dialegesthai Collana di ricerche filosofiche diretta da Emilio Baccarini e Giovanni Salmeri



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Transcript:

dialegesthai Collana di ricerche filosofiche diretta da Emilio Baccarini e Giovanni Salmeri 9

Volume pubblicato con il contributo della scuola IaD (Istruzione a Distanza), Università di Roma Tor Vergata.

dialegesthai mø nun n «qoj mo non ùn saut f rei, Èj f j s, ko d n llo, to t' rqòj cein. stij g r a tÿj ƒ froneén m noj dokeé, ƒ glòssan, n o k lloj, ƒ yuc n cein, o toi diaptucqûntej Ìfqhsan kenoà. ll' ndra, keä tij sof j, tÿ manqßnein p ll' aáscrÿn o d n kaã tÿ m teànein gan. Non portare nell animo l idea, solitaria, che la verità sia tua e che nient altro sia vero. Chi è convinto d aver senno lui solo, d avere lui solo la parola o l anima, appena lo scopri, vedi che dentro è vuoto. Ma per un uomo, anche saggio, imparare, deporre l ostinazione, non è mai disonorevole. Sofocle, Antigone, III episodio, vv. 705 711 Im wirklichen Gespräch geschieht eben etwas Nell autentico dialogo qualcosa accade sul serio. Franz Rosenzweig, Il nuovo pensiero Riprendendo l antico termine dialégesthai ( dialogare ) come titolo di questa collana di ricerche filosofiche, in continuità di ispirazione con la rivista di filosofia on line (http://mondodomani.org/dialegesthai) vogliamo ripetere, da un lato, l esigenza del rigore argomentativo del discorso vero proprio della filosofia, ma dall altro, anche, ascoltare la vita e quindi ritrovare la dialogica prima della dialettica, che significa anche offrire una testimonianza della verità, non soltanto argomentativa, bensì anche come passione personale di ricerca della verità. Vogliamo situarci in questo spazio intermedio che oggi si presenta con un urgenza nuova, in gran parte ancora da pensare, senza arroganza e senza la pretesa antidialogica di essere portatori di una verità semplicemente da comunicare.vorremmo proporre una sorta di apologia della verità (dialogo) contro la certezza (violenza).

Ivano Liberati DALLA BARBARIE ALLA VITA COME AUTO-MANIFESTAZIONE LA PROPOSTA FENOMENOLOGICA DI MICHEL HENRY

Copyright MMX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978 88 548 3296 1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: maggio 2010

Per Elisa

Sommario Abbreviazioni 13 Presentazione di Emilio Baccarini 15 Introduzione 19 Parte I La filosofia di Michel Henry: una mappa concettuale 25 1. L ontologia fenomenologica universale 27 2. Fenomeno, coscienza e rappresentazione 41 2.1 Dal fenomeno al «monismo ontologico» 41 2.2 La filosofia della coscienza 50 2.3 La rappresentazione 56 3. Una filosofia dell immanenza 73 3.1 La questione della trascendenza 73 3.2 Dalla trascendenza all immanenza: il rovesciamento fenomenologico 83 3.3 L invisibile, il comment della rivelazione 88 4. La dimensione affettiva 99 4.1 L interpretazione ontologica dell affettività 99 9

10 Sommario 4.2 Affezione e affettività, affettività e azione, verità dell affettività 103 4.3 Ipseità, affettività e assoulto 107 5. Vita, Corpo, Carne,Verbo 113 5.1 Che cosa chiamiamo vita 113 5.2 Il corpo nella fenomenologia rovesciata 120 5.3 Una fenomenologia della carne 123 5.4 Dalla fenomenologia dell In-carnazione al raggiungimento della Vita assoluta nel Verbo cristiano 125 Parte II Dalla fenomenologia materiale alla barbarie 129 6. La fenomenologia materiale 131 6.1 La questione della fenomenologia e il problema del tempo 131 6.2 Metodo e principi della fenomenologia 147 6.3 La riduzione radicalizzata: per una fenomenologia non intenzionale 161 6.4 Fenomenologia materiale tra etica e religione. Oltre i limiti della fenomenologia? 168 7. L immanenza nella fenomenologia della vita 183 7.1 Dall essere dell ego alla parola di Dio: l immanenza attraverso il trittico cristiano Io sono la verità, Incarnazione, Parole del cristo 183 7.2 Corpo, carne, incarnazione e l Archi-intelligibilità giovannea 210 7.3 Il paradigma dell immanenza: Michel Henry oltre l onto-teologia 220

