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Transcript:

Ospedale St Joseph Adotta un opera report di presentazione Uganda, Kitgum anno 2013

La vocazione del custodire, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti.[ ] E il custodire la gente, l aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. Papa Francesco I 2

Adotta un opera Adotta un opera è un modo semplice e concreto per aiutare realtà che, nate in situazioni di grave disagio, vogliono affermare la dignità della persona abbracciandola e sostenendola attraverso attività che facciano nascere ambiti di vita più umana. Questo progetto permette la sopravvivenza e la crescita di queste meravigliose realtà non profit, nate da progetti di AVSI, o incontrate durante i tanti anni di lavoro nei paesi più poveri del mondo. 3

Contesto L Uganda è un paese situato nell Africa Centro-Orientale e si estende su una superficie di 241,038 kmq. L altitudine varia dai 1.000 ai 4.500 m. Il caldo tropicale è temperato dall altitudine e dalle presenza dei bacini d acqua. La temperatura varia tra i 26 C diurni e i 16 C notturni. Dal punto di vista politico, nel 1962 ha ottenuto l indipendenza dal Regno Unito e per circa un ventennio si sono susseguiti diversi regimi dittatoriali, caratterizzati da violente repressioni e instabilità. L attuale presidente, Yoweri Kaguta Museveni, è capo dello stato, del governo e dell esercito ed è al potere dal 1986. Dal 1986 ad oggi l Uganda ha conosciuto un periodo di relativa stabilità, a cui è corrisposto un progressivo ristabilimento delle regole democratiche attraverso numerose riforme politiche e istituzionali. Negli ultimi 10 anni il paese ha assistito a considerevoli miglioramenti nell economia, l inflazione è scesa dal 150% all anno a una media annuale dell 8%. La percentuale della popolazione che vive sotto la soglia di povertà è diminuita dal 52% nel 1992 al 29% nel 2009. L 87% della popolazione vive in aree rurali. L economia ugandese è basata soprattutto sull agricoltura e sulla pesca. La popolazione ugandese stimata è di 34.5 milioni di abitanti, con un aspettativa di vita di 54 anni, un tasso di crescita annua del 3.2% e un tasso di fertilità di 6.1 figli per donna. Il 56% della popolazione ha un età 4

inferiore ai 18 anni, mentre il 20% ha meno di 5 anni. Il numero di orfani è stato stimato a 1.3 milioni di bambini (0-17 anni). La mortalità infantile è diminuita dal 97 al 54 per mille dal 1995 al 2011, per i bambini sotto i 5 anni dal 162 al 90 per mille nello stesso periodo. Il 16% dei bambini di età inferiore ai 5 anni è sotto peso. 1 Il 96% dei poveri risiede nelle aree rurali, ed è proprio la povertà ad essere una delle principali cause del fragile stato di salute del Paese. A ciò si aggiunge un inadeguata distribuzione delle strutture e dei servizi sanitari. Si deve sottolineare però che dal 1990 ad oggi c è stata una netta diminuzione dei malati di Aids, passando dal 18% della popolazione colpita allora al 4% di oggi. Nel nord del paese la popolazione è stata vittima anche di una guerra civile ventennale. La guerra civile contrapponeva il Lord s Resistance Army (LRA), un feroce gruppo armato di ribelli, e il Governo ugandese. Il gruppo di ribelli guidati da Kony è tristemente noto per il rapimento di bambini e ragazzi, addestrati con metodi disumanizzanti a diventare soldati, e per i violenti saccheggi e massacri di intere famiglie e villaggi. Tuttavia, dal 2006, grazie alla firma di una tregua tra le due parti in conflitto, la situazione di sicurezza nel Nord del Paese è migliorata: non ci sono più rapimenti di bambini e i saccheggi sono rari, grazie al ritiro dei ribelli nel confinante Sudan. 1 Dati da: Uganda Bureau of Statistics, Statistical Abstract Report 2012; United Nations Population Division; World Bank. 5

