TITOLO: Normale reazione di paura o patologia fobica? Distinzione tra le due forme.



Documenti analoghi
LE STRATEGIE DI COPING

Cos è la Psicoterapia

dell organismo a richieste esterno Dott. Giuseppe Marmo Ordine degli Psicologi di Basilicata

LA TERAPIA DELLA RICONCILIAZIONE

Autoefficacia e apprendimento

Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing.

Educazione Emotiva. Dott.ssa Antonella De Luca Psicologa Psicoterapeuta - Ipnoterapeuta PhD Psicologia e Clinica dello Sviluppo Università di Roma TRE

Cosa avviene nel corpo:

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

Emozioni e stress in contesti di emergenza: vittime e volontari in campo

Dott.ssa M.Versino 1

Da dove nasce l idea dei video

Consapevolezza sui propri problemi di studio. Obiettivi.?

PRINCIPI DI TERAPIA COGNITIVA

TESTIMONIANZE DI CAREGIVER FAMILIARE. Dott.ssa MariaScala Psicologa e Psicodiagnosta

L'ANSIA, UN EMOZIONE UNIVERSALE.

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Definizione di ansia. Formula cognitiva dell ansia

attacchi di panico, agorafobia, fobia sociale, comportamento

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI

Guida per i nuotatori

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

COMUNICAZIONE E ASCOLTO NELLA COPPIA

Vipassana dipendenze e salute

centro servizi per la famiglia Mediazione Familiare e Laboratori Espressivi.

SIDS : SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE. Suggerimenti per gli operatori che entrano in contatto con una famiglia colpita

Adulti - Fragilità. Valeria Cavallina Responsabile Unità Attività Sociale Sanitaria Distretto Porretta Terme

IL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO E LE FOBIE: CHE COSA SONO E COME SI MANIFESTANO

TERAPIA DI COPPIA. Rita Gagliardi. 27 aprile 2013

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I.

I sentimenti causati da perdita e separazione. Dr.ssa Barbara Ottaviani

Indice. n IntroduzIone...5. n LA.dIGeStIone...7. n IL.SeCondo.CerVeLLo...11

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari

queste domande e l importanza delle loro risposte, per quanto concerne questo lavoro.

GVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE

QUESTO E IL NOSTRO CUORE

L uso e il significato delle regole (gruppo A)

La mediazione sociale di comunità

Project Cycle Management

Gestione dei rischi, Gestione della paura: sai rimetterti in gioco?

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

Cos è la UNI EN ISO 9001?

Assertività. Un adeguata comunicazione deve avere al meno tre elementi. Assenza Di paure o Inibizioni sociali. di sé

IL COLORE DELLE EMOZIONI

AUTOSTIMA QUESTA CHIMERA SCONOSCIUTA LUCIA TODARO, PSICOPEDAGOGISTA

IL PERCORSO DI COACHING

Gestione del conflitto o della negoziazione

COME PARLARE DI DISLESSIA IN CLASSE.

La gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici. Dott.ssa Monica Dacomo

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano

Il programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie.

! Enrica!Ciullo! Ansia!nei!bambini!! Scopri!4!cose!che!puoi!fare!subito,!! per!aiutarli!a!stare!meglio!

Vite sbilanciate. Su comportamento problema e autismo

L autostima (self-esteem) è il complesso delle valutazioni che l individuo ha maturato sul proprio conto. L'autostima è il processo soggettivo e

M. Lang - Una persona nervosa 13/11/2011. Una persona nervosa

DEFUSING, DEBRIEFING e STRESS INOCULATION TRAINING

AUTOREGOLAZIONE PER IL COMPITO

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI

ABITARE LA MENTE: L ATTEGGIAMENTO SPORTIVO

Il punto di partenza sono le relazioni interpersonali, spesso causa di scoraggiamento, abbassamento di autostima e frustrazione.