Sommario 11 8. Cultura della barbarie. La proposta fenomenologica di Michel Henry 235 8.1 Appunti fenomenologici 235 8.2 Una praxis della vita contro la barbarie 242 8.3 Oblio della vita e barbarie: elementi e prospettive 252 8.4 La malattia della vita e l avanzamento della barbarie 259 8.5 Una barbarie praticata. Ideologie e metodologie 264 8.6 Crisi della cultura e clandestinità. Per una ri-scoperta della vita 279 Indice dei nomi 287

Abbreviazioni Le opere di Michel Henry sono citate nel testo con le seguenti sigle. Per una bibliografia completa e aggiornata delle opere dell autore e dei testi critici pubblicati rimando al mio Bibliografia di Michel Henry in «Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia», disponibile su: http://mondodomani.org/dialegesthai/ili06.htm EM M. Henry, L Essence de la manifestation, Puf, Paris 1963 [II ed., 1990]. GP ID., Généalogie de la psychanalyse. Le Commencement perdu, Puf, Paris 1985 [trad. it., Genealogia della psicoanalisi. Il cominciamento perduto, Ponte alle grazie, Firenze 1990]. PV,I ID., Phénoménologie de la vie. De la phénoménologie, tome I, Puf, Paris 2003. PV,II ID., Phénoménologie de la vie. De la subjectivité, tome II, Puf, Paris 2003. PV, III ID., Phénoménologie de la vie. De l art et du politique, tome III, Puf, Paris 2004. PV, IV ID., Phénoménologie de la vie. Sur l éthique et la religion, tome IV, Puf, Paris 2004. IN ID., Incarnation. Une philosophie de la chair, Seuil, Paris 2000 [trad. it., Incarnazione. Una filosofia della carne, Sei,Torino 2001]. FM ID., Phénoménologie matérielle, Puf, Paris 1990 [trad. it., Fenomenologia materiale, Guerini e Associati, Milano 2001]. VI ID., Voir l invisible. Sur Kandinsky, Bourin, Paris 1988 [trad. it., Vedere l invisibile. Saggio su Kandinskij, Guerini e Associati, Milano 1996]. 13

14 Abbreviazioni AD ID., Auto-donation, Entretiens et conférences, Prétentaine, Paris- Montpellier 2002. IV ID., C est moi la vérité. Pour une philosophie du christianisme, Seuil, Paris 1996 [trad. it., Io sono la verità. Per una filosofia del cristianesimo, Queriniana, Brescia 1997]. BA ID., La Barbarie, Grasset, Paris 1987 [II ed., Puf, Paris 2001]. PC ID., Paroles du Christ, Seuil, Paris 2002 [trad. it., Parole del Cristo, Queriniana, Brescia 2003]. PPC ID., Philosophie e phénoménologie du corps. Essai sur l'ontologie biranienne, Puf, Paris 1965 [II ed., 1997]. SZ M. Heidegger, Sein und Zeit, Niemeyer, Halle 1941 [trad. it. di Pietro Chiodi, Essere e Tempo, Longanesi, Milano 1970].

Presentazione di Emilio Baccarini La struttura di questo lavoro riflette e tenta di ripercorrere l evoluzione della proposta filosofica di Michel Henry, a partire dal fondamentale testo L Essence de la manifestation, di cui l autore offre un interessante analisi critica, attraverso la costruzione di una mappa concettuale che, ripercorrendo l opera, riesce a sviscerarne i temi principali e a strutturare e rendere noti i fondamenti filosofici e gli interlocutori privilegiati dal filosofo francese. Il volume mette in luce sapientemente molti aspetti della filosofia di Henry, scegliendo un filo conduttore che è quel particolare sguardo sulla fenomenologia husserliana, proprio del filone fenomenologico francese, cui Henry appartiene quale voce significativa e allo stesso tempo estremamente originale. Uno dei nodi problematici che emerge già nel secondo capitolo, che interessa più in generale l intera fenomenologia, è l essenza del fenomeno: ciò che la fenomenologia avrebbe tralasciato d indagare è proprio l apparire fenomenologico. È necessario capire la relazione che intercorre tra l essenza e l esistenza nella presenza del fenomeno (la sua concretezza) per ricusare il fatto della filosofia: il sapere sul sapere assoluto compreso nella sua assolutezza, si dispiega nel medium della rappresentazione? L essenza del fenomeno non si trova all esterno rispetto al fenomeno stesso, anzi gli 15

