Radici Chimica S.p.A. 3. Radici Fil S.p.A. 4. Radici Partecipazioni

Documenti analoghi
La Sperimentazione della Metodologia PEF (Product Environmental Footprint) per Valorizzare la Sostenibilità Ambientale

La Sperimentazione della Metodologia PEF (Product Environmental Footprint) per Valorizzare la Sostenibilità Ambientale

PRESS RELEASE. Sostenibilità: uno sguardo più ampio. Düsseldorf, ottobre 2013 Per diffusione immediata COME AND SEE US - STAND B10 - HALL 06

per l Ambiente Srl stefano.alini@radicigroup.com

Il «made green in Italy» per l agroalimentare. Documento del gruppo di lavoro

Norme ISO applicabili per la certificazione di prodotto e il LCA Dr. Giorgio Merlante IDEA.NET

DALLA CARBON FOOTPRINT ALL ENVIRONMENTAL FOOTPRINT Stato dell arte, indirizzi europei e prospettive future

La metodologia LCA per la valutazione dell impronta ambientale del cuoio

PIANO DI SOSTENIBILITÀ AZIENDALE BUILDING A BETTER WORLD

La valutazione del ciclo di vita dei prodotti (LCA) e l economia circolare: una necessaria sinergia.

High PERFORMANCE POLYMERS EXTRUSION YARN PERFORMANCE YARN COMFORT FIBRES SPECIALTY CHEMICALS

LCA di traverse ferroviarie prodotte con l'impiego di materiali riciclati

ANALISI DEL CICLO DI VITA LCA DELLA PRODUZIONE DI OLIO D OLIVA

Gestione strategica del Carbon Footprint : strumenti e metodi a disposizione delle imprese

La sostenibilità di prodotto come vantaggio strategico e competitivo: caso Versalis

La Sperimentazione della Metodologia Product Environmental Footprint per Valorizzare la Sostenibilità Ambientale

INNOVAZIONE & AMBIENTE QUALI FATTORI DI COMPETITIVITA DELL IMPRESA

POEMS La gestione ambientale dai processi ai prodotti. ProgettoEuropeo LAIPP POEMS. la gestione ambientale dai processi ai prodotti

L impronta ambientale dello zucchero

TUTELA AMBIENTALE E SOSTENIBILITÀ: l'esperienza delle imprese

Workshop FILIERA SOSTENIBILE E VALORE CONDIVISO

LCA e Impronta ambientale dei prodotti. Nuovi strumenti per una competitività sostenibile

DIGESTATO : valutare la sostenibilità come metodo per ridurre gli impatti in agricoltura

Esperienza di logistica sostenibile nel delivering del cibo

Come valutare la prevenzione: strumenti per scelte sostenibili. Maurizio Fieschi, ATIA - ISWA Ecomondo, Rimini 5 Novembre 2015

La sostenibilità ambientale come strumento di crescita: le opportunità per l industria molitoria. Bolzano,

Cagliari, 04 Aprile 2019

EFFICIENZA ENERGETICA, ARTE & VINO NELLE CANTINE DELLE AREE UNESCO

Premesse. Le motivazioni

ASPETTI AMBIENTALI DEL CICLO DI VITA DI PRODOTTI VEGETALI SURGELATI. Francesca Falconi

Water Footprint Assessment

ISO 50001: efficienza energetica e sostenibilità in azienda

La Sostenibilità come linea guida della progettazione edilizia

RADICIGROUP FOR SUSTAINABILITY REPORT KEY ELEMENTS 2015 Italiano. Data source: RADICIGROUP SUSTAINABILITY REPORT

ANPE - 2a Conferenza Nazionale

Carbon Footprint Impronta Ambientale Economia Circolare: un percorso per la Pubblica Amministrazione

Le etichettature ecologiche ed il G.P.P.: un valore per l Impresa, una opportunità per la Pubblica Amministrazione

Life cycle thinking e pubblica amministrazione

Sviluppo Sostenibile. mtm consulting s.r.l. Azienda: Studio del ciclo di vita del servizio di consulenza. Ns. Rif.: LCA mtm consulting s.r.l.

LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE:

Verso la metodologia LCA

La metodologia Life Cycle Assessment come strumento a supporto della gestione integrata dei rifiuti

Calcolo dell impronta carbonica di un organizzazione con Bilan Carbone

Lo sviluppo della normativa tecnica europea per la sostenibilità delle costruzioni

Sostenibilità: la certificazione EPD applicata alle filiere agroalimentari

CARBON FOOTPRINT FAQ CARBON FOOTPRINT CO 2

Riciclo di prodotti assorbenti per la persona: Life Cycle Costing e Social LCA

RADICIGROUP SUSTAINABILITY REPORT KEY ELEMENTS 2017 Italiano. Data source: RADICIGROUP SUSTAINABILITY REPORT

Gli standard Europei della Sostenibilità: la ISO 14001, la footprint di Prodotto (PEF) e dell organizzazione (OEF)

N U O V I S C E N A R I D E L L A G E S T I O N E A M B I E N T A L E. C E R T I Q U A L I T Y 1 D i c e m b r e

IL CICLO DI VITA E LA SOSTENIBILITA DELLE MATERIE PLASTICHE. Gian Luca Baldo Life Cycle Engineering Torino

IL RUOLO DEGLI INSTALLATORI ALLA LUCE DELLE NUOVE NORMATIVE EUROPEE SU EFFICIENZA ENERGETICA E FONTI RINNOVABILI

Gli strumenti di gestione ambientale volontari: il punto di vista delle imprese

Strumenti integrati per favorire un uso più efficiente delle risorse in un'economia circolare a livello territoriale

GTTS2: Sistemi per la sostenibilità. Strategie, metodi e strumenti per la sostenibilità industriale R-0353-D0415-CI-I 1

Sostenibilità e prevenzione: packaging, impresa, società. Piero Perron Presidente CONAI. Milano, 21 ottobre 2010

GLI STUDI LCA: L ESPERIENZA DI COOP SU LATTE ALTA QUALITA ED AMMORBIDENTE

Dichiarazione ambientale di prodotto per i materiali da costruzione

Alimentarsi meglio per vivere in un mondo migliore. Carmine Correale

Introduzione. 02» Prodotto oggetto del report e unità funzionale

Maria Chiara CARUSO PROGETTARE CON LA DURABILITÀ: ANALISI DEL CICLO DI VITA

ECO ETICHETTE ANALISI LCA

Introduzione. 02» Prodotto oggetto del report e unità funzionale

Introduzione. 02» Prodotto oggetto del report e unità funzionale

SEMINARIO LIFE CYCLE ASSESSMENT APPLICATO ALLA PRODUZIONE SALUMI. Sedi e stabilimenti

SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE ORIENTATI AL PRODOTTO (POEMS): UN MODELLO PER LE IMPRESE DEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE

VERSO UN ATENEO ECO-SOSTENIBILE

CARBON FOOTPRINT CO 2. Polistirene Espanso Sinterizzato per l ambiente VOLUME 26. Associazione Italiana Polistirene Espanso

1. Evoluzione del mercato green. 2. Normativa ambientale ISO. 3. LCA e EPD

Scheda 7 «Eco-innovazioni» MESTIERI PER LE ECO-INNOVAZIONI. GREEN JOBS Formazione e Orientamento

Introduzione. 02» Prodotto oggetto del report e unità funzionale

Bari, 19 marzo 2012 Politecnico di Bari. SOSTENIBILITA DEL CICLO DI VITA DEGLI ORGANISMI EDILIZI Guido R. Dell Osso

LA QUALIFICAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO NEL SETTORE AGROALIMENTARE E VITIVINICOLO

REGOLE IN MATERIA AMBIENTALE ED ENERGETICA

Ecodesign del cosmetico biologico. Giuseppe Garcea Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB srl E mail:

EICMA 09 novembre Sviluppo Prodotti, Approvazioni e «Green Impact»

La scelta consapevole: il ciclo di vita delle condotte

La creazione di un. dell energia: sinergie con la ISO 14001:2004. Fiona Healy DNV Business Assurance

Acquisti & Sostenibilità

Etichetta PER IL CLIMA Una storia

LA MULTIETICHETTA AMBIENTALE LA MULTIETICHETTA DI KYOTO CLUB CHE CERTIFICA L ECCELLENZA E L INNOVAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTI E SERVIZI

Mirella Di Stefano. Politiche ambientali. GRANAROLO S.p.A.

