Con l occasione si porgono cordiali saluti.



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Roma, 23 maggio 2007 Prot. n. 1517/2007 Al Ministro on. Fabio Mussi Al Sottosegretario on. Luciano Modica Ministero dell Università e Ricerca LORO SEDI OGGETTO: Consultazione telematica. Gentile Ministro, si trasmette un documento del Consiglio Nazionale dell Ordine degli Assistenti Sociali, concernente osservazioni e proposte per la definizione dei nuovi ordinamenti didattici e per la progettazione dei percorsi formativi di primo e secondo livello con particolare riguardo alle classi di laurea 39 e 87, elaborato dalla Commissione Politiche della Formazione dell Ordine che vede, da tempo, una significativa sinergia con la Conferenza dei Presidenti dei Corsi di laurea di Servizio Sociale. Con l occasione si porgono cordiali saluti. Il Presidente Fiorella Cava

Suggerimenti e proposte del Consiglio Nazionale dell Ordine degli Assistenti Sociali per la definizione dei nuovi ordinamenti didattici e per la progettazione dei percorsi formativi di primo e secondo livello. Con riferimento ai recenti provvedimenti legislativi DD. MM. del 16.03.2007 Disciplina delle classi dei corsi di laurea e dei corsi di laurea magistrale, ai rilievi della Corte dei Conti e alle linee guida del MIUR per la definizione dei nuovi ordinamenti didattici e per la progettazione dei percorsi formativi di primo e secondo livello, il Consiglio Nazionale dell Ordine degli Assistenti Sociali, nel condividere complessivamente le proposte di ridefinizione dell offerta formativa prevista a partire dall anno accademico 2008-2009 e i problemi che si intendono risolvere, ritiene utile dare il proprio contributo di valutazione e di proposta in riferimento al corso di laurea in Servizio sociale (L39) e alla Laurea Magistrale in Servizio sociale e Politiche sociali (LM87). I punti sui quali gli orientamenti previsti sollecitano, da parte del Consiglio nazionale, valutazioni, suggerimenti e proposte sono relativi a: Incremento numero iscritti e laureati per i corsi di studio di primo livello. Se in linea di principio si è d accordo sulla necessità di promuovere una sempre maggiore partecipazione dei giovani al sistema universitario, dall altro ci si interroga sui requisiti minimi necessari perché ciò possa avvenire per figure professionali specifiche per le quali la qualità della formazione (obiettivi di sistema p. 2.1) si caratterizza anche assicurando strumenti di preprofessionalizzazione, nello specifico tirocinii curricolari, (2.4), in un rapporto costante con il mondo del lavoro (p.2/d delle linee guida). La formazione al servizio sociale, in Italia, si è sempre caratterizzata come formazione teorico-pratica; i tirocini professionali sono parte integrante del progetto formativo, in rapporto dialettico con il sistema del welfare nelle sue diverse fasi di sviluppo e con l apporto significativo di guida e di aiuto alla riflessività sull azione, di assistenti sociali esperti (i supervisori). L attuazione di tale progetto formativo richiede: una interlocuzione attenta con il sistema dei servizi alla persona nelle diverse articolazioni; un numero programmato di studenti, in relazione alle caratteristiche e allo sviluppo dei servizi degli specifici territori al fine di rendere concreta l effettuazione del tirocinio professionale; un numero di docenti delle discipline di servizio sociale e di tutor adeguato. Questa modalità virtuosa da parte della maggioranza degli Atenei italiani, non solo ha garantito ad oggi una relativa omogeneità formativa per professionisti che operano in settori di particolare complessità sociale ma anche tempi di attesa, per l entrata nel mercato del lavoro, di gran lunga minori rispetto ad altri percorsi formativi. Al contrario, nelle realtà territoriali dove non è stato, nel

