Andamento demografico 4^ trimestre 2011 a Pavia. Crescita lenta ma non immobile

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Transcript:

Andamento demografico 4^ trimestre 2011 a Pavia Crescita lenta ma non immobile La capacità di fare impresa misura ancora, a Pavia, al fine del 2010, circa 9 imprese ogni 100 abitanti 1 con una demografia delle imprese che, se dal 2000 al 8 ha fatto registrare tassi di crescita positivi sempre in aumento e sempre maggiori rispetto al dato nazionale, dal 2008 ad oggi ha conosciuto un inversione di tendenza che ha rallentato la crescita dello sviluppo imprenditoriale pavese fino al punto minimo raggiunto nel 2009, anno in cui il saldo tra iscrizioni e cessazioni è sceso in campo negativo, con una variazione del tasso di crescita di -0,1%, ritornando a +0,9% nel 2010, un andamento inferiore a quello lombardo ma che tuttavia denota una serie storica che evidenzia una buona vitalità del tessuto economico pavese. Tasso di crescita Imprese - Pavia, Lombardia, Italia Anni 2005-2011 2,00 1,50 1,00 0,50 Pavia Italia Lombardia 0,00 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011-0,50-1,00 Nell anno 2011 sono state 3.320 le imprese che si sono iscritte al registro camerale di Pavia evidenziando in calo di quasi un punto percentuale rispetto all anno precedente, le cancellazioni complessive, a Pavia, sono rimaste, invece, sostanzialmente invariate (3.430). Queste diverse tendenze delle due curve fa tornare il saldo globale della demografia delle imprese pavesi nell anno che si è concluso di nuovo in territorio negativo con -110 unità, dopo che il 2010 aveva riportato un incremento positivo. Le cancellazioni di ufficio hanno rappresentato il 6,2% delle cessazioni totali, una quota importante ma in linea rispetto all anno precedente (6,6%). Considerando i dati al netto di questo 1 50232 imprese registrate a fine anno 2010 su una popolazione complessiva di 548.307 abitanti. 1

fenomeno, che ha cause di tipo amministrativo e non è detto perciò che sia conseguenza della situazione economica, il saldo torna positivo (+103 unità) ed evidenzia un tasso di crescita paria allo 0,2%, dato migliore di quello registrato nel 2009 all apice della crisi (-0,1%) ma inferiore a quelli rilevati annate 2008 (+0,96% e 2007, +1,5%), Alla fine del dicembre 2011 la consistenza delle imprese pavesi registrate è pari a 50.148 in lieve diminuzione rispetto allo stock estratto alla stessa data dell anno precedente (50.232). Per inquadrare meglio tale risultato è necessario evidenziare che il saldo globale dell anno "sconta" quelli negativi del primo e dell ultimo trimestre chiusisi con effetti che i risultati del secondo e terzo trimestre non sono riusciti ad annullare. In ambito regionale il tasso di sviluppo del tessuto imprenditoriale pavese si posiziona in fondo alla classifica davanti solo a Sondrio e Lodi che registrano valori negativi (rispettivamente -0,9% e -2,2%). Ad incidere è l elevato tasso di mortalità che rimane sopra la media lombarda di oltre un punto percentuale (6,4% rispetto al 5,2% della Lombardia) a fronte di un tasso di natalità in linea con quello delle province lombarde (+6,6% rispetto al 6,4%). Settore Registrate 31/12/20 10 Iscrizio ni Cessazio ni Cessazio ni non d'ufficio Sald o Saldo al netto delle cess d'uff Variazioni Anno 2011 Registrate 31/12/2011 A Agricoltura, silvicoltura pesca 7.642 156 381 376 225-220 16 7.433 B Estrazione di minerali da cave e miniere 44 0 1 0-1 0-1 42 C Attività manifatturiere 5.738 187 345 298 158-111 48 5.628 D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 25 8 0 0 8 8 9 42 E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 99 2 4 4-2 -2 2 99 F Costruzioni 9.280 691 706 686-15 5 54 9.319 G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 11.116 525 799 751-274 -226 228 11.070 H Trasporto e magazzinaggio 1.380 49 83 76-34 -27 16 1.362 I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3.277 202 277 246-75 -44 140 3.342 J Servizi di informazione e comunicazione 884 65 59 55 6 10 11 901 K Attività finanziarie e assicurative 1.021 64 80 77-16 -13 24 1.029 L Attività immobiliari 2.455 58 128 117-70 -59 72 2.457 M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.289 90 131 125-41 -35 31 1.279 N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 1.137 100 85 85 15 15 39 1.191 P Istruzione 131 12 6 6 6 6 39 176 Q Sanità e assistenza sociale 294 10 24 22-14 -12 55 335 R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 478 28 30 28-2 0 30 506 S Altre attività di servizi 2.171 110 145 141-35 -31 69 2.205 X Imprese non classificate 1.771 963 146 124 817 839-856 1.732 Totale 50232 3320 3430 3217-110 103 26 50148 2

