Italia: esposizioni deteriorate. (in % sul totale dei finanziamenti) 10,8 8,9 7,8 3,2 3,0 2,9 6,0 4,5 3,6



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Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto 119 187 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/22 del 9/4/22 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca. Italia: esposizioni deteriorate (in % sul totale dei finanziamenti) 13,3 15, 259 mld 87 mld 7,8 8,9 1,8 3,2 4,3 5, 5,1 2, 2,5 2,9 3,6 3, 4,5 6, 7, 8, 28 29 21 211 212 giu-213 Sofferenze Incagli Ristrutturati Scaduti Fonte: Banca d Italia 42 25 novembre 213 Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel. 64728414 giovanni.ajassa@bnlmail.com L attuale difficile congiuntura ha portato al centro dell attenzione il deterioramento della qualità del credito. Nel 212 sul totale dei prestiti nel portafoglio delle banche, quelli di difficile esigibilità risultavano in crescita in molte economie, soprattutto nel confronto con il livello di quattro anni prima. Il differenziale tra la quota del 212 e quella del 28 varia da -,3 p.p. della Finlandia a +2,4 p.p. di Cipro. Nei paesi che hanno sperimentato cali consistenti dell attività economica si sono registrati gli incrementi maggiori, con una quota di crediti deteriorati che a Cipro e in Grecia ha raggiunto rispettivamente il 25% e il 16% dei prestiti. In Portogallo l analogo rapporto si è posizionato all 8,2% (+6,5 p.p. rispetto al 28,) mentre in Spagna è al 6,5% (+4 p.p. rispetto al 28). Tuttavia, l eterogeneità della definizione di crediti deteriorati nei diversi paesi dell area non consente confronti internazionali. Le disposizioni emanate ad ottobre dalla European Banking Authority dovrebbero contribuire al superamento delle diverse definizioni nazionali con benefici per la comparabilità dei dati e l attività di monitoraggio dei livelli di asset quality.

Verso un armonizzazione della definizione di crediti deteriorati: da NPL a NPE C. Russo 6-4728418 carla.russo@bnlmail.com Nella maggior parte dei paesi dell area euro l esperienza di una congiuntura economica così debole per un periodo così prolungato non poteva non riflettersi sulla qualità del credito. Nel 212 sul totale dei prestiti nel portafoglio delle banche, quelli di difficile esigibilità risultavano in crescita in molte economie della Uem, soprattutto nel confronto con il livello di quattro anni prima. Il differenziale tra la quota del 212 e quella del 28 varia da -,3 p.p. della Finlandia a +2,4 p.p. di Cipro. Nei paesi che hanno sperimentato cali consistenti dell attività economica si sono registrati gli incrementi maggiori, con una quota di crediti deteriorati che a Cipro e in Grecia ha raggiunto rispettivamente il 25% e il 16% dei prestiti. In Portogallo l analogo rapporto si è posizionato all 8,2% (+6,5 p.p. rispetto al 28,) mentre in Spagna è al 6,5% (+4 p.p. rispetto al 28). L eterogeneità della definizione di crediti deteriorati nei diversi paesi dell area rende non significativo il confronto internazionale ma le disposizioni emanate lo scorso mese di ottobre dalla European Banking Authority (EBA) dovrebbero contribuire a ridurre l ampio margine di discrezionalità che fino ad ora ha caratterizzato le voci comprese nell aggregato. La precisazione delle attività da includere nelle non-performing exposures (NPE) consentirà di superare progressivamente le diverse definizioni nazionali di non-performing loans (NPLs). Ne dovrebbe beneficare la comparabilità dei dati e la conseguente attività di monitoraggio dei livelli di asset quality. Ancora prima dell introduzione della regole dell EBA, la normativa italiana di classificazione dei crediti problematici risultava essere molto più severa rispetto a quella di tutti i paesi Uem. L ampiezza della definizione di attività deteriorate combinandosi con gli effetti della crisi economica ha determinato un