1.3.1. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE



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valore inferiore sia alla Lombardia che all'italia. La speranza di vita alla nascita è di 77,3 anni per i maschi e di 83,4 per le femmine (in entrambi i casi in crescita e superiore sia alla media regionale che nazionale). La struttura demografica della provincia di Milano presenta, di conseguenza, un indice di dipendenza strutturale rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni) che nel 2006 è risalito al livello medio della Regione Lombardia (49,3%), pur restando inferiore alla media nazionale (51,1% ). La popolazione anziana è pari al 19,8% del totale dei residenti, oltre la media regionale e nazionale. L'indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni) eccede quello nazionale e regionale: 148,6% contro rispettivamente il 139,9% e il 142,5%. L'indice di vecchiaia e dipendenza sono molto elevati nel capoluogo, dove l'incidenza degli anziani sulla popolazione sale al 23,3%. A fine 2005 la presenza di stranieri immigrati in provincia di Milano ha un'incidenza ben superiore sia alla media lombarda che a quella nazionale. Gli stranieri sono pari a oltre 290.000 persone (30.000 in più rispetto al 2004, quasi il doppio rispetto al 2001), equivalenti al 7,5% della popolazione residente, con una forte concentrazione nel capoluogo (il 12,4% di stranieri sui residenti) e in alcuni comuni dell'hinterland (Pioltello, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese). 1.3.1. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE L'indicatore riporta informazioni relative alla presenza dei cittadini stranieri residenti, in termini relativi come incidenza sulla popolazione complessiva residente. Nella valutazione si è considerato più positivo un valore più elevato. Tabella 9 - Popolazione straniera residente (% residenti) 26

2. FATTORI DI PRESSIONE AMBIENTALE Con una densità abitativa prossima ai 2.000 abitanti per chilometro quadro, la provincia di Milano è una delle aree più intensamente abitate, urbanizzate e produttive d'europa. La sola area della costituenda provincia di Monza e Brianza presenta perfino una densità superiore, pari a 2.100 ab/kmq. Il territorio provinciale nel suo insieme ha perciò una densità dieci volte più elevata della media nazionale. Ed è anche una delle aree europee con le maggiori pressioni antropiche sulle risorse ambientali. Sotto il profilo territoriale non esiste più soluzione di continuità tra Milano e i comuni di prima cintura, si è anzi costituita una città estesa pedemontana al cui interno però si delineano altre formazioni urbane dotate di propria riconoscibilità e autonomia, di proprie centralità e principi insediativi: il Vimercatese, Monza e la Brianza collinare, la Brianza occidentale, il Sud-ovest e il Sud-est (largamente ricomprese in aree di parco), il Magentino e l'abbiatense, l'alto milanese, il Nord Ovest, l'adda-martesana, il Nord Milano. Si viene formando oggi una nuova immagine dell'area milanese contemporanea: una sorta di città di città articolata e complessa, che va oltre gli stessi confini provinciali, che comprende e interagisce con più province e regioni e attorno a cui gravitano quasi 8 milioni di abitanti e oltre 700.000 imprese. Il territorio della provincia di Milano è ovunque intensamente urbanizzato: con una media del 38% di suolo artificializzato, che scende attorno al 10-15% nelle aree attorno al Parco Sud e si impenna fino alla saturazione (oltre l'80%) in molti centri dell'hinterland milanese. La struttura abitativa e l'estesa rete infrastrutturale frammentano le residue aree naturali e agricole, caratterizzate da colture intensive, con una bassissima penetrazione dell'agricoltura biologica. La rete infrastrutturale stradale si compone di 284 km di rete autostradale (oggetto di importanti lavori di potenziamento e estensione), di 1.860 km di rete extraurbana oltre al reticolo stradale comunale (più di 1.700 km solo nella città di Milano). A ciò si aggiungono ca. 350 km di linee ferroviarie, 50 km di rete metropolitana e un sistema aeroportuale (articolato oltre che su Linate anche su Malpensa e Bergamo-Orio al Serio) che movimenta oltre 30 milioni di passeggeri. Il settore industriale, contrattosi e alleggeritosi (anche sotto il profilo dei prelievi e degli impatti ambientali) nel corso degli ultimi decenni, presenta ancora elementi di rischio, con 92 imprese classificate a rischio di incidente rilevante. Ma si è anche consolidato nel sistema delle imprese milanesi il ricorso a sistemi di gestione ambientali, con 551 certificazioni ISO 14001 nel 2006 (erano 433 l'anno prima). I consumi finali di energia della provincia di Milano nel 2004 erano pari a circa 9,6 milioni di tep, poco meno del 7% dei consumi nazionali. In crescita risultano, in particolare, i consumi di energia elettrica passati dai 17,3 miliardi di KWh del 1994 ai 19,4 del 2000 per giungere ai 21,3 miliardi del 2005 (cresciuti del 1,2% sul 2004). Tra il 2000 e il 2005 mentre si sono ridotti i consumi industriali (-5%), sono cresciuti i consumi domestici (+9%) e soprattutto quelli del terziario (+30%) che ormai assorbe il 38% del totale dei consumi. La produzione di rifiuti urbani, pari a poco più di 1,9 milioni di tonnellate (2005), rappresenta più del 6% del totale nazionale e sembra sostanzialmente stabilizzata. La produzione di rifiuti speciali ammonta invece a 2,7 milioni di tonnellate e rappresenta il 4,7% del totale nazionale. La mobilità rappresenta un peso crescente tra i fattori di impatto. I fabbisogni di mobilità 27

