Gli anni Cinquanta e un tempo passato



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Gli anni Cinquanta e un tempo passato Intervista a Leonardo Lapiccirella di Luca Violo Come è cambiato il mercato rispetto ai suoi esordi? Quando ho iniziato la mia attività a metà degli anni Cinquanta, in Borgognissanti c erano solo tre o quattro negozi di antiquari fra i quali quello di Giovanni Bruzzichelli, la mia attività e quelle di Raimondo Orselli e Giovanni Salocchi. I fine settimana erano favolosi perché i grandi alberghi ospitavano personaggi illustri come Leopoldo Pirelli e Gianni Agnelli. Ricordo che una sera, rientrato in negozio, vidi un gruppo di quadri messi in un angolo dalla mia segretaria, perché era passato l avvocato Agnelli e li aveva acquistati. All epoca le aziende italiane funzionavano bene e gli industriali investivano con piacere in opere d arte, castelli, ville, casolari, fattorie che i vecchi proprietari non riuscivano più a mantenere. A volte accadeva che fossi chiamato dai concierges degli alberghi perché qualcuno era passato in Borgognissanti, aveva visto la mia vetrina e chiedeva di visitare il negozio anche di domenica. Il tour degli antiquari iniziava da via Maggio, passava in via dei Fossi e giungeva in Borgognissanti. Il mio esordio nel 54 quando rilevai la ditta Bruscoli, fra le più importanti d Italia fu subito all insegna del cambiamento. Fui fra i primi antiquari a dotarmi del riscaldamento e ad assumere una segretaria. I clienti che transitavano nel mio negozio erano personaggi facoltosi, alla ricerca di opere di grande qualità che non trovavano altrove. Oggi via Maggio raccoglie vetrine antiquarie di altissimo livello. In via dei Fossi, i vari Luciano Funghini, Berto Berti, Livio Bruschi o Benvenuto Bacarelli comperavano quotidianamente oggetti d arte. La stessa Nella Longari veniva da Milano, faceva il giro degli antiquari e acquistava principalmente sculture e arredi rinascimentali del Cinque-Seicento, oggetti che a Milano ancora non si trovavano. È difficile oggi vedere personalità fermarsi a Firenze per un fine settimana alla ricerca di opere d arte, perché l accesso alle automobili non è più consentito, trovare posto negli hotel è sempre più difficile a causa dell enorme affluenza di turisti, ma soprattutto questi anni di recessione hanno penalizzato anche il mercato antiquariale. Quale era il pubblico di riferimento al quale all epoca si rivolgeva? I collezionisti erano principalmente industriali e vecchi amatori che, oltre ad avere la passione per opere e oggetti d arte, dovevano arredare le ville che si erano comprati in campagna, al mare, in montagna. Il commendatore Giovanni Invernizzi passava a Firenze con l architetto Renzo Mongiardino ogni due settimane, perché aveva acquistato una grande villa alla periferia di Milano che stava completamente ristrutturando. Era un momento molto felice per gli antiquari. Il negozio di Leonardo Lapiccirella in Borgognissanti 24

Giovanni Gronchi visita lo stand di Lapiccirella alla I Biennale del 1959. Ma è cambiata la percezione di arredare la casa negli ultimi decenni? La percezione di arredare la casa è già cambiata da molto tempo. I nostri figli e nipoti hanno sensibilità diverse dalla nostra. Esiste ancora una nicchia colta di giovani collezionisti che si interessa alle antichità, ma prevalentemente cercano qualcosa di grande fascino e attrazione. Oggi i loro interessi sono rivolti a un gusto scarno e minimale, che contempla l oggetto di antiquariato come un inaspettata eccezione, facendo propria una filosofia del gusto che indica nelle contaminazioni di tipologie ed epoche il trend di riferimento, almeno da venti anni. Non so come saranno le future generazioni, forse per una naturale ciclicità si ritornerà ad apprezzare la bellezza dell oggetto antico. Noi venivamo da studi classici, avevamo fatto il liceo e l università, ci nutrivamo di letture. Mi ricordo ancora una specie di vademecum che mio padre fece per me che includeva letteratura russa, inglese, francese, americana. Cosa ne pensa della contaminazione tra antico e moderno? In