rapido innalzamento della consistenza dei finanziamenti non-performing. A giugno scorso l ammontare dei crediti delle banche con anomalie di rimborso era pari al 15% dei prestiti con la prospettiva di una stabilizzazione di questa quota nel III trimestre. Il deterioramento della qualità del credito fortemente legato alla recessione economica In 14 dei 22 trimestri trascorsi dall inizio del 28 alla metà 213 il Pil dell Italia ha registrato una variazione negativa, con una caduta complessiva superiore a 9 p.p. in termini reali. Nello stesso periodo la produzione industriale è diminuita del 25% circa, i redditi delle famiglie sono scesi di oltre il 1%, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,5% (settembre). Un contesto così sfavorevole per intensità e per durata non poteva non pesare sulla qualità del credito: a giugno scorso l ammontare dei prestiti delle banche italiane che presentavano criticità nel rimborso ammontava a 259 miliardi (+2% a/a) pari al 15% dei prestiti, un livello che a fine 28 era invece al 5%. Sommando alla posizione delle banche quella delle società finanziarie (sofferenze pari a 56 mld), lo stock dei crediti deteriorati supera i 3 mld. 2

Italia: esposizioni deteriorate (in % sul totale dei finanziamenti) 15, 259 mld 13,3 87 mld 7,8 8,9 1,8 3,2 4,3 5, 5,1 2, 2,5 2,9 3,6 3, 4,5 6, 7, 8, 28 29 21 211 212 giu-213 Fonte: Banca d Italia Sofferenze Incagli Ristrutturati Scaduti Delle quattro voci che, nel nostro paese, costituiscono l insieme dei crediti deteriorati delle banche 1 risultano in crescita molto sostenuta soprattutto le forme più gravi e quantitativamente più ingenti: a giugno le sofferenze, che rappresentano oltre la metà (53%) dei crediti deteriorati, sono aumentate su base annua del 21% (a 138 mld) e le partite incagliate (1/3 dei crediti di dubbia esazione) risultano in crescita del 33% ( 86 mld), in peggioramento rispetto a quanto rilevato nei trimestri precedenti. Molto meno marcata è risultata la crescita delle esposizioni scadute (+2,7% a/a, l 8% delle partite deteriorate) che nel 212 avevano registrato un aumento significativo (+56% a/a) in seguito all inclusione nell aggregato dei crediti scaduti o sconfinati da oltre 9 giorni (il limite precedente era 18 gg), con la fine della deroga rispetto agli standard internazionali della normativa prudenziale. In controtendenza risulta invece l andamento delle posizioni ristrutturate (-21% a/a, a 13 mld.) che rappresenta il 5% del totale dei crediti deteriorati. Italia: esposizioni deteriorate Italia: sofferenze (Var. % a/a) (giugno) 6 1.4. 14 5 4 3 33 1.2. 1.. 1.166.783 12 1 2 1 21 Numero affidati 8. 6. 67.82 8 6 Miliardi -1 4. 4-2 -3-21 I II III IV I II III IV I II 211 212 213 Sofferenze Incagli Ristrutturati 2. 29 21 211 212 213 Numero affidati in sofferenza (sc. sx) Miliardi (sc. dx) 2 Fonte: elaboraz. Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia Fonte: elaboraz. Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia 1 La Banca d Italia individua quattro classi di finanziamenti deteriorati caratterizzati da segnali di crescente difficoltà di rimborso: le esposizioni scadute da oltre 9 giorni o sconfinanti, le esposizioni ristrutturate, le partite incagliate e le sofferenze. 3

Un ulteriore conferma di come la difficile congiuntura stia pesando sulla capacità delle imprese e delle famiglie nel far fronte agli impegni finanziari emerge anche dall osservazione del passaggio di crediti con anomalie nel rimborso di minore criticità (sconfinati e scaduti) verso le classi di maggiore gravità (incagliati e sofferenze). Nel 212, secondo le evidenze della Centrale dei Rischi relative ai prestiti concessi alle imprese dalle banche e dalle società finanziarie, il 7,4% dei prestiti ha registrato un peggioramento della qualità a fronte del 4,3% nel 28; l unica categoria che ha mostrato in prevalenza segnali di miglioramento