Doposcuola popolare nel Quartiere S.Fereolo di Lodi Educare alla cultura della non violenza in un contesto multiculturale.



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Transcript:

Master in Social pedagogy and fight against youth violence Doposcuola popolare nel Quartiere Educare alla cultura della non violenza in un contesto multiculturale di SILVIA BOSI

S.Fereolo di Lodi Piano delle attività Risultati degli Ragazzi Presentazione Sintetica Materiale educativo Conclusioni/ Riflessioni

S.Fereolo di Lodi Present. Sintetica a. TEMATICA COME PROBLEMATICA: Educazione alla non violenza come fattore di cambiamento favorevole a migliorare l integrazione culturale e sociale, nel contesto di un doposcuola popolare, con utenti prevalentemente di origine magrebina, in un quartiere periferico di Lodi b. CONTENUTI: presentazione della tematica e delle attività, esplorazione delle relazioni interpersonali e delle situazioni di violenza; consapevolezza delle rappresentazioni sulla violenza e nonviolenza personali e del gruppo; riconoscimento delle competenze per gestire il dialogo in modo costruttivo; individuazione di pratiche per realizzare una convivenza pacifica nel doposcuola e a scuola

S.Fereolo di Lodi Present. Sintetica c. ATTIVITA` PREVISTE: per giungere alla comprensione del contesto: osservazione partecipante: esplorazione delle relazioni, partecipando alle attività del doposcuola griglie di osservazione: rilevazione di manifestazioni di aggressività e violenza per favorire il processo di cambiamento, attraverso partecipazione e protagonismo: circle time: discussione di sentimenti e opinioni in un clima collaborativo e non giudicante, con la facilitazione di un conduttore intervista tra pari: lavoro di gruppo sul compito di simulare un intervista a ragazzi

S.Fereolo di Lodi d. METODO DI VALUTAZIONE: dato che il progetto d intervento è costruito su una specifica realtà, le metodologie di valutazione sono di tipo qualitativo: osservazione partecipante, griglie di osservazione, diario di bordo, analisi della registrazione del giocointervista Present. Sintetica e. RISULTATI ATTESI: competenze dei ragazzi: essere in grado di riconoscere atteggiamenti e comportamenti aggressivi; gestire il rapporto tra la visione educativa della famiglia e del territorio; saper esprimere i propri punti di vista; sviluppare empatia; gestire il confronto con gli altri; essere in grado di elaborare strategie di risoluzione ai conflitti; competenze degli educatori: assumere intenzionalità educativa sul tema della violenza; migliorare il clima relazionale nel doposcuola e, indirettamente, a scuola

a. Osservazione partecipante Le Attività b. Obiettivi: osservazione delle relazioni tra i ragazzi, del lavoro degli operatori, delle relazioni tra ragazzi ed educatori, del ruolo della mediatrice culturale, del rapporto tra operatori e famiglie, del rapporto tra la famiglia e la scuola. c. Aspetti connessi alla tematica: educazione interculturale, gestione dei conflitti

a. Griglie di osservazione Le Attività b. Obiettivi: cogliere le modalità con cui si concretizza l'aggressività (fisica e verbale) all interno del doposcuola e nella scuola; individuare la presenza/assenza di comportamenti di aiuto; comprendere il rapporto coi genitori; rilevare il grado di partecipazione della famiglia nel rapporto verso il doposcuola e la scuola. c. Aspetti connessi alla tematica: educazione interculturale, gestione dei conflitti, rapporto con la cultura di provenienza

a. Circle time Le Attività b. Obiettivi: essere consapevoli delle rappresentazioni sulla violenza e nonviolenza personali e del gruppo; riconoscere e gestire le proprie emozioni, quelle degli altri (empatia), creare un clima di serenità e di reciproco rispetto, imparare a discutere insieme, ad esprimere le proprie opinioni ad alta voce, ad ascoltare e a chiedere ascolto c. Aspetti connessi alla tematica: interiorizzazione di atteggiamenti e competenze per un comportamento nonviolento

a. Intervista tra pari Le Attività b. Obiettivi: attivare un lavoro di gruppo cooperativo e di peer learning; essere consapevoli delle rappresentazioni sulla violenza e non-violenza personali e del gruppo; individuare strategie di risoluzione di situazioni conflittuali c. Aspetti connessi alla tematica: decostruzione delle immagini e opinioni dei ragazzi sulla violenza

Materiale Educativo Supplementare criteri dell osservazione partecipante: scegliere la realtà da osservare (tempi, spazi, attività); instaurare un rapporto di interazione personale coi membri del gruppo da osservare; focalizzare e descrivere le relazioni; interpretare le relazioni tentando di comprenderne le motivazioni griglie di osservazione: una per i ragazzi dai 11 ai 14 anni e una per i bambini dai 7 ai 10 anni, da applicare in seguito all osservazione per monitorare il processo del PW.

