OTTONOVECENTO A PADOVA profili ambienti istituzioni collana diretta da Mario Isnenghi Il Poligrafo casa editrice 35121 Padova piazza Eremitani - via Cassan, 34 tel 049 8360887 fax 049 8360864 casaeditrice@poligrafo.it I L P O L I G R A F O
L anima di una città... Il carattere di un popolo... Così, nell Ottocento, parlavano i romantici. Noi, oggi, parliamo di radici, parliamo di identità. E ne parliamo tanto. Meno ne abbiamo, più ne parliamo. Più le smarriamo, o abbiamo la sensazione di poterle smarrire, e più ne coltiviamo il bisogno e la nostalgia. Questa collana di schegge visive e di affondo restaurativi nella memoria di Padova, dei Padovani e dei moltissimi che sono passati per Padova quando toccava alla loro generazione incarnare l antica, secolare figura dello studente a Padova muove da questi bisogni tutt attorno affioranti. Viviamo nel presente e del presente, siamo anzi presentisti in altri termini, non vediamo più in là del nostro naso, sia davanti che dietro e però quanto ci piace annusare, fingerci, ripercorrere i nostri prossimi o remoti ieri collettivi. Ebbene, premesso e promesso che di parole vaghe come appunto le suddette anima, carattere, radici, identità faremo un uso il più parco e sobrio possibile, partiamo per un viaggio guidato, a più voci. Lo spazio è Padova, con le sue propaggini naturali, verso il Bacchiglione e i Colli. Il tempo è quello di Padova italiana, senza negarci con discrezione e misura punti di partenza e percorsi più lunghi, quando saranno necessari. Ottonovecento a Padova: questo il nostro ambito. Profili ambienti istituzioni: il ventaglio degli approcci, fra persone e luoghi identificati come quelli che definiscono e strutturano una storia. Una non piccola storia, una storia non minore: con una grande università, un grande santo, una grande piazza, un grande caffè... I ritratti stereotipati qualche volta tradiscono, lasciando fuori troppe cose; ma un po, anche, ci pigliano, dando alveo e direzione allo sguardo. Mario Isnenghi
PIANO EDITORIALE 1. Lo stabilimento Pedrocchi Un caffè per la città Alessandro Baù La Libreria Draghi Randi Oddone Longo Paolo Maggiolo 2. Vivai Sgaravatti David Celetti 3. Alfredo Rocco Giulia Simone 4. Tono Zancanaro Il pavano-mediterraneo Luigi Urettini 5. Diego Valeri Matteo Giancotti prossime uscite Il Teatro Garibaldi Roberto Cuppone in preparazione Fiera di Padova Banca Antoniana Palazzo Papafava Il Teatro Verdi La Zedapa Ai Colli Liceo Tito Livio Il Vescovo Bordignon Il Seminario Il Rettore Carlo Anti L Antonianum La Sala della Gran Guardia La Breda Il Bacchiglione Officine Meccaniche della Stanga Luigi Luzzati e Leone Wollemborg Il Museo Bottacin Stefania Omboni, Filomena Cuman, Bona Viterbi La città del Santo Enzo Pace Luigi Pellizzo vescovo a Padova Liliana Billanovich
LO STABILIMENTO PERDOCCHI Alessandro Baù VIVAI SGARAVATTI David Celetti LA LIBRERIA DRAGHI RANDI Oddone Longo, Paolo Maggiolo pp. 192, ill. bn euro 18,00 isbn 978-88-7115-818-1 Il nuovo caffè di Antonio Pedrocchi e Giuseppe Jappelli, aperto al pubblico nel 1831, rappresentò il grande fatto dell Ottocento padovano: un luogo di incontro, di intrattenimento e di cultura, ispirato ai modelli d Oltralpe, al gusto mitteleuropeo che legava la Padova di quegli anni a città come Trieste e Vienna. Il Caffè Pedrocchi, il caffè senza porte, naturale punto di ritrovo per austeri professori e goliardi dell Università, ma anche per poeti, artisti, per nobili e borghesi come per i semplici cittadini e viaggiatori di passaggio (Stendhal tra i primi), attraversa l epoca postunitaria e accompagna Padova nel tumultuoso Novecento, con la Belle Époque, il fascismo e il dopoguerra, tra dissesti economici, cambiamenti di gestione (e di costume), tentativi spesso