Indice generale. 1. Sviluppo sostenibile e discontinuità. 2. Evoluzione della sostenibilità nella ricerca. Il quadro di riferimento.

Programma Responsible Care: strumento operativo per lo Sviluppo Sostenibile

UNI CEI EN ISO 50001

Life-Cycle Assessment. e Carbon Footprint

CASI APPLICATIVI E TRASFERIMENTO DELLE METODOLOGIE LCA/PEF ALLE IMPRESE LATTIERO CASEARIE LOMBARDE

Editore: CURSA, via Palestro 34, Roma

Laboratorio Imprese per la Responsabilità Sociale (CSR) Parma. percorso di lavoro. 1 workshop 17 febbraio 2015

Il Green Design e l'economia Circolare per un Distretto Ecosostenibile

Life Cycle Assessment in edilizia: come ridurre l impatto ambientale complessivo di un edificio (?) 21/06/2018 Relatore PhD Alessandro Manzardo

Anno Piano di Gestione Ambientale

Valutazione degli impatti ambientali dei prodotti turistici con approccio di Ciclo di Vita. Francesco C. Barbieri Comitato Ambiente-Energia AICQ

P&C Innovation 2018 All rights reserved.

La sostenibilità di prodotto come vantaggio strategico e competitivo

Codice Documento : FASTmodi-05/fm. Autori : F.Mazzetto (LUB-FaST) Bolzano, ottobre Convenzione LUB-CIV (giugno 2011)

Le novità introdotte dalla ISO 14001; l attenzione sul prodotto. Luigi M. Casale Roma AICQ CI,

External Communicatione Report Indicatore ARIA di Organizzazione

Riciclo, Innovazione: Economia Circolare Come Opportunità

Transcript:

Supply Chain Optimization: implementazione della metodologia OEF/PEF alla filiera produttiva della Poliammide 6,6 per ottimizzare i processi e ridurre gli impatti lungo il ciclo di vita Marta Ferreri 1, Irma Cavallotti 1, Stefano Alini 2, Pasquale Accorinti 2, Arturo Andreoni 3 Riccardo Guerini 3, Filippo Servalli 4 1 ICA - Società di ingegneria Chimica per l Ambiente S.r.l. 2 Radici Chimica S.p.A. 3 Radici Fil S.p.A. 4 Radici Partecipazioni Email: marta.ferreri@studioica.it Abstract La metodologia relativa alla «Organisation Environmental Footprint» (OEF) e alla «Product Environmental Footprint» (PEF) è un importante driver di competitività aziendale, nel contesto della crescente domanda di prodotti ad elevata qualificazione ambientale sui mercati nazionali ed internazionali. RadiciGroup ha riconosciuto la validità di tale approccio applicandolo, per primo in Europa, alla propria filiera produttiva. La metodologia PEF/OEF ha consentito di misurare oggettivamente i risultati degli investimenti realizzati per ridurre gli impatti ambientali associati alla sintesi di Poliammide 6,6 (Radipol ) presso lo stabilimento di RadiciChimica. I benefici ambientali conseguiti, sono stati validati dall apprezzabile miglioramento degli indicatori ambientali associati ai prodotti confezionati a partire da tale materia prima, tra i quali i filati Radifloor grezzi e elaborati, realizzati da Radici Fil. 1. Introduzione Uno degli obiettivi prioritari che la Commissione Europea si è posta, nella tabella di marcia verso un Europa efficiente nell impiego delle risorse, è un incremento della produttività e della crescita economica, dissociato sia dal consumo di risorse sia dagli impatti ambientali. Alla base vi è la progressiva consapevolezza che lo sviluppo sia strettamente collegato al concatenarsi della dimensione ambientale, economica e sociale [1]. Tradizionalmente il design della filiera produttiva era unicamente basato su fattori economici, oggi una maggiore coscienza ambientale e la crescente domanda di prodotti ad elevata qualificazione ambientale sui mercati nazionali ed internazionali, rende tale aspetto uno dei fattori chiave del supply chain management [2]. Una metodologia che tenga conto dell intero ciclo di vita è la risposta tecnica a questa necessità. Gli impatti ambientali, gli effetti sulla salute, i rischi legati a risorse e società sono stimati dall approccio LCA, includendo tutte le fasi che vanno dall acquisizione delle materie prime alla loro trasformazione, distribuzione, utilizzo ed ai processi di fine vita. Guardare l intero ciclo di vita di un prodotto o di un organizzazione consente di identificare le aree di miglioramento che possono, potenzialmente, aumentare la competitività di un azienda e ridurne i costi. E uno strumento in grado di supportare le decisioni nel breve e le strategie nel lungo periodo e di aiutare a individuare margini di 1