questi ultimi tempi ci sono state vendite all asta di oggetti di design di grande ricercatezza, databili nella prima metà del XX secolo, che hanno raggiunto prezzi esorbitanti. A Maastricht ho visto molti arredi americani, inglesi, svedesi degli anni Venti e Trenta, di enorme fascino, arredi che hanno catalizzato l attenzione dei grandi collezionisti internazionali. Questa moda si è imposta oramai da diversi anni e si affina sempre più nella domanda e nell offerta. Nel mercato che ci ha appena descritto, rivolto ad oggetti importanti che arredassero castelli, ville e case al mare, come ha avuto l intuizione del bianco di Ginori? Un giorno mi capitò di andare a trovare Agostino Dauphine, un antiquario che aveva il suo negozio sul Lungarno, in Palazzo Corsini. Nel suo magazzino vidi sei statuette bianche Ginori su piedistalli di ebano che mi colpirono molto e le acquistai. Mi stupì la materia, la ruvidità della pasta e le spaccature della porcellana avvenute durante la cottura. Allora, questa tipologia di oggetti non era ancora apprezzata dal grande pubblico, oggi invece sono ricercatissimi dai più raffinati connaisseur. Da lì ebbe inizio la mia passione e negli anni ho raccolto un importante collezione, che poi ho donato a una grande istituzione museale. 25

Mobile libreria di manifattura veneta della seconda metà del secolo XVI; collezione Leonardo Lapiccirella, Firenze. Quale è stata la scintilla che l ha avvicinata al mondo dell antiquariato? La mia avventura è iniziata dopo la guerra. Insieme alla mia famiglia fummo sfollati a villa Montalto, situata in un grande parco e residenza del grande bibliofilo Tammaro De Marinis. A quel tempo ero già iscritto all università, ma frequentarla era molto difficile. Fu proprio allora che De Marinis impegnato nella liquidazione di villa Landau-Finaly in via Bolognese, oggi sede dell Università di Parigi mi chiese di aiutarlo. Eravamo impegnati nella schedatura dell intera biblioteca e fu lì che decisi che la mia strada sarebbe stata quella di libraio antiquario. Tutte le sere accompagnavo De Marinis in Borgognissanti, nel grande negozio di Bruscoli che, oltre alla passione per i libri rari, aveva quella per raffinati oggetti rinascimentali. Fu inevitabile per me appassionarmi alle opere antiche che iniziai a collezionare. Una sera io e De Marinis ci incontrammo da Bruscoli, che ci parve sin da subito alquanto adirato per un contrasto avuto con un cliente: anzi ne fu così contrariato che decise di alienare la sua importante attività. Fu in quell occasione che pensai di ampliare il mio lavoro di bibliofilo divenendo antiquario. Infatti, erano rarissimi i librai antiquari e i collezionisti che si fermavano a Firenze. Dopo un breve e positivo conciliabolo con i miei familiari, riuscii, grazie a loro, a trovare i fondi per rilevare la galleria di Bruscoli ed iniziare la mia esperienza. Fu così che divenni antiquario e intrapresi quella strada che nel corso degli anni mi avrebbe dato moltissime soddisfazioni. Stare ogni giorno a contatto con la bellezza era per me una sensazione piacevolissima, che mi dava un grande appagamento. All inizio del suo mestiere di antiquario, quali sono stati i suoi ambiti di interesse? Iniziai creando un negozio un po particolare, un insieme di libri, stampe e quadri di alta epoca. I fondi oro erano veramente la mia grande passione, oltre che la mia specializzazione. Fu così che poco a poco il mondo dei libri e delle stampe andò a scomparire in favore dell antiquariato. Per il mercato italiano e internazionale degli anni Cinquanta, quale effetto ha avuto la nascita della Biennale dell Antiquariato di Firenze? Dal punto di vista personale, la prima mostra 26

