Per uno spazio pubblico del sapere.



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Transcript:

Per uno spazio pubblico del sapere. Due anni di Summer School Emilio Sereni e un terzo in apertura Gabriella Bonini Responsabile Progetti Culturali Biblioteca Archivio Emilio Sereni Mentre questo Quaderno sta andando in stampa, la III Edizione della Summer School Emilio Sereni è già definita, così l intervento che segue è una riflessione che comprende anche quest ultimo percorso di lavoro e che riparte da quanto era stato il nucleo del pensiero dello scorso anno, ossia dalla rinnovata e deludente constatazione che un anno è passato ma che per il sistema della scuola, dell università, della ricerca e della cultura italiana nulla è cambiato, tutto è rimasto immobile. Fortissima resta la preoccupazione per il futuro e le scelte improvvisate del Dicastero Istruzione continuano a generare un clima di incertezza preoccupante per studenti e famiglie, tale da creare disaffezione verso il proprio lavoro e la propria funzione sociale da parte della maggioranza dei docenti, universitari e medi. La ricerca pubblica è continuamente messa sotto tiro da una linea che contrappone assurdamente il privato al pubblico, la ricerca applicata a quella di base, i realizzi a breve sul mercato alle prospettive a medio e lungo termine del lavoro scientifico. Si rimescolano continuamente le carte e su tutto grava la mannaia dei tagli alle risorse. Questo è quindi il punto da cui cerchiamo di ripartire, consapevoli che non possiamo limitarci alla denuncia: la scuola, l università, le strutture della ricerca e della cultura italiana, hanno comunque bisogno di cambiare per affrontare le proprie carenze strutturali, per rispondere ai cambiamenti dell economia e della società. La nostra sfida è quella di rimettere in questione il concetto e il processo stesso di educazione considerando che questo da un lato sembra sempre più diluirsi nel tempo fino al punto di svanire per essere inglobato nei processi economici più ampi, e dall altro è invece messo sotto pressione dai mutamenti culturali e tecnologici che addensano la contemporaneità e che mettono i significati stessi dell educare dentro e fuori i confini istituzionali. Obiettivo scientifico e culturale del nostro progetto Summer School Emilio Sereni è stato, ed è ancora quello di contribuire a ripensare confini, scopi e senso della formazione in questa nostra società della conoscenza che stenta però a diventare tale. Il sapere per svilupparsi, nei luoghi della sua produzione e della sua riproduzione, come nei luoghi del lavoro e della vita in cui è messo alla prova, ha bisogno di autonomia e di libertà. Chi lavora al progetto della Summer School Emilio Sereni, lavora per contribuire a creare un grande spazio pubblico della ricerca, dell educazione, della formazione, come garanti in prima istanza delle esigenze di libertà e di autonomia di cui il sapere ha bisogno per riprodursi ed innovarsi, di cui hanno bisogno le famiglie per i figli, le università per dare valore alla ricerca e le imprese che scelgono, per la competizione, la strada dell innovazione e della qualità. Uno 13

spazio pubblico per la cultura come uno dei punti fondanti dell identità europea, come indicato da Jacques Delors. Le università, i centri di ricerca come il nostro, le scuole, devono essere i luoghi in cui il sapere locale si fonde con il mondo, la connessione indispensabile per trasformare in prodotti, in servizi, le idee e le scoperte che circolano nelle reti del sapere, e per rendere universalmente fruibili i saperi espliciti ed impliciti che costituiscono l identità del territorio. Uno spazio pubblico del sapere da riaffermare, ma anche da rivisitare e riformare per interagire col salto di qualità che l economia e la società del sapere propongono, le cui caratteristiche sono l interdisciplinarietà, l eterogeneità degli attori e delle istituzioni coinvolte e un livello crescente di riflessività e di responsabilità sociale. Solo un forte investimento in cultura, in ricerca, in formazione, può garantire uno sviluppo di qualità, nei prodotti, nei processi, nei servizi, capace di tenere insieme economia e diritti di cittadinanza, crescita economica e sostenibilità sociale ed ambientale. La diffusione del sapere, l assicurare a tutti la possibilità di crescere culturalmente e professionalmente, di cogliere le opportunità presenti nei rischi che il cambiamento porta con sé, è la condizione decisiva, fondante, per rendere effettivi il diritto al lavoro, alla cittadinanza democratica, per tenere insieme le idee forza della libertà e dell eguaglianza, come sancito dall Europa a Lisbona e confermato nella Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea adottata a Nizza. È l idea di una formazione che parte dalle qualità e non dalle carenze delle persone con cui si confronta e le accompagna non solo per esigenze connesse ai cambiamenti del lavoro, ma anche per il gusto di crescere, per rendere più bella e libera la vita. L ambizione che ci proponiamo é quella di affiancare e intrecciare alle traiettorie di tipo culturale (che ci provengono dalla società nel suo insieme), scientifiche (che ci provengono dal mondo accademico) e politiche (dalle decisioni a prescindere), quelle che provengono dalle esperienze reali delle scuole e delle Università: l apprendimento, i processi educativi e la formazione sono i temi cruciali della nostra società, il terreno principe attorno cui si misurano oggi il senso e la pratica della democrazia. Da qui, a caduta, le altre caratteristiche peculiari che riteniamo essere del nostro progetto di Summer School: L approcciarsi al tema del Paesaggio così come Emilio Sereni lo intese cinquantanni fa nella sua splendida Storia del paesaggio agrario italiano (Laterza, 1961). Una modalità ancora tutta attuale perché la storia del paesaggio è la storia stessa dell uomo, ci dice Sereni, il cui metodo e le cui intuizioni guidano il nostro lavoro. Il paesaggio è un settore di ricerca applicata che pone al centro il contatto con il territorio, con i manufatti, con le strutture architettoniche, con i prodotti del lavoro e della cultura materiale. Il paesaggio agrario, in particolare, comprende gli aspetti materiali della vita rurale, l evoluzione economica, tecnologica e sociale e si legge anche attraverso studi linguistici, archeologici, artistici e letterari. Il territorio che Sereni ci consegna nel suo vasto affresco plurisecolare è la storia del suolo agricolo modellato dal lavoro contadino, dalle tecniche di coltivazione, dalle forme delle piantagioni, dai modelli di impresa, dalle dimensioni della proprietà, dai rapporti di produzione fra le varie figure tipiche del mondo rurale. Il cercare di fare della Summer School Emilio Sereni uno spazio di passaggio per quanti decidono di misurarsi sulle tematiche del paesaggio, ma soprattutto per quanti guardano ai temi dell educazione al paesaggio come educazione civile al patrimonio, una delle più 14

