GUIDA ALLA DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE



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GUIDA ALLA DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE Nel momento più bello e meraviglioso della vita, la nascita di un figlio, ogni mamma può scegliere di essere mamma 2 volte : offrendo una speranza di guarigione ad un bambino affetto da leucemia o altre gravi malattie del sangue che per sopravvivere ha bisogno della donazione del sangue del cordone ombelicale. Una donna che decide di donare il sangue cordonale compie quindi un importante scelta d amore che riporterà il sorriso nel cuore di un altra mamma. Ciò che ha nutrito una vita può ancora dare vita. Questo messaggio richiama l importanza di donare il sangue del cordone ombelicale poiché in esso sono contenute cellule staminali in grado di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, utili a curare malattie del sangue e del sistema immunitario. Il Servizio sanitario regionale garantisce la qualità di tutte le procedure connesse alla donazione, alla conservazione e alla distribuzione del sangue cordonale. Le sacche di sangue, dopo essere state analizzate, vengono classificate per stabilirne le compatibilità con eventuali destinatari del trapianto e conservate nella banca regionale del sangue cordonale, con sede presso il Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna, che provvede poi alla loro distribuzione secondo precisi protocolli clinici e organizzativi. 1 - CHE COS È IL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE? E il sangue che rimane nel cordone ombelicale e nella placenta dopo la recisione del cordone ombelicale alla nascita. Questo sangue, che normalmente viene scartato assieme alla placenta, è la terza fonte, dopo il midollo osseo e il sangue periferico (cioè il sangue circolante nei vasi sanguigni), di cellule staminali emopoietiche, cellule che generano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine, utili alla cura di malattie del sangue e del sistema immunitario. 2 - PERCHÉ DONARE IL SANGUE CORDONALE? Per aumentare le possibilità di cura delle persone affette da patologie trattabili solo attraverso un trapianto di cellule staminali emopoietiche. Dal 1989, anno in cui Eliane Gluckman effettuò il primo trapianto su un paziente affetto da Anemia di Fanconi utilizzando il sangue della sorella HLA compatibile, il sangue cordonale veniva principalmente utilizzato per curare bambini o adulti di basso peso, poiché la quantità di cellule staminali che contiene è molto inferiore a quella presente nel midollo osseo e nel sangue periferico e quindi non sempre era sufficiente per un trapianto in persone adulte. Attualmente è stata messo a punto a livello internazionale un protocollo dove vengono utilizzate due unità di sangue cordonale per trapiantare pazienti adulti di peso corporeo superiore ai 50 Kg. 1

3 - QUALI MALATTIE PUÒ CURARE? Il trapianto delle cellule del sangue del cordone ombelicale può curare malattie tumorali del sangue come la leucemia e i linfomi (tumori del sistema linfatico) e patologie non tumorali come, ad esempio, la talassemia (malattia ereditaria del sangue), l aplasia midollare (mancata produzione delle cellule del sangue) e le immunodeficienze congenite (mal funzionamento del sistema immunitario che causa una maggiore predisposizione alle infezioni). L elenco completo comprendente oltre 80 patologie, è pubbicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2009 n el DM del 18 Novembre 2009 Disposizioni In Materia Di C onservazione Di Cellule Stam inali Da San gue D el Co rdone Om belicale Per Uso Autologo Dedicato e viene revisionato annualmente (vedi allegato). Le cellule del sangue del cordone ombelicale sono utilizzate per curare persone sottoposte a chemioterapia o terapia radiante ad alte dosi. Non ci sono invece evidenze scientifiche di provata efficacia sull utilizzo del sangue cordonale per la cura di malattie croniche degenerative quali il diabete, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica. 4 - CHI PUÒ DONARE IL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE? Le partorienti che, nel corso della gravidanza e sulla