Rock. chic. magazine. Prestiti bancari. domino. collection

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Intrum La rivista sulla gestione del credito di Intrum Justitia n. 3 2013 magazine Rischio in aumento Il 45% delle persone intervistate in Europa crede che il credito inesigibile aumenterà ancora Prestiti bancari Come si ottengono i finanziamenti per le aziende? perfetta phone collection Strategia, tecnologia, e know how Effetto domino Il percorso distruttivo dei fallimenti Rock L'icona della moda Gwen Stefani parla del suo successo chic

benvenuto su intrum magazine Boosting Europe è il nostro contributo per migliorare l economia e creare occupazione. Siamo tutti coinvolti. Cambiamo le cose in meglio. www.intrum.com/boostingeurope Editoriale Il credito inesigibile mette a repentaglio la ripresa Segnali incoraggianti indicano che l'ammaccata economia europea potrebbe essere in ripresa, tra i quali emerge il dato, diffuso nel mese di agosto, sul settore auto che ha registrato un incremento nelle vendite del 4,8%. Si tratta senz'altro di una buona notizia per un settore che ha conosciuto un crollo nelle vendite a livelli mai visti in oltre 20 anni, confortata dalle cifre divulgate tra aprile e giugno che mostrano come l'eurozona sia uscita da una recessione durata 18 mesi. Tuttavia la prospettiva di ripresa dell'europa si confronta con molteplici insidie, e in particolare con il peso dell'aumento dei crediti inesigibili. L'ultima indagine Intrum European Payment Index (Indice di pagamento europeo) sottolinea che il ritardo nei pagamenti costituisce una minaccia reale per la ripresa. L'importo dei crediti portati a perdita quest'anno è passato dal 2,8% al 3%, il che si traduce in un salto del 7% e nell'enorme cifra di 350 miliardi di euro. Come conseguenza diretta, le aziende investono di meno in innovazione e crescita che sono, invece, la linfa vitale per ogni impresa e per il successo futuro dell'europa. L'indagine, condotta tra quasi 10.000 aziende europee, rileva inoltre il crescente divario tra i paesi del Nord Europa e il resto dei paesi europei. I risultati chiave dell'indagine EPI 2013 sono illustrati alle pagine 16 e 17. Questa edizione di Intrum Magazine racconta in che modo le aziende europee si stanno barcamenando tra le turbolenze finanziarie. A pagina 18, ad esempio, Intrum spiega come è possibile recuperare i crediti con un'efficace azione di phone collection, mentre a pagina 6 cerchiamo di capire le difficoltà cui vanno incontro le aziende che provano a chiedere un prestito bancario e le alternative percorribili. In conclusione, molti concorderanno che i mercati europei sono più tranquilli che in precedenza, ma non dobbiamo dimenticare i risultati dell'indagine EPI 2013, da cui emerge che il 45% degli intervistati si aspetta un maggior rischio di crediti inesigibili nell'anno a venire ed è quindi consapevole della necessità di un attenta vigilanza. Lars Wollung, Presidente e Chief Executive Officer, Intrum Justitia www.intrum.it Intrum Justitia è leader in Europa nei servizi di Credit Management (CMS) ha 3.500 dipendenti in 20 paesi. LE AZIENDE POSSONO ESSERE GLOBALI I PAGAMENTI SONO SEMPRE LOCALI Una buona liquidità e un buon flusso di cassa sono spesso aspetti di importanza vitale. I nostri servizi di recupero crediti estero vi consentiranno di ricevere i pagamenti più velocemente, mantenendo allo stesso tempo ottimi rapporti con i vostri clienti. Grazie a 90 anni di esperienza, uffici in 20 Paesi europei ed una rete di uffici corrispondenti in 180 Paesi di tutto il mondo, siamo in grado di aiutarvi a diminuire gli insoluti ed aumentare la vostra liquidità. Contattateci subito per scoprire dove e in che modo possiamo aiutarvi. Inviate un e-mail all indirizzo: info@it.intrum.com in questo numero: Prestiti bancari Le banche europee concedono abbastanza? Nuove alternative di finanziamento. Xxxxxxxxx Come possiamo aiutarvi? Disponiamo di molti rapporti strategici, white paper e casi aziendali in grado di offrirvi spunti su comportamenti, tendenze e rischi di pagamento. Possiamo inoltre offrirvi assistenza nella fase di acquisizione. Volete saperne