Corriere Fiorentino 23/11/2013 p. 3 Non solo caserme: Palazzo Vecchio invia la lista dei desideri Claudio Bozza 1. Iniziative ed eventi



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25/11/2013

INDICE RASSEGNA STAMPA 25/11/2013 Fiesole Corriere Fiorentino 23/11/2013 p. 3 Non solo caserme: Palazzo Vecchio invia la lista dei desideri Claudio Bozza 1 Corriere Fiorentino 23/11/2013 p. 23 Alcedo Ricette di famiglia 5 Nazione Firenze 23/11/2013 p. 19 Sbarcano in Sardegna 180 quintali di solidarietà Claudio Capanni 6 Nazione Firenze 23/11/2013 p. 25 Slot machine, sgravi a chi le 'sgombra' Daniela 7 Giovannetti Nazione Firenze 23/11/2013 p. III «Sono più selvaggio degli animali che salvo» Lisa Ciardi 8 Italia Oggi 23/11/2013 p. 7 Lo Stato non sa gestire la scuola Goffredo Pistelli 10 Iniziative ed eventi Repubblica Firenze 23/11/2013 p. XV SCUOLA DI FIESOLE 13 Nazione Firenze 23/11/2013 p. 25 'Fiesole e l'antico Egitto' 14 Indice Rassegna Stampa Pagina I

io 2rme: c:; :1k, --1 In I ecc.io s mvia la lista deï desideri Sono 18,0 edifici chiesti ( ratis) dal Comune a o Stato Case contro l'emergenza sfratti, spazi commerciali e abitazioni da mettere sul mercato per trovare risorse preziose: sono i progetti che Palazzo Vecchio ha per le ville e le caserme dismesse che ha chiesto al Demanio (gratis) per riqualificarle. Il Comune, dopo la campagna del sindaco Renzi sul passaggio delle caserme agli enti locali, ha inviato la lista degli immobili chiesti allo Stato, come previsto dal «federalismo demaniale», per valorizzarli salvandoli dall'abbandono. Sono 18 le strutture richieste (oltre a diverse abitazioni): la caserma Gonzaga al confine con Scandicci, che ospitava i gloriosi Lupi di Toscana; la Perotti di Coverciano, la Predieri di Rovezzano, la Redi di via Micheli, la caserma Cavalli di piazza del Cestello; e poi ci sono la Morandi di via da Diacceto a due passi dalla Stazione; l'ex aula bunker di Santa Verdiana, la sede del distretto militare in piazza Santo Spirito, Palazzo Buontalenti (ex sede della Corte d'appello) in via Cavour, l'istituto Agronomico d'oltremare, Villa Camerata alle pendici di Fiesole, l'ex ospedale militare in via Monte Oliveto, oggi occupato dal Movimento di Lotta per la casa, e quello di via San Gallo. Ma il Comune chiede al Demanio pure l'ex deposito carburanti di via della Torre, alle pendici di Settignano, dove l'amministrazione vuole scongiurare la realizzazione del deposito mezzi della polizia. Nella lista anche le ex Case del Fascio di Castello (ora Circolo Arci) e Menabuoni (cioè l'sms Andrea Del Sarto) e l'ex caserma Costa San Giorgio, sopra al Ponte Vecchio. Fuori lista, ma nel mirino da tempo, ci sono anche due pezzi da novanta da strappare al Demanio, come Palazzo Strozzi e Forte Belvedere. Pubblico Un'operazione da quasi 400 milioni di euro, per costruire si pensa al project financing Una lista dei desideri da un milione di dollari, anzi da 394 milioni di euro: tanti, secondo il Comune di Firenze, sarebbero i fondi necessari per completare i progetti di riqualificazione. L'operazione caserme sarebbe un investimento a costo zero, con possibilità, una volta ottenuti gli immobili dallo Stato, di ristrutturare e riutilizzare gli immobili oppure di venderli. Delle i8 strutture inserite nella lista, Palazzo Vecchio punta su tre immobili in particolare: le caserme Predieri, Perotti e Gonzaga. Tre strutture mastodontiche, che da sole richiederebbero investimenti per milioni e milioni. Ma con le casse a secco, come può il Comune avventurarsi in operazioni del genere? Finanziando gli interventi solo in parte e tornando a punter sul project financing, la compartecipazione pubblico privato. Prendiamo l'esempio della caserma ex Lupi di Toscana: Palazzo Vecchio pensa di sfruttare i 30 mila metri quadrati disponibili destinando il65%o della superficie ad abitazioni (per fasce a basso reddito, giovani coppie e case private); il lo%o a spazi commerciali, il 15% ad un albergo medio e il lo%o restante ricavando biblioteca e spazi pubblici. «Il nostro obiettivo - spiega l'assessore all'urbanistica, Elisabetta Meucci - è quello di valorizzare immobili oggi abbandonati e che, come tali, non apportano al momento benefici alla collettività, né in termini economici, né sociali». Palazzo Vecchio punta ad «incassare» gratuitamente parte degli immobili contenuti nella lista entro primavera, poco prima delle amministrative a cui, a meno di colpi di scena romani, dovrebbe ricandidarsi il sindaco Matteo Renzi. Claudio Bozza claudio.bozza@rcs.it ORI PRODUZ ONE RISERVATA 11.1,,«\,I Fiesole Pagina 1

