strumenti a tavolino (prova) lettura seduti a tavolino spesso prima prova di compagnia - con lettura ad alta voce del copione.



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Transcript:

Qualche frase del gergo degli attori e compagnia a tavolino (prova) lettura seduti a tavolino spesso prima prova di compagnia - con lettura ad alta voce del copione. andare a soggetto e il recitare su un tema svolgendo il discorso con parole e gesti propri, non studiati in anticipo. andare alla ribalta prendere gli applausi. Infatti la ribalta era la parte più prossima agli spettatori e gli attori vi si avvicinavano per chiamare gli applausi. andare d addome spingere sul diaframma coi fiati cosi da realiz- zare un tono grave. andare di maschera recitare non impiegando come vano di riso- nanza ne l addome ne lo spazio retropalatale, ma solo la cavita orale e la camera retronasale. Si dice anche voce otorinolaringoiatrica. andare di testa portare la voce in alto. andare sul pubblico recitare prestando completa attenzione al pubblico e alle sue reazioni. andare sul velluto trovarsi tranquilli e a proprio agio dentro un personaggio o nell intero spettacolo grazie alla comprovata efficacia del testo e del particolare stato di grazia in cui ci si ritrova. andata via sostenere il momento del congedo dal pubblico imponendo forza all ultima frase e al gesto di sortita, compresa la camminata. affastellamento Intervento precipitoso di un attore che inizia la propria battuta prima che un altro attore abbia finito la sua. agire sinonimo di recitare. appoggiatura mettere in risalto, nella recitazione, una parola che si vuole abbia - all interno di una frase - grande rilievo. appoggio far controscena a una tirata comica o tragica con misura e intensità, sostenendo il valore del discorso sollecitando ironia o drammaticità.

arrivare alla quarta s intende dell attore che sa proiettare la propria voce e soprattutto sa coinvolgere l intera platea. Con quarta si fa riferimento alla quarta fila di poltrone. attori di chiamata artisti si successo con i quali le chiamate al termine dello spettacolo sono garantite... e soprattutto e garantito l incasso. avere le piume al culo si dice di attori/attrici che si pavoneggiano in scena. beccata / beccare quando il pubblico che esprime disapprovazione verso gli attori. birignao Parlare quasi miagolando: vecchia dizione teatrale, ormai ridicola, perché esagera l accentuazione della corretta pronuncia italiana. bis espressione del pubblico per chiedere agli attori di esibirsi ancora. Dal latino bis (due volte) buffo v. comico buio! ordine tecnico che significa: spegnere le luci, salvo quelle di servizio. buio in sala! ordine tecnico che significa: spegnere le luci della platea. buttar via Dire la battuta con leggerezza, quasi distrattamente. buttarsi si dice dell attore o dell attrice che recita con generosità, a rischio anche di strafare. caccola espediente usato dagli attori per dare colore e senso alla battuta. caccolare eccedere nelle finezze e negli arzigogoli, sia vocali che gestuali. cala: vedi giù caricare d effetto modo di dare una battuta spingendo sul tono e sull interruzione. carrettella battuta o movimento compiuto da un attore per dare inizio ad un applauso in sala. E una sorta di espediente, oggi detto anche marchetta.

c è un/ c è il vuoto! quando un attore che dovrebbe entrare in scena ritarda, oppure addirittura non entra. chiamata applausi che determinano le uscite degli attori per ringraziamento. A volte pilotate da una claque, sul numero delle chiamate si basa spesso la sensazione di successo. chi è di scena formula usata dal direttore di scena per chiamare gli attori per l inizio dello spettacolo, segue annunci dati a mezzora, ad un quarto d ora, a cinque minuti. colpo del maliaro provocazione preparata con l intervento di uno o più attori che si fingono spettatori. comico, comica l attor comico; il comico di rivista o di avanspettacolo, colui che riveste il ruolo di buffo, divertente. comparsata la partecipazione di una persona che è in scena senza parlare. congedo il sermone per lo più scherzoso e accattivante col quale il capocomico o l attore più prestigioso si congeda dal pubblico alla fine della rappresentazione. controgag: doppia trovata comica con capovolgimento della la battuta o l azione. Esempio: due attori su una panchina non solida A si alza di scatto per far cadere B, ma la panchina lo colpisce nel sedere e manda gambe all'aria anche lui controscena azione mimica di attori che, non partecipando direttamente al dialogo, sottolineano con i loro atteggiamenti, le battute di altri attori e gli avvenimenti raccontati. da capo nelle prove di un lavoro teatrale, invito a ripetere una battuta, una scena, ecc. dare la battuta fornire la replica con tempismo, permettendo al collega un intervento pulito ed efficace. descrittivo (recitare in modo...) recitare sottolineando pesantemente con i gesti la scena o la situazione, senza senso della misura entrata l ingresso in scena dell attore, o la battuta iniziale dello spettacolo. entrata in battere dare la battuta rispettando il ritmo stabilito. entrata in levare attendere mezza battuta, quella appunto del levare, come nella musica.