di più? Scrivete un'e-mail a info@it.intrum.com e vi invieremo le informazioni e/o i rapporti necessari. Better business for all. Dietro le quinte dell'eurocrisi 5 Il nuovo white paper presenta politiche creditizie efficienti 15 perfetta phone collection 18 Intrum Magazine n. 3 2013 Editore Intrum Justitia AB, ISSN 1652-5620 Capo redattore ed editore responsabile in Svezia Annika Billberg Redattore Madeleine Bosch Viceredattori e produzione Chad Henderson, Anne Smitt ed Eva Englund, Spoon Publishing Printer Lenanders Grafiska AB. Intrum Justitia AB 2013. Tutti i diritti riservati. Sono ammesse le citazioni specificandone la fonte. La redazione non è responsabile di eventuali materiali non richiesti inviati a Intrum Magazine. Abbonamenti info@intrum.com Cambio di indirizzo Gli azionisti di Intrum Justitia devono avvisare i rispettivi istituti operativi contabili, gli altri devono contattare il desk editoriale: Intrum Magazine, SE-105 24 Stoccolma, Svezia, info@intrum.com Tel. +46 8 546 10 200 Fax +46 8 546 10 211 Foto di copertina Shutterstock. Le opinioni espresse in Intrum Magazine non rispecchiano necessariamente quelle del redattore, di Intrum Justitia o suoi affiliati. Tutte le informazioni qui esposte sono state raccolte da fonti ritenute accurate ed affidabili. Intrum Justitia e l'editore non hanno verificato i contenuti di notizie o fatti relativi a persone private o giuridiche. Tutte le informazioni sono fornite come sono senza garanzia di alcun tipo. Richiedere la consulenza di un professionista finanziario prima di effettuare investimenti; Intrum Justitia non si assume alcuna responsabilità per perdite derivanti da decisioni basate sulle informazioni contenute in questa pubblicazione. 2 intrum magazine 1 / 2013 intrum magazine 3 / 2013 3 PAGINA 6 Il contagio della bancarotta 10 Cosa succede quando un'azienda, una città o un paese vanno in fallimento? Intrum fa luce sul modo in cui le bancarotte danneggiano intere comunità. Icona della moda 12 La cantante del gruppo No Doubt, Gwen Stefani, ha venduto più di 40 milioni di dischi in tutto il mondo e ora firma tre marchi di moda. PAGAMENTI 16 L'ultima indagine di Intrum sui ritardi nei pagamenti, condotta tra migliaia di aziende europee, rivela alcune tendenze allarmanti.

primo: Notizie scelte di Intrum Justitia D&R Gavin Hewitt Com'è che è andato tutto storto Gavin Hewitt, redattore della BBC per l'europa, è stato incaricato di scrivere la storia della crisi dell'eurozona. Per scrivere il suo ultimo libro, The Lost Continent (Il continente perduto), ha viaggiato in tutta Europa per incontrare i leader politici, cercare di scoprire in prima persona come si sono svolti gli eventi e conoscere le storie della gente comune, le cui vite sono state sconvolte dalla povertà e dall'austerità. Ogni goccia è preziosa L'acqua sta diventando una risorsa sempre più scarsa, tanto nel mondo quanto in Europa. Scoperte di uno studio recente indicano che il flusso ridotto di acqua dolce, combinato con l'aumento delle temperature, provocherà un aumento della scarsità d'acqua e un incremento dei costi. Un nuovo studio dell'istituto Internazionale per l'analisi dei sistemi applicati con sede in Austria descrive l'effetto causato dalle alte temperature e dalla diminuzione delle correnti fluviali sulla disponibilità dell'acqua, in special modo per le industrie, che restano i maggiori consumatori di acqua corrente. In vista del fatto che il cambiamento climatico minaccia di ridurre le correnti fluviali, le falde acquifere e altre risorse, mentre i ghiacciai si sciolgono e le piogge diminui scono, entro il 2060 alcuni paesi dell'europa meridionale potrebbero trovarsi ad affrontare una riduzione delle correnti fluviali fino al 20%. Nella maggior parte del territorio europeo, anche la temperatura dell'acqua aumenterà nello stesso periodo da 0,6 a 0,8 gradi Celsius. Previsioni di questo genere conducono ad una limitazione dell'accesso pubblico all'acqua e il Presidente di Nestlé Waters, Peter Brabeck-Letmathe, è stato criticato per aver affermato che l'acqua dovrebbe essere privatizzata come una merce il cui accesso non è un diritto pubblico. Nel