efficienza economica, che potrebbero essere associati all ottimizzazione delle performance ambientali. Basate su tale approccio, le metodologie relative alla «Organization Environmental Footprint» (OEF) e alla «Product Environmental Footprint» (PEF) nascono quindi per stabilire un approccio metodologico comune, per gli Stati membri e i settori privati, nel valutare, dichiarare e commercializzare le performances ambientali di prodotti, servizi e compagnie, basato sulla valutazione degli impatti ambientali lungo tutto il ciclo di vita («Environmental Footprint») [3]. RadiciGroup è un importante realtà industriale italiana strutturata a livello globale con attività diversificate nell ambito della Chimica, delle Materie Plastiche e delle Fibre Sintetiche. Il Gruppo fa della sostenibilità uno strumento di business, innovazione e cultura aziendale. L attenzione particolare del Gruppo al tema della sostenibilità si è concretizzata nel programma Operation Twenty4 con cui RadiciGroup dal 2010 si è impegnato a ridurre del 20% le emissioni di gas ad effetto serra, del 20% i consumi energetici, e ad aumentare del 20% l energia prodotta da fonti rinnovabili e del 20% il materiale riciclato. Ormai da qualche anno la metodologia LCA è diventata all interno di RadiciGroup uno strumento per misurare oggettivamente i risultati degli investimenti realizzati per ridurre o migliorare gli impatti ambientali generati dalle attività produttive. Anticipando i risultati dei progetti pilota PEF, selezionati dall Unione Europea, RadiciGroup ha sperimentato, per la prima volta in Europa, l applicazione alla propria filiera produttiva della nuova metodologia di calcolo dell impronta ambientale di prodotto (PEF) e di organizzazione (OEF). 2. Environmental Footprint Case studies 2.1. Poliammide 6,6 Radipol - Radici Chimica S.p.A. Il polo chimico Radici Chimica S.p.A. è stato il primo sistema oggetto della misurazione d impatto ambientale tramite la metodologia di calcolo dell impronta ambientale di prodotto (PEF) e di organizzazione (OEF). Obiettivo dello studio è stato quello di ottenere un indicazione precisa dell impatto ambientale legato alle attività produttive dello stabilimento nel settore intermedi PA66, sfruttando una metodologia armonizzata a livello europeo che garantisse risultati coerenti, comparabili riproducibili e funzionali. Il set di dati relativo all anno 2011 è stato utilizzato come riferimento (baseline) per individuare i benefici ambientali conseguiti tramite gli interventi impiantistici realizzati nel periodo 2012 e 2013, volti a ridurre gli impatti legati alle emissioni in atmosfera. Lo studio è stato aggiornato con i dati relativi all anno 2014, dopo l avvio dei nuovi sistemi di abbattimento, per evidenziare i miglioramenti conseguiti. In Figura 1 sono schematizzati i confini di sistema considerati nello studio OEF di organizzazione di Radici Chimica e sono stati evidenziati i confini dei diversi sottosistemi per i quali è stata calcolata l impronta ambientale di prodotto (PEF). Come si può osservare sono stati modellati sia tutti gli impatti diretti legati alla produzione dei prodotti sia quelli associati ai processi di up-stream. Sono stati pertanto inclusi nello studio tutti i consumi di materie prime ed energia legati alle 2

