COMUNE DI MONTALCINO

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Transcript:

T Dott. Geol. Pierluigi Chiavacci Via Cimabue 28-58100 Grosseto - Tel. e Fax 0564/412988 - SETTORE EDILIZIA PRIVATA INTEGRAZIONE ALL INDAGINE GEOLOGICO-TECNICA DI SUPPORTO AL PIANO ATTUATIVO DELL AREA SITUATA PRESSO L AZIENDA AGRICOLA PARADISO A I S E NS I DE L L ART.42 DE L L A L.R. 1/05 EI D E IN D G R E O L O G I D E L LA DOTT. GEOL. PIERLUIGI CHIAVACCI N 1218 O A N OS C A Committente: Consulente geologo: Az. Ag. Paradiso Dott. Geol. Pierluigi Chiavacci Grosseto, Giugno 2013 COMUNE DI MONTALCINO PROVINCIA DI SIENA

INDICE 1 - PREMESSA... 2 2 - PERICOLOSITÀ... 2 3 - FATTIBILITÀ... 4 4 - CONCLUSIONI... 5 Allegato 1 Fuori testo 1

1 - PREMESSA Con la presente si integra la precedente relazione geologica riguardante il piano attuativo dell Az. Ag. Paradiso di Manfredi. Sulla base degli accertamenti, delle analisi e delle considerazioni di merito sono stati redatti i seguenti elaborati grafici che in sostanza sono quelli previsti dalla normativa regionale vigente (v. all. 1): Carta della pericolosità geomorfologica in scala 1: 10.000 Carta della pericolosità geomorfologica PAI in scala 1: 10.000 Carta della vulnerabilità dell acquifero in scala 1: 10.000 Carta delle aree sensibili in scala 1: 10.000 Carta della Fattibilità in scala 1: 2.000 2 - PERICOLOSITÀ Tenuto conto dei dati evidenziati nelle cartografie precedenti è stata redatta la carta della Pericolosità. In sostanza in questa tavola il territorio è suddiviso nelle seguenti aree a diversa pericolosità in base alle caratteristiche litologiche, litotecniche, idrogeologiche, geomorfologiche e di rischio idraulico. L area oggetto di intervento ricade in pericolosità geomorfologica 2 ( media ) ed idraulica 1 (bassa) mentre invece rientra nella classe 2 delle aree sensibili del PTCP art.10.1.3. Disciplina delle aree sensibili di classe 2 (Art. 10.1.3 P.T.C.P. 2010). 5. Nelle aree sensibili di classe 2, così come individuate nella Tav. 13.4 a e b dell'adeguamento del quadro conoscitivo, le attività antropiche sono orientate in modo da perseguire la limitazione delle infiltrazioni di sostanze inquinanti. I depuratori di reflui urbani ed industriali sono dotati, se di nuova realizzazione, di opere e di impianti accessori atti ad evitare il rischio di inquinamento connesso al fermo impianti. Tali opere ed impianti accessori sono realizzati anche nei casi di ristrutturazione ed ampliamento dei depuratori esistenti. Opere ed impianti accessori atti ad evitare il rischio di inquinamento delle falde sono da prevedersi anche per la realizzazione di: * impianti e strutture di depurazione di acque reflue, ivi comprese quelle di origine zootecnica; * impianti di raccolta, stoccaggio o trattamento rifiuti di qualsiasi tipo; * centri di raccolta, demolizione, rottamazione di autoveicoli, di macchine utensili, di beni di consumo durevoli, anche domestici; * attività comportanti l'impiego, la produzione, lo stoccaggio di sostanze nocive, sostanze radioattive, prodotti e sostanze chimiche pericolose, così come individuate dalla vigente normativa nazionale e comunitaria, ivi comprese quelle sostanze che, in base alle loro caratteristiche di tossicità, persistenza e bioaccumulabilità, possono essere ritenute tali; * tubazioni di trasferimento di liquidi diversi dall'acqua. In tali aree devono essere limitati allo stretto necessario i nuovi impegni di suolo a fini insediativi e 2

