Aspetti naturalistici, paesaggistici e idrologici dei fontanili della pianura bergamasca. Volume 1



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Aspetti naturalistici, paesaggistici e idrologici dei fontanili della pianura bergamasca Volume 1

Il presente documento è stato redatto nel giugno 2008 a cura di: Università degli Studi di Bergamo Centro Studi sul Territorio Lelio Pagani Gruppo di lavoro: Renato Ferlinghetti (coordinatore e responsabile scientifico) Arturo Arzuffi (campagna fotografica, aspetti botanici e faunistici) Luigi Arzuffi (elaborazione database) Andrea Azzini (elaborazioni cartografiche, geo-database, editing) Licia Beretta (aspetti architettonici e storico-paesaggistici, editing) Riccardo Caproni (aspetti storico-paesaggistici) Giovanni Giovine (aspetti faunistici) Livio Leoni (aspetti faunistici) Eugenio Marchesi (implementazione banca dati, aspetti botanici) Bruno Masseroli (aspetti geografici e storico-paesaggistici) Enrico Pezzoli (aspetti faunistici) Monica Resmini (aspetti storico-paesaggistici) Il coordinamento del progetto è a cura del: Settore Tutela Risorse Naturali - Servizio Aree Protette Gruppo di redazione della Variante alla componente Paesaggio Ambiente del PTCP Progetto: Dirigente: Collaboratori: Redazione VAS e VIC: Editing grafico: Piergiorgio Tosetti Antonio Zanni Giuseppe Epinati Silvia Garbelli Paola Toffenetti Luigi D Alessandro Silvano Cornolti Carlo Lavelli SA Percorsi Sostenibili di Stefania Anghinelli e Sara Lodrini Settore Edilizia e patrimonio, Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Trasporti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi sul Territorio Lelio Pagani Presidente della Provincia: Ettore Pirovano Assessore Grandi Infrastrutture, Pianificazione Territoriale ed EXPO: Silvia Lanzani Assessore Urbanistica e Agricoltura: Enrico Piccinelli

PROVINCIA DI BERGAMO SETTORE TUTELA RISORSE NATURALI SERVIZIO AREE PROTETTE Progetto di verifica degli aspetti naturalistici, paesaggistici e idrologici dei fontanili della pianura bergamasca, con formulazione di proposte gestionali finalizzate alla loro conservazione e valorizzazione PRIMA FASE SECONDA FASE TERZA FASE QUINTA FASE GIUGNO 2008

PRIMA FASE CENSIMENTO DI TUTTI I CAPIFONTE ANCORA ESISTENTI IN PROVINCIA DI BERGAMO SECONDA FASE IL RUOLO TERRITORIALE DEI FONTANILI NELLA PIANURA TERZA FASE - QUINTA FASE VERIFICA DEGLI ASPETTI ARCHITETTONICI E STORICO- PAESAGGISTICI DEL TERRITORIO DELLA PIANURA BERGAMASCA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI AMBITI INTERESSATI DAI CAPIFONTE E DALLE ASTE DEI MEDESIMI Gruppo di lavoro: Renato Ferlinghetti (coordinatore e responsabile scientifico) Arturo Arzuffi (campagna fotografica, aspetti botanici e faunistici) Luigi Arzuffi (elaborazione database) Andrea Azzini (elaborazioni cartografiche, geo-database, editing) Licia Beretta (aspetti architettonici e storico-paesaggistici, editing) Riccardo Caproni (aspetti storico-paesaggistici) Giovanni Giovine (aspetti faunistici) Livio Leoni (aspetti faunistici) Eugenio Marchesi (allestimento e implementazione banca dati, aspetti botanici) Bruno Masseroli (aspetti geografici e storico-paesaggistici) Enrico Pezzoli (aspetti faunistici) Monica Resmini (aspetti storico-paesaggistici)

Acqua e luoghi Nella straordinaria molteplicità dei luoghi l acqua assume un suo risalto speciale, sia là dove essa è abbondante fino a diventare soggetto di rilievo sia là dove è carente fino a diventare bene raro e assolutamente prezioso; si potrebbe dire che proprio dall abbondanza o dall assenza dell acqua dipendono ampiamente i caratteri e gli equilibri dei luoghi. L acqua entra con un suo ruolo, variamente incisivo ma comunque fondamentale, nella complessività naturale dei luoghi. Il farsi progressivo degli scenari naturali si intreccia alla presenza dell acqua; l acqua concorre alla costruzione degli stessi scenari, come agente trasformatore, trasportatore, modellatore, nei suoi diversi stati fisici, nelle sue diverse quantità; all acqua si correla la presenza della vegetazione e di tutte le specie viventi.

E, col mutare della presenza o del portamento dell acqua, muta lo scenario fisico nel suo insieme: Vidi ego, quod fuerat quondam solidissima tellus/ esse fretum, vidi factas ex aequore terras /(...). Hic fontes natura novos emisit, at illic/ clausit et aut imis commota tremoribus orbis / flumina prosiliunt, aut excaecata residunt (Ovidio, Metam, XV). L acqua si intreccia alla vita delle società umane. La storia dei luoghi è notevolmente storia di possesso e di uso dell acqua, di rapporti con l acqua: Nos campis, nos montibus fruimur;/ nostri sunt amnes, nostri lacus;/ nos fruges serimus, nos arbores;/ nos aquarum anductionibus terris / foecunditatem damus; nos flumina/ arcemus, dirigimus, avertimus (Cicerone, De Natura deorum). In tutti i tempi della storia, in tutti i luoghi abitati dall uomo, è dato assistere a interventi non solo di fruizione ma anche di costruzione, con e attraverso l acqua. L acqua è elemento essenziale del paesaggio, per la sua presenza dinamica, per i suoi colori, per le sue luci, per la sua voce. Risalta la delicatezza degli equilibri legati all acqua, negli aspetti di eccellenza così come negli aspetti minori. L acqua è elemento fondamentale della qualità dei paesaggi che manifestano le ricchezze di luoghi o densi dialoghi tra cultura e natura: l acqua rivela nondimeno potenzialità straordinaria per conferire qualità a paesaggi poveri o degradati, per costruire paesaggi nuovi, per favorire, come recita la Convenzione Europea del Paesaggio, con la qualità dei luoghi, la qualità della vita. PAGANI L., Premessa, in PAGANI L. (a cura di), Corsi d acqua e aree di sponda. Per un progetto di valorizzazione. Natura, storia, paesaggio, Quaderni, Bergamo, Università degli Studi Bergamo, Centro Studi sul Territorio, Sestante, 2004, p. 7.

