Corso di radioprotezione ai sensi del D.Lgs. 187/2000 Strahlenschutzkurs im Sinne des Lgs.D. 187/2000. 15 settembre 2012



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Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia Autonoma di Bolzano Via Alessandro Volta, 3 I-39100 Bolzano (BZ) Tel. +39 0471 976619 Fax +39 0471 976616 E-Mail: info@ordinemedici.bz.it Internet: www.ordinemedici.bz.it Ärzte- und Zahnärztekammer der Autonomen Provinz Bozen Alessandro Volta Straße, 3 I-39100 Bozen (BZ) Tel. +39 0471 976619 Fax +39 0471 976616 E-Mail: info@aerztekammer.bz.it Internet: www.aerztekammer.bz.it Corso di radioprotezione ai sensi del D.Lgs. 187/2000 Strahlenschutzkurs im Sinne des Lgs.D. 187/2000 15 settembre 2012 in collaborazione / Mitarbeit von Servizio aziendale di Fisica Sanitaria * Dienst für medizinische Physik Attività Esperto Qualificato Tätigkeit des Strahlenschutzbeautragten *) Servizio di Fisica Sanitaria Direttore reggente Dr. Markus Haller

Indice 1. LA PRODUZIONE E LE PROPRIETÀ DEI RX 3 2. EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI 4 2.1 Radiazione naturale e non naturale 4 2.2 Radiazioni e tessuto vivente 4 2.3 Impianti RX in odontoiatria 4 3. ASPETTI SANITARI 5 4. MISURE DI RADIOPROTEZIONE 5 4.1 Le grandezze usate in radioprotezione 6 4.2 Norme operative e classificazioni 6 4.2.1 Classificazione ambiente di lavoro 6 4.2.2 Classificazione del personale 6 4.2.3 Impianto RX in odontoiatria 7 4.3 Limiti di esposizione 8 4.4 Modalità di controllo 8 5. LE NORME INTERNE 9 5.1 La frequenza dei controlli 9 5.2 Benestare dell esperto qualificato 9 6. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO 10 7. OBBLIGHI DEL LAVORATORE 11 2

1. La produzione e le proprietà dei RX Le radiazioni X sono prodotte ogni volta che una sostanza viene bombardata con elettroni ad alta velocità. I tubi RX sono delle ampolle di vetro sotto vuoto contenenti un anodo e un catodo. Il catodo è costituito da un filamento di tungsteno che, quando riscaldato, emette elettroni. Se l anodo ha un potenziale positivo rispetto al catodo (generalmente tra 40 e 150 kv), questi elettroni sono attratti dall anodo e creano un flusso di corrente. Nell impatto degli elettroni con l anodo si generano i raggi X e un forte calore, in rapporto di 1:99. La radiazione prodotta viene chiamata radiazione di frenamento, ossia Bremsstrahlung. I parametri fondamentali che caratterizzano la produzione dei raggi X sono: a) la tensione tra anodo e catodo. E espressa in kilovolt e nel caso dei tubi impiegati in odontoiatria, ha un valore compreso tra 65 e 85 kv. Essa determina la velocità di impatto degli elettroni sull'anodo, cioè la loro energia da cui dipende anche l'energia della radiazione prodotta, che caratterizza il potere di penetrazione della radiazione. Più alta è la tensione - più forte è il potere di penetrazione X. b) numero degli elettroni che arrivano all'anodo e che determinano la quantità della radiazione prodotta. Questo numero viene misurato in mas o mamin e ha un peso importante nella valutazione del carico di lavoro. La radiazione emessa non è omogenea, cioè non è formata da raggi dello stesso tipo ma contiene diverse componenti. Essa forma uno SPETTRO CONTINUO, che contiene una componente molle e una cosiddetta componente dura. La "radiazione molle" non ha il potere di attraversare il corpo umano e quindi non contribuisce alla formazione dell'immagine. Dal fascio uscente dal tubo radiogeno bisogna quindi eliminare questa componente con dei filtri (alluminio) per conservare solo la componente dura, utile per la formazione dell immagine. In conclusione, kv mas e filtrazione determinano quantità e qualità della radiazione. Oltre al fascio principale utilizzato per l indagine radiologica viene prodotta anche una componente di disturbo che viene emessa in tutte le direzioni (radiazione di fuga) e che però viene 3

