CAPITOLO I IL TEMA DI CONCORSO: OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE



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CAPITOLO I IL TEMA DI CONCORSO: OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE GUIDA 1.1. Premessa 1.2. Parte teorica e motivazione 1.2.1. Generalità 1.2.2. Parte teorica 1.2.3. Motivazione 1.2.4. Consigli pratici 1.3. Suggerimenti stilistici per la stesura del tema di concorso 1.3.1. Generalità 1.3.2. L uso della persona 1.3.3. L uso dei tempi verbali 1.3.4. Lo stile 1.3.5. La punteggiatura 1.4. La stesura del tema al concorso: una metodologia 1.4.1. Premessa 1.4.2. L organizzazione del tempo e del lavoro. L analisi della traccia 1.4.3. Segue. Appunti e schema 1.4.4. La stesura definitiva e la rilettura

5 1.1. Premessa L art. 6, commi 1 e 2, del D.Lgs. 24 aprile 2006, n. 166 ( Norme in materia di concorso notarile, pratica e tirocinio professionale, nonché in materia di coadiutori notarili in attuazione dell articolo 7, comma 1, della legge 28 novembre 2005, n. 246, pubblicato nella G.U. n. 107 del 10 maggio 2006), stabilisce che «l esame scritto del concorso per notaio consta di tre distinte prove teorico-pratiche, riguardanti un atto di ultima volontà e due atti tra vivi, di cui uno di diritto commerciale. In ciascun tema sono richiesti la compilazione dell atto e lo svolgimento dei principi attinenti agli istituti giuridici relativi all atto stesso». L art. 8, comma 5, dello stesso decreto aggiunge, poi, che gli elaborati devono essere consegnati nel termine di otto ore dalla dettatura del tema. La prova scritta del concorso notarile, quindi, comporta la stesura di tre elaborati, su tre diverse materie, da completare, ciascuno, nel termine massimo di otto ore. Ogni elaborato, poi, si articola in redazione dell atto notarile e trattazione dei principi riguardanti gli istituti giuridici che vengono in rilievo nell atto stesso. La stesura di un buon tema di concorso richiede la padronanza di una molteplicità di abilità e conoscenze, linguistiche, tecnico-argomentative, giuridiche. Non esiste, naturalmente, una ricetta che, seguita pedissequamente, dia garanzie di realizzare temi tali da assicurare il superamento della prova. O, viene voglia di aggiungere, se esiste, chi ne è in possesso ne custodisce gelosamente il segreto. In via del tutto generale, può osservarsi come, nella compilazione dell atto, occorra anzitutto rispettare, in maniera rigorosa, la disciplina formale contenuta nella legge notarile (L. 16 febbraio 1913, n. 89), nel codice civile e nelle altre leggi speciali che, di volta in volta, vengono in rilievo. Al riguardo non resta che rinviare alla successiva Parte II, nella quale si offrono un quadro sintetico della disciplina formale dei principali atti a causa di morte, che richiedono l intervento del notaio, ed un esemplificazione delle più comuni ed importanti clausole che possono essere contenute in un testamento. Si tratta di una serie di regole, dettate dalla prassi oltre che dal diritto positivo, con le quali occorre acquisire dimestichezza grazie al continuo esercizio sì

6 ATTI MORTIS CAUSA da evitare di commettere, in sede concorsuale, errori tanto temuti, quanto, purtroppo, frequenti: le c.d. nullità formali. Naturalmente, la corretta compilazione dell atto testamentario presuppone, oltre alla padronanza delle tecniche redazionali, anche la capacità di tradurre la volontà espressa dalle parti (nel caso del concorso, dalla traccia) in disposizioni testamentarie giuridicamente valide e tecnicamente corrette. Si tratta, in altri termini, di svolgere con perizia la c.d. funzione di adeguamento che la legge notarile (cfr. in particolare l art. 47, L. n. 89/1913) attribuisce al notaio; ossia, il compito di indagare personalmente la volontà della parte, al fine di fornirgli l atto più idoneo per il raggiungimento del fine voluto. In generale può dirsi che per potere acquisire una tale capacità occorre in primo luogo un faticoso studio critico degli istituti giuridici; ossia, uno studio mirato non solo alla memorizzazione meccanica (pur necessaria) di tali istituti, ma soprattutto alla comprensione della funzione