La respirazione è il più grande atto vitale. Possiamo vivere per settimane senza mangiare e per alcuni giorni senza bere, ma è impossibile vivere

Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità

Che cos è la fobia sociale

A.Bagni Alla cortese Attenzione ANNO SCOLASTICO 2012/2013 STAR BENE A SCUOLA SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO (SAP)


O P E N S O U R C E M A N A G E M E N T PILLOLE DI TEST COMPRENSIONE. w w w. o s m v a l u e. c o m

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Le nuove sfide dell educazione. Dott.ssa Sara Nappi Psicologa Psicoterapeuta 16 Aprile 2013

IL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE

COPIA. Neuropatia diabetica. «Il diabete può danneggiare il sistema nervoso!»

CORSO DI INFORMATICA PER ADULTI

RUOLO E PROBLEMATICHE DEL CAREGIVER NELLA DEMENZA

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre Lara Rossin

Come aiutare i bambini DOPO LA PERDITA DI UNA PERSONA CARA Linee guida per gli insegnanti

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

INTRODUZIONE. abilità specifiche, Per imparare ad affrontare le situazioni di conflitto nell attività lavorativa.


La depressione maggiore può arrivare a superare il. 40% nei soggetti con. il 21% della popolazione. Secondo le indagini dell'istat

Le Basi Psicologiche dell Altruismo e del Comportamento Prosociale

LA CLASSE CONTESTO DIFFICILE IL MEGLIO DI NOI LO DIAMO QUANDO INTERPRETIAMO LE SITUAZIONI DIFFICILI COME PROBLEMI CHE AMMETTONO SOLUZIONI 1 PASSO

Convegno: La Sclerosi sistemica Progressiva I progressi diagnostici e terapeutici nel 2016

Questi effetti variano da una persona ad un altra e dipendono dalla specifica natura della lesione cerebrale e dalla sua gravità.

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

KIT PER STIMOLARE LO SVILUPPO DELL AUTOREGOLAZIONE

DIPARTIMENTO POLITICHE ANTIDROGA. Informazioni per i giovani.

ADIS-R Sezione attacchi di panico* (Anxiety Disorders Interview Schedule-R)

Ansia e stress nelle prestazioni. s.dinuovo@unict.it

L'esperienza scolastica è fondamentale per la crescita di ogni bambino.

IL GRUPPO E I GRUPPI DI LAVORO

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

ADHD. LA FAMIGLIA Chi sono e come vivono genitori e fratelli di bambini/ragazzi ADHD. Astrid Gollner AIFA ONLUS LOMBARDIA

prova, e che sembra provenire dal nostro interno, è una caratteristica fondamentale dell esperienza emotiva.


Attivita di comunicazione (note, informative, circolari) DOCUMENTO AD USO INTERNO 1

Transcript:

Articolo di Scorpiniti Margherita TITOLO: Normale reazione di paura o patologia fobica? Distinzione tra le due forme. Abstract Tra i disturbi d ansia, le fobie e gli attacchi di panico sono quelli più frequentemente affrontati nella pratica clinica. L essere umano sperimenta svariate volte, nel corso della propria esistenza, sensazioni di paura nei confronti di un evento che percepisce come pericoloso e inevitabile, in grado di modificare le proprie funzioni fisiologiche e i propri vissuti psichici (aumento del battito cardiaco, insonnia, sensazione d ansia, inquietudine, ecc.). Queste reazioni sarebbero normali se fossero collegate ad un evento/oggetto che preoccupa per breve tempo, fino a quando lo si vive senza contrastarlo o, ad esempio, se si evita un oggetto che realmente spaventerebbe chiunque, poiché pericoloso per la propria incolumità. Ma come accade che una semplice e motivata paura si trasformi, per il soggetto che la sperimenta, in una patologia fobica, limitandogli le principali attività a causa del panico e impedendogli di affrontare la sofferenza iniziale? Un indizio di probabile comparsa di patologia fobica va ricercato nell aumento della frequenza delle sensazioni di paura che si verificano in presenza di uno stesso evento o di situazioni che il soggetto fobico può associare ad esso. L esposizione allo stimolo fobico provoca una risposta ansiosa immediata, che può diventare un attacco di panico situazionale o sensibile alla situazione (il DSM-IV- TR fornisce specifici criteri diagnostici per le fobie e gli attacchi di panico). Segue l evitamento della sofferenza con la conseguenza di creare l instaurarsi del problema. La sofferenza è definibile come la condizione psicofisiologica che viene connotata negativamente dall organismo o dal sistema di riferimento e che l organismo tenta di risolvere. Sulla base dei risultati di svariate ricerche empiriche (Barlow,1990; Marks,1978-1998; Nardone,1988-1993,), si è riscontrato che la maggior parte di coloro che soffrono di un disturbo basato sulla paura, che sia una fobia o una sindrome di attacchi di panico, hanno in comune la strategia comportamentale dell evitamento. I soggetti fobici tendono ad evitare tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate all insorgere della incontrollabile paura. Tale strategia si trasforma in una trappola per colui che la pratica perché lo conduce gradatamente a incrementare gli evitamenti fino alla completa incapacità tipica dei disturbi fobici generalizzati. Si accompagna alla strategia dell evitamento quella della richiesta di aiuto, ossia la tendenza a essere sempre accompagnati e sostenuti da qualcuno, pronto ad intervenire in caso di crisi di panico o di perdita di controllo. Cosa si può fare? Si può utilizzare un trattamento psicologico breve disturbo-specifico e riorientare la paura, facendola diventare una risorsa per colui che ne soffre, con l obiettivo finale di scardinare i suoi schemi comportamentali e ripristinare il suo senso di volizione e di fiducia nelle proprie risorse. Introduzione/Premessa L individuo che sperimenta un evento che percepisce come minaccioso, può reagire con varie manifestazioni di paura. Ricordiamo però che non tutte le

