~~~~~~~~~~

1. Strumenti per la costituzione dell'ufficio


ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 1/5

L assessore alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi riferisce quanto segue.

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori 19/07/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 57

Corso di Laurea in Servizio Sociale

Zona Sociale Correggio

IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328, DELLA LEGGE REGIONALE 12 MARZO 2003, N. 2

IL PRESIDENTE DELL UNIONE DEI COMUNI MODENESI AREA NORD IL DIRETTORE DEL DISTRETTO SANTARIO N: 2 DI MIRANDOLA DELL AZIENDA U.S.L.

DISTRETTO CITTÀ DI PIACENZA ACCORDO DI PROGRAMMA PER L APPROVAZIONE DEL PIANO DI ZONA TRIENNALE PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE

TRA. l AZIENDA ULSS 19, con sede legale in Adria (RO), Via.. Codice Fiscale/ Partita Iva

Patto per il Welfare Monza e Brianza

Nuovi strumenti integrati di programmazione territoriale, monitoraggio e valutazione

IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328, DELLA LEGGE REGIONALE 12 MARZO 2003, N. 2

PIANO DI ZONA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE SOCIALE DEL DISTRETTO N. 5

Il Nuovo Circondario Imolese. L Azienda USL di Imola Distretto di Imola. Premesso che

Capitolo 6 Tematiche trasversali a valenza provinciale

CONFERENZA ZONALE PER L ISTRUZIONE Comuni di Livorno, Collesalvetti e Capraia Isola REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONFERENZA ZONALE

Ambito Distrettuale di Tradate

Si aggiunga come primo riconoscimento:

Le politiche della Regione Emilia- Romagna per lo sviluppo dell empowerment di comunità

Avviso Pubblico per la partecipazione del Terzo Settore ai lavori dei Tavoli Tematici Distretto Socio Sanitario 42

Accordo per l approvazione del Piano di zona per la salute e il benessere sociale del distretto di San Lazzaro di Savena - Attuativo 2014.

P.G DEL 01/04/2009

DEL DISTRETTO DI LUGO

Soggetti e funzioni della programmazione sociale

AZIENDA ULSS N. 6 VICENZA

Documento Strategico Aperto

Atto di Indirizzo e Coordinamento, PAL e PdZ: un occasione per lo sviluppo dell integrazione socio-sanitaria. Gabriele Annoni

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio

DIREZIONE GENERALE FAMIGLIA, CONCILIAZIONE, INTEGRAZIONE E SOLIDARIETA' SOCIALE

PROGRAMMAZIONE REGIONALE UNITARIA

CONSORZIO DEI SERVIZI SOCIALI ALTA IRPINIA REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL TAVOLO DI CONCERTAZIONE PERMANENTE

DEL DISTRETTO N. 1 DI CARPI

Data Tavolo/Gruppo di lavoro

AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 4.4 CODROIPO PIANO DI ZONA AMBITO DISTRETTUALE DI CODROIPO

PIANO DI ZONA 2002/2003

DEL DISTRETTO N. 4 - Zona sociale di Sassuolo (MO)

Scheda per la progettazione di dettaglio degli Interventi e dei Servizi

DEL DISTRETTO N. 2 di Mirandola

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 23/ 29 DEL

OGGETTO : NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE LIGURIA. ADEGUAMENTO STRUTTURA E COMPETENZE. LA GIUNTA REGIONALE

web:

LA LEGGE DI RIFORMA DEI SERVIZI SOCIALI (LR 328/2000)alla luce della successiva RIFORMA COSTITUZIONALE (LC N. 3/2001)

Programmi Provinciali

Nuovi strumenti integrati di programmazione territoriale, monitoraggio e valutazione

Progettare i piani di zona: metodologie e strumenti

La Rete della protezione e dell inclusione sociale. Napoli, 23 Novembre 2017

Tavoli di concertazione interregionali:

Ambito Distrettuale 6.1

Con Determinazione n. 764 del Gruppo per le progettualità relative all'asse B. Gruppo per le progettualità relative all'asse E

Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani

Approvato all unanimità nella riunione del GTI del 12 aprile 2012

Avviso Pubblico per la partecipazione del Terzo Settore ai lavori dei Tavoli Tematici Distretto Socio Sanitario 42

PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2008