che essi svolgono e del modo con cui possono essere concretamente utilizzati. In secondo luogo, di grande utilità è altresì l analisi delle principali questioni e dei più frequenti casi che possono presentarsi al notaio: sapere già in che modo si risolve un determinato problema giuridico agevola enormemente è superfluo sottolinearlo l interpretazione di una traccia concorsuale e la corretta soluzione giuridica delle questioni che essa solleva. Si riduce, così, il rischio di incorrere in nullità sostanziali o in c.d. travisamenti della traccia, che spesso costituiscono la giustificazione del giudizio negativo espresso, sui temi di concorso, dagli esaminatori. Su tali aspetti si rinvia, allora, alla successiva Parte III, che offre un campione significativo di questioni giuridiche concernenti la materia delle successioni, distribuito fra i quindici casi esemplificativamente risolti e sviluppati. Viceversa, maggiore è la discrezionalità del candidato nella scelta delle modalità per il corretto ed efficace svolgimento dei principi attinenti agli istituti giuridici coinvolti nel tema di concorso. Lo stile da seguire nell esposizione, ad esempio, o l ordine scelto nell illustrazione degli istituti giuridici interessati dal tema di concorso sono frutto di scelte personali che possono variare anche notevolmente come è giusto che sia da candidato a candidato, senza che ciò incida significativamente sul giudizio finale. Tuttavia, anche sotto tale profilo è possibile individuare alcune regole di carattere generale, oltre che alcuni accorgimenti di tipo pratico, ai quali può essere quanto meno opportuno conformarsi, per evitare di commettere errori grossolani che possono compromettere l esito della prova. È a tale argomento che sono dedicate le pagine che seguono. In particolare, si cercherà anzitutto di indicare quali capacità linguistiche ed espressive è bene acquisire od affinare, durante la preparazione, per potere affrontare la prova di concorso. Quindi, si offrirà qualche semplice consiglio circa alcuni accorgimenti stilistici che può essere opportuno adottare. Da ultimo, si delineerà un metodo di carattere generale che è possibile seguire, il giorno della prova, per la stesura del tema di concorso.

CAPITOLO I IL TEMA DI CONCORSO: OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE 7 1.2. Parte teorica e motivazione 1.2.1. Generalità La trattazione dei principi di carattere giuridico relativi all atto che è oggetto del tema di concorso è suddistinta, per consuetudine inveterata, in c.d. parte teorica e c.d. motivazione. In sintesi, con l espressione parte teorica si intende fare riferimento all esposizione sistematica degli istituti giuridici coinvolti nel tema. Di norma accade che nelle tracce di concorso si indichino espressamente quali sono gli argomenti di natura teorica che si vuole siano trattati dal candidato. Più raramente, questa elencazione manca ed è lasciato alla sensibilità dell esaminando il compito, non sempre agevole, di stabilire con precisione di quali istituti occorra parlare. L espressione motivazione, invece, viene utilizzata per indicare la parte della trattazione dedicata ad illustrare le ragioni, di carattere logico-giuridico, che inducono, nello svolgimento del tema e nella redazione dell atto, a scegliere una soluzione piuttosto che un altra. La distinzione fra le due parti non è solo logica, ma, di norma, anche materiale. Accade, in altri termini, che si scelga di distinguere nel corpo del tema stesso una prima parte, denominata espressamente parte teorica, ed una seconda parte, denominata motivazione, in modo da dare ordine alla trattazione e da agevolare il compito degli esaminatori. In alternativa, sia pure meno frequentemente, si opta per una trattazione unica: una sintesi di esposizione sistematica degli istituti di diritto e di argomentazioni giuridiche. Naturalmente, la scelta per l una o l altra modalità di svolgimento del compito è da lasciarsi alla sensibilità e capacità di ognuno, dal momento che di per sé sola essa non può certo pregiudicare l esito della prova. Tuttavia, nelle pagine che seguono si farà sovente riferimento alla distinzione fra le due parti, quanto meno per ragioni di ordine espositivo. Considerata, infatti, la diversa funzione che esse comunque svolgono, sia che nel tema vengano anche materialmente separate, sia che vengano accorpate in un unico contesto, i principi generali che ne reggono la stesura in parte divergono e, per conseguenza, ne è opportuno un esame separato. 