paure sono patologiche. Esistono due forme principali di paura. Una è la normale reazione a stimoli percepiti come dannosi, con conseguenti reazioni psicofisiologiche a essi legate. Di solito svanisce velocemente se lo stimolo viene affrontato subito e quando c è serve a incrementare la capacità di gestire la propria volontà. L altra forma, al contrario, diventa persistente, si associa a tutti quegli eventi o immagini mentali che riportano il soggetto al primo momento in cui ha percepito un forte panico e limita e a volte impedisce la capacità di agire. Quando si creano le condizioni per l instaurarsi di una patologia fobica? Il disturbo prende avvio dal primo momento critico che fa percepire al soggetto che non ha saputo controllare la situazione. Il soggetto che ha vissuto un momento critico, può manifestare, ben presto, dei tentativi di controllo delle proprie reazioni. Sono questi tentativi di controllo che incrementano, anziché ridurle, tali sensazioni iniziali, innescando il circolo vizioso che la psicologia emotocognitiva definisce loop disfunzionale (Baranello, M. -2006-). Da adesso in poi, il soggetto cercherà delle strategie particolari di risposta alla paura e, si troverà, ben presto, come ingabbiato dai suoi stessi tentativi di soluzione. Contenuto dell'articolo La paura è definibile come uno stato emotivo di timore o anche di repulsione nei confronti di tutto ciò che è o che viene considerato dannoso e le sensazioni fisiologiche a essa legate sono immediate, forti e violenti. Colui che vive uno stato di paura sente aumentare il battito cardiaco, suda, avverte la contrazione dei muscoli, ecc... I vissuti psichici legati alla paura provocano ansia, incertezza e inquietudine. Nonostante ciò, se non ci fosse la paura, la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in grosso pericolo. La paura, con la sua funzione anticipatoria, ci avvisa che se non corriamo ai ripari, in certe circostanze, potremmo sentire il dolore vero e proprio. L uomo non può essere immune dalla paura e insofferente a quegli eventi che soggettivamente lo colpiscono e gli generano delle risposte psicofisiologiche. Va precisato che gli eventi, presi da soli, sono tutti neutri mentre, acquisiscono significato per il soggetto percepente. Non si può pensare di impostare la propria vita cercando di contrastare a tutti i costi la paura. Avere paura è una reazione normale. Quando però la paura non serve a prevenire i pericoli, non ha uno scopo adattivo, è irrazionale e non ha riscontri oggettivi nella realtà, siamo di fronte ad una fobia. Ciò che differenzia la paura come utile emozione naturale dalla paura come reazione patologica, è che la prima incrementa la capacità di agire e la seconda blocca questa capacità, costringendo la persona a limitare la maggior parte delle proprie attività a causa del rischio di cadere nel panico. Un importante criterio per definire una patologia è proprio il livello di impedimento esistenziale, che caratterizza chi ne soffre. E patologica una forma di paura che ci impedisce di realizzare le nostre capacità e i nostri desideri. Finchè la soglia di tale emozione non blocca realmente il soggetto rispetto al fatto di fare qualcosa, non dovrebbe essere considerata un disturbo che necessita di essere curato. Quando invece la realtà che viene percepita in modo minaccioso (esperienza interiore ed esteriore) causa limitazioni al normale svolgimento delle attività di un individuo siamo di fronte a una forma patologica che necessità di trattamento. Un altro aspetto che distingue una fobia da una normale paura è la sproporzione tra il timore e il pericolo reale.