eliminata rivestendo il tubo con una cuffia di piombo avente un unica apertura, attraverso la quale esce la radiazione utile per l esame (radiazione primaria). Con appositi diaframmi l'area del fascio radiante viene ristretta a un area pari a quella da irraggiare. Quando il fascio radiante colpisce un corpo, la radiazione primaria, prima di raggiungere il detettore, viene attenuata dalle strutture attraversate: con la radiazione primaria si genera quindi anche una radiazione diffusa, detta radiazione secondaria, che si espande in tutte le direzioni. Per questo motivo le cabine radiologiche sono schermate anche ai lati e non solo nella direzione del fascio utile. Si rammenta che i raggi X, trattandosi di radiazione elettromagnetica, al momento del spegnimento dell'impianto (e quindi della sorgente radiante), spariscono istantaneamente. Il fenomeno è confrontabile con lo spegnimento di una sorgente di luce visbile. 2. Effetti biologici delle radiazioni 2.1 Radiazione naturale e non naturale Durante la nostra vita siamo esposti inevitabilmente ad una certa quantità di radiazione proveniente dall'universo (radiazione X, radiazione cosmica) dal terreno (uranio 238 U) dall'aria (Radon 220 Rn) e dagli alimenti (potassio 40 K). La dose individuale è dovuta quindi alle radiazioni di fondo, alle particolari attività svolte (alpinismo, voli intercontinentali, ricerca) e a fonomeni eccezionali (appl. medicali, produzione di energia nucleare - es. Cernobyl -, agricoltura, industria). Dove non ci sono rocce particolarmente ricche di uranio, si stima esserci una dose equivalente compresa tra 1 e 3 msv/anno. 2.2 Radiazioni e tessuto vivente La dose rilasciata in un tessuto vivente produce reazioni fisiche e chimiche con conseguenti effetti biologici: sindrome da radiazione per dosi molto alte un aumento della probabilità di neoplasie per dosi relativamente piccole ma pur sempre molto più alte della dose naturale Poiché la dose naturale annuale è di ca. di 1-3 msv si ritiene che un aumento della dose annuale di 1 msv non abbia nessun effetto dannoso sull'organismo vivente. 2.3 Impianti RX in odontoiatria Solo un uso improprio delle apparecchiature può esporre il lavoratore a dosi elevate, tali da produrre alterazioni a livello cellulare che possono manifestarsi con reazioni acute o danni. 4

Seguendo corrette norme comportamentali, le dosi ricevute dal lavoratore restano molto al di sotto del valori limite (vedi classificazione del personale). 3. Aspetti sanitari Fin dall inizio del secolo, poco dopo la scoperta dei raggi X e le loro prime applicazioni in campo sanitario, la protezione alle radiazioni ionizzanti è stata tenuta in grande considerazione. In seguito al riconoscimento dei possibili danni conseguenti all esposizione a radiazioni ionizzanti, sono state studiate e sviluppate attrezzature e metodiche opportune. Oggi siamo giunti ad un grado di sicurezza molto elevato, tanto da poter dire che i vantaggi conseguenti all utilizzo intelligente di tubi radiogeni superano di gran lunga i rischi radiologici. 4. Misure di radioprotezione Le norme operative per la protezione dalle radiazioni nei luoghi di lavoro hanno come scopo fondamentale quello di: 1. ridurre l irradiazione esterna, ove ragionevolmente possibile, a valori minimi rispetto alle dosi massime ammissibili; 2. prevenire l ingestione, l inalazione e qualsiasi altra causa di introduzione di materiale radioattivo nel corpo; 3. prevenire lo spargimento di contaminazioni radioattive ad aree non controllate. Nel caso specifico di un impianto RX in odontoiatria non c'é utilizzo di materiale radioattivo e pertanto è valido solo il punto n 1. I metodi più opportuni per assicurare una organizzazione del lavoro che permetta di rimanere ampiamente entro i limiti di dose, si basano sui seguenti principi fondamentali: valutazione ed uso appropriato dei fattori tempo, distanza e schermatura. Nel campo dell irradiazione esterna, in cui l organismo viene irradiato da una sorgente esterna più o meno vicina ad esso, la protezione può essere realizzata sia aumentando la distanza dalla sorgente, sia interponendo opportune schermature, sia diminuendo il tempo d esposizione; uso di strumenti per la rivelazione delle radiazioni e delle contaminazioni; classificazione delle zone di lavoro; classificazione dei lavoratori in base al rischio radiologico. 5