1.2.2. Parte teorica La redazione della parte teorica costituisce una forma di scrittura consapevole : richiede il possesso e la padronanza di un vasto bagaglio di conoscenze giuridiche. Tuttavia, prescindendo dal suo contenuto specifico, che ovviamente varia di volta in volta, essa si configura, essenzialmente, come un esercizio di sintesi. Non è sufficiente, anche se naturalmente necessario, essere preparati su quanto viene richiesto di trattare, occorrendo altresì che nell esposizione si tenga conto dei limiti di spazio e di tempo imposti dalla prova concorsuale. Di norma, la traccia di un concorso notarile chiede la trattazione teorica di più istituti. Considerato che nel tempo assegnato occorre anche redigere un atto formalmente corretto e una motivazione adeguata, il tempo da dedicare a ciascun istituto spesso non va oltre la mezz ora. Esso, inoltre, va anche contenuto

8 ATTI MORTIS CAUSA entro limiti di spazio ristretti, per evitare un esposizione torrentizia che può rivelarsi controproducente in fase di correzione. Ebbene, tutto questo si traduce nella necessità, per il candidato, di avere acquisito la capacità di esprimere in modo piano e sintetico le sue conoscenze su un determinato istituto giuridico. Si tratta di una capacità che può essere conseguita solo con il tempo e con l esercizio, consistente essenzialmente sembra banale dirlo nella pratica quotidiana della scrittura, con lo scopo di padroneggiare la prosa detta referenziale, in quanto volta ad illustrare un istituto giuridico riferendo, in forma articolata e coerente, i risultati dell elaborazione dottrinale e giurisprudenziale. In altri termini, l esercizio consiste fondamentalmente nella riformulazione scritta di testi scritti o di lezioni, realizzata, a seconda dei casi nella forma della parafrasi, del riassunto o della sintesi. Parafrasare un testo scritto significa, in particolare, riscrivere integralmente il testo originario, per questa via interpretandone il contenuto e le argomentazioni. La parafrasi dunque finisce con il dare vita ad un testo lungo quanto l originale o, addirittura, ancora di più come avviene quando l originale presenta una molteplicità di termini tecnici di cui, mediante la parafrasi, si vuole spiegare e chiarire il significato. Si tratta, allora, di un attività consigliata soprattutto quando un testo scritto presenta delle difficoltà di contenuto, che si cerca di chiarire appunto mediante la parafrasi, sciogliendo i nodi dell originale. Il riassunto, invece, consiste nel trasformare il testo originario, riproducendolo in forma abbreviata (e non integrale, come la parafrasi). Si tratta di una pratica apparentemente solo scolastica che, in realtà, trova poi largo impiego nell attività di studio e di apprendimento in vista della prova concorsuale. Infine, la sintesi consiste in un attività più complessa del semplice riassunto, perché essa ha lo scopo di far confluire in un unico testo le informazioni provenienti da una pluralità di fonti e richiede, quindi, una previa attività di valutazione e di classificazione dei testi originari. La capacità di sintetizzare quanto si è appreso attraverso lo studio delle discipline oggetto della prova di concorso costituisce l attitudine indispensabile per redigere una parte teorica di un tema di concorso. Per coloro che studiano il concorso notarile, allora, la parafrasi, il riassunto, la sintesi devono essere come si accennava una pratica quotidiana. La riscrittura della lezione che si è avuto modo di seguire su un determinato argomento o la parafrasi sommaria delle pagine dedicate ad un istituto giuridico, dal manuale o dalla monografia o dall articolo studiati, consentono di gettare le basi di una metodologia di lavoro destinata a rivelarsi utilissima in sede concorsuale. Naturalmente, non esiste