Il distretto di Kitgum L ospedale St.Joseph sorge nel distretto di Kitgum, situato nell Uganda Settentrionale, con una superficie di 4.287 kmq, di cui l 80% è terra coltivabile. La popolazione del distretto di Kitgum è di 220.496 abitanti. Tutti gli indicatori di sviluppo economico e demografico in questa regione sono al di sotto della media nazionale. Tuttavia, dalla fine della guerra, nel 2006, la situazione generale nel Distretto, come per tutta la regione Acholi, è in continuo miglioramento, grazie ad una relativa stabilità economica e sociale. Quasi tutti i campi di rifugiati sono stati chiusi dal Governo Ugandese; solo uno è rimasto aperto nel Distretto di Kitgum, a Mucwini, per problemi legati alla proprietà della terra, ma ufficialmente non ci sono più rifugiati, si sono tutti reinsediati stabilmente nei loro villaggi di origine, o altrove, e l UNHCR (l Alto Commissariato dell ONU per i Rifugiati) ha portato a termine tutte le operazioni in Nord Uganda il 31 Dicembre 2011. Le condizioni di vita continuano a migliorare sotto tutti gli aspetti, allo stesso tempo, però, l accessibilità alle strutture sanitarie è diminuita notevolmente. Prima la popolazione, vivendo concentrata nei campi, poteva accedere facilmente ai centri sanitari presenti in quasi tutti gli assembramenti, ora, essendosi ridistribuita sul territorio, deve spesso percorrere chilometri per raggiunge i presidi. L ospedale St Joseph L ospedale St.Joseph di Kitgum è un ospedale di proprietà dell Arcidiocesi di Gulu, fondato nel 1960 da alcuni missionari comboniani. Il loro motto era per corpore et salutem animae salus (prendersi cura del corpo ma anche dell anima del paziente). La struttura serve una vasta area del Nord Uganda 6

e del Sud Sudan che conta una popolazione totale di circa 400.000 abitanti. Ha una capacità di 280 letti suddivisi nei reparti di pronto soccorso e chirurgia (80 letti), maternità e ostetricia (120 letti), medicina interna (80 letti); gli altri servizi speciali offerti comprendono una clinica specializzata in HIV/AIDS, una clinica pre-postnatale e un reparto dedicato alla Tubercolosi (TB). Essendo una struttura privata, il St.Joseph sostiene le proprie spese grazie ad un piccolo contributo governativo, al supporto di AVSI e alle rette che i pazienti devono pagare per usufruire dei servizi sanitari. Nonostante le tariffe siano molto basse, tanto da coprire solo il 15% dei costi di gestione dell ospedale, alcuni pazienti non sono in grado di sostenerle. In questi casi l ospedale si assume la responsabilità di coprire tali costi di cura e degenza. AVSI, da sempre, sostiene questa iniziativa e ogni anno si prende carico delle spese mediche dei pazienti più poveri. Cosa è stato fatto nell ultimo anno Nell ultimo anno sono stati ricoverati 10.237 pazienti, effettuate 17.218 visite ambulatoriali, assistiti 1.846 parti, effettuati 1.068 interventi chirurgici. La prima causa di morte resta la malaria, per i bambini sotto i 5 anni, e l AIDS per gli adulti. Due consulenti di AVSI stanno aiutando l ospedale nella delicata riorganizzazione dei servizi per migliorare la qualità delle prestazioni e continuare così a servire al meglio la popolazione. Nonostante le condizioni generali della popolazione siano notevolmente migliorate, i casi di malnutrizione non sono scomparsi e, quando si associa ad altre patologie come HIV, TB o forme di disabilità, per molti bambini può risultare fatale. Il St.Joseph è l unico centro attivo sul territorio per la cura dei casi di malnutrizione acuta, 1.242 bambini sono stati ricoverati presso l unità nutrizionale negli ultimi quattro anni. Dopo averne ristrutturato l edificio, si stanno potenziando i servizi di tale unità, in primo luogo facilitando le visite del personale specializzato dell ospedale nei centri sanitari delle campagne, per identificare il prima possibile eventuali casi a rischio malnutrizione; in secondo luogo supportando la fornitura di latte e alimenti altamente nutritivi nel reparto. In Uganda un bambino è considerato tale fino ai 5 anni, dopo diventa, per il sistema sanitario, un adulto. Ciò comporta che fino a 5 anni un bambino venga ricoverato in pediatria, per essere successivamente accolto in medicina o chirurgia (a seconda della patologia). Questo è un espediente 7

per sfoltire la pediatria che è, in tutti gli ospedali ugandesi, il reparto più sovraffollato. Nonostante ciò, la pediatria continua ad avere più pazienti di quanti ne possa ospitare e in medicina o chirurgia si trovano bambini di 6-7 anni in stanze piene di pazienti anziani con malattie croniche. La pediatria e più in generale i servizi sanitari per l infanzia restano tra le priorità anche durante il 2013, con una particolare attenzione ai servizi di prevenzione della trasmissione dell HIV/AIDS da madre a figlio (PMTCT). Programma prevenzione materno-fetale Dopo i bambini, le donne sono i pazienti più numerosi. Ogni anno circa 30.000 donne incinte raggiungono il St.Joseph, e se risultano sieropositive vengono sostenute durante il parto e l allattamento, i due momenti più rischiosi per la trasmissione del virus. Qui ai confini con il Sud Sudan il 10% delle donne incinte sono sieropositive e vengono trattate con i farmaci anti retro virali. Una donna ugandese incinta che scopre di essere sieropositiva, è una donna sull orlo del baratro, senza più speranza, convinta di aver condannato a morte se stessa e il suo bambino. Quindi il primo intervento è liberarla dallo stigma dell Aids, aiutandola ad accorgersi del valore della sua persona, che non è definita dalla malattia. Quasi sempre si riesce a trasmetterle la speranza e convincerle a sottoporsi alla terapia. Da qui i tanti risultati positivi. In dieci anni di implementazione del programma di prevenzione materno-fetale dell Aids (denominato PMTCT), grazie ad AVSI, 197.343 madri in Uganda hanno usufruito dei servizi sanitari pre-natali e 4.713 bambini sono nati free (senza HIV). Questo programma, prevede innanzitutto la somministrazione di farmaci antiretrovirali alla madre durante le doglie e a lei e al neonato entro 72 ore 8