niplioni di ORAFO mpatto dei lavori di demolizione e ristrutturazione ilioni di euro mpatto sull'economia diretto e indiretto ro mporto dei lavori e delle opere connesse 1 Deposito carburanti (via della Torre) 2 Ospedale Militare (via San Gallo) 3 Caserma Gonzaa "Lupi di Toscana" (via di Scandicci) 4 Caserma Perotti (via del Gignoro) O Caserma Predieri (via Aretina 154) Palazzo uontalenti (via Cavour 57) 7 Aula Bunker (via dell Agnolo o via Paolieri) C Caserma Rodi (via Venezia) Caserma Cavalli (piazza del Cestello) 1G Distretto Militare Santo Spirito (piazza Santo Spirito) 11 Caserma Morandi (via Jacopo da Diacceto) 12 Istituto Agronomico d'oltremare (via Cocchi) 13 Villa Camerata (viale Augusto Righi) 14 Casa del Fascio di Castello 19 Casa del Fascio enabuoni (via Manara) Scuola asaccio (viale Mazzini) 16 Ex ospedale militare (via Monte Oliveto) 17 scuola sanità militare 1 Vi rio Veneto (Costa San Giorgio) COMPUTI Fiesole Pagina 2

N Un giardino In Costa nell'aula bunker San Giorgio (braccio ` ferro parcheggi col ministero) e una biblioteca Uffici statali e comunali al posto dei soldati È un'aula di tribunale di massima sicurezza, dove si sono tenuti i processi più delicati della storia di Firenze e non solo. II ministero della Giustizia, nonostante l'apertura dei nuovo Palagiustizia, non vuole però rinunciarvi, perché l'aula bunker di Santa Verdiaria è ritenuta strategica logisticamente. Il Comune la pensa pero diversamente e, come già riportato nel Piano Strutturale, punta ad incassare l'immobile dal Demanio per demolirlo e realizzare un grande giardino per i residenti in uno spazio chiave per il centro, incastonato tra i Viali e Sant'Ambrogio. Il braccio di ferro tra Ministero e Comune, in corso da tempo, sembra però essere ancora lontano dalla soluzione. In Costa San Giorgio, proprio sopra al Ponte Vecchio, c'è forse il più bello dei gioielli abbandonati di proprietà del Dpî, i ii iiu e di cui Palazzo 1; l pio vorrebbe diventare proprietario. Nella ex caserma Vittorio Veneto l'amministrazione vorrebbe sfruttare i 12 mila metri quadrati disponibili ricavando 5.500 metri quadrati di abitazioni private, ma anche da destinare a giovani coppie e alla lotta contro l'emergenza sfratti. In altri 5 mila metri nascerebbe un albergo di lusso, mentre nei restanti 2 mila metri biblioteca e spazi commerciali. In quest'area il Comune vorrebbe ricavare anche un parcheggio per residenti e non. A Rovezzano, precisamente in via Aretina 154, nell'ex caserma Predieri, l'amministrazione vorrebbe sfruttare i 300 mila metri quadrati di superficie disponibile per mettere a segno un'operazione chiave per abbattere i costi dell'amministrazione: conce iii ii i i i n parte degli uffici stai ili nì2, soprattutto comunali, mossa cho farebbe risp i, ii il iie decine di migliai i li uro che ancora oggi si pagano per gli affitti degli uffici dislocati in città a macchia di Leopardo. Nel 2010, poco dopo la sua elezione a sindaco, Renzi tentò di concentrare gli uffici nell'attuale Multiplex di Novoli, ma non vi riuscì. Fiesole Pagina 3

