CASSAZIONE CIVILE Terza Sezione - Sentenza n. 14638 del 30 luglio 2004



Documenti analoghi
Art. 54 decreto legge

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015

Il fallimento italiano delle società trasferite all estero

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE

Sentenza n del 19 marzo 2009 della Corte Cassazione - Sezione tributaria

Sezione Lavoro. Sentenza n del 12 ottobre (Presidente S. Mattone Relatore V. Di Nubila)

Infiltrazioni di acqua dalla terrazza di copertura del fabbricato condominiale:

Usura psico fisica in assenza di riposi compensativi Renzo La Costa

Cassazione: giusta causa di licenziamento per il furto in azienda anche se c'è assoluzione nel giudizio penale sentenza 802/2013 commento e testo

Le Prestazioni c.d. i Limiti di Elasticità della

TRIBUNALE DI ROMA sezione lavoro REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

TRIBUNALE DI UDINE. sezione civile

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

ha pronunciato la presente

APPELLO CIVILE - APPELLABILITÀ - SENTENZE SECONDO EQUITÀ.

RISOLUZIONE N. 8/E. Con l interpello specificato in oggetto, concernente la rettifica di una dichiarazione di successione, è stato esposto il seguente

1. PREMESSA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE.4 3. GESTIONE DEL CONTENZIOSO PENDENTE

CORSO DI AGEVOLAZIONI TRIBUTARIE DI INTERESSE NOTARILE AGEVOLAZIONI RELATIVE AI BENI IMMOBILI. Giurisprudenza

RISOLUZIONE N. 337/E

Cartelle per posta: prova dell avvenuta notifica

«IL PROCESSO D APPELLO DINANZI ALLA COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE»

Indagini bancarie aperte a tutti.

STUDIO LEGALE Avv. Antonella Nigro

RISOLUZIONE N.126/E QUESITO

OGGETTO: Movimentazioni bancarie non giustificate

CIRCOLARE N. 25/E. Roma, 19 maggio 2010

Cassazione 29 settembre 2015, n consenso informato e responsabilità medica

Roma, 15 febbraio Spett.le A.N.M. Associazione Nazionale Magistrati

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Avvocato cambia numero di fax? Deve comunicarlo subito all'autorità giudiziaria

Si richiama l attenzione sulle seguenti sentenze del Consiglio di Stato,relative a questioni inerenti i concorsi pubblici e gli esami di maturita.

REPUBBLICA ITALIANA. In nome del popolo italiano. Il Tribunale di Udine, sezione civile, riunito in camera di consiglio nelle persone dei magistrati


Cass. Sez. III 02 Luglio 2010 n 15706

RISOLUZIONE N. 225/E

AGEVOLAZIONI PRIMA CASA SE LA PRECEDENTE DIVENTA UFFICIO Cass. Possibilità di usufruire delle agevolazioni della prima casa nell'acquisto di un nuovo

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI CATANZARO SECONDA SEZIONE CIVILE

ISTANZA DI AMMISSIONE ANTICIPATA E PROVVISORIA AL BENEFICIO DEL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO D.P.R. 30 maggio 2002 n. 115.

CIVILE AVVOCATO E PROCURATORE. Corte di Cassazione Sez. I civ. 4 Marzo 2013, n 5297 (Pres. C.

Casi Transfrontalieri Il Diritto Penale Europeo per gli avvocati difensori. Avv. Vania Cirese.

Commissione Tributaria Provinciale di Enna sezione terza sent. n. 140 del 2010

A) OPPOSIZIONI CARTELLE ESATTORIALI

Commissione Tributaria Provinciale di Milano, Sez. 46, sent. n. Massima E illegittima l iscrizione a ruolo eseguita da un Ufficio

DIFFERENTE TUTELA PER ORFANI E INVALIDI IN CASO DI LICENZIAMENTO RIDUZIONE PERSONALE sente.cass. 30 ottobre 2012, n commento e testo

La vicina non deve estirpare l alloro: basta potarlo Cassazione sentenza n. 93/2013 commento e testo

RISOLUZIONE N. 110/E

QUESITO SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE

Simposio ASMOOI: La responsabilità medica del lavoro in equipe LA RESPONSABILITA CIVILE PER IL LAVORO SVOLTO DALL EQUIPE.