base del loro stato di salute, siano risultate idonee alla donazione. Infatti non tutte le raccolte possono essere bancate (conservate per fini di trapianto), poiché devono rispondere a caratteristiche qualitative e quantitative utili per tale scopo. Esistono pertanto alcune controindicazioni alla donazione che possono emergere al momento della compilazione del questionario anamnestico, al momento del parto (come ad esempio: la durata della gravidanza inferiore a 35 settimane, lo stato febbrile della puerpera al momento del parto, malformazioni congenite nel neonato, rottura delle membrane da più di 12 ore prima del parto..), durante i controlli laboratoristici necessari ai fini della conservazione. 5 - PERCHÉ È IMPORTANTE IL COINVOLGIMENTO DELLE CITTADINE IMMIGRATE? L aumento di cittadini immigrati ha portato ad un parallelo aumento del numero di richieste di trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Ma le caratteristiche immunogenetiche, legate alla differente appartenenza etnica, non sono adeguatamente rappresentate nelle banche di cellule staminali da sangue di cordone ombelicale. Si rende quindi necessario l inserimento di nuove donatrici tra le cittadine immigrate per aumentare la disponibilità di cellule staminali compatibili con un eventuale connazionale affetto da una grave malattia del sangue e candidato al trapianto, ma che attualmente non trova una donazione compatibile. 6 - LA DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE COMPORTA DEI RISCHI? No, la donazione non comporta rischi né per la mamma né per il neonato. La raccolta del sangue cordonale si effettua dopo la nascita del bambino quando il cordone è stato reciso ed il bambino respira già autonomamente, e solo se in sala parto possono essere assicurati i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato. In assenza della donazione, il sangue contenuto nel cordone reciso viene smaltito. 7 - COME SI DIVENTA DONATRICI DI SANGUE CORDONALE? Le donne che desiderano donare il sangue del cordone ombelicale possono rivolgersi al reparto di ostetricia e ginecologia dell ospedale in cui partoriranno per manifestare la propria volontà alla donazione. La donazione è anonima e gratuita. Le mamme potranno, comunque, anche al momento del parto, riconsiderare la loro decisione.l iter prevede il colloquio della futura mamma con un medico, per verificare che sussistano tutte le condizioni di salute necessarie alla donazione. 2

Al momento del parto viene eseguito un prelievo di sangue alla mamma per gli esami obbligatori per legge (test infettivologici). Tra i 6 e i 12 mesi dopo il parto, la mamma e il neonato verranno sottoposti ad ulteriori controlli, necessari a confermare definitivamente l idoneità del sangue prelevato. In particolare per il bambino è prevista una visita pediatrica per escludere la presenza di patologie ereditarie, mentre la mamma sarà sottoposta nuovamente agli esami del sangue eseguiti al momento del parto. 8- COME AVVIENE LA DONAZIONE DI SANGUE CORDONALE? La donazione è possibile sia dopo un parto naturale che dopo un parto cesareo (non d urgenza). La raccolta del sangue cordonale avviene, da parte di personale competente, dopo la recisione del cordone ombelicale. Per raccogliere il sangue del cordone si applica un sistema che garantisce la massima sterilità. E per conservare il sangue si utilizzano sacche sterili monouso. Ad ognuna di queste sacche viene applicata un etichetta con un codice a barre per garantirne la tracciabilità. Questo sistema di raccolta permette di ottenere per ogni donazione una quantità di sangue compresa tra i 50 e i 150 millilitri. Se la raccolta è inferiore a 50 ml, la donazione non può essere utile ai fini del trapianto. 