Per queste ragioni possiamo asserire che il nostro bambino ha dei validi motivi per non essere sereno.



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Transcript:

Relazione Incontro del 28 Febbraio 2012 MIO FIGLIO E SERENO? Come conciliare regole e indipendenza Indicazioni sulla metodologia di osservazione e suggerimenti di aiuto per valutare il benessere e malessere nel bambino dal primo incontro in avanti Relatore: Dott. Marco Porta Psicologo dell età evolutiva L incontro è finalizzato a darci alcuni strumenti e indicazioni per permetterci di: analizzare e comprendere le relazioni tra genitori e figli adottivi osservare e ascoltare i bimbi Cercheremo di capire la correlazione tra grado di serenità e la capacità di comprendere le regole. Innanzitutto dobbiamo ricordarci che stiamo parlando di: un bambino (non un adulto) la cui capacità' di verbalizzare il benessere/malessere e gli stati d'animo sono differenti da quelli di un adulto. ha vissuto un esperienza di separazione o abbandono e perdita definitiva è un bambino che si chiede chi mi ha generato e perché non mi ha tenuto avrà la percezione di sé come diverso ha un conto in sospeso con gli adulti Per queste ragioni possiamo asserire che il nostro bambino ha dei validi motivi per non essere sereno. Alcune precisazioni utili Il bimbo che non fa domande o non verbalizza un disagio non è necessariamente un bimbo che non ha domande o manca di bisogni. Spesso il disagio passa attraverso comportamenti non verbali, comunica attraverso malesseri, mal di pancia, disagi, disobbedienza. Un bimbo sereno può non essere sorridente, ne ha il diritto. Segnali di disagio più facilmente osservabili spesso ai bambini che vengono preparati all'adozione (e qui bisogno vedere come) viene detto di non fare capricci, quindi sono bambini che si sforzano d mostrarsi sereni, magari per gratitudine disturbi del sonno: il sonno è la perdita del controllo e quindi hanno paura ad addormentarsi, temono di non ritrovare la mamma, il nuovo mondo, oppure in quel momento rivivono il trauma dell'abbandono del loro Paese rifiuto a svegliarsi: rivivono il loro maggior disagio e preferiscono continuare a vivere nel sogno enuresi notturne incubi risvegli frequenti disturbi dell'alimentazione: non vogliono nutrirsi, manifestano così il disagio perché sanno che per la mamma (soprattutto italiana) il rifiuto del cibo è qualcosa di impensabile (non gli piace come cucino? È un rifiuto alla vita?). E' un segnale forte. Le Radici e le Ali 28 Febbraio 2012 - MIO FIGLIO E SERENO? - 1

inappetenza o abbuffate sono entrambi atteggiamenti di contrasto disturbi d'ansia che i bimbi non riescono a riconoscere come tali, ad esempio il mal di pancia, senza riscontro medico irritabilità e aggressività paure di ogni tipo: del buio, degli estranei, dei posti affollati, della scuola eccessiva distrazione: si fa male molto spesso senza dargli peso, cade, inciampa, rompe le cose, sebbene non sia maldestro. Il bambino perfetto manifesta una forma di disagio occulta. Il bambino che ha sul volto un sorriso sempre uguale vive su una linea di piattezza emotiva. Questi bambini non si possono permettere un pianto, un capriccio, un disagio manifesto, non possono essere scontento per qualcosa. Il primo passo verso la comunicazione è prendere in considerazione tali segnali, è l'accettazione e la ricerca di una soluzione ottimale per il bambino e per la famiglia. Quando si adotta un bambino ci facciamo carico anche dei suoi disagi. LE ORIGINI DEI SUOI DISAGI Eventi straordinari ad un certo punto succede qualcosa, un equilibrio si spezza, oppure succede un evento che gli porta alla memoria un episodio spiacevole del suo passato lutti: c è un lutto in famiglia, la perdita della nonna/zia l'arrivo di un fratello/sorella i conflitti come ad esempio la separazione dei genitori; i bambini sentono qualcosa, ma mamma e papà non gli dicono nulla. Poi, di punto in bianco arriva la comunicazione della separazione ed è uno shock. Ricordiamo che le discussioni davanti ai figli vanno fatte, ma in maniera civile l'adozione stessa è un evento straordinario nella sua vita Eventi ordinari scuola: difficoltà o inadeguatezza nell'apprendimento. A casa mamma e papà mi sostengono e a scuola vado male. Perché? difficoltà a relazionarsi, essere esclusi da alcuni giri di amicizia. Hanno bisogno di sentirsi accettati, cercano di plasmarsi al gruppo, cercano un segnale di aggregazione difficoltà nel distacco: il bambino piange che non vuole andare a scuola, oppure non ci guarda quando andiamo a prenderlo perché è arrabbiato famiglia: le aspettative per il bambino sono le nostre, è importante per me ciò che è importante per mamma e papà. Le aspettative devono essere raggiungibili, l asticella deve essere di poco più alta di quello che già fa. Cosa è importante lo decide il genitore, e se è troppo alta l'aspettativa questa è motivo di disagio per entrambi dissonanza tra comunicazioni ricevute: ad esempio i genitori dicono una cosa e i nonni un'altra. difficoltà di comunicazione in famiglia: noi per primi dobbiamo essere bravi comunicatori disturbi dell'attaccamento: non sono solo i bambini che hanno difficoltà ad attaccarsi ma anche gli adulti, i genitori hanno la stessa paura di non sentirsi adeguati. Ad esempio gli comunicano Ho letto il tuo disagio, ma ti mando dallo psicologo, o a nuoto, o a fare sport. Questo è un messaggio sbagliato: No, io devo stare a casa con te questo sarebbe il giusto messaggio. Le Radici e le Ali 28 Febbraio 2012 - MIO FIGLIO E SERENO? - 2