16 Presentazione è così interna da fondarlo, ed è grazie a ciò che trova il suo «principio». Questa impostazione però, implica non pochi problemi e critiche di immanentismo, e quantomeno ci costringe ad affrontare tutti quei problemi conseguenti all impostazione rappresentazionalista criticata da Henry, che ha condotto a una determinazione unilaterale del fenomeno, a quello che viene definito «monismo ontologico». Henry rimprovera a tutta la filosofia occidentale di fermare l essere in un monismo ontologico assoluto ed esclusivo. Saranno la filosofia della coscienza e il concetto di trascendenza ad offrire al fenomenologo francese la possibilità di teorizzare il superamento dell alienazione provocata da questa impostazione speculativa, per approdare al nucleo più originale e stratificato della sua riflessione che si dispiega a partire da un orizzonte di immanenza come essenza della trascendenza. L immanenza interviene per risolvere il problema dell essenza originaria della ricettività, più precisamente, la struttura interna della possibilità di una ricezione originaria in generale. In questo retournement filosofico, l affettività viene a rendere possibile la manifestazione di ciò che si manifesta e lo determina, assumendo il ruolo auto-affettivo di ogni fenomeno possibile: «L auto-affection est la structure constitutive de l essence originaire de la réceptivité» 1. Gli aspetti esaminati nella seconda parte del volume si focalizzano, da un punto di vista metodologico, sulla fondatezza di una possibile fenomenologia materiale, e dal punto di vista teoretico, sul concetto essenziale di immanenza, ripensato in relazione alla temporalità; più nello specifico viene esaminata la critica rivolta a Husserl da parte di Henry a partire dal 85 delle Ideen I, dove il primo spiega cosa intende con fenomenologia iletica: è da questa definizione che 1 Cit., M. HENRY, L Essence de la manifestation, Puf, Paris 1963, p. 288.

Presentazione 17 viene messa in gioco la stabilità delle tesi essenziali della fenomenologia storica. A ciò segue un confronto con tutti quei temi cari alla fenomenologia e riletti da Henry con le lenti della sua propria fenomenologia materiale: si affronta il problema dell etica, la questione religiosa, la possibilità di una fenomenologia della vita. Questi capitoli nascono dallo studio dell ultima fase del pensiero di Henry, e in particolare dai volumi postumi raccolti nei quattro tomi della Phénoménologie de la vie, a cui si aggiungono le riflessioni proposte dai referenti imprescindibili dello scenario fenomenologico francese. L approdo proposto è suggestivo ma non privo di dubbi e problematicità. È possibile scardinare il concetto stesso di intenzionalità attraverso una radicalizzazione della riduzione, senza perdere qualcosa di essenziale, e fondare una fenomenologia che aspiri a una dimensione completamente non-intenzionale? Nella parte conclusiva di questo saggio l autore ripercorre le tematiche e i concetti della fenomenologia della vita di Michel Henry e li fa dialogare con uno dei testi più amati dell autore in Francia, La barbarie. Questo parallelo permette all autore di evidenziare la peculiarità fenomenologica e la causa prima, anteriore a qualsiasi concettualizzazione, che Henry attraverso gli strumenti della fenomenologia ha cercato di descrivere, consapevole dei rischi e dei limiti del linguaggio che si rivolge verso un principio che si voglia ergere a fondamento. La fenomenologia di Henry vuole essere una fenomenologia della Vita, perciò inizia e si struttura nella Vita e nell esercizio di una praxis della vita contro l avanzamento apparentemente inarrestabile di una barbarie pensata e praticata dalla società contemporanea. Il discorso trova interlocutori inaspettati ma essenziali per l articolazio-

18 Presentazione ne di un pensiero che vuole spingersi sino alle dinamiche socio culturali della contemporaneità. Non è più l oggetto, il lavoro, la televisione, la scienza oggettivante o l università a imbrigliare un soggetto sempre più sottoposto a una perdita di senso complessiva: occorre recuperare la propria Vita, riscoprirla come epicentro manifestativo in grado di fondare una legalità pratica da cui ripartire per contrastare quella che può considerarsi come la dissoluzione dell umano. Roma, 10 maggio 2010