Qui c'era la leva ` `tare, in futuro case e c In piazza dei Cestello, anche se i più lo ignorano da quando è finito il servizio miliare obbligatorio, la caserma Cavalii e chiusa e abbandonata da Tempo. L'immobile non versa in cattive condizioni e proprio per evitarne la decadenza, il Comune vorrebbe sfruttare i 4.500 metri quadrati della struttura per ricavare abitazioni (a canone sociale e non) nell'85% della superficie; mentre il restante 15% realizzare spazi commerciali e un punto cultura per i cittadini dell'oltrarno. Anche in questo caso, come peraltro avvenuto per le altre caserme dismesse, si sarebbero già fatti avanti possibili investitori. Edilizia sociale, c ercio e un mini hotel nell'ex Perotti L'ex caserma Perotti, in via del Gignoro 34, è l'immobile più grande tra quelli richiesti da Palazzo Vecchio al Demanio e di cui il sindaco Matteo Renzi parla da tempo. Si ti-alla di oltre 100 mila meli i quadrati, in un quartiere residenziale come Coverciano, che Palazzo Vecchio punta a far rinascere con un'ipotesi d'intervento assai dispendiosa, in cui i privati giocherebbero un ruolo chiave. II piano prevede abitazioni (sociali e private) in 70 mila metri quadrati, mille metri di spazi commerciali, un mini hotel da 500 metri quadrati ed infine uno spazio culturale di altrettanti mille metri da destinare ai cittadini del quartiere. L'assessore all'urbanistica Elisabetta Meucci Fiesole Pagina 4

Alcedo Ricet'e di famiglia Una pasticceria intiservizio attento e tan- ma e accogliente. Un te ricette di famiglia riproposte serialmente per tutti. II cheese cake è uno dei pezzi forti della casa, da anni. La crema al formaggio è sofficissima e delicata. Perla frutta le opzioni sono multiple. Via Antonio Granisci, 25 (Fiesole) Fiesole Pagina 5

IL CARICO, CHE LUNEDI' ARRIVE ' AD OLBIA, CONTIENE ACQUA, BIANCHERIA E DERRATE ALIMENTARI sbarcano in Sardegna 180 quintali di solidarietà. CICLONE Cleopatra, la solidarietà si mette in moto. La Sardegna chiama e Firenze risponde con un tir di 180 quintali di beni di prima necessità che lunedi sbarcherà a Olbia. La spedizione, con la ditta campigiana Vegni Express, da Livorno arriverà alla Croce Bianca di Olbia che insieme alle altre Misericordie sarde distribuirà le donazioni alla popolazione colpita dall'alluvione. Un importante segnale d'aiuto reso possibile dall'impegno di tutto il volontariato fiorentino che con l'intervento di I danni in Sardegna prefettura e del consigliere regionale Marco Carraresi, in 48 ore ha messo in piedi la spedizione, coinvolgendo molte aziende produttrici della provincia. Mentre la Prefettura di Firenze ha concesso l'autorizzazione alla circolazione in tempi record. Il carico è costituito da beni di prima necessità maggiormente richiesti dalla popolazione alluvionata fra cui 60 quintali d'acqua naturale, spazzolini, dentifrici, biancheria, vestiti e decine di quintali di derrate alimentari. "Ringrazio il volontariato fiorentino che ha reso possibile tutto questo - dice Gabriele Palla, coordinatore delle Misericordie sarde -. Nelle zone colpite dall'alluvione - spiega - serve tutto, dai piatti ai materassi ma soprattutto l'acqua con cui potersi lavare e bere, dobbiamo tenere presente che 6.000 litri di acqua soddisfano la popolazione colpita per due o tre giorni. Ma sono necessarie anche biancheria, pannolini e stoviglie di plastica e oggetti usa e getta vista la situazione precaria delle famiglie che hanno perso tutto inclusi i vestiti". In ordine alfabetico hanno contribuito alla catena di solidarietà: Banco alimentare di Firenze, Croce d'oro di Ponte a Ema, Fratellanza militare di Firenze, Humanitas di Scandicci, Misericordie di Badia, Bivigliano, Firenze, Fiesole, Rifredi, Ponte a Sieve, Sesto Fiorentino, Quinto, Varlungo e la Pubblica Assistenza di Livorno. In attesa dell'apertura di un conto corrente per le donazioni, per inviare aiuti è possibile contattare le Misericordie della Sardegna al numero 346.9580652. Claudio Capanni Fiesole Pagina 6

