Il vizio delle bionde



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Transcript:

Le restrizioni della legge Sirchia non sono quasi mai un motivo per smettere di fumare. Si è però ridotto il numero di sigarette consumate. Aumentano le violazioni rispetto al 05. Sempre più precoce l iniziazione al fumo da parte dei giovani, specialmente delle ragazze. Il vizio delle bionde Un immagine, si sa, vale più di mille parole. Sarà per questo che le scritte dissuasive sui pacchetti delle sigarette il fumo uccide e simili non si sono rivelate deterrenti utili come si sperava. Mentre le foto raccapriccianti di bocche devastate dalla carie, di polmoni accartocciati, di piedi in cancrena, che compaiono sugli stessi pacchetti in alcuni Paesi (Gran Bretagna, Australia, Canada, Brasile, Thailandia e da qualche mese anche in Belgio) impressionano molto di più. Solo l 8% dei fumatori resta così colpito dalle frasi allarmanti a tal punto da desiderare di abbandonare Il mercato è in larga espansione nei Paesi in via di sviluppo mentre si contrae nel mondo occidentale le bionde, mentre, secondo uno studio brasiliano riportato nell ultimo rapporto sul fumo dell Organizzazione mondiale della Sanità, la percentuale sale al 65% nel caso delle foto macabre. Lo stesso documento dell Oms snocciola numeri che fanno rabbrividire. Il tabacco è il killer più sanguinario in circolazione: uccide una persona ogni sei secondi e, quando non ammazza, toglie ai fumatori in media quindici anni di vita; un decesso su dieci nella popolazione adulta è causato dal fumo (è un fattore di rischio per sei delle otto maggiori cause di morte); nel 30 le vittime saranno otto milioni, mentre in tutto il XXI secolo il bilancio sarà di un miliardo di persone, l 80% delle quali nei Paesi in via di sviluppo. Sì, perché le multinazionali del tabacco hanno giocoforza dovuto allargare i loro orizzonti, visto che nel mondo occidentale si vanno facendo sempre più strette le morse del movimento antifumo, delle leggi restrittive, del bando delle sigarette dalla pubblicità e delle sempre più numerose azioni legali da parte delle vittime e dei loro parenti. Oggi, ogni tre paglie che vengono accese nel mondo, una

Cosa le brucia dentro La porosità della carta influenza la composizione del fumo. si posa tra le labbra di un cinese. Nel 00 il consumo di sigarette è sceso del 10% nei Paesi sviluppati, mentre è salito del 64% in quelli in via di sviluppo. È questo il motivo per cui i giganti del tabacco non conoscono crisi; non c è tracollo delle borse che riesca a trascinarli nella polvere o, per meglio dire, nella cenere. Anzi, i loro utili sono in continua ascesa. Il fumo viene prodotto per combustione (830-880 C) La sigaretta sprigiona durante la combustione più di 4.000 sostanze chimiche: idrocarburi alifatici e aromatici, alcoli, aldeidi, chetoni e acidi. Il filtro riduce con un azione meccanica la nicotina, il catrame e in generale il catrame corpuscolato. Italiani che hanno iniziato a fumare a 14 anni o prima (%) 36-75 anni 18-35 anni 13-17 anni 23 31 33 43 54 IL METODO DELL INCHIESTA Le opinioni di 8.259 fumatori L inchiesta sul fumo, condotta in quattro Paesi europei (Italia, Belgio, Spagna e Portogallo), ha coinvolto 8.259 persone. Il campione copre la popolazione di non fumatori, ex fumatori e fumatori. Secondo i dati più recenti, pubblicati dall Oms a febbraio 08, i fumatori in Italia sono il 22% della popolazione (28,8% dei e 16,2% delle ), in Belgio il 25% (28,8% dei e 21,5% delle ), in Spagna il 33% (40% dei e 26,8% delle ), in Portogallo 31% (38,5% dei e 24,3 delle ). Le domande erano mirate a raccogliere opinioni e abitudini, ma soprattutto a valutare l efficacia delle recenti normative antifumo varate nei Paesi oggetto dell inchiesta (tranne in Portogallo, dove è entrata in vigore successivamente) e le esperienze di chi è riuscito a smettere di fumare e di chi ha tentato senza riuscirci. 78 Più si è giovani quando si accende la prima sigaretta, maggiore è la probabilità di sviluppare la dipendenza da nicotina Dipendenza o piacere? Checché ne dicano Aristotele e tutta la filosofia, non c è niente di meglio del tabacco : fa dire Molière al suo Don Giovanni. Mentre Mark Twain ironicamente, ma non troppo, si spinge a scrivere: Se non posso fumare in paradiso, allora non ci vado. Si potrebbe scomodare mezza letteratura o cinematografia per dimostrare che il fumo è considerato più un piacere impalpabile che un vizio opprimente. Lo si può cogliere anche dalle risposte dei nostri intervistati. Se ne dice convinto quasi il 50% dei fumatori italiani, mentre il 36% afferma che la sigaretta aiuta a rilassarsi quando si è tesi o agitati. È perfino percepito come un attività sociale, se si considera che il 41% fuma di più se si trova con altri fumatori (e ai giovani capita nel 52% dei casi), sebbene siano in pochi (2%) a ritenere che favorisca la socializzazione tra fumatori. Le bionde non avrebbero invece il potere di amplificare le sensazioni piacevoli di momenti di per sé felici. La percezione del fumo come vizio o dipendenza è invece piuttosto debole. In Italia solo il 13% dei fumatori definirebbe quasi insopportabile la sensazione che si prova di fronte a un pacchetto esaurito, in mancanza di uno di scorta. Allo stesso modo, solo al 6% capita di accendere una sigaretta senza pensarci. Nel nostro Paese è più alta la tendenza a definirsi fumatori occasionali (3 su 10) anche se si fumano in media due sigarette e mezza al giorno. Lontane comunque dalle 14 paglie che mediamente ciascun fumatore consuma quotidianamente. Uomini e donne fumano lo stesso tipo di sigarette: sono soprattutto quelle ad alto contenuto di catrame (10 mg) sostanza formata principalmente da idrocarburi cancerogeni e di nicotina (0,8 mg), i limiti massimi consentiti dalla Ue. Gli studi dimostrano che maggiore è il contenuto di nicotina, superiore sarà la dipendenza e più numerose diventeranno le sigarette fumate. Iniziazione precoce Chi accende la prima sigaretta in tenera età ha più probabilità di cadere vittima della dipendenza da nicotina. Questa evidenza è ancor più drammatica se si considera che l iniziazione al fumo è sempre più 21