Le numerose variazioni intervenute evidenziano il forte turnover, in linea con quanto accade a livello nazionale, indice di vitalità del tessuto imprenditoriale, ma anche di un processo di trasformazione e di riposizionamento del sistema delle imprese, nel quale quelle meno efficienti cedono il passo. Gli effetti della crisi finanziaria ed economica, infatti, in questi ultimi due anni hanno segnato un cambio di ritmo manifestatosi a diversi livelli sui comparti che compongono il sistema imprenditoriale provinciale. Il forte contraccolpo è stato risentito soprattutto dai settori tradizionali dell economia locale, come l agricoltura, il manifatturiero e il trasporto-magazzinaggio, che non fermano l emorragia di cessazioni (rispettivamente -220, -111 e -34 rispetto al 20102), forse per incapacità di questi ultimi di adeguarsi ai mercati. Prosegue invece, anche a un ritmo sostenuto, la crescita in altri settori tra i quali quello della fornitura di energia elettrica e gas (+32%), dell istruzione (+4,6%), delle attività legate al noleggio, agenzie di viaggio e ai servizi di supporto alle imprese e di quelle relative ai servizi informazione e comunicazione. Rimangono stabili i livelli di stock delle costruzioni mentre il Commercio registra il valore più alto di cessazioni (799unità) denotando la particolare difficoltà delle aziende di questo settore a reagire alla crisi e alle misure di austerità adottate dal governo che agiscono da freno sui consumi interni. La struttura produttiva della provincia di Pavia è caratterizzata, dal punto di vista della forma giuridica, da una forte presenza di imprese individuali che superano, alla fine del 2011, il 61% delle imprese totali, con un trend di crescita seppur lieve se questo incremento potrebbe testimoniare in parte, un lavoro dipendente mascherato da autonomo). Una fotografia del tessuto imprenditoriale pavese diversa da quella della Lombardia e dell Italia, dove le imprese individuali non raggiungono la metà del totale delle imprese a van principalmente della quota relativa alle società di capitali (31,4% la percentuale lombarda e 18,1% quella della nostra provincia). La provincia di Pavia è caratterizzata inoltre da un sistema economico di piccole imprese i cui titolari hanno un età, per l 87% circa, superiore ai 35 anni. A fine dicembre 2011, oltre il 96% delle imprese risulta nella classe dimensionale da 1 a 9 addetti, il 2,5% rappresenta la percentuale di imprese da 10 a 19 dipendenti e l 1% è la quota delle da 20 a 49 dipendenti. La classe dimensionale più grande, quella da oltre 50 dipendenti esprime solo lo 0,5 % del tessuto imprenditoriale pavese. L imprenditorialità femminile rappresenta, con 11.255 nella provincia, il 22,4 % circa del totale delle imprese (dato al 31/12/2011), in leggera flessione rispetto alla consistenza di inizio 2 Valori assoluti al 31/12/2011 al netto delle cessazioni d ufficio escluse le variazioni. 3