di antiquariato della Biennale di Firenze fu per me un successo incredibile. Era la prima volta che avevo a disposizione una vetrina internazionale così importante e fu subito per me un grande successo. Gli antiquari Mario e Giuseppe Bellini, allora presidenti della Biennale, furono molto gentili e mi assegnarono un favoloso stand, che per me rappresentò un ulteriore lancio. Facevo parte del Consiglio: l investimento, seppur fatto con pochissimo denaro, dette poi risultati straordinari. Si percepiva che stava accadendo qualcosa di molto più importante rispetto alle nostre aspettative. La fatica era però notevole: si iniziava il mattino alle 10 e finivamo la sera alle 22, ininterrottamente. Tutti i giornali scrissero della mostra e della sua bellezza, e fu così che, nella seconda parte del mese di settembre, cominciarono ad arrivare collezionisti da tutta Italia e da tutto il mondo. I più importanti antiquari italiani parteciparono all esposizione, ma ne giunsero anche dal Belgio, Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti, Principato di Monaco, Olanda, Svezia e Svizzera, elevando la mostra a un livello internazionale. Tale fu il successo che le poche copie del catalogo andarono presto esaurite e fu necessaria una seconda ristampa per esaudire le incessanti richieste. A fine Biennale, il grande e condiviso apprezzamento per la qualità degli oggetti e l efficienza dell organizzazione, convinse gli antiquari Bellini a creare l Associazione Antiquari d Italia, che tuttora esiste. Questi furono gli esordi della Mostra Mercato Internazionale dell Antiquariato di Firenze che oggi, dopo Maastricht, è forse la più importante al mondo. Tefaf Maastricht, Masterpiece, Frieze Master. In un momento di contrazione della domanda e dell offerta, paga solo l oggetto straordinario, di valore museale? In questi ultimi anni, anche se non ho più un contatto diretto con il mondo antiquariale, credo prevalga il mercato degli oggetti di più alta qualità. La grande scultura, il quadro straordinario, la porcellana sublime troveranno sempre un cliente, un collezionista. Ma parlando di eventi espositivi internazionali di questo genere, credo che adesso la distribuzione per spazio e qualità si equivalga fra antiquariato, dipinti antichi, arte moderna e contemporanea. All ultima edizione del Tefaf di Maastricht 2012 le opere di Lucio Fontana sono state vendute con grande facilità. Per quanto riguarda il panorama italiano, prevale come all estero l oggetto di fascia alta? Certamente il mobile straordinario, l elemosiniere in pietre dure fuori dal comune entrano nel mondo degli oggetti che hanno sempre un acquirente. Il ruolo dell antiquario oggi è quello di prevedere e orientare l evolversi del gusto, magari verso tipologie che ancora non hanno avuto un consenso di pubblico e di critica, ma che proprio attraverso l attenzione, la passione e l esperienza dell antiquario, nel tempo s impongono. Quale ruolo hanno avuto le riviste di interior design nell orientare il gusto? Queste riviste non inventano, seguono semplicemente il trend del momento, influenzato dagli inserzionisti pubblicitari delle riviste di decorazioni d interni. Oggi è quello dell arredamento moderno; più raro, invece, quello del mobile di antiquariato. Quale è il talento migliore per essere un buon antiquario? A Firenze ci sono stati e ci sono tuttora grandi antiquari, persone che hanno studiato, che Manifattura Ginori, centrotavola policromo con le figure delle tre Parche, 1760-1770; collezione Leonardo Lapiccirella, Firenze. 27

Dagli anni Cinquanta ad oggi, come ha visto cambiare la figura dell antiquario? Abbiamo assistito in questi ultimi decenni ad una sostanziale evoluzione dell antiquario, da mero tramite per acquisire oggetti antichi a parte attiva di un processo intellettuale e culturale, che lega indissolubilmente l antiquario all esperienza del collezionista. Parallelamente, vi è stato uno sviluppo incredibile della letteratura artistica a partire dagli anni Sessanta, grazie all apporto di ottimi studiosi. Le pubblicazioni su artisti e stili di epoche diverse hanno permesso a tutti gli operatori del settore, gli antiquari fra i primi, di avvalersi di un ampio spettro di conoscenze: questo ha dato modo all antiquario di valutare, con strumenti sempre più raffinati, l opera all interno del percorso artistico dell autore, così da determinarne meglio il suo valore culturale ed economico. L ampliarsi dell informazione attraverso la rete delle nuove tecnologie telematiche