sistematica nella provincia di Milano determinano la mobilità giornaliera di ca. 2 milioni di persone, di cui poco meno della metà fuori dal comune di residenza. Nel solo comune di Milano ci sono quotidianamente circa 5 milioni di spostamenti (di cui il 53% con mezzo privato) e 990.000 ingressi (di cui il 70% con mezzo privato). Nonostante la rilevante rete di trasporti pubblici con in particolare la più estesa rete di metropolitane d'italia il traffico veicolare su gomma resta dominante anche nella mobilità urbana. I consumi energetici per la mobilità su gomma si stanno però stabilizzando (nel 2005 si riducono anzi dell'1%). Nel 2005 con un consumo di circa 950 mila tonnellate di benzina e di 1,6 milioni di tonnellate di gasolio, la provincia di Milano assorbe ca. il 6,7% dei consumi nazionali di combustibili per autotrazione (con consumi pro capite in linea con la media nazionale). 2.1. EMISSIONI ATMOSFERICHE ncommento Con la sola sostanziale eccezione delle emissioni di anidride carbonica (correlata ai consumi energetici), si è registrata in provincia di Milano, così come in Italia, una riduzione delle emissioni atmosferiche. Queste emissioni nell'area milanese, stimate attraverso il modello Inemar, segnalano nell'ultimo decennio una riduzione consistente per la gran parte degli inquinanti: nell'ordine del 30-40% per ossidi di azoto, monossido di carbonio, polveri, addirittura di oltre l'80% per gli ossidi di zolfo. La riduzione delle emissioni totali è largamente dovuta da un lato al cambio di combustibili, in primo luogo per riscaldamento e produzione di energia (quasi scomparsa del carbone, riduzione dei consumi di olio combustibile a favore del metano), dall'altro al rinnovo del parco veicolare. La distribuzione delle emissioni è fortemente influenzata in primo luogo dalla densità demografica e in secondo luogo dalla presenza di infrastrutture viarie e da singole fonti emissive, come le centrali termoelettriche (a cui corrispondono i valori massimi stimati di emissione che, lo ricordiamo, non equivalgono alle concentrazioni al suolo). 2.1.1. EMISSIONI DI PM10 - DENSITÀ L'indicatore mostra la densità territoriale delle emissioni totali annuali in atmosfera di particolato fine (con diametro inferiore a 10 micron), ovvero la massa delle emissioni per ogni ettaro di superficie territoriale. Le emissioni considerate, di tipo puntuale, lineare e diffuso, sono state stimate per i principali inquinanti nell'ambito del progetto INEMAR (INventario EMissioni ARia) promosso dalla Regione Lombardia e ARPA Lombardia. Le emissioni, stimate in riferimento alla classificazione delle attività definita nel progetto CORINAIR (classificazione SNAP 97, Selected Nomenclature for sources of Air Pollution, che prevede codice a tre cifre per il macrosettore, il settore e l'attività), sono disaggregate a livello comunale, per attività e tipologia di combustibile. I macrosettori considerati sono: centrali elettriche pubbliche, cogenerazione e teleriscaldamento; impianti di combustione non industriali (commercio, residenziale, agricoltura); combustione nell'industria; processi produttivi; estrazione e distribuzione di combustibili fossili; uso di solventi; trasporto su strada; altre sorgenti mobili e macchinari; trattamento e smaltimento rifiuti; agricoltura; altre sorgenti e assorbimenti. 28

