Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo

Documenti analoghi
S T U D I O L E G A L E A S S O C I A T O T O S E L L O & P A R T N E R S

Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001:

APPENDICE 1. Reati commessi nei rapporti con la pubblica amministrazione (artt. 24 e 25 del Decreto);

Meda Pharma SpA Modello di Organizzazione Gestione e Controllo - Allegato A Documento di mappatura dei processi sensibili

Modello di ORGANIZZAZIONE GESTIONE e CONTROLLO

Dlgs D.lgs. 231/01. e Modelli di organizzazione, gestione e controllo

Avv. Carlo Autru Ryolo

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001 n. 231 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2001)

ICT SECURITY N. 52 Gennaio/Febbraio 2007 Sicurezza informatica e responsabilità amministrativa degli enti. Autore: Daniela Rocca

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/01 1

ELENCO REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D. LGS. 231/2001 AGGIORNATO AL 7/7/2011

ALLEGATO C AREE DI ATTIVITA A RISCHIO REATO, REATI ASSOCIABILI E PRESIDI ORGANIZZATIVI

INCONTRO SUL TEMA: D. LGS. N. 81/2008, ART. 300

DECRETO LEGISLATIVO 231/01

Parte Speciale G : I reati transnazionali e di ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

MAPPATURA DELLE AREE DI RISCHIO EX D. LGS. 231/01

APPENDICE 1. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001 APPENDICE 1

ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO

Sezione Reati ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

- ALLEGATO A E B (FATTISPECIE DEI REATI E ARTICOLI DEL CODICE PENALE RICHIAMATI DALL ART 4 DEL D.LGS. 231/2001)

ALLEGATO 1 TABELLA REATI/ILLECITI PRESUPPOSTO DELLA RESPONSABILITA' EX DLGS 231/01

IL PROGRAMMA MODULO I - I PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO PENALE DELL IMPRESA 1 22 gennaio

Allegato 1 - I REATI PREVISTI DAL D.LGS. 231/2001

Modello Organizzativo D.Lgs. 231/01 COM METODI S.p.A.

Modelli Organizzativi di controllo e di gestione ex D.Lgs. 231/01

LA RESPONSABILITA DEGLI ENTI E DELLE SOCIETA EX D. LGS. 231/ aprile 2009

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO - ONLUS. Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D. Lgs.

Sistema Disciplinare e Sanzionatorio

Corso di formazione Il ruolo e l adeguatezza dei modelli organizzativi previsti D. Lgs 231/2001. Presentazione

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001. Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO

Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015

- I Modelli Organizzativi Dott. Lorenzo G. Pascali lorenzo.pascali@scons.it

Mappa delle attività a rischio reato nella Fondazione Torino Wireless 2015

REATI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

FORMAZIONE E DIFFUSIONE. Codice Documento: MOG 231 PFD

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA

MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO PER LA GESTIONE E LA COMUNICAZIONE ALL ESTERNO DI INFORMAZIONI RISERVATE E PRIVILEGIATE

MODELLO di Organizzazione, Gestione e Controllo

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. DI TRENITALIA S.p.A. Sintesi

TAVOLI DI LAVORO 231 PROGRAMMA DEI LAVORI. PLENUM Consulting Group S.r.l.

La responsabilità penale dell amministratore e del legale rappresentante di una società

Cassa del Trentino S.p.A. Analisi delle attività sensibili ex D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2. Relazione di sintesi

Modello organizzativo 231 OTIS Servizi S.r.l. OTIS SERVIZI Srl. Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108

D.lgs. 231/2001 Modelli di Organizzazione. CONFAPI Bari, 19 novembre 2010

TECNOLOGIE DIESEL E SISTEMI FRENANTI S.P.A. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N.

Linee Guida. per l adozione, l implementazione e l attuazione del Modello di organizzazione, gestione e controllo

DECRETO LEGISLATIVO 231/01 e s.m.i. Compliance aziendale, responsabilità d'impresa, analisi del rischio e Modelli di Organizzazione e Gestione

Matteo Colombo Esperto in materia di Privacy e D.Lgs. 231/2001, Amministratore Delegato di Labor Project

Decreto legislativo 231/01 e Sistemi di Gestione

Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica,

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

REV. 2015/00 Pag. 1 di 5

Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ex D.Lgs. n. 231/2001

SISTEMA DISCIPLINARE. Venis Venezia Informatica e Sistemi S.p.A.

DECRETO LEGISLATIVO 15 novembre 2012, n. 218

CEAM S.r.l. Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo 4/2 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

DELITTI CONTRO L INDUSTRIA ED IL COMMERCIO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. CONSIP S.P.A. a socio unico ***** PARTE SPECIALE K

Indice SEZIONE PRIMA...3 PREMESSA...3. I Soggetti...4. I Reati...5. Le Sanzioni...6 ADOZIONE DEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE...

REV. 2016/00 Pag. 1 di 5

ACAM Ambiente S.p.A.

REATI PENALI SPECIFICI PER LE SOCIETA QUOTATE IN BORSA. Hanno contribuito

Caratteristiche della prestazione intellettuale:

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO

DECRETI PRESIDENZIALI

PARTE SPECIALE F DELITTI CON LA PERSONALITA INDIVIDUALE

Parte Speciale G: I reati transnazionali e di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita Codice documento:

PARTE SPECIALE Sezione IV. Reati contro industria e commercio

Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 25 maggio 2012

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Studio legale Avv. Paolo Savoldi Bergamo, Via Verdi, 14. SEMINARIO C.S.E. s.r.l IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO

fra questi in particolare sono da ricordare

CARPANEDA & ASSOCIATI. Il ruolo del modello organizzativo e gestionale ex 231 nelle società di factoring. Michele Carpaneda 16 maggio 2006

PARTE SPECIALE - Tredicesima Sezione Delitti contro l industria e il commercio

Concetti generali in tema di PREVENZIONE e SICUREZZA del lavoro

PARTE SPECIALE Sezione VII. Sicurezza e salute sul lavoro

IL D.LGS. 231/2001 STUDIO QUAGLIA & ASSOCIATI

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE?