è quella degli sconfinanti tornati per circa la metà in bonis mentre per le altre patologie si è assistito ad un graduale aggravamento della posizione: il 6% dei crediti scaduti delle imprese si è trasformato in incaglio, sofferenza o perdita, una quota che nel 28 era pari al 45%. Particolare preoccupazione desta il peggioramento della qualità del credito concesso alle imprese di costruzioni, ramo che concentra all incirca il 2% dei finanziamenti al comparto produttivo: a giugno scorso i deteriorati ammontavano a oltre 7 mld tra sofferenze ( 38 mld) e altre patologie ( 32,3 mld), vale a dire il 37% dei prestiti al settore. Ampiamente al di sopra del valore medio anche i prestiti non performing delle società di servizi immobiliari (compravendita, locazione, gestione e intermediazione) arrivati al 26% dei finanziamenti a causa di 15 mld di sofferenze e di 24 mld tra incagli, scaduti o ristrutturati. Solo il 2% dei crediti alle famiglie ha invece subìto un peggioramento (2,6% nel 28). In questo caso a rendere meno critica la situazione potrebbe aver contribuito la sospensione del pagamento delle rate di mutuo, operazione consentita nell ambito delle misure a sostegno dei nuclei familiari in difficoltà. 2 Nel 212 meno della metà dei crediti alle famiglie scaduti è passato nelle classi di anomalia più rischiose segnando un miglioramento rispetto al 53% di quattro anni prima. Anche il livello del tasso di decadimento 3 sottolinea come il deterioramento del portafoglio prestiti delle banche riguardi in prevalenza le imprese: a giugno scorso il valore è salito al 4,7% (picco massimo dal 199) mentre per le famiglie è rimasto pressoché stabile intorno all 1,3%. 5, 4,5 4, 3,5 3, 2,5 2, 1,5 1,,5, Italia: tasso di decadimento (in % dei prestiti) 4,7 1,3 199 1992 1994 1996 1998 2 22 24 26 28 21 212 Famiglie Imprese Fonte: Banca d Italia 2 La sospensione del pagamento delle rate dei mutui, concordata tra ABI e 13 Associazioni dei consumatori, si è conclusa lo scorso 31 marzo 213 e ha riguardato circa 1. famiglie, per un controvalore di mutui, in termini di debito residuo pari a 1,9 miliardi di euro, con un beneficio, in media, di 7. euro per famiglia. L iniziativa è stata sostituita dal Fondo di solidarietà. 3 Rapporto tra nuove sofferenze emerse in un trimestre e crediti non in sofferenza all inizio del periodo. 4

Rilevazioni preliminari relative al III trimestre 4 suggeriscono come i nuovi flussi in ingresso sia nei crediti deteriorati sia nelle sofferenze riferiti alle imprese vadano verso una stabilizzazione. Per il 214 l indicatore relativo al tasso di ingresso in sofferenza per le imprese e per le famiglie è previsto in lieve calo, attesa comunque condizionata dal verificarsi di un miglioramento della congiuntura. Una situazione comune soprattutto tra le economie periferiche Il deterioramento della qualità degli attivi non è un fenomeno solo italiano. Nel 212 sul totale dei prestiti nel portafoglio delle banche quelli di dubbia esigibilità risultavano in crescita in molti paesi dell area euro, in particolare se confrontati con il livello di quattro anni prima. Il differenziale tra la quota del 212 e quella del 28 varia infatti tra i -,3 p.p. della Finlandia ai +2,4 p.p. di Cipro. Gli incrementi maggiori si sono registrati nei paesi che hanno sperimentato robusti cali dell attività economica con una quota di crediti deteriorati che a Cipro e in Grecia ha raggiunto, rispettivamente, il 25% e il 16% dei prestiti, e che si è posizionata all 8,2% in Portogallo (+6,5 p.p. rispetto al 28) e al 6,5% in Spagna (+4 p.p. rispetto al 28). 