INDICE Introduzione Metodologia e Gruppo di Lavoro I IV 1. CENSIMENTO DI TUTTI I CAPIFONTE ANCORA ESISTENTI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO 1.1 Stato delle conoscenze sui fontanili della pianura bergamasca 1 1.2 Il progetto di ricerca affidato al Centro Studi sul Territorio L. Pagani 4 1.3 Analisi della distribuzione dei fontanili alle principali soglie storiche 11 1.4 L organizzazione informatica dei dati: il database 20 1.5 Il catasto dei capifonte 24 1.6 Distribuzione geografica dei fontanili nella pianura bergamasca 36 1.7 Stato di funzionalità dei fontanili della pianura bergamasca 41 1.8 Evoluzione della distribuzione dei fontanili bergamaschi tra il XVIII e il XXI secolo 44 1.9 Fontanili di rilevanza territoriale 56 2. IL RUOLO TERRITORIALE DEI FONTANILI NELLA PIANURA BERGAMASCA 2.1 I fontanili elementi specifici del territorio padano 59 2.2 I fontanili fulcro territoriale della pianura bergamasca 69

3-5. VERIFICA DEGLI ASPETTI ARCHITETTONICI E STORICO-PAESAGGISTICI DEL TERRITORIO DELLA PIANURA BERGAMASCA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI AMBITI INTERESSATI DAI CAPIFONTE E DALLE ASTE DEI MEDESIMI 3.1 Struttura di un fontanile 85 3.2 Tini, tubi e manufatti architettonici 89 3.3 Funzione dei fontanili 121 3.4 La manutenzione 130 3.5 La marcita 131 Riferimenti bibliografici, fonti cartografiche e sitografia 136

Introduzione Nell aprile 2006 è stato sottoscritto tra il Settore Tutela Risorse Idriche ed Estrattive della Provincia di Bergamo, Servizio Aree Protette, e il Centro Studi sul Territorio Lelio Pagani dell Università di Bergamo, il contratto di ricerca denominato Progetto di verifica degli aspetti naturalistici, paesaggistici e ideologici dei fontanili della pianura bergamasca, con formulazione di proposte gestionali finalizzate alla loro conservazione e valorizzazione. La premessa e il programma di lavoro della convenzione di ricerca sono riportati nel box sottostante: PREMESSA I fontanili rappresentano una struttura idrografica che caratterizza la Pianura Padana e, per il territorio provinciale bergamasco, una consistente fascia della bassa pianura, spingendosi a nord anche sin verso il limite dato dalla strada Francesca. L acqua dei fontanili affiora a una temperatura pressoché costante (12-16 C), dove la falda trova strati argillosi impermeabili che le consentono una risalita in superficie e sbocca formando una o più polle o fonti, che costituiscono la cosiddetta testa del fontanile. Essi sono opera dell uomo, realizzati in diversi periodi storici per sfruttare le acque delle risorgive. Con la loro realizzazione si potevano infatti raggiungere risultati diversificati: bonifica dei tratti di pianura acquitrinosa, disponibilità di risorse idriche sia per l irrigazione dei tratti di campagna posti a valle dei fontanili stessi che per la produzione di forza motrice atta al funzionamento di segherie, mulini e altre attività tradizionali. Inoltre, la loro larga diffusione e il loro ruolo economico ha ampiamente condizionato la matrice territoriale, sia in senso paesaggistico che infrastrutturale, creando una estesa e razionale rete idrografica di superficie, articolata nelle teste, nei canali di deflusso e sovente accompagnata da un ricco equipaggiamento vegetale. Non trascurabile è anche la struttura dei capifonte, a volte costruiti con maestria utilizzando ciottoli di fiume, laterizi e pietre, che rappresentano significative testimonianze d ingegneria minore, e che al contempo contribuiscono a delineare i caratteri identitari dei luoghi (si veda ad esempio il caso di Cologno al Serio, dove gli archi strutturali di alcuni capifonte richiamano espressamente le architetture del I

fossato adiacente alla cinta muraria difensiva del centro storico). I fontanili rappresentano pertanto una realtà territoriale che merita attenti e approfonditi progetti finalizzati a porre le basi per nuove azioni di protezione, conservazione e valorizzazione delle opere idrauliche e storico-architettoniche nonché dei valori ambientali che li accompagnano e che sono ancora oggi in gran parte presenti. Un importante lavoro di censimento è stato coordinato durante i primi anni Ottanta del XX secolo dal Museo di Scienze Naturali E. Caffi di Bergamo, che però si è limitato all analisi della presenza/assenza del fenomeno di risorgenza e alla segnalazione di alcune emergenze naturalistiche. Tale censimento è stato in seguito verificato da uno studio curato dal CNR e dalla Provincia di Bergamo, che ha cartografato la localizzazione dei fontanili attivi e non attivi sul territorio provinciale bergamasco e ha provveduto a informatizzare i dati raccolti (a carattere prevalentemente idrologico) sul proprio G.I.S. (Geographic Informatic System). Le intense trasformazioni territoriali che hanno interessato l ambito planiziale bergamasco negli ultimi decenni, impongono una verifica dei censimenti e delle indagini pregresse e, inoltre, le recenti attenzioni per il governo del territorio espresse ai diversi livelli istituzionali (P.T.P.R. Piano Territoriale Paesistico Regionale, P.T.C.P. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Progetto di rete ecologica provinciale, Piano per il Governo del Territorio, tema della biodiversità, tema della tutela delle acque, Agenda 21 locale, ecc.) impongono una nuova e più articolata analisi, attenta soprattutto ai valori ecologici, paesaggistici e gestionali che a tutt oggi manca. Lo stesso Piano d Azione Ambientale predisposto dalla Provincia di Bergamo nell ambito di Agenda 21 Locale individua, tra l altro, come obiettivo l incremento della biodiversità attraverso la promozione della realizzazione di aree protette di livello sovracomunale con particolare attenzione ai fontanili e ai magredi. PROGRAMMA DI LAVORO Il programma di lavoro finalizzato alla realizzazione del progetto in argomento è articolato nelle seguenti fasi: 1. Censimento di tutti i capifonte ancora esistenti in provincia di Bergamo (Fase facente parte del Contratto di Ricerca all Università degli Studi di Bergamo Centro Studi sul Territorio affidato con D. D.n. 4141 del 12.12.2005): 1. Analisi della cartografia storica e recente consultando anche le fonti catastali e documentali (cabrei, mappe, registri delle proprietà, confini, II

