Turismo e cultura di fronte alla modernizzazione della città Dati, riflessioni e qualche traccia per il futuro di Roma Antonio Preiti 1. Il turismo e la cultura a Roma fra opportunità e minacce È un momento particolare quello che Roma sta vivendo nella cultura e nel turismo. Particolare, perché si vedono insieme le grandi prospettive che possono ancora nascere da una loro crescita congiunta e allo stesso tempo si hanno segnali che la città non riesca neppure a governare i processi in corso, per cui si teme che il futuro possa essere segnato, ancor prima che si avveri, dall incapacità di governare quel che succede qui e ora. I fenomeni che la coinvolgono maggiormente possono così essere sintetizzati: Crescita continua della domanda: anche ben oltre i dati ufficiali sulle presenze turistiche, Roma mostra una costante crescita di attrazione, d interesse, e di conseguenza anche di visite turistiche. Lo stato dell arte delle statistiche non ci permette di quantificare con esattezza i termini della crescita, ma alcuni dati oggettivi ci consentono di affermare che la crescita è solida e costante; Grande effervescenza nella speculare crescita dell offerta di pernottamenti: c è un intreccio tra illecito, informale e nuove forme di ospitalità che ha bisogno di un ripensamento generale sia della classificazione alberghiera, sia di una semplificazione che porti ad accogliere nuove forme di ospitalità che possono dare un
grande contributo anche alle finanze pubbliche, oltre che all economia delle famiglie. Il punto è che a fronte di una crescita alberghiera, che si è registrata a ridosso e sull onda lunga del Giubileo del 2000, negli ultimi anni l offerta strettamente alberghiera non è cresciuta ai ritmi precedenti, anche perché, dato l elevato costo dei suoli e degli edifici, chi ha creato alberghi negli ultimi dieci anni, ha fatto solo 4 e 5 stelle, perciò generando un vuoto d offerta sull 80 % del mercato che, sostanzialmente, arriva fino alle tre stelle (che poi le stelle oggi significhino poco, è un altro discorso); Prossima apertura del Giubileo della Misericordia che, seppure con toni da evento (ma non di contenuti) più bassi rispetto al precedente e con presumibile minore impatto di massa, rappresenta comunque un ulteriore crescita della domanda turistica per tutto il 2016; Allargamento del concetto geografico di Roma, sia per lo sviluppo di offerte alberghiere nei comuni limitrofi, sia per l eccellente servizio di collegamento ferroviario con Firenze e Milano, che rende la città sempre più connessa alle altre, tale per cui la presenza a Roma (o Firenze) e conseguente pernottamento, non sono più strettamente legati, perché si può visitare una città per tutto il giorno e dormire nell altra, o viceversa; Esplosione della rivoluzione digitale nel turismo che ha modificato radicalmente il modello di business del settore, che passa sempre meno dagli intermediari tradizionali (tour operators, agenzie di viaggio) e sempre più da quelli digitali delle OTA (agenzie on line) e alla messa sul mercato delle abitazioni, che adesso hanno trovato una piattaforma (airbnb) formidabile nel fare matching tra la domanda e l offerta; Legame sempre più stretto tra logistica e offerta di ospitalità, nel senso che spesso il vincolo alla crescita è dato dalla logistica insufficiente, questo interroga sul legame sempre più necessario tra le infrastrutture di trasporto e l offerta di pernottamento. Basti pensare alla funzione centrale dell aeroporto di Fiumicino, alla 2