Telefono Fax Nazionalità. italiana. Data di nascita 16/01/1958 ESPERIENZA LAVORATIVA

OBIETTIVI DURATA DELL AZIONE. Gli interventi e le azioni dovranno concludersi entro il 31 luglio 2014 MODALITÀ DI ATTUAZIONE

sociosanitaria sociosanitaria

PROTOCOLLO D INTESA. Progetto Regionale Sistema integrato dei servizi per le famiglie e gli assistenti familiari. Premesso che

Assessorato alle Politiche Sociali. Verso il nuovo Piano sociale regionale

Dalla legge 285/97 in favore di infanzia e adolescenza alla legge 328/00 per la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali

IL DIRETTORE DEL DISTRETTO N 5 DELL'AZIENDA U.S.L. DI MODENA DISTRETTO SANITARIO DI PAVULLO NEL FRIGNANO

COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO. Provincia di Bologna

Transcript:

PIANI DI ZONA: per concertare al meglio la partecipazione sociale dei cittadini 23 aprile 2008 Mariangela Salvan Direzione Servizi Sociali ULSS 16 Segreteria Tecnica di Zona

L.R. n. 56 del 14 settembre 1994: il Piano di zona dei servizi sociali è il principale strumento di integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali e tra attività svolte da soggetti pubblici e da soggetti privati

Piano Socio-Sanitario regionale per il triennio 1996/1998 Il Piano di zona dei servizi sociali è lo strumento privilegiato per conseguire l integrazione istituzionale e operativa e, in particolare, per: l analisi dell evoluzione qualitativa e quantitativa dei bisogni lo sviluppo di forme di gestione dei servizi adeguate, flessibili e creative l integrazione delle risorse pubbliche e private la creazione di nuove opportunità e la produzione di risorse aggiuntive la definizione delle prestazioni da erogare, rapportate alle responsabilità dei diversi soggetti e al quadro delle risorse rilevate

Piano Socio-Sanitario regionale per il triennio 1996/1998 il distretto socio-sanitario è l ambito privilegiato di integrazione e coordinamento per la realizzazione degli obiettivi previsti dal Piano di zona

L.R. n. 11 del 13 aprile 2001: Il Piano di zona è lo strumento primario di attuazione della rete dei servizi sociali e dell integrazione socio-sanitaria

2004 viene definito a livello regionale il termine per la presentazione dei Piani di zona: (29 febbraio 2004) sono approvate le linee guida regionali (DGRV 1764 del 18 giugno 2004)

Nel 2006 la Regione Veneto ha ritenuto importante rafforzare l idea: che la programmazione è un processo continuo che accompagna sia i percorsi di sviluppo locale dei servizi, sia l elaborazione delle linee di indirizzo regionale che la logica programmatoria necessita di processi di valutazione costante

La Regione Veneto ha ritenuto, quindi, necessario: allineare la programmazione in corso integrare le linee guida con indicazioni per la valutazione dei piani di zona

LINEE GUIDA REGIONALI DGRV 3702 del 28 novembre 2006 PIANO DI ZONA DEI SERVIZI ALLA PERSONA Sono state riadottate le linee guida per la predisposizione dei Piani di zona già approvate nel 2004 che riguardano: gli obiettivi del Piano di zona: il Piano di Zona ha un ruolo fondamentale per dare risposte ai problemi delle persone e delle comunità locali in quanto strumento condiviso per individuare i bisogni prioritari, le strategie di prevenzione, le risorse disponibili, i soggetti istituzionali e comunitari interessati, i risultati attesi, gli standard di funzionamento e di efficacia, le responsabilità gestionali, le forme di controllo, le modalità di verifica, le condizioni di valutazione sociale dei risultati la titolarità e la partecipazione: sono responsabili del Piano di zona i Comuni associati nella Conferenza dei Sindaci e la Regione che si avvale delle Aziende ULSS; sono coinvolti gli altri soggetti pubblici (quali le Province, le amministrazioni periferiche dello Stato, le IPAB, ) e tutti i soggetti della comunità locale (volontariato, associazionismo, imprese sociali, fondazioni, enti religiosi, soggetti solidaristici che operano nel sistema