incongrui di modernizzazione, prima dell ultimo restauro di fine secolo, teso a restituirne l originaria identità architettonica. La libreria Draghi di Padova è stata non solo una bottega del libro, ma un punto di riferimento per studiosi e intellettuali, un vivace luogo di confronto e di scambio culturale. Il fondatore, il veneziano Angelo Draghi, inaugurò in questa sede anche una lunga tradizione editoriale: particolare pregio avranno, per esempio, le edizioni Draghi-Randi di classici latini. Nel 1915 la libreria-editrice viene trasmessa per via ereditaria alla famiglia Belloni e, poco dopo, a Giambattista Randi: il figlio di Giambattista, Giuseppe, gestirà la libreria dagli anni Trenta ai Settanta, facendone il fulcro dell attività libraria padovana e mantenendo l antica denominazione di quello che era diventato un luogo storico della città. Di qui passeranno grandi nomi della cultura come Diego Valeri, Manara Valgimigli, Concetto Marchesi. ALESSANDRO BAÙ, dottore di ricerca in Storia della società europea, attualmente è impegnato come Phd researcher alla School of Modern Languages dellíuniversità di Leicester (UK), dove sta lavorando sulla piccola editoria italiana tra le due guerre. Ha pubblicato All ombra del fascio. Lo Stato e il Partito nazionale fascista padovano (1922-1938) (Cierre, 2010). ODDONE LONGO è professore emerito di Letteratura greca all Università di Padova. È stato Presidente dell Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti dal 2003 al 2012. I suoi scritti sono raccolti in L universo dei Greci (Marsilio 2000) e Società e cultura del mondo antico (Il Poligrafo 2010). PAOLO MAGGIOLO è bibliotecario presso la Biblioteca Universitaria di Padova. Ha pubblicato una serie di contributi su alcune figure di spicco della cultura locale. Nel 2011, in collaborazione con Bartolo Bertolaso, ha curato l edizione del carteggio di Adelaide Cairoli con Francesca Zambusi Dal Lago. La parabola storica dei Vivai Sgaravatti rappresenta, in un arco di tempo di oltre centocinquant anni, uno dei più significativi casi aziendali del Padovano. Le ditte Sgaravatti nacquero sulle spoglie dell aristocrazia veneziana tradizionalmente animata da un gusto particolare per fiori e piante (il capostipite Angelo Sgaravatti operava come giardiniere per le nobili famiglie Morosini e Farsetti...) e divennero ben presto tra le aziende florovivaistiche più dinamiche nel panorama internazionale: fornitrici ufficiali di Casa Savoia e di parecchi governi sparsi per il mondo, insediate in un contesto favorevole, anche per la presenza abbondante di manodopera agricola, ma soprattutto caratterizzate dalla capacità di coniugare innovativi strumenti di vendita e tecnologie della modernità come il telegrafo, il telefono, la ferrovia. Per generazioni gli Sgaravatti guidarono i loro vivai, assumendo via via cariche pubbliche e titoli onorifici, fino ad occupare un posto di assoluto rilievo nell alta borghesia padovana. Nella seconda metà del Novecento, la crisi del loro modello sarà la lenta ma inesorabile crisi di quel modello imprenditoriale familiare che aveva determinato buona parte delle fortune dell azienda, all interno di un contesto sociale e politico radicalmente mutato. DAVID CELETTI ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia economica presso l Università di Verona e la qualifica di Maître de Conférence per le discipline storiche presso le università francesi. Ha svolto attività di ricerca presso l Università di Padova e l Università di Hertfordshire (UK) e attualmente insegna Local Development Time Framing all Università di Padova. I suoi interessi vertono sulla storia economica e sociale dell epoca moderna e contemporanea, con particolare attenzione per la storia delle materie