importanti sfide della nostra società per i prossimi anni. Il paesaggio come bene pubblico (e lo è ancor più se esso contiene persistenze storiche), un bene comune non identitario che richiede la partecipazione attiva del cittadino contro la dequalificazione dei paesaggi della vita pubblica e privata, contro i non luoghi. È il lavoro per una cittadinanza che si esprime geograficamente attraverso la conoscenza dei quadri ambientali, economici e culturali, base delle competenze interculturali, della convivenza civile e della cooperazione. L aggregare diverse energie culturali: una ampia rete di studiosi, esperti di spicco del mondo culturale e scientifico, nazionale e internazionale, professionisti, che si situano in più campi del sapere (sociologia, pedagogia, economia, diritto, antropologia, filosofia, storia, politiche pubbliche) e che gratuitamente offrono i loro contributi culturali e vivono e condividono un esperienza di scuola totalizzante, a disposizione e al servizio di un sapere democratico. Il coinvolgere giovani esperti dell ampio e variegato settore dell educazione e con competenze scientifiche di tutto rispetto, frutto di consolidati master, dottorati, esperienze editoriali e desiderosi di mettersi dentro un avventura culturale offrendo, ognuno con il proprio talento, la piena collaborazione culturale e operativa per la realizzazione delle diverse fasi della School. Sono i nostri Tutor esperti (di didattica, di storia, di progettazione ambientale e di paesaggio agrario) col compito di guida e supporto ai gruppi di lavoro che si costituiscono sui temi trattati nelle varie sessioni della School. I Tutor supportano i corsisti a intersecare questi temi con le metodologie didattiche del laboratorio, del gioco, della visita, della mostra e della multimedialità, quindi a ricavare, dalla panoramica culturale della Scuola, idee didattiche, divulgative, progetti sul territorio, che verranno poi sviluppati concretamente nei mesi successivi. Sono laboratori che indicano come lavorare con i documenti, come fare ipotesi, scrivere piccole storie; insegnano a trasformare la visita guidata in un occasione di scoperta e avventura; utilizzano i media, internet, la lavagna interattiva, e le immagini che questi veicolano, per costruire situazioni efficaci di apprendimento; fanno del gioco un potente strumento per imparare e divulgare, una modalità per entrare nel vivo del passato. L essere andati oltre il campo strettamente didattico del laboratorio in risposta alla richiesta proveniente dai tecnici, dai pianificatori e dagli operatori culturali del territorio iscritti come corsisti. Per tutti questi nascono quest anno specifiche proposte laboratoriali più strettamente tecnico-operative. Scopo è indicare come promuovere la riqualificazione e la valorizzazione del paesaggio storico prodotto dalla modernità in una prospettiva di sviluppo sostenibile individuando le proposte urbanistiche e paesaggistiche che possono legarsi alle politiche di sviluppo locale. Poiché tutte le decisioni di carattere economico e sociale hanno, direttamente o indirettamente, ricadute territoriali e tutte le scelte territoriali effetti economici e sociali, questi nuovi Laboratori saranno il luogo dove indagare il ruolo della pianificazione strategica di area vasta, quale strumento di governo delle scelte di organizzazione del territorio, dell ambiente e del paesaggio capace di favorire la nascita di progetti di territorio. Il pubblicare un Quaderno, al termine di un lavoro che dura un anno, dove i docenti lasciano il loro contributo scientifico e i gruppi possono fissare il prodotto del loro lavoro, didattico o tecnico, e trasmetterlo ai corsisti dell anno successivo: una memoria del 15