frattempo, il commissario europeo per il mercato interno, Michel Barnier, ha scatenato le ire dell'opinione pubblica nel proporre una legislazione in base alla quale i governi regionali o locali devono aprire i servizi idrici alla concorrenza. I commenti di Barnier sono serviti a rendere ancora più attuale l'iniziativa dei cittadini europei, Right2Water, che chiede di riconoscere l'acqua come "un bene comune, non una merce". A oggi la petizione è stata firmata da oltre 1,5 milioni di persone in tutta Europa. D: Che cosa l'ha indotta a scrivere questo libro? R: Volevo offrire un'istantanea di un periodo di grande rilevanza nella storia dell'europa. Angela Merkel lo ha definito come la peggior crisi europea dalla Seconda Guerra Mondiale. Viaggiavo per l'europa constatando l'enorme spaccatura esistente tra le strategie dei leader europei e ciò che stava accadendo alla gente comune. Mentre il Fondo Monetario Internazionale ha ammesso di aver sottovalutato l'effetto che l'austerità avrebbe avuto sulle persone e sull'economia, molti funzionari europei non hanno visitato questi paesi né visto l'impatto derivante dalle loro politiche. D: Come crede che questa crisi stia influendo sulla gente in Europa? R: In Grecia l'economia si è contratta quasi del 25% negli ultimi sei anni, un grado di diminuzione senza precedenti in epoca moderna. Il vero impatto però si rileva sulle migliaia di persone, specialmente ad Atene, che dipendono da aiuti alimentari. Persone che prima solevano essere benestanti ora dormono in auto. In Grecia, Spagna e Italia i tassi di suicidio sono aumentati significativamente in questo periodo. D: Che cosa è andato storto nella zona euro? R: La moneta unica era, in parte, un progetto romantico sostanzialmente imperfetto. Si trattava di un unione monetaria senza unione fiscale. Benché si fossero stabiliti dei criteri per entrare nell'euro, paesi come l'italia e la Grecia - che non erano in grado di soddisfarli - vennero comunque accettati. Venne imposto un unico tasso d'interesse per uno scenario di economie completamente eterogenee. Durante la bolla immobiliare irlandese, un tasso d'interesse del 6% avrebbe contribuito a ridurre la speculazione, ma l'irlanda era vincolata a un tasso d'interesse del 2%. Dall'ottobre del 2009, quando la Grecia rivelò la verità sul suo deficit, l'europa lotta contro un incendio non ancora spento. Vivere con prestiti a breve termine w Secondo l'aviva Family Finances Report (Rapporto sulle finanze familiari Aviva), in Gran Bretagna una famiglia su venti per sopravvivere si affida ai controversi prestiti "pay day" a breve termine. Da tale rapporto emerge che il debito familiare medio è passato dalle 9.000 sterline e più di un anno fa a 12.834 sterline, comprese le 2.011 sterline prestate da famiglia e amici, le 2.006 delle carte di credito e le 1.959 di prestiti personali. Identità di riconoscimento facciale w L'azienda finlandese Uniqual sta lanciando una tecnologia di riconoscimento facciale per mezzo di "algoritmi di tipo militare" che permette di effettuare transazioni come il prelievo di contante dagli sportelli bancomat solo e semplicemente per mezzo del volto. È sufficiente guardare la telecamera, aspettare che sul display appaia il proprio ID e fare clic su "OK" per confermare la transazione. Limiti alle commissioni sulle carte di pagamento w La Commissione Europea pensa di limitare severamente le commissioni bancarie agli esercenti per le transazioni effettuate con carte di pagamento, una pratica il cui valore supera 1,8 trilioni di euro in tutta l'area economica. Ci vorranno diversi anni prima che il piano possa essere attuato e prima di essere convertito in legge dovrà essere discusso dagli Stati membri dell'ue e dal Parlamento Europeo. D: In che modo si può salvare la zona euro? R: Negli ultimi tre anni, il timore che la zona euro si sciogliesse è stato reale in diversi momenti. Ciò non è successo e la pressione del mercato si è allentata, ma i problemi dell'economia reale si sono aggravati. In Italia, ad esempio, la disoccupazione è in aumento e quest'anno è prevista una contrazione economica dell'1,8%. La Spagna presenta una problematica simile. Se l'eurozona non trova un modo per creare posti di lavoro, prosperità e crescita, rimarrà instabile. Di Isabelle Kliger 4 intrum magazine 3 / 2013 intrum magazine 3 / 2013 5