9 - CHE COSA SUCCEDE AL SANGUE DONATO? Il sangue raccolto viene consegnato entro 36 ore alla struttura del Servizio Sanitario Regionale che ha il compito di analizzare, conservare e distribuire le sacche di sangue cordonale: la Banca Regionale del S angue Cordonale, che ha sede presso la Medicina Trasfusionale del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. In questa struttura il sangue conservato viene tipizzato, cioè ne vengono studiate le caratteristiche genetiche. Il sistema di classificazione è chiamato HLA (Human Leucocyte Antigens) e serve per determinare la compatibilità del sangue donato con l eventuale destinatario del trapianto. In media, circa il 60 % delle sacche di sangue raccolte vengono scartate perché non contengono una quan tità di sangue tale da gar antire un num ero sufficiente di cellule staminali ne cessarie per il trapianto. In questi casi, le donatrici vengono informate per iscritto. Le sacche valutate idonee per trapianto vengono congelate e conservate in azoto liquido anche per 20 anni. La banca del sangue cordonale detiene i dati genetici del sangue donato e li trasmette al registro nazionale (IBMDR- Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo) ed internazionale (WMDA Associazione Mondiale Donatori di Midollo). In questi grandi database elettronici, su richiesta del centro trapianti che ha in cura un malato, si esegue la ricerca delle unità di sangue compatibili. 10 - DOVE SI PUÒ DONARE IL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE IN EMILIA-ROMAGNA? La donazione del sangue cordonale richiede la presenza in sala parto di personale appositamente formato e la possibilità di trasferire il sangue raccolto presso la banca regionale di conservazione, entro 36 ore dal parto. In Emilia-Romagna tutti i reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali pubblici sono abilitati al prelievo del sangue cordonale (vedi elenco delle ostetricie in fondo al documento). Le sacche raccolte vengono inviate alla Banca regionale del sangue cordonale che ha sede presso il Centro Trasfusionale del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. 3

11- A CHI PUÒ ESSERE DESTINATO IL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE? Nel nostro Paese, la donazione del sangue cordonale più diffusa e consolidata è la donazione per trapianto allogenico non familiare: il sangue del cordone ombelicale viene raccolto e successivamente certificato dalla banca dove rimane a disposizione di qualsiasi malato che possa averne bisogno per trapianto. Si attua anche un altro tipo di donazione di sangue cordonale: quella per trapianto allogenico familiare, la così detta donazione d edicata, per curare un consanguineo del neonato (fratello, sorella ). Infine, è possibile la raccolta per uso autologo, cioè destinata ad un eventuale uso a favore del bambino stesso che lo ha donato, ma in Italia è vietata la conservazione. 12 - PERCHÉ, IN ITALIA, LA CONSERVAZIONE PER USO AUTOLOGO DEL SANGUE CORDONALE È VIETATA? Perché non è stata ancora dimostrata la sua reale utilità, né in base alle conoscenze scientifiche né in base alla pratica clinica. Per otten ere migliori risultat i nella cura di malattie de l sangue (come la leucemia) è infatti preferibile usar e cellule provenienti da una persona diversa dal malato, p erché in questo modo si accresce l effetto immunologico delle cellule trapiantate e quindi la possibilità di successo del trapianto. E stato di mostrato, inoltre, che alterazioni ge netiche tipic he di alcuni sottotipi di leucemie i nfantili erano già pr esenti nel cord one dei bambin i che han no successivamente sviluppato la mal attia: in qu esto caso il tr apianto autologo sarebbe del tutto inutile. La conservazione per l utilizzo autologo del sangue cordonale non è dunque attualmente giustificata. Inoltre, riduce ulteriormente le probabilità di trovare un unità di sangue compatibile per la cura dei malati: solo aumentando il numero di donazioni si accresce la probabilità di avere unità di sangue cordonale idonee al trapianto. La conservazione per uso autologo è possibile solo presso banche private che lavorano con finalità commerciali millantando indicazioni terapeutiche scientificamente non dimostrate. Per ottenere l autorizzazione all esportazione del sangue cordonale per conservazione autologa è necessario presentare una richiesta alla propria regione e farsi carico delle spese di prelievo, trasporto e conservazione. 