Tabella 10 Emissioni di PM10 - densità (Kg/ha) 2.1.2. EMISSIONI DI NO - DENSITÀ 2 L'indicatore mostra la densità territoriale delle emissioni totali annuali in atmosfera di biossido di azoto, ovvero la massa delle emissioni per ogni ettaro di superficie territoriale. 29

Tabella 11 Emissioni di NO densità (kg/ha) 2 2.1.3. EMISSIONI DI CO PRO CAPITE 2 L'indicatore mostra la densità delle emissioni totali annuali in atmosfera di biossido di carbonio per ogni abitante residente. Tabella 12 Emissioni di CO pro capite (kg/ab.) 2 30

2.2. RISORSE IDRICHE ncommento La provincia di Milano ha abbondanti risorse idriche. Il sottosuolo si caratterizza per la presenza di ricche falde sovrapposte, mentre il reticolo dei corsi d'acqua superficiali è formato da un sistema principale costituito dal Ticino, l'adda, il Lambro, l'olona, il Seveso e da una fitta rete secondaria sia naturale che artificiale (il sistema dei Navigli, il Canale Villoresi, etc.). Il territorio della provincia di Milano è ancora soggetto a importanti emungimenti idrici, pur se in misura minore rispetto agli scorsi decenni (essenzialmente per la cessazione di alcune attività industriali che hanno determinato una riduzione dei prelievi di ca. 150 milioni di metri cubi) come testimonia la risalita del livello delle falde acquifere. I prelievi idrici, nel 2003, sono stimati 16 miliardi di metri cubi dalle acque superficiali e 821 milioni di metri cubi dalle acque sotterranee. Gli usi principali sono quelli energetici, idroelettrici e irrigui. 2.2.1. PORTATA IDRICA CONCESSA AD USO POTABILE PRO CAPITE L'indicatore fornisce informazioni sulle portate medie annuali di acqua concessi ad uso potabile (proveniente da piccole e grandi derivazioni) rapportata a 1.000 abitanti residenti. Tabella 13 Portata idrica concessa ad uso potabile pro capite (l/s su 1.000 ab.) 31

2.3. USI DEL SUOLO ncommento I processi di urbanizzazione nell'area della provincia di Milano sembrano ancora significativi. Il territorio della provincia di Milano è costituito per circa il 55% da colture agricole, per circa il 38% da aree artificializzate (per oltre l'8% da aree industriali e grandi infrastrutture di trasporto) e per la quota residua da aree naturali e forestate, da aree umide, laghi e corsi d'acqua. L'area urbanizzabile secondo i piani urbanistici in 121 comuni (su 189) è superiore al 25% del territorio e in 45 comuni (erano 33 nella rilevazione Misurc 2005) è addirittura oltre il 50%. Rispetto ai precedenti dati disponibili si osserva un significativo aumento delle previsioni di urbanizzazione contenute nei piani regolatori Il tasso effettivo di artificializzazione (misurato secondo criteri non analoghi a quello dell'area urbanizzata, includendo anche aree residuali) risulta generalmente molto superiore, superando il 25% in oltre 130 comuni e raggiungendo il 50% in 49 comuni. 2.3.1. AREA URBANIZZATA (DA PRG) L'indicatore fornisce il rapporto percentuale tra la superficie complessiva di territorio destinata a essere urbanizzata (basata sulle previsioni di PRG) e la superficie territoriale totale. L'indicatore misura il livello di pressione tendenziale degli insediamenti antropici. Tabella 14 Area urbanizzata - da PRG (% superficie territoriale) 32