Materiale Educativo Supplementare criteri per il circle-time: il conduttore pone al gruppo, disposto in cerchio, la seguente domanda stimolo: Cosa vi viene in mente col termine non-violenza?. A turno ciascuno risponde e ascolta le risposte degli altri senza porre giudizi di valore criteri per l intervista tra pari: l educatore individua a turno un ragazzo affinché ricopra il ruolo di intervistatore e stimoli, così, il confronto tra pari sulle competenze alla gestione del conflitto

S.Fereolo di Lodi Lavori dei ragazzi a. Sintesi dei lavori: per i maschi è normale usare la violenza fisica, per le femmine quella verbale. alcune famiglie magrebine considerano la violenza come segno di virilità e la non violenza viene vissuta come mancanza di autorità. i ragazzi magrebini considerano la scuola italiana come luogo dove possono agire come vogliono, prevalendo la presenza di figure adulte di genere femminile e uno stile educativo non autoritario consapevolezza nei ragazzi che il loro modo di agire contrasta con la cultura della scuola e li emargina difficoltà dei ragazzi a gestire il rapporto tra la visione educativa della famiglia e del territorio limitatezza nel processo di decostruzione delle rappresentazioni sulla violenza e, quindi, dei comportamenti violenti

S.Fereolo di Lodi Lavori dei ragazzi b. Riflessioni sui lavori: Criticità: complessità del lavoro di decostruzione delle rappresentazioni dei ragazzi perché correlate con quelle familiari e sociali di provenienza che richiederebbe un intervento a più livelli Punti di forza: il lavoro ha permesso ai ragazzi di cogliere le motivazioni delle situazioni conflittuali che li vedono protagonisti e la conoscenza di altre forme di convivenza sensibilizzazione degli educatori sulla tematica e consapevolezza delle rappresentazioni dei ragazzi sulla violenza

Ipotesi formative: Conclusioni e considerazioni finali avvio di un corso di formazione per gli educatori sulla gestione del conflitto avvio di un corso per i ragazzi di gestione delle emozioni, in termini di autoregolamentazione e autocontrollo, capacità di comprensione ed empatia, capacità di utilizzare il dialogo come risorsa costruttiva di fronte al conflitto, strategie di collaborazione nella ricerca di soluzioni al conflitto

Conclusioni e considerazioni finali realizzazione di un prodotto finale: un cortometraggio sulla tematica del nonviolenza, realizzato dai ragazzi da proporre nella scuola quale luogo primario di integrazione e socializzazione creazione di un blog fatto dai ragazzi assieme agli educatori, visioni di film avvio di un percorso formativo per gli insegnanti che permetta loro di acquisire le competenze per comprendere e gestire le situazioni conflittuali con i ragazzi stranieri e le loro famiglie.

Conclusioni e considerazioni finali proposta ai genitori di un percorso formativo, per supportarli nel proprio compito educativo sostegno ai genitori nell assunzione di un ruolo attivo nel rapporto con la scuola al fine di favorire l integrazione dei figli proporre la presenza significativa di un mediatore culturale, come possibile ponte tra due mondi, nella gestione della relazione scuola-famiglia

Raccomandazioni contestualizzare la pratica proposta esplorando le dinamiche del proprio gruppo focalizzare le caratteristiche culturali delle etnie presenti nel proprio servizio in relazione alle regole del convivere avvalersi di un mediatore culturale come risorsa tra la scuola e la famiglia rendere i ragazzi protagonisti e responsabili del proprio successo scolastico coinvolgere i genitori nella relazione con scuola-famiglia

Riferimenti bibliografici Bibliografia Catarci, M. (2011) La pedagogia della nonviolenza. Master Mabe - Moduli formativi, Università di Padova, Padova Cesareo, V., Bichi, R. (2010) Per un'integrazione possibile. Periferie urbane e processi migratori Corbetta, P. (1999) Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna Demetrio, D.,Favaro, G. (1992) Immigrazione e pedagogia interculturale, La Nuova Italia, Firenze

Riferimenti bibliografici Rizzi, F. (1992) Educazione e società interculturale, La scuola, Brescia Milan, G. (2011) La pedagogia interculturale. Mabe Moduli Formativi, Università di Padova, Padova Nicolau, G. (2011) La Comunicazione interculturale. Mabe Moduli Formativi, Università di Padova, Padova Tessaro, F. (2011) Metodologie attive e collaborative per prevenire la violenza giovanile. Master Mabe - Moduli formativi, Università di Padova, Padova