ecc.). 2. Produzione di cartografia alle principali soglie storiche con individuazione della distribuzione geografica dei fontanili. 3. Predisposizione di una relazione descrittiva analitica a supporto degli elaborati cartografici di cui sopra. 2. Il ruolo territoriale dei fontanili nella pianura bergamasca: 1. Descrizione del ruolo territoriale assunto dai fontanili nell organizzazione agraria, infrastrutturale e produttiva della provincia bergamasca nella storia. 3.Verifica degli aspetti paesaggistici del territorio della provincia bergamasca, con particolare riferimento agli ambiti interessati dai capifonte e dalle aste dei medesimi: 1. Descrizione del paesaggio dei fontanili a determinate soglie storiche, sulla base delle fonti documentarie disponibili. 2. Descrizione del contesto della qualità paesaggistica attuale. 3. Campagna fotografica. 4. Analisi della fisionomia dell equipaggiamento vegetale e delle presenze faunistiche: 1. Descrizione delle strutture vegetazionali. 2. Elenchi delle emergenze floristiche. 3. Elenchi delle emergenze faunistiche. 4. Campagna fotografica. 5. Analisi degli eventuali aspetti architettonici dei manufatti a livello dei capifonte e delle aste: 1. Prelievo dei principali manufatti e delle tipologie strutturali impiegate. 2. Classificazione dei materiali. 3. Campagna fotografica. 6. Considerazioni sulla vulnerabilità sensibilità criticità riscontrate: 1.Stato di conservazione, descrizione della qualità e dell importanza del fontanile. 2. Valutazione della vulnerabilità (pressioni, criticità). 3. Ruolo/funzionalità del fontanile nella rete ecologica locale. 7. Suggerimenti per una corretta gestione e valorizzazione dei fontanili: 1. Indicazioni di gestione e formulazione di linee guida complessive e/o specifiche a seconda dei casi e della localizzazione geografica. III

Metodologia e Gruppo di Lavoro Il progetto di ricerca è stato svolto da un Gruppo di Lavoro interdisciplinare costituito da specialisti in campo geografico, storico-paesaggistico, floristico-vegetazionale, faunistico e nell archiviazione informatica di dati ambientali geo-referenziati, in possesso di un approfondita conoscenza dei caratteri fisico-ambientali e naturalistici del Territorio Bergamasco. Sono stati coinvolti esperti del Centro Studi sul Territorio e collaboratori del Museo Civico di Scienze Naturali E. Caffi di Bergamo, della Civica Stazione Idrobiologia di Milano, della Stazione Sperimentale Regionale per lo studio e la conservazione degli anfibi in Lombardia e liberi professionisti che avessero eseguito specifiche ricerche sia scientifiche che applicative relative all area e ai temi oggetto dell incarico. Nell ambito d interesse della ricerca sono state svolte anche tre tesi e alcuni tirocini relativi al curriculum di educazione ambientale e politiche del territorio del corso di laurea in Scienze dell educazione. Per l analisi degli aspetti paesaggistici e naturalistici associati ai capifonti esistenti in provincia di Bergamo, oltre allo spoglio di fonti documentarie e bibliografiche, sia storiche che attuali, è stata effettuata una dettagliata indagine di campagna che ha permesso di visitare più volte, nei diversi periodi stagionali, ogni singolo fontanile. I numerosi dati rilevati sono stati archiviati in una banca dati appositamente predisposta che costituisce ad oggi la più completa fonte di informazioni sui caratteri naturalistici, paesaggistici e idrologici dei fontanili della pianura bergamasca. Gruppo di Lavoro Il Gruppo di Lavoro per lo svolgimento dei punti 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 indicati al comma 2 del programma di lavoro è risultato costituito da: Renato Ferlinghetti coordinatore e responsabile scientifico del contratto di ricerca Arturo Arzuffi Luigi Arzuffi Andrea Azzini Licia Beretta campagna fotografica, aspetti botanici e faunistici elaborazione database elaborazioni cartografiche, geo-database, editing aspetti architettonici e storico-paesaggistici, editing IV

Riccardo Caproni Giovanni Giovine Livio Leoni Eugenio Marchesi Bruno Masseroli Enrico Pezzoli Monica Resmini aspetti storico-paesaggistici aspetti faunistici aspetti faunistici allestimento e implementazione banca dati, aspetti botanici aspetti storico-paesaggistici e geografici aspetti faunistici aspetti storico-paesaggistici V

1. Censimento di tutti i capifonte ancora esistenti nella provincia di Bergamo 1.1 STATO DELLE CONOSCENZE SUI FONTANILI DELLA PIANURA BERGAMASCA Il censimento dei fontanili della pianura bergamasca, avviato nel 2006 dal Centro Studi sul Territorio (CST) dell Università di Bergamo, fa seguito a una serie di inventari stesi negli anni Novanta sullo stesso tema. In particolare il Museo Civico di Scienze Naturali E. Caffi di Bergamo ha svolto una ricerca, a scala regionale, sui fontanili della Lombardia, i cui risultati sono stati pubblicati nel 1992 in un volume monografico della Rivista del Museo E. Caffi 1. La ricerca del Museo, in cui il censimento dei fontanili bergamaschi costituiva solo una frazione della ricerca estesa a tutta la regione, ha individuato complessivamente 166 capifonte per l ambito bergamasco. Tra il 1992 e il 1999 la Provincia di Bergamo ha commissionato a operatori pubblici e privati indagini relative alle risorgive della pianura bergamasca (ERSAL 1992, CNR 1996/1997, Chiesa 1996, GEV 1998/1999) 2. L elaborazione dei dati forniti dalle quattro rilevazioni svolte dai suddetti operatori ha consentito di approntare un database Localizzazione dei fontanili compresi nella fascia tra i fiumi Adda e Oglio, depositato presso la Provincia, che contiene i contributi originali di ciascuna ricerca e il riepilogo degli stessi, ottenuto trattando i dati raccolti da ognuna delle indagini. Le ricerche effettuate dai singoli soggetti hanno preso in considerazione un numero differente di parametri, riassunti e comparati tra loro e con quelli utilizzati nella ricerca del Museo. E.Caffi in tabella 1 (Tab.1), e hanno rilevato un numero diverso di fontanili (Tab. 2). L aggregazione dei dati forniti dalle 4 indagini ha consentito di approntare un elenco di 247 capifonte. 1 AAVV, 1992, Catasto dei fontanili lombardi, in Rivista del Museo Civico di Scienze Naturali E. Caffi di Bergamo, vol. 15, Bergamo 2 Localizzazione dei fontanili compresi nella fascia tra i fiumi Adda e Oglio database predisposto assemblando i risultati di quattro ricerche (ERSAL 1992, CNR 1996/1997, Chiesa 1996, GEV 1998/1999). 1

Tab. 1 Parametri rilevati nell ambito delle ricerche effettuate da Museo Caffi (1992), ERSAL (1992), CNR (1996/1997), Chiesa (1996), GEV (1997/1989) MUSEO_92 ERSAL_92 CNR_96/97 Chiesa_96 GEV_97/98 Sigla Area Area Codice Comune Nome Perimetro Perimetro Data rilievo Località Provincia Fontanile Numero Fontanile Provincia Rilevatore Comune Codice Fontanile DX Attrib Comune Data Località Nome Coordinate E Tavoletta IGM Sigla fontanile C.T.R. Comune Coordinate N Denominazione Denominazione Coordinate Attività Codice Stato Sezione Profondità dell escavo Cod_ERSAL Forma Profondità escavo Polle Dimensioni max. N polle Vegetazione circostante Dimensioni min. Tipo Data rilevamento Superficie Presenza di acqua Presenza di acqua Profondità Tipo di fondo Tipo di fondo Spessore acqua Presenza rifiuti Rifiuti Tubi ph testa ph e temperatura Tini Temperatura testa Vegetazione acquatica Polle Vegetazione ac.sommersa Emergenze latifoglie Vegetazione ac. Galleggiante Stato_considerazioni Vegetazione ac. Emersa Descrizione_consid ph asta Giudizio Temperatura asta Note Vegetazione ac.sommersa Vegetazione ac. galleggiante Vegetazione ac. emersa Presenza Farnia Presenza Carpino bianco Presenza Acero campestre Vegetazione_altro Vegetazione_tipo Manufatti di pregio Note Coordinate E Coordinate N 2