dal parto, successivamente anche il monitoraggio delle modalità di allattamento. Delle madri risultate positive al test dell HIV, circa il 60% ha usufruito direttamente dei servizi di PMTCT che, oltre alla componente medica, includono attività per lo sviluppo economico e sociale dei beneficiari. Tutto questo permette di ridurre almeno del 70% la possibilità di trasmissione del virus dell HIV da madre a figlio, ossia la seconda principale modalità di infezione. Da qualche anno AVSI insiste perché i partner siano coinvolti nelle attività di prevenzione del virus. In 10 anni di PMTCT la percentuale di mariti che accompagna le proprie mogli in questo processo è passata dal 6,3% del 2002 al 73,6% del 2011. Si è passati da 296 uomini che hanno accettato di testarsi nel 2002, a 12.181 nel 2011, per un totale di 43.441. Un numero sorprendente e soprattutto incoraggiante. Il loro coinvolgimento, funge da esempio per tutta la comunità nel diffondersi di un atteggiamento positivo e proattivo nei confronti dei servizi sanitari e, soprattutto, dei servizi di prevenzione dell AIDS. Il 24 ottobre 2012 sono stati presentati a Gulu una pubblicazione e un documentario che illustrano i risultati del programma e per mostrare i volti e le storie dei protagonisti. Tra questi volti c è quello di Cinderella. Cinderella è una bellissima bambina di cinque anni che è nata free, cioè libera dall HIV. Questo grazie ad un incontro: Helen, la mamma di Cinderella, ha incontrato Ketty, una donna che si prende cura, ormai da 20 anni, delle donne affette dall AIDS. Dietro suggerimento di Ketty, Helen ha accettato di iniziare il programma pre-natale di assunzione di farmaci antiretrovirali, che ha continuato anche dopo la nascita della bambina, durante l allattamento al seno per i primi sei mesi. Helen, insieme ad altre mamme, è diventata una peasant mother (mamma contadina). Non più vittime della malattia e 9

dell isolamento sociale, unite le mamme contadine hanno creato piccoli gruppi all interno dei villaggi d origine e, grazie all aiuto di AVSI, hanno dato avvio ad attività di micro credito. AVSI ha fornito semi di manioca e le mamme hanno iniziato a coltivare i campi. Con tale attività possono comprare il cibo e prendersi cura dei loro figli. Nel 2012 è iniziato un nuovo progetto di ricerca intitolato Primary HIV Prevention in pregnant and lactating Ugandan women (prevenzione dell HIV per donne incinte e in fase di allattamento). Il programma, in fase di implementazione, è realizzato in collaborazione con l University of California San Francisco (UCSF), la Makerere University e la John Hopkins Univesity e ha come centri di ricerca il St. Joseph s Hospital e il Mulago Hospital di Kampala. La ricerca intende rispondere alla domanda di come sia possibile mantenere le donne in gravidanza HIV-negative sia durante la gestazione sia durante l allattamento. Il progetto coinvolge 410 donne e 205 partner. I risultati vengono registrati attraverso un follow-up continuo costituito da visite domiciliari, Village Health Team (Gruppo di salute del villaggio) e Family and Mother Support Groups (Gruppo di sostegno della famiglia e della madre). In questo mutato contesto dove finalmente la pace è arrivata dopo più di 20 anni di conflitto, desideriamo continuare con il tuo aiuto a sostenere questo isola di cura e attenzione all uomo. contattaci! anna murazzo, adotta un opera 02.67.49.88.381 _ adotta1opera@avsi.org 10