4.1 Le grandezze usate in radioprotezione Nella necessità di quantificare l energia radiante effettivamente depositata nel tessuto, nel 1975 venne introdotto come unità di dose assorbita il gray (Gy), definito come l assorbimento di 1 joule di energia per kg di massa. A parità di energia depositata, i diversi tipi di radiazione differiscono nella loro efficacia o capacità di arrecare danni a un sistema biologico. Per esprimere la dose biologicamente efficace per ogni tipo di radiazione, si utilizza il concetto di equivalente di dose, la cui unità di misura è il Sievert. 4.2Norme operative e classificazioni 4.2.1 Classificazione ambiente di lavoro Per quanto riguarda l ambiente si distinguono due zone: ZONA CONTROLLATA: un area di lavoro in cui, in base agli accertamenti fatti da un esperto qualificato, per i lavoratori operanti sussiste il rischio di superamento di 6 msv/anno (pari a 120 µgy/settimana). L accesso alla zona controllata è segnalato e regolamentato. ZONA SORVEGLIATA: ogni area di lavoro nella quale vi è la possibilità di superare 1 msv/anno (pari a 20 µgy/sett.) ma sicuramente non i 6 msv/anno. 4.2.2 Classificazione del personale Il D.Lgs. 230/95 distingue tra lavoratore esposto e non esposto. Lavoratore esposto: è una persona sottoposta per l attività che svolge a un esposizione che può comportare dosi superiori ai limiti fissati per le persone del pubblico (vale a dire superiore a 1 msv/anno). I lavoratori esposti sono suddivisi in due categorie: A) quelli, che per il lavoro che svolgono, sono suscettibili di superare 6 msv/anno; B) tutti gli altri, cioè quelli che sono esposti al rischio di superare 1 msv/anno ma non i 6 msv/anno. Una tale classificazione porta le seguenti conseguenze: lavoratori A: devono essere sottoposti a sorveglianza dosimetrica; 6

e alla sorveglianza medica da parte del medico autorizzato (in pratica: visita semestrale con esami di laboratorio); lavoratori B: è consigliabile (non necessaria) la sorveglianza dosimetrica (in ogni caso dovrà essere fatta una valutazione della dose) devono essere sottoposti a sorveglianza medica da parte di un medico competente (visita annuale con esami di laboratorio) Lavoratore non esposto, (ovviamente) non è soggetto al rischio di superare 1 msv/anno. Nel caso specifico degli impianti RX in odontoiatria, in base ai dati raccolti, il personale operante è classificato NON ESPOSTO. E chiaro che comunque tale personale dovrà attenersi scrupolosamente alle norme interne. La dosimetria personale non è obbligatoria; può essere consigliabile per ragioni di opportunità, di prudenza e per motivi psicologici. In casi particolari viene effettuata una misura mensile della dose in punti precisi in prossimità della sorgente radiante. 4.2.3 Impianto RX in odontoiatria Nel caso dell impianto RX in odontoiatria si presenta la seguente situazione: la sorgente radiante (RX Panoramico, CBCT) è posta all'interno di una cabina schermata con piombo su tutti i lati; l interno della cabina RX è zona controllata; essa è debitamente segnalata all esterno con il segnale di pericolo da radiazione; l accesso è regolamentato (il personale può entrare in cabina soltanto con l impianto spento la zona sorvegliata coincide con la zona sorvegliata, cioè con la delimitazione fisica della cabina; il personale, data l ottima schermatura delle cabine radiologiche e la distanza degli operatori dalla fonte di radiazione è classificato non esposto. per quanto riguarda l'rx endorale, l'eventuale necessitá della schermatura viene determinata in fase di progettazione dell'impianto / studio (progetto di radioprotezione dell'esperto Qualificato). 7