come ottenere I SOLDI necessari? Sono migliaia le piccole e medie imprese europee che hanno dichiarato a Intrum di non confidare nella disponibilità della propria banca a concedere un eventuale aiuto finanziario quando occorresse. Molte banche negano tale asserzione e affermano di essere ora più disposte ad accordare prestiti. Qual è la realtà? David Noble esamina la situazione dei prestiti bancari alle imprese in Europa e le nuove e innovative alternative di finanziamento non bancario che possono facilitare l'accesso al finanziamento a chi è a corto di liquidi. Di David Noble In Italia, ben il 54% degli intervistati ha dichiarato di aver constatato da parte delle banche scarsa disponibilità a concedere prestiti. Risultati dell'european Payment Index 2013 6 intrum magazine 3 / 2013 intrum magazine 3 / 2013 7

TEMA: Finanziamenti alle PMI Le banche e i servizi finanziari costituiscono il settore di cui si ha meno fiducia nell'intera economia globale, questo quanto emerge dal sondaggio Edelman 2013 sulla fiducia mondiale, di recente pubblicazione, condotto tra oltre 31.000 intervistati in 26 mercati. Un risultato di questo tipo è problematico per un settore esistente da centinaia di anni e costruito sulla fiducia. I titolari delle imprese si mostrano particolarmente diffidenti in merito alla situazione delle loro banche. Servono solo per spillare denaro con commissioni inaspettate o contribuiscono realmente alla crescita delle aziende con approcci innovativi? Al riguardo non esiste ancora un'opinione chiara. In qualsiasi convegno del settore imprenditoriale oggi, la domanda che molti si pongono è Perché le banche non prestano denaro alle piccole e medie imprese (PMI)? È vero che la stragrande maggioranza di intervistati dell'ultimo European Payment Index condotto da Intrum ha ammesso di essere meno fiduciosa rispetto a un anno fa sulla possibilità di ricevere aiuti finanziari dalla propria banca mirati a far funzionare e crescere la propria ditta. E in Italia, ben il 54% ha dichiarato di aver constatato scarsa disponibilità da parte delle banche a concedere prestiti. Ma è giusto che siano le banche l'oggetto di tutte le critiche? Affrontiamo l'argomento: realmente le banche di tutta Europa si trovano sotto un'enorme pressione per attenersi a requisiti di capitalizzazione sempre più rigidi e a tagli di attivo che, secondo quanto affermano, portano alla necessità di ridurre drasticamente i prestiti. Dopo le pesanti critiche ricevute a causa delle rischiose procedure di concessione di prestiti messe in atto prima della crisi, le banche senza dubbio ora sono più prudenti e poco disposte a rischiare. È tuttavia comprovato da molti paesi europei che la maggioranza delle imprese può ottenere il finanziamento necessario se dispone di un buon piano di gestione. Non concorderebbero con questa affermazione molte imprese assetate di liquidità in tutta Europa, che trovano un forte appoggio in ambito politico quando asseriscono che, semplicemente, le banche non sono ancora pronte ad assumersi rischi supplementari. In Italia, che sta soffrendo la sua più lunga recessione degli ultimi vent'anni, il ministro delle finanze Fabrizio Saccomanni ha dichiarato che il finanziamento bancario non sta rispondendo alle esigenze dell'economia. Saccomanni ha perorato piuttosto l'adozione di forme di credito meno regolamentate, quali l'uso dei cosiddetti credit funds (fondi di credito) o del shadow banking (sistema bancario ombra) che nel sistema di finanziamento statunitense è già realtà da molto tempo. Alla fine dello scorso anno, il governo del Regno Unito cercò di incoraggiare le banche a concedere più prestiti lanciando il suo nuovo programma di credito Funding for Lending (finanziamenti di prestiti), studiato per facilitare alle banche l'accesso a liquidità a prezzi vantaggiosi, liquidità che permetterebbe di abbattere i costi dei finanziamenti alle imprese. Pare però che non abbia funzionato: nel primo trimestre del 2013 la Banca d'inghilterra ha infatti registrato un ulteriore rallentamento nei finanziamenti dovuto alla continua contrazione dei portafogli crediti da parte banche. Dall'ultimo sondaggio della Banca Centrale Il portale unico dedicato ai finanziamenti dell'ue aiuterà le PMI a reperire in modo facile e veloce i finanziamenti necessari. Una delle maggiori priorità della Commissione è semplificare e ridurre gli ostacoli che le imprese si trovano ad affrontare. Europea (BCE) sul finanziamento, pubblicato lo scorso luglio, emerge che la costante incapacità del sistema bancario di fornire crediti alle imprese a tassi accessibili costituisce uno degli impedimenti più gravosi per una solida ripresa. Non è certo una buona notizia visto anche che dai dati ufficiali dell'ue risulta che l'economia della zona si è contratta per 18 mesi consecutivi, tra il quarto trimestre del 2011 e il primo trimestre del 2013. Come possono quindi allentare la stretta creditizia le imprese che non riescono a ottenere finanziamento dalle loro banche? La Commissione Europea ha stanziato fondi strutturali per un totale di circa 100 miliardi di euro per aiutare le PMI. È possibile accedere a questi fondi attraverso un nuovo portale semplificato dell'unione Europea dedicato ai finanziamenti che fornisce informazioni Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione Europea complete e aggiornate su come imprenditori e PMI possono accedere, da vari programmi, ai finanziamenti UE tramite banche partner e fondi concessi sotto forma di garanzie, prestiti e capitale di rischio. Il portale unico dedicato ai finanziamenti dell'ue aiuterà le PMI a reperire in modo facile e veloce i finanziamenti necessari, ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, commissario per l'industria e l'imprenditoria. Che ha aggiunto: Una delle maggiori priorità della Commissione è semplificare e ridurre gli ostacoli che le imprese si trovano ad affrontare. Se la UE non può offrire i fondi, ci saranno altre possibilità che le imprese potranno cogliere. Una alternativa è rivolgersi ai mercati emettendo titoli obbligazionari o vendendo quote di azioni ordinarie, sebbene accedere a queste opzioni possa rappresen- tare un grande sforzo per piccole imprese con meno di 250 dipendenti. Per colmare questo vuoto stanno sorgendo finanziatori sempre più innovativi. Gli appartenenti al settore degli immobili commerciali potrebbero essere interessati a visitare il sito londinese Relendex.com, che si autodefinisce un ente di scambio di prestiti tra privati per prestiti garantiti a fronte di investimenti in immobili commerciali. A cambio di una commissione d'intermediazione dell'1%, Relendex mette in contatto i bisognosi di credito con diversi prestatori per prestiti immobiliari da 500.000 a 25 milioni di sterline inglesi. I beneficiari del credito vengono abbinati a diversi prestatori che forniranno quote di un prestito garantito a fronte di proprietà che generano reddito e pagheranno tassi d'interesse altamente competitivi. Si stanno reinventando altre vecchie idee, come le agenzie di prestiti su pegno. Borro, una società fondata nel bel mezzo della crisi finanziaria, fornisce prestiti garantiti a fronte di specifici beni di lusso, come opere d'arte, auto sportive e collezioni di vini dal valore superiore alle 1.000 sterline inglesi, con un addebito di 5% al mese. Circa il 60% dei prestiti viene assegnato a titolari di piccole imprese e generalmente i prestiti vengono ripagati entro tre mesi. 8 intrum magazine 3 / 2013 intrum magazine 3 / 2013 9