fasi di produzione, alle operazioni di manutenzione degli impianti, alle utilities e ai servizi, incluso il trattamento dei reflui. Sono stati inoltre considerati il trasporto delle materie prime e dell energia presso l azienda, tutte le emissioni dirette ed indirette generate dalle attività produttive, la produzione di rifiuti e il loro successivo smaltimento. Il sistema produttivo della Poliammide 6,6 è stato scorporato in quattro sottosistemi, rispettivamente associati ai diversi intermedi che concorrono alla sintesi del polimero. I sottosistemi individuati sono stati il Sottosistema HNO 3 (reparto di produzione di acido nitrico), il Sottosistema AAD (reparto acido adipico tecnico, reparto acido adipico puro e reparto di purificazione della Miscela Acidi Bicarbossilici), il Sottosistema EMD (reforming del metano, reparto esametilendiammina tecnica e reparto esametilendiammina pura) e il Sottosistema PA66 (reparto sale 66 e reparto di polimerizzazione). In figura sono stati evidenziati sia gli input e gli output specifici di ogni sottosistema sia le relazioni che li connettono. Tale suddivisione ha consentito di effettuare dei singoli ecobilanci (analisi LCIA di sottosistema) che hanno contribuito a generare l analisi LCIA del sistema globale. Tale approccio ha consentito di modellare ed identificare gli impatti ambientali associati ad ogni singolo reparto produttivo, evidenziando con maggiore precisione le possibili aree di miglioramento. Figura 1 - Confini di Sistema degli studi di Radici Chimica S.p.A. ed di Radici Fil S.p.A. Lo studio è stato sviluppato in modo conforme alla Raccomandazione 2013/179/CE. Dopo aver definito l ambito e i confini dello studio, è stata elaborata una dettagliata analisi d inventario, raccogliendo dati primari per tutti i processi direttamente controllati da Radici (compresi quelli di produzione di energia) e per i processi maggiormente rilevanti localizzati a monte. Sono state inoltre utilizzate le versioni più aggiornate delle banche dati quale ulteriore 3

strumento di supporto. E stata stimata la qualità dei dati e l incidenza, sia dei dati primari/secondari sia della qualità dei dati, sul valore complessivo di ciascuna categoria d impatto. E stata effettuata un analisi quantitativa dell incertezza dei risultati (Analisi Montecarlo) che ha evidenziato alcune criticità, associate in modo particolare alle categorie d impatto finora poco/non considerate nello sviluppo di studi LCA. I risultati dell analisi sono stati interpretati al fine di individuare gli interventi economicamente efficienti volti a ridurre gli impatti. Il valore di ciascun indicatore è stato ripartito tra le diverse fasi produttive, in modo da evidenziare il contributo diretto dell azienda e quello legato a processi esterni. Lo studio ha dimostrato che l azienda contribuisce in modo rilevante alle categorie d impatto Cambiamento climatico ed Impoverimento della risorsa idrica, con valori in linea con il settore produttivo di appartenenza. La sintesi di chemicals quali acido nitrico ed adipico comporta infatti un emissione di protossido d azoto (N 2 O), riconosciuto tra i principali gas ad effetto serra, ed un elevata richiesta di acqua di raffreddamento per il controllo delle reazioni esotermiche, che va ad influire sui consumi idrici di stabilimento. In Figura 2 sono rappresentati i risultati dello studio OEF riferiti al potenziale di cambiamento climatico su cento anni (GWP 100 ) suddivisi tra i diversi reparti di stabilimento. Figura 2 - Risultati OEF Radici Chimica S.p.A.: anno 2011 - GWP 100 Lo studio OEF/PEF è stato elaborato nell ottica di ottimizzare i processi produttivi lungo il ciclo di vita di un prodotto mediante la riduzione degli impatti ambientali associati alle potenziali aree di miglioramento. Nell ambito di questo specifico obiettivo, avendo rilevato il contributo significativo dell azienda al Cambiamento climatico, si è deciso di procedere con i seguenti interventi: 1) Sostituzione del sistema di abbattimento DeNOx (efficace sui soli NO x ) per il trattamento delle emissioni derivanti dal processo di produzione dell acido nitrico, con un nuovo sistema catalitico EnviNOx, in grado di abbattere oltre agli NO x anche il protossido di azoto N 2 O [4]. 2) Interventi migliorativi di natura gestionale e impiantistica a livello di processo di produzione dell acido adipico, volti a migliorare l affidabilità del sistema di abbattimento EnviNOx. 4