tempo, previsto il numero programmato, assistiamo ad un incremento del tasso di disoccupazione e una notevole e critica mobilità dei laureati nel territorio nazionale. Per tutti questi motivi si ritiene che, ove già in atto, debba essere mantenuto il numero programmato per il corso di laurea in servizio sociale (L39) auspicando che questo criterio venga adottato dalla totalità degli Atenei, ovviamente in modo differenziato a seconda delle prospettive di sviluppo dell area dei servizi alla persona nei territori di riferimento e delle risorse di docenza di cui dispongono. Il Consiglio nazionale e i Consigli regionali dell Ordine degli Assistenti sociali, da tempo collaborano con le Università in modo continuativo: è stato istituito a livello nazionale un gruppo di lavoro con rappresentanze dei Presidenti dei Cdl in servizio sociale e del Consiglio dell Ordine a livello nazionale e decentrato; sono stati altresì attuati momenti di confronto con i presidenti dei Cdl e i Consigli regionali dell Ordine al fine di individuare le specificità dei curricula e delle professionalità attese dal mercato del lavoro. Riduzione degli insegnamenti (e degli esami). Questa indicazione (art. 4 dei DD. MM. del 16.03.07) trova il Consiglio nazionale dell Ordine sostanzialmente d accordo, anche se si conviene possa essere raggiunto progressivamente, stante l attuale proliferazione degli insegnamenti/moduli che insistono nei corsi attivati. Si chiede però che, nel numero indicato, non vengano conteggiati i CFU riferiti al tirocinio professionale e agli insegnamenti di inglese e informatica, per l importanza e specificità del loro contributo formativo. E del tutto evidente che l individuazione degli insegnamenti da attivare debba tener conto degli obiettivi formativi qualificanti, indicati espressamente a specificazione della classe. Si ha la percezione che in molti percorsi formativi, agli obiettivi non corrispondano discipline e contenuti funzionali al loro raggiungimento. Nelle linee guida, al p. 3.2 c) si auspica infatti una migliore e più concreta definizione degli obiettivi formativi di ciascun corso di studio. La riduzione degli insegnamenti se non collegati funzionalmente agli obiettivi da perseguire, potrebbe essere penalizzante per gli insegnamenti di servizio sociale, nella grande maggioranza attribuiti a docenti a contratto, non essendovi, allo stato, uno specifico settore scientifico-disciplinare di servizio sociale. L assenza di un settore disciplinare specifico in servizio sociale, produce uno smembramento delle discipline di servizio sociale attualmente afferenti a più settori (SPS 07/ SPS 09/ M-Sto04) e inoltre, ostacola la necessaria osmosi fra disciplina, ricerca e formazione ad alto livello, rallentando nei fatti, l accesso ai ruoli accademici da parte di professionisti assistenti sociali, esperti e cultori della disciplina. A tal proposito, nell ottobre 2005 è stato chiesto al CUN un raggruppamento disciplinare autonomo, recepito con atto formale dal precedente CUN. Tale

richiesta acquista oggi maggiore forza in ragione della presenza delle discipline di servizio sociale sia nella classe delle lauree 39 sia nella classe delle lauree magistrali 87. Docenze di servizio sociale disciplina professori a contratto. Oltre alla riduzione degli insegnamenti di servizio sociale (già presenti con ampiezza e contenuti diversi nei curricula formativi sia a livello di laurea sia di laurea magistrale, con il rischio di una pesante disomogeneità formativa a livello nazionale), il Consiglio nazionale dell Ordine teme che, per motivi economici e/o di scarsa attenzione alla specificità dei corsi di laurea e laurea magistrale, le docenze di servizio sociale vengano attribuite a professori e ricercatori di ruolo strutturati in altre discipline e non a coloro che sono in possesso di competenze didattiche e scientifiche specifiche di servizio sociale, selezionati (o da selezionare) con rigore. Ciò metterebbe in discussione quanto ribadito all art. 3 p. 4 dei DD. MM. del 16.03.07 che recita Gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e laurea magistrale devono assicurare agli studenti una solida preparazione sia nelle discipline di base che in quelle caratterizzanti e nelle linee guida ove si auspica l effettiva collaborazione con il mondo del lavoro e delle professioni nella progettazione dei percorsi formativi. In tale contesto collaborativo, si situa l effettuazione di tirocini professionali guidati, la sperimentazione e la ricerca di nuove modalità di risposta ai problemi, al fine di ridefinire dinamicamente il fabbisogno di competenze professionali per l attuale sistema dei servizi ma soprattutto per gli orientamenti futuri di politica sociale. Tutto ciò però, non esaurisce la collaborazione con il mondo del lavoro e delle professioni. E fondamentale assicurare ai futuri professionisti un corpus teorico maturato da uno stretto legame tra funzione didattica ed esercizio della professione, come peraltro richiesto a livello internazionale per la formazione al servizio sociale, consolidato dalla frequenza a dottorati di ricerca specifici di servizio sociale, da pubblicazioni scientifiche, da reiterate esperienze didattiche, come previsto per la carriera accademica. Nell ambito del servizio sociale vi è un numero limitato di docenti strutturati: l attivazione di concorsi specifici per il servizio sociale potrà gradualmente colmare questi vuoti, a fonte di un fabbisogno di insegnamenti che si è calcolato aggirarsi intorno a 225 per la laurea triennale (considerando i 45 corsi di laurea triennale e n. 5 insegnamenti, di diversa titolazione, afferenti alle discipline di servizio sociale) e 148 per la laurea magistrale (per i 37 corsi di laurea magistrale e per 4 insegnamenti). Sono esclusi dal computo i tutor previsti per le attività formative obbligatorie come i tirocini professionali. Nel frattempo si ritiene indispensabile il mantenimento, per i corsi di laurea in servizio sociale, del superamento dei requisiti minimi di docenti di ruolo necessari per ogni corso di laurea, come previsto nella lettera circolare del