4.3 Limiti di esposizione Di seguito sono riportati i limiti ammissibili per legge per esposizione a radiazioni ionizzanti. I limiti si riferiscono a lavoratori esposti (lavoratori classificati A o B), e a persone della popolazione, tra cui sono compresi anche i lavoratori non esposti. Si tenga presente che ciascuno di noi è esposto ad una radiazione di fondo naturale che è compresa tra 1 e 3 msv/anno. Tabella 4-A. Limiti massimi ammissibili per legge (D.lgs. 230/95) Gruppo di persone professionalmente esposto (lavoratore A) professionalmente esposto (lavoratore B) popolazione (compresi i lavoratori non esposti) Limiti di dose annuali [msv/anno](*) corpo intero 6... 20 msv/anno corpo intero 1... 6 msv/anno corpo intero 1 msv/anno (*) oltre il fondo naturale 4.4 Modalità di controllo Per la salvaguardia dei lavoratori che operano in prossimità di sorgenti di radiazioni (tubi radiologici), viene programmata una serie di interventi mirati al controllo delle apparecchiature, degli ambienti di lavoro e alla radioprotezione dei lavoratori. Innanzitutto si individuano le caratteristiche tecniche dell'apparecchio (tensione, corrente anodica, filtrazione, matricola di identificazione), caratteristiche dell'ambiente (ubicazione, schermature e mezzi di protezione) e le responsabilità legali (detentore, medico responsabile, preposti). Si procede poi alla verifica dei seguenti parametri: il funzionamento dell interruttore di emergenza; si verifica che durante l'emissione X ci sia la segnalazione luminosa e/o acustica; un punto importante è la determinazione del carico di lavoro in ma min: Questo parametro è fondamentale per la classificazione delle zone a rischio (zona controllata e zona sorvegliata). Si procede poi con una serie di misure: 1. misura di radioprotezione all esterno della cabina radiologica / dell'ambulatorio: con una camera di ionizzazione e/o contatore Geiger si misura l'intensità della radiazione che esce dalla cabina / dall'ambulatorio in tutte le direzioni. L'intensità non deve superare i limiti previsti per legge (vedi classificazione del personale). 2. prova di funzionamento dell interruttore di emergenza; 8

3. Per avere una verifica a lungo termine in condizioni reali di utilizzo vengono posizionati nei punti più significativi (posizione operatore, porte, ecc.) dei dosimetri ambientali che registrano l esposizione alla radiazione. Essi vengono lasciati in misura per 2 mesi. Su richista si mettono a disposizione anche dosimetri personali (non obbligatorio). In base alle verifiche effettuate vengono tratte le dovute conclusioni nella relazione proteximetrica con l'analisi dei rischi come richiesto nel D.Lgs. 230/95. 5. Le Norme interne Le norme interne fanno parte del programma di formazione e di sicurezza del personale e devono essere ben evidenziate e consultabili dai propri dipendenti. 5.1 La frequenza dei controlli La frequenza dei controlli, ai sensi del D.Lgs.230/95, deve essere stabilita dal datore di lavoro insieme al suo esperto qualificato. Di norma i controlli vengono effettuati con frequenza biennale. 5.2 Benestare dell esperto qualificato Le misure e le valutazioni di controllo servono per garantire che l apparecchio radiologico in esame sia conforme alle norme e alle raccomandazioni di radioprotezione e alle norme di buona tecnica. L esperto qualificato deve assicurarsi che il rischio per la popolazione sia trascurabile e che la dose assorbita dai lavoratori si mantenga molto al di sotto della dose massima ammissibile. Il rispetto delle norme operative prescritte garantisce ulteriormente la riduzione del rischio radiologico per i lavoratori e per la popolazione. Se si verificano tutte le condizioni può essere rilasciato il benestare all impiego. Il benestare perde validità nel caso in cui le condizioni di detenzione e/o impiego vengano modificate. 9