presenza: 37 Paesi progetti in corso: 100 risorse umane: 1.401 partner locali coinvolti: 700 beneficiari diretti: 4.000.000 persone totale risorse 2011: 27.252.000 sostegno a distanza 2011: 32.161 bambini FREE 10 anni di prevenzione materno fetale (PMTCT) dell HIV: 197.343 mamme, 4.713 figli nati sani da madri sieropositive, 4 ospedali e 37 centri sanitari donatori privati: 29.518 di cui 27.564 sostenitori a distanza, 3.197 imprese, singole persone, banche, fondazioni, scuole, famiglie e 253 AVSI Point con oltre 700 eventi nella Campagna Tende rete di volontari in Italia: 1.000 persone La Fondazione AVSI è una organizzazione non governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 37 paesi del mondo di Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia. AVSI opera nei settori socio-educativo, sviluppo urbano, sanità, lavoro, agricoltura, sicurezza alimentare e acqua, energia e ambiente, emergenza umanitaria e migrazioni, raggiungendo più di 4.000.000 beneficiari diretti. La sua missione è promuovere la dignità della persona attraverso attività di cooperazione allo sviluppo con particolare attenzione all educazione, nel solco dell insegnamento della Dottrina Sociale Cattolica. Lo staff AVSI è composto da circa 1.400 persone che lavorano in queste attività (100 espatriati, 1.300 persone dello staff locale e 50 persone nelle sedi AVSI in Italia). Una rete di circa 1.000 volontari in Italia, coinvolta in attività di sensibilizzazione e fundraising a favore di AVSI, incontra in un anno circa 400.000 persone. Nel 2011, AVSI ha ricevuto contributi per un importo complessivo di circa 28 milioni di euro metà da donatori istituzionali e metà da privati. La raccolta complessiva da parte del sistema AVSI nel mondo ammonta a circa 35 milioni di euro. Tra i suoi principali donatori istituzionali figurano il Ministero degli Esteri Italiano, l'unione Europea, USAID, la FAO, l'unicef, la Banca Mondiale. Fondazione AVSI lavora con 700 partner locali (Istituzioni governative, educative, sanitarie, organizzazioni non governative e organizzazioni religiose); con donatori privati e pubblici, come comuni, province, regioni, stato Italiano, Unione Europea, Cooperazioni bilaterali, organismi internazionali, Banche di sviluppo. AVSI è promotrice di un network di oltre 60 organizzazioni, ovvero una rete informale di soggetti del privato sociale che in modo sistematico, collaborano per la realizzazione di progetti, per la riflessione comune sulle problematiche dello sviluppo, per condividere metodi ed esperienze. Il network comprende soci fondatori e soci partecipanti di AVSI, ma anche partner. Una rete legata dall amicizia operativa. Il bilancio di AVSI è certificato da una delle maggiori società di revisione ed è pubblicato sul sito. AVSI è riconosciuta dal 1973 dal Ministero degli Esteri Italiano come organizzazione non governativa di cooperazione internazionale (ONG); è registrata come Organizzazione Internazionale presso l Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (Usaid); è accreditata dal 1996 al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite di New York (Ecosoc); è accreditata presso il Fondo delle Nazioni Unite per l Infanzia di New York (Unicef); è inserita nella Special List delle organizzazioni non governative dell Organizzazione Internazionale dell Onu per il Lavoro di Ginevra (Ilo); aderisce a UN Global Compact, è iscritta nella lista dell Agenzia delle Entrate come organizzazione non lucrativa per il 5 per mille. E associata alla CDO Opere Sociali che, con le sue oltre 1.400 realtà non profit in tutta Italia, offre ad AVSI una grande possibilità di attingere know how per i progetti e i partner nei paesi in cui opera. AVSI ha avviato una riflessione sull esperienza per fare patrimonio delle lezioni apprese, istituendo il Knowledge Center e collaborando con la Fondazione per la Sussidiarietà per l approfondimento di tematiche antropologiche e la comprensione dei fenomeni socio-economici secondo una visione basata sulla centralità della persona e il valore del bene comune. AVSI è anche un Ente autorizzato dal Governo italiano per le adozioni internazionali. online dal sito www.avsi.org Credito Valtellinese, Sede Milano Stelline, C.so Magenta 59 IBAN IT04D0521601614000000005000 firmando nel riquadro delle Organizzazioni non lucrative... e indicando il codice fiscale 81017180407 sostegno.distanza@avsi.org tel. 0547.360.811 www.avsi.org Agevolazioni fiscali A norma della Legge nr. 80 del 14 maggio 2005, (la "più dai meno versi") tutte le somme donate ad AVSI, in quanto ONG (Organizzazione Non Governativa) e ONLUS sono deducibili nel limite del dieci per cento (10%) del reddito complessivo dichiarato, e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui. Le donazioni effettuate in contanti non ottengono alcun beneficio fiscale, così come indicato dalla risoluzione 96/2008 dell Agenzia delle Entrate. Per poter usufruire delle agevolazioni fiscali è necessario conservare i documenti di versamento: la ricevuta del bollettino ccp o MAV, la contabile bancaria per versamento con bonifico, l estratto conto per i versamenti con RID, con bonifico on-line, carta di credito e paypal.