tessili, per i processi di transizione dall agricoltura all industria e per la storia del lavoro. Tra le sue pubblicazioni: Raccontare l impresa. Storie d imprenditori dal secondo dopoguerra ad oggi (Padova 2006); La canapa nella Repubblica Veneta. Produzione nazionale e importazioni in età moderna (Venezia 2007); Contadini senza terra. La Federbraccianti nell economia e nella società padovana dal dopoguerra agli anni Ottanta (Verona 2007); Il bosco nelle province venete dall Unità a oggi. Strutture e dinamiche economiche in età contemporanea (Padova 2008). pp. 136, ill. colore e bn euro 18,00 isbn 978-88-7115-784-9
ALFREDO ROCCO Giulia Simone TONO ZANCANARO Luigi Urettini pp. 96, ill. bn euro 16,00 isbn 978-88-7115-794-8 Alfredo Rocco giunge a Padova nel 1910: è un giovane professore napoletano di trentacinque anni, che ha appena ottenuto la cattedra di Diritto commerciale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell ateneo patavino, in quegli anni significativo crocevia politico e intellettuale, tra esponenti liberali come Giovanni Tamassia, radicali come Giulio Alessio, nazionalisti come Corrado Gini. All indomani della guerra di Libia, Rocco sceglierà di abbracciare l impegno politico diretto, dimostrando spiccate doti di organizzatore e proseguendo nella propria influente riflessione teorica sulla Nazione e sul ruolo dello Stato. Sarà ben presto alla testa del nazionalismo padovano e veneto, ma è la Prima Guerra mondiale a segnare il vero spartiacque: Rocco lascia Padova (continuerà tuttavia a insegnare all Università patavina fino al 1925) e si sposta a Roma, riavviando la propria vigorosa battaglia nella capitale. Con l adesione al fascismo, la sua ascesa sembra diventare inarrestabile: deputato, nel 1924 è presidente della Camera, nel 1925 ministro della Giustizia e degli Affari di Culto. In queste pagine, viene ripercorsa la complessa parabola politica e intellettuale di Alfredo Rocco, con uno sguardo privilegiato agli anni padovani e al suo apprendistato nel campo nazionalista. Ne esce anche uno spaccato di vita cittadina: due generazioni di classe dirigente, locale e nazionale. GIULIA SIMONE svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell Università di Padova, dove sta conducendo uno studio sulla storia della Facoltà di Scienze politiche. Nel 2011 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia sociale europea dal Medioevo all età contemporanea presso l Università di Venezia; ha inoltre frequentato un corso di perfezionamento in Storia presso l Università Paris VII. Le sue ricerche riguardano la storia dell Università, la figura di Alfredo Rocco e il nazionalismo italiano, con un attenzione particolare al movimento nazionalista in Veneto agli inizi del Novecento. Tra le sue pubblicazioni, Il Guardasigilli del regime. L itinerario politico e culturale di Alfredo Rocco (Milano, Franco Angeli, 2012). Poche figure hanno segnato la storia artistica ma non solo di Padova nell arco del Novecento come Antonio Tono Zancanaro (1906-1985). Questo saggio ne ricostruisce mezzo secolo di attività, soffermandosi in particolare sui legami coltivati con la città natale. Autodidatta dalla personalità vitale e poliedrica, Zancanaro rivendicherà sempre le proprie umili origini, sia nel campo dell arte con l adesione a un realismo variamente declinato e che si colorerà di una personale vena surrealistico-satirica ma anche con l opposizione al regime mussoliniano maturata negli ambienti universitari, insieme a figure come Curiel, Marchesi, Meneghetti, Luccini, a partire da un ambiente familiare duramente fascista. Tono aveva cominciato a dedicarsi alla pittura nei primi anni Trenta: significativi per la sua formazione furono i contatti avuti, a Firenze, con Ottone