scarsa qualità di quello di Ciampino, ai collegamenti Roma Aeroporto, ai bus che collegano Roma con i dintorni (oggi sostanzialmente assenti sul piano della comunicazione turistica), alla crisi ATAC e alla metro: Grande domanda verso la cultura, espressa come domanda di visita ai musei, ma il cui orizzonte si ferma esattamente alla visita, perché non ci sono valorizzazioni dell esperienza museale e culturale, non c è una digitalizzazione del settore, e una debole produzione culturale, e del tutto assenza il mix potenzialmente straordinario tra l offerta culturale e l offerta degli altri elementi che rappresentano il valore aggiunto italiano (la moda, il food, le produzioni industriali emozionali); Grande debolezza sul piano delle mostre, che oggi sono l arma più importante per moltiplicare e replicare le visite alla città. Una volta visto il Colosseo, raramente si torna per vederlo una seconda volta, si fa se c è una mostra che richiami e rinnovi interesse verso la città; Attesa verso l autonomia di tre grandi siti dell offerta di beni culturali (Colosseo, Galleria Borghese e Galleria Nazionale d Arte Moderna) che potrebbero costituire una grande novità, ma di cui, al momento, non ci sono ancora segnali; Rimane complessivamente la sensazione che alla crescita dei flussi, della domanda potenziale, delle opportunità che si offrono alla città, non corrisponda né un pensiero all altezza, né una capacità di management complessivo della città. Come si fosse davanti a vecchi canali che non riescono a contenere i nuovi flussi, né per quantità, né per qualità. 2. Alcuni dati di fondo Prima ancora di arrivare a qualche proposta di lavoro, è forse utile offrire il quadro essenziale di alcuni dati, proprio per poter focalizzare al meglio la situazione e della città. 3
I dati di flusso. Il dato che solitamente si consulta per valutare i flussi turistici di Roma è quello EBTL, di cui però non sono evidenti i criteri di selezione delle strutture e di calcolo. Secondo questa fonte le presenze turistiche a Roma (numero di notti) è di 25 milioni (2014). L impressione è che il numero sottostimi ampiamente il fenomeno reale. Questo sia perché, come vedremo, c è una moltitudine di offerte di pernottamento, che probabilmente non sono comprese, sia perché altri indicatori (es. arrivi agli aeroporti, arrivi ferroviari, ecc.) hanno avuto in questi ultimi anni dinamiche molto più espansive. Tuttavia, la sensazione molto netta è che, nonostante i problemi della città, i flussi sono in continua crescita. Anche perché ci sono elementi che contribuiscono oggettivamente a creare domanda turistica e immagine positiva della città (dal mondo del cinema, da ultimo Spectre, l ultimo film di 007, la visita solitaria di Obama al Colosseo, che è diventato un video virale del NYTimes, il successo della grande Bellezza di Sorrentino e, soprattutto, dalla figura e dall attrazione suscitata da Papa Francesco). I dati sull offerta ricettiva Come si può osservare dalla tabella, a Roma ci sono circa mille alberghi per un offerta complessiva di 50mila camere, perciò il massimo dell ospitalità della città (se ci fermassimo alla sola offerta alberghiera) sarebbe di non più di 100mila persone. Accanto ai mille alberghi ci sono altre 6mila offerte di alloggio nelle varie forme giuridiche, anche di difficile definizione. Tuttavia si tratta di micro offerte, perché all 86,1 % di esercizi non alberghieri corrisponde solo il 34,7 % dell offerta di camere, che è il solo indicatore che conti sul mercato. In particolare, la dimensione media degli alberghi è di circa 50 camere (48,9 % per l esattezza) e per gli altri esercizi non alberghieri è di 4 camere (per l esattezza 4,2). 4
Tipologia Numero esercizi Camere alberghi 1.016 49.678 case x ferie 261 7.330 affittacamere 1.864 8.110 ostelli 7 106 case vacanza impr 166 1.701 case vacanza non impr 2.302 4.447 B&B 1.643 3.687 residence 45 1.011 Tutte 7.304 76.070 % sugli esercizi 13,91 3,57 25,52 0,10 2,27 31,52 22,49 0,62 100,00 % sulle camere 65,31 9,64 10,66 0,14 2,24 5,85 4,85 1,33 100,00 I dati economici (1. il valore degli alberghi) Sul mercato degli asset una camera alberghiera a Roma è valutata notevolmente bene. Considerando le principali città dell Europa e il segmento upscale (nel mercato internazionale si valuta il prezzo che costa la camera non le stelle, perciò saremmo sui 5 stelle e sui migliori 4 stelle) Roma è al