Gli ordini architettonici nell architettura classica e classicistica. Laboratorio di Rilievo Novembre 2011



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Gli ordini architettonici nell architettura classica e classicistica Laboratorio di Rilievo Novembre 2011

Ordine architettonico = sistema di norme stilistiche e proporzionali per regolare la composizione di elementi che interagiscono fra loro in un intero organico e armonico

Due concetti base: MODULO = matrice geometrica scelta e ripetuta COMMODULARITÀ = proporzionalità (in greco sinmetrìa )

Si vede solo ciò che si conosce

Ordine architettonico una lingua da imparare, da decodificare

Analogia con la grammatica

Analogia con la musica ordine in greco = rythmòs

Perché non conosciamo più questa lingua?

Genesi e significato dell Ordine Il sistema degli ordini si sviluppa come risposta ad un esigenza di ordine politico, economico, sociale. I numeri e la geometria, con i loro principi armonici e oggettivi, sembravano garantire un controllo estetico e formale sulla realtà barbarica e sulla natura caotica.

Libertà nella pratica costruttiva ed evoluzione delle combinazioni degli elementi L ordine architettonico era un complesso di norme che funzionava da: - quadro di riferimento per la pratica costruttiva - sintesi delle evoluzioni più che verità assolute a cui attenersi.

Le grandi metafore nella Genesi dell Ordine La colonna: - pietrificazione formalizzata degli antichi tronchi d albero (tempio: capanne lignee dei progenitori) secondo la metafora naturalistica

Le grandi metafore nella Genesi dell Ordine La colonna: - derivazione dei rapporti proporzionali dal corpo umano secondo la metafora antropomorfica Il rapporto proporzionale più antico, quello DORICO, voleva la colonna alta 6 volte il suo diametro di base, come l uomo è alto 6 volte la lunghezza del suo piede.

anche l Architettura è MIMESIS, imitazione della Natura, sommo scopo dell Arte

Una ricerca ed un aspirazione che continuarono a permeare la progettualità degli architetti rinascimentali

Trattati di architettura in cui si descrivono o codificano gli ordini VITRUVIO - Dieci libri di Architettura noto come De Architectura (27 a.c. circa) (giunto senza illustrazioni; noto nel medioevo attraverso traduzioni; testo latino ritrovato nel 1414) ALBERTI - De Re Aedificatoria (1485) SERLIO - (1537) VIGNOLA - La Regola delli Cinque Ordini d Architettura (1562) PALLADIO (1570)

Gli ordini architettonici nell antica Grecia

Sintassi dell ordine architettonico Trabeazione cornicione fregio architrave Parti principali Colonna capitello fusto base Piedistallo (mancante nell ordine classico) cimasa dado basamento (zoccolo) Membri

listello, filetto, pianetto o regolo astragalo o tondino ovolo o echino diritto (e rovescio) Elementi (o porzioni / modanature) guscio, cavetto o cimbia Le 8 modanature regolari gola diritta o lesbia (e variante di base) gola rovescia o dorica (e variante di base) scozia (dal greco scòtos, oscurità) o tròchilo toro (dal latino torus, cordone) o bastone

Ornamenti Modanature e motivi ornamentali

La serie naturale ascendente dei cinque ordini secondo Vitruvio (da Vitruvio Amati, 1829-30 tav.1) 1 Tuscanico 2 Dorico 3 Ionico 4 Corinzio 5 Composito

Codice classico Regola classicista Variegata libertà espressiva e flessibilità di combinazioni all interno di un unico linguaggio condiviso e codificato Tendenza dei 3 ordini antichi, nel corso dei secoli, ad omologarsi nelle proporzioni e nelle dimensioni, differenziandosi solo per connotazioni morfologiche e decorative (es.: il dorico) Nel Classicismo dell età moderna standardizzazione delle possibili combinazioni all interno dei 5 ordini inequivocabilmente diversificati per proporzioni e dimensioni, e per caratteristiche decorative Tendenza dei 5 ordini ad assomigliarsi nella struttura compositiva

Regola classicista: Attributi specifici di ciascun ordine dal punto di vista EMBLEMATICO- CONCETTUALE: TUSCANICO DORICO IONICO CORINZIO COMPOSITO spoglio e rozzo severo e marziale elegante e femmineo raffinato e virginale sontuoso e regale

Proporzionamento degli ordini architettonici I 5 ordini uniformati alla medesima altezza. In questa figura possiamo apprezzare la progressione proporzionale del rapporto modulare, secondo le indicazioni del Vignola.

