GIOVANNI CECINI I soldati ebrei di Mussolini



Documenti analoghi
MOSTRA FOTOGRAFICA DALLA DESPEDIDA ALLA DEPORTAZIONE. I.I.S. Torriani Via Seminario 19 Cremona Dal 18 gennaio al 4 febbraio 2016

Sondaggio dell Associazione Isnet. Riforma del Terzo Settore: una valutazione dei diretti interessati

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

Pio Lando Di Stefano, un arzillo nonnino di novanta anni, ha vissuto gli orrori della seconda guerra Mondiale ed ha

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre Lara Rossin

Beyond our differences

Benvenuti In Italia. Genova - Roma - Torino - Terme di Valdieri. Fotografia di Ross Thompson

La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014

La seconda guerra mondiale

INTERVENTO INTITOLAZIONE DEL CENTRO REMIERO DI OGGIONO AI MARINAI D'ITALIA 26 MAGGIO 2012.

Risarcimento danno medici corsi specializzazione Facciamo chiarezza. 18/03/2014 Studio Legale Ferrari Paola Ferrari Nicola Di Lernia

PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare

UN REGALO INASPETTATO

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

Valeria Baglio. Sindaco di Roma. Presidente dell Assemblea Capitolina

Come fare una scelta?

L uso e il significato delle regole (gruppo A)

UNO STRUMENTO CHE PER FUNZIONARE HA BISOGNO DI FINANZIAMENTI ADEGUATI E DEL GOVERNO DELLA DINAMICA DEI CANONI.

Brand Il primo corso per gli imprenditori che vogliono imparare l arma segreta del Brand Positioning Introduzione

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@ .

Il progetto di Regolamento sulle obbligazioni contrattuali, Roma I

IL RUOLO DELLE DONNE DURANTE LA RESISTENZA. Lavoro a cura della 2^B dell Istituto Comprensivo di Vado Ligure Peterlin

INCONTRO CON L AUTORE JACOPO OLIVIERI

Ma vivere comunque bene!

Il Risorgimento e l Unità d italia

Anna Frank. C.T.P. Adulti

Inaugurazione dell anno accademico Università degli studi di Brescia, 24 febbraio 2014

Carissimi, desidero ringraziarvi tutti ancora una volta per averci dato l occasione di vivere un esperienza positiva sotto ogni punto di vista.

CONSIGLI PER POTENZIARE L APPRENDIMENTO DELLA LINGUA

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

PENSIERO DI LENIN. Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp

LE MIGRAZIONI: PASSATO, PRESENTE, IO, TE IIS Cartesio-Luxemburg; IC Via Cassia 1624; UM, Donne a colori, Casa Africa, Incredere

Centro di Documentazione per l Integrazione

27 GENNAIO 2016 GIORNATA DELLA MEMORIA

Percorso di Storia e Geografia. per la classe seconda della Scuola Primaria. Insegnante: Di Nucci Nicoletta

Le frasi sono state mescolate

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

Studio o faccio i compiti?

aprile 2015

INDAGINE PROFESSIONI A CONFRONTO: COME I RELATORI PUBBLICI E I GIORNALISTI ITALIANI PERCEPISCONO LA PROPRIA PROFESSIONE E QUELLA DELL ALTRO

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI

(Signor Presidente,) Onorevoli Parlamentari, Autorità, Signore e Signori,

La vita quotidiana durante la guerra

Promosso dall Amministrazione comunale di Lavagno. L ultima farfalla RENZO ZERBATO. L ultima farfalla. Con la collaborazione del prof.