Ministro MIUR, prot. 995 del 3 luglio 2003, pag.4, punto 2 (vedi asterisco per gli assistenti sociali). In attesa dell attuazione di concorsi specifici, appare, inoltre, non ulteriormente rinviabile una specifica disciplina dei professori a contratto, per i quali è ora previsto (decreto n. 242 del 21.5.1998) un numero massimo di insegnamento di 1+6 anni. Tale norma sta producendo effetti negativi sulla formazione caratterizzante con la perdita di competenze didattiche specifiche maturate in questi anni, l esclusione dalla docenza di esperti professionisti di servizio sociale. Laurea magistrale in Servizio sociale e politiche sociali La laurea magistrale 87 della quale i decreti definiscono obiettivi e ambiti disciplinari, sollecita una riflessione non solo per gli aspetti generali ma per quelli propri della classe perché va a completare il profilo formativo per gli AA. SS. in coerenza con gli obiettivi generali del sistema. A questo proposito è condivisibile quanto le linee guida indicano ai p. 2.2 e 2.3.in ordine alla necessità di elevare la formazione a un più alto livello e di garantire un apprendimento effettivamente utile riguardo al lavoro e alla professione, etc. e perché vengano realizzati particolari curricula formativi specificatamente dedicati alla formazione per la ricerca. Nell ambito della formazione al servizio sociale sono attivi dottorati di ricerca specifici o con uno specifico indirizzo di servizio sociale in tre Atenei e altri sono in fase di attivazione. Il Consiglio nazionale dell Ordine si è fatto carico, negli ultimi anni, del finanziamento di tre borse di studio di dottorato e sta valutando l opportunità di proseguire in questo impegno finanziario, per il forte interesse a contribuire alla formazione degli assistenti sociali, a preparare quadri dirigenti specifici per i servizi, contribuire a formare futuri docenti di servizio sociale. La nuova titolazione della classe, non rappresenta, per il Consiglio, un mero fatto nominalistico. Ne consegue l urgente necessità, come si è più sopra sottolineato, di ri-definire le attività formative in relazione agli obiettivi formativi qualificanti, che fanno puntuale riferimento alla necessità di possedere conoscenze approfondite delle teorie di servizio sociale, una capacità di utilizzo e sperimentazione di metodologie avanzate ed innovative di servizio sociale oltre a conoscenze approfondite di altre discipline, di competenze ed abilità sul piano della ricerca sociale, della decodifica di bisogni complessi, di progettazione, pianificazione, organizzazione e di comunicazione, per citarne i più significativi. Si tratta di obiettivi il cui raggiungimento è fondamentale per rispondere in modo innovativo ed emancipante ai complessi problemi presenti nella realtà italiana, che gli assistenti sociali affrontano sulla base di una attenta lettura dei processi, indispensabile al fine di progettare interventi coerenti ed efficaci (l accesso ai corsi di laurea magistrale di molti laureati in servizio sociale testimonia la volontà di una formazione di alto livello).

In realtà la situazione attuale delle lauree magistrali è caratterizzata da una presenza molto ridotta di insegnamenti di servizio sociale. Ci pare questo in netta contraddizione con le indicazioni presenti nell art.4, comma 1 del DM Disciplina delle classi dei corsi di laurea magistrale che recita Le competenti strutture didattiche determinano, con il regolamento didattico del corso di laurea magistrale, l elenco degli insegnamenti e delle altre attività formative.secondo criteri di stretta funzionalità con gli obiettivi formativi specifici del corso. Le linee guida peraltro richiamano alla coerenza dei progetti formativi rispetto agli indirizzi generali individuati per il primo e secondo livello (p. 3.2 c). Ora, queste indicazioni devono trovare opportuna attuazione anche per la forte mobilità e trasversalità dei percorsi di laurea già introdotti con il DM 270/2004 che consente, anzi tende ad agevolare, l accesso alla laurea magistrale da più percorsi di laurea. Tale opzione, perché non vengano vanificati gli obiettivi del sistema, devono prevedere precisi vincoli rispetto alle discipline caratterizzanti di servizio sociale e al tirocinio professionale. Ciò in piena sintonia con quanto le linee guida (p. 4 b) indicano per il miglioramento del sistema: l adozione di sistemi di accertamento dei requisiti per l iscrizione ai corsi di studio di secondo livello basati sul principio della definizione individuale degli eventuali deficit di conoscenze di base necessarie e della indicazione personalizzata delle modalità per recuperarli nel caso l iscrizione sia ritenuta possibile. Questo è sicuramente un ulteriore caso in cui la sinergia auspicata dalle linee guida con il mercato e il mondo delle professioni, è indispensabile al fine di meglio garantire la specificità del curriculum e delle professionalità attese in uscita dalla formazione triennale e da quella magistrale. Roma 23 maggio 2007