Controversie relative al licenziamento: applicabilità del rito Fornero

Cassazione Penale, 28 luglio 2011, n Smaltimento di materiali tossici e mancanza di formazione professionale

ROMA Auditorium Ministero della Salute 22 maggio 2014 LE RESPONSABILITÀ PROFESSIONALI A VV. ITALO P ARTENZA

Copertura delle perdite

PARLAMENTO EUROPEO. Commissione per le petizioni COMUNICAZIONE AI MEMBRI

RISOLUZIONE N. 46/E QUESITO

RISOLUZIONE N.80/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 90 /E

STUDIO LEGALE BOGLIONE IPOTESI DI RIFORMA DELLA RESPONSABILITÀ MEDICA E SCENARI ASSICURATIVI BOLOGNA 9 NOVEMBRE 2012

Centro Studi Consiglio Nazionale Ingegneri

LA GIUNTA REGIONALE. - su proposta dell Assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche, Sig. Alberto Cerise; D E L I B E R A

Nelle premesse, infatti, si parla giustamente di competenza giurisdizionale punto (6).

Suprema Corte di Cassazione. sezione lavoro. sentenza 5 maggio 2014, n REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Scelte gestionali e diligenza degli amministratori

SETTORE AFFARI ISTITUZIONALI, LEGALI E CONTRATTI UFFICIO AFFARI LEGALI DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 669

Aiutare a far riconoscere i propri diritti

L ASSISTENZA LEGALE AL LAVORATORE E IL RUOLO DELL ANMIL

Roma, 30 ottobre 2008

IMMOBILE COMPRATO E RISTRUTTURATO IN COPPIA, MA LA CONVIVENZA SI CHIUDE: POSSIBILE IL RIMBORSO ALLA DONNA NON

LA FORMAZIONE E L INFORMAZIONE ANTINFORTUNISTICA DEI LAVORATORI DEVONO ESSERE DOCUMENTATE

Soci amministratori unici con tutela assicurativa INAIL

Corte di Cassazione penale: modificazione sostanziale di un impianto di verniciatura industriale

TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE

LA RESPONSABILITA MEDICA: RESPONSABILITA DEL MEDICO, RESPONSABILITA PER OMESSO CONSENSO INFORMATO E RESPONSABILITA DELLA STRUTTURA SANITARIA *

Redazione a cura della Commissione Comunicazione del CPO di Napoli

PROTOCOLLO RELATIVO ALLA CONVENZIONE PER LA PROTEZIONE DELLE ALPI (CONVENZIONE DELLE ALPI) SULLA COMPOSIZIONE DELLE CONTROVERSIE

TRIBUNALE ORDINARIO di SASSARI PRIMA SEZIONE CIVILE VERBALE DELLA CAUSA n. r.g. 397/2015. tra

COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE DI. RICORSO CON ISTANZA ai sensi dell art. 17-bis del D.Lgs. n. 546/92

RISOLUZIONE N. 105/E

Roma, 01 dicembre 2008

-- -

Nota a Cassazione, sez. lavoro, n del 5 maggio 2011 Pres. Lamorgese; Rel. Stile; LA GENERICA MOTIVAZIONE DEL RECESSO EQUIVALE ALLA MATERIALE

Suprema Corte di Cassazione. sezione lavoro. sentenza 24 aprile 2014, n. 9301

RIFORMA DELLA LEGGE PINTO. Il DL n. 83/2012, c.d. decreto Sviluppo, convertito in legge n. 134/2012,

IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

SENTENZA N. 355 ANNO 2005

RISOLUZIONE N.254/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 211/E

Progetto ASTREA WP2: Sistema informativo per il monitoraggio del sistema giudiziario

Consiglio Provinciale dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Dentro la Notizia 60/2013 MAGGIO/1/2013 (*) 2 Maggio 2013

Decisione N del 07 marzo 2014

1. Cos è e come si sviluppa. In particolare concetto ed elementi che lo distinguono dal mobbing

Il Contratto di Assicurazione

Sentenza della Corte. 12 febbraio 1974

RINUNCIA ALLA RIVALSA

IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof. Massimo Caratelli Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

CONSIGLIO DELL ORDINE DEGLI AVVOCATI DI BRESCIA

Il riconoscimento e l esecuzione delle decisioni giudiziarie straniere

Circolare del Ministero delle Finanze (CIR) n. 221 /E del 30 novembre 2000

SECURITY MANAGERIALE E RICONOSCIMENTO DELL INFORTUNIO PROFESSIONALE PATRONATO ANMIL ROMA- CONSULENTE CENTRALE AVV.

R E P U B B L I C A I T A L I A N A

Transcript:

CASSAZIONE CIVILE Terza Sezione - Sentenza n. 14638 del 30 luglio 2004 Il paziente deve essere informato dei rischi tecnici dell intervento che si appresta a subire e deve conoscere adeguatamente lo stato di efficienza e le dotazioni della struttura in cui è ricoverato. La responsabilità e i doveri del medico non riguardano solo l'attività propria e dell'eventuale equipe, che a lui risponda, ma si estende allo stato di efficienza e al livello di dotazioni della struttura sanitaria in cui presta la sua attività, e si traduce in un ulteriore dovere di informazione del paziente. Il consenso informato, personale del paziente o di un proprio familiare, in vista di un intervento chirurgico o di altra terapia specialistica o accertamento diagnostico invasivi, non riguardano soltanto i rischi oggettivi e tecnici in relazione alla situazione soggettiva e allo stato dell'arte della disciplina, ma riguardano anche la concreta, magari momentaneamente carente situazione ospedaliera, in rapporto alle dotazioni e alle attrezzature, e al loro regolare funzionamento, in modo che il paziente possa non soltanto decidere se sottoporsi o meno all'intervento, ma anche se farlo in quella struttura ovvero chiedere di trasferirsi in un'altra. Pertanto, se è vero che la richiesta di uno specifico intervento chirurgico, avanzata dal paziente, può farne presumere il consenso a tutte le operazioni preparatorie e successive che vi sono connesse, e in particolare al trattamento anestesiologico, allorché più siano le tecniche di esecuzione di quest'ultimo, e le stesse comportino rischi diversi, è dovere del sanitario, cui pur spettano le scelte operative, informarlo dei rischi e dei vantaggi specifici e operare la scelta in relazione all'assunzione che il paziente ne intenda compiere. Svolgimento del processo Con citazione notificata il 14.3.1996 Galbiati Antonio conveniva davanti al tribunale di Milano la Fondazione Centro S. Raffaele del Monte Tabor, onde ottenere il risarcimento dei danni subiti a causa dell'inadeguata manovra di intubazione da parte degli anestesisti dell'ospedale S. Raffaele, ove era stato operato l'1.2.1994 per artoprotesi all'anca destra, a seguito del quale intervento riportava grave disfonia. Si costituiva la convenuta Fondazione e chiedeva il rigetto della domanda. Veniva disposta c.t.u.. Veniva quindi disposto supplemento di consulenza tecnica, anche al fine di accertare la necessità del consenso informato nei confronti del Galbiati, in merito alla possibilità di aggravamento delle sue condizioni di voce a seguito del trattamento anestesiologico e dell'intervento. Il tribunale rigettava la domanda. Proponeva appello il Galbiati Antonio, insistendo in particolare sulla responsabilità della convenuta per mancanza di consenso informato in relazione al trattamento anestesiologico, da cui sarebbe derivato il danno fonetico. Si costituiva e resisteva la convenuta. La Corte di appello di Milano, con sentenza depositata il 5.5.2000, rigettava la domanda. Riteneva la corte di merito che, sulla base della consulenza tecnica effettuata dal prof. Mangili, emergeva che non esisteva un nesso di causalità materiale tra il trattamento di intubazione orotracheale subito dal Galbiati e la paralisi ricorrenziale sinistra, che, manifestatasi una prima volta l'i.2.1994, delineava come del tutto probabile una eziopatogenesi naturale (ectasia aortica); 1