infrastrutturali. Nei corpi idrici superficiali ricadenti nelle aree sensibili di classe 2 o comunque ad esse connessi, le caratteristiche qualitative delle acque devono rientrare, in tutte le condizioni di portata, in quelle stabilite per le acque per salmonidi dalla Tab. 1/B dell'allegato 2 del D.Lgs. 152/06, fatti salvi i casi citati al terzo alinea del punto 10.1.2 del P.T.C.P. 2010. Negli insediamenti urbani e in ogni edificazione attuata in base a P.A.P.M.A.A. in territorio agricolo, sia come ristrutturazione e/o recupero, sia come nuova edificazione o cambiamento di destinazione d'uso in abitativo e/o produttivo, ove ricadenti in aree sensibili di classe 2, sono presi provvedimenti tesi a limitare l'infiltrazione di sostanze inquinanti; le nuove fognature e le eventuali fosse biologiche sono alloggiate in manufatti a tenuta ed ispezionabili. Ovunque possibile, è da privilegiare il teleriscaldamento od il riscaldamento a gas metano. La previsione di nuovi insediamenti urbanistici interessanti le aree sensibili di classe 2 dovranno sempre essere accompagnate da specifici studi (da redigersi secondo quanto previsto al punto 10.1.1 del P.T.C.P. 2010), atti a dimostrare la compatibilità con gli obiettivi di tutela, quali-quantitativa, di cui alla presente disciplina. In tali zone, oltre alla adozione di misure tese ad evitare l'infiltrazione di sostanze inquinanti, i comuni prevedono tipologie edilizie che non richiedano la realizzazione di pali trivellati o di scavi profondi che creino vie preferenziali di infiltrazione dal suolo alle falde sottostanti escludendo da tale vincolo la parte pedologica superficiale di copertura della roccia in posto e/o il riporto. Comunque gli scavi non sono possibili dove la soggiacenza è minore di 10 m dal piano campagna (fatto salvo quanto previsto al capoverso precedente), mentre per soggiacenza maggiore di 10 m dal piano campagna è possibile effettuare scavi tali che la profondità della falda dal piano di fondazione non risulti mai inferiore a 10 m e comunque non superiore al 20% della reale soggiacenza locale, fino ad un massimo di 6 m, comprensivi dello spessore si suolo e/o riporto. Per la regolamentazione in materia di attività estrattive insistenti in classe di sensibilità 2, si rimanda a quanto disposto ai punti 10.6.4 e 10.6.5 della Disciplina del P.T.C.P. 2010. Nel restante territorio, tutte le attività, anche produttive, avendo come riferimento le condizioni topografiche naturali, che prevedono escavazioni sono da ritenersi: * Incompatibili per soggiacenza della falda minore o uguale a 10 m dal piano campagna; * Compatibili per soggiacenza della falda maggiore di 10 m, ma minore di 50 m dal piano campagna, qualora si prevedano interventi di escavazione che non superino il 25% dell'eccedente i 10 m di soggiacenza; * Compatibili per soggiacenza della falda maggiore di 50 m, ma minore di 150 m dal piano campagna, qualora si prevedano interventi di escavazione che non superino il 20% della reale soggiacenza locale; * Compatibili per soggiacenza della falda maggiore di 150 m, qualora si prevedano interventi di escavazione che non superino il 30% della reale soggiacenza locale. 6. Per gli interventi edilizi ed infrastrutturali ricadenti in aree sensibili di Classe 1 e 2 che prevedano scavi, deve essere verificata la soggiacenza della falda attraverso la misura diretta in pozzi o piezometri esistenti nell'area o l'esecuzione di sondaggi geognostici, o altra indagine diretta. I risultati della campagna di misure, inseriti all'interno della relazione geologica, sono parte integrate del progetto definitivo/esecutivo allegato alla pratica edilizia. 3