Slot madrine, sgravi a chi le `sgombra,_ 1 Passa all'unanimità documento per scoraggiare i.lr fe o y2 IL CONSIGLIO comunale di Fiesole dichiara guerra alle slot machines. Nei limiti concessi dalla legge, che disciplina la materia a livello statale, l'amministrazione fiesolana ha adottato all'unanimità l'ordine del giorno per scoraggiare l'uso delle macchinette mangiasoldi sul proprio territorio comunale. E fra gli incentivi previsti inserisce anche la possibilità di sgravi fiscali per gli esercizi che rinunceranno a slot e videopoker. «Le entrate del gioco vanno alla Stato ma sul territorio restano una serie di problematiche - dice Emanuele Vannucci, consigliere comunale del Centrosinistra per Fiesole e promotore del documento -. Per questo ci siamo chiesti se non fosse il caso di dare uno stimolo di visibilità a questa materia, chiedendo alla giunta di fare il possibile per disciplinare il gioco con una serie di restrizioni da TOLLF^ ' `,7ERO Proposti anche controlli a chi gode di agevolazioni per la mensa o l'affitto adottarea». Da qui la sottoscrizione del documento con il quale si impegna l'amministrazione a firmare il "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo", a tutelare i minori e promuovere «una cultura antagonista all'utilizzo delle slot machines». In particolare si chiede di attuare misure volte all'informazione dei pericoli legati all'uso delle slot ed al gioco d'azzardo, ma anche di incoraggiare i gestori di locali pubblici, arrivando a prevedere anche possibili riduzioni su le imposte locali. «Gli sconti saranno contenuti - dice il consigliere Bartolini - ma è utile dare un segnale anche in tal senso». «Sarebbe anche importante - conclude Vannucci - effettuare controlli per evitare che chi gode di agevolazioni pubbliche, come un contributo per la mensa o per l'affitto, non debba avere la possibilità dii accedere al gioco». Daniela Glovannettl Fiesole Pagina 7