Tab.2 Numero fontanili censiti nell ambito di ciascuna ricerca ENTE/ISTITUTO Area di riferimento Numero Fontanili rilevati MUSEO_92 Fontanili della Lombardia 158 1-ERSAL_92 Fontanili della provincia di Bergamo 166 2-CNR_96/97 Fontanili della provincia di Bergamo 351 3-Chiesa_96 Rete Pozzi Chiesa 156 4-GEV_97/98 Fontanili della provincia di Bergamo 173 RIEPILOGO 1-2-3-4 247 Come si può osservare dai dati della tabella 1, le analisi svolte negli anni Novanta hanno privilegiato gli aspetti geografico-fisici, mentre sono pressoché assenti gli aspetti storico-architettonici e quelli paesistico-territoriali, oggetto del contratto di ricerca affidato nel 2006 al Centro Studi sul Territorio dell Università degli Studi di Bergamo. I dati raccolti nell ultimo decennio del secolo scorso soddisfano sul piano quantitativo, meno su quello qualitativo; le ricerche commissionate dalla Provincia si sono concentrate sulla localizzazione, sulla distribuzione e sugli aspetti tecnici dei fontanili. Sono stati trascurati in generale gli aspetti ambientali e paesaggistici degli stessi. Gli aspetti vegetazionali e faunistici sono stati trattati in termini generali nella ricerca del Museo Civico E. Caffi. L analisi di campagna infatti si è limitata a un campione ristretto di fontanili. Del tutto assente, come già accennato, nelle precedenti ricerche è il riferimento agli aspetti storici dei fontanili, necessari per descrivere la loro evoluzione nel tempo. 3

1.2 IL PROGETTO DI RICERCA AFFIDATO AL CENTRO STUDI SUL TERRITORIO L. PAGANI La ricerca proposta e condotta dal Centro Studi sul Territorio, muovendo dalle copiose conoscenze pregresse e dalle considerazioni sopra esposte si propone: di verificare, integrare e migliorare la conoscenza dello stato di fatto relativo ai fontanili della provincia di Bergamo, attraverso la verifica degli aspetti geografici e tecnici e l ampliamento dei rilievi relativi agli aspetti naturalistici, ecologici e paesaggistici; di ricostruire attraverso l analisi cartografica e di altre fonti documentarie il quadro storico dei fontanili alle diverse soglie cronologiche. L indagine sullo stato di fatto è stata svolta attraverso una minuziosa indagine di campagna basata sull analisi critica delle conoscenze pregresse. In particolare, per l impostazione dell indagine di campo, ci si è avvalsi di una scheda di rilevamento (fig. 1) strutturata in quattro sezioni relative alle seguenti tematiche: localizzazione geografica e toponomastica dei fontanili; aspetti floristici e vegetazionali; aspetti faunistici; aspetti storico-architettonici 4

SCHEDA DI RILEVAMENTO FAUNISTICO, FLORISTICO E STORICO-PAESAGGISTICO NOME FONTANILE CODICE COMUNE DATA COMPILAZIONE COORDINATE Longitudine Latitudine QUOTA m s.l.m. TOPONIMO RILEVATORE RETICOLO NOTE FLORISTICO-VEGETAZIONALI STRUTTURA Vegetazione arborea lineare (<2 m) areale (>2m) Vegetazione arbustiva Vegetazione erbacea COMPOSIZIONE ARBOREO-ARBUSTIVA Robinia Olmo c. Farnia Acero c. Platano Carpino bianco Ciliegio Sambuco Sanguinella Biancospino Rovo Evonimo Nocciolo Cornetta dondolina Altro:. EMERGENZE FLORISTICHE Specie nemorali Specie acquatiche NOTE FAUNISTICHE Mammiferi........ Uccelli........ Rettili Biscia d acqua Biacco Anfibi Tritone crestato Tritone punteggiato Rana di Lataste Rana agile Rana comune Raganella Rospo smeraldino Rospo comune Altro.. NOTE TECNICHE E STORICO-ARCHITETTONICO-PAESAGGISTICHE STATO DI CONSERVAZIONE VALORE ESTETICO Scarso Scarso Sufficiente Sufficiente Discreto Discreto Buono Buono Ottimo Ottimo PRESENZA DI MANUFATTI Muri di contenimento Mulini Cascine Altro. Tipo di fondo ghiaioso sabbioso limoso RILIEVO FOTOGRAFICO Tipo di bocca a pipa a finestra in cemento in pietra altro : Fig. 1 Scheda di rilevamento utilizzata per l indagine di campagna 5

Sezione I - Localizzazione geografica e toponomastica dei fontanili. DENOMINAZIONE FONTANILE COMUNE TOPONIMO DATA COMPILAZIONE RILEVATORE CODICE COORDINATE QUOTA m s.l.m. RETICOLO Per la denominazione del fontanile si è fatto riferimento innanzitutto ai nomi utilizzati nelle ricerche pregresse e ai toponimi riportati sulle carte IGM e CTR. In alcuni casi sono stati utilizzate denominazioni tratte delle Mappe del Catasto Lombardo-Veneto oppure raccolte in loco da testimonianze dirette. Ogni fontanile è stato identificato con un codice alfanumerico formato da due lettere e da due cifre. Le lettere individuano il comune, la coppia di cifre specifica i fontanili presenti nel territorio del comune in oggetto in ordine numerico progressivo. Il codice AN01, ad esempio, individua il primo fontanile di Antegnate, il codice FN03, il terzo fontanile di Fontanella. Con questo criterio di codificazione è stato possibile assegnare un codice, oltre che a quelli già censiti, anche ai fontanili catastati per la prima volta nell ambito della presente ricerca. Nel campo toponimo è indicato il nome del luogo che nella CTR appare più prossimo al fontanile. Nel campo reticolo è riportato un valore numerico di otto cifre ricavato dalle coordinate geografiche Gauss-Boaga in grado di identificare un area costituita da quattro quadranti kilometrici del reticolo geografico. I dati raccolti in questa sezione sono stati utilizzati per redigere una carta della distribuzione attuale e pregressa dei fontanili per ciascun comune e una d insieme per l intera area indagata. 6