Fattori protettivi dei genitori (Marco Chistolini, Firenze, 13.12.2006) Quali sono i fattori protettivi che possono essere messi in atto dai genitori? la capacità di decodificare correttamente i comportamenti de bambini la capacità di rispondere adeguatamente ai suoi bisogni. la capacità di mantenere la continuità nella sua storia, cerchiamo di fargli raccontare i suoi ricordi, di tenerli vivi la capacità di esplorare le menti e significare gli eventi: dare un'interpretazione, forse sei triste per questa ragione, intavolare un discorso cercando di creare il terreno per un racconto la curiosità e l'accoglienza verso la diversità una sintonica relazione di coppia Fattori protettivi dei bimbi la possibilità di esprimere i propri vissuti la possibilità di esprimere i propri bisogni la possibilità di mantenere continuità nella propria storia la possibilità di esplorare le menti contesti accoglienti Regole Solo un bambino sereno è in grado di comprendere le regole, che però non devono essere imposte con la paura. Un bambino cui vengono date delle regole sufficientemente buone più facilmente potrà essere sereno. Non c'è crescita né indipendenza senza serenità. L adozione, le regole e il controllo sono strettamente collegati tra loro. C è il controllo dei servizi sociali, del giudice che ci interroga, c è il controllo nel postadozione, c è un controllo sociale, esercitato dai vicini, dagli altri genitori, da chi ci sta intorno. Una regola diventa rigida quando c'è la paura di perdere il controllo. Le regole sono più flessibili, e quindi è più facile rispettarle, se non c'è la paura di perdere il controllo, un genitore rilassato è in grado di porre delle regole. La regola non è un ricatto: ai bambini non piacciono compromessi e mediazioni. Non deve essere una minaccia: se non fai i compiti non andiamo dalla nonna. Se il bambino non fa i compiti è la mamma la più scontenta. La forma Se mi aiuti, dopo puoi giocare è meglio di se non mi aiuti non giochi : la forma positiva esprime una regola più semplice da seguire. La base del pensiero è che non ci sono regole ferree, ma ci sono buone prassi, buone abitudini, buona educazione. ISTRUZIONI PER L USO Prima della somministrazione delle regole è importante: essere sereni e avere di fronte un bambino sereno. Un bambino triste è poco ricettivo e poco disponibile a seguire delle regole. aver costruito un legame di fiducia Le Radici e le Ali 28 Febbraio 2012 - MIO FIGLIO E SERENO? - 3