Introduzione Questo lavoro è il frutto dell incontro con la fenomenologia, un atteggiamento filosofico che affascina per l immensa ricchezza e la radicale capacità di rigenerarsi in nuovi orizzonti e in nuove pratiche, senza mai restare prigioniera del proprio maestro e del proprio metodo. La fenomenologia è un movimento, è una spinta che trae una rinnovata energia in tutti quegli autori che oggi si interrogano ancora sulle questioni lasciate aperte da Husserl. L impostazione che sottende un approccio così originale alla filosofia, ma allo stesso tempo alle essenze, al soggetto, al mondo della vita, è ciò che rende la fenomenologia un momento fondamentale di tutta la riflessione contemporanea, per il semplice ma imprescindibile costituente fenomenologico: la fenomenologia è una possibilità per l uomo di comprensione, la fenomenologia è un orizzonte di possibilità che teme una rigida e definitiva regolamentazione e cristallizzazione. Questo aspetto è ciò che ha affascinato la riflessione francese e i suoi più illustri autori, basti pensare a Sartre, Levinas e Merleau-Ponty che a partire dalle esigenze fondamentali della fenomenologia hanno elaborato dei percorsi assolutamente autonomi e originali. La fenomenologia si struttura e si recepisce come un punto di partenza, un introduzione sempre rinnovata alla conoscenza. 19

20 Introduzione La novità, e per certi versi lo spirito intrinsecamente aporetico e insieme rivoluzionario della fenomenologia, è particolarmente adatta alla sensibilità della cultura francese che immediatamente coglie le enormi possibilità aperte dal metodo fenomenologico. È a partire da questa forza, dal vigore fenomenologico francese che trova ispirazione questo lavoro. Le proposte ritenute a volte eretiche delle generazioni di filosofi che si sono confrontati e scontrati con Husserl hanno dato modo alla fenomenologia di fare i conti con se stessa, di di-spiegarsi, di contorcersi, di mostrare le proprie criticità e di allargare la propria influenza, di delimitare le proprie capacità o di ampliarle a partire da quei fenomeni che ne caratterizzano tutta l evoluzione storica.tra i numerosi protagonisti di questo iter speculativo, questo lavoro intende offrire un ritratto, descrittivo e mai definitivo, di un autore tra i più originali e controversi del quadro francese: Michel Henry. Assai innovativa la sua rilettura della fenomenologia tradizionale, la sua contaminazione filosofica e la sua storia autobiografica che sintetizza immediatamente «una filosofia della vita» di «una vita» filosoficamente sperimentata; Michel Henry descrive una nuova ontologia che è un tutt uno con la vita, sia da un punto di vista teoretico in L Essence de la manifestation, Philosophie et phénoménologie du corps, Phénoménologie matérielle, Généalogie de la psychanalyse. Le Commencement perdu, e sia in una dimensione più pratica come si evidenzia nel Marx, in La Barbarie, in Du communisme au capitalisme. Théorie d une catastrophe. Le due parti di questo lavoro tentano di dialogare e mantenere intatta l articolazione di un pensiero che muove a partire da istanze fenomenologiche, dispiegandosi e spingendosi in territori al limite della stessa fenomenologia at-

Introduzione 21 traverso una tensione speculativa non priva di cedimenti, interruzioni, ripiegamenti e ricominciamenti fornendoci un «sistema filosofico» estremamente organico e stratificato in grado di indagare, a partire dalla svolta fenomenologica che tenta di operare, le questioni e i paradossi della filosofia occidentale. Attraverso l analisi delle opere si è cercato di mantenere intatto il respiro e il procedere della scrittura di Henry, spesso tortuoso, incalzante e ri-presentativo senza alterare la forza espressiva del testo; per questo si è scelto di mantenere gran parte delle citazioni utilizzate in lingua francese, per garantire e consentire al lettore una rilevazione puntuale della terminologia e della sintassi dell autore. A questa scelta di rispondenza ai testi si aggiunge la necessità di armonizzare le numerose suggestioni e gli spunti critici presenti nei testi di Henry in un discorso che pur non pretendendo una esaustività definitiva sull autore, cerca di fornire un quadro generale dei concetti chiave della sua fenomenologia della vita e allo stesso tempo sperimenta, in maniera ancora acerba, un orizzonte di applicabilità della fenomenologia materiale. Le direttrici di fondo di questo lavoro si configurano essenzialmente in due parti, pensate per fornire in prima battuta gli strumenti della fenomenologia henryenne e successivamente per cercare di applicarli ripercorrendo e approfondendo alcuni aspetti della cultura contemporanea. La struttura di questo lavoro riflette e tenta di ripercorrere l evoluzione della filosofia fenomenologica di Henry, a partire dal fondamentale testo L Essence de la manifestation,di cui la Parte I rappresenta un analisi critica, attraverso la costruzione di una mappa concettuale e tematica emersa dal confronto tra quella prima opera e le successive. Già in questa prima parte emergono i capisaldi della sua riflessione, co-