Occorre precisare che non sempre una fobia (dal greco phobia) richiama situazioni patologiche a meno che non diventi un idea ossessiva e che in alcuni casi particolari faccia, ad esempio, attuare condotte socialmente inaccettabili, devianti,(si pensi alla xenofobia) ecc.. Una fobia è una paura interna, non giustificata da una reale minaccia. Ciò che viene temuto da chi soffre di fobie non ha in sé un significato dannoso. La fobia è un tipo di disturbo fra i più frequenti della pratica clinica. Alcune fobie sono molto precoci, riguardano il periodo adolescenziale e generalmente vengono poi superate. E il caso della fobia sociale, della fobia della scuola, della dismorfofobia (paura di non avere un aspetto normale), che compaiono tra i 15 e i 17 anni. Le altre fobie si manifestano invece intorno ai 25 anni. Le fobie più comuni riguardano oggetti, luoghi, continue sensazioni di apprensione e di tensione a livello cognitivo, e dal conseguente stato di agitazione del sistema nervoso. C è un forte coinvolgimento, a livello somatico dell apparato cardiovascolare (tachicardia, palpitazioni), respiratorio ( fame d aria, tosse nervosa), gastrointestinale (vomito,nausea,ecc.), urogenitale (impotenza, ecc.), locomotore (tensione muscolare, tremori). Anche il sonno viene disturbato. Tutto ciò provoca diminuizione della capacità di rendimento, aumento dell affaticamento e scarse capacità di concentrazione e memoria. Utilizzando una prospettiva che considera la patologia una dinamica interattiva (ci si riferisce allo studio della persistenza dei fenomeni patologici come sistemi ove causa e effetto interagiscono dinamicamente in senso circolare di reciproca interdipendenza) tra soggetto e realtà, si osserva che le forme di disturbo fobico possono essere condivise in due grandi categorie: - le patologie che si esprimono con l attacco di panico; - le patologie nelle quali il disturbo è dato da ciò che l individuo fa o non fa per evitare di cadere nel panico, dove per panico si intende quella reazione psicofisiologica definibile come la forma estrema della paura. Il panico viene innescato dalla percezione attraverso i nostri sensi o da immagini mentali di tipo realistico o fantastico, che coinvolgono l intero organismo. Allo sconvolgimento fisiologico si associa immediatamente la paura di morire o di impazzire e/o di essere posseduti da una forza oscura che conduce a fare cose al di là della propria volontà. Le sensazioni di alterazione che la persona prova innescano pensieri e convinzioni minacciosi, i quali provocano nell organismo ulteriori reazioni di allarme che portano a maggiori alterazioni psicofisiologiche. Le alterazioni psicofisiologiche incrementano la convinzione di essere bloccati, di non essere assolutamente in grado di agire. Tale condizione circolare porta all attacco di panico. Un attacco di panico è una paradossale escalation di sensazioni di paura e tentativi di controllo che nella loro interazione intrappolano la mente, che crea da sola le sue stesse paure. Inoltre, la persona intrappolata nella paura patologica, cercando di limitarne gli effetti, agisce con un repertorio di scelta che complica ulteriormente il problema e gli effetti del disturbo. Si associano a questa serie di reazioni la tendenza a evitare la situazione associata all attacco di panico e la costante ricerca di aiuto e protezione da parte di altre persone. Se si evita la situazione temuta se ne conferma la sua pericolosità e la sensazione di inadeguatezza che si prova, aumentando la paura della volta successiva. Ogni sviamento prepara la strada a quello successivo finché l individuo arrivi alla