Proporzionamento degli ordini architettonici Possiamo ricordare che in massima: - il piedistallo è alto circa 1/3 della colonna - la trabeazione è alta circa 1/4 - l altezza della colonna varia nei 5 ordini: Tuscanico: 7 diametri Dorico: 8 diametri (o 7 ½) Ionico: 9 diametri Corinzio: 10 diametri (o 9 ½) Composito: 10 diametri (Colonna tuscanica in fig.)

Proporzionamento degli ordini architettonici I criteri di proporzionamento consentono di trovare altezze e aggetti delle varie parti della struttura, una volta fissata una sola grandezza caratteristica. Le PROCEDURE di proporzionamento ricavabili dai trattati sono riconducibili a TRE TIPOLOGIE: 1 Procedura delle partizioni successive 2 Procedura dei sottomultipli 3 Procedura metrica decimale (Colonna tuscanica in fig.)

1 Procedura delle partizioni successive (Vitruvio, Leonardo, Alberti, Palladio) Ogni dimensione viene ricavata da quelle che precedono, per divisioni successive. Esempio della base attica della colonna ionica in Vitruvio: - Larghezza = 1 diametro e 1/2. Altezza = 1/2 diametro. - Dividere in 3 l altezza. Al plinto dedicare 1/3 inferiore. - Dividere i 2/3 rimanenti in 4 parti. Al toro superiore dedicare 1/4 superiore. - Dividere quel che resta in 2 parti. 1/2 va alla scozia e 1/2 al toro inferiore.

2 Procedura dei sottomultipli (Vignola) Il modulo viene diviso in parti più piccole, dette minuti, che funzionano da sottomultipli. Palladio divide il modulo (1 diametro) in 60 minuti. Vignola divide il suo modulo (1/2 diametro, raggio) - in 12 minuti per gli ordini tuscanico e dorico; - in 18 minuti per gli ordini ionico, corinzio e composito. Esempio della base attica della colonna ionica in Vignola: Altezza = 1 modulo. 6 minuti al plinto 3 minuti al toro superiore 4 minuti alla scozia 4 minuti al toro inferiore

3 Procedura metrica decimale (Chitham) Si attribuiscono dei valori numerici al modulo, assunto come UNITA di misura, e alle varie parti del modulo. (Si perde qualsiasi rapporto con il disegno ) Esempio della base attica: - 0.16 per il plinto (1/3 del raggio) - 0.09 per il toro superiore - 0.125 per la scozia - 0.125 per il toro inferiore In tutto 0.5 cioè mezzo diametro, mezzo modulo di Vitruvio, 1 modulo di Vignola.

La procedura di proporzionamento che ha più senso per chi vuol rilevare e capire l architettura classica è sicuramente quella vitruviana delle partizioni successive, perché costringe a considerare sempre l insieme, e prima le grandi masse e poi quelle minori. (da Migliari 1991)

TEORIA / PRATICA Il rigore teorico veniva moderato dalle ragioni della pratica costruttiva. Si applicavano e giustificavano, ad esempio: Deformazioni architettoniche per la correzione prospettica Lo scopo è di far apparire perfetta la costruzione che, per fenomeni prospettico-visuali, non sarebbe risultata tale se le regole dell ordine fossero state rispettate in maniera ferrea.

Deformazioni architettoniche su stereobate e trabeazione, per ottenere le relative correzioni ottiche Trabeazione inclinata in avanti per favorire la visione dal basso Nel complesso convergenza dei prospetti verso il centro

Deformazione delle colonne esterne Le colonne angolari della fronte del tempio venivano realizzate più grandi rispetto alle altre e sensibilmente più inclinate verso il centro della facciata, per non risultare all apparenza più esili e spinte verso l esterno.