22 Introduzione sì come si è andata edificando e modificando nel corso degli anni: si riparte dall ontologia e si chiarisce la posizione fenomenologica dell autore rispetto all impostazione husserliana; si analizza il concetto di «monismo ontologico», le sue premesse, la sua articolazione interna e la sua specificità evidenziando, come del resto ci suggerisce Henry, la gabbia concettuale in cui si è strutturato il pensiero ek-statico dell occidente, paradigma unico e assolutizzante dalla filosofia greca fino alla fenomenologia husserliana. A partire da queste considerazioni più generali e storiche si perviene al nodo fondamentale della problematica henryenne: la duplicità della manifestazione che rappresenta uno dei motivi di fondo della prospettiva materiale di Henry. Per focalizzare la questione si è fatto particolare riferimento ai primi testi dell autore e a tutti quei passaggi in cui Henry si confronta prima di tutto con la tradizione filosofica e poi con la tradizione fenomenologica: ripensare al fenomeno, alla sua modalità manifestativa propria, riproporre la questione propria della fenomenologia significa aprirsi a un ripensamento radicale del cominciamento fenomenologico, significa rileggere la fenomenologia cercando di intravederne e palesarne tutte le potenzialità ma anche le sue strutturali limitatezze. Questo può significare cambiare completamente il paradigma fenomenologico, anche se apparentemente tale affermazione può sembrare contraddittoria, Henry non intende sovvertire o ribaltare le regole della fenomenologia, perché la fenomenologia stessa non è riducibile a un insieme di regole che definisce un metodo, non è questo l intento di fondo del suo inventore e nemmeno di Henry. Quello che emerge è una necessità di radicalizzare, portare fino alle sue estreme conseguenze, la fenomenologia ovvero arrivare a stabilire in che modo i fenomeni si mostrano e quale può

Introduzione 23 essere il costituente fenomenico dei fenomeni: qualcosa ci appare, qualcosa appare, Henry indaga pervicacemente la modalità manifestativa dei fenomeni per ri-fondare la manifestazione stessa, operazione imprescindibile a una scienza dei fenomeni. La prima parte del testo cerca di rendere conto e illustrare i passaggi salienti di questa presunta mancanza di radicalità della fenomenologia tradizionale, tenendo presente la coerenza argomentativa e la legittimità di un simile rovesciamento tematico che elegge l immanenza a struttura costitutiva dell essenza della fenomenalità. A partire dall approfondimento dell immanenza si apre il mondo affettivo che sorregge la fenomenologia rovesciata di Henry, la sua filosofia e la sua proposta fenomenologica che tratteggia una dimensione paradossalmente inedita dell intenzionalità, della riduzione e dell intuizione, insomma i capisaldi della fenomenologia storica. Segue una seconda sezione intitolata Dalla fenomenologia materiale alla barbarie, in cui vengono ripresi tutti gli elementi rintracciati nella prima parte per essere messi in relazione così come prospetta Henry in Phénoménologie matérielle, proiettando l immanenza della Vita come leitmotiv imprescindibile dell intera costruzione filosofica a cui si aggiunge un ulteriore approfondimento delle possibilità manifestative legate all immanenza, al pathos, all affettività, al corpo proprio di ogni singolo essere vivente. Gli aspetti esaminati in questa parte consentono di leggere in maniera più critica non solo la fenomenologia materiale, ma anche le problematiche che quest ultima riporta al centro dell indagine filosofica sia da un punto di vista metodologico basta pensare alle critiche rivolte all intenzionalità sia da un punto di vista teoretico e qui in particolare si prende in considerazione la modalità originaria di manifestazione dei feno-