Rosai e, a Padova e a Milano, con l ambiente degli artisti antifascisti. Nel dopoguerra, epoca di rivolgimenti e di accesi conflitti ideologici, Tono aderisce al Fronte Nuovo delle Arti. Tra i cicli più significativi della sua vasta produzione pittorica e grafica, oltre al Gibbo (1942-1949), spiccano le mondine di Roncoferraro e l alluvione del Polesine (1951-1956), i carusi siciliani (1956-1962), le serie di Piazza Navona, di Selinunte, di Villa Palagonia, di Poppea, delle Foscariane. Dopo peregrinazioni in Italia e nel mondo e riconoscimenti di ogni genere, anche la città di Padova avrebbe infine reso omaggio al suo figlio ribelle, ormai anziano, con una grande mostra antologica ospitata a Palazzo della Ragione nel 1978. LUIGI URETTINI è membro del Comitato scientifico dell Istituto per la Storia della Resistenza e dell età contemporanea di Treviso e della redazione della rivista «Terra e Storia». Studia da anni la società veneta, ponendo la sua attenzione sull origine dell ideologia populista e clericale in questa regione e in Italia. Tra le sue numerose pubblicazioni su questo argomento: I Comitati Civici nel Trevigiano e la loro funzione nelle elezioni del 1948; Antigiudaismo cattolico e antisemitismo fascista; Audacia (1943-1945). L autorappresentazione del fascismo estremo trevigiano; L avventuriero di Nizza. L antigaribaldi in «Civiltà Cattolica»; Il Concordato tra Pio IX e l imperatore Francesco Giuseppe; Anno di lutto. La Stampa cattolica contro le celebrazioni per il 50 dell Unità d Italia. Ha scritto la biografia di alcuni personaggi della storia veneta: Andrea Giacinto Longhin; Il vescovo di Pio X; Bruno Visentini; Giovanni Comisso. Un provinciale in fuga; L ultima battaglia di Gino Rossi. Lettere e documenti; Un mazziniano veneto: lo scrittore Francesco Dall Ongaro; La formazione di Andrea Zanzotto. pp. 136, ill. colore e bn euro 18,00 isbn 978-88-7115-819-8
DIEGO VALERI Matteo Giancotti DALL ANFITEATRO LUIGI DUSE AL CINEMA GARIBALDI Roberto Cuppone pp. 192, ill. bn euro 18,00 isbn 978-88-7115-822-8 Diego Valeri (1887-1976), poeta, prosatore, fine traduttore, ma anche uomo di cultura a tutto tondo, in veste di critico, insegnante medio e universitario, pubblicista, oratore conversevole e raffinato causeur: un intellettuale che con la sua poliedrica attività ha segnato la storia letteraria del Novecento italiano, rivendicando una appartenenza provinciale e, insieme, distinguendosi per l ampiezza di esperienze e di contatti, oltre che per l originalità di una voce poetica che seppe attraversare il secolo mantenendo il proprio tono inconfondibile, da opere giovanili come Umana e Ariele fino a Calle del Vento. Pur risiedendo a lungo a Venezia, Valeri rimase sempre fedele alla propria origine padovana nato a Piove di Sacco, trascorse a Padova gli anni decisivi della sua formazione e qui tornò nel dopoguerra per insegnare all Università e, nel tempo, rimarcò a più riprese l affinità intellettuale rispetto a quella patavinità che identificava con la ricca tradizione culturale euganea. Il profilo biografico di Diego Valeri tracciato in queste pagine offre l occasione per ripercorrerne l itinerario umano e intellettuale, sullo sfondo di quella città materna mai del tutto abbandonata, crocevia di affetti e di relazioni. MATTEO GIANCOTTI collabora, per attività di ricerca e didattica, con l Università di Padova. Ha pubblicato edizioni commentate di opere di Clemente Rebora e ha curato la riedizione della raccolta poetica Umana di Diego Valeri (Genova 2008). Piazzetta della Garzeria, di fronte a un simbolo di Padova come il Pedrocchi: oggi di un epopea durata ben 134 anni non resta niente. Neppure una lapide a ricordare quel Cinema Garibaldi che nel dopoguerra, già poche