anno (-0,4%). L imprenditoria etnica risulta, invece, particolarmente attiva nella nostra provincia: nell anno appena chiuso il numero di cittadini stranieri titolari di carica d impresa sono aumentati di circa l 8%, un tasso di crescita che si perpetua negli ultimi anni e che inserisce Pavia ai primi posti della classifica nazionale per imprese straniere. In particolare crescono in modo più che proporzionale le aziende controllate da cittadini stranieri extracomunitari (+9%) anche se un buon incremento si registra nel numero di imprenditori stranieri di origine comunitaria (+6%, con i Rumeni in testa alla classifica), in controtendenza invece la quota di imprenditori italiani si contrae di un punto percentuale. Al termine del settembre scorso il numero di imprese s presenti sul nostro territorio ammonta a 4.139 unità di cui la metà nel settore delle Costruzioni. Non si può tralasciare, nell analisi del tessuto imprenditoriale pavese, l artigianato che rappresenta, anche a fine 2011, un fondamentale settore dell economia pavese con un incidenza del 31,4% sul totale delle imprese registrate, pari a 5 imprese registrate, a quella data, all albo delle imprese artigiane e concentrate per il 48% nel settore delle costruzioni, per il 22% nelle attività manifatturiere, per il 20% nel settore dei servizi, per il 6% nei trasporti. Solo il 4% nel commercio. L analisi demografica, tuttavia, mostra come il flusso iscrizioni/cessazioni del settore artigianato abbia originato nel 2011 un saldo negativo pari a 45unità, determinando un decremento imprenditoriale rispetto a dicembre 2010, pari allo 0, circa. Gli aspetti di preoccupazione sono legati soprattutto capacità di tenuta della situazione: i fallimenti sono aumentati nel 2011 rispetto all anno precedente del 25%, con un trend dell incremento che prosegue inesorabile dal 2008. Il delle imprese in liquidazione, inoltre, per il 2011, supera di una unità la quota del 2010 (245). Sembrano stabilizzati sul numero e sugli importi dello scorso anno invece i protesti levati in provincia che contano comunque, a fine anno oltre 10 mila effetti, per un totale di oltre 21 di euro. Una misura che conferma le difficoltà di famiglie e imprese ad onorare le scadenze dei propri impegni di pagamento questo perdurare di incertezza economica e finanziaria. Così ha commentato i dati il Presidente della Camera di Commercio, Giacomo de Ghislanzoni Cardoli: La crisi di fiducia che dalla metà del 2011 ha colpito il nostro Paese ha rallentato la voglia di fare impresa anche a Pavia ma, fortunamente, non l ha arrestata. Il bilancio del 2011 è stato comunque migliore di quello del 2009, quando la crescita media registrata è andata in territorio negativo. L uscita dal tunnel, però, è sempre lontana. Per questo motivo i dati in 4

questione, se un da lato ci rincuorano dall altro non ci fanno cantare vittoria e ci spingono quanto mai a sostenere chi fa impresa e si applica in un percorso di creatività e capacità di innovazione, dando fiducia e strumenti per crescere e competere. Non possiamo dimenticare, infatti, che l impresa rimane il vero pilastro dell economia reale. La Camera di Commercio ha aggiunto il Presidente de Ghislanzoni- ha elaborato e sta mettendo in pratica un arco di proposte e iniziative a sostegno del fare impresa che può dare n contributo concreto a riprendere il percorso della crescita, sempre con un attenzione particolare alla semplificazione volta a favorire il più possibile gli imprenditori che scelgono, soprattutto in questo periodo, il lavoro in proprio come risposta alla crisi. La voglia di fare impresa è diminuita, come dimostra il calo di iscrizioni, ma va sottolineato anche il leggero calo delle cessazioni di attività, una piccola compensazione che riflette la capacità dei nostri imprenditori di reagire e tenere duro. 5