una metodologia fissa per realizzare, in tempi brevi, una sintesi adeguata di determinate conoscenze di parte teorica. Quello che si può dire in generale, tuttavia, è che il criterio comunque da seguire è quello della chiarezza e della comprensibilità della tesi esposta dal testo e della sua trascrizione abbreviata e al tempo stesso completa. D altro canto, il riassunto e la sintesi costituiscono innanzitutto un banco di prova di grande utilità per stabilire il livello di conoscenza della lingua, che non va dimenticato costituisce il requisito fondamentale per realizzare una buona prova di concorso. Chi non ha conoscenze linguistiche adeguate, difficil-

CAPITOLO I IL TEMA DI CONCORSO: OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE 9 mente sa riassumere: gli errori sintattici più vistosi emergono proprio in questo esercizio che presuppone già molte abilità consolidate: la capacità di utilizzare al meglio la punteggiatura e le forme verbali, di applicare correttamente la consecutio temporum, ecc. Queste abilità sono richieste, naturalmente, in ogni tipologia di testo, ma sicuramente nel riassunto sono essenziali e non vi sono scappatoie. È estremamente difficile barare : se non si è compreso correttamente il testo che si è studiato o non si è in grado di condensarlo correttamente, l esito sarà fallimentare. Il riassunto costituisce, infatti, anche un validissimo strumento per verificare la corretta comprensione del testo di partenza. Quando si riassume si eliminano gli elementi superflui, le ripetizioni, le ridondanze, le ambiguità e si porta in superficie la linea tematicamente unitaria del testo riassunto, per conservarne il senso complessivo. È inevitabile, allora, che il riassunto presenti caratteristiche di concentrazione informativa, economia espositiva e rigore logico che accrescono in modo determinante il valore di ciascuna sua parola. È evidente, così, che un fraintendimento prodottosi nella lettura del testo da riassumere produca nella sintesi conseguenze proporzionalmente più gravi e devastanti. Si aggiunga che più aumenta il livello di contrazione testuale, ossia più il riassunto diventa piccolo rispetto al testo di partenza, più aumentano le responsabilità di chi riassume, perché gli è richiesto in misura più pressante di gerarchizzare le informazioni presenti nel testo da riassumere e di scartare quelle non essenziali. In sostanza, il riassunto è un tipo di parafrasi sommaria che richiede una comprensione completa e minuziosa del testo di partenza e, dunque, denuncia in modo infallibile i difetti di comprensione. In quanto comunicazione particolare che ha per oggetto la riscrittura di un testo di partenza, l operazione riassuntiva richiede dunque una buona competenza testuale, cioè la capacità di comprendere i testi di partenza, la capacità di manipolarli, di parafrasarli e infine di ridurli all essenziale. Da questo punto di vista il riassunto può essere considerato un atto interpretativo in grado di cogliere l essenziale di un testo, smontarlo e poi ricostruirlo individuandone le strutture portanti. L operazione riassuntiva, in altri termini, finisce con il tempo con l affinare anche le capacità critiche dell autore, considerato che l interpretazione del testo e il giudizio di valore sono impliciti nelle stesse scelte gerarchiche di mantenimento o di eliminazione di sezioni del testo di partenza. Quando si riassume, infatti, si è chiamati a decidere cosa può essere lasciato cadere e cosa va in ogni caso mantenuto e anche questo costituisce un giudizio critico. Volendo tirare le somme di quanto esposto, si può semplicemente affermare che la pratica quotidiana e costante del riassumere e del sintetizzare, entro limiti di spazio e tempo contenuti, quanto si va studiando per la preparazione al concorso notarile costituisce uno strumento di grandissima utilità per affinare le proprie capacità di corretto uso della lingua scritta (in particolare nell ambito giuridico), per verificare l esatta comprensione di quanto si è studiato e, infine, per sviluppare lo spirito critico, primo passo per giungere a formulare argomentazioni su questioni di carattere giuridico.