settimane dopo la Liberazione, era diventato nuovamente un punto di ritrovo importante della città, raccogliendo l eredità del teatro omonimo che, dal 1868, aveva acceso passioni e fantasie di un pubblico popolare, ospitando anche le prime proiezioni cinematografiche. Un teatro che, andando ancora a ritroso, per i disoccupati del Portello e per Vittorio Emanuele II, fino appunto all arrivo del Generalissimo, si era chiamato Sociale, in cerca, come l Italia, di un identità condivisa. L originaria vocazione di questo luogo era tuttavia quella conferitagli nel 1834 dal fondatore Luigi Duse: quella di un anfiteatro diurno in legno, democratico quanto provvisorio, privato ma a grande partecipazione popolare. Frutto dell ingegno del creatore dell unica maschera padovana, Giacometo, e nonno della divina Eleonora. ROBERTO CUPPONE, ricercatore presso l Università di Genova, ha pubblicato Teatri, città (1991), L invenzione della commedia dell arte (1998), CDA, sogno romantico. Il mito della commedia dell arte nell Ottocento francese (2000); Alessandro Fersen e la commedia dell arte (2009); il Commento alla Cameriera brillante di Goldoni (2002), l edizione critica di Strampalata in rosablu ovvero Arlecchino e Allegria oggi sposi di Palmieri (2003), Il Teatro Goldoni (2011); autore, regista e attore di teatro (premio Teatro Goldoni 1981, come Brighella), ha scritto circa quaranta testi rappresentati, ha partecipato o diretto spettacoli con Losey, Nanni, Scaparro, Marcucci, De Bosio, Costa, Boso, Soleri, Merisi, Micol, Maag, Foà, Degli Esposti, Pagliai e ha tenuto lezioni internazionali a Parigi, Budapest, Londra, Marilia, Nicosia, Bucarest. in preparazione pp. 160 ca, ill. bn isbn 978-88-7115-827-3
LA CITTÀ DEL SANTO Enzo Pace LUIGI PELLIZZO Liliana Billanovich in preparazione pp. 136 ca, ill. bn isbn 978-88-7115-826-6 Tra i simboli più noti della patavinità nel mondo, Antonio, il santo di Padova, è parte dell identità non solo religiosa della città. Un vero miracolo compiuto da Antonio è stato quello di riuscire a costruire uno stabile compromesso, attorno alla sua figura, tra la sfera religiosa e la sfera civile, come punto di equilibrio nel difficile rapporto tra chiesa cattolica e potere politico-amministrativo. Dal Medioevo fino ad oggi, il Santo è stato, in fondo, non soltanto un punto di riferimento per i credenti, una figura universalmente nota e venerata, ma il simbolo stesso della religione civile dei padovani. L immagine del Santo è infatti il prodotto di un lungo processo storico, caratterizzato da conflitti e relazioni altalenanti fra l anima laica e quella più clericale della città, fra la cultura scientifica che si sviluppa dentro e fuori le mura dell Università e le istanze più conservatrici di una parte del mondo cattolico padovano, ma senza dimenticare, in questa complessa vicenda, la persistenza di una variegata pietà popolare. ENZO PACE insegna Sociologia della religioni all Università di Padova, dove è direttore del Centro Interdipartimentale di Studi Interculturali. È stato Directeur d Etudes presso l Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e Presidente dell International Society for the Sociology of Religion. Dirige, assieme a Luigi Berzano e Giuseppe Giordan, la rivista Annual Journal for the Sociology of Religion. Tra le sue recenti pubblicazioni: Le religioni pentecostali (Roma, Carocci, 2010, con Annalisa Butticci); Religion as Communication (Farnham, Ashgate, 2011); Vecchi e nuovi dèi. La geografia religiosa dell Italia che cambia (Milano, Paoline, 2011); Il carisma, la fede, la chiesa. Introduzione alla sociologia del cristianesimo (Roma, Carocci, 2012). La vicenda episcopale del friulano Luigi Pellizzo che dal 1907 al 1923 resse con decisionismo autoritario