LABORATORIO Professione psicologo



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Università degli Studi di Milano-Bicocca Facoltà di Psicologia Corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche LABORATORIO Professione psicologo AA. 2009-2010 2010-1 -

UNO SPUNTO PROVOCATORIO Siamo all università. In una facoltà di psicologia. Pensiamo alla tipica situazione di apprendimento a scuola: l insegnante fa lezione, conduce o organizza seminari e laboratori, ed al contempo esamina gli studenti alla fine dell anno accademico per verificarne la preparazione. Ogni insegnante conduce il corso sulla base dei suoi interessi e della sua esperienza formativa e professionale. Manca un coordinamento tra insegnamenti, che crei un interazione pianificata tra i vari corsi di lezione, tra esperienze seminariali e pratiche, al fine di garantire una formazione professionalizzante degli studenti. Questa carenza di coordinamento della didattica è ben radicata nella cultura della facoltà: non è condivisa, tra gli insegnanti, una vision della professione di psicologo a cui la facoltà stessa dovrebbe preparare. Molti insegnanti non hanno mai esercitato la professione di psicologo, alcuni sono completamente disinteressati alla figura professionale che dovrebbero concorrere a formare. Si realizza così un sistema formativo per sommatoria: ogni insegnante persegue un suo specifico e personale obiettivo formativo, non integrato con quello dei colleghi, nella convinzione che ciascuno possa vivere e operare in un mondo a parte, scisso da quello in cui ciascuno altro opera, magari sotto l ombrello dell autonomia didattica. Starà, nel migliore dei casi, agli studenti cercare un senso in quello che stanno apprendendo, in uno sforzo integrativo che, comunque, difficilmente condurrà ad una preparazione professionalizzante. Carli, Paniccia, 2003-2 -

UNO SPUNTO PROVOCATORIO Siamo all università. In una facoltà di psicologia. Pensiamo alla tipica situazione di apprendimento a scuola: l insegnante fa lezione, conduce o organizza seminari e laboratori, ed al contempo esamina gli studenti alla fine dell anno accademico per verificarne la preparazione. Ogni insegnante conduce il corso sulla base dei suoi interessi e della sua esperienza formativa e professionale. Manca un coordinamento tra insegnamenti, che crei un interazione pianificata tra i vari corsi di lezione, tra esperienze seminariali e pratiche, al fine di garantire una formazione professionalizzante degli studenti. Questa carenza di coordinamento della didattica è ben radicata nella cultura della facoltà: non è condivisa, tra gli insegnanti, una vision della professione di psicologo a cui la facoltà stessa dovrebbe preparare. Molti insegnanti non hanno mai esercitato la professione di psicologo, alcuni sono completamente disinteressati alla figura professionale che dovrebbero concorrere a formare. Si realizza così un sistema formativo per sommatoria: ogni insegnante persegue un suo specifico e personale obiettivo formativo, non integrato con quello dei colleghi, nella convinzione che ciascuno possa vivere e operare in un mondo a parte, scisso da quello in cui ciascuno altro opera, magari sotto l ombrello dell autonomia didattica. Starà, nel migliore dei casi, agli studenti cercare un senso in quello che stanno apprendendo, in uno sforzo integrativo che, comunque, difficilmente condurrà ad una preparazione professionalizzante. Carli, Paniccia, 2003-3 -

DAL REGOLAMENTO DIDATTICO DEL CdL IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE AA. 2009-2010 2010 Il Corso di Laurea assicura allo studente un'adeguata conoscenza dei metodi e dei contenuti generali delle Scienze psicologiche, consentendogli di: acquisire i fondamenti teorici della psicologia generale, dello sviluppo, sociale, e del lavoro; dei meccanismi psicofisiologici alla base del comportamento; dei metodi statistici e delle procedure informatiche per l elaborazione dei dati; delle dinamiche delle relazioni umane, e di alcuni aspetti del disagio psicologico di rilievo clinico; inquadrare la psicologia nel contesto delle scienze naturali, di quelle umane e sociali, grazie all ampia offerta multidisciplinare; impratichirsi di alcuni elementi fondamentali delle principali metodologie di indagine e/o di intervento. - 4 -

GLI OBIETTIVI DEL LABORATORIO Offrire una panoramica (non esaustiva, non sistematica) sui possibili sbocchi professionali dei laureati in psicologia: incontri e discussioni con professionisti che operano in diversi settori e con diverse competenze. Sollecitare negli studenti una riflessione su un loro piano di formazione per lo sviluppo professionale : redazione di un documento scritto. - 5 -