quinto posto nel valore degli alberghi in questa categoria, superata solo da Londra, Parigi, Ginevra e Zurigo. Considerando il valore medio delle prime trenta città europee, la media del valore della camera è di 246mila euro, ma per Roma è 375mila euro, perciò largamente al di sopra. Dato che spesso s indica (erratamente) la Spagna come campione, questi dati ci mostrano che i veri campioni sono le città dove c è una larga componente di turismo business, sostanzialmente le grandi capitali, come appunto Parigi e Londra e poi le città più piccole che hanno un elevatissimo standing internazionale, come Ginevra, Zurigo, Amsterdam. Merita un osservazione anche l andamento complessivo del valore degli alberghi in tutte le grandi città europee. Nel 2008 c è stato il punto di crisi maggiore (- 19 %), il segno meno è rimasto anche nel 2009 ( - 15 %), per poi riprendere nel 2010 (+3,0 %) e proseguendo la crescita fino al 2014. Perciò siamo davanti a una ripresa del 5
mercato immobiliare relativo agli alberghi, ben più positivo di quello immobiliare residenziale che ha dinamiche di crescita minore, e in Italia ancora meno. I dati economici (2. il valore del rendimento delle camere) Un dato che nessuno (o quasi) considera nel dibattito pubblico sul turismo è il rendimento delle camere, insomma il dato economico, quello che tecnicamente è il 6
RevPar, cioè il rendimento per camera, dato fondamentale per capire come va il settore dell ospitalità. Anche sul piano dei rendimenti Roma non è messa male, perché è superata solo da campioni dell hotellerie come Ginevra, Zurigo, Londra e Parigi, mentre si trova davanti a città come Mosca (che fino a qualche tempo fa aveva battuto tutti i record), Amsterdam, Francoforte e Barcellona. Nell ultimo anno, il 2015 ancora in corso, il rendimento delle camere a Roma è ancora cresciuto (si ricorda che qui è considerato solo il segmento upscale, per il quale ci sono dati disponibili). Roma in un anno ha avuto una crescita del 2,0 %, inferiore solo a quella straordinaria di Londra (+ 5,2 %), che oramai è la capitale mondiale dell hotellerie, anche grazie alla spinta delle recenti olimpiadi. (I casi di Lisbona e Dublino sono piuttosto congiunturali). 7
Naturalmente ben diverso sarebbe la situazione (se si avessero i dati per valutarla) degli alberghi più piccoli, che sono sottoposti a una pesante contribuzione verso le agenzie on line che raccolgono almeno il 20/25 % sul totale incassato dal singolo albergo. Il valore alberghiero a Roma dipende soprattutto, come per qualunque asset dell economia, dalle prospettive future. Guardando perciò ai dati sul segmento più alto, si può dire che la piazza di Roma è giudicata avere grandi prospettive sul mercato dell ospitalità. 8
Tracce per il futuro 1. Turismo + cultura = sviluppo al quadrato. Oggi i due settori rimangono distanti. Abbiamo bisogno di una grande modernizzazione della cultura, che significa migliorare il display delle opere, l organizzazione dei musei, la digitalizzazione dell esperienza di visita. È necessario che si arrivi a una vera e propria politica industriale per i beni culturali. Poiché la domanda in questo settore è quasi tutta pubblica, è indispensabile che sia proprio il soggetto pubblico a mettere l asticella il più alto possibile, cioè facendo gare su chi è in grado di proporre il miglior progetto di valorizzazione culturale complessivo. In questo caso i termini della gara sono rovesciati: non è migliore chi costa di meno al bilancio pubblico, ma chi offra la migliore valorizzazione, consentendo anche delle entrate al pubblico, che potrà utilizzare le risorse anche per la garanzia di sopravvivenza e sviluppo di musei piccoli, archivi, biblioteche, che hanno maggiori difficoltà ad avere una valorizzazione economica. Il concetto non è (solo) razionalizzare la spesa, ma affermare un modello che estragga valore, con benefici per la comunità locale e nazionale. Ovviamente dentro un quadro di cura e