13 - PUÒ LA CONSERVAZIONE PER USO AUTOLOGO ESSERE UNA FORMA DI PREVENZIONE? No, in nessun caso la conservazione autologa del sangue cordonale, destinata cioè esclusivamente al bambino donatore, rappresenta una pratica preventiva per la cura delle eventuali malattie del sangue o del sistema immunitario già citate (leucemie e linfomi, talassemia, aplasia midollare e immunodeficienze congenite). Anche se la ricerca scientifica è in continua evoluzione, non è ipotizzabile che nei prossimi decenni si possa realizzare un uso clinico per il sangue cordonale autologo per la cura di malattie del sangue o del sistema immunitario. Anche nell ambito della Medicina rigenerativa, le cellule staminali che vengono utilizzate dai ricercatori, necessarie alla rigenerazione di vari tessuti ed organi, sono quelle presenti nell individuo stesso anche in età adulta. 14- QUANTE SONO LE BANCHE DI SANGUE PLACENTARE IN ITALIA La rete nazionale italiana ITCBN è attualmente composta da 18 banche attive e distribuite su tutto il territorio nazionale, ed è coordinata a livello centrale dal CENTRO NAZIONALE SANGUE in collaborazione con il CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI (DM 18 Novembre 2009 Istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di sangue cordonale ) 4

15 - PER ULTERIORI INFORMAZIONI CHI SI PUÒ CONTATTARE? Il proprio ginecologo, gli operatori dei reparti di ostetricia, gli operatori del servizio trasfusionale dell ospedale dove si effettua la donazione e della banca regionale del sangue cordonale possono offrire ulteriori informazioni in merito alla donazione di sangue del cordone ombelicale. Gli ematologi e i pediatri esperti in trapianto di cellule staminali emopoietiche sono i medici a cui rivolgersi per informazioni cliniche più dettagliate. Per ulteriori informazioni Banca regionale del sangue cordonale - Policlinico S. Orsola v. Massarenti 9, 40138 Bologna tel. 051/6363011 ercb@aosp.bo.it Centro Regionale di Riferimento per i Trapianti tel. 051/6363665; airt-crter@aosp.bo.it; www.saluter.it/trapianti ADMO EMILIA ROMAGNA Associazione Donatori Midollo Osseo_ c/o Sezione di Modena tel. 059/ 422 4413 admo.modena@policlinico.mo.it; www.admoemiliaromagna.it ASEOP Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica tel. 059/ 422 4412; info@aseop.it ADISCO Associazione Donatrici Italiane Sangue di Cordone Ombelicale_c/o Sezione di Bologna tel 051/ 6363011; segreteria-bologna@adisco.com www.adiscobologna.com IBMDR (Italian Bone Marrow Donor Registry) Registro Italiano Donatori Midollo Osseo - Genova, Ospedale Galliera tel. 010/5634434; www.ibmdr.galliera.it Numero Verde del Servizio Sanitario Regionale 800 033 033 (tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30) Ostetricie sedi di prelievo in Emilia Romagna: sede indirizzo telefono S. Orsola, Bologna v. Massarenti, 9 051-6363217 Ospedale Maggiore, Bologna Largo Nigrisoli, 2 051-3172463 Ospedale di Bentivoglio (BO) v. Marconi, 35 051-6644253 Ospedale Nuovo Imola (BO) v. Montericco, 4 0542-662646 Ospedale di Porretta terme (BO) v. Roma, 16 0534-20754 S. Anna, Ferrara Corso Giovecca, 203 0532-236553 Ospedale del Delta (FE) v. Valle Oppio, 2 - Lagosanto 0533-723377 Ospedale di Cento (FE) v. Vicini, 2 051-6838258 Maggiore di Parma v. Gramsci, 14 0521-702438 Ospedale di Fidenza (PR) v. Borghesi, 1 0524-515324 Ospedale Borgo Val di Taro (PR) v. Benefattori, 12 0525-970237 Policlinico, Modena v. del Pozzo, 71 059-4222630 Ospedale di Carpi (MO) v. S. Giacomo, 2 059-659743 Ospedale di Sassuolo (MO) v. Ruini, 2 0536-863355 Ospedale di Mirandola (MO) v. Fogazzaro, 1 0535-602247 Ospedale di Pavullo (MO) v. Suore S.G.B. Cottolengo, 5 0536-29211 S. M. delle Croci, Ravenna v. Randi, 5 0544-285431 Ospedale Umberto I, Lugo (RA) v. Massi, 4 0545-214408 Ospedale di Faenza (RA) v. Stradone, 9 0546-601128 Ospedale di Piacenza v. Taverna, 49 0523-303082 Ospedale di Fiorenzuola (PC) v. Roma 0523-989656 S. Maria Nuova, Reggio Emilia v. Risorgimento, 80 0522-296355 Ospedale di Castelnuovo Monti (RE) v. Roma, 2 0522-617162 Ospedale di Montecchio Emilia (RE) v. Barilla, 16 0522-860355 Ospedale di Scandiano (RE) v. Martiri della Libertà, 8 0522-850312 Ospedale di Guastalla (RE) v. Donatori di Sangue, 1 0522-837230 Ospedale di Forlì v. Forlanini, 34 0543-731770 Ospedale di Cesena v. Ghiotti, 286 0547-352806 Ospedale di Rimini v. Settembrini, 2 0541-705211 5