GALLI srl FASCICOLO 1

LIBRO SECONDO. Dei delitti in particolare TITOLO III. Dei delitti contro l'amministrazione della giustizia CAPO III

PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA

( PROCEDURA REGISTRO PERSONE RILEVANTI )

1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:

Mittel S.p.A. Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/01 SINTESI DEL MODELLO

II.11 LA BANCA D ITALIA

Il D.lgs. 231/2007 in materia di antiriciclaggio, tra novità legislative, ruolo degli Organi e delle Autorità di Vigilanza ed impianto sanzionatorio

La responsabilità amministrativa degli enti si estende ai delitti in materia di trattamento dei dati personali. Novità introdotte dal D.l. n. 93/2013.

C i r c o l a r e d e l 9 s e t t e m b r e P a g. 1 di 5

PREMESSE. - soggetti che occupano una posizione apicale all interno dell ente ( ossia chi esercita, anche di fatto, le funzioni di rappresentanza,

Emission trading Profili Iva

Il sistema delle sanzioni per le violazioni delle norme sulla sicurezza

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Il decreto 231: quadro di riferimento e guida interpretativa Prima parte

ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

La responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/01 e il Modello di organizzazione, gestione e controllo in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Transcript:

Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n 231 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 (Anno 2013) - Aggiornamento Documento Adottato dall Amministratore Delegato in data 1 Agosto 2013 e ratificato dal Consiglio di Amministrazione Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 1 di 64

I N D I C E DEFINIZIONI... 6 PREMESSA... 10 PARTE GENERALE SEZ.I IL D.LGS.231/2001... 12 1 IL DECRETO ED IL MODELLO... 13 1.1 IL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231... 13 1.1 I CRITERI DI IMPUTAZIONE SUL PIANO OGGETTIVO... 14 1.2 I CRITERI DI IMPUTAZIONE SUL PIANO SOGGETTIVO IN GENERALE... 14 1.3 I CRITERI DI IMPUTAZIONE SUL PIANO SOGGETTIVO NEL CASO DI REATO COMMESSO DA SOGGETTI APICALI... 15 1.4 I CRITERI DI IMPUTAZIONE SUL PIANO SOGGETTIVO NEL CASO DI REATO COMMESSO DAI SOTTOPOSTI... 15 1.5 AUTONOMIA DELLA RESPONSABILITÀ DELL ENTE... 16 1.6 RESPONSABILITÀ DIRETTA DELLA SOCIETÀ PER ILLECITI PENALI... 16 2 I REATI PREVISTI DAL DECRETO... 17 3 LE SANZIONI... 27 4 ESONERO DALLA RESPONSABILITÀ... 29 5 LE LINEE GUIDA DI CONFINDUSTRIA... 30 PARTE GENERALE SEZ. II - IL MODELLO DI... 32 RENO DE MEDICI SPA... 32 6 IL MODELLO DI RDM SPA.... 33 6.1 FINALITÀ E OBIETTIVI PERSEGUITI DALLA SOCIETÀ CON L ADOZIONE DEL MODELLO... 33 6.2 DESTINATARI DEL MODELLO... 34 6.3 SISTEMA DELLE DELEGHE E DELLE PROCURE... 35 6.4 LA PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO... 35 6.4.1 Punti cardine per l elaborazione del Modello... 35 6.4.2 Punti cardine per procedere all aggiornamento del Modello... 37 6.4.3 Soggetti coinvolti per Aggiornamento, Modifica ed Integrazione del Modello... 38 6.5 APPLICAZIONE DEL MODELLO NELLE SOCIETÀ DEL GRUPPO... 39 6.6 PROFILI DI RISCHIO E ATTIVITÀ SENSIBILI DI RENO DE MEDICI... 39 6.7 IMPIANTO NORMATIVO ESISTENTE... 40 6.8 STRUTTURA DEL MODELLO... 40 7 AGGIORNAMENTO ED INTEGRAZIONI DEL MODELLO (EDIZIONE 6)... 41 ORGANISMO DI VIGILANZA (ODV)... 44 8 ORGANISMO DI VIGILANZA... 45 8.1 IL REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 45 8.2 REQUISITI DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 45 8.3 COMPOSIZIONE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 46 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 2 di 153

8.4 ISTITUZIONE E NOMINA DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 47 8.5 COMPITI E POTERI DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 48 8.6 ATTIVITÀ E REPORTING DELL ODV... 49 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L ORGANISMO DI VIGILANZA... 50 9 FLUSSI INFORMATIVI NEI CONFRONTI DELL ODV... 51 9.1 OBBLIGHI INFORMATIVI DA PARTE DI ESPONENTI AZIENDALI, COLLABORATORI ED ORGANI DI CONTROLLO... 51 9.2 OBBLIGHI INFORMATIVI DA PARTE DI TERZI... 51 9.3 TRATTAMENTO DELLE SEGNALAZIONI... 52 INFORMAZIONE E FORMAZIONE AI DIPENDENTI E COLLABORATORI ESTERNI... 53 10 COMUNICAZIONE... 54 10.1 COMUNICAZIONI AI DIPENDENTI/COLLABORATORI... 54 10.2 COMUNICAZIONI A SOGGETTI ESTERNI... 55 11 FORMAZIONE... 55 11.1 FORMAZIONE A COLLABORATORI ESTERNI... 56 SISTEMA DISCIPLINARE... 57 12 PRINCIPI GENERALI... 58 12.1 MISURE NEI CONFRONTI DI OPERAI, IMPIEGATI E QUADRI... 59 12.2 MISURE NEI CONFRONTI DEI DIRIGENTI... 59 12.3 MISURE NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI... 59 12.4 MISURE NEI CONFRONTI DEI SINDACI... 59 12.5 MISURE NEI CONFRONTI DI CONSULENTI E PARTNER/FORNITORI... 59 PARTI SPECIALI... 61 INTRODUZIONE ALLE PARTI SPECIALE ED AREE SENSIBILI... 62 PARTE SPECIALE N. 1... 64 1 REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE... 65 1.1 LE FATTISPECIE DI REATO NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE... 65 1.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NEI RAPPORTI CON LA P.A.... 70 1.3 SOGGETTI OPERANTI NELLE AREE A RISCHIO DI REATI NEI RAPPORTI CON LA P.A.... 71 1.4 REGOLE GENERALI... 71 1.5 REGOLE DI COMPORTAMENTO, CONTROLLI E DIVIETI... 73 1.6 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 75 PARTE SPECIALE N. 2... 76 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 3 di 153