tutela che va salvaguardato e rafforzato. Il punto è che senza risorse la prospettiva è il degrado. E non vice versa. Una proposta potrebbe essere la nascita di una fondazione di tipo privatistico a maggioranza pubblica (con Comune, regione, ecc.) che unisca la Galleria d Arte Moderna e la Galleria Borghese, per altro dentro un ambiente comune, per rendere possibile mostre, attività culturali, fundraising, insomma iniziative guidate anche da una logica di marketing; 2. Decida il mercato dove l investimento promette di più. Attrarre gli investimenti internazionali è oggi un imperativo per Roma. La caduta del settore immobiliare non permette più che imprese locali possano portare quell ammodernamento da città globale di cui Roma ha bisogno. La città deve perciò dotarsi di strumenti e procedure urbanistiche che consentano di attrarre i capitali come a Londra e Parigi. Oggi è ancora più urgente, in quanto Roma sta cambiando pelle (ridimensionamento PA, dissolvimento mondo delle ex Partecipazioni statali, trasferimento sedi delle ex banche romane). È una grande occasione di riqualificazione delle zone centrali che, da una vocazione direzionale e di commercio tradizionale, deve passare a una vocazione di turismo, cultura e retail di livello internazionale. 9
Questo processo di trasformazione richiede grandi risorse finanziarie ed esperienze che solo gli investitori internazionali possono portare. Per attrarre questi soggetti è necessario attuare una radicale discontinuità: nei municipi centrali si dovrebbero equiparare le destinazioni direzionali con il commerciale e l alberghiero, così da favorire l afflusso di capitali esteri non più bloccati da regole iper-settoriali che hanno prodotto corruzione e restrizioni del mercato e non hanno più senso di fronte alla rapidità con cui i capitali si spostano da un settore all altro. A fronte di queste semplificazioni, agli investitori si potrebbe chiedere - sulla base di tariffe certe e predeterminate il pagamento di consistenti (ben più di quelli attuali) compensazioni economiche a beneficio del Comune. 3. Liberare le potenzialità dell industria dell ospitalità. Nel mondo dell industria dell ospitalità siamo nel piano di una rivoluzione, i cui driver sono dettati da internet. Abbiamo in rapida successione l affermazione delle agenzie on line, che oggi sono padrone del mercato; abbiamo il fenomeno airbnb che ha messo in pista più camere di qualunque catena alberghiera al mondo e cresce in maniera esponenziale; abbiamo l auto-organizzazione della vacanza che fa declinare il ruolo dei tour operators e della agenzie di viaggio. Il mondo pubblico è molto indietro. Ad esempio, oggi gli albergatori hanno una classificazione che li obbliga a non poter ospitare l offerta ristorativa dentro la hall dell albergo, ma in un locale a parte, devono avere i letti non più larghi di un determinato numero di centimetri, ecc. nel frattempo internet ha permesso forme facili di prenotazione, che hanno messo sul mercato migliaia di abitazioni. La tendenza è a far aumentare la regolamentazione, ma è difficile pretendere le stesse regole (già soffocanti per gli alberghi) per chi offre due o tre camere. Per altro la perfetta tracciabilità d internet permetterebbe grandi ricavi dal semplice accoglimento delle offerte di ospitalità informali. Inoltre, la trasformazione del lavoro porta sempre più le persone a considerarsi come soggetti che cercano di garantirsi flussi di reddito piuttosto che un lavoro uguale nel tempo e da solo in grado di rispondere alle esigenze di qualità della vita e del consumo. Insomma, è il momento di permettere che ci siano per tutti meno regole, ma più rispettate e soprattutto che si lasci ogni albergatore di fare il proprio lavoro in piena libertà, arrivando alla perfezione di offrire a ciascun ospite quello che vuole (un ospitalità informale o una formalissima o ancora di lusso internazionale) per essere i migliori in ciascun segmento. 10
11