2.3.2. TASSO DI ARTIFICIALIZZAZIONE REALE Il tasso di artificializzazione misura la superficie territoriale edificata o comunque artificializzata (comprendente urbanizzato residenziale, urbanizzato produttivo, servizi e vie di comunicazione, zone estrattive e discariche e aree di cantiere, aree verdi urbane) in rapporto al totale della superficie. L'indicatore misura il livello di pressione reale degli insediamenti antropici. Tabella 15 Tasso di artificializzazione reale (% superficie territoriale). 2.3.3. VOLUMI EDILIZI DI NUOVA COSTRUZIONE L'indicatore, non disponibile in forma disaggregata a scala comunale, fornisce il numero di fabbricati e di abitazioni e la volumetria edificata a scala provinciale. Tabella 16 Volumi edilizi di nuova costruzione 33

Segue tabella 16 Volumi edilizi di nuova costruzione 2.4. MOBILITÀ ncommento Il parco veicolare della provincia di Milano conta 2,9 milioni di veicoli, di cui circa 2,3 milioni di autovetture. Pur elevato, il tasso di motorizzazione privato nella provincia di Milano con i suoi 74 veicoli (di cui 58 autovetture) ogni 100 abitanti è inferiore alla media nazionale. Il tasso di motorizzazione nei vari comuni si colloca tra 60 e 90 veicoli ogni 100 abitanti, con valori più elevati in alcuni comuni della cintura milanese (San Donato Milanese e Segrate superano la soglia dei 100 veicoli). Il parco veicolare è caratterizzato da un tasso di ricambio elevato e da una alta penetrazione di autovetture a norma Euro 3 e Euro 4 (ca. 48% del totale). La presenza, in crescita, di autovetture di cilindrata superiore ai 2.000 cc. (oltre l'8%) è superiore alla media regionale e nazionale. Gli spostamenti pendolari sono largamente dominati dal ricorso al mezzo privato: da un minimo del 59% per i residenti nel comune di Milano fino a un massimo dell'88% (e una media del 79%). Il pendolarismo è ancora una condizione di evidente disagio: in 109 comuni (su 188) il tempo medio di spostamento con mezzo pubblico ha una durata superiore a un'ora. Anche sul totale degli spostamenti, il mezzo privato rimane dominante nella quasi totalità dei comuni, a eccezione di Milano (43%) e Sesto San Giovanni (49%). Gli spostamenti generati in bicicletta o a piedi o con altro mezzo rappresentano il 19% nella Provincia di Milano e il 14% in quella di Monza-Brianza. Gli indici caratteristici segnalano una frequenza di incidenti superiore alla media regionale e nazionale, ma una minore mortalità. L'incidentalità stradale, che ha conosciuto un significativo declino (da 85 a 68 incidenti lesivi ogni 10.000 abitanti tra il 2002 e il 2005), ha una forte concentrazione nel capoluogo (58% degli incidenti e dei feriti, ma 33% dei casi mortali). 2.4.1. TASSO DI MOTORIZZAZIONE PRIVATA Il tasso di motorizzazione privata restituisce il numero di autovetture ogni 100 abitanti residenti. Evidenziando la disponibilità delle autovetture, l'indicatore indica la propensione all'impiego delle stesse negli spostamenti. 34

Tabella 17 Tasso di motorizzazione privata (n. auto/100 ab.) 2.4.2. TASSO DI MOTORIZZAZIONE COMPLESSIVA Il tasso di motorizzazione complessiva restituisce il numero di veicoli motorizzati (autocarri trasporto merci, autobus, autoveicoli speciali/specifici, motocarri e quadricicli trasporto merci, motocicli, motoveicoli e quadricicli, rimorchi e semirimorchi, rimorchi e semirimorchi trasporto merci, trattori stradali o motrici, altri veicoli) ogni 100 abitanti residenti. Evidenziando la disponibilità dei mezzi motorizzati, l'indicatore indica la propensione all'impiego degli stessi negli spostamenti. 35

Tabella 18 Tasso di motorizzazione complessiva (n. mezzi/100 ab.) 2.4.3. PENDOLARI CHE USANO AUTO PRIVATA L'indicatore fornisce la quota percentuale dei viaggi di tipo pendolare di quanti usano l'auto privata sul totale dei viaggi di tipo pendolare (con auto privata o mezzo pubblico). I valori sono stati estrapolati dal modello di viabilità e trasporti della Provincia di Milano (MuOVETEMI). Tabella 19 Pendolari che usano auto privata (% spostamenti) 36