7. Non rientra nel caso precedente il semplice scavo necessario alla posa delle fondazioni superficiali. Quindi per l esecuzione dei Fabbricati denominati (E D F) non vi sarà alcuna interferenza con la falda in quanto verranno eseguiti scavi necessari alla posa in opera delle fondazioni, mentre per quanto riguarda la falda si trova a 20 m dal piano di campagna misura effettuata sul pozzo esistente all interno dell area oggetto di intervento il giorno 25/06/2013, quindi al disotto dei dieci metri consentiti. Comunque in fase di progettazione edilizia dovranno essere apportati ulteriori chiarimenti circa la stabilità geotecnica a livello di indagine geognostica. 3 - FATTIBILITÀ La carta della fattibilità è data dalla sovrapposizione della carta della pericolosità e di quella delle destinazioni d uso previste nel P. S.; si ricava una carta che può essere definita, con qualche approssimazione, del «rischio» e si ottengono attendibili informazioni sulla fattibilità degli interventi proposti. Tale fattibilità non sempre sarà strettamente legata al grado di pericolosità, poiché dovrà essere tenuto conto anche dell utilizzazione prevista; il raffronto tra pericolosità dell area e tipologia di intervento permetterà di definire il «piano di indagine» da effettuare e i vincoli da superare dal punto di vista geologico-tecnico, per il rilascio della concessione edilizia. Le classi di fattibilità sono: Classe I: Fattibilità senza particolari limitazioni Equivale a livelli di «rischio irrilevante» raggiungibile in caso di: Costruzioni di modesto rilievo in rapporto alla stabilità globale dell insieme opera/terreno che ricadono in aree stabili note. Interventi a carattere conservativo e/o di ripristino anche in aree ad elevata pericolosità. In questi casi la caratterizzazione geotecnica del terreno a livello di progetto, quando necessaria, può essere ottenuta a mezzo di raccolta di notizie; i calcoli geotecnici di stabilità e la valutazione degli spostamenti possono essere omessi ma la validità delle soluzioni progettuali adottate deve essere motivata con una apposita relazione. Gli interventi previsti dallo Strumento Urbanistico sono attuabili senza particolari condizioni e limitazioni. Classe II: Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto Equivale a livelli di «rischio basso» raggiungibili in aree non sufficientemente note, anche se ipotizzabili a «bassa pericolosità». Non sono previste indagini di dettaglio a livello di «area complessiva». Il progetto deve basarsi su una apposita indagine geognostica mirata alla soluzione dei problemi 4

evidenziati negli studi condotti a livello di P.S. Gli interventi previsti sono attuabili senza particolari condizioni. Classe III: Fattibilità condizionata Equivale a livelli di rischio medio - alto, come definibile con le conoscenze disponibili sulla pericolosità dell area (in genere classe III di pericolosità) e interventi previsti anche di non eccessivo impegno e bassa vulnerabilità. Sono richieste indagini di dettaglio condotte a livello di «area complessiva» sia come supporto alla redazione di strumenti urbanistici attuativi che nel caso sia ipotizzato un «intervento diretto». Classe IV: Fattibilità condizionata Equivale a livelli di rischio elevato ottenibili ipotizzando qualsiasi tipo di utilizzazione che non sia puramente conservativa o di ripristino di aree a pericolosità elevata. Prevedendo utilizzazioni dall elevato valore di vulnerabilità (servizi essenziali, strutture ad utilizzazione pubblica con elevata concentrazione, strutture ad elevato rischio indotto quali dighe, installazioni industriali con possibile emanazione di materiale nocivo ecc...) in aree a pericolosità media - bassa. In queste aree, già a livello di strumento urbanistico generale, sono da prevedersi specifiche indagini geognostiche e quanto altro necessario per precisare i termini del problema. L area corrispondente al piano (v. All. 1 Tav) ricade, nella Classe di Fattibilità II per quanto riguarda le aree dove saranno edificati i fabbricati E- F- D, Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. 4 - CONCLUSIONI Tutto ciò premesso, si esprime parere favorevole alla localizzazione degli interventi previsti nel Piano Attuativo da adottare, in quanto dalle indagini effettuate e dalle conseguenti considerazioni tecniche si può ragionevolmente affermare che non sembra emergere alcuna problematica particolare sia per la morfologia sia per i litotipi presenti nell area. In ogni caso si rimane a disposizione degli Enti preposti alla valutazione dello studio per fornire eventuali chiarimenti o fornire altri elementi che dovessero essere ritenuti necessari. Grosseto, Giugno 2013 DEI ORDINE G EOLOG I DELLA DOTT. GEOL. PIERLUIGI CHIAVACCI N 1218 TOSCANA Dott. Geol. Pierluigi Chiavacci 5