L'effetto domino del fallimento Ogni fallimento può avere conseguenze di vasta portata, con risvolti negativi su individui, famiglie e intere comunità. La causa del disagio non è ascrivibile unicamente alla perdita del lavoro, occorre anche considerare la paura di abbandonare il proprio stile di vita. Guardiamo agli effetti di un fallimento ben oltre il punto d impatto. Di DAVID NOBLE Quando i sistemi economici, i paesi o le aziende -grandi o piccole- falliscono, chi paga il prezzo? Il crollo dell'economia statunitense nel 1929 ebbe pesanti ripercussioni nel paese: la perdita di 12 milioni di posti di lavoro e il tracollo di decine di migliaia di aziende, su cui influì pesantemente la contrazione delle spese dei consumatori. Nel 2008, la recessione USA ha innescato il declino economico a livello mondiale, e in America ha lasciato la pesante eredità di 4 milioni di posti di lavoro in meno rispetto a cinque anni prima. Il drammatico collasso dell'economia Argentina nel 1999 ebbe conseguenze disastrose: nei negozi terminarono le scorte alimentari, i distributori di carburante rimasero a secco, l'erogazione di energia elettrica cessò, i servizi postali si arrestarono, le banche chiusero gli sportelli e conflitti e tumulti per le strade furono all'ordine del giorno. Per recuperare il controllo dell'economia fallita del paese fu necessario introdurre provvedimenti drammatici all'insegna dell'austerità. L'Islanda, le cui banche registrarono insolvenze per 58 miliardi di dollari, fu la prima vittima del rovescio economico del 2008 in Europa. Gli effetti dell'insolvenza furono il collasso delle istituzioni bancarie islandesi, un'impennata del tasso di disoccupazione, la svalutazione degli alloggi e il picco dell'inflazione. Il governo di questa piccola nazione di soli 300.000 abitanti si rifiutò di salvare le banche e, diversamente dall'argentina, decise invece di rafforzare i programmi sociali: una scelta vincente che sta ripagando gli sforzi compiuti con l'attuale ripresa economica dell'isola. Quando una città o una grande azienda scivola in un "buco nero" finanziario, la ricaduta genera anche un effetto domino che, come uno tsunami, si ripercuote sulle altre aziende, comunità ed economie nazionali. Basti pensare a Detroit, che di recente ha deciso di presentare l istanza di fallimento del comune. Con passività finanziarie che arrivano ai 20 miliardi di USD, le ristrettezze fiscali di Motown si ripercuotono già su ogni parte della città e oltre, nei settori del pubblico e del privato. Le aziende di Detroit ne risentono: si perdono posti di lavoro, si pagano meno tasse - con conseguente ripercussione sui servizi pubblici quali i trasporti, l'istruzione e la sanità - e tra pensionati e operai della città si diffonde la preoccupazione per i propri redditi. Con circa il 40% dell'illuminazione cittadina spenta, solo un terzo delle ambulanze in servizio e oltre 70.000 proprietà abbandonate, l'incertezza sulle reali conse- 174.917 numero complessivo di insolvenze aziendali in Europa occidentale nel 2012 (130.910 nel 2011) fonte: Wall Street Journal guenze della bancarotta nel lungo termine è palpabile, in una città che è stata il cuore palpitante del sogno americano dell'automobile. Il fallimento di una grande azienda può avere un effetto devastante sulle comunità locali. Non solo in termini di posti di lavoro persi dall'azienda fallita, ma anche nel modo in cui influisce sulla catena logistica, pregiudicando la prosperità di venditori, clienti e comunità. Un recente studio statunitense dal titolo The Human Capital Loss in Corporate Bankruptcy (La perdita di capitale umano nei fallimenti aziendali) ha quantificato i costi umani del fallimento aziendale. I ricercatori John R. Graham della Duke University e Hyunseob Kim della Cornell University, tra gli altri, hanno trovato che gli stipendi dei dipendenti iniziano a diminuire prima del fallimento e che il declino persiste per almeno cinque anni successivi. Il Centro europeo per il monitoraggio del cambiamento ha dichiarato che un aumento delle istanze di fallimento spesso genera un "effetto domino". Poiché i fallimenti si ripercuotono lungo tutta la catena di fornitura, le aziende posizionate alla fine della catena vengono costrette all'insolvenza e determinano la diffusione del fenomeno nei settori correlati, come è accaduto in Lituania, dove la chiusura della compagnia aerea nazionale venne in parte ascritta al fallimento di hotel e ristoranti. Un autorevole ricerca americana sull'impatto economico e sociale della perdita di posti di lavoro fa riferimento alla perdita di posti di lavoro nella contea di Robeson, NC, nel decennio 1993-2003, come causa di un effetto domino da 4,78 miliardi di