UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TRENTO FACOLTA DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA DECISIONI ECONOMICHE, IMPRESA E RESPONSABILITA SOCIALE TESI DI LAUREA SPECIALISTICA LA PREVENZIONE DEI REATI IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO EX D.LGS 231/2001 DEL GRUPPO DOLOMITI ENERGIA ABSTRACT Relatore Prof. Giacomo Bosi Laureanda Michela Lorenzini Anno Accademico 2008/2009
Il legislatore italiano ratificando ed eseguendo la Convenzione sulla tutela degli interessi finanziari della Comunità Europea ( 1996 ), la Convenzione relativa alla lotta contro la corruzione ( 1997 ), la Convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali ( 1997 ) ed ispirandosi alle Sentencing Commision Guedelines for Organizations americane ha introdotto, con il d.lgs 231/2001, la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, fattispecie nuova. Il d.lgs 231/2001 da un lato contempla una lista esaustiva di reati 1 ai quali è riconducibile la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e dall altro, facendo ricorso allo strumento della norma in concorso con l autonomia privata, mette a disposizione delle persone giuridiche destinatarie del decreto uno strumento, il cd Modello di Organizzazione e Controllo, avente, nel caso in cui soddisfi determinati requisiti, efficacia esimente da tale responsabilità. Lo strumento Modello 231, così definito nel linguaggio aziendale comune, rappresenta quindi uno strumento di governance 2 attraverso cui l ente assume in modo facoltativo e consapevole una forma organizzativa che se da un lato, con il ricorso a procedure gestionali/operative, al codice disciplinare ecc. è volta ad imporre una condotta conforme alle prescrizioni di legge, dall altro con la condivisione e la predisposizione di un codice etico o di comportamento è volta a promuovere i valori sottostanti a tali prescrizioni. Ci si chiede se gli scandali finanziari che hanno caratterizzato lo scenario economico degli ultimi anni rappresentino il risultato di una crisi dei valori delle persone deputate a gestire le imprese, specifica tipologia di ente, ovvero gli amministratori che Vincenzo Buonocore definisce amministratori troppo avidi o, se si vuole, troppo generosi con se stessi e se gli ordinamenti soffrano per la mancanza di regole precise volte a prevenire le condotte abusive di tali soggetti. Ha ragione Guido Rossi quando afferma che il diritto negli ultimi anni sembra aver sostituito alla rassegnazione un iperattivismo fine a se stesso, e a secernere senza soluzione di continuità norme che non incidono sulla realtà sociale né contribuiscono a garantire una ragionevole equità o a tutelare i soggetti giuridici più deboli? I casi di cronaca economica e giudiziaria hanno portato all attenzione dell opinione pubblica la criticità insita nel rapporto tra gli azionisti ed amministratori, criticità che gli economisti definiscono problema di agenzia, accentuata nel caso della società a proprietà diffusa caratterizzata da una netta separazione tra proprietà e controllo. Ci si è trovati dunque di fronte a casi in cui gli amministratori hanno palesemente abusato del loro potere, delle deleghe conferite loro dagli azionisti, contravvenendo al dovere fiduciario insito nel 1 Dal 2001 ad oggi la tipologia dei reati presupposto contemplati nel d.lgs 231/2001 è andata ampliandosi in conformità a quanto previsto nella legge delega n. 300 del 2000. 2 Per governance si intende l insieme di regole, processi, relazioni e consuetudini che sottendono al sistema di gestione e controllo di un organizzazione. Così Paola Lazzaroni e Silvia Furfaro nel Documento di studio La Governance e la responsabilità sociale d impresa Una prima analisi sull applicazione dei Codici Etici in Italia, Bologna, 2009
