Le lingue dei segni: luoghi comuni



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Le lingue dei segni: luoghi comuni La modalità visivo-gestuale non può sostituire in modo completo quella acustico-vocale (le lingue parlate e quelle segnate sviluppano le stesse aree cerebrali) La lingua dei segni è una pantomima (le lingue segnate sono vere e proprie lingue Le lingue dei segni sono artificiali (le lingue segnate sono, al pari di quelle parlate, lingue STORICO-NATURALI) Esiste una lingua dei segni universale (ogni paese ha una sua lingua, possiamo parlare di dialetti) Le lingue segnate sono povere (la povertà lessicale è dovuta all esclusione da alcuni ambiti culturali) La LIS ha la stessa struttura dell Italiano: segnare vuol dire mettere i segni sopra le parole di una frase italiana (la LIS ha una propria struttura sintattica e morfologica, molto diversa da quella italiana) Le lingue dei segni sono solo iconiche, perché realizzano una metafora visiva ( le lingue segnate sono ICONICHE ma anche ARBITRARIE)

Unità di seconda articolazione: Un segno è scomponibile in cinque parametri formazionali, detti cheremi, paragonabili ai foni / fonemi del linguaggio verbale: 1. La configurazione della mano; 2. lo spazio o luogo segnico; 3. il movimento; 4. la posizione della mano o delle mani ( l orientamento) 5. le componenti non manuali.

Le lingue dei segni Variazione interlinguistica Lingua dei Segni Italiana (LIS) = NON Lingua dei Segni americana = DOVE Lingua dei Segni britannica) = COSA? Lingua Italiana dei Segni (LIS) = OMOSESSUALE Lingua giapponese dei Segni = SIMPATICO Lingua dei Segni francese = FARE L'AMORE

MAMMA MÈRE MOTHER (LIS) (LSF) (ASL)

Variazione intralinguistica (dialettale) nelle lingue dei segni VERDE VERDE VERDE (Catania, Sicilia) (Lecce, Puglia) (Roma, Lazio)

GRAZIE GRAZIE GRAZIE (Lecce, Puglia) (Roma, Lazio) (LIS standard)

Componenti iconiche GRASSO MAGRO

GRANDE GRANDISSIMO

L'INTERLINGUA Acquisizione di lingue seconde L1 prima lingua, lingua madre, lingua nativa L2 lingua d arrivo; qualunque lingua venga imparata dopo che la L1 si è STABILIZZATA Interlingue (o varietà di apprendimento): produzioni linguistiche di un apprendente, vale a dire di un parlante che sta affrontando lo studio di una lingua straniera. Due possibili concezioni: a) le interlingue sono una varietà parziale e provvisoria della lingua di arrivo: NO!!!!! b) le interlingue sono sistemi linguistici naturali, autonomi e internamente coerenti (anche se in continua evoluzione); sono in buona parte indipendenti da L1 ed L2 (alcune regole coincidono con quelle della L2; altre sono riconducibili alla L1; altre ancora sono indipendenti da entrambe); il percorso acquisizionale è in larga parte comune a tutti gli apprendenti, a prescindere dalla L1 Variabili: i] velocità ii] esito finale

L1 prima lingua, lingua madre, lingua nativa interlingua L2 lingua d arrivo; qualunque lingua venga imparata dopo che la L1 si è stabilizzata (quindi non sono comprese le situazioni in cui l apprendimento delle due lingue avviene contestualmente)