rappresenta un opportunità alla conoscenza? Questi strumenti hanno portato a una divulgazione amplissima del mercato e delle conoscenze. Non si può negare il futuro, non si può negare il progresso. Però la trouvaille, la ricerca facile delle cose non esiste e non è mai esistita. Si deve studiare, cercare le informazioni importanti e questo accade solo utilizzando i libri e i cataloghi d arte, visitando i musei. Con internet tutto ciò non è possibile, anche perché il contatto diretto con l opera è insostituibile. Adriano Cecioni (1836-1886), Vento in prua; Firenze, Palazzo Pitti Galleria Arte Moderna; collezione Leonardo Lapiccirella, Firenze. amano il loro mestiere, che lavorano con passione e tanta curiosità. Se si è curiosi si ricerca, si studia, si acquistano libri per accrescere sempre più la nostra conoscenza. In questi giorni ho comprato il catalogo della mostra dell Ammannati che si è tenuta al Bargello, perché in questo momento mi sto interessando ad un certo tipo di scultura che voglio approfondire e conoscere meglio. Non si deve mai perdere la curiosità. Questa è alla base di tutto, poi vengono la cultura, la lettura, il sapere e la frequentazione di studiosi che possono sempre insegnarti qualcosa di nuovo e inatteso. Esiste un oggetto a cui lei è particolarmente affezionato? Devo dire che gli oggetti a cui sono affezionato sono tanti, non sono più la persona che può amare solo un opera. È tutto un mondo che mi appassiona e ci sono tanti oggetti d arte a cui va spesso il mio pensiero. Qual è il suo rapporto con l opera d arte? Quando vedo un oggetto, una scultura per esempio, la prima sensazione è emotiva. L impressione che mi dà al primo sguardo è fondamentale. Poi subentra la riflessione intellettuale e la ricerca dell epoca, dell ambiente e anche della provenienza. Rimane fondamentale, oltre allo studio della letteratura specifica, il costante contatto visivo con l opera, che mi dà modo, al di là dei concetti, di pormi in rapporto con la sensibilità dell autore. Quale beneficio ha portato al mercato antiquariale il grande sviluppo della letteratura artistica? Offre un vantaggio sostanziale, sia per chi vende, sia per chi acquista: per il primo perché l opera ha una certificazione dell autenticità, mentre per il secondo, perché ha la sicurezza data dall inconfutabilità delle fonti. Chiunque sia l acquirente un privato o un istituzione è 28

giusto che esso abbia più informazioni possibili, oltre la certezza di ciò che acquista. Autenticità, provenienza, stato di conservazione. Sono ancora le regole aure dell antiquariato? Assolutamente, sono regole che benedicono in maniera inconfutabile un opera d arte. Poi c è il grande problema della conservazione, che richiede una grande attenzione. Adesso quali sono i suoi interessi? Leggo molto, mi diletto con le aste e ogni tanto, preso dallo schiribizzo, mi getto a capo fitto su qualche argomento che cattura il mio interesse. E abitando in campagna c è sempre qualcosa da fare. Si trasmette la passione dell antiquario da padre a figlio? È molto difficile e raro perché la passione deve venire da dentro ed è difficilissima da trasmettere. Ci sono, tuttavia, figli d arte che continuano l attività paterna con entusiasmo e bravura. Come vive con gli oggetti che abitano la sua casa? Mi trovo benissimo. Convivo molto bene soprattutto con i miei quadri moderni, in parte acquistati e in parte ereditati da mio padre, che mi riportano indietro nel tempo. Mi piace osservarli a lungo, in un certo senso mi rendono più giovane. E poi ci sono tanti oggetti a cui sono legato. Dall alto della sua esperienza e della sua passione che non si affievolisce, ma anzi tende ad aumentare, qual è la differenza fra vedere e guardare? Vedere è superficiale. Guardare è approfondire, cercare di capire. È qualcosa che ti colpisce nell intimo. Ma l attitudine più importante è la curiosità, per me strettamente legata al guardare, all osservare attentamente per arrivare il più possibile vicino alla conoscenza. Cavallo in legno patinato, Venezia metà del secolo XVI; collezione Leonardo Lapiccirella, Firenze. 29