24 Introduzione meni, radicata secondo Henry in una dimensione esclusivamente passiva e immanente. Questi capitoli poggiano sull ultima fase del pensiero di Henry, su tutto il materiale critico a lui rivolto e in particolare sui volumi postumi raccolti nei quattro tomi della Phénoménologie de la vie. Infine, un capitolo dedicato all analisi e alla problematica di un testo spesso sottovalutato da un punto di vista fondativo, ma che risulta essere tra i più noti e più letti dell autore: La barbarie. Qui si rintracciano tutte le questioni di fondo presenti nelle opere precedenti, ma trovano in questo scritto una cornice nuova ed estremamente chiara; si prendono in considerazione solo alcuni passaggi del testo che servono a mostrare il lato più etico-pratico della fenomenologia di Henry e allo stesso tempo la sua attenzione e una capacità di previsione nei confronti di una deriva culturale, che oggi risulta indispensabile per comprendere il senso di una barbarie non limitata alla cultura di massa, alla società dello spettacolo e dell immagine, ma che nasconde al suo interno una tendenza auto-distruttiva della vita che cerca vanamente di allontanarsi da sé. È possibile per noi oggi ritornare a sentirci dei viventi? In che modo possiamo effettivamente riappropriarci della nostra carne di viventi e ridestare l attenzione per la vita in un mondo che sembra aver obliato la sua essenza costitutiva e irriducibile?

PARTE I La filosofia di Michel Henry: una mappa concettuale

1. L ontologia fenomenologica universale L io e l essere sono i «concetti» che hanno interessato l intera speculazione filosofica e ancora oggi risultano indispensabili per sviluppare e rendere organica una ricerca filosofica che riflette in modo rigoroso sulle problematiche legate all originario. Michel Henry non si esime dall affrontare la questione dell io e dell essere, presi nella loro singolarità e nella loro unione all interno del sintagma verbale io-sono: Le sens de l être de l ego est le thème des présentes recherches. Celles-ci visent à porter dans la lumière, devant le regard philosophique, ce que nous entendons lorsque nous disons à tout propos, et chaque fois qu il est question de nous-même: je, moi 1. Il senso dell essere dell ego è il punto da cui ri-parte la riflessione di Henry. Bisogna prima di tutto definire a chi spetta l indagine sull essere dell ego, per capire se è possibile metodologizzare una tale ricerca orientata verso l originario. Nel differenziare le diverse ricerche filosofiche, l autore rintraccia nell indagine sull essere dell ego una peculiarità: è essenziale, nel senso che tutte le altre sfere filosofiche si subordinano a questa ricerca «prima» che compete a detta di Henry all ontologia 2. 1 M. HENRY, EM,p.1. 2 Ivi, pp. 2-3. 27

28 Capitolo 1 L edificazione di un ontologia fenomenologica universale inizia ad articolarsi, in vista di un superamento dell ontologia tradizionale. Restano fuori la scienza oggettivistica e la psicologia, entrambe incapaci di rivelare il fondo essenziale dell io, in particolare la psicologia rischia di comprometterne la portata ontologica stessa. Il problema fondamentale di tali questioni è la «dimenticanza» speculativa riguardante il problema del fondamento 3, ovvero ciò che si pone all inizio e funge da chiave di volta per l intero sviluppo della ricerca. L inizio è solo presupposto dalle scienze oggettivistiche ma non esplicitato (rintracciato); su questo «dato» vengono articolate tutte le successive asserzioni metodologiche che nel loro insieme costituiscono un vero e proprio paradigma: il metodo di ricerca scientifico. Henry evidenzia il rapporto io-scienza, sbilanciato in favore della seconda, che assume come riferimento l io, facendolo diventare un «oggetto» di indagine scientifica 4, rendendolo altro da sé, per poi entificarlo. In epoca moderna la questione filosofica dell io non è stata affrontata come una questione avente in sé il proprio fondamento, cioè autosufficiente, ed è quindi stata subordinata all esigenza scientifica intenta a rischiararne 5 il senso per potersi assicurare basi solide e incontrovertibili. Qualsiasi discorso sull ego implica una ripresa del pensiero cartesiano, considerato il fondatore della filosofia del soggetto e più in generale del pensiero moderno. Henry 3 Il fondamento è inteso come la ricerca sull essere dell io. 4 Per oggetto si intende qui qualcosa che può essere indagato empiricamente, attraverso l indagine scientifica, dunque determinabile in un senso definitivo. 5 Rischiarare è inteso sempre in un senso oggettivante, entificare qualcosa dopo averlo esposto alla luce della ragione.