2.4.4. SPOSTAMENTI SISTEMATICI DEI RESIDENTI CON AUTO O MOTOCICLO L'indicatore riporta informazioni riguardo alla percentuale degli spostamenti sistematici (per motivi di studio o lavoro) dei residenti, con partenza da casa, generati (ovvero sia interni alla città, sia in uscita al di fuori del proprio comune) utilizzando l'auto o il motociclo. L'indicatore riporta informazioni anche riguardo alla percentuale degli spostamenti sistematici (per motivi di studio o lavoro) attratti (ovvero dei residenti di altri comuni che entrano in ogni comune della provincia), utilizzando l'auto o il motociclo. Tabella 20a Spostamenti sistematici (interni e in uscita) dei residenti con auto o motociclo (% spostamenti) 37

2.4.5. TEMPO MEDIO VIAGGIO AUTO PRIVATA L'indicatore fornisce la media di tutti i tempi di tutti i viaggi compiuti con auto privata per ogni comune di origine. Tabella 21 Tempo medio viaggio auto privata (min./viaggio) 38

2.4.6. TEMPO MEDIO VIAGGIO TRASPORTO PUBBLICO L'indicatore fornisce la media di tutti i tempi di tutti i viaggi compiuti con trasporto pubblico (ferrovia, metrò, autolinee) per ogni comune di origine. Tabella 22 Tempo medio viaggio trasporto pubblico (min./viaggio) 2.4.7. INCIDENTALITÀ STRADALE (N. INCIDENTI) L'indicatore è dato dal numero annuale a livello comunale degli incidenti stradali rapportato a 10.000 abitanti residenti. Il numero degli incidenti considerato è quello complessivo, indipendentemente dal tipo di strada o intersezione stradale interessata e dal tipo di urto. 39

Tabella 23 Incidentalità stradale (n. incidenti/10.000 ab.) 2.4.8. INCIDENTALITÀ STRADALE (N. MORTI) L'indicatore è dato dal numero annuale complessivo a livello comunale dei morti per incidente stradale rapportato a 10.000 abitanti residenti. Tabella 24 Incidentalità stradale (n. morti/10.000 ab.) 40

2.4.9. INCIDENTALITÀ STRADALE (N. FERITI) L'indicatore è dato dal numero annuale complessivo a livello comunale dei feriti per incidente stradale rapportato a 10.000 abitanti residenti. Tabella 25 Incidentalità stradale (n. feriti/10.000 ab.) 2.5. RIFIUTI ncommento La produzione di rifiuti urbani della provincia di Milano, pur di grande rilievo in valore assoluto, non presenta valori pro capite elevati in rapporto al resto d'italia. Nel 2005, con una produzione media ponderata di 497 kg/ab. annui (e una media aritmetica di 479 kg/ab. annui), i rifiuti urbani generati dalla provincia di Milano sono inferiori alla media della Lombardia e alla media italiana. Anche in provincia di Milano la produzione di rifiuti è influenzata localmente da meccanismi di assimilazione dei rifiuti commerciali e industriali. 2.5.1. PRODUZIONE PRO CAPITE DI RIFIUTI L'indicatore rappresenta la produzione totale di rifiuti urbani rapportata agli abitanti residenti. Il valore di produzione totale di rifiuti urbani include anche i flussi oggetto di raccolta 41

differenziata. A livello nazionale non esistono obiettivi di riferimento. Tabella 26 Produzione pro capite di rifiuti (kg/ab.) 2.6. RISCHI TECNOLOGICI ncommento Le attività industriali e alcune infrastrutture tecnologiche sono associate a potenziali o reali rischi. I rischi tecnologici non corrispondono agli impatti ambientali, ma alla significatività potenziale degli effetti in primo luogo in caso di incidente per l'ambiente e la salute umana. La diffusione di industrie a rischio di incidente rilevante in provincia di Milano ripercorre la distribuzione di alcune tipologie industriali (depositi petroliferi e lavorazioni petrolchimiche, in primo luogo). Le sorgenti di radiazioni ionizzanti, impianti per le telecomunicazioni e la trasmissione radiotelevisiva, hanno conosciuto una forte diffusione e presentano una distribuzione molto diversificata sul territorio della provincia di Milano, anche con alcune forti concentrazioni. 2.6.1.INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE L'indicatore fornisce il numero degli stabilimenti industriali con impianti a rischio di incidente rilevante rapportato a 10.000 imprese (rischio in base all'art. 6 e 8 del Decreto Legislativo 334/99: stabilimento chimico o petrolchimico, galvanotecnica, produzione e/o deposito di 42