Avvertenza e guida alla somministrazione: bisogna saper distinguere le regole, riconoscere una buona maniera da una fissazione averle comprese noi stessi per poterle spiegare e far comprendere il significato saperle elencare in ordine di importanza: su quali non si può soprassedere e su quali invece si può Effetti indesiderati 1. Non essere in sintonia di coppia: la regola del regolatore tra marito e moglie: non si può minacciare lo dico a papà perché il bambino si preoccupa di lui; si deve decide quando la delega va posta all interno della coppia, può essere la mamma o il papà, ma bisogna essere d accordo su questo, non vale il gioco del poliziotto buono e poliziotto cattivo 2. La delega deve essere posta fuori dalla coppia: è il vigile, è la maestra, è il dottore. Però bisogna essere d accordo 3. Comparsa del braccio di ferro: se ne esce tutti infelici e scontenti, non vale nemmeno dire te lo dico io perché sono più grande : non è una motivazione. Il bambino si chiede come mai non riesco a smettere il gioco del braccio di ferro, diventa controproducente e nemmeno il genitore sa come chiudere il gioco e perché si ostina ad andare avanti con il tira e molla 4. L'adulto deve difendere l'orgoglio, la paura di apparire debole, perché intacca l'area fragile del genitore, e si ripresenta il timore di non essere all'altezza, con conseguente giudizio critico dei vicini Il bambino deve 1. Difendere il proprio bisogno e diritto di sperimentare, a far da solo, a misurarsi coi limiti 2. Decidere per le piccole cose 3. Esercitare il proprio bisogno di essere protetto e contenuto Strategie per evitare il braccio di ferro 1. Metterla sul ridere, sdrammatizzare 2. Accettare la propria impotenza 3. Avere la convinzione sui propri no e sui propri sì, se è importante un sì bisogna evitare il braccio di ferro 4. Essere risolutivi Le regole che non vengono rispettate 1. E un problema educativo comportamentale, frequente nei bambini cresciuti in istituto 2. Lo fanno per sfida 3. Sono bambini abituati a far da sé. Anche questo è frequente se cresciuti in Istituto 4. Desideroso far da sé. Finalmente può provare a far da sé e vuole sperimentare; a volte bisogna permettergli di far da se 5. Disturbo della condotta e oppositivo: è provocatorio, sono identificati come Disturbo della Condotta e Disturbo Oppositivo Provocatorio. Effetti dello sbagliato dosaggio 1. Troppe regole non facilitano l'indipendenza, generano scarsa autostima, non consentono al bambini di rendersi autonomi 2. Troppe poche regole non gli permettono di imparare a relazionarsi con gli altri. Gli altri bambini non tollerano i prepotenti, chi non sta alle regole del gioco, non si creano i presupposti per fare i giochi di gruppo. Troppe poche regole non gli forniscono gli strumenti per la vita sociale. Le regole, le buone prassi sono confini che talvolta il bambino può valicare, sono dei fari che indicano la rotta. Dai fari ci si può allontanare ma solo una volta che i confini sono stati compresi. Le Radici e le Ali 28 Febbraio 2012 - MIO FIGLIO E SERENO? - 4

Fattori facilitanti indipendenza L'autostima: un bambino con una buona autostima riesce a crearsi una certa autonomia Stile di attaccamento sicuro L'aver potuto sperimentare successi ma anche fallimenti e frustrazioni. Un bambino che ha subito un fallimento, ma si è rialzato, avrà meno paura di fallire ancora perché sa che non compromette tutti i suoi successi Il bimbo in famiglia è facilitato, ma in realtà è il genitore che teme che il figlio fallisca. Sta al genitore non caricarlo di responsabilità. Nelle vecchie famiglie con tanti figli il genitore era appagato dalle peculiarità di ciascuno. Ora si chiede tutto all'unico figlio Essere ben equipaggiato. Il bambino deve avere gli strumento per essere indipendente, deve essere preparato fisicamente e psicologicamente, la mamma e il papà sono sempre con te, deve avere delle certezze. Fattori ostacolanti indipendenza Scarsa autostima Precedenti esperienze traumatiche Genitori troppo facilitanti che non permettono tentativi ed errori, vogliono evitare i fallimenti dei figli e pertanto cercano di rendergli la vita più facile. Un bambino cresce cadendo e rialzandosi (proverbio turco) Per crescere ed imparare un bambino ha bisogno di: Sviluppare costanti relazioni di accudimento Protezione fisica e sicurezza e relativa normativa: poche regole ma precise, senza deroghe, e in famiglia devono valere per tutti Esperienze modellate su differenze individuali Esperienze appropriate al grado di sviluppo Definire dei limiti, fornire al bambino una struttura e delle aspettative Comunità stabili e di supporto e continuità culturale CONCLUSIONI Le regole consentono al bambino la costruzione di un autostima e senso di sé che gli permetterà di affrontare ed esplorare il mondo in maniera autonoma e responsabile e lo aiuterà nella costruzione di una struttura adeguata per superare le delusioni che inevitabilmente potrà subire. Bibliografia Il diritto del bambino al rispetto - Janusz Korczak - Ed. L'asinon Il bambino lasciato solo - Alba Marcoli - Ed. Mondadori I bisogni irrinunciabili dei bambini. Ciò che un bambino deve avere per crescere e imparare - T.B. Brazelton, S.J. Greenspan - Ed. Raffaello Cortina A cura di Susanna - Staff Le Radici e le Ali Sede di Paderno Dugnano (MI) NOTA: Relazione non rivista dal Relatore Associazione Famiglie Adottive LE RADICI E LE ALI Tutti i diritti riservati Ogni estrazione e/o riproduzione anche parziale è vietata Le Radici e le Ali 28 Febbraio 2012 - MIO FIGLIO E SERENO? - 5