euro. Lo studio stima che la perdita di 8.078 posti di lavoro nel settore manifatturiero abbia implicato una riduzione totale negli impieghi regionali di 18.345 posti di lavoro, prolungatasi per oltre dieci anni, con governi regionali che fino al 2004 hanno riscosso annualmente 39 milioni di USD in meno di tasse aziendali indirette. Le cifre sono preoccupanti soprattutto se confrontate con gli attuali foschi scenari dei livelli di disoccupazione in molte parti dell'europa: il 26,8% in Spagna, il 17,8% in Portogallo, il 27% in Grecia ed il 12% in Italia. Data la permanenza della crisi finanziaria nell'eurozona, è evidente che il numero crescente di aziende provate dalla crisi lascerà in eredità lavoratori e intere comunità in grande sofferenza, con conseguenze negative sulla crescita e una riduzione delle entrate destinate a sanità, istruzione e sussidi pubblici per i prossimi decenni. L'EFFETTO A CATENA DEL FALLIMENTO DI UN'AZIENDA MI creditori perdono parte o tutto quello che è loro dovuto, con conseguente indebolimento della volontà o della capacità di investire altrove, condizione che determina la riduzione del tasso di occupazione, dei progetti di ricerca e delle entrate fiscali. MAnche venditori, impresari e fornitori locali si possono trovare obbligati a licenziare personale e tagliare spese e investimenti. MPersonale con esperienza e competenze si sposta altrove alla ricerca di impiego. MLe entrate fiscali diminuiscono per le amministrazioni locali diventa sempre più complesso sostenere i costi della sanità e di altri servizi pubblici. MLe famiglie coinvolte tagliano le spese per i beni non essenziali, tra cui l'istruzione superiore per i figli. 10 intrum magazine 3 / 2013 intrum magazine 3 / 2013 11

profilo: gwen stefani Rock chic Stella del rock, icona di stile, madre di due bambini, stilista di moda: all'affascinante Gwen Stefani pare che non manchi proprio nulla. Da quando, nel 1995, il suo gruppo musicale, i No Doubt, raggiunse la fama mondiale con il singolo di grande successo Don t Speak, l'artista non ha mai smesso di stare sotto i riflettori. Stefani, volto di copertina delle pubblicazioni più alla moda del mondo, ora firma tre marchi di abbigliamento e di recente è apparsa con i Rolling Stones nella notte di apertura della loro tournée 50 And Counting tour. Moda MGwen Stefani ha lanciato la sua prima linea di moda, L.A.M.B., dopo essere entrata in contatto con l'alta moda grazie alla stilista Andrea Lieberman. MLa linea ha raggiunto la popolarità tra star del calibro di Teri Hatcher e Nicole Kidman. MNel 2005 ha ampliato la collezione con una linea meno esclusiva e destinata a un pubblico adolescente, Harajuku Lovers, mentre nel 2011 ha immesso sul mercato la linea per bambini Harajuku Mini. MHa lanciato inoltre una linea di profumi e una di bambole fashion in edizione limitata. ML'attività commerciale di Stefani pare che generi oltre 150 milioni di dollari l'anno. Di Isabelle Kliger Con la sua innata compostezza e la buona educazione, Stefani è sempre stata un diverso genere di diva, che non ha mai fatto notizia con drammi alla Courtney Love, incidenti di guardaroba alla Janet Jackson o scandali di droga alla Lindsay Lohan. La sua celebrità invece è ascrivibile forse più al suo personalissimo look - pelle pallida, incipriata, rossetto rosso vivo, sopracciglia arcuate - tanto che nel video del suo singolo uscito nel 2009, 4 in the Morning, in cui è apparsa senza trucco, in omaggio alle inquadrature di una Marilyn Monroe al naturale, idolo di Stefani adolescente, la cantante era quasi irriconoscibile. La mia camera era interamente tappezzata di poster di Marilyn Monroe rivelò in un'intervista rilasciata a Vogue. Nata e cresciuta a Fullerton, in California, viene chiamata Gwen come un personaggio del romanzo Aeroporto, pubblicato nel 1968. In casa dei genitori, amanti del folk, ascolta spesso la musica di artisti come Bob Dylan ed Emmylou Harris. Nel 1986, con il fratello Eric è tra i membri fondatori del gruppo musicale ska punk e rock No Doubt, che non riscuote grandi consensi fino al 1995, quando finalmente sfonda con l'album Tragic Kingdom e l'onnipresente singolo di grande successo Don t Speak. In una recente intervista al quotidiano The Telegraph, Stefani ha ammesso che per lei la fama fu un vero shock. Non sono mai stata una trasgressiva, né una ribelle. Non ho mai usato droghe, ho vissuto con i miei genitori fino a 25 anni e ho avuto un solo fidanzato, che mi lasciò. Poi, improvvisamente, mi sono trovata ad avere tutto questo ascendente, dice. foto:getty images / Frank Micelotta 12 intrum magazine 3 / 2013 intrum magazine 3 / 2013 13