Sezione II - Note floristico-vegetazionali NOTE FLORISTICO-VEGETAZIONALI STRUTTURA Vegetazione arborea lineare (<2 m) areale (>2m) Vegetazione arbustiva Vegetazione erbacea COMPOSIZIONE ARBOREO-ARBUSTIVA Robinia Olmo c. Farnia Acero c. Platano Carpino bianco Ciliegio Sambuco Sanguinella Biancospino Rovo logist Nocciolo Cornetta dondolina Altro:. EMERGENZE FLORISTICHE Specie logisti Specie acquatiche La seconda sezione concerne gli aspetti vegetazionali, quali la struttura, la composizione floristica arboreo-arbustiva, la presenza di emergenze floristiche nemorali o acquatiche. La struttura vegetale è stata valutata in base alla forma biologica dominante, in arborea, arbustiva ed erbacea. In funzione dello spessore della fascia vegetale la struttura è definita areale, se presenta uno sviluppo in larghezza superiore ai 2 m e lineare con valore inferiore a 2 m. Infine è stata valutata la continuità della cortina vegetale arborea o arbustiva in continua e discontinua. Per ogni fontanile è stato effettuato un rilievo floristico nel quale le specie sono state suddivise in specie legnose, entità nemorali, altre specie di rilevanza naturalistica, specie ubiquitarie e esotiche e specie acquatiche. Sezione III - Note faunistiche La terza sezione, Note faunistiche, è finalizzata alla raccolta di dati relativi alla presenza di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e invertebrati nel contesto ambientale del fontanile. Si è posto particolare attenzione al rilevamento dei gruppi sistematici a maggior rischio, quali i rettili e gli anfibi. Parallelo al monitoraggio faunistico estensivo è stato affrontato uno studio intensivo di dettaglio sulla fauna di alcuni fontanili al fine di verificare la presenza e la distribuzione molluschi di falda di particolare interesse naturalistico. 7

NOTE FAUNISTICHE Mammiferi Uccelli Rettili Rana di Lataste.... Biscia d acqua Rana agile.. Biacco Rana comune.. Raganella.. Anfibi Rospo smeraldino.. Tritone crestato Rospo comune.... Tritone punteggiato Altro.. Sezione IV - Note tecniche e storico-architettonico-paesaggistiche Infine, la quarta sezione ha permesso di raccogliere informazioni tecniche relative alla attività, alla presenza e al tipo di bocca di emunzione, al tipo di fondo, allo stato di conservazione, all aspetto estetico, alla presenza di arredi e manufatti. NOTE TECNICHE E STORICO-ARCHITETTONICO-PAESAGGISTICHE STATO DI CONSERVAZIONE VALORE ESTETICO Scarso Scarso Sufficiente Sufficiente Discreto Discreto Buono Buono Ottimo Ottimo PRESENZA DI MANUFATTI Muri di contenimento Mulini Cascine Altro. Tipo di fondo ghiaioso sabbioso limoso Tipo di bocca a pipa a finestra in cemento in pietra altro : RILIEVO FOTOGRAFICO Per la valutazione dello stato di conservazione e del valore estetico è stata utilizzata una scala ordinale da 1 a 5; ai valori corrispondono giudizi di valore progressivamente positivo. Per lo stato di conservazione il giudizio rispecchia il grado di manutenzione del fontanile e il livello di attività, mentre la valutazione del valore estetico fa riferimento alla dotazione vegetale ed alla percezione del contesto. Il livello di attività del fontanile, parametro rilevante nel giudizio sullo stato di conservazione, è codificato in cinque voci: attivo, intermittente, inattivo, estinto e trasformato in pozzo. 8

Un fontanile è considerato attivo quando il fenomeno di risalita dell acqua è costante nel corso dell anno; è considerato intermittente se caratterizzato da attività saltuaria, legata a particolari periodi dell anno. Un fontanile è inattivo nel caso in cui l escavo della testa e dell asta sussistano, ma senza essere interessate da attività di emunzione; estinto quando la sua presenza, documentata da carte e testimonianze storiche, non sia più riconoscibile, in quanto interrato per motivi di razionalizzazione in ambito agricolo o perché inglobato nel contesto abitativo e conseguentemente obliterato. Infine l ultima voce riguarda fontanili trasformati in pozzi in cui la struttura originaria è irriconoscibile, ma per i quali è possibile, grazie alla presenza del manufatto, riconoscere la localizzazione originaria. Il campo che ospita il numero di teste del fontanile è stato introdotto per determinare con minore ambiguità l individualità di un fontanile. L esplicitazione è necessaria per evitare di usare nel rilievo criteri che, considerando a volte le teste in relazioni gerarchiche diverse, conducano a valutazioni quantitative non realistiche. Nella ricerca non è stato utilizzato il criterio una testa, un fontanile, ma si è privilegiato il criterio del sistema fontanile in quanto esistono fontanili in cui è evidente l appartenenza di una testa ad uno stesso sistema. L appartenenza di una testa ad un sistema fontanile è definita in funzione della distanza tra le teste, delle relazioni che intercorrono tra esse, della lunghezza dell asta. E inoltre stato effettuato per ogni capofonte un rilievo fotografico relativo agli aspetti ambientali e architettonico-paesistici. L indagine di campagna è stata attuata nel corso del biennio 2006-2007 mediante numerose uscite periodiche di gruppo e singole (fig. 2). Nel corso del biennio è stato possibile visitare due volte, salvo qualche eccezione, tutti i fontanili e i pozzi presenti nel territorio provinciale e effettuare, per quanto concerne flora e fauna, due rilievi in periodi dell anno diversi. Un gruppo ristretto di capifonte è stato selezionato per un indagine approfondita sulla fauna invertebrata. In questi casi ognuno di tali risorgive sarà visitato una volta al mese per un anno. 9

Fig. 2 - Gruppo di lavoro impegnato in rilievi di campagna a Mozzanica I numerosi dati raccolti hanno permesso di costruire un quadro conoscitivo, se non completamente esaustivo, dato il dinamismo che caratterizza il fenomeno studiato, molto approfondito degli aspetti geografici, tecnici, ambientali e paesaggistici del sistema dei fontanili alla soglia storica attuale. Per quanto riguarda l oggettività della ricerca occorre ricordare che alcuni parametri, quali, per esempio, lo stato di conservazione o il valore estetico, sono stati espressi con valutazioni soggettive. La possibilità di effettuare numerose uscite in gruppo, con la presenza di esperti dei diversi settori, ha reso possibile l espressione di valutazioni collegiali che hanno consentito di contenere e ammortizzare l influenza della soggettività. 10