o» iniziato a fare l'attore per accontentare due vicine casa, da partecipazioni televisive e sfilate ' moda Ma non va a Roma perché ë grafico e ha una gelateria Lisa Ciardi GRAF ICO per scelta, attore per caso e per passione, ma soprattutto grande amico degli animali. Mattia Lastrucci, 30 anni da compiere, ha fatto del salvataggio degli amici a quattro zampe una vera missione, che vorrebbe trasformare anche in un programma televisivo. La sua casa, sotto la collina di Mosciano, è uno zoo in miniatura ed è sempre aperta ai trovatelli di ogni razza e dimensione: il boxer Chira, la gattina Gigliola e altri quattro mici, un pesce, 28 tartarughe e due ricci. Più molti altri che arrivano e partono, al ritmo delle adozioni. A Scandicci (e non solo) Mattia è ormai un punto di riferimento per chiunque perda o trovi cane o gatti, grazie anche al gruppo Facebook "Missione Randagi" che gestisce insieme a Elisa Carrai e che presto diventerà un vero e proprio sito. «Gli animali sono la mia grande passione - spiega - e mi piacerebbe poterli aiutare ancora di più usando la tv e il cinema, che ogni tanto mi vedono protagonista». COM E e da dove nasce l'impegno televisivo? «E iniziato tutto per caso - spiega Mattia -. Anni fa correvo in moto, partecipando a gare e competizioni. Casualmente, sopra casa mia vennero ad abitare due ragazze che facevano e fanno documentari per il National Geographic. Dovevano girare uno spot sulla raccolta differenziata dei rifiuti e avevano bisogno di un motociclista. Così scelsero me». Da lì per Mattia si sono aperte le porte del piccolo e grande schermo. «Non ho mai smesso di fare il mio lavoro qui a Scandicci - prosegue - mantenendo i piedi per terra. Ho due attività: la gelateria «Dolcemente» e l'impegno come grafico all'«etichettificio Lp», due aziende di famiglia nelle quali lavoro con i genitori e mia sorella. Ma anche in tv le soddisfazioni non sono mancate». ECCO I N FATTI la partecipazione a 32 puntate della trasmissione «Verdetto Finale», la parte da coprotagonista nel film «Un delfino nel cielo», la presenza a «Striscia la Notizia» e in alcuni programmi Sky. Infine, il lavoro come fotomodello per varie griffe. «Dovendo portare avanti le mie attività qui, non posso trasferirmi a Roma - spiega - cosa che bisognerebbe fare per lavorare stabilmente in tv. Oltretutto non amo molto la mondanità... Gli amici dicono che sono più selvaggio degli animali che salvo. Ma anche stando a Firenze, riesco a fare cose interessanti. Il mio sogno è trasformare la passione per gli animali in un programma, in modo da poter essere utile ai nostri amici a quattro zampe. Intanto continuo ad aiutarli come posso». L'ultimo caso una settimana fa: un cane smarrito dal padrone che Mattia, grazie a Facebook, è riuscito a riportare a casa in meno di 24 ore. P'EX J_ IL SUO PROGETTO PER IL FUTURO Fiesole Pagina 8

LASCHEDA VI a Scandicci ma è nato a Fiesole il 26 novembre 1983, quindi fra pochi giorni compie trent'anni: auguri! Formazione professionale: corso biennale di recitazione, metodo Stanislavskij-Checov e corso metodo Strasberg In televisione ha partecipato a «Verdetto finale». Per il cinema è stato coprotagonista nel 2012 di «Un delfino nel cielo», per la regia di Stefano Terraglia, mentre a teatro ha condotto da presentatore lo spettacolo «Io non sono così» dei Rintronati durante la rappresentazione che si è tenuta al Teatro Studio. Occhi marroni, è alto 1,76 e pesa 74 chili. Sport amati e praticati: motociclicmo, nuoto, snowboard, calcio. Fiesole Pagina 9