6. Obblighi del datore di lavoro Nella nuova normativa di sicurezza del lavoro la figura giuridica del datore di lavoro viene investita di particolari responsabilità. Infatti: Il datore di lavoro di una impresa rientrante nel campo di applicazione del D.Lgs.230/95, oltre a tutti gli obblighi a cui è soggetto per il D.Lgs. 626/94, deve adeguarsi a ulteriori obblighi, di seguito riportati, ricordando che tutta la normativa sulla sicurezza del lavoro prevede un regime sanzionatorio di natura penale. Prima dell inizio di una attività disciplinata dal D.Lgs.230/95 il datore di lavoro deve acquisire da un Esperto Qualificato una relazione scritta contenente le valutazioni e le indicazioni di radioprotezione relative all attività stessa. Sulla base della relazione di valutazione del rischio radiologico il datore di lavoro, deve inoltre: a) provvedere ad individuare, delimitare, segnalare e classificare gli ambienti di lavoro in cui sussista rischio di radiazioni; b) provvedere a classificare i lavoratori ; c) definire la frequenza delle valutazioni; d) predisporre norme interne di protezione e sicurezza; e) fornire ai lavoratori i mezzi di sorveglianza dosimetrica ove necessari; f) rendere edotti i lavoratori nell ambito di un programma di formazione finalizzato alla radioprotezione, in relazione alle mansioni a cui sono addetti, dei rischi specifici a cui sono esposti, delle norme di protezione sanitaria, delle modalità di esecuzione del lavoro e delle norme interne; g) provvedere affinché i singoli lavoratori osservino le norme interne; h) provvedere affinché le sorgenti di radiazione siano segnalate; i) fornire i risultati della sorveglianza dosimetrica (se richista); j) comunicare la detenzione di un apparecchio radiologico agli organi competenti indicando i mezzi di protezione; k) comunicare agli enti competenti per il territorio, il nominativo dell esperto qualificato prescelto allegando altresì la dichiarazione di accettazione dell incarico. 10

7. Obblighi del lavoratore Nell'art. 68 del Decreto L.vo 230/95 sono stabiliti gli obblighi dei lavoratori. In particolare i lavoratori devono: a) osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro o dai suoi incaricati, ai fini della protezione individuale e collettiva di e della sicurezza, a seconda delle mansioni alle quali sono addetti. b) usare secondo le specifiche istruzioni i dispositivi di sicurezza, i mezzi di protezione e di sorveglianza dosimetrica predisposti o forniti dal datore di lavoro. c) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei dispositivi di sicurezza e di sorveglianza dosimetrica nonchè le eventuali condizioni di pericolo. d) non rimuovere né modificare i dispositivi e gli altri mezzi di sicurezza, di segnalazione, di protezione e di misura. e) non compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la protezione e la sicurezza; f) sottoporsi alla sorveglianza medica ai sensi del presente decreto (se prevista). Nel caso specifico dell'odontoiatria, il personale addetto RX deve: evitare di sostare nelle immediate vicinanze delle apparecchiature RX durante l'erogazione raggi in caso di lavori di manutenzione spegnere completamente l'impianto RX (togliere anche la tensione dal tubo radiologico). segnalare immediatamente ogni deficienza dei dispositivi di sicurezza (lampeggiatori, interruttori di sicurezza, sportelli automatici) non rimuovere o modificare i dispositivi di sicurezza non rimuovere i dosimetri ambientali (se presenti) Non è necessaria invece la sorveglianza medica trattandosi di personale non esposto ai sensi della normativa vigente. 11