1.3 ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE DEI FONTANILI ALLE PRINCIPALI SOGLIE STORICHE Le soglie storiche sono state scelte in base alla possibilità di coprire in toto o in gran parte il territorio interessato dalla ricerca, come nel caso del Catasto Teresiano che riguarda i comuni a sud del Fosso Bergamasco, appartenuti fino alla fine del 1700 allo Stato di Milano. Le fonti utilizzate, che di seguito riportiamo con una breve descrizione, sono state elaborate con diverse finalità e in differenti scale. Tale diversità, se da un lato costituisce un limite tecnico alla stesura di una griglia che rilevasse con la stessa sensibilità la presenza dei fontanili nei diversi anni, ha permesso di rivelare l importanza di un determinato fontanile in una certa fase storica. E naturale che nella Carta del territorio della Provincia di Bergamo redatta da Manzini nel 1818 non si trovino tutti i fontanili censiti anteriormente nel Catasto Teresiano (1723) e nel Catasto Lombardo Veneto (1854), ma quelli riportati nella cartografia del Manzini, possono essere considerati i fontanili di maggior rilievo a quella soglia cronologica. Il lavoro è iniziato comparando il censimento realizzato dalla Provincia di Bergamo, frutto della somma di diversi catasti, con la Carta Tecnica Regionale del 1994 a scala 1:10000. Questa prima fase, realizzata in concomitanza ai sopraluoghi sul campo, ha permesso di individuare 216 fontanili esistenti, di cui 8 trasformati in pozzi, e 30 estinti. A ritroso sono state successivamente consultate la carta Geologica della Provincia di Bergamo (2000), proseguendo poi con la Carta dei fontanili della Lombardia realizzata dal Museo di Scienze Naturali di Bergamo nel 1992 e con lo studio del 1960 di Luigi Goltara sulla rete idrografica della Provincia, le tavolette IGM alla soglia del 1954 e 1889, le mappe catastali del Lombardo Veneto e la carta topografica sempre del Lombardo Veneto; le mappe dei Tipi Rappresentanti dei distretti interessati, la carta del territorio della Provincia di Bergamo realizzata da Giuseppe Manzini e, infine, per i comuni a sud del Fosso, il Catasto Teresiano. Durante la ricerca sistematica dei fontanili sulle diverse carte storiche sono emersi 52 antichi fontanili non più presenti sul territorio. Date le condizioni di alcuni documenti, si può ascrivere un margine di errore di carattere interpretativo che comunque non altera i risultati generali della ricerca. Una volta individuati i fontanili e riportati in tabella si è potuto procedere alla lettura e all interpretazione di questa. La lettura analitica della documentazione cartografica ha poi permesso di redigere una carta cronotopica di insieme che, con segni differenti, restituisce la presenza dei 11

fontanili sul territorio distinguendoli in base alla prima soglia storica in cui appaiono sulle carte. Per contestualizzare il lavoro e per facilitare la comprensione delle tabelle e le considerazioni quantitative ad esse legate, si riporta una breve descrizione delle carte consultate utile a mettere in luce le differenti finalità di realizzazione offrendo maggior spazio ai catasti perché più ricchi di materiale storico - iconografico. Le fonti consultate Catasto Teresiano Realizzato dall amministrazione austriaca per ridefinire il gettito tributario dei fondi, si svolse in due fasi. La prima, di carattere preparatorio, fu istituita nel 1718 per volontà di Carlo VI di Asburgo; la seconda, conclusiva, avviata nel 1749, si deve a Maria Teresa d Austria. In questo lavoro ci si è riferiti al primo, realizzato nel territorio bergamasco tra il 1720 e il 1723. Questo catasto, per ovvie ragioni storiche, censisce solamente l area a sud del Fosso Bergamasco, antico confine tra lo Stato di Milano e la Repubblica di Venezia. Compaiono in questa fonte i comuni bergamaschi di Antegnate, Arzago, Barbata, Brignano, Brumano con Forensi, Calcio, Calvenzano, Canonica, Caravaggio, Cassina Famosa, Cassina Farabona, Cassina dè Secchi, Castel Rozzone, Covo, Fara d Adda, Fontanella, Fornovo, Isso, Massari dè Melzi, Misano, Mozzanica, Pagazzano, Pontirolo, Pumenengo, Torre Pallavicina, Treviglio 3, Vedeseta. Pur non interessando in modo esaustivo il territorio oggetto della ricerca, si è deciso di utilizzare queste fonti perché, essendo il primo catasto geometrico particellare, coniuga un antica soglia ad una rappresentazione dettagliata del territorio (fig. 3). La documentazione prodotta durante la fase del censimento legata a Carlo VI, che aveva per oggetto i terreni facenti parte dei beni di prima stazione comprende diversi materiali. I Processi ossia fascicoli che contengono per ogni comune censuario le informazioni relative all andamento economico, alla natura e alla produttività dei terreni, alla presenza di edifici di uso agricolo, di osterie, di cantine, ecc. Le Minute di stima che si presentano come perizie redatte dagli stimatori del censimento per determinare il rendimento annuo dei fondi, il valore imponibile e la rendita. 3 In corsivo sono evidenziati i comuni interessati dalla presenza dei fontanili 12

Fig. 3 - ASBg., Catasto Teresiano, Comune censuario di Fontanella, 1723, fg. 16 (part.) I Registri, detti anche Sommarioni, contenenti il nome del possessore, la descrizione della particella catastale, l indicazione del numero di mappa, la qualità (cioè la destinazione d uso) della particella, il perticato, il numero dei moroni, la squadra, la stima attribuita e il valore capitale. Il materiale cartografico consta di mappe prodotte in tre esemplari (le mappe originali, dette anche arrotolate, quelle costruite direttamente dai geometri, in scala 1:2000; le mappe copie, quelle copiate dai disegnatori degli uffici del censimento, in scala 1:2000; le mappe ridotte, quelle di formato più piccolo, in scala 1:8000). Durante la seconda fase vennero censiti anche gli edifici indicati come beni di seconda stazione, Inoltre si aggiornarono le operazioni di stima e misura e si ridisegnarono molte mappe ridotte e mappe copia smarrite o danneggiate negli anni di sospensione delle operazioni. 13

I Registri furono integrati con le informazioni mancanti relative alla descrizione dei fabbricati che precedentemente non erano stati censiti o che vennero costruiti nel periodo di interruzione dei lavori. Nelle mappe vengono raffigurate le principali strutture paesaggistiche, l organizzazione territoriale dei singoli comuni censuari, alcuni fattori fisici, quali per esempio i monti, i corsi d acqua, l andamento delle sponde, i fontanili e diversi fattori antropici come la disposizione del costruito e la localizzazione di alcune emergenze architettoniche. Ognuno di questi aspetti è indicato nelle mappe attraverso una simbologia; ad esempio i lunghi solchi di colore rosato segnavano l aratorio, il bosco veniva marcato con una serie di piante verdi in terreno incolto mentre le aree verdi omogenee segnavano i prati. G. Manzini, Il territorio della Provincia di Bergamo, 1818 É la prima carta moderna della provincia realizzata da Giuseppe Manzini a seguito dell esperienza raggiunta presso l Osservatorio di Brera (fig. 4). Ha diverse scale con indicazioni in miglia geografiche, miglia italiane e miglia bergamasche. Pone una particolare attenzione alle divisioni amministrative espresse in distretti. 4 Tipi rappresentanti i Distretti della Provincia di Bergamo Durante il Regno Lombardo-Veneto (1815-1859) il Bergamasco fu diviso in 18 distretti, 4 dei quali (Verdello, Treviglio, Martinengo, Romano) ricadenti nella fascia di affioramento dei fontanili. I distretti sono stati rappresentati in una serie di tavole edite nel primo quarto del XIX secolo. Tali carte riportano i confini comunali, i principali centri abitati e la rete viaria e idrografica. Carta topografica del Lombardo Veneto Stampata nel 1833 da parte dell Istituto Geografico Militare dello Stato Maggiore Generale è il prodotto del lavoro geografico degli Astronomi di Brera già autori con G. Manzini della carta stampata il 1816. É stata disegnata secondo la proiezione Cassini a scala 1:86400 utilizzando il materiale già raccolto dal Deposito della Guerra, e le mappe catastali ridotte alla scala 1:28000. 5 4 Emilio Moreschi, (a cura di.) La Lombardia e la Bergamasca, Rappresentazioni cartografiche sec. XVI-XIX Edizioni dell Ateneo, 2005 Bergamo. 5 Ibi. 14