Andrea Ichino: lo dirrtostra lo stato rovinoso iri cui si trova l'ínsegrtarnento in Italia Lo Stato non sa gestire la scuola lasci governare i piena autonomia dagli insegnanti DI GOFFREDO PISTELLI -la bestia nera di certi sindacati della scuola e di qualche madrassa di pasdaran accademici, un po' come il fratello, Pietro, lo è per la Cgil e la Fiom. Andrea Ichino, classe 1959, ordinario di Economia politica a Bologna e all'istituto Universitario Europeo di Fiesole (Firenze), formatosi alla Bocconi (tesi con Mario Monti), al Mit di Boston e quindi al lavoro di ricerca nell'igier di Francesco Giavazzi, Andrea Ichino, dicevamo, non la smette infatti di dire la sua su ciò che, nella nostra scuola e nella nostra università, non va. Lo ha fatto con alcuni libri, Facoltà di scelta, scritto con Daniele Terlizzese, uscito per Rizzoli, e Liberiamo la scuola, firmato anche da Guido Tabellini e edito dal Corriere della Sera, nella collana I Corsivi, libri che, a mesi dall'uscita, suscitano ancora discussioni e reazioni stizzite. Domanda. La scuola e l'università italiane paiono aver raggiunto il punto più basso di una lunga crisi. Che sta succedendo? Risposta. Lo Stato non perde occasione per dimostrare la sua incapacità di gestire scuole e università, scontentando tutti, a destra e sinistra, per motivi opposti. Ma anche scontentando tutti, semplicemente, perché è inefficiente nel raggiungere obiettivi che non sono né di destra né di sinistra, come quello di selezionare in tempi rapidi insegnanti e professori universitari in modo da consentire una efficace pianificazione dei processi formativi. D. E dunque che cosa si potrebbe fare? R. Consentire 1"`opting out," dalla amministrazione statale. Ossia consentire a chi vuole gestire in modo diverso scuole e università di poterlo fare in modo completamente autonomo riguardo alla gestione delle risorse, soprattutto umane, e della offerta formativa. Una sperimentazione su base volontaria, anche di pochi istituti per cominciare. D. Che soggetto giuridico potrebbero diventare? R. Le configurazioni le individueranno i giuristi, certo la fondazione potrebbe essere la più semplice. D. Un'autonomia spinta... R. Si, ma poiché l'autonomia senza valutazione è pericolosa, lo Stato deve fornire agli utenti tutte le informazioni elementari necessar ie perché possano scegliere le scuole e le università che preferiscono, convogliando verso di esse le risorse pubbliche. D. Il che significa che a valutare sarebbero i cittadini... R. Si: sarebbero gli utenti con le loro scelte. Sinora lo Stato confusion ario e dissipatore è riuscito a scontentare tutti, sia a destra che a sinistra anche se, ovviamente, per motivi opposti Si potrebbe cominciare in via sperimentale, in poche scuole, affidando alle scuole la selezione in tempi rapidi di insegnanti e professori universitari D. Sulla scuola, tra l'altro, nessuno pare seriamente interessato a rivedere il reclutamento. I concorsoni paiono insuperabili e, di pari passo, si immettono in ruolo schiere di precari, per il solo fatto che hanno collezionato incarichi a termine per molto tempo... R. Appunto: il reclutamento è uno degli esempi più macroscopici dell'incapacità dello Stato di gestire la scuola. Soprattutto perchè le ricerche scientifiche più attendibili suggeriscono che per fare delle buone scuole ci vogliono soprattutto buoni insegnanti: le architetture istituzionali e perfino le altre risorse sono secondarie. D. E per fare i buoni insegnanti? R. I buoni insegnanti vanno selezionati con attenzione tra Coloro che sprecheranno l'uso dell'autonoinia loro accordata. finiranno per essere puniti dagli utenti che non vogliono per i loro figli scuole baraccone i migliori laureati, che quindi devono essere attratti alla professione docente con carriere e retribuzioni adeguate, ma non garantite a tutti indipendentemente dalle capacità e dal merito. Tra l'altro, la formazione serve a poco.. D. In che senso, professore? R. Nel senso che insegnanti bravi si è, non si diventa! Anche perchè quelli bravi davvero non hanno bisogno che qualcuno gli dica se e come fare formazione e aggiornamento. D. Lei parla di incapacità dello Stato a gestire. L'ha detto anche lo storico Alfonso Scotto di Luzio da queste colonne: il ministero della Pubblica istruzione è fallito. R. Infatti. E dato il fallimento della macchina statale, è giunto il momento di consentire alle scuole che lo desiderano, di uscire dal sistema per potersi scegliere liberamente gli insegnanti, offrendo loro le retribuzioni e le prospettive di carriera che ritengono più adatte. D. C'è un tema ulteriore: Fiesole Pagina 10