2 REATI SOCIETARI... 77 2.1 LE FATTISPECIE DI REATI SOCIETARI... 77 2.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NELL AMBITO DEI REATI SOCIETARI... 82 2.3 SOGGETTI OPERANTI NELLE AREE SENSIBILI AI REATI SOCIETARI... 83 2.4 REGOLE GENERALI... 83 2.5 REGOLE DI COMPORTAMENTO, CONTROLLI E DIVIETI... 85 2.6 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 89 PARTE SPECIALE N. 3... 90 3 REATI IN MATERIA DI ABUSO DI INFORMAZIONE PRIVILEGIATA E DI MANIPOLAZIONE DEL MERCATO... 91 3.1 LE FATTISPECIE DI REATI IN MATERIA DI ABUSO DI INFORMAZIONE PRIVILEGIATA E DI MANIPOLAZIONE DEL MERCATO... 91 3.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NELL AMBITO DEI REATI IN MATERIA DI ABUSO DI INFORMAZIONE PRIVILEGIATA E DI MANIPOLAZIONE DEL MERCATO... 95 3.3 SOGGETTI OPERANTI NELLE AREE SENSIBILI AI REATI IN MATERIA DI ABUSO DI ABUSO DI INFORMAZIONE PRIVILEGIATA E DI MANIPOLAZIONE DEL MERCATO... 96 3.4 REGOLE GENERALI... 96 3.5 REGOLE DI COMPORTAMENTO, CONTROLLI E DIVIETI... 97 3.6 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 99 PARTE SPECIALE N. 4... 100 4 REATI IN MATERIA DI VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO... 101 4.1 LE FATTISPECIE DI REATI... 101 4.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NELL AMBITO DEI REATI IN MATERIA DI VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO... 103 4.3 SOGGETTI OPERANTI NELLE AREE SENSIBILI AI REATI IN MATERIA DI VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA SICUREZZA SUL LAVORO... 104 4.4 REGOLE GENERALI... 105 4.5 REGOLE DI COMPORTAMENTO, CONTROLLI E DIVIETI... 107 4.6 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 109 PARTE SPECIALE N. 5... 110 5 REATI IN MATERIA DI RICICLAGGIO E RICETTAZIONE... 111 5.1 LE FATTISPECIE DEI REATI IN MATERIA DI RICICLAGGIO E RICETTAZIONE... 111 5.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NEI REATI DI RICICLAGGIO E RICETTAZIONE... 113 5.3 SOGGETTI DESTINATARI DELLA PARTE SPECIALE... 113 5.4 REGOLE DI COMPORTAMENTO E DIVIETI... 114 5.5 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 115 PARTE SPECIALE N. 6... 116 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 4 di 153

6 I REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ INFORMATICA... 117 6.1 LE FATTISPECIE DEI REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ INFORMATICA... 117 6.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NEI REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ INFORMATICA... 119 6.3 REGOLE DI COMPORTAMENTO E DIVIETI... 120 6.4 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 122 PARTE SPECIALE N. 7... 123 7 REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E REATI TRANSNAZIONALI... 124 7.1 LE FATTISPECIE DEI REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E REATI TRANSNAZIONALI... 124 7.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NEI REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E REATI TRANSAZIONALI.. 128 7.3 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 128 PARTE SPECIALE N. 8... 129 8 I REATI IN MATERIA DI TURBATA LIBERTÀ DELL INDUSTRIA E DEL COMMERCIO... 130 8.1 LE FATTISPECIE DI REATO IN MATERIA DI TURBATA LIBERTÀ DELL INDUSTRIA E DEL COMMERCIO... 130 8.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NELL AMBITO DEI REATI DI MATERIA DI TURBATA LIBERTÀ DELL INDUSTRIA E DEL COMMERCIO... 132 8.3 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 132 PARTE SPECIALE N. 9... 133 9 REATI IN MATERIA AMBIENTALE... 134 9.1 LE FATTISPECIE DI REATO DELL ART. 25 UNDECIES... 134 9.2 AREE E PROCESSI SENSIBILI NELL AMBITO DEI REATI AMBIENTALI... 142 9.3 SOGGETTI OPERANTI NELLE AREE SENSIBILI AI REATI AMBIENTALI... 144 9.4 REGOLE GENERALI... 144 9.5 REGOLE DI COMPORTAMENTO, CONTROLLI E DIVIETI... 145 9.6 ISTRUZIONI E VERIFICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA... 147 ALLEGATI... 148 ALLEGATO 1 CODICE ETICO... 149 ALLEGATO 2 REGOLAMENTO ODV... 150 ALLEGATO 3 MANUALE PER LA PREDISPOSIZIONE DELLE PROCEDURE E DEI PROTOCOLLI A PRESIDIO DEI RISCHI - REATO... 151 ALLEGATO 4 PROCEDURE 231... 152 ALLEGATO 5 - PROTOCOLLI... 153 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 5 di 153

DEFINIZIONI Apice o Soggetto in posizione apicale: persona fisica che riveste funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell Ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché persona fisica che eserciti, anche di fatto, la gestione e il controllo dell Ente ovvero che detenga il potere di adottare decisioni di gestione che possono incidere sull evoluzione e sulle prospettive future della Società. Area a rischio o Area sensibile : il processo, l operazione, l atto, ovvero l insieme di operazioni e atti, che possono esporre la Società al rischio di commissione di un Reato previsto nel Decreto. CCNL: Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato dalla Società. Codice Etico: il documento, ufficialmente voluto e approvato dal Vertice Aziendale, che contiene i principi generali di comportamento, le raccomandazioni, gli obblighi e/o divieti a cui i Destinatari devono attenersi ed alla cui violazione sono connesse misure sanzionatorie. Comitato Controllo e Rischi: Il Comitato di Controllo istituito dalla Società ai sensi del Codice di Autodisciplina di Borsa S.p.A. Controllate: Le società controllate da Reno De Medici S.p.A. ai sensi dell art. 2359 del codice civile. Consulenti: coloro che agiscono in nome e/o per conto della Società sulla base di un mandato o di altro rapporto di collaborazione professionale (compresi gli outsourcers a cui sono affidate specifiche attività). Decreto o ex D. Lgs n. 231/2001: Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, dal titolo Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2001, nonché le successive modifiche ed integrazioni. Dipendenti e Personale: i soggetti che hanno con Reno De Medici S.p.A. un rapporto di lavoro subordinato, ivi compresi i dirigenti. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 7 di 64