mandato ricevuto. In dottrina si è quindi acceso un dibattito vivace in merito alla tipologia di strumenti da introdurre sia negli ordinamenti giuridici sia nella buona prassi di governance al fine di prevenire il verificarsi di nuovi casi Enron, Cirio e Parmalat che hanno avuto conseguenze negative non solo in termini di perdita di fiducia da parte degli azionisti ma perdita di fiducia da parte dell intero sistema economico ovvero da parte dei diversi stakeholder 3 per i quali la qualità della reputazione dell imprese rappresenta la discriminante per l attribuzione della propria fiducia. Il dibattito ha visto spesso protagonista il rapporto tra il diritto e l etica e in quest ottica, secondo me, il Modello 231 rappresenta uno strumento che mira a coniugare l ottemperanza alla prescrizione di legge con la promozione di precisi valori etici ispiratori dell attività dell impresa ed ispiratori delle stesse prescrizioni di legge. In particolare le parti del Modello 231 lasciate all autoregolazione rappresentano lo strumento di self enforcing del modello stesso e allo stesso tempo, possono diventare uno strumento efficace per la promozione della Responsabilità Sociale dell impresa. Nel corso del secondo anno del percorso universitario specialistico ho avuto l opportunità di svolgere uno stage della durata di 9 mesi, concluso a fine novembre 2009 presso la funzione Internal Auditing di Dolomiti Energia S.p.A. società capogruppo dell omonimo Gruppo multiutility. Ho collaborato con la Responsabile di funzione Dottoressa Stefania Condini all aggiornamento del Modello 231 della capogruppo Dolomiti Energia Spa e delle società controllate Trenta Spa e Set Spa. L aggiornamento ha riguardato la fusione per incorporazione che ha coinvolto la società capogruppo e l implementazione nelle tre società di un Sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro conforme (ad oggi tuttavia il SGSL non è stato ancora sottoposto a certificazione) ai requisiti stabiliti dal British Standard OHSAS 18001:2007, requisito che il legislatore, nell art. 30 del d. lgs 81/2008, ha sancito quale condizione necessaria in punto di efficacia esimente 4 del Modello 231 dalla responsabilità amministrativa della persona giuridica ai fini dei reati di omicidio colposo o lesioni colpose commessi in violazione delle norme in materia di sicurezza contemplate nel d.lgs 231/2001. Questo elaborato vuole essere il resoconto del percorso di studio e di esperienza in azienda grazie al quale ho approfondito il contenuto e l applicazione del d.lgs 231/2001. L elaborato è suddiviso in tre parti. La prima vuole presentare il problema di agency insito nel rapporto tra azionista ed amministratore. Tale problema può inficiare la qualità del rapporto fiduciario in essere tra i due attori se l amministratore abusa del suo potere e quindi ci si chiede in linea generale se gli strumenti di 3 Stakeholder ovvero portatori di interessi. Ne sono un esempio i dipendenti dell impresa, i fornitori, i clienti, ecc.. 4 Il contenuto del comma quinto dell art. 30 del d.lgs 81/2008 ha aperto un ampio dibattito in seno all attività ed alla competenza del giudice chiamato a sindacare in merito all efficacia esimente del Modello organizzativo nell ambito dei reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Di questo si darà conto nel terzo capitolo della tesi.