profilo: gwen stefani foto:getty images / Kevin Mazur foto:getty images / Todd Oren vita MGwen Stefani, 43 anni MCantante del gruppo rock No Doubt MSposata con Gavin Rossdale, cantante dei Bush MLa coppia ha due bambini, Kingston, nato nel 2006, e Zuma, nato nel 2008 ML'album Tragic Kingdom, uscito nel 1995, con cui i No Doubt hanno sfondato, ha venduto più di 16 milioni di copie in tutto il mondo con il grande successo Don t Speak MConsiderando il lavoro con i No Doubt, Stefani ha venduto più di quaranta milioni di dischi in tutto il mondo MStefani ha tre marchi di moda che portano la sua firma: L.A.M.B, Harajuku Lovers e Harajuku Mini Durante la sua carriera Stefani è stata spesso paragonata a Madonna, un confronto che non sempre ha gradito. È tuttavia indubbio che le due star hanno in comune ben più che la capigliatura bionda. Come Madonna, anche Stefani ha sporadicamente lavorato come attrice senza trascurare la carriera musicale, si è allontanata dall'estetica street-punk per collocarsi tra le prime file delle sfilate dell'alta moda, ha un marito inglese famoso e, forse la cosa più importante, a 43 anni sembra condividere la capacità di Madonna di reinventarsi costantemente in un modo che le ha permesso di non passare di moda. Per i No Doubt non si è più ripetuto il successo ottenuto con Tragic Kingdom, attestato dalla vendita di oltre 16 milioni di copie in tutto il mondo, ma nel 2004 Stefani è tornata alla ribalta debuttando come solista con l'album L.A.M.B. e la linea di abbigliamento che porta lo stesso nome (Love. Angel. Music. Baby.). Sebbene alla CNN Stefani avesse dichiarato che per lei la moda era più che altro un divertimento le sue prime collezioni hanno ricevuto recensioni per lo più favorevoli, che l'hanno collocata tra le celebrità più serie diventate stiliste. Tra le poche voci dissenzienti, spicca quella di Cathy Horyn, del New York Times, che ha scritto: Se mai c'è stato un motivo per cui una stella del pop debba concentrarsi sulle proprie capacità vocali, è il disastro di Gwen Stefani nel campo della moda. La linea di moda della cantante, che comprende anche borse, scarpe e un profumo, a quanto si dice sta generando 90 milioni di dollari l'anno. Ho creato L.A.M.B. perché mi stavo preparando, consapevole del fatto che L'affare della musica prima o poi sarebbe finito Dieci anni fa creai L.A.M.B. perché mi stavo preparando, consapevole del fatto che l'affare della musica prima o poi sarebbe finito ha dichiarato l'anno scorso a Vogue. Benché in realtà l'"affare" della musica non è ancora finito (l'ultimo album dei No Doubt, Push and Shove, è infatti uscito a settembre dello scorso anno), la fama di Stefani ha superato quella del gruppo. Basandosi sul successo di L.A.M.B, ha lanciato altri due marchi: Harajuku Lovers, per adolescenti, con una grande varietà di accessori e fragranze, e Harajuku Mini, per bambini, entrambi in vendita da Target. In definitiva, il mini impero al dettaglio di Stefani, con scarpe, borse, abbigliamento e fragranze, ha registrato guadagni annuali superiori a 150 milioni di dollari. Da imbronciata ragazzina rock a sofisticata dama del rock, Gwen Stefani ha goduto di due decenni di fama che l'hanno vista tra l'altro diventare volto L'Oréal e anfitriona per una raccolta di fondi a favore degli Obama nella sua casa di Beverly Hills. Lei e i suoi figli, Kingston e Zuma, restano tra gli obiettivi favoriti dei paparazzi, mentre la sua carriera nella moda continua ad andare di bene in meglio. Dalla loro pagina in Facebook intanto i No Doubt hanno confermato di essere tornati in studio per lavorare a del nuovo materiale. 14 intrum magazine 3 / 2013