Roma, 15 febbraio Spett.le A.N.M. Associazione Nazionale Magistrati

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

Le studentesse dell Università di Pisa

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA

LE BATTAGLIE DELL ITALIA

La situazione dell investitore è chiaramente scomoda e occorre muoversi su due fronti:

Archivi e Laboratorio Didattico. Descrizione di un modello

LIBERI DALLE MAFIE Progetto di sensibilizzazione negli Istituti Scolastici Superiori di Ravenna e provincia contro tutte le mafie

Comune San Giovanni Lupatoto. Associazione Amici del Tesoro. Ulss 20 Verona

Anno 16, n. 3 - MARZO/APRILE Edizioni OCD Roma - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n 46, Comma 2) DCB - Filiale di

UN VIAGGIO TRA LA SCOPERTA DEL PROPRIO CORPO E LA RICERCA DELLA BELLEZZA: IL LABORATORIO "MA COME TI TRUCCHI?!" PER PERSONE CON DISABILITÀ.

ARINA FUMETTI. ATTACCO AI DARDANELLI di Mino Milani disegni di Attilio Micheluzzi. dal Corriere dei Ragazzi n 21 del 27 Maggio 1973.

La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali

Voci dall infinito. richiami per l Anima

NOZIONI DI BASE DEL DIRITTO IL DIRITTO COME INSIEME DI REGOLE

Nella mia lunga e accurata ricerca, sia biblica che per quanto riguarda la lingua napoletana, ho scoperto che dal 1853, il Re delle Due Sicilie

CAMPAGNA NAZIONALE DELL ANPI E DELL ISTITUTO ALCIDE CERVI PER RILANCIARE L ANTIFASCISMO E CONTRASTARE IL NEOFASCISMO

LA COMBUSTIONE. Proposta didattica per la classe terza. Istituto Comprensivo di Barberino di Mugello Galliano. Anno scolastico

1930 ECCO IL PRATO SUL QUALE NEGLI ANNI 70 STATA COSTRUITA LA NOSTRA SCUOLA!!!!!!

UN INVITO PER I 120 ANNI DELLA MATHESIS. Gabriele Lucchini 1

APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944)

La verità sulle immissioni in ruolo del Ministro Moratti

Sondaggio sull'esperienza dei pazienti in merito all'assistenza sanitaria di base [NAME OF OFFICE/CLINIC] SONDAGGIO SULL'ESPERIENZA DEI PAZIENTI

Francesco Prosperetti Soprintedente ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno e Avellino

La crisi del sistema. Dicembre

LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO?

INSERIMENTO DATI BASILARI

Prove associate al percorso INVESTIGAZIONI SUL MODELLO PARTICELLARE

frutto della collaborazione fra Volontari della Caritas Parrocchiale, Alunni e Alunne, Insegnanti e Comitato dei Genitori

Da dove nasce l idea dei video

LANCIAMO UN DADO PER DECIDERE CHI DEVE INIZIARE IL GIOCO. PARTIRA IL NUMERO PIU ALTO

Report di valutazione studiolegalebraggio.it

Ai membri della Cassa di compensazione delle banche svizzere

L igiene prima di tutto: In base allo studio Intermetra gli europei preferiscono asciugarsi le mani con gli asciugamani di carta!

Roberto Denti. La mia resistenza. con la postfazione di Antonio Faeti

COME PARLARE DI DISLESSIA IN CLASSE.

seveso un laboratorio di idee a partire dal bosco delle querce proposta anno scolastico

Roberto Farnè Università di Bologna

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna

Effetto reddito ed effetto sostituzione.

NUOVA CULTURA DELLA SICUREZZA, DUE GRANDI VERITA

Convegno Rapporti dall Europa

RINNOVO DELLA CONSULTA DEGLI STUDENTI DELL ISIA DI FIRENZE TRIENNIO 2010/2013. Elenco e Programmi dei candidati

Asilo nido Melograno Anno scolastico

Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità

Sono felice di essere qui oggi a dare il mio sostegno al progetto Ladder. per la promozione dell'educazione allo sviluppo a livello locale.