la Chiesa padovana e ne rinnovò a fondo strutture, forme organizzative, criteri e metodi d intervento pastorale viene ricotruita in queste pagine e inquadrata nel contesto più ampio della storia civile e politica della Padova del Novecento, nel processo che trasformò la città da roccaforte della cultura laico-democratica a città stabilmente dominata dall egemonia clericale. Nel ripercorrere le fasi del progetto politico-religioso del vescovo, si affronta anche, per la prima volta in modo completo e approfondito, il nodo problematico, alquanto complesso ed intricato, della traumatica conclusione dell episcopato del Pellizzo. Una rimozione, apparentemente decisa e voluta da papa Pio XI come conseguenza di un oscura vicenda, che rivela però le macchinazioni e le pressioni di accaniti avversari politici, interni al mondo cattolico-ecclesiastico cittadino. Il caso Pellizzo, all interno del quadro più ampio di dimissionamenti forzati di vescovi susseguitisi nel Novecento, getta luce su meccanismi e dinamiche legati al verticismo dell istituzione ecclesiastica, sulla conflittualità in essa regnante, sulle modalità di esercizio del potere vigenti entro la Chiesa cattolica di età contemporanea. LILIANA BILLANOVICH insegna Storia della Chiesa moderna e contemporanea presso l Università di Padova. Ha svolto attività di ricerca nel campo della storia sociale, religiosa ed ecclesiastica, con particolare attenzione al rapporto chiesa-società, specie in area veneta, cui ha dedicato una nutrita serie di saggi. Negli ultimi anni ha coordinato le ricerche relative a san Gregorio Barbarigo e un progetto di ricerca sul cattolicesimo del primo Novecento e sull esercizio del potere entro la Chiesa romana fra Pio X e Pio XI. È codirettore della rivista Ricerche di storia sociale e religiosa. in preparazione pp. 324 ca, ill. bn isbn 978-88-7115-846-4
LA CASA EDITRICE IL POLIGRAFO La casa editrice Il Poligrafo, attiva a Padova dal 1988 e con un catalogo di oltre mille titoli, ha voluto fondare il proprio progetto iniziale su alcune forti opzioni di carattere culturale, segnalandosi da subito per la forte impronta umanistica: l orientamento verso la saggistica di qualità, in particolare per la filosofia e le scienze umane; la volontà di favorire il dialogo e lo scambio tra ambiti disciplinari differenti, tra circuiti accademici ed extra-accademici; la riscoperta e valorizzazione di temi e autori rimasti ai margini dei canoni ufficiali. Elementi che hanno contribuito a disegnare il vivace mosaico di una proposta originale e articolata, sempre caratterizzata dall estrema cura editoriale, estesa oggi a diversi ambiti disciplinari: arte, architettura, critica letteraria, storiografia, archeologia, memorialistica, narrativa, poesia, cinema. Dai saggi e dalle monografie più classiche fino ai libri illustrati e alle riviste. Una casa editrice-laboratorio, luogo di idee e di cultura. Avviando e mantenendo stretti rapporti con le massime istituzioni culturali, Il Poligrafo ha tracciato un percorso autonomo, arricchito da collaborazioni e partnership in ambito nazionale con atenei, centri di ricerca, musei, fondazioni, enti. Particolare attenzione la casa editrice ha da sempre riservato alla storia e alla cultura venete, intrecciando rapporti privilegiati di collaborazione, per progetti editoriali dedicati, con enti e istituzioni, tra i quali Regione del Veneto, Musei Civici di Padova, Università di Padova, Università Ca Foscari e Università Iuav di Venezia, Università di Verona, Biblioteca Marciana, Accademia di Belle Arti di Venezia, Accademia Galileiana di Padova. Il Poligrafo casa editrice srl 35121 Padova piazza Eremitani - via Cassan, 34 tel. 049 8360887 - fax 049 8360864 e-mail casaeditrice@poligrafo.it