LE FINALITÀ DEL LABORATORIO Accrescere la conoscenza sul mondo delle professioni psicologiche. Promuovere processi di integrazione dei saperi acquisiti nel CdL. Promuovere un approccio all apprendimento meno dipendente e più autonomo, utile, attivo. Favorire scelte formative più consapevoli. - 6 -

LA STRUTTURA DEL LABORATORIO Il laboratorio è articolato in 8 incontri, ognuno dei quali si focalizzerà su uno specifico ambito occupazionale degli psicologi. Responsabile del Laboratorio è la dott.ssa Veronica Velasco. Il calendario degli incontri è il seguente: N Data, orario, aula Tema Ospiti / Testimoni 1 Mercoledì 14 aprile - 12.30-14.30 Aula: U9-7 Presentazione del laboratorio Sviluppo della professione dello psicologo in Italia Luca Vecchio 2 Lunedì 19 aprile 16.30-18.30 Aula: U6-2 Lo psicologo in ospedale Marinella Sommaruga Fond. S. Maugeri 3 Mercoledì 21 aprile - 12.30-14.30 Aula: U6-4 Il neuropsicologo Nicoletta Beschin U.O. Riabilitazione, Ospedale Somma Lombardo, Varese 4 Lunedì 26 aprile - 16.30-18.30 Aula: U6-2 Lo psicologo scolastico Ezio Aceti Associazione Parvus 5 Giovedì 29 aprile 8.30-10.30 Aula: U7-4 Lo psicoterapeuta Giuseppe Pellizzari Psicoanalista 6 Lunedì 3 maggio - 16.30-18.30 Aula: U6-2 Lo psicologo della salute e di comunità Fabrizio Zucca - Studio CO.S.S. e Area Onlus Giusi Gelmi ASL Milano 7 Mercoledì 5 maggio - 12.30-14.30 Aula: U1-8 Lo psicologo nelle/per le organizzazioni Marzia Bonifacio ERG SpA Graziano Maino Pares 8 Mercoledì 9 giugno - 12.30-14.30 Aula: U6-5 Incontro conclusivo Luca Vecchio, Massimo Miglioretti, Adele Eberle - 7 -

COSA FARANNO I TESTIMONI I testimoni coinvolti saranno invitati a raccontare la loro esperienza professionale. In particolare il loro contributo si focalizzerà sui seguenti aspetti: le attività professionali e le mansioni che svolgono nel loro lavoro; le competenze di cui hanno bisogno per svolgere tali attività; la specificità dello psicologo nel loro lavoro e la relazione con le altre figure professionali; la relazione con l organizzazione di appartenenza, con organizzazioni esterne ed in generale con il contesto di riferimento; il percorso formativo e professionale realizzato. Per ognuno di questi aspetti i testimoni saranno sollecitati a mettere in luce le difficoltà e le criticità che hanno incontrato, o tuttora incontrano. - 8 -

COME USARE E PARTECIPARE AL LABORATORIO Fare tante domande: domande dirette durante e/o al termine dell esposizione dei testimoni; domande tramite urna: verrà utilizzata un urna che passerà durante la testimonianza in cui raccogliere domande o commenti. Osservare e riflettere sulle testimonianze in maniera trasversale: non focalizzarsi su una tipologia di psicologo ma pensare agli aspetti (attività, competenze, criticità, percorsi formativi, ecc.) che accomunano le diverse specializzazioni psicologiche; individuare nel corso del laboratorio (da soli o in piccoli gruppi) una tematica su cui riflettere e su cui fare domande in maniera più pensata; discutere coi propri colleghi di tematiche inerenti la figura dello psicologo; pensare prima della testimonianza una o due domande per ciascun testimone. - 9 -

COSA BISOGNA FARE Frequentare tutti gli incontri. Firmare il foglio presenze a ogni incontro. Fare una breve relazione al termine del laboratorio: relazione individuale; lunghezza massima 4 pagine; inviarla tramite e-mail a veronica.velasco@unimib.it entro giovedì 13 maggio. Iscriversi tramite il Sifa al laboratorio tra l 1 e il 10 maggio (come se fosse un esame). * Il laboratorio verrà registrato durante l ultimo incontro - 10 -

LA RELAZIONE La relazione deve essere strutturata in due parti: percorso professionale: ipotizzare un futuro percorso professionale e specificare: le ragioni e motivazioni di tale scelta; le difficoltà che potrete incontrare; le opportunità che potrete avere; le competenze che ritenete necessarie per tale percorso. percorso formativo: ipotizzare l iter formativo (laurea magistrale, specializzazioni postlauream, stage, tirocini, ecc.) che potrebbe aiutarvi nel raggiungere l obiettivo professionale descritto nella prima parte; pensare a cosa l università vi offre e proporre eventuali miglioramenti. - 11 -