La rastremazione del fusto delle colonne: Il fusto si restringe gradualmente a partire da 1/3 dell altezza, fino a misurare i 5/6 del diametro entasi a) b) a) doriche e tuscaniche b) ioniche, corinzie e composite

Metodi per rastremare le colonne secondo il Vignola

Metodi per rastremare le colonne secondo il Vignola

L ORDINE TUSCANICO Si definì in ambiente etrusco ed italico come variante locale dell ordine dorico Venne impiegato soprattutto nell architettura romana Fu ripreso ed elaborato in età rinascimentale, soprattutto dal Cinquecento in poi (noto anche come ordine toscano o rustico) Vitruvio lo considera un ordine secondario, come il Composito

L ORDINE TUSCANICO Morfologia: molto simile al DORICO da cui deriva (vedi). Dimensioni: maggiorate. Rapporto entasi altezza della colonna: 1:6 (per Vignola 1:7)

L ORDINE DORICO E il più antico tra gli ordini greci Si definì nel Peloponneso, abitata dai Dori Si diffuse già nel VI sec. a.c. in tutta la Grecia continentale e nelle colonie dell Italia meridionale e della Sicilia Fu soggetto ad una continua evoluzione nel tempo per quanto riguarda l aspetto e le proporzioni (per questo fu codificato il tuscanico)

L ORDINE DORICO Morfologia: TRABEAZIONE: CORNICE sporgente; FREGIO suddiviso in metope e triglifi. COLONNA: CAPITELLO formato da abaco ed echino; FUSTO rastremato verso l alto; BASE mancante nel modello greco, formata da plinto e toro nel modello romano. Dimensioni: Rapporto entasi altezza della colonna: 1:6 nel modello greco antico (per Vignola 1:8)

I triglifi del fregio ricordano le tavolette di terracotta che originariamente proteggevano le teste delle travi di legno, impedendo che marcissero, facilitando con le scanalature il defluire dell acqua piovana. Le metope rappresentano le lastre poste a chiusura degli spazi lasciati vuoti dalle teste delle travi. Fig. da Chitham 1987

Capitello DORICO e TUSCANICO Nello stesso blocco può essere intagliato il "collarino", che costituisce la parte superiore del fusto della sottostante colonna. Inoltre l'echino e/o i lati dell'abaco possono ricevere una decorazione. Roma, Foro Romano, pertinente all'arco "Partico" di Augusto

Es. Dorico Tempio di Poseidon a Paestum

Es. Dorico Tempio di Segesta (Sicilia nord-occidentale)

Es. Dorico S. Domenico, Noto (1703-1727) Ordine inferiore: Dorico Ordine superiore: Ionico Tempio Canoviano, Possagno (TV) (progetto di Canova) 1819-1830

Es. Tuscanico Arena di Verona (I sec. d.c.) Disegno dell ala in un incisione di Scipione Maffei (tutta la facciata monumentale originaria si presentava in questo modo)

Es. Tuscanico Mercati di Traiano, Roma (II sec. d.c.) Capitello tuscanico (con collarino) di lesena

Es. Tuscanico Tempietto di S. Pietro in Montorio, Roma (Bramante, 1502)

Es. Tuscanico Vestibolo della Biblioteca Laurenziana, Firenze (Michelangelo, 1519-1534)

Es. Tuscanico Progetti di Palladio barchessa della Villa Badoer (provincia di Rovigo) Palazzo Chiericati, Vicenza Ordine inferiore: Tuscanico Ordine superiore: Ionico

Palazzo Farnese di Caprarola, scala elicoidale (Vignola, dal 1559)

L ORDINE IONICO Vuole tradurre nelle sue proporzioni ed elementi decorativi, l elemento femminile. Vitruvio giustifica la sua invenzione con la necessità di erigere un tempio adatto ad una dea (Diana). Si definì nelle città greche dell Asia Minore, fondendo elementi greci ed elementi desunti dalle vicine civiltà orientali Si diffuse nelle isole, in Grecia, in Magna Grecia e nell Etruria

L ORDINE IONICO Morfologia: TRABEAZIONE: CORNICE decorata con dentelli; FREGIO continuo. COLONNA: CAPITELLO formato da abaco molto sottile, tipiche volute ed echino; FUSTO doppiamente rastremato; BASE ionica, formata da plinto, doppia scozia e toro, oppure attica, formata da plinto, toro, scozia e toro. Dimensioni: Rapporto entasi altezza della colonna: 1:7 nel modello greco antico (per Vignola 1:9)

Tempio di Atena Nike (420 a.c.), acropoli di Atene Es. Ionico

Facciata del Tesoro dei Sifni (530-525 a.c.), Delfi (foto del 1900) Si trattava di un tempietto ionico con due cariatidi in sostituzione delle colonne. Oggi è ricostruito con copie dei materiali originali che sono conservati nel Museo di Delfi.