Lo sfruttamento minorile

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen

FINESTRE INTERCULTURALI

Claudio Bencivenga IL PINGUINO

La Convenzione sui diritti dell infanzia

Al volo - Un veloce sondaggio tra gli studenti sui collegamenti tra Pavia e alcuni aeroporti

Transcript:

GIOVANNI CECINI I soldati ebrei di Mussolini «L antisemitismo non esiste in Italia. Gli ebrei italiani si sono sempre comportati bene come cittadini, e come soldati si sono battuti coraggiosamente. Essi occupano posti elevati nell esercito. Tutta una serie sono generali.» Benito Mussolini, marzo 1932 Introduzione «E un delitto sfruttare il patriottismo ai fini dell odio». Ecco come Émile Zola nel suo articolo più famoso dava fuoco alle polveri contro un ambiente militare giudicato corrotto e incapace. Nella rumorosa opinione pubblica della Terza Repubblica Alfred Dreyfus non era un ufficiale qualsiasi processato e degradato, ma rappresentava lo scontro socio-culturale in una realtà come quella francese di fine Ottocento che reagiva a fantasmi come «cospirazioni», «tradimenti», «revanche», ancora legata a larghi strati di nazionalismo oltranzista e bigotto. Dreyfus, alsaziano, ebreo assimilato e borghese, avrebbe dovuto rappresentare la summa della «francesità», invece il suo caso era la testimonianza di come la Francia, laica e democratica, potesse avere malcelati e diffusi sentimenti antisemiti, per il quale essere un valido e leale soldato poco importava. Nello stesso periodo al di qua delle Alpi si respirava un aria del tutto diversa, almeno fino a quando, decenni dopo, in Italia non si profilò l idea di trovare negli israeliti le vittime da sacrificare per oscuri disegni politici e brutali ragioni di Stato. Questo libro tratta le sorti di quegli ebrei italiani che hanno con onore vestito la divisa da soldato e, per l assurda decisione di Mussolini, non l hanno più potuta indossare. In questo senso le forze armate italiane sono analizzate al loro interno sul problema dell antisemitismo, ponendo però in parallelo anche altri due problemi per certi aspetti marginali ai fini dell argomento «militari ebrei», ma allo stesso tempo significativi: il razzismo nei confronti dei neri in Africa, in relazione soprattutto alla conquista dell impero, e la politica antiebraica svolta (o non svolta) dai comandi militari italiani nei territori d occupazione durante la Seconda guerra mondiale. L interesse che ha spinto questa mia analisi è nato proprio dal caso del capitano dell esercito francese Alfred Dreyfus, che ha portato a chiedermi se anche in Italia ci sia stato qualcosa di simile: «In che modo lo Stato italiano - e in particolar modo il fascismo - si era occupato dei soldati israeliti, prima della sciagurata alleanza con la Germania nazista?». Domanda alla quale poi tutti coloro che mi hanno chiesto l argomento della mia ricerca facevano seguire un secondo interrogativo: «Perché, ce n erano molti di militari ebrei durante il fascismo?». Mi sono pertanto accorto come questo argomento sia stato sempre poco studiato e come ancora oggi appaia strano che gli ebrei abbiano intrapreso o continuato il mestiere delle armi anche nel periodo del Ventennio. Alcuni (sia in Italia che all estero) sono convinti che il fascismo sia