lavoro fatto, ma al contempo il punto da cui partire per il lavoro della School successiva. I contributi scientifici e le analisi dei relatori sul tema del Paesaggio nel periodo storico oggetto della School riportano implicazioni e sviluppi che aprono finestre sui grandi temi culturali e sociali che ruotano attorno allo studio storico del Paesaggio e all educazione al patrimonio. I contributi dei corsisti, invece, sono il lavoro di un anno di sperimentazione nella scuola, nella professione o semplicemente nella ricerca. Sono approcci multidisciplinari e metodologie di lavoro diverse, temi che ruotano principalmente attorno al nesso tra educazione - patrimonio, democrazia - cittadinanza. Qui parlano le storie, gli studi e le vicende pratiche che gli operatori della scuola (insegnanti) o gli studenti e i dottorandi affrontano nelle loro sedi di lavoro: sono una bella finestra aperta sulla vita quotidiana della scuola e del mondo culturale, su come la pratica educativa e di studio sia pratica di innovazione ordinaria. L utilizzare, come momenti conclusivi, la metodologia ancora tutta valida delle Tavole rotonde per tenere vivo il contatto con la realtà locale e la cittadinanza attiva. La domanda da cui si parte è: di chi è il paesaggio? La risposata auspicabile è che esso sia l ambito dell identità e della cittadinanza attiva. L articolo 9 della Costituzione parla di diritto al paesaggio e ci indica la responsabilità del partecipare. Poiché il paesaggio bello è un diritto, è un fattore di qualità della nostra vita, e poiché il paesaggio è anche un bene comune, patrimonio della collettività del quale fruiamo, di esso abbiamo la responsabilità. Abbiamo la responsabilità del tempo del paesaggio come stratificazione della memoria e del tempo del paesaggio come senso del futuro, come impegno e progetto, come eredità da trasmettere, da custodire e da migliorare. Lo svolgersi della School in un ambiente particolare, di per sé educativo, un ambiente di apprendimento, rappresentativo e composito, in cui si fondono la storia del Novecento e la conservazione dello scibile enciclopedico di Sereni con la terra modellata dall uomo, nelle sue molteplici e più recenti trasformazioni. È il luogo di Casa Cervi, un Genius loci che sempre ha rappresentato sintesi di emozioni e contenuti, apprendimento, monumentalizzazione ed elaborazione della memoria del paesaggio, del lavoro e delle scelte degli uomini. Un ambiente di apprendimento sul campo, a cielo aperto. Il completare questa offerta culturale con un ricco programma di manifestazioni collaterali allo scopo di mostrare anche le implicazioni alimentari, paesaggistiche, di entertainment, connesse con il tema generale di studio. Un modo per continuare a stare insieme e condividere momenti ludici e progetti in tempi e spazi decisamente informali ma ugualmente educativi. L avere, infine, ma non ultimo, a sostegno un autorevole rete di Enti e Istituzioni, culturali e scientifiche che continuano a credere in questo progetto e che lo sostengono con il loro patrocinio scientifico. Queste le caratteristiche salienti della Summer School Emilio Sereni, risultato di un comportamento che potremmo definire collettivo, un comportamento che cresce sempre più all interno della Scuola stessa, come prodotto della sua dinamica intrinseca: territorio e paesaggio, storia e cultura, persone e idee, condivisione e partecipazione attiva. Un ambiente di apprendimento aperto, disponibile all attivazione di percorsi multipli tra loro interagenti, arricchiti da momenti di riflessione individuali e collettiva, pronta all uso dello studio dei casi, della simulazione e di tutte le strategie che fanno ricorso a problemi autentici, situati, 16

ancorati, a in contesti concreti e che proprio per questo non hanno soluzioni univoche e predeterminate. L idea di fondo è che deve essere lo stesso ambiente d apprendimento reso disponibile, la stessa struttura delle attività promosse, a innescare un processo di ristrutturazione continua e flessibile della conoscenza preesistente in funzione dei bisogni posti, di volta in volta, delle nuove situazioni createsi. Una Scuola di Alta Formazione per un apprendimento alto; una Scuola con le radici nel terreno di Casa Cervi e nel solco culturale di Emilio Sereni che stabilisce forti legami tra la formazione universitaria, il mondo della scuola e le scelte di governo del territorio in prospettiva nazionale. Gli stimoli e i contributi raccolti fino ad ora rappresentano solo l avvio di riflessioni attorno ai temi sopra indicati e ci spingono a lavorare e a interrogarci non solo su cosa occorre fare e imparare ma anche su come fare e imparare e su come le conoscenze teoriche possono interrelarsi con le conoscenze pratiche in un processo virtuoso e costruttivo di dare e avere. È questa la strada su cui continuiamo a camminare. 17