che eguale conclusione si traeva anche dal supplemento della c.t.u. con la conseguenza che non poteva accogliersi la domanda di risarcimento del danno da mancanza di consenso informato, poiché il trattamento, su cui non era stata fornita l'informazione al paziente, non era causa del danno lamentato. La sentenza impugnata ha ritenuto di dover condividere dette conclusioni del c.t.u., essendo le stesse confortate da una completa acquisizione dei dati di fatto e da un'attenta valutazione degli stessi. Avverso questa sentenza ha proposto ricorso per Cassazione l'attore. Resiste con controricorso la convenuta intimata. Motivi della decisione 1. Con il primo motivo di ricorso il ricorrente lamenta la violazione dell'art. 360 n. 5 c.p.c., in relazione agli artt. 195 e 196 c.p.c.. Assume il ricorrente che la sentenza è contraddittoria, perché, dopo aver dato atto che l'intervento chirurgico comportava il rischio di aggravamento delle alterazioni della fonazione, avrebbe poi escluso l'obbligo di informazione, perché tale obbligo non si estende ai rischi anomali o non prevedibili; che, così operando, la sentenza impugnata si è discostata dal principio che impone ai sanitari il dovere di informazione in tutti i casi di prevedibilità e possibilità di rischi, anche ridotti. Secondo il ricorrente il giudice di appello non avrebbe valutato correttamente le certificazioni mediche prodotte e la relazione del consulente di parte, che metteva in risalto come il trattamento anestesiologico avrebbe potuto aggravare le condizioni della voce e che, quindi, si trattava di un rischio prevedibile, di cui il Galbiati doveva essere informato. 2.1. Ritiene questa Corte che il motivo sia infondato e che lo stesso vada rigettato. Osserva preliminarmente questa Corte che nel contratto di prestazione d'opera intellettuale tra il chirurgo ed il paziente, il professionista anche quando l'oggetto della sua prestazione sia solo di mezzi, e non di risultato, ha il dovere di informare il paziente sulla natura dell'intervento, sulla portata ed estensione dei suoi risultati e sulle possibilità e probabilità dei risultati conseguibili, sia perché violerebbe, in mancanza, il dovere di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto (art. 1337 c.c.) sia perché tale informazione è condizione indispensabile per la validità del consenso, che deve essere consapevole, al trattamento terapeutico e chirurgico, senza del quale l'intervento sarebbe impedito al chirurgo tanto dall'art. 32 comma 2 della Costituzione, a norma del quale nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, quanto dall'art. 13 cost., che garantisce l'inviolabilità della libertà personale con riferimento anche alla libertà di salvaguardia della propria salute e della propria integrità fisica, e dall'art. 33 della l. 23 dicembre 1978 n. 833, che esclude la possibilità di accertamenti e di trattamenti sanitari contro la volontà del paziente se questo è in grado di prestarlo e non ricorrono i presupposti dello stato di necessità (art. 54 c.p.) (Cass. 25/11/1994, n. 10014; Cass. 24/09/1997, n. 9374; Cass. 15/01/1997, n. 364; Cass. 16/05/2000, n. 6318). 2