di welfare, imprese). Viene sottolineato il ruolo dei Comuni quali promotori e garanti della concertazione e primi responsabili dei processi partecipativi le strategie per l integrazione sociosanitaria: garantire unitarietà al processo programmatorio e all applicazione operativa (v. diapositive 10 e 11) i contenuti (v. diapositive 12, 13, 14, 15) il processo e le procedure: sono descritte le fasi di lavoro i livelli essenziali e le risorse per garantirli: la definizione e l attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi sociali e sociosanitari è realizzata sulla base dei seguenti criteri: il loro finanziamento, gli indici di bisogno, le modalità di erogazione, gli indicatori di esito le priorità regionali: politiche per la famiglia, i livelli essenziali, la valutazione integrata dei bisogni e l accesso unitario ai servizi, il pronto intervento sociale

LINEE GUIDA REGIONALI DGRV 3702 del 28 novembre 2006 LE STRATEGIE PER L INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA Nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003 viene evidenziata la necessità di garantire unitarietà al processo programmatorio, rendendo tra loro compatibili le scelte previste dal Programma delle attività territoriali (di cui all articolo 3 quater del d.lgs. n. 229/99) e dal Piano di zona (di cui all articolo 19 della legge 328/00), al fine di qualificare le scelte finalizzate all integrazione sociosanitaria. Il Programma delle attività territoriali è il piano di salute distrettuale in cui sono definiti i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e sociosanitaria necessari per affrontarli. Il Piano di zona è lo strumento per definire le strategie di risposta ai bisogni sociali e sociosanitari. E pertanto necessario che i due strumenti siano gestiti all interno di un unica strategia programmatoria, attuata in modo collaborativo tra azienda sanitaria ed enti locali, finalizzata alla promozione e alla tutela della salute delle persone e delle famiglie. (D.P.R. 3 maggio 2001, Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003, Parte III, 1 Il livello essenziale delle prestazioni sociali).

PIANO DI ZONA normativa: L. 328/2000, art. 19; L.R. 5/96, art. 4; L.R. 11/2001, art. 128 ambito territoriale: TUTTA L ULSS proposto da: ESECUTIVO DELLA CONFERENZA DEI SINDACI definito da: CONFERENZA DEI SINDACI, d intesa con l AZIENDA ULSS approvato da: CONFERENZA DEI SINDACI, sentiti tutti gli enti pubblici interessati ed i soggetti privati operanti nel sistema dei servizi sociali SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA SISTEMA DEI SERVIZI SANITARI PROGRAMMA ATTIVITA TERRITORIALI normativa: D. Lgs. 229/1999, art. 3 quater; L.R. 11/2001, art. 120 ambito territoriale: DISTRETTO proposto da: DIRETTORE DI DISTRETTO, previo parere del COMITATO DEI SINDACI DI DISTRETTO approvato da: DIRETTORE GENERALE, d intesa limitatamente alle attività sociosanitarie con il COMITATO DEI SINDACI DI DISTRETTO

LINEE GUIDA REGIONALI DGRV 3702 del 28 novembre 2006 CONTENUTI DEL PIANO DI ZONA Per l elaborazione del piano è necessario: coinvolgere le comunità locali nell analisi dei bisogni e nella definizione delle priorità, incentivando soluzioni condivise per realizzarle; collegare l analisi dei bisogni alla definizione e realizzazione dei livelli essenziali di assistenza (sociali, sanitari e sociosanitari); definire (eventuali) sperimentazioni finalizzate a migliorare e, quando necessario, innovare i servizi esistenti.

Debbono evidenziare: LINEE GUIDA REGIONALI DGRV 3702 del 28 novembre 2006 CONTENUTI DEL PIANO DI ZONA gli strumenti e i mezzi per realizzare gli obiettivi strategici, le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, le strategie di implementazione del sistema informativo e dei livelli di qualità da garantire, le modalità per promuovere e qualificare l integrazione sociosanitaria, le forme di collaborazione tra soggetti istituzionali, sociali e produttivi.