Dirigente Preposto alla Redazione dei Documenti Contabili Societari o solo Dirigente Preposto: l esponente aziendale di cui all art.154-bis del TUF. Destinatari: i soggetti a cui si applicano le disposizioni del Codice Etico.In particolare i Dipendenti, i Collaboratori, i Consulenti, gli Amministratori, i Mandatari, i Procuratori, ed altri soggetti con cui la società entri in contatto durante lo svolgimento di relazioni di affari. Ente : i soggetti, diversi dalle presone fisiche, considerati dall art. 1 del Decreto Fornitori: i fornitori di beni e servizi. Illecito amministrativo: gli illeciti a cui si applica, per quanto compatibile, il Decreto Legislativo, ossia la commissione di un reato-presupposto commesso da un soggetto apicale o da un soggetto a questo sottoposto nell interesse o a vantaggio dell ente, fonte di responsabilità amministrativa dell ente. Incaricati di un pubblico servizio: ai sensi dell art. 358 c.p. sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Linee Guida: Le linee guida adottate da Confindustria (aggiornate al 31 marzo 2008) per la predisposizione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi dell art. 6, comma 3 del D. Lgs. 231/2001. Modello: il Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs.231/2001, ritenuto dagli Organi Sociali idoneo a prevenire i Reati e, pertanto, adottato dalla Società, ai sensi degli articoli 6 e 7 del Decreto, al fine di prevenire la realizzazione dei Reati stessi da parte del Personale apicale o subordinato, così come descritto dal presente documento e dai relativi protocolli e procedure di riferimento.. Organismo di Vigilanza o OdV: l organismo interno di controllo, istituito ai sensi del decreto, preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull osservanza del Modello, del Codice Etico e dei relativi aggiornamenti. Organi sociali: il Consiglio di Amministrazione e/o il Collegio Sindacale della società. P. A. o Pubblica Amministrazione (centrale, periferica e locale): la pubblica amministrazione e, con riferimento ai reati nei confronti della pubblica amministrazione, Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 8 di 64

i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio e i funzionari (es. i concessionari di un pubblico servizio). A titolo meramente esemplificativo ed avendo riguardo all operatività della Società si possono individuare quali soggetti appartenenti alla Pubblica Amministrazione: i) lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni; ii) i Ministeri, i Dipartimenti, le Commissioni; (iii) gli Enti Pubblici non economici (INPS, ENASARCO, INAIL, ISTAT). Partner: Controparti contrattuali con cui Reno De Medici addivenga a forme di collaborazione contrattualmente regolate. Processo o Processo strumentale: attività aziendali che, consentono di creare strumenti di tipo finanziario e/o altri mezzi sostitutivi idonei a supportare la commissione dei reati previsti nel Decreto. Protocollo: la misura organizzativa e di controllo, per la prevenzione dei reati e degli illeciti amministrativi e per l individuazione dei soggetti coinvolti nelle fasi ritenute a rischio di commissione del reato. Pubblici Ufficiali: ai sensi dell art. 357 con. pen. sono Pubblici Ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica finzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione o manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi. Reati o il Reato: le fattispecie di reato, o il singolo reato, a cui si applica la disciplina prevista dal Decreto, anche a seguito di sue successive modificazioni ed integrazioni. Regolamento Emittenti: il Regolamento di attuazione del Decreto Legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998, concernente la disciplina degli Emittenti titoli quotati in mercati regolamentati adottato con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modificazioni ed integrazioni. Responsabile Interno: soggetto interno alla Società al quale viene attribuita, con nomina dall Amministratore Delegato o di un dirigente da questi incaricato, la responsabilità singola o condivisa con altri per le operazioni nelle Aree a Rischio. Responsabilità amministrativa: responsabilità dell Ente per la commissione di un reato-presupposto. Reato-presupposto: l illecito penale previsto dal Decreto quale presupposto della responsabilità amministrativa dell ente. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 9 di 64

Sistema Disciplinare: l insieme delle misure sanzionatorie applicabili in caso di violazione delle regole procedurali e comportamentali previste dal Modello, dai protocolli e dalle procedure di riferimento. Sottoposto: persona sottoposta alla direzione o alla vigilanza di un soggetto in posizione apicale. Società: Reno de Medici S.p.A. o RDM. TUF il D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 e le successive modifiche e integrazioni. Vertice Aziendale: Presidente, Vice Presidente, Amministratore Delegato, Membri del Consiglio di Amministrazione. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 10 di 64

PREMESSA Reno De Medici S.p.A., con riferimento alla disciplina della responsabilità amministrativa delle società per taluni reati, introdotta con D.Lgs. 231/2001 e successivamente integrata con altre disposizioni normative, ha inteso procedere all adeguamento del proprio Modello di Organizzazione Gestione e di Controllo, di cui la presente è l edizione numero sei. Il Modello è stato predisposto fin dalla prima edizione in conformità alle Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/01 approvate da Confindustria il 7 marzo 2003 e, successivamente aggiornate, in data 24 maggio 2004 e, infine, in data 31 marzo 2008, le quali sono state ritenute dal Ministero della Giustizia idonee ai fini della prevenzione degli illeciti di cui al Decreto stesso. Il Modello è stato predisposto nel rispetto dei principi e delle regole sostanziali sanciti dal Codice Etico adottato dal Consiglio di Amministrazione di Reno De Medici S.p.A. nella riunione del 28 settembre 2005, successivamente rivisitato nell agosto 2008, ed allegato al presente Modello a seguito di alcuni aggiornamenti. Il Modello potrà accogliere modifiche e integrazioni secondo le medesime formalità con cui è stato approvato. Il compito di promuovere l adeguamento dello stesso alle esigenze che nel tempo dovessero emergere nell ambito della normativa di settore e/o di mutamenti nell operatività aziendale, anche attraverso l analisi e l identificazione di attività sensibili o di nuove aree di rischio, spetta, all Organismo di Vigilanza nell ambito della sua attività di monitoraggio e controllo del Modello stesso. La presente Edizione N.6 del Modello è stata quindi condivisa con l Organismo di Vigilanza e adottata dall Amministratore Delegato in data 1 Agosto 2013 quale organo dirigente. Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il nuovo Modello e ratificato l operato dell Amministratore Delegato durante la seduta del 1 Agosto2013. Il presente Modello è composto dalle seguenti parti: Parte Generale (Sezione prima ): volta ad illustrare i contenuti del Decreto nonché la funzione ed i principi generali del Modello; Parte Generale (Sezione seconda): espone i contenuti specifici del Modello adottato dalla Società. Parti Speciali : predisposte per le diverse tipologie di reato contemplate nel Decreto e ipotizzabili in relazione alla specifica attività della Società. Concorrono ad integrare il sistema di controllo della Società anche i seguenti documenti: o L articolazione dei poteri, delle deleghe e delle procure; Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 11 di 64

o o o Il Codice Etico; Il Regolamento dell Organismo di Vigilanza; Il Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana S.p.A.; o Le clausole contrattuali ex D. Lgs. 231/2001; o Le procedure 231 ed i protocolli dei vari processi operativi nonché il relativo Manuale per la redazione delle stesse; o Le procedure/istruzioni aziendali nelle Aree a rischio identificate (e.g. procedure amministrativo contabili procedure per la prevenzione della salute e sicurezza dei lavoratori procedure in materia ambientale procedure Qualità). Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 12 di 64