gas tecnici, produzione e/o deposito di esplosivi, deposito di oli minerali, deposito di gas liquefatti, deposito di fitofarmaci, altro). Con il termine incidente rilevante si intende un evento (quale una emissione, un incendio o un'esplosione) che dia luogo a un pericolo grave per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose; gli impianti a rischio di incidente rilevante sono sottoposti alla normativa del Decreto Legislativo 334/99, noto come Seveso II. Tabella 27 Industrie a rischio di incidente rilevante (n. industrie/10.000 imprese) 2.6.2. SORGENTI DI RADIAZIONI NON IONIZZANTI L'indicatore fornisce la potenza totale (al connettore d'antenna), rapportata alla popolazione residente (1.000 ab.), suddivisa per ciascuna tipologia dei seguenti impianti fissi e accesi: impianti di diffusione radiofonica, impianti di telefonia mobile e impianti di diffusione televisiva così come risulta dal catasto regionale degli impianti (istituito dalla legge regionale n. 11/2001). Gli impianti per le telecomunicazioni e la trasmissione radiotelevisiva sono fonti di radiazioni elettromagnetiche. Le radiazioni elettromagnetiche sono sottoposte alla normativa del DPCM 8.7.2003 che stabilisce un limite di intensità del campo elettrico. Nella valutazione si è considerato più positivo un valore più basso dell'indicatore. 43

Tabella 28a Impianti di diffusione radiofonica (W/1000 ab.) Tabella 28b Impianti di telefonia mobile (W/1000 ab.) 44

Tabella 28c Impianti di diffusione televisiva (W/1000 ab.) 3. FATTORI DI STATO AMBIENTALE La provincia di Milano non è solo una delle aree più urbanizzate e produttive d'europa. È anche una delle aree europee dove maggiore è la compromissione della qualità delle risorse ambientali, dell'aria, delle risorse idriche superficiali e sotterranee, dei suoli. Una compromissione che in parte dipende dall'eredità del passato e in parte dipende dalla sempre forte pressione attuale (in primo luogo dalla mobilità) su un ambiente sensibile anche per ragioni meteo-climatiche e morfologiche. Anche se sono diminuiti, talvolta in maniera drastica, gli inquinanti rilasciati dalle attività umane, non è ancora intervenuto un recupero della qualità degli ecosistemi. Nella provincia di Milano la qualità dell'aria risulta non conforme agli obiettivi normativi nella gran parte dei comuni su cui insistono punti di campionamento: nel 100% dei casi per le polveri, nel 60% dei casi per il biossido di azoto. I corsi d'acqua non rientrano negli obiettivi di qualità previsti al 2008 sotto il profilo delle condizioni chimiche e micro-biologiche nel 55% dei corpi idrici sottoposti e sotto il profilo della qualità biologica addirittura nel 70% dei casi. In 18 comuni almeno il 2% del totale del territorio risulta iscritto come area contaminata. Il rumore supera in oltre il 75% dei comuni i valori di riferimento e nella città di Milano questi valori (55 decibel notturni e 65 decibel diurni) sono superati in oltre il 90% dei casi. Le criticità ambientali risultano enfatizzate in tutte le maggiori concentrazioni urbane. Ciò nonostante la provincia di Milano è anche un'area di ricche potenzialità ambientali. Ma, poiché si tratta di un territorio interamente costruito e modellato dalla presenza umana, occorre oggi riavviare un processo di ri-costruzione della qualità ambientale. La provincia di Milano è sostanzialmente priva di aree naturali e boscate (pari oggi a circa il 4,4% a fronte di una media regionale del 39,1%), ma le aree agricole e semi-naturali coprono oggi più del 40% del territorio. Queste aree sono però state sottoposte a una forte alterazione, in primo luogo per effetto 45