LINEE GUIDA REGIONALI DGRV 3702 del 28 novembre 2006 CONTENUTI DEL PIANO DI ZONA STRUTTURA DEL PIANO DI ZONA: l ambito territoriale la base conoscitiva: bisogni, offerta di servizi, risorse impiegate, rapporto tra bisogni rilevati e offerta di servizi, contenuti e natura dei livelli essenziali garantiti e misure di mancata risposta le scelte: priorità e risultati attesi obiettivi e azioni prioritarie di interesse regionale le strategie il sistema di responsabilità e valutazione

In particolare: l analisi dei bisogni considera le diverse funzioni operative, connesse agli interventi di prevenzione e promozione sociale, agli interventi di aiuto e sostegno alla persona, al nucleo familiare e ai gruppi, agli interventi integrativi o sostitutivi di funzioni proprie del nucleo familiare, agli interventi di integrazione sociale (abitativa, lavorativa ) delle fasce deboli di popolazione; l analisi del sistema di offerta produce la mappa delle risposte, descritte per contenuti, organizzazione, volumi di erogazione, risorse professionali implicate, centri di responsabilità, flussi di spesa, soggetti erogatori ; il confronto tra bisogni e risposte è finalizzato a facilitare il riconoscimento delle aree prioritarie di intervento, distinte per obiettivi di sviluppo, consolidamento, riconversione; la definizione delle priorità rappresenta un momento cruciale di scelte idonee a promuovere lo sviluppo e la qualificazione del sistema locale di welfare. Per questo la selezione delle strategie per il raggiungimento dei risultati attesi è anche sintesi di come una comunità locale sa interpretare ed esprimere le proprie scelte fondamentali

Con DGRV 2254 del 18 luglio 2006 si è disposto che sono parte integrante del Piano di zona i PIANI SETTORIALI, quali quelli relativi alle dipendenze all infanzia e all adolescenza alla domiciliarità alla non autosufficienza alla disabilità

INDICAZIONI REGIONALI PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI ZONA 2007-2009 DGRV 3702 del 28 novembre 2006 sono state introdotte indicazioni per la costruzione dei nuovi Piani con criteri di confrontabilità e valutabilità è stato fissato il termine per la presentazione dei Piani di zona 2007-2009 (30 aprile 2007) si è stabilito che ciascuna annualità coinciderà con l anno solare

INDICAZIONI REGIONALI PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI ZONA 2007-2009 DGRV 3702 del 28 novembre 2006 Si è stabilito, inoltre, che al termine di ciascuna annualità si dovrà trasmettere alla Regione una Relazione valutativo-previsionale che dovrà contenere: la valutazione di ciò che è stato realizzato nell anno precedente le azioni correttive degli obiettivi strategici del Piano il Piano attuativo per l anno successivo

AMBITO TERRITORIALE DELL ULSS 16 PIANO DI ZONA PER IL TRIENNIO 1999-2001 Organizziamo l integrazione adottato nel 1999

AMBITO TERRITORIALE DELL ULSS 16 PIANO DI ZONA PER IL TRIENNIO 2004-2006 Il percorso di elaborazione del Piano è stato delineato tenendo conto: del ruolo centrale dell ente locale nel processo programmatorio dell importanza di coinvolgere tutti i soggetti pubblici e privati attivi sul territorio della necessità di favorire la partecipazione della comunità locale, nelle sue diverse espressioni, attivando, nel contempo, modalità operative agili e funzionali

La Conferenza dei Sindaci, pertanto, ha costituito: a) il Gruppo di Indirizzo - composto dall Esecutivo della Conferenza dei Sindaci, dal Direttore Generale e dal Direttore dei Servizi Sociali dell Azienda ULSS con la funzione di: individuare il percorso per l elaborazione del Piano di zona; effettuare l analisi dei bisogni e delle risorse, sulla base dei dati forniti dal Gruppo Tecnico Operativo ; definire obiettivi, priorità e contenuto del Piano di zona/accordo di Programma; presentare il Piano di zona alla Conferenza dei Sindaci per l approvazione. b) il Gruppo Tecnico Operativo composto da tecnici dei Comuni e dell Azienda ULSS con la funzione di: raccogliere ed organizzare dati e informazioni sui bisogni e sulle risorse; supportare il Gruppo di Indirizzo, in particolare formulando proposte per l individuazione e la ridefinizione del percorso di elaborazione del Piano, nonché per la predisposizione degli strumenti di lavoro; coordinare le fasi di lavoro, assicurando il raccordo con i gruppi tematici sulla base delle indicazioni del Gruppo di Indirizzo; raccogliere le proposte dei Gruppi tematici e predisporre la bozza di documento da sottoporre al Gruppo di Indirizzo. c) 6 Gruppi Tematici nelle aree Infanzia-Adolescenza-Famiglia, Adulti-Anziani, Emarginazione Grave/Immigrazione, Disabilità, Salute Mentale e Dipendenze composti da amministratori, da rappresentanti delle Istituzioni Pubbliche e Private, da operatori dell ULSS, dei Comuni e del Privato Sociale convenzionato e da rappresentanti del Terzo Settore (Cooperative Sociali/Associazioni/Gruppi) con la funzione di: effettuare l analisi dei bisogni e delle risorse, elaborare proposte relativamente agli obiettivi e ai progetti operativi da inserire nel Piano di zona.