il principio stesso di valutazione genera crisi di nervi. Ogni anno, i test Invalsi vengono visti come il cavallo di troia che porterà al giudizio dei docenti. É una battaglia persa, secondo lei? R. Assolutamente no! Anzi pian piano una frazione sempre più ampia di popolazione si rende conto che i test Invalsi svolgono la stessa funzione del termometro per il corpo umano. Offrono indicazioni fondamentali, anche se ovviamente non esaustive, sulla esistenza di possibili patologie nel funzionamento di una scuola e nell'operato dei suoi insegnanti. D. Ma il termometro da solo non basta per fare una diagnosi R. Verissimo! Infatti i test Invalsi sono solo un parametro, per'altro utilizzato in tutto il mondo, ma non possono né debbono essere l'unico. D'altro canto, il contrasto acceso sulle modalità della valutazione in Italia mostra che il problema è trovare un accordo su quali parametri utilizzare. D. Per cui, lei suggerisce, lasciamo valutare gli Italiani... R. Certo. Con i parametri che preferiscono. Ma devono essere sufficientemente informati dallo Stato su tutti i dati elementari necessari per farsi un opinione riguardo ai parametri preferiti. Non ho paura di dirlo: auspico una valutazione "fai da te". D. Secondo alcuni la rottura del monopolio statale e l'introduzione di una autentica parità scolastica col privato, potrebbe essere un modo per rivitalizzare il sistema. Ma già la parità esistente, è sottoposta ad attacchi massimalisti, vedi il caso delle materne di Bologna, o scelte amministrative ideologiche, come a Milano. R. Il problema è mal posto. Lo Stato ha tre funzioni possibili nell'erogazione di servizi pubblici: finanziamento, regolazione e gestione diretta. Tuttavia esistono numerosi esempi di servizi che sono e rimangono pubblici anche se la terza funzione non è nelle mani dello Stato centrale ma di soggetti diversi. Pensiamo ad esempio ai trasporti pubblici, che in molti casi sono finanziati e regolati dallo Stato ma gestiti da altri. Le mie proposte però non riguardano le scuole private. D. Quindi, quando vi accusano di voler privatizza- e, dicono ;cempiaggili.. R. A me nteressa solo :onsentire alle scuole università aubbliche di essere gestite n autonomia,la soggetti diversi dallo Stato Centrale, che ha dimostrato fino ad ora la sua incapacità di gestore. D. E l'università? Fine a qualche anno fa tutto era basato sull'idea di un'autonomia irresponsabile: noi, atenei, spendiamo, tu Il re'4'/rmlosaa4yrmlo tle>-i dm-4'111i ' ramao degli esempi più ar441e'm'o- 84'o1rae'm e m'a.salamlm.s.srsaaa della t'r'oaaie'ta irme~trlreme'ilá dello slafo eli,;e slir r' lo 84'1aole.m L amio 4'Ire' l t l4aa 43ezsirr st'rra41 r,01l1al1zior14= ì- i a4'r-icolostr, lo s142lo tle=rt'fisr szrt c agli tale=nli lraile' le> laá;94ar r eta i4arai 4li 4, ie i4yrm tr ielore4ye= pvr,mcewlie=r e bene Non c'è, laiso; 'aeo di 'sar'amr4aaioma4a 4l4 li iaast>rateaalr, Nel senso che arast'pprmorrlr lar or?r, sr 4> o rmorm.sa 4'. I. non cerio lo si tlirs>aeltt con corsi íyor'lo s rait > tassor'lili 1 l4'sli Iams 4ml,si sa'olaaramo lea.slt>s.s4m raamaaomae del la'r'frm-orra4'la'em pe'r il corpo. (ï,f,i orao iam4lie"4maioaeij`4aa1elma4mae=1al4mli anche si, el4=lslsorao 4=-ss4=rv irri4 a'tri4> e1i 4el1ai darli Gli irm_se' rrtmmali remmarmo selezioni con tmiit>rmziorre>-,fi'4m i a-rriglioa-i lorar-voli. Quelli brerri ml4ra'm 4'ro s4mrarmo da soli 4'oamre e'r.sa ele'm't' 4ar'ramtmre per Bäm.se' ; dmar'4' lme'rre' Andrea Ic@rEnas Fiesole Pagina 11