stato antisemita sin dall inizio e quindi che nelle forze armate non ci fosse stata più traccia di ebrei sin dal 1922, i interpretando la figura del Duce come capo di un movimento unitario e di un regime monolitico negli anni. In realtà gli ebrei, come tutti gli altri italiani, continuarono la loro vita, anche militare sia in pace sia in guerra, fino al 1938, anno in cui d ufficio e senza spiegazioni «logiche» furono allontanati da ogni incarico e privati non solo del loro lavoro, ma di quello che per molti di essi era una missione. Lo sconforto fu ancora più grande perché dalle istituzioni che avevano servito con fedeltà e valore, si sentirono dire di non essere più veri italiani e, per questo, posti ai margini della società, oggetto di vere «persecuzioni», attenuate solo nella dizione sotto il più consolante termine «discriminazioni». In quest ottica anche il solo fatto di essere censiti in quanto «ebrei» appariva già «una persecuzione e non come un precedente neutro di essa». ii Spiccano in questa tragedia la camaleontica duttilità di Benito Mussolini, la debolezza di Vittorio Emanuele III, autore di un tradimento che ruppe il patto di fiducia tra ebrei e casa Savoia, sancito da Carlo Alberto, novant anni prima. Nessun intervento reale fermerà il Duce nei suoi piani autoritari, meno che mai in quelli razziali. Se prima della conquista dell impero Mussolini si era mostrato indifferente a qualsiasi problema razziale, dopo tale evento, per opportunità e interesse, diventò un attivo razzista senza possibilità alcuna di scaricare la responsabilità su Hitler, iii visto che questi non chiese in modo esplicito mai nulla in proposito fino al 1943. Anzi, i variegati umori e le opposte sensibilità dei gerarchi all interno del regime portarono nel 1938 Berlino a non comprendere i retroscena di come e perché si svolse in Italia con quella tempistica la campagna antisemita, giudicata per altro troppo blanda dai nazisti. iv Da parte ebraica, coloro che credettero a una possibile clemenza del «loro» Duce non mancarono; le vane speranze furono molto tenaci prima di rendersi conto dell inconsistenza delle esenzioni per i «discriminati», che si rivelarono inutili se si pensava di farle valere nel tentativo di continuare a prestare servizio nelle forze armate. Il più rappresentativo degli «ingenui» fu il generale Guido Liuzzi, fascista convinto, che perderà solo con gradualità ogni ammirazione per il Duce e il suo regime. Tra le altre vittime di questa epurazione emersero i casi del tenente colonnello Giorgio Morpurgo, suicidatosi in combattimento, ricevuta la notizia di dover lasciare «per motivi razziali» il suo reparto al fronte, del sottotenente Bruno Jesi, prima espulso per poi essere arianizzato ed elevato all altare degli eroi, e del più riservato generale Umberto Pugliese che, richiamato in servizio solo perché insostituibile, in maniera silenziosa tornerà alla sua triste vita di ebreo, anche se dichiarato ariano per meriti eccezionali. La storiografia sul fascismo ha incluso anche i militari nel calderone della «questione ebraica» di Mussolini, senza mai dedicare loro molto spazio; in questo senso, a parte l accurata narrazione del romanzo Un ebreo nel Fascismo di Luigi Preti, i primi approfonditi spunti di analisi sui congedi razziali sono merito di Jonathan Steinberg in Tutto o niente del 1997.