completa incapacità di esporsi a situazioni che immagina essere minacciose. Da un lato, il soggetto si sente all inizio come al riparo dal panico incalzante e dall altro percepisce di non essere in grado di affrontare la situazione evitata. Quest ultima percezione, dopo molte fughe, gli produce una sfiducia generalizzata rispetto alle proprie risorse. Questa mancanza di autostima gli farà evitare di esporsi alle situazioni di eventuale rischio fino a ridurlo ad una condizione di completa inattività. Dunque, una reazione naturalmente sana come l evitare il pericolo, se viene associata alle distorsioni nella percezione prodotte da un controllo scorretto della paura, muta in un quadro patologico di cognizioni e comportamenti. Questo è il tentativo razionale di controllare e gestire la paura che invece la alimenta. Barlow -1990- nelle sue ricerche empiriche ha trovato che ad accumunare le terapie che funzionano con i soggetti fobici è il fatto che queste obbligano la persona che soffre di attacchi di panico ad esporsi a tutte le situazioni che normalmente evita, insegnandogli a calarsi volontariamente nelle peggiori fantasie fobiche per imparare a gestire le proprie reazioni. Secondo altri studiosi, però, Barlow ha un pò sottovalutato la costante e reiterata richiesta di aiuto dei fobici che arrivano a dipendere totalmente da altri individui che diventano il fondamento del loro senso di sicurezza e protezione. Il soggetto fobico, instaura relazioni con gli altri che sono permeate dalla paura e dalla conseguente necessità di sentirsi protetto pertanto delega agli altri la sua sicurezza personale e non ha più il coraggio di affrontare la propria vita quotidiana. Se, attraverso un trattamento psicologico breve-strategico, si riuscisse, mediante stratagemmi, a indurre il soggetto dipendente dagli altri a bloccare tale tendenza, questi riscoprirebbe in tempi ridotti, le proprie capacità, e saprebbe affrontare in modo autonomo situazioni fino ad allora gestite grazie alla protezione altrui e si accorgerebbe di poter contare sulle varie risorse di cui dispone. Questa esperienza provoca eventi progressivamente più ampi fino a portare al recupero dell autonomia personale rompendo il circolo vizioso che manteneva il problema. Conclusione Gli studi empirici di Barlow, 1990; Marks, 1978-1998; Nardone, 1988-1993, hanno evidenziato come la maggior parte di coloro che soffrono di una fobia o sindrome da attacchi di panico, abbiano in comune l evitamento della sofferenza adottando comportamenti che li allontanano da tutto ciò che potrebbero collegare alla loro paura. Così facendo, incrementano gli evitamenti fino ad essere incapaci di agire secondo la propria volontà e si intrappolano da soli. Iniziano a chiedere di essere sempre accompagnati e sostenuti da qualcuno, che li aiuti in caso di panico. Partendo da queste ricerche, si è compreso che solo se si riesce a bloccare la spirale di evitamenti progressivi, accompagnati dalle continue richieste di aiuto ad altri e a condurre il soggetto fobico a riesporsi alle situazioni fino ad allora evitate, il disturbo si blocca e si ha una riduzione della paura contemporanea alla riacquisizione della fiducia delle proprie capacità personali. In questo modo il soggetto fobico viene aiutato a smantellare la struttura fatta di pensieri e condotte che gli mantenevano il problema anziché risolverlo e si libera dalla prigione che si era costruito. riferimento bibliografico per citare questa fonte: Scorpiniti, M. (2007)

Normale reazione di paura o patologia fobica? Distinzione tra le due forme Rivista web di Scienze Psicologiche, sito:http://web.i2000net.it/mscorpinitipsicologo/ Roma, 20 Febbraio 2007. Bibliografia di riferimento Barlow, D.H. (1990) Clinical handbook of psychological disorders: a step - by - step treatment manual- Guilford Press. Nardone, G. (2004) Oltre i limiti della paura - Biblioteca Universale Rizzoli- IIIa Edizione, Milano..