Capitello IONICO Nel capitello ionico, tra echino e abaco si inserisce un nastro, chiamato "canale delle volute", che si arrotola poi in due grandi volute che sporgono inferiormente al di sotto dell'echino. O O P P P Pp È P P pa

L'inserimento delle volute differenzia le facce in cui queste sono presenti e su cui l'echino rimane visibile, mentre i fianchi sono occupati dal "rocchetto". Esiste tuttavia una variante con volute disposte in obliquo e con quattro facce principali, denominata "a quattro facce". Anche in questo caso il capitello può essere intagliato insieme al "collarino" (con collarino"). Una variante sviluppata in ambiente italico, è caratterizzata da volute che tendono a deformarsi verso il basso e da altri elementi non canonici; spesso a quattro facce: si definisce "italico". Roma, tempio di Portuno ("della Fortuna Virile"), ordine di semicolonne sulle pareti della cella (età repubblicana). La decorazione del capitello ionico era completata in stucco, ancora parzialmente conservato. Capitello ionico di semicolonna

S. Maria in Trastevere, Roma Capitello ionico figurato di colonna reimpiegato sulle colonne della navata, forse dalle terme di Caracalla. Il capitello ionico presenta una testina al centro dei lati dell'abaco e dei piccoli busti all'occhio delle volute. Da notare anche la fronda vegetale che decora il canale delle volute e prosegue nella spirale delle volute stesse. Capitello ionico a imposta SS. Sergio e Bacco, Costantinopoli (Istanbul, Turchia) Es. Ionico

Es. Ionico Resti riassemblati di colonne ioniche, appartenenti al tempio di Afrodite (470 a.c.) nell area archeologica di Metaponto (Basilicata)

Es. Ionico Chiostro delle donne, Spedale degli Innocenti, Firenze (progetto del Brunelleschi, 1420 ca.)

Es. Ionico La Rotonda (Villa Almerico Capra), Vicenza (Palladio la iniziò nel 1566)

Es. Ionico Castle Coole (1789-1798), Irlanda del Nord dettaglio del portico

L ORDINE CORINZIO E il più recente degli ordini greci Si sviluppò dalla fine del V sec. a.c., ma i primi esempi di capitelli corinzi che ci sono rimasti risalgono al IV sec. (tempio di Apollo a Bassae) Secondo la tradizione Callimaco ne fu l inventore, ispirato dall offerta votiva depositata sulla tomba di una giovane donna (cesto coperto da lastra, intorno al quale era cresciuta una pianta di acanto) Molto diffuso nell architettura romana e classicista

L ORDINE CORINZIO Morfologia: TRABEAZIONE: CORNICE decorata con dentelli; FREGIO continuo e variamente decorato. COLONNA: CAPITELLO caratterizzato da foglie stilizzate di acanto e caulicoli, formanti il kalathos (= cesto intrecciato), sovrastato dall abaco; FUSTO doppiamente rastremato; BASE formata da plinto, toro, doppia scozia e toro. Dimensioni: Rapporto entasi altezza della colonna: 1:8 nel modello greco antico o 1:9 (per Vignola 1:10)

Capitello CORINZIO LL L L L Ll L L Lllll

Lavorazione per blocchi. Il singolo blocco prende il nome di ROCCHIO per i fusti di colonna o di semicolonna. Esempio: Capitello corinzio di colonna, blocco inferiore Roma, Largo Argentina (età repubblicana) Il capitello era intagliato in due blocchi: quello inferiore contraddistinto da due corone di foglie, dietro a cui si intravedono gli steli dei caulicoli.

Esempio di utilizzo dell ordine corinzio all interno di un tholos (tempietto a pianta circolare): Epidauro (360 a.c.) Resti delle fondamenta Ipotesi ricostruttiva del tholos

Capitello corinzio dal tholos di Epidauro (360 a.c.), musealizzato

Monumento di Lisicrate (335 a.c.), Atene Uno dei primi esempi di esterni in stile corinzio

Capitelli corinzi di lesene Ara Pacis Augustae (13-9 a.c.), Roma Il monumento è stato ricostruito sulla base di fonti scritte e figurative coeve e degli studi sugli scavi, poco lontano dal Campo Marzio dove si trovava in origine.