Solo nel 1999 il generale Alberto Rovighi ha avuto il coraggio di affrontare questo argomento, recuperando un dimenticato libro di Eli Rubin degli anni Cinquanta sui generali ebrei, traducendo la parte riferita all Italia e integrandola con ricerche archivistiche molto impegnative e con alcune dettagliate tabelle. La morte gli ha impedito un analisi approfondita, ma allo stesso tempo ha fornito un importante contributo. Sono partito dal testo di Rovighi e da esso ho tratto suggerimenti ed entusiasmo per approfondire questo aspetto poco conosciuto della nostra storia, che se da un lato ci mostra ancora più nefasta la politica di quegli anni, da un altro dà merito all onesta compostezza di tanti valorosi soldati italiani, da un giorno all altro traditi da quella Patria fascista che con gli anni aveva sostituito e fatto morire la vera autentica Patria risorgimentale. Questo tradimento, annientando l emancipazione e l integrazione ebraica, ruppe la fiducia di molti italiani ebrei, che dopo la Seconda guerra mondiale preferirono rifiutare la divisa in Italia, oppure sostituirla con quella del nascente Stato d Israele. Considerata la scarsezza di pubblicazioni in Italia sul tema «militari ebrei», gli spunti del mio lavoro sono stati per la maggior parte quelli legati alla ricerca extrabibliografica. La ricerca mi ha permesso di scoprire elementi nuovi, anche attraverso fonti poco ortodosse. In aggiunta allo studio della documentazione originale nei principali archivi civili, militari ed ebraici, l indagine si è allargata attraverso il tentativo di rintracciare alcuni parenti di ex militari israeliti, v che potessero avere qualcosa da raccontare o da mostrare; in alcuni casi mi ha aiutato la fortuna, ad esempio quando sono riuscito a trovare l autobiografia inedita dell ammiraglio Augusto Capon, suocero di Enrico Fermi, grazie a una semplice telefonata, ripagando le fatiche di mesi di ricerca. Per quanto riguarda invece le fonti bibliografiche, oltre al prezioso volume di Rovighi, a quelli di Renzo De Felice, capostipite e «maestro» di tutti gli storici del fascismo, e alla preziosa ricostruzione di Meir Michaelis (Mussolini e la questione ebraica), ho avuto l opportunità di avvalermi, anche degli ultimi studi sull antisemitismo in Italia. Il progresso della ricerca ha dato la possibilità di accrescere continuamente il materiale in possesso degli storici e garantire interpretazioni sempre più approfondite sul razzismo e sull antisemitismo di Mussolini, con relativi dibattiti e confronti. Negli ultimi anni la Shoah è stata di nuovo messa sul piatto dell interesse generale, come motivo di riflessione e memoria, tornando al centro dell attenzione culturale e politica. A tale riguardo è da sottolineare l unicità della giornata di studi «L allontanamento dei militari di religione ebraica dalle forze armate sotto il fascismo», tenutasi a Livorno il 25 marzo 2003, ideata dal generale Calogero Cirneco e organizzata dal Consiglio regionale della Regione Toscana, alla presenza di esperti relatori, tra i quali Nicola Labanca. Come quest ultimo ha messo in risalto, il convegno di Livorno, sede di un importante e variegata comunità ebraica e del sancta sanctorum della Marina Militare, l Accademia, ha rappresentato l esempio di vitalità storica e di analisi critica su argomenti così delicati, come quelli trattati. vi Lo sviluppo della ricerca ha permesso anche alla storiografia più recente di muovere obiezioni a quella passata. Per una più attenta analisi dei giudizi, l ultima

edizione riveduta e ampliata della Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo di De Felice, nonché gli ultimi lavori di Mario Toscano, vii danno un respiro maggiore al problema e alla figura del dittatore italiano. Un taglio diverso acquistano invece le pubblicazioni del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Michele Sarfatti e Liliana Picciotto hanno fornito elementi nuovi che permettono di correggere alcuni giudizi troppo autoassolutori degli «Italiani brava gente» nei confronti dei crimini contro gli ebrei. I loro libri rompono con due miti della storiografia sull argomento: l immagine di un Mussolini non troppo convinto (di fare il) razzista e la mancata collaborazione tra italiani e tedeschi nelle repressioni post 8 settembre. Del resto, comunque, lo stesso Sarfatti non risulta esente da critiche; Toscano, ribadendo le tesi di De Felice, pone in risalto l infondatezza della tesi che propone Mussolini già antisemita convinto prima della svolta del 1936-37, mentre Sergio Minerbi rimprovera a Sarfatti un uso inadeguato del termine «eliminare», eccessivo se usato per inquadrare la situazione del 1938. viii Forzate appaiono essere invece le varie ricostruzioni che vedono in Mussolini, sin dalla sua giovinezza «per approssimazione e con qualche oscillazione», ix il fautore coerente di un razzismo dottrinario, magari ad alternanza dissimulato. Comunque sia De Felice sia Sarfatti (anche se in modo diverso) pongono l accento sul limite interpretativo, che vorrebbe considerare la politica ebraica del regime come «un fatto di sola politica estera» x e che si ostina a dipingere un Mussolini razzista solo a metà perché aveva inventato lo slogan: «Discriminare e non perseguitare». In realtà i fatti dimostrano come l esecuzione della campagna antisemita fu vera e propria persecuzione anche prima dell occupazione tedesca. Al fascismo non servì togliere fisicamente la vita per annientare l esistenza degli ebrei, gli bastò distruggere ogni possibilità di esprimere la loro personalità, sottraendo lavoro, mezzi di sostentamento e contatti sociali. Nel processo evolutivo degli eventi, gli storici hanno iniziato anche a porre le debite differenze tra i periodi prima e dopo l 8 settembre 1943, per mostrare ciò che il fascismo ha fatto in autonomia e quello che ha svolto in stretta collaborazione con il nazismo, analizzandone sia le differenze sia gli elementi di continuità. Infatti è il caso di sottolineare che se nel periodo della RSI si è potuta attuare la persecuzione e la deportazione ciò fu permesso dalla predisposizione italiana originatasi dopo il 1938 e dalla piena collaborazione delle autorità italiane. Esse, già fautrici della classificazione, dell individuazione e di una persecuzione autonoma, misero così in condizioni ottimali le autorità tedesche, che da sole avrebbero concluso ben poco. Vi fu dunque un parallelismo tra antisemitismo italiano e quello tedesco, che trovò la sua coincidenza nel 1943. Anche Liliana Picciotto, nelle varie edizioni de Il libro della Memoria, mette in luce la corresponsabilità italiana del ministero dell Interno e dei tanti questori «Caruso» che pensando direttamente alle ricerche domiciliari, agli arresti e all internamento nei campi di transito, permettevano ai tedeschi di occuparsi solo della fase finale della deportazione nei campi di sterminio.