Stato, paghi a piè di lista. Senza neppure valutarmi. La crisi ha riportato tutti sulla terra. Ora la linea Maginot è evitare qualsiasi forma di governo dell'università che in qualche modo punti su obiettivi in maniera differenziata. L'accenno di Matteo Renzi sulla realizzare cinque «hub della ricerca», ossia creare altrettante researching universities, è stato accolto con scherno da alcuni accademici. R. Non posso che ripetermi: finiamola di affidare allo Stato le decisioni che non è in grado di prendere. Sulla proposta di Renzi sono contrario anche io ma per motivi diversi da quelli di vuole che nulla cambi. D. E perché, professore? R. Perché il problema non è se fare "per decreto" 5 o 10 hub della ricerca. Perché per farli bisognerebbe prima essere d'accordo sui criteri per stabilire chi fa buona ricerca e quali debbano essere i campi di indagine da privilegiare. Questo accordo purtroppo non sembra esserci in Italia, come dimostrato dalle infinite critiche all'operato dell'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario - Anvur. Il punto quindi è affidarsi al mercato, come negli USA, dove non esiste qualcosa di analogo all'anvur perché la valutazione è fatta dagli utenti della didattica e della ricerca. Tra questi ovviamente ci sarebbe anche (ma non solo) lo Stato, con una sua agenzia per il finanziamento della ricerca, che dovrebbe copiare il modello di successo degli Europan Research Grants o dei National Science Foundation grants in USA. E ciascuno poi competerebbe come vuole per i fondi che preferisce. Lo Stato ha tre f finzioni nell erogazione dei servizi pubblici: finanziamento, regolazione e gestione diretta. Quest 'ultima dovrebbe delegarla nella scuola D. Altro elemento di discussione, in questi giorni, è il meccanismo approntato dal Miur per gestire il turn-over, cioè sostituire i docenti pensionati. Seppure un po' cervellotico, procede verso una logica premiale, consentendo agli atenei con i conti in ordine di assumere di più di altri dissestati. R. Un regolamento unico del turnover per tutti, indipentemente dall'area di ricerca e dal tipo di istituzione, è troppo rigido. Lasciamo gli atenei liberi di fare come vogliono e chi farà le scelte sbagliate verrà punito dagli utenti. Mi permette un paragone calcistico? D. Sì figuri, siamo un paese di allenatori... R. Avrebbe senso imporre a tutte le squadre le stesse regole be accadere per le università. E a tutti i livelli: giovani, adulti e anziani. D. Valore legale del titolo di studio. Se ne parla meno. Potrebbe servire ancora? R. Non ha molto senso, per lo meno nella formulazione che oggi ha nel nostro Paese. Quello che serve è che lo Stato raccolga informazioni precise, standardizzate e confrontabili, sulla validità L'età in cui mandare in pensione i professori? Sia giudicata dai colleghi. Anche i calciatori non vanno in pensione a una età prestabilita. Dipende sul turnover? Ci sono giocatori ottimi che continuano fino ad oltre 30 anni e altri per cui il turnover deve avvenire prima. Le squadre hanno gli incentivi giusti per fare le scelte migliori su chi deve essere pensionato, e infatti le fanno. Lo stesso dovrebdei titoli offerti da ciascuna istituzione educativa. E poi gli utenti sceglieranno a ragion veduta. Ma non ha senso l'attuale situazione per cui, una volta soddisfatti una serie di requisiti burocratici ex ante (spesso irrilevanti per la qualità), il titolo erogato da una istituzione ha valore legale indipentemente dal suo valore reale. D. L'Ocse dice che spendiamo meno in istruzione. Per anni, secondo Roberto Perotti, economista della Bocconi, ci abbiamo marciato, spalmando quella spesa anche sugli studenti inattivi: se avessimo considerato gli studenti equivalenti a tempo pieno, avremmo scoperto di spendere molto di più. A che punto siamo? R. Un momento. L'Ocse non dice che spendiamo meno in istruzione: l'italia spende meno in proporzione del Pil, ma spende quanto gli altri, se non di più, per studente. E il motivo è che, per via del calo demografico, gli studenti sono relativamente pochi. Quello che conta per valutare l'entità della spesa in istruzione è la quota per studente. E non solo spendiamo tanto per ogni studente ma abbiamo anche molti insegnanti e molte ore di insegnamento per studente. D. Eppure i risultati delle indagini Oese sulle competenze degli adulti (comprensione di un testo ecc) sono disastrosi... R. Esatto. Lo Stato non spende poco, ma spende male. E non assume pochi insegnanti, ne assume troppi, dei quali alcuni, purtroppo, non sanno fare il loro mestiere. ---C Riproduzioneriservata- Fiesole Pagina 12

SCUOLA DI FIESOLE Un fortunato ciclo di concerti nel quale le più varie declinazioni del repertorio per sax attirano sempre di più l'interesse di piccoli e famiglie. Si comincia nel "nuovo spazio" della Limonaia con il Quartetto Auris. Villa La Torraccia, Limonaia ore 18, ingresso libero Iniziative ed eventi Pagina 13

D OMANI è in programma 'Fiesole e l'antico Egitto' per valorizzare la collezione del Museo missionario francescano. Inizio alle 10 con una conferenza a Casa Marchini Carrozza (via Portigiani 3). Iniziative ed eventi Pagina 14