Interlingue iniziali (prebasiche( prebasiche): tendenzialmente isolanti, a prescindere dalla caratterizzazione morfologica di L1 e L2. Principali caratteristiche formali: i] formule fisse: segmenti di produzione linguistica memorizzati senza la percezione dei confini interni (quindi sono percepiti dall apprendente come monomorfemici): - formule interattive (es. come ti chiami?, per piacere, grazie mille, va bene, tocca a te) - domande (es. che cos è?) - risposte (es. non so) - ordini e richieste (es. dimmi, guarda) - formule presentative (es. ecco qua; questo qui) ii] le parole esibiscono minima o nulla flessione morfologica FORMA BASICA: ad esempio un unica forma per l intero paradigma verbale; es. io mangia, tu mangia ; io vuoi, tu vuoi ) iii] scarsità di parole funzionali - mancanza della copula - mancanza di articoli e preposizioni

iv] (poche) parole analizzate: - sollecitare l attenzione (es. guarda, ecco) - regolare l interazione (ciao, aspetta, aiuto) - riferirsi a oggetti/eventi (questo, quello) - descrivere/valutare (bello, brutto, buono) v] dal punto di vista formale: - spesso è impossibile definirne la classe sintattica (es. coinvòlgio (< coinvolgere) nome o verbo?) - esibiscono minima o nulla flessione morfologica - uso di parole funzionali in contesti atipici (es. guarda di finito; questo mio di X ) - negazione espressa con una particella invariabile (es. no io freddo, no mangia) - parole disposte in sequenza in base a principi pragmatici-semanticidiscorsivi (vs. sintattici: accordi a senso)

Interlingue intermedie (basiche( basiche): tendenzialmente agglutinanti Interlingue avanzate (postbasiche( postbasiche): tendenzialmente agglutinanti se la L2 è agglutinante o fusive se la L2 è fusiva) Universali e acquisizione Gli universali implicazionali rappresentano dei promettenti strumenti di previsione a supporto degli studi sull acquisizione di lingue seconde Se genere implica numero, allora a) le strategie finalizzate all espressione della categoria del numero debbano essere apprese (e dunque insegnate) prima di quelle destinate all espressione del genere o contemporaneamente ad esse. b) gli errori commessi nell assegnazione del numero dovrebbero essere meno numerosi di quelli commessi nell assegnazione del genere

Errori nell assegnazione del genere: a) errori di assegnazione: il voce, il città, il stanza, il suo moglie, il mia donna b) errori di accordo (dovuti a rianalisi della terminazione del nome): le neve, le lavatrice, la problema, gli crisi c) ipercorrettismi: la madla (cioè la madre) Errori nell assegnazione del numero: rarissimi a) tutti persone, tutti giorni, tanti personi b) due cucchiaio, dodici ora, tre fratello, molti forchetta (da M. Chini / S. Ferrarsi (2003), Morfologia del nome, in Giacalone Ramat (a cura di), Verso l italiano, Roma, Carocci, pp. 37-69)

Sequenze di apprendimento Ipotesi: l apprendimento (nei contesti naturali) procede secondo sequenze precise ed indipendenti dai condizionamenti della L1 Es. sistema TAM (tempo aspetto - modo) 1 stadio: nessuna strategia morfologica per esprimere relazioni di tempo; l apprendente usa una forma unica del verbo (forma basica; es. io mangia carne, io no capisci italiano); 2 stadio: compare l opposizione morfologica tra azioni passate/concluse e azioni presenti/continuate; per l espressione delle prime viene utilizzata la marca to del participio passato (es. io mangiato carne, guarda di finito); 3 stadio: compare l opposizione tra eventi passati di natura puntuale ed eventi passati di natura durativa; per indicare questi ultimi viene utilizzato l imperfetto

4 stadio: compare la distinzione tra fattualità (cioè che è presentato come vero, come un fatto) e non fattualità (ciò che è presentato come possibile, ipotetico e desiderato); per esprimere questa opposizione vengono utilizzati futuro e condizionale; sono successivamente viene acquisito il congiuntivo; questo livello indica il raggiungimento di un elevata competenza della L2. Sequenza di acquisizione della temporalità: 1) assenza di temporalità > un unica forma per l intero paradigma 2) passato vs. presente > participio passato 3) passato puntuale vs. durativo > imperfetto 4) fattualità vs. non fattualità > futuro-condizionale-congiuntivo