METÀ DEI FUMATORI HA PERÒ RIDOTTO IL CONSUMO DI SIGARETTE LA LEGGE NON FA DESISTERE Se c è forza di volontà, chi fuma da meno tempo riesce ad abbandonare le bionde di punto in bianco, senza un sostegno esterno o solo grazie a libri di autoiuto. Per i fumatori di vecchia data meglio la pillola antifumo. Nel 05 i fumatori italiani erano il 22%, nel 06 il 22,7%, mentre nel 07 sono stati il 22,1%. Questi tre dati in fila danno subito la misura di come la legge Sirchia non abbia influito affatto sul numero dei fumatori: il trend si mantiene saldamente stabile. Del resto la legge poneva restrizioni al fumo nei luoghi pubblici per tutelare soprattutto i non fumatori, nonostante sperasse in riflessi positivi anche sui fumatori. Questi ci sono stati, ma solo in termini di riduzione delle sigarette fumate, dal momento che i pacchetti venduti l anno scorso sono diminuiti di 50 milioni di unità. Solo qualche rinuncia Dall entrata in vigore della normativa antifumo, circa la metà dei fumatori è riuscita a ridurre il numero di sigarette fumate giornalmente. Una volta su cinque la riduzione è stata notevole: la rinuncia ha superato le sei paglie giornaliere. Solo il 10% dichiara di averlo fatto a causa delle restrizioni normative e ancor meno per le scritte dissuasive sui pacchetti. Difficile dire addio Più della metà dei fumatori tenta almeno una volta di dire addio al fumo. Solo uno su dieci non è mai stato sfiorato dal pensiero, mentre il 30% dichiara di non volerne proprio sapere; non ci sono particolari differenze dovute al sesso, all età, al livello di istruzione e al grado di dipendenza per quanto riguarda la decisione. Va smitizzata la teoria secondo la quale chi smette di fumare è condannato a ingrassare sensibilmente. La nostra inchiesta dimostra che l aumento di peso è in media di soli due chili e riguarda solo il 47% dei casi. Per quel che concerne le probabilità di successo, sono superiori nelle donne rispetto agli uomini, ma fallisce l 85% dei tentativi. Comunque ci si limita a provare in media non più di tre volte. Ma quali sono i motivi principali per i quali si decide di smettere o si vorrebbe smettere di fumare? Sei volte su dieci le ragioni riguardano la sfera della salute (una malattia o il rischio di poterla contrarre in futuro). Gli altri motivi sono fortemente parcellizzati: la volontà di spezzare la dipendenza (8,8%), di non dare il cattivo esempio ai bambini (8,1%), di sfuggire all alito cattivo (3,2%). Quel che stupisce è che sono pochissimi quelli che lo fanno per risparmiare la spesa delle sigarette (3,8%) e quasi nessuno (0,1%) per le restrizioni introdotte dalla legge Sirchia. Vince la forza di volontà Chi riesce a smettere di fumare nel 95% dei casi lo fa da solo. Questo dimostra che senza una grande forza di volontà gli aiuti esterni possono rivelarsi vani, se non un inutile dispendio di soldi. Abbiamo chiesto a chi ha sconfitto la dipendenza quale metodo avesse utilizzato. Il 30% dei successi in chi fumava da Perché si smette o si vorrebbe smettere di fumare in Italia (%) Preoccupazioni sulla salute Problemi di salute Interrompere la dipendenza Cattivo esempio per i bambini Non mi piace fumare Risparmiare i soldi Sport Alito cattivo Cattivo odore nell aria Per tutelare i non fumatori Disapprovazione sociale Restrizioni legge antifumo 3,8 3,3 3,2 1,4 1,2 0,5 0,1 18,4 43,8 meno di vent anni è dovuto all autonoma e irremovibile scelta di azzerare dall oggi al domani il consumo di sigarette: ci ha dato un taglio netto. Un po meno risolutivo (23%) se si considerano i fumatori con una forte e prolungata dipendenza. Anche i libri di autoaiuto sono nella zona alta della classifica dei metodi di maggiore successo: quasi una volta su quattro l abbandono delle bionde è dovuto all interiorizzazione della lettura di un libro antifumo (il più famoso dei quali è quello di Allen Carr, È facile smettere di fumare se sai come farlo ). Delude invece il famoso Piano dei 5 giorni, introdotto con clamore negli anni 60 dal dottor J. Wayne McFarland. Il trattamento psicologico funziona meglio nei fumatori recenti rispetto a quelli di lungo corso, mentre la terapia sostitutiva con nicotina grazie all uso di prodotti come le gomme da masticare e i cerotti transdermici segna pochi punti a suo favore. La terapia farmacologica a base di bupropione, la cosiddetta pillola antifumo, sembra essere un rimedio efficace per i fumatori di lunga data. In Italia non hanno invece preso piede le quit line, linee telefoniche con personale che provvede a dare continue iniezioni di coraggio a coloro che sono nella fase più critica dell astinenza e potrebbero desistere. Un pratica che ha ottenuto buoni risultati all estero. 8,8 8,1 7,5 22