PARTE GENERALE SEZ.I IL D.LGS.231/2001 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 13 di 64

1 IL DECRETO ED IL MODELLO 1.1 Il Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 1 Con il Decreto Legislativo n. 231 dell 8 giugno 2001 è stato attuato l articolo 11 della Legge Delega del 29 settembre 2000, n. 300 che delegava il Governo a disciplinare la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e degli enti anche privi di personalità giuridica, in ossequio a quanto stabilito in alcune Convenzioni Internazionali a cui l Italia ha aderito. La responsabilità degli enti introdotta nel nostro ordinamento è di natura penale ed è conseguente alla commissione di reati presupposto commessi a loro interesse o a loro vantaggio da parte di persone fisiche che siano inserite a vario titolo nell organizzazione della società o dell ente o come soggetti apicali o come soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di un soggetto apicale 2 e viene ad aggiungersi a quella della persona fisica che ha commesso materialmente il reato. Rispetto alle fattispecie inizialmente inserite nel Decreto, il numero di reati addebitabili alle società e agli Enti nel corso degli anni è stato progressivamente ampliato. Dall iniziale elenco dei reati previsti contro la pubblica amministrazione, le fattispecie penali rilevanti sono state, infatti, estese ai reati in materia societaria, a quelli contro la libertà individuale, ai reati aventi finalità di terrorismo, ai reati in materia di abuso di informazioni privilegiate (c.d.insider 1 Quadro normativo di riferimento: Legge 29 settembre 2000, n 300; art. 11 e 14 (delega al Governo per disciplinare la responsabilità amministrativa delle società e degli enti); Legge 23 novembre 2001, n 409 (ha introdotto l art. 25 bis nel Decreto 231); D. Lgs. 11 aprile 2002, n 61 (ha disposto con l art. 3 l introduzione dell art. 25 ter nel Decreto 231; Legge 14 gennaio 2003, n 7 (ha introdotto l art. 25 quater nel Decreto 231); Decreto Ministeriale 26 giugno 2003, n 201 (ha disposto la modifica dell art. 6 del Decreto 231); Legge 11 agosto 2003, n 228, art. 5 (ha disposto l introduzione dell art. 25 quinquies nel Decreto 231); Legge 18 aprile 2005, n 62 (ha disposto la modifica dell art. 25 sexies nel Decreto 231); Legge 28 dicembre 2005 n. 262 (ha modificato l articolo 25 ter nel Decreto 231); Legge 9 gennaio 2006 n. 7 (ha disposto l introduzione dell art. 25 quater 1 nel Decreto 231); Legge 6 febbraio 2006 n. 38 (ha disposto la modifica dell art. 25 quinques nel Decreto 231); Legge 16 marzo 2006 n. 146 contenente la ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale (l art. 10 ha esteso la responsabilità degli Enti e Società ai reati di associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso, induzione a non rendere dichiarazioni all autorità giudiziaria e favoreggiamento personale, purchè commessi a livello transnazionale); Legge 3 agosto 2007 n. 123 (ha disposto l introduzione dell art. 25 septies nel Decreto 231); D.Lgs 231 del 2007 con l art. 63 comma III ha introdotto l art. 28 octies nel Decreto 231; Legge 48 del 2008 di ratifica della Convenzione sulla criminalità informatica (ha introdotto l art.24 bis nel Decreto 231). D.Lgs. del 9 aprile 2008 n. 81 (ha dato attuazione a quanto stabilito dalla Legge 123/2007 disponendo le misure specifiche in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro e ha sostituito interamente tutta la precedente normativa in tema di sicurezza); Legge 15 Luglio 2009 n. 94 che ha introdotto nel Decreto la riformulazione dell art. 25-bis in tema di falso nummario e nuovi reati in materia di criminalità organizzata sul territorio nazionale, turbata libertà dell industria e del commercio e di violazione del diritto d autore ; D.Lgs. n. 121 del 7 luglio 2011, in vigore dal 16 agosto 2011, che ha previsto l introduzione all art. 25decies, del reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci, già inserito nei reati ma come art. 25nonies e l introduzione dell art. 25 undecies Reati Ambientali ; D.Lgs. 16 luglio 2012, n. 109 Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni ed a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare che ha tra l altro introdotto l art. 25-duodecies Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare ; Legge 6 Novembre 2012, n.190 Disposizioni per la prevenzione e repressione della corruzione e dell illegalità nella Pubblica Amministrazione, che introduce due nuovi reati presupposto per la responsabilità della Società rispettivamente una nuova fattispecie di reato verso la Pubblica Amministrazione (art.25) ed una nei Reati societari (art.25-ter). 2 Ai sensi dell art. 5, comma 1, lettera a e b, del Decreto, per personale apicale si intendono le persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di una sua autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso, mentre per "sottoposti si intendono le persone sottoposte alla direzione o vigilanza dei soggetti di cui sopra. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 14 di 64