10 ATTI MORTIS CAUSA Il ricorso a tale pratica porta, per conseguenza, ad acquisire le competenze che possono permettere di realizzare una buona parte teorica del tema di concorso. 1.2.3. Motivazione La motivazione è l illustrazione delle ragioni tecniche che inducono a scegliere determinate soluzioni, preferendole rispetto ad altre; richiede pertanto un analisi comparativa delle possibilità alternative e l indicazione dei motivi di preferenza di una di esse. La motivazione, comunque, è un fatto squisitamente tecnico, e non una mera descrizione di ciò che fanno notaio e parti, o una ripetizione di norme, o una parafrasi della traccia. Va inoltre chiarito che la motivazione, se fatta ad un determinato livello, ha un notevole valore anche teorico, in quanto esprime, attraverso la capacità di ragionare, la maturità giuridica del suo autore. In buona sostanza, mentre con la parte teorica si saggiano le conoscenze acquisite nel corso della preparazione, con la motivazione si verifica la capacità di argomentare su temi di carattere giuridico, quindi di sapere concretamente utilizzare gli istituti giuridici, a modo di strumenti non solo astrattamente esposti in bell ordine nei testi di legge, ma praticamente fruibili per conseguire determinati risultati voluti dalle parti di un atto notarile. Volendo utilizzare una metafora, gli istituti giuridici sono per il buon giurista ciò che gli strumenti di lavoro sono per l artigiano. Non è sufficiente, allora, essere in grado di identificarli, descriverli e ricostruirne la storia; occorre anche sapere come concretamente si utilizzano e acquisire la sensibilità e la praticità per individuare, giustificando la scelta, quale meglio risponde allo scopo perseguito in un caso concreto. Ebbene, la descrizione dello strumento di lavoro è riservato alla parte teorica e richiede, come si è detto, un linguaggio referenziale ed obiettivo; la spiegazione del perché in concreto si ritiene opportuno utilizzare uno strumento piuttosto che un altro è oggetto della c.d. motivazione e richiede non più un linguaggio asettico ed oggettivo, ma al contrario che l autore entri, per così dire, nel testo, prenda posizione su cosa sembri opportuno fare, per offrire una soluzione adeguata del caso concreto, e sia capace di giustificare, con argomentazioni dotate di logicità e coerenza giuridica, la scelta operata. Anche qui, prescindendo dalle singole fattispecie, può dirsi in generale, che il registro espressivo che si è chiamati ad assumere sempre, nella motivazione, è quello argomentativo : si avanza una soluzione e la si difende contro le obiezioni, giuridiche e logiche, di cui potrebbe essere oggetto. Argomentare significa, in generale, proporre dei ragionamenti che hanno come scopo principale quello di convincere l interlocutore o gli interlocutori ai quali ci si rivolge. L argomentazione, quindi, si concretizza nella predisposizione di un complesso di ragionamenti opportunamente collegati tra di loro, con il fine di convalidare o confutare una tesi. In altri termini, il proposito principale di un testo argomentativo categoria nella quale a buon diritto può essere compresa anche la motivazione di un tema di concorso è di persuadere per potere fare accettare determinate tesi, attraverso argomenti più o meno forti, più o meno convincenti, la cui natura non è solamente formale. A tale scopo è necessario scegliere il registro linguistico più

CAPITOLO I IL TEMA DI CONCORSO: OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE 11 confacente, ricorrendo, se opportuno, agli esempi più adatti e comprensibili in quel momento e in quella situazione. Nel caso del concorso, si può far leva su conoscenze comuni, approfondendo e proseguendo discorsi le cui premesse sono ben note. In generale, può subito osservarsi che nei testi argomentativi prevalgono i connettivi, ossia tutti quegli elementi linguistici che hanno la funzione di realizzare la coesione del testo e rendono più evidenti i passaggi salienti dell argomentazione. Naturalmente, prevarranno soprattutto i legamenti di tipo logico: perciò, appunto, insomma, senza dubbio, tuttavia, nondimeno, sebbene, ecc. In vista della prova concorsuale, un utile esercizio per addestrarsi ad argomentare nella motivazione, è quello di cimentarsi su tesi contrapposte, relative ad uno stesso problema giuridico, cercando di svolgere con coerenza discorsi una volta mirati a sostenere, l altra a confutare le tesi avanzate in ordine al problema stesso. Selezionando, ordinando e sviluppando i vari spunti argomentativi relativi a ciascuna tesi, si acquista progressivamente la capacità di costruire discorsi di buon livello, persuasivi