2.2. La responsabilità e i doveri del medico non riguardano solo l'attività propria e dell'eventuale "equipe", che a lui risponda, ma si estende allo stato di efficienza e al livello di dotazioni della struttura sanitaria in cui presta la sua attività, e si traduce in un ulteriore dovere di informazione del paziente. Il consenso informato - personale del paziente o di un proprio familiare - in vista di un intervento chirurgico o di altra terapia specialistica o accertamento diagnostico invasivi, non riguardano soltanto i rischi oggettivi e tecnici in relazione alla situazione soggettiva e allo stato dell'arte della disciplina, ma riguardano anche la concreta, magari momentaneamente carente situazione ospedaliera, in rapporto alle dotazioni e alle attrezzature, e al loro regolare funzionamento, in modo che il paziente possa non soltanto decidere se sottoporsi o meno all'intervento, ma anche se farlo in quella struttura ovvero chiedere di trasferirsi in un'altra. L'obbligo si estende ai rischi prevedibili e non anche agli esiti anomali, al limite del fortuito, che non assumono rilievo secondo l'id quod plerumque accidit, non potendosi disconoscere che l'operatore sanitario deve contemperare l'esigenza di informazione con la necessità di evitare che il paziente, per una qualsiasi remota eventualità, eviti di sottoporsi anche ad un banale intervento, evitando quindi quella che la giurisprudenza francese definisce una "reaction dangereuse" del paziente. Assume rilevanza, in proposito, l'importanza degli interessi e dei beni in gioco, non potendosi consentire tuttavia, in forza di un mero calcolo statistico, che il paziente non venga edotto di rischi, anche ridotti, che incidano gravemente sulle sue condizioni fisiche o, addirittura, sul bene supremo della vita. 2.3. L'obbligo di informazione si estende, inoltre, ai rischi specifici rispetto a determinate scelte alternative, in modo che il paziente, con l'ausilio tecnico-scientifico del sanitario, possa determinarsi verso l'una o l'altra delle scelte possibili, attraverso una cosciente valutazione dei rischi relativi e dei corrispondenti vantaggi. Sotto un altro profilo è noto che interventi particolarmente complessi, specie nel lavoro in equipe, ormai normale negli interventi chirurgici, presentino, nelle varie fasi, rischi specifici e distinti. Allorché tali fasi (ad esempio quella dell'anestesia) assumano una propria autonomia gestionale e diano luogo, esse stesse, a scelte operative diversificate, ognuna delle quali presenti rischi diversi, l'obbligo di informazione si estende anche alle singole fasi ed ai rispettivi rischi. 2.4. Applicando tali principi al caso concreto, se è vero che la richiesta di uno specifico intervento chirurgico avanzata dal paziente può farne presumere il consenso a tutte le operazioni preparatorie e successive che vi sono connesse, ed in particolare al trattamento anestesiologico, allorché più siano - come nel momento presente - le tecniche di esecuzione di quest'ultimo, e le stesse comportino rischi diversi, è dovere del sanitario, cui pur spettano le scelte operative, informarlo dei rischi e dei vantaggi specifici ed operare la scelta in relazione all'assunzione che il paziente ne intenda compiere. 3. Sennonché non è l'inadempimento da mancato consenso informato che è di per sé oggetto di risarcimento, ma il danno consequenziale, secondo i principi di cui all'art. 1223 c.c.. Ne consegue che, se non sussiste un rapporto causale tra l'aggravamento delle condizioni del paziente o l'insorgenza di nuove patologie e l'intervento sanitario, non può darsi luogo ad alcun risarcimento del danno. Infatti è risarcibile solo il danno eziologicamente collegabile all'inadempimento. 3