Fig. 4 - Stralcio della carta redatta da G. Manzini nel 1818 Catasto Lombardo Veneto Realizzato per scopo censuario e fiscale il 31 gennaio 1853 venne istituito il Catasto Lombardo - Veneto che sostituì il catasto Napoleonico e, come quest ultimo, interessò tutti i comuni della Provincia. Le operazioni per la stesura di questo nuovo Catasto produssero due tipologie di documenti: gli atti preparatori (quindi la documentazione utile alla redazione finale) e i documenti finali. Frutto di un lavoro trentennale, realizzato utilizzando anche parte del materiale preparatorio del catasto Napoleonico, esso risultava costituito da una vasta mole di documenti dettagliati, contenenti una enorme quantità di dati e di informazioni sui comuni oggetto del censimento. 15

Fig. 5 - Foglio della Mappa del Catasto Lombardo-Veneto relativo al comune di Arzago d Adda (1853) Le mappe, redatte nel 1843, riportano l indicazione dei fabbricati e delle particelle catastali (fig. 5), il Registro di Catasto (Catastino) il numero di mappa progressivo dei terreni e dei fabbricati, l iniziale del possessore, la loro destinazione d uso secondo il criterio allora adottato per classificare le differenti tipologie dei suoli (ronchi a ripe erbose, boschi cedui forti, coltivi da vanga adacquatori, prati adacquatori e altre), il numero dei gelsi, le superfici delle particelle (espresse in pertiche metriche) e le rendite. Le carte I.G.M. 1889-1954 Sin dalla sua istituzione (1861), l Istituto Geografico Militare sviluppò la produzione di cartografia destinata alla copertura del territorio italiano e la ricerca di metodi, strumenti e tecnologie per realizzarla. Le prime carte in scala 1:50.000 vennero pubblicate nel 1873, e riguardano le regioni meridionali, dove il rilievo del terreno fu avviato in base ad un decreto del 1862. 16

Con la decisione presa nel 1875 di realizzare una nuova carta d Italia in scala 1:100.000, attraverso rilievi di campagna in scala 1:50.000 e, per le zone di maggiore importanza, in scala 1:25.000, si attuò una suddivisione in scale diverse del territorio nazionale: al 50.000 la montagna e al 25.000 per la fascia collinare e per la pianura. Le prime tavolette in scala 1:25.000 vennero pubblicate intorno al 1881 mentre il rilievo topografico d Italia terminò nel 1900 con il completamento della Sardegna dopo la conclusione del rilievo del Nord nel 1892 e quello del centro concluso nel 1896. La costruzione di questa carta fu dettata da esigenze di ordine principalmente militare, decisamente orientate alla rappresentazione degli ostacoli e delle percorribilità del terreno (fig. 6). La serie successiva delle tavolette in scala 1:25.000, pubblicate dal 1931 ad intervalli regolari, ogni dodici anni, costituiscono un preziosissimo documento dell evoluzione del paesaggio della penisola nell ultimo secolo. Per la verifica della distribuzione geografica dei capifonte nella pianura bergamasca sono state utilizzate le tavolette edite nel 1889 e nel 1954, ognuna delle quali rappresenta una superficie di circa 96 kmq. Molteplici sono le informazioni (l orografia, infrastrutture viarie e di collegamento, coltivi, insediamenti, sistema delle acque, campi e i confini delle varie unità amministrative e politico-amministrative, ecc) rappresentate. Le carte sostituiscono possibili obiettivi militari con paesaggi di invenzione, tali da non alterare il tema preso in esame da questa ricerca. 17

Fig. 6 - Stralcio della Carta IGM 1889 con la localizzazione dei fontanili di alcuni comuni 18

Carta Idrografica d Italia Irrigazione della provincia di Bergamo- Goltara Questa carta è inserita nella monografia realizzata nel 1891 da Luigi Goltara, in seguito ampliata e aggiornata più volte fino all edizione presa in esame del 1960 riveduta da L. Pasinetti. Scopo della monografia, edita dalla Società per l Incremento Agricolo e Industriale della Provincia di Bergamo è quello di riunire i principali elementi storici, statistici ed economici concernenti l irrigazione di questa regione italiana, che fu presa a modello dagli altri Paesi, come quella che presentava i saggi più perfetti e più diffusi sull impiego delle acque nella coltivazione dei terreni. 6 Nell introduzione l autore esprime la difficoltà della realizzazione data la mole di lavoro che dovette affrontare singolarmente potendosi avvalere solo di monografie parziali. Il limite di incompletezza è stato rilevato anche dalla nostra ricerca. É utile sottolineare che Goltara avvalendosi della disponibilità degli abitanti del posto, nomina diversi fontanili con toponimi non coincidenti a quelli da noi ritrovati in altri documenti, per cui il confronto con questa fonte si è rivelato difficoltoso. Carta del Museo Civico di Scienze Naturali E. Caffi di Bergamo La carta è la restituzione visiva del catasto realizzato dal Museo tra il 1988 e il 1992. Il lavoro che ha interessato lo studio della fascia delle risorgive compresa nel territorio lombardo ha preso in esame le 68 Carte Tecniche Regionali a scala 1:10000 interessate dal fenomeno delle risorgenza idrica. Questa fonte, con finalità per certi aspetti affini alla nostra ricerca, è stata un chiaro punto di riferimento per la comparazione tra lo stato attuale della distribuzione dei fontanili e la situazione nei primi anni novanta. Carta Tecnica Regionale É la restituzione cartografica a scala 1:10000 di un rilevamento fotogrammetrico aereo realizzato nel 1994 per finalità tecnico-progettuali. Carta geologica della Provincia di Bergamo A scala 1:50000 è stata realizzata nel 2000 a cura del Servizio del territorio della Provincia di Bergamo, del Dipartimento di Scienze della Terra dell Università degli Studi di Milano e del Centro di studio per la Geodinamica Alpina e quaternaria; pone in evidenza le diverse caratteristiche geologiche del territorio. 6 Luigi Goltara, Carta Idrografica d Italia, Irrigazione della Provincia di Bergamo, terza edizione, Società per l Incremento Agricolo e Industriale della Provincia di Bergamo, 1960. 19