trading), ai reati commessi in violazione della normativa in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro e, da ultimo, ai reati in materia di utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e ai reati informatici. La peculiarità delle disposizioni introdotte dal D.Lgs. 231/2001 consiste nel fatto che la responsabilità per tali reati viene sempre presunta in capo alla società o all ente, a meno che gli stessi non possano dimostrare, attraverso una loro adeguata struttura organizzativa interna posta in essere per prevenire il compimento dei reati, che l atto illecito è stato commesso dal soggetto inserito a vario titolo nell organizzazione della società o dell ente, eludendo il sistema di controlli interni posto in essere dalla società o dall ente. La predetta responsabilità si fonda sul principio di legalità (artt. 2 e 3 del decreto) e su criteri di imputazione sul piano oggettivo (art. 5 del decreto) e sul piano soggettivo (artt. 6 e 7 del decreto). 1.1 I criteri di imputazione sul piano oggettivo I criteri di imputazione sul piano oggettivo della responsabilità all ente sono identificati in questi elementi: a) Commissione di un reato presupposto; b) Commissione del reato nell interesse o a vantaggio dell ente, tenendo presente che la responsabilità dell ente è esclusa se l autore del reato ha agito nell interesse esclusivo proprio o di terzi; c) Commissione del reato da parte di una persona fisica che, anche di fatto, sia inserita nell organizzazione dell ente come soggetto apicale o come soggetto sottoposto alla direzione o vigilanza di un soggetto apicale. Una volta acquisita la notizia dei presupposti oggettivi della responsabilità amministrativa dell Ente, il Pubblico Ministero, ai sensi dell art. 55 D. lgs. n. 231/2001, annota nel registro delle notizie di reato, previsto dall art. 335 c.p.p., gli elementi identificativi dell ente e procede all accertamento negli stessi termini previsti per le indagini preliminari relative al reato da cui dipende l illecito stesso (art. 56 del decreto). 1.2 I criteri di imputazione sul piano soggettivo in generale Come illustrato dalla Relazione al Decreto, ai fini della responsabilità dell ente occorre non soltanto che il reato presupposto sia ad esso ricollegabile sul piano oggettivo, ma che il reato costituisca espressione della politica aziendale o quanto meno derivi da colpa di organizzazione. Così, accanto ai criteri di imputazione oggettiva, la normativa dispone i criteri di imputazione sul piano soggettivo, ma al riguardo occorre distinguere l ipotesi di reato commesso dagli apici dall ipotesi di reato commesso dai sottoposti. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 15 di 64

1.3 I criteri di imputazione sul piano soggettivo nel caso di reato commesso da Soggetti Apicali Nel caso di reato presupposto commesso da un soggetto in posizione apicale, il Pubblico Ministero ha solo l onere di dimostrare che: a) E stato commesso un reato a cui si riconduce la responsabilità dell ente; b) Il reato è stato commesso nell interesse o a vantaggio dell ente; c) Autore del reato è una persona fisica in posizione apicale, anche di fatto. Per essere esonerato da responsabilità, nonostante la commissione del reato, l ente ha l onere di provare una serie di fatti, indicati dall art. 6 e cioè: a) Di avere adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; b) Di avere affidato il compito di vigilare sul funzionamento e sull osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento a un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo; c) Che la persona fisica in posizione apicale abbia commesso il reato eludendo fraudolentemente il modello di organizzazione e di gestione; d) Che non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell organismo preposto a questa funzione. In sintesi la normativa richiede che l ente, per sottrarsi alla responsabilità amministrativa configurata dal decreto, adotti un modello di organizzazione e di gestione calibrato sul rischio della commissione di un reato presupposto in termini tali che, attraverso la fissazione di regole di condotta, sia impedito detto rischio e che l introduzione, attuazione e aggiornamento del modello sia affidato ad apposito organismo di vigilanza. 1.4 I criteri di imputazione sul piano soggettivo nel caso di reato commesso dai Sottoposti Qualora il reato sia commesso sempre nell interesse o a vantaggio della società da un soggetto sottoposto, il regime giuridico è più favorevole all ente, infatti, l onere della prova del Pubblico Ministero è più ampio perché, oltre a dimostrare gli elementi oggettivi della responsabilità dell ente, il Pubblico Ministero: a) Deve fornire la prova che la commissione del reato è dovuta all inosservanza degli obblighi di direzione o di vigilanza (art. 7 comma 1 del Decreto); b) Deve dimostrare la mancata adozione ovvero la mancata attuazione del modello da parte dell ente, come sottolineato dalla Relazione al Decreto paragrafo 3.5. Per sottrarsi a tale responsabilità, l ente deve provare: a) Che l autore del reato ha agito nell interesse esclusivo proprio o di terzi (art. 5 co. 2 del Decreto); Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 16 di 64

b) Che ha attuato un modello di organizzazione, di gestione e di controllo idoneo a prevenire i reati (art. 7 co. 2 del Decreto). 1.5 Autonomia della responsabilità dell Ente L art. 8 del Decreto chiarisce in modo inequivocabile come quello dell ente sia un titolo autonomo di responsabilità, anche se presuppone in ogni modo la commissione di un reato, aspetto questo sottolineato dalla Relazione al Decreto (paragrafo 4). Infatti, la responsabilità dell ente sussiste anche quando: a) L autore del reato, il cui ruolo è inerente all organizzazione dell ente, non è stato identificato o non è imputabile; b) Il reato si estingue per cause diverse dall amnistia (per esempio per prescrizione, per morte del reo). 1.6 Responsabilità diretta della Società per Illeciti Penali Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ha introdotto nell ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa (riferibile sostanzialmente alla responsabilità penale) a carico degli Enti (da intendersi come società, associazioni, consorzi, ecc) per alcune fattispecie di reato commesse nell interesse oppure a vantaggio degli stessi: (i) (ii) Da persone che rivestano funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli Enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, ovvero da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli Enti medesimi; Da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. Tale responsabilità si aggiunge a quella (penale) della persona fisica che ha commesso materialmente il reato. L estensione della responsabilità mira a coinvolgere nella punizione di taluni illeciti penali gli Enti che abbiano tratto vantaggio, direttamente od indirettamente, dalla commissione del reato. Le sanzioni sono stabilite dal Decreto in pecuniarie ed interdittive, quali la sospensione o revoca di licenze o concessioni, l interdizione dall esercizio dell attività, il divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione, l esclusione o revoca di finanziamenti e contributi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi. La responsabilità prevista dal Decreto si configura anche in relazione a reati commessi all estero dall Ente che abbia la sede principale in Italia, qualora per gli stessi non proceda lo Stato in cui è stato commesso il reato. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 17 di 64