L individuazione dei componenti dei Gruppi Tematici è stata realizzata con le seguenti modalità: i rappresentanti dei Comuni e dell ULSS sono stati designati a partire dalle indicazioni pervenute da parte dei Comuni, dei Referenti di Area, dei Direttori di Dipartimento e dei Direttori di Distretto; i rappresentanti del privato sociale sono stati individuati attraverso la convocazione di incontri allargati per area tematica, a cui sono stati invitati tutti i soggetti gestori e le associazioni del territorio (per un totale di n. 287 soggetti convocati): nell ambito di tali incontri è stato presentato il percorso per l elaborazione del Piano di zona e i partecipanti sono stati invitati a scegliere 2 rappresentanti per i soggetti gestori e 2 per le associazioni per ciascuna area.

GRUPPO DI INDIRIZZO Composizione: Esecutivo della Conferenza dei Sindaci, Direttore Generale e Direttore dei Servizi Sociali ULSS 16 GRUPPO TECNICO OPERATIVO Composizione: tecnici dei Comuni e dell ULSS GRUPPI TEMATICI Composizione: Amministratori / rappresentanti delle Istituzioni Pubbliche e Private / operatori dell ULSS, dei Comuni e del privato Sociale convenzionato / rappresentanti del Terzo Settore (Cooperative Associazioni Gruppi) AREA INFANZIA, ADOLESCENZA, FAMIGLIA ADULTI - ANZIANI EMARGINAZIONE GRAVE - IMMIGRAZIONE DISABILITA SALUTE MENTALE DIPENDENZE G R U P P I A L L A R G A T I

A dicembre 2005, su indicazione dell Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e tenuto conto che la scadenza del Piano di zona era prevista entro l anno successivo (31/12/2006), è stato avviato il monitoraggio del Piano di zona 2004-2006. In continuità con il percorso sviluppato in fase di elaborazione del Piano, i coordinatori di area tematica si sono avvalsi dei gruppi che già avevano collaborato nella fase di definizione del documento programmatorio. L analisi dei gruppi tematici è stata finalizzata, in particolare, a evidenziare le azioni realizzate, gli obiettivi raggiunti o lo scostamento dagli obiettivi previsti, anche al fine di trarre indicazione per orientare le future scelte.

PIANO DI ZONA PER IL TRIENNIO 2007-2009 A gennaio 2007, alla luce delle disposizioni regionali di cui si è detto (DGRV 3702/2006), l Esecutivo della Conferenza dei Sindaci ha avviato il percorso per la predisposizione del Piano di Zona 2007-2009, con l indicazione di procedere a riconvocare il Gruppo tecnico di coordinamento e i gruppi tematici precedentemente coinvolti. Allo scopo di favorire la partecipazione dei vari soggetti del territorio, è stata inviata una nota informativa a tutti i soggetti del Terzo Settore per portarli a conoscenza dell avvio del percorso e per ricordare i nominativi dei rappresentanti ai tavoli tematici ai quali potersi rivolgere per avere informazioni sul lavoro che si andava sviluppando e/o per comunicare eventuali contributi, osservazioni, proposte.