3 25 2 Non-performing loans (in % dei prestiti e dei titoli di debito) 28 21 212 15 1 5 Fonte: Bce Pur evidenziando un generale diffuso peggioramento della qualità delle poste attive in portafoglio, le evidenze ricavate dagli archivi della Bce non si prestano ai confronti internazionali. L individuazione di crediti che presentano criticità di rimborso più o meno marcate varia infatti tra i diversi paesi della Uem. Tra l altro il computo delle garanzie condiziona l inserimento tra i deteriorati, tanto per la categoria quanto per l ammontare; ne deriva un ampia variabilità dell indicatore. Un credito scaduto da più di 9 giorni viene considerato ovunque sintomo di difficoltà, tuttavia pur trattandosi di un criterio precisamente definibile, ad eccezione che nel Regno Unito e in Finlandia esso non è considerato sufficiente a determinare la condizione di non-performing loans (NPLs) 5. Nella maggior parte delle economie a questo criterio oggettivo se ne aggiunge un altro che presenta maggiori margini di discrezionalità: l individuazione di segnali di difficoltà 4 Banca d Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria n.6, 12 novembre 213. 5 S. Barisitz, Oesterreichische Nationalbank, Focus on European Economic Integration Q1/213, Nonperforming Loans in Western Europe A selective Comparison of Countries and National Definitions. 5

economiche e finanziarie del debitore più o meno gravi determina infatti l inserimento del credito di dubbia esigibilità in classi intermedie di insolvenza che a seconda della normativa adottata rientrano o meno nell area dei NPLs. Ampia disomogeneità di trattamento si rileva anche per i crediti ristrutturati: in Irlanda e in Italia questo tipo di crediti rientra tra i NPLs, in Austria, Germania e Regno Unito la decisione dipende dalla banca erogatrice, in Finlandia, Francia, Portogallo e Spagna i criteri sono variabili. La normativa italiana è risultata finora la più severa poiché include nei non-performing loans sia i crediti che presentano difficoltà di rimborso valutate temporanee (sconfinati, scaduti, ristrutturati e incagliati) sia quelli per i quali è stata già acquisita la consapevolezza che il debitore è incapace di assolvere con regolarità alle proprie obbligazioni (sofferenze). Verso un armonizzazione della definizione di crediti deteriorati Le sostanziali diversità che hanno finora caratterizzato l area dei crediti deteriorati sono destinate ad essere progressivamente superate dopo che la European Banking Authority (EBA) ad ottobre scorso ha pubblicato le linee guida tese all armonizzazione delle definizioni in modo da ridurre i margini di discrezionalità esistenti e di agevolare la confrontabilità dei dati. 6 L aggregato denominato non-performing exposures (NPE) secondo la nuova definizione comune include le attività scadute da più di 9 giorni e/o quelle per cui è estremamente improbabile che il debitore rimborsi il suo debito, indipendentemente dalla presenza di garanzie reali o personali; viene inoltre seguito l approccio per debitore, vale a dire che il deterioramento di una singola linea di credito estende la criticità a tutte le esposizioni con la controparte. Si tratta di definizioni alle quali la normativa italiana già rispondeva. Una maggiore uniformità di trattamento dovrebbe riguardare la classificazione delle esposizioni ristrutturate ovvero quelle per le quali vi sia stata una modifica delle condizioni iniziali del contratto a causa del deterioramento della situazione finanziaria del debitore a prescindere da un eventuale mancato pagamento. È stato infatti introdotto il concetto di tolleranza (forbearance) che prevede due sottocategorie, performing e non-performing; solo quest ultima rientrerà tra i deteriorati nel caso in cui l esposizione del cliente nel periodo di sorveglianza fissato in un anno (periodo probatorio) muterà per effetto di modifiche contrattuali favorevoli al debitore o mancati pagamenti superiori a 3 giorni. Il presente documento è stato preparato nell ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari. 6 EBA, Final draft technical standards on NPLs and Forbearance reporting requirements, 21 ottobre 213. 6