fare burletta giocare, durante la rappresentazione, facendo il verso a un personaggio o montando scherzi più o meno spiritosi tendenti a mettere a disagio uno o più attori presi di mira, senza che il pubblico se ne renda conto. fare canto, cantilena quando l attore ripete il testo senza partecipazione, specialmente emotiva e razionale. Succede anche quando si e demotivati a causa del gran numero di repliche. fare flanella buttar via il personaggio, e spesso anche lo spettacolo, recitando sottotono e di malavoglia, senza impegno. fare porta l ordine impartito dal caposala alle maschere perché si aprano le porte d accesso al teatro. fare scena eccedere nel recitare una situazione. filata (prova) prova continua senza interruzioni. forno una sala praticamente vuota: insuccesso e disastro spesso economico. fotta errore nella recitazione, termine gergale per papera. generale (prova) ultima prova prima di uno spettacolo, effettuata completa, cioè con tutti gli elementi necessari: scene, costumi, musiche, luci. Non sono ammesse interruzioni. gigione attore che, sfruttando le proprie qualità istrioniche, si butta, senza ritegno, pavoneggiandosi coi gesti e con la voce. giù! l ordine perentorio di abbassare o chiudere il sipario alla fine dell atto o dello spettacolo, ma anche per sedare una platea inferocita. glissare non recitare fino in fondo una battuta e le sue intenzioni, buttare via. guitto oggi sta per attore di basso profilo, sciamannato e incompetente imbeccata battuta sussurrata all attore, un tempo dal suggeritore (rammentatore).

impallare quando un attore si posiziona davanti all attore che sta recitando, coprendolo alla vista del pubblico. A volte scorrettezza volontaria per distogliere l attenzione di chi guarda. ingolarsi sforzare la voce impiegando glottide, epiglottide e laringe senza prendere «i fiati» e senza corretta respirazione diaframmatica. istrione oggi s'intende l'attore che usa ogni basso espediente pur di farsi applaudire. italiana (prova) prova con tutta la compagnia seduta in cerchio, che ripete l intero copione, per verificare la memoria. Spesso effettuata a pochi giorni dal debutto. lagna un testo che annoia o non convince. lagnoso si dice di un attore noioso e senza verve. maramaldare spingere nella recitazione con enfasi eccessiva, come un mattatore che da solo può risolvere lo spettacolo. marchetta un interpretazione o intervista o presentazione, fatta per soldi o per prestigio. merda frase benaugurante per eccellenza. Si racconta che quando a teatro si andava a cavallo tanta fosse la merda di equino che circondava l edificio. Per cui: tanta merda = tanto pubblico = grande incasso mettere a fuoco In teatro si usa per indicare il passaggio di un discorso o di un azione che si vuole evidenziare, mettere in risalto. metterci un siparietto l azione di aggiungere una breve scena di riempimento. naturale recitare senza forzare i toni e gli effetti e, nello stesso tempo, evitando i falsi naturalismi. non arrivare alla quarta s intende chi non possiede timbro ne presenza, e non e in grado di coinvolgere il pubblico. Con quarta si fa riferimento alla quarta fila di poltrone. nero! ordine tecnico che significa: spegnere sala e palcoscenico.