corporate governance in particolare quelli forniti dall autonomia privata tra i quali si annoverano i Codici Etici siano efficaci nel riequilibrare il rapporto tra i due attori in un ottica di armonizzazione tra prescrizioni di legge e principi etici. Verranno inoltre presentate due ricerche condotte dalla Fondazione Unipolis e da Nicoletta Ferro per la Fondazione Enrico Mattei nell ambito dell applicazione dei Codici Etici in Italia. La seconda entra nello specifico del D. lgs 231/2001, presentandone i tratti salienti della disciplina, in particolare evidenziando il contenuto del concorso tra diritto positivo ed autoregolamentazione nella realizzazione delle varie componenti del Modello 231. In questo capitolo verrà inoltre presentato il paradigma della responsabilità degli amministratori introdotto dalla riforma del diritto societario del 2003, in particolare verranno messi in relazione i principi sanciti dall art. 2381 c.c con la responsabilità degli amministratori dell ente condannato ai sensi del d.lgs 231/2001 prendendo spunto dal pensiero di Vincenzo Buonocore e dal Suo commento alla sentenza del Tribunale di Milano del 13 Febbraio 2008. La terza è rappresentata dalla presentazione delle fasi del progetto di aggiornamento del Modello di Organizzazione e Controllo 231 delle società del Gruppo Dolomiti Energia SpA nell ambito della prevenzione dei reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L attenzione sarà riservata alla società Capogruppo. Il presente elaborato è dunque il frutto di un percorso di studio e lavoro che ho condotto con l obiettivo di acquisire sia conoscenze in merito ai contenuti della disciplina introdotta dal d.lgs 231/2001, sia competenze in merito alla modalità di implementazione del Modello di Organizzazione e Controllo ivi previsto, con la curiosità di indagare se la finalità penal preventiva perseguita dal legislatore ha contribuito alla promozione ed alla diffusione di un maggior senso di Responsabilità Sociale da parte delle imprese. Infatti a fianco dell esperienza in azienda che mi ha consentito di prendere confidenza con gli strumenti caratterizzanti il Modello, ho approfondito la conoscenza del decreto d.lgs 231/2001 ricercando, nelle Riviste Giuridiche e nei testi citati in bibliografia, i contributi dei diversi Autori al dibattito accesosi in dottrina sia per quanto attiene i tratti salienti della disciplina quali il carattere e la natura della responsabilità dell ente, i criteri di imputazione di tale responsabilità, l ambito soggettivo di applicazione, ecc. sia per quanto attiene le novità introdotte dall art. art. 25 septies relativamente al reato-presupposto di omicidio colposo o lesioni colpose commessi in violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L analisi del contenuto e dei risultati delle ricerche condotte dalla Fondazione Unipolis e da Nicoletta Ferro in merito alla diffusione dei Codici Etici in Italia aveva lo scopo di suggerire la risposta alla mia curiosità circa gli effetti dell applicazione del d.lgs 231/2001 sulla diffusione della Responsabilità Sociale, di seguito RS, nelle imprese. Le ricerche hanno evidenziato un incremento
nell adozione dei Codici Etici da parte delle imprese senza però riuscire a dimostrare quanto di fatto questo sia indice di un effettivo incremento della RS. E significativo il titolo dell articolo con cui Luca Iezzi ha presentato i risultati della ricerca Unipolis, pubblicato da la Repubblica Affari & Finanza il 12/10/2009 : Non basta un codice a fare etica un azienda. Il giornalista cita l esempio di Parlmalat evidenziando che la società risultava formalmente in regola con il d.lgs 231/2001 nonostante le cronache abbiano poi dimostrato l effettiva condotta in contrasto con qualsiasi principio di RS, cita l esempio di Enron, altro caso noto alla cronaca, evidenziando che la società pubblicava il bilancio etico e sociale. Si può inoltre citare il caso Eni, azienda campione nelle ricerche analizzate, che contravvenendo agli impegni assunti nel proprio codice etico è tutt ora coinvolta in uno scandalo legato al pagamento di tangenti in Nigeria. Dalle ricerche dunque, emerge l incremento della diffusione dei Codici Etici in Italia in seguito all adeguamento al d.lgs 231/2001 ma non emerge il grado di effettiva diffusione della RS. La conclusione a cui sono giunta è che il Modello 231 così come disegnato dal legislatore sia potenzialmente idoneo ad innescare il circolo virtuoso che conduce allo sviluppo della cultura di RS nell impresa purchè l ambito del Modello lasciato all autonomia privata sia realizzato sfruttando in pieno i vantaggi offerti dall autoregolamentazione, che io, in questo ambito, identifico nei benefici derivanti dalla condivisione dei principi e dei valori che lo stesso Modello vuole promuovere; valori e impegni che danno vita al Codice Etico che rappresenta dunque uno strumento di corporate governance che rafforza il meccanismo di enforcement del Modello 231.