2 I REATI PREVISTI DAL DECRETO I reati previsti dal Decreto sono soggetti a continue variazioni ed integrazioni effettuate nel corso del tempo per mezzo di nuovi interventi legislativi. Attualmente la tipologia di reati destinati a comporre il regime di responsabilità amministrativa a carico delle Società e degli Enti è la seguente: A. Le fattispecie, già previste nel testo originario del Decreto del 2001, da cui deriva la responsabilità per le Società e gli Enti e relative ai reati attinenti i rapporti con la Pubblica Amministrazione, recentemente modificate ed integrate con lala Legge n.190/2012 3 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella Pubblica Amministrazione: Malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.); Indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di un altro ente pubblico (art. 316-ter c.p.); Truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640, 2 comma, n 1 c.p.); Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.); Frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.); Corruzione per l esercizio della funzione 4 (art. 318 c.p.); Corruzione per atto contrario ai doveri d ufficio (art. 319 c.p.) Corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.); Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.) 5 ; Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);. Concussione (art. 317 c.p.); Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.) 6 ; Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 22, recante disposizioni in materia di lavoro subordinato a tempo determinato ed indeterminato, di cui al D.lgs. 25 luglio 3 La legge è stata pubblicata n data 13 Novembre 2012 in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.265 ed è entrata in vigore in data 28 Novembre 2012. 4 Articolo con rubrica modificata dalla Legge n.190 del 6 Novembre 2012, articolo 1, comma 75. 5 Articolo introdotto con Legge n.190 del 6 Novembre 2012, articolo 1, comma 75. 6 Re -Inserito da D.Lgs. n. 121 del 7 luglio 2011, all art. 25 decies. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 18 di 64

1998, n. 286 - Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero e succ. integrazioni). B. I delitti contro la fede pubblica introdotti dall art. 6 della Legge 23 novembre 2001 n. 409 relativa a disposizioni urgenti in vista dell introduzione dell euro e così come successivamente modificati ed integrati : Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.); Alterazione di monete (art. 454 c.p.); Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art.455 c.p.); Spendita di monete falsificate ricevute in buone fede (art. 457 c.p.); Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.); Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.); Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 c.p.); Uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.); Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p); Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p) C. I reati c.d. societari inseriti per mezzo del D.Lgs. 11 aprile 2002 n. 61 e modificati dalla L. 28 dicembre 2005 n. 262 (legge sulla tutela del risparmio) mediante l introduzione nel Decreto dell art. 25-ter: False comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.); False comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622 c.c.); Falso in prospetto (art. 173-bis D.Lgs. 58/1998) 7 ; 7 Il reato di falso in prospetto è stato abrogato dall art. 34 della L. 262/2005. Pertanto non sembrerebbero essere più applicabili le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01. Tuttavia, poiché la fattispecie criminosa è stata riproposta in termini analoghi dall art. 173-bis del D.Lgs. 58/1998 si ritiene opportuno, in via prudenziale, mantenerne la previsione nella mappatura delle attività a rischio, tra i reati cui il D.Lgs. 231/01 ricollega alla responsabilità dell Ente. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 19 di 64

Abrogato - Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione (art. 2624 c.c.) 8 ; 9 Impedito controllo (art. 2625 c.c.) ; Formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.); Indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626 c.c.); Illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 c.c.); Corruzione tra privati (art. 2635 c.c.) 10 ; Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali e della società controllante (art. 2628 c.c.); Operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.); Omessa comunicazione del conflitto di interessi (art. 2629 bis c.c.); Formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.); Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.); Illecita influenza sull assemblea (art. 2636 c.c.); Aggiotaggio (art. 2637 c.c.); Ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 c.c.). D. I delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico inseriti nel Decreto dall art. 3 della Legge 14 gennaio 2003, n. 7, mediante la previsione dell art. 25-quater dei predetti reati previsti dal codice penale, dalle leggi speciali o comunque che siano stati posti in essere in violazione della convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo tenutasi a New York il 9 dicembre 1999: Associazioni sovversive (art. 270 c.p.); Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell ordine democratico (art. 270 bis c.p.); Assistenza agli associati (art. 270 ter c.p.); 8 L art. l'art. 2624 c.c. è stato abrogato dal decreto legislativo 27 gennaio 2010, art. 37, co. 34. 9 L'articolo 37, comma 35, del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 ha modificato l'articolo 2625, primo comma, del codice civile escludendo la revisione dal novero delle attività di cui la norma sanziona l'impedimento da parte degli amministratori. Il decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 introduce, nel contempo, all'articolo 29, le fattispecie dell'illecito (amministrativo e penale) di impedito controllo in capo a, seconda il comma1, I componenti dell'organo di amministrazione che, occultando documenti o con altri idonei artifici, impediscono o comunque ostacolano lo svolgimento delle attività di revisione legale. 10 L art. 2635 Infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità è stato così modificato dalla Legge n.190 del 6 Novembre 2012, all articolo 1, comma 76. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 20 di 64

Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quater c.p.); Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quinquies c.p.); Attentato per finalità terroristiche o di eversione (art. 280 c.p.); Sequestro di persona a scopo di terrorismo e di eversione (art. 289 bis c.p.); Istigazione a commettere alcuno dei delitti contro la personalità dello Stato (art. 302 c.p.); Cospirazione politica mediante accordo e cospirazione politica mediante associazione (artt. 304 e 305 c.p.); Banda armata e formazione e partecipazione e assistenza ai partecipanti di cospirazione o di banda armata (artt. 306 e 307 c.p.); Reati di terrorismo previsti dalle leggi speciali; Reati diversi da quelli elencati nel codice penale e nelle leggi speciali, posti in essere in violazione dell art. 2 della convenzione di New York dell 8 dicembre 1999. Con la Legge del 16 marzo 2006 n. 146, di ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, la responsabilità amministrativa degli Enti e delle Società è stata estesa, ai sensi dell art. 10, ai seguenti reati, purché commessi a livello transnazionale; Associazione per delinquere (art. 416 c.p.); Associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.); Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (art. 291 quater D.P.R. 23 gennaio 1973 n. 43); Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309); Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12 D.Lgs. 25 luglio 1998 n. 286); Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria (art. 377 bis c.p.); Favoreggiamento personale (art. 378 c.p.); Ai sensi dell art. 3 della legge n. 146/2006, si considera transnazionale il reato punito con a pena non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora: Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 21 di 64