La Figura 3 rappresenta i progressi raggiunti dall azienda dal punto di vista ambientale, dopo l implementazione degli interventi. I dati riferiti alla categoria d impatto Cambiamenti Climatici evidenziano un significativo miglioramento associato alle produzioni di acido nitrico e adipico che determina un miglioramento anche sulle emissioni associate alla produzione di PA 6,6. La Figura 4 evidenzia come gli interventi impiantistici effettuati abbiano consentito allo stabilimento di Radici Chimica di recuperare il gap rispetto al benchmark pubblicato da PlasticEurope nel 2014 [5]. Si è potuta riscontrare una riduzione anche delle categorie d impatto Emissione di particolato, Acidificazione, Eutrofizzazione, Potenziale di creazione di ozono fotochimico e Impoverimento delle risorse fossili e minerali rappresentata in Figura 5. Per quanto riguarda gli altri indicatori si specifica che non si rileva una significativa variazione, eccetto che per le categorie Radiazioni ionizzanti HH (+18%), Radiazioni ionizzanti E (+12%) e Riduzione dello strato di ozono (+ 8%), caratterizzate tuttavia da un elevato valore di incertezza. L impegno nella gestione responsabile del prodotto tramite la sperimentazione della metodologia OEF/PEF è stato riconosciuto da Federchimica che ha assegnato a RadiciGroup il premio Product Stewardship 2014. Figura 3 - Confronto Climate Change 2011-2014 dei prodotti di Radici Chimica S.p.A: Figura 4 - Confronto con il benchmark - Poliammide 6,6 5

Figura 5 - Miglioramento degli indicatori di impatto ambientale relativi al 2014 rispetto a quelli 2011, associati alla produzione di Poliammide 6,6. 2.2. Filati Radifloor - RadiciFil S.p.A La metodologia OEF/PEF si pone l obiettivo di essere uno strumento robusto e condiviso per la comunicazione dei risultati delle performance ambientali favorendo le risposte alle richieste dei clienti e dei consumatori, la commercializzazione, le valutazioni comparative, l etichettatura ecologica e la promozione dell eco-progettazione nelle catene di approvvigionamento. Tale aspetto presenta delle criticità associate alla tipologia di mercato di Radici Chimica S.p.A, che è prettamente rivolto ad intermedi e che non raggiunge direttamente il cliente finale. La PEF si presenta tuttavia anche come un valido strumento di supply chain optimization. Nell ambito dei propri progetti di sostenibilità, RadiciGroup ha potuto validare i benefici ambientali conseguiti lungo il ciclo di vita della Poliammide 6,6 nell ambito del rinnovo della certificazione EPD dei propri filati Radifloor (BCF) elaborati presso lo stabilimento di RadiciFil a Casnigo (BG) [6]. Anche in questo caso l obiettivo principale è stato quello di ottenere un indicazione precisa dell impatto ambientale associato all intero ciclo di vita dei prodotti, in modo tale da valutare le aree di miglioramento interne allo stabilimento. Sono stati analizzati i manufatti finali (Radifloor BCF PA66 (3C), BCF PA66 (3C) T-HS e Refined Yarn (3H)) a base di Poliammide 6,6 sintetizzata presso lo stabilimento di RadiciChimica. Il sistema oggetto dello studio è schematizzato in Figura 1. Come si può osservare, include le materie prime in ingresso (principalmente il polimero PA66) comprensive del trasporto dal fornitore allo stabilimento, tutte le emissioni dirette ed indirette, l energia, le utilities, i rifiuti generati e il loro successivo trattamento, associati alla produzione del filato BCF PA66 (3C) e alle eventuali ulteriori lavorazioni effettuate per ottenere i filati elaborati Refined Yarn (3H) e BCF PA66 (3C) T-HS (Air Entanglement e Twisting&Heatsetting). Per nessuno dei tre prodotti sono state considerate le 6