perdere il fiato dal culo vedi spompato piena grande affluenza di pubblico, che riempie il teatro. preparare la battuta modulare le tonalità e i ritmi con pause e gesti appropriati, in vista di una conclusione molto importante sia dal punto di vista comico che drammatico. rastremare per l'attore: sfoltire situazioni diverse, arrivare alla sintesi. recitare di rimessa impostare una replica di rincalzo sulla battuta del collega, doppiandone il tono o facendone il verso. recitare i silenzi significa non calare di presenza, non uscire di parte, dopo aver detto la battuta. recitare le intenzioni significa non fermarsi sulle singole parole ma proiettare tutto il significato, anche il più nascosto e sottinteso, di un discorso. Spingere- quindi - il colore e il ritmo su certi passaggi e sorvolarne altri. recitarsi addosso si dice dell attore che si compiace enormemente del proprio impasto vocale, dei timbri e delle tonalità, in modo da sbrodolarsi di parole. rimontare i tempi si dice dello sforzo dell'attore quando si ritrova a sostenere le battute a vuoto, proprie o del proprio interlocutore scenico. schiacciare la battuta non darle valore, appiattirne il tono. sgamare farsi volutamente accorgere di un trucco scenico, scoprire le carte del gioco. soffiare recitare sottotono e con il minimo dei fiati soffiato vedi spompato sopratono attore che recita con un eccesso di volume, a rischio di stonare. sortita l entrata in scena di un attore, talora sottolineata da un applauso.

sottotono al di sotto del volume di voce normale e/o con scarso "tono." spallarsi evitare di coprirsi l un l altro alla vista del pubblico. spappolare la battuta non dar timbro alle parole o frantumare la frase con pause eccessive. sparare la battuta dare grande incisività e scatto alla battuta. spompato l attore che manca di grinta e partecipazione, privo di tono e proiezione vocale: "perde il fiato dal culo" sporcare la battuta dire la battuta in modo cialtronesco, senza scandire le parole. Può essere un espediente per realizzare un determinato effetto. strappo in falsetto forzare con toni acuti al limite del gorgheggio. su! l ordine di alzare il sipario per l inizio dello spettacolo o di un atto. su di reni recitare con piglio e vivacità, quasi a inarcare le reni. sulle punte: recitare con sussiego e con atteggiamento di eccessivo distacco. sviolinarsi concedersi eccessivamente al pubblico. telefonare la battuta preavvertire con gesti e toni acconci il pubblico del fatto che si sta preparando un effetto comico o tragico. tenere il cartellone indica un lavoro teatrale che si replica per lungo tempo con successo. tenere il personaggio mantenere la coerenza e la concentrazione sul proprio personaggio per tutta la rappresentazione. tinca ruolo di grande difficoltà e poca soddisfazione artistica: per esempio nella lirica il ruolo di Liù in Turandot.

tirare l applauso trucchi attoriali per spingere il pubblico ad un applauso a scena aperta: pause ad hoc, gag ripetute, gesti comici ripetitivi, occhieggiamenti ecc. ecc. tirata si dice di battuta particolarmente lunga. Anche monologo con progressione a crescere tormentone ripetere a tormento una battuta o una stessa azione - in modo ossessivo - cosi da far scattare la molla del comico. trombone attore che strafà con gli effetti ed eccede in magniloquenza e in tonalità.. trovarsi sul velluto si dice quando il collega ti porge la battuta con tempo ed effetto giusto. trovarsi sulla corda quando un testo non funziona come si sperava e l'attore è costretto a spingere il ritmo per sostenerlo. uscita battuta finale di un dialogo teatrale. vai col piazzato! ordine tecnico che significa: riaccendere le luci base. via per la comune (Andare in quinta) Significa uscire di scena. vien giu il teatro clamore di pubblico. Significa trionfo, ma indica anche il successo di una singola scena o battuta. viola Colore vietatissimo a teatro, simbolo di sfortuna e magri incassi. L odio per il viola deriva dal fatto che durante la Quaresima il cui colore liturgico è appunto il viola ai teatranti era vietato esibirsi. Quindi Viola = niente spettacoli= niente incassi= fame. vuole prendere un caffe? espressione con cui si indica scherzosamente un teatro recitato in panciolle, da seduti, con dialoghi da salotto. vuoto di scena mancare l entrata predisposta nella rappresentazione.