Interno del pronao Pantheon (118-125 d.c.), Roma

Fonte battesimale del patriarca Callisto (730 circa), Cividale del Friuli (l antica Forum Julii) Capitelli corinzi Es. di persistenza dei modelli classici (seppur rielaborati) e di convivenza con l estro decorativo dell alto medioevo in epoca longobarda

Capitello corinzio con pulvino Spedale degli Innocenti, Firenze portico esterno (Brunelleschi, dal 1419)

Capitello corinzio con dado brunelleschiano (particolare tipo di pulvino cubico) su cui s impostano gli archi a tutto sesto Basilica di San Lorenzo, Firenze (Brunelleschi, dal 1420)

Es. Corinzio Portale in pietra Chiesa di S. Maria Novella, Orciano di Pesaro Baccio Pontelli (1432) architetto fiorentino al servizio dei Della Rovere

- Altari vasariani lungo le pareti delle navate laterali - Capitelli di lesena Tomba di Michelangelo (sopra modello in gesso) Basilica di Santa Croce, Firenze

Philadelphia Merchant's Exchange (Borsa di Philadelphia) (anni 30 del XIX sec.), USA Colonnato corinzio del portico semicircolare

L ORDINE COMPOSITO Ordine tipicamente romano, presente già in età augustea, utilizzato soprattutto in età flavia e severiana E chiamato anche trionfale perché utilizzato negli archi di trionfo Nel capitello si ha la caratteristica combinazione di elementi ionici e corinzi Vitruvio in realtà rifiuta di considerarlo un ordine distinto dal Corinzio, in quanto secondo lui non sono gli ornamenti a determinare l ordine, bensì la differenza di modulo proporzionale. E quindi, per lui, un ordine secondario

L ORDINE COMPOSITO Morfologia: TRABEAZIONE: CORNICE decorata con dentelli; FREGIO continuo. COLONNA: CAPITELLO caratterizzato da foglie stilizzate di acanto e caulicoli, formanti il kalathos, sovrastato da echino e volute e dall abaco; FUSTO doppiamente rastremato; BASE formata da plinto, toro, doppia scozia e toro. Dimensioni: Rapporto entasi altezza della colonna: 1:8 o 1:9 (per Vignola 1:10)

Capitello COMPOSITO

Es. Composito Arco di Tito, 80-85 d.c. 4 semicolonne d ordine composito per lato Primo esempio sicuramente datato del suo impiego a Roma

Es. Composito Capitello di epoca augustea reimpiegato nel Mausoleo di Santa Costanza (340), Roma

Cortile di Palazzo Medici- Riccardi, Firenze Michelozzo (1444-1460) Nei tre livelli dell alzato si succedono tre ordini, evidenziando la destinazione dei locali attigui: - COMPOSITO per il cortile di rappresentanza - CORINZIO per il piano nobile - IONICO per la loggia che da accesso alle stanze di servizio.

Es. Composito Palazzo del Capitaniato, Vicenza (Palladio, 1571-72)

Particolare dei capitelli delle semicolonne

Es. Composito Finto impianto architettonico negli affreschi di Paolo Veronese (1560 ca.), Villa Barbaro, Maser (TV)

Facciata della Chiesa dei Santi Michele e Gaetano (1648-1683), Firenze

Gli ordini in architettura Riferimenti bibliografici Gabriele Morolli, Le membra degli ornamenti, Alinea, Firenze 1986 Robert Chitham, Gli ordini classici in architettura, Hoepli, Milano 1987 Riccardo Migliari, Il disegno degli ordini e il rilievo dell architettura classica: Cinque Pezzi Facili, in Disegnare, n. 2, Roma, 1991 Per approfondimenti sugli ordini architettonici antichi cfr.: Giorgio Rocco, Guida alla lettura degli ordini architettonici antichi. I. Il dorico, Liguori editore, Napoli 1994 Guida alla lettura degli ordini architettonici antichi. I. Lo ionico, Liguori editore, Napoli 2003

La conoscenza degli ordini per il rilievo (diretto o con sistemi a scansione)

Progetto / Rilievo I percorsi

Per rilevare e poi restituire il modello occorre saper riconoscere il sistema strutturale e decorativo, nei suoi elementi e rapporti interni

La selezione e l ordinamento dei punti da misurare deve seguire le stesse gerarchie che già si trovano incorporate nell edificio (da Migliari 1991)

Classificazione semantica per sistemi informativi 3D Il processo di segmentazione del modello 3D consiste in: - identificazione dei singoli elementi e della loro terminologia; - identificazione delle relazioni tra loro esistenti; - definizione dei volumi che essi occupano. A. M. Manferdini, F. Remondino, S. Baldissini, M. Gaiani, B. Benedetti, 3D modeling and semantic classification of archaeological finds for management and visualization in 3D archaeological databases, 2008

GRAZIE PER L ATTENZIONE!