1.4 L ORGANIZZAZIONE INFORMATICA DEI DATI: IL DATABASE I dati relativi ai fontanili, raccolti nell indagine di campagna per mezzo delle schede di rilevamento, sono stati archiviati in un database appositamente predisposto al fine di rendere organiche le informazioni raccolte e di permettere una loro elaborazione. Il database è organizzato in tre sezioni: Aggiornamento, Consultazione e Analisi (Fig.7). Fig. 7 Il menù principale del database La sezione di Aggiornamento è suddivisa in Anagrafica del fontanile, Ritrovamenti e Dati storico-cartografici. L implementazione dei dati utilizza tre maschere, una per i dati anagrafici del fontanili, una per i ritrovamenti e una per le soglie storiche ricavate dall analisi cartografica (figg. 8, 9). La sezione Consultazione consente di disporre dei dati relativi ad ogni fontanile e utilizzando il layout delle maschere di aggiornamento. Il database, oltre a consentire una sistemazione organica della cospicua quantità di dati raccolti e a semplificarne la reperibilità, agevola, attraverso una veloce elaborazione 20

degli stessi, l analisi quantitativa dei record che rende possibile effettuare considerazioni, valutazioni e riflessioni circa l evoluzione storica e lo stato attuale del fenomeno. Nella sezione Analisi sono presenti anche elaborazioni relative agli aspetti storico-cartografici e allo stato dell arte, di tipo statico e dinamico con possibilità di interrogazioni personalizzate. Fig. 8 - Maschera di implementazione dei dati relativi all anagrafica del fontanile Fig. 9 - Maschera di implementazione dei dati relativi alle rilevazioni di campagna Nel database i dati sono relazionati secondo il piano di figura 10 per rendere possibile l effettuazione di numerose elaborazioni sia relative ai dati storico-cartografici che a quelli dello stato di fatto e di visualizzarne, attraverso pagine web, visualizzarne i risultati. 21

Fig. n. 10 Struttura del database Nello specifico per i dati storico-cartografici sono stati eseguite le seguenti elaborazioni: - numero dei fontanili censiti per ogni fonte cartografica - numero dei fontanili presenti in ogni comune alle diverse soglie storiche - fontanili significativi territorialmente - soglie storiche di prima rappresentazione dei fontanili - soglie critiche di scomparsa dei fontanili - evoluzione territoriale del fenomeno dei fontanili nel tempo Per i dati relativi allo stato di fatto le elaborazioni hanno riguardato tre aspetti del fenomeno: la distribuzione, gli aspetti tecnici e gli aspetti ambientali-paesaggistici: - distribuzione: o numero di fontanili censiti per comune o distribuzione dei fontanili per fasce latitudinali o distribuzione dei fontanili per quadrante geografico 22

- aspetti tecnici: o stato dei fontanili o stato dei fontanili per comune o stato dei fontanili per fasce latitudinali o stato dei fontanili per fasce longitudinali (aree tra Adda e Serio e tra Serio e Oglio) - aspetti ambientali-paesaggistici o struttura vegetale dei fontanili o stato di conservazione e aspetto estetico dei fontanili o fontanili e manufatti Inoltre il database è corredato di una sezione di consultazione con creazione di query dinamiche definite attraverso interrogazioni personalizzate. 23

1.5 IL CATASTO DEI CAPIFONTE Di seguito viene presentato il catasto aggiornato dei capifonte che raccoglie l elenco ordinato alfabeticamente per comune, sia dei fontanili rinvenuti attraverso l indagine di campagna e quindi ancora presenti (esistenti), sia di quelli rilevati attraverso l analisi cartografica delle fonti storiche e non più presenti sul territorio. Il Catasto dei fontanili CATASTO Centro Studi sul Territorio - Università degli Studi di Bergamo, 2006 N Comune Codice CST Nome Fontanile Toponimo Coordinate Attività 1560939 E; 1 ANTEGNATE AN03 FONTANILE C.NA CASOLEGGI C.na Casoleggi 5036579 N Attivo 1560830 E; 2 ANTEGNATE AN01 FONTANONE Sud di Covo 5038220 N Inattivo 3 ANTEGNATE AN02 FONTANINO Ovest di Antegnate 1560873 E; 5037434 N Intermittente 4 ARZAGO D'ADDA AR05 5 ARZAGO D'ADDA AR11 FONTANILE DI LAGHETTO CARLOTTA FONTANILE DI C.NA RAVAGLIOLA 6 ARZAGO D'ADDA AR07 ROGGIA MURATA 24 Centro sportivo Carlotta - laghetto Carlotta C.na Ravagliola Nord-Ovest di C.na Cattanea 7 ARZAGO D'ADDA AR02 FOPPA MARCIA Nord-Est di Arzago d'adda 8 ARZAGO D'ADDA AR03 FONTANILE DI ARZAGO 3 Sud-est del centro storico 9 ARZAGO D'ADDA AR01 ROGGIA SIGNORA Sud di C.na Belloni 10 ARZAGO D'ADDA AR08 FONTANILE DI ARZAGO 2 Nord di Arzago d'adda 11 ARZAGO D'ADDA AR04 FONTANONE Nord di C.na Stantirone 12 ARZAGO D'ADDA AR09 CAVETTO Nord-Est di Arzago d'adda 13 ARZAGO D'ADDA AR10 FONTANILE DI ARZAGO 1 Est Centro storico 14 ARZAGO D'ADDA AR06 ROGGIA MURATA Est di C.na Melgherina 15 ARZAGO D'ADDA AR12 ROGGIA MURATA C.na Stantirone 16 BARBATA BR05 FONTANILE DI CA' FORNACE C/o Cà Fornace 17 BARBATA BR10 FONTANILE DI S. PIETRO S. Pietro, c/o Cimitero 1542930 E; 5034944 N Attivo 1544550 E; 5036444 N Estinto 1543274 E; 5034387 N Attivo 1544250 E; 5036580 N Attivo 1544123 E; 5036379 N Attivo 1542930 E; 5037136 N Attivo 1544331 E; 5037200 N Estinto 1543433 E; 5035842 N Attivo 1544255 E; 5036752 N Estinto 1544604 E; 5036419 N Estinto 1543443 E; 5034633 N Attivo 1543248 E; 5035331 N Estinto 1560000 E; 5034057 N Attivo 1560381 E; 5035699 N Estinto 1560267 E; 5035064 N Attivo 18 BARBATA BR04 FONTANILE DE' MORTI Nord-Ovest di C.na Gioia 19 BARBATA BR01 FONTANILE S. TERESA Barbata 1560626 E; Intermittente