e corretti. Al contempo, è anche importante comprendere che imparare a svolgere aspetti antitetici di una questione significa addestrarsi a vedere e riconoscere diversi punti di vista, essere in grado di considerarli in tutta la gamma delle loro possibilità di svolgimento prima di fare una scelta e di decidere quale tesi sposare o difendere. Quando gli argomenti esibiti sono credibili e ben disposti, quando si basano su conoscenze e su dati precisi, danno sempre vita a un discorso persuasivo, con una sua logica, destinato a suscitare nell esaminatore l impressione che esso sia opera di chi, attraverso lo studio e la pratica, ha acquisito dimestichezza con gli strumenti del diritto. Sembra un ovvietà, ma è bene sottolineare, poi, che in un tema è preferibile scegliere la linea argomentativa che in primo luogo il candidato considera più convincente. Argomentare e giustificare una determinata scelta significa anche persuadere il destinatario della giustezza della tesi sostenuta. Se l autore per primo non ne è convinto a sufficienza, il rischio di cadere in contraddizioni è più alto e, comunque, risulta più difficile comunicare ed esporre il proprio punto di vista. Nell argomentare e giustificare la propria tesi, poi, occorre anche evitare l errore, causato spesso dalla foga oratoria, di dare per presupposto che chi legge sia già al corrente di tutto. È vero che è lecito presumere che l esaminatore sia un esperto della materia nella quale è chiamato a svolgere la sua funzione; tuttavia, è pure vero che il dare per scontato che, ad esempio, egli conosca fin nei minimi dettagli tutte le dieci tesi avanzate in dottrina su un istituto giuridico magari di rilievo pratico marginale, può costituire una scorciatoia che non conduce da nessuna parte. Essa si traduce solo in frasi ellittiche, nelle quali vengono omesse o sottintese troppe informazioni e che, quindi, finiscono con il rendere di fatto oscuro e poco comprensibile il discorso che si è cercato di articolare. In conclusione la motivazione del tema di concorso è il luogo nel quale occorre dare prova della propria capacità argomentativa ed è dunque quello in cui si dà respiro al pensiero e ai suoi disegni, imparando a dirigerlo e a indirizzarlo.

12 ATTI MORTIS CAUSA Quando si argomenta, in altri termini, si dà voce e credibilità alle impressioni, alle intuizioni che, lasciate a se stesse, resterebbero inerti o si vanificherebbero senza aver trovato espressione. L abilità di chi argomenta si gioca allora sulla capacità di collegarle alle conoscenze funzionali al tema proposto, di svolgerle in modo critico e coerente, di utilizzare un registro espressivo adeguato al tema. 1.2.4. Consigli pratici Può essere utile da ultimo offrire, in tono minore, qualche semplice indicazione o modesto consiglio pratico, da seguire nella stesura sia della parte teorica sia della motivazione. Innanzitutto, vanno evitati, per quanto possibile, gli eccessivi riferimenti alla disciplina normativa, specialmente se in forma elencativa e schematizzata. Il contenuto delle norme dovrebbe essere utilizzato soltanto, in una impostazione corretta del tema, per confermare, mediante riferimenti alla disciplina positiva, le posizioni sostenute in sede teorica. È comunque sempre sconsigliabile trascrivere testualmente brani di articoli nel tema. Altrettanto dicasi, per il motivo opposto, in merito alla citazione del solo numero dell articolo, senza un riferimento, sia pur minimo, al dato normativo sostanziale che si vuol richiamare. Allo stesso modo, non è opportuno l uso della dizione teoria preferibile. Esso è legittimo in un articolo o in una monografia scientifica, dal momento che l autore ha tutto il diritto di prendere posizione circa la soluzione di una questione giuridica, esprimendo il proprio punto di vista al riguardo. Viceversa, tale uso non è consigliabile in temi di concorso, in generale perché non è questa la sede per esprimere giudizi negativi su tesi espresse magari da parte significativa della dottrina o della giurisprudenza; a maggior ragione, poi, quando tale uso si traduce in un enunciazione apodittica, senza alcuna spiegazione o approfondimento, ed a volte senza nemmeno riportare le opinioni diverse: si consideri, infatti, oltre all ineleganza stilistica di un procedimento del genere, anche il rischio che si corre se l esaminatore non dovesse poi concordare sul punto, dal momento che è psicologicamente accettabile una tesi contraria alla propria opinione soltanto se adeguatamente motivata. Ancora, la citazione delle definizioni e delle posizioni dottrinali presuppone sempre la loro completa comprensione, per evitare di menzionarle a