- Sia commesso in più di uno Stato; - Sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato; - Sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato; - Sia commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato. E. I Delitti contro la personalità individuale introdotti nel Decreto dall art. 5 della legge 228/2003 intitolata misure contro la tratta di persone come articolo 25 quinquies : Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (art. 600 c.p.); Prostituzione minorile (art. 600 bis c.p.); Pornografia minorile (art. 600 ter c.p.); Detenzione di materiale pornografico (art. 600 quater c.p.); Pornografia virtuale (art. 600 quater.1 c.p.) Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600 quinquies c.p.); Tratta di persone (art. 601 c.p.); Alienazione e acquisto di schiavi (art. 602 c.p.). F. I reati in materia di abuso di informazione privilegiata e di manipolazione del mercato sono stati introdotti nel Decreto come art. 25 sexies per mezzo dell art. 9 della L. 18 aprile 2005 n. 62 che ha altresì modificato il Testo Unico della Finanza (D.Lgs. 58/1998). Per essi sono previste sia sanzioni penali irrogate dalla magistratura ordinaria sulla base di quanto disposto dagli articoli 184 e 185 del TUF, sia sanzioni amministrative irrogate dalla Consob a seguito della previsione degli articoli 187 bis e 187 ter del TUF: Abuso di informazioni privilegiate (articoli 184 e 187 bis del TUF.); Manipolazione di mercato (articoli 185 e 187 ter del TUF). G. Un ulteriore reato contro la personalità individuale è stato introdotto con la legge 9 gennaio 2006 n. 7 intitolata disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione dei genitali femminili, in attuazione del programma di azione adottato nella conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995 che ha inserito l art. 583 bis nel codice penale relativo e per mezzo dell art. 8 ha aggiunto nel Decreto l art. 25 quater 1: Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 22 di 64

Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili. H. I reati per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro introdotti nel Decreto per mezzo dell art. 25 septies secondo quanto disposto dall art. 9 della Legge 3 agosto 2007 n. 123 in materie di sicurezza sul lavoro che prevede due particolari casi di responsabilità. La legge 123/2007 ha altresì delegato il Governo ad adottare entro maggio 2008 i decreti legislativi necessari per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Il D.Lgs. del 9 aprile 2008 n. 81 ha dato attuazione a quanto stabilito dalla Legge 123/2007. I reati previsti dall art. 25 septies sono: Omicidio colposo (art. 589 c.p.); Lesioni personali colpose gravi o gravissime (art. 590 comma III c.p.),se commessi in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro. I. I reati in materia di riciclaggio e ricettazione sono stati introdotto nel Decreto dall art. 63 comma III del D.Lgs 231 del 2007 di recepimento della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo. Il nuovo art. 25 octies prevede i reati di: Ricettazione (ar. 648 c.p.); Riciclaggio (art. 648 bis c.p.); Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648 ter c.p.). I predetti reati sono rilevanti sia se commessi a livello nazionale sia qualora le attività che hanno generato i beni da riciclare si siano svolte nel territorio di un altro stato comunitario o di un Paese extracomunitario. J. La legge 48/2008 di ratifica della Convenzione sulla criminalità informatica ha esteso, a partire dal 5 aprile 2008 la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ai reati di criminalità informatica introducendo nel decreto l art. 24 bis che fa riferimento ai seguenti reati: Falsità in un documento informatico pubblico o privato o avente efficacia probatoria(art. 491 bis c.c.); Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (art. 640 quinquies c.p.). Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615 ter c.p.); Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 23 di 64

Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615 quater c.p.); Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615 quinques c.p.); Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617 quater c.p.); Installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617 quinquies c.p.); Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635 bis c.p.); Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635 ter c.p.); Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635 quater c.p.); Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635 quinquies c.p.); K. I reati connessi alle attività proprie del crimine organizzato, inseriti nel Decreto a seguito di approvazione del così detto Pacchetto sicurezza (d.d.l n. 21180 art. 59) ed introdotti dalla Legge 94 del 15 Luglio 2009. Principale caratteristica è l introduzione ed estensione anche all ambito nazionale dei reati associativi, già previsti nella legge 146/2006 11 nel caso in cui tali reati avessero carattere transnazionale. Tale introduzione risponde all esigenza di rafforzare la lotta contro la criminalità di impresa (ad esempio frodi fiscali, il traffico illecito di rifiuti, ecc.). L art. 24-ter introduce i seguenti reati: Associazione per delinquere (art. 416 c.p. ad eccezione del sesto comma); Associazione a delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavitù, alla tratta di persone, all acquisto e alienazione di schiavi ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull immigrazione clandestina di cui all art. 12 D.Lgs. 286/1998 (art. 416 c.p.); Associazione di tipo mafioso ( art. 416-bis c.p.); Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p); Sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c.p.); Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 DPR 9 ottobre 1990 n. 309). 11 Art. 10 della Legge Ratifica della Convenzione ONU sulla lotta alla criminalità organizzata transnazionale (si veda anche.) Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 24 di 64

Illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo 12 L. I delitti in materia di turbata libertà dell industria e del commercio introdotti nel Decreto (art. 25- bis 1) a seguito di emanazione della Legge 99 del 23 luglio 2009 ed in particolare: Turbata libertà dell industria e del commercio (art. 513 c.p.); Frode dell esercizio del commercio ( art. 515 c.p.); Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.); Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.); Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.); Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.); Illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.); Frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.). M. I delitti di violazione del diritto d autore, che contemplano alcuni reati previsti dalla L. 633/1941 a protezione del diritto d autore (in particolare degli artt. 171, 171-bis, 171-ter, 171-septies e 171-octies),Tali reati sono stati introdotti nel Decreto all art. 25-novies a seguito di emanazione della Legge 99 del 23 luglio 2009 e riguardano in particolare le duplicazioni abusive o la diffusione nel territorio dello Stato di prodotti senza la preventiva comunicazione alla SIAE. Messa a disposizione del pubblico, in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta, o di parte di essa (art. 171,l.633/194); Reati di cui al punto precedente commessi su opere altrui non destinate alla pubblicazione qualora ne risulti offeso l onore o la reputazione (art. 171, l. 633/1941); Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di 12 La Legge precisa che sono escluse le armi denominate da bersaglio da sala, o ad emissione di gas, nonché le armi ad aria compressa, sia lunghe sia corte i cui proiettili erogano un energia cinetica superiore a 7,5 joule, e gli strumenti lanciarazzi, salvo che si tratti di armi destinate alla pesca ovvero di armi e strumenti per i quali la Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi escluda, in relazione alle rispettive caratteristiche, l attitudine a recare offesa alla persona. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Edizione 6.0 anno 2013 pag. 25 di 64