4.1. Nella fattispecie, contrariamente all'assunto del ricorrente, la sentenza impugnata, anzitutto non ha mai riconosciuto che il Galbiati fosse un soggetto a rischio aumentato di danno iatrogeno da intubazione protratta, ma si limita a riportare tra virgolette tale assunto, effettuato dal consulente di parte. Inoltre il giudice di appello, riportandosi alle conclusioni del c.t.u. ha ritenuto che non era provato un nesso di causalità materiale tra il trattamento di intubazione orotracheale subito dal Galbiati e la paralisi ricorrenziale sinistra, che manifestatasi una prima volta l'1.2.1994, delineava come del tutto probabile una eziopatogenesi naturale (ectasia aortica). La stessa sentenza, riportandosi al supplemento della c.t.u. in merito alle osservazioni mosse dal c.t. parte ed al dovere di informazione, ha ritenuto che non potessero essere condivise le osservazioni del c.t. di parte e che pertanto non risultava provato non solo il nesso di casualità tra la manovra di intubazione e la disfonia, ma anche tra detta manovra ed una temporanea evidenziazione o accentuazione sintomatologica. La corte territoriale ha ritenuto di dover condividere dette conclusioni del c.t.u., essendo le stesse confortate da una completa acquisizione dei dati di fatto e da un'attenta valutazione degli stessi. 4.2. Osserva questa corte che il giudice di merito che riconosce convincenti le conclusioni del consulente tecnico non è tenuto ad esporre in modo specifico le ragioni che lo inducono a fare propri gli argomenti dell'ausiliare se dalla indicazione della consulenza tecnica possa desumersi che le contrarie deduzioni delle parti siano state rigettate, dato che in tal caso l'obbligo della motivazione è assolto con l'indicazione della fonte dell'apprezzamento espresso. Quando, invece, i rilievi all'operato del consulente tecnico sono stati avanzati dopo il deposito della relazione (e non hanno ricevuto risposta, quindi, in tale relazione), il giudice che ritiene di uniformarsi al parere del consulente tecnico non può sottrarsi, se gli argomenti sono specifici, puntuali e suffragati da elementi di prova, al dovere di esporre le ragioni per le quali ha ritenuto infondati questi rilievi (Cass. 9/12/1995, n. 12630; Cass. 7.6.2000, n. 7716; Cass. 11.3.2002, n. 3492). 4.3. Tuttavia, se il giudice riconvoca il c.t.u. per un supplemento di consulenza, relativamente ai rilievi mossi dalle parti alla relazione di consulenza, ed il giudice si riporti anche a detto supplemento di consulenza, vale ancora una volta il primo principio suddetto, per cui il giudice non è tenuto ad indicare in modo articolato e specifico le ragioni per cui ritenga di non condividere le osservazioni critiche delle parti, allorché attraverso gli opportuni richiami agli elaborati del c.t.u. (ivi compreso quello di risposta alle censure) lasci desumere che le contrarie deduzioni sono state disattese. Ne consegue che non sussiste il lamentato vizio motivazionale né l'assunta violazione degli artt. 195 e 196 c.p.c.. 5. Il rigetto del primo motivo di ricorso comporta il rigetto anche del secondo motivo, con cui si lamenta la violazione dell'art. 360 n. 5 c.p.c., in relazione agli artt. 2236, 2043 e 2055 c.c., ritenendo il ricorrente sussistente una responsabilità solidale tra i sanitari e la struttura ospedaliera, ai sensi delle predette norme. 4

Infatti detto motivo presuppone che sussista un nesso causale tra l'intervento di intubazione ed il danno da afonia lamentato dal ricorrente, con la conseguenza che, essendo stato escluso definitivamente in punto di fatto detto rapporto eziologico con il rigetto del primo motivo, risulta infondata ogni censura attinente al mancato riconoscimento della responsabilità solidale tra l'equipe medica e la struttura ospedaliera. 6. Il ricorso va, pertanto, rigettato. Esistono giusti motivi per compensare per intero tra le parti le spese del giudizio di Cassazione. P.Q.M. Rigetta il ricorso e compensa tra le parti le spese del giudizio di Cassazione. Così deciso in Roma, il 19 maggio 2004. Depositato in Cancelleria il 30 luglio 2004 5