sproposito o in un contesto non opportuno, con conseguenze piuttosto negative ai fini della valutazione. Nel caso di una pluralità di teorie enunciate dalla dottrina in ordine ad un determinato problema giuridico, la soluzione pratica più opportuna, salvo casi eccezionali, è di limitarsi alle due posizioni che trovano i maggiori consensi, di ciascuna indicando brevemente la base logica su cui è fondata, e specificando, qualora ciò sia necessario ai fini della soluzione della fattispecie proposta, le ragioni per le quali si preferisce seguire l una delle linee interpretative proposte e non l altra. Nella scelta tra le varie tesi esaminate, è di grande importanza, naturalmente, la posizione della giurisprudenza, se la si conosce. Non vi è dubbio che, in tutti i casi controversi, la posizione della magistratura abbia la prevalenza, purché ovviamente si tratti di un principio giuridico consolidato, in quanto confermato

CAPITOLO I IL TEMA DI CONCORSO: OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE 13 da ripetuti pronunciati, ovvero un principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite della Cassazione. Durante la fase di preparazione, poi, ha notevole rilievo la revisione attenta delle esercitazioni svolte. Si tratta, in effetti, di un attività, oltre che non facile, spesso trascurata, dal momento che, terminata una prova o un esercizio, si ha la tendenza a liberarsene. Al contrario, è necessario rileggere e correggere quanto scritto, non solo al fine di rimediare ad errori linguistici od ortografici, ma anche per valutare se il testo è scritto bene, se è chiaro, se mira all essenziale, se il tono è giusto. Non è semplice, in realtà, cogliere i difetti di un testo proprio, perché ciò richiede che si impari a leggerlo con occhio distaccato. Ora, mentre durante la prova di concorso la rilettura di quanto scritto non può che essere effettuata a caldo, visto il limitato numero di ore di cui si dispone e, quindi, la necessità di consegnare il compito, viceversa durante la preparazione è opportuno rileggersi a distanza di tempo: quando tra scrittura e revisione intercorre un po di tempo, si acquistano, infatti, maggior distacco e senso autocritico. L ideale sarebbe riuscire a leggere il testo come se fosse stato scritto da un altro, provando a mettersi nei panni del destinatario. È un operazione che ha lo scopo di stabilire se l argomento è stato centrato bene, se la documentazione è completa, se il punto di vista e le soluzioni suggerite sono espresse in modo chiaro e senza inutili lungaggini, se il tono scelto è quello adatto. Un suggerimento utile è, in particolare, di rileggersi ad alta voce. Può sembrare, a prima vista, un indicazione strana per quanti non sono abituati a questa pratica e la trovano quasi innaturale o, addirittura, infantile. In realtà, va considerato che la lettura ad alta voce (non di ogni testo che si legge, ma solo) di ciò che si scrive permette di rivelare molti aspetti del testo che non si notano ad una lettura silenziosa e di rendersi conto se ciò che si è scritto funziona oppure no. Si aggiunga, poi, che la correzione dei temi di concorso viene effettuata dalla commissione giudicatrice mediante la lettura non silenziosa dei compiti. Per conseguenza, abituarsi a scrivere testi che si prestino a tale tipo di lettura può dare un vantaggio non irrilevante. Un altro suggerimento, poi, è di sottoporre le esercitazioni, svolte con costanza durante la fase di preparazione, alla lettura e al giudizio di colleghi con i quali si condivide lo studio, sollecitando un giudizio anche severo e disponendosi ad accettare, con onestà intellettuale ed umiltà, i rilievi che potrebbero essere mossi. Non è piacevole vedersi correggere errori di ortografia, grammatica o sintassi; sentirsi rimproverare di non avere svolto in maniera completa il discorso su un certo istituto giuridico, dal momento che esso presenta vistose lacune; di essere stati poco chiari o poco convincenti nel sostenere una determinata tesi o, peggio, di avere completamente errato nello scegliere una determinata soluzione. Tuttavia, se si ha la fortuna di incontrare, durante la preparazione, persone disposte a svolgere questa funzione per noi, in cambio della nostra disponibilità a fare altrettanto per loro, si può essere notevolmente agevolati nel processo di crescita intellettuale necessario per avvicinarsi a scrivere un buon tema di concorso. A volte, poi, per verificare la chiarezza di quanto si scrive (e se si trova chi sia disposto a subire la relativa tortura), può essere utile fare leggere i propri elaborati a persone che, pur dotate di una normale cultura generale, non abbiano