fasi di trasporto presso i clienti, l utilizzo e il fine vita, pertanto lo studio si definisce cradle-to-gate. I diversi cicli produttivi nei quali i filati vengono inseriti come materia prima, rendono infatti poco significativa un analisi estesa alle fasi a valle dei cancelli dell azienda. I risultati di impatto ambientale relativi alla produzione di filato nel 2015 hanno evidenziato un significativo miglioramento rispetto ai risultati ottenuti per il 2013. Nella fase d interpretazione dei risultati si è potuto evidenziare un significativo miglioramento tra gli impatti ambientali associati alla produzione dei filati relativi al 2013 e quelli relativi al 2015. La riduzione degli indicatori Cambiamenti Climatici, Acidificazione, Eutrofizzazione e Potenziale di creazione di ozono fotochimico è in linea con quanto riscontrato nell ambito dello studio PEF riguardante la Poliammide 6,6 di input. A titolo esemplificativo è stato riportato in Figura 6 il miglioramento percentuale dell indicatore GWP 100 riferito all unità funzionale prescelta (1 kg di filato). Figura 6 - Confronto Climate Change GWP 100 2013-2015 dei prodotti di RadiciFil 3. Conclusioni L utilizzo della metodologia PEF ha consentito di quantificare gli impatti associati a tutte le matrici ambientali, dimostrando effetti positivi sia sul polimero che il filato, in particolare sulle categorie Cambiamento Climatico, Emissione di particolato, Acidificazione, Eutrofizzazione, Potenziale di creazione di ozono fotochimico e Impoverimento delle risorse fossili e minerali. L ottimizzazione ambientale conseguita dai filati Radifloor grazie agli importanti interventi di mitigazione dell inquinamento sulla filiera produttiva del polimero di partenza Radipol, mette in rilievo l utilità della metodologia dell Environmental Footprint come strumento di supply chain optimization ed il ruolo fondamentale che tale approccio ha nel tracciare una mappa del profilo ambientale del prodotto. 7

4. Bibliografia [1] Commission Communication "A sustainable Europe for a better world: A European strategy for Sustainable Development" COM(2001) 264 final. [2] Alini, S., Cavallotti I., 2015. Performance, innovazione, sostenibilità: i principali drivers di competitività aziendale. La Chimica e l Industria WEB- ISSN 2283-5458- 2015, 2(10), Novembre. [3] European Commission, 2013, Raccomandazione della Commissione del 9 aprile 2013 relativa a relativa all uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni (2013/179/UE), Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 124/1,04.05.2013. [4] Cavallotti, I., Bollati, E., Martinelli, M., Alini, S., Gabrielli, N., Gazzini, P., Guida, L., Santinato, A., "Analisi degli effetti incrociati per un nuovo sistema di abbattimento di ossidi di azoto"- ECOMONDO 2012 [5] Eco-profiles and Environmental Product Declarations of the European Plastics Manufacturers Polyamide 6.6 (PA6.6); PlasticsEurope; February 2014. [6] EPD RADIFLOOR (PA6 and PA6,6) Bulk Continuous Filament and Refined Yarns S- p-00454-2016-03-14. [7] Commissione europea - Centro comune di ricerca - Istituto per l ambiente e la sostenibilità (2010). International Reference Life Cycle Data System (ILCD) Handbook. Ufficio delle pubblicazioni dell Unione europea, Lussemburgo. [8] Commissione europea 2011: COM(2011) 571 definitivo: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Tabella di marcia verso un Europa efficiente nell impiego delle risorse [9] Communication from the Commission to the European Parliament and the Council: Building the Single Market for Green Products - Facilitating better information on the environmental performance of products and organisations - April 2013 [10] European Union, 2008, Direttiva 2008/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell 11 marzo 2008 che modifica la direttiva 2005/32/CE relativa all istituzione di un quadro per l elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia, nonché la direttiva 92/42/CEE del Consiglio e le direttive del Parlamento europeo e del Consiglio 96/57/CE e 2000/55/CE, per quanto riguarda le competenze di esecuzione conferite alla Commissione, Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 81/48,20.3.2008. [11] EU Commission, 2002. Corporate Social Responsibility: A business contribution to sustainable development. COM (2002). 347. [12] Galatola, M., 2015 Ambiente e Sicurezza N 12 pag.112-115; Commissione europea (2011): Tabella di marcia verso un Europa efficiente nell impiego delle risorse - COM(2011) 571. [13] Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) (2007). IPCC Climate Change Fourth Assessment Report: Climate Change 2007. [14] ISO 14040:2006. International Standard Environmental management Life cycle assessment Principles and framework. Organizzazione internazionale di normalizzazione. Ginevra, Svizzera. [15] ISO 14044:2006. International Standard Environmental management Life cycle assessment Requirements and guidelines. Organizzazione internazionale di normalizzazione. Ginevra, Svizzera. [16] ISO, 1998. ISO/IEC 15504:1998(E) Information technology - Process assessment. 1st Edition 1999. 8