i Introduzione Questa erronea convinzione ha portato fuori dall Italia per esempio con A. J. Schoenfeld, Jews in the Army of the Kingdom of Italy (1848-1923) in www.jewishmag.com (aprile 2006) a interrompere la periodizzazione dell analisi con la salita al potere del fascismo. Un interessante riflessione in proposito, con le debite differenze e profonde contraddizioni, sul caso tedesco è espressa in B. M. Rigg, I soldati ebrei di Hitler, Newton & Compton Editori, Roma 2004, p. 11. ii M. Sarfatti, prefazione di A. Capristo, L espulsione degli ebrei dalle accademie italiane, S. Zamorani ed., Torino 2002, p. VIII. iii R. De Felice, a cura di P. Chessa, Rosso e Nero, Baldini e Castoldi, Milano 1995, pp. 155-156. iv M. Michaelis, La politica razziale fascista vista da Berlino. L antisemitismo italiano alla luce di documenti inediti tedeschi (1938-43), in «Storia contemporanea», XI, n. 6, dicembre 1980, pp. 1033-1045. v L indagine, poco convenzionale, si è basata principalmente sulla ricerca dei nomi sugli elenchi telefonici o su qualsiasi altro vago indizio a disposizione. Per esempio Franco Ottolenghi è stato contattato, dopo aver letto una sua lettera inviata alla «Stanza» di Paolo Mieli (e pubblicata sul «Corriere della Sera»), mentre Giorgio Capon è stato avvicinato grazie all interessamento della professoressa Matilde De Pasquale. vi Atti del Convegno, L allontanamento dei militari di religione ebraica dalle Forze Armate sotto il fascismo - Una pagina troppo poco nota, Giovedì 25 marzo 2003, Consiglio Regionale della Toscana, 2004, p. 9. vii M. Toscano, Ebraismo e antisemitismo in Italia, Franco Angeli, Milano 2003 e idem, intervento Le Forze Armate e il processo di integrazione nazionale ebraico al convegno Le forze armate e la nazione italiana 1915-1943, svoltosi a Roma dal 22 al 24 ottobre 2003. viii S. Minerbi, L antisemitismo fascista negli scritti di De Felice e di altri storici, p. 73, in AA.VV., Renzo De Felice: la storia come ricerca, Annali della Fondazione Ugo Spirito 1998, X, Roma 2001. ix G. Fabre, Mussolini Razzista, Garzanti, Milano 2005, p. 145. x R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Nuova edizione ampliata, Einaudi, Torino 1993, p. XXVII.