Così sono riuscito a dire addio alla sigaretta (%) Gomme da masticare Graduale diminuzione Cerotti transdermici Agopuntura Piano dei 5 giorni Ipnosi 4,8 5,7 6,8 5,4 6,4 9,1 9,1 8,3 Fumatori da meno di anni 12,7 11,8 12,5 Pillola antifumo 0 (bupropione) 33,3 Trattamento psicologico Libri di autoaiuto Tutto d un colpo 12,5 25 24,7 22,1 23,2 30,3 Fumatori da anni o più Si nota che senza una forte persuasione a smettere di fumare, i risultati possono essere deludenti. Ecco perché si riscontrano percentuali di successo maggiori in chi decide di rinunciare a tutte le sigarette dall oggi al domani rispetto all uso di altre tecniche. Fumatori italiani che non hanno rispettato il divieto di fumo nei seguenti luoghi (%) Ospedale Scuola Discoteca Ufficio 0,5 4,1 5,9 9 13,1 anno 05 anno 07 18,8 Dall entrata in vigore della legge antifumo, più tempo passa meno vengono rispettati i divieti in essa contenuti. È come se il loro potere inibitorio si andasse affievolendo, come dimostra il maggior numero di trasgressioni nel 07 rispetto al 05. 24,8 precoce. In Italia, i fumatori adulti (36-75 anni) che dichiarano di aver cominciato a 14 anni, o addirittura prima, sono il 31% degli uomini e il 23% delle donne. Tra i giovani (18-35 anni) le percentuali non solo aumentano notevolmente, ma gli ordini di grandezza si invertono: sono più le donne ad aver sviluppato la dipendenza prima dei 14 anni, 43% contro il 33% degli uomini. Tra gli under 18 di oggi, il trend è macroscopicamente più evidente: quasi otto ragazzine fumatrici su dieci iniziano a 14 anni o prima; lo stesso accade a cinque loro coetanei fumatori su dieci. Secondo gli ultimi dati Istat, gli adolescenti con entrambi i genitori fumatori hanno molte più probabilità di cedere al fascino delle bionde, tre volte superiori tra le ragazze e due volte superiori tra i ragazzi. Ma anche se è solo uno dei genitori a fumare le percentuali non si discostano. Per le ragazze la situazione diventa critica soprattutto se è la madre a dare il cattivo esempio: una su quattro diventa a sua volta fumatrice. Soldi in cenere Nel nostro Paese si fumano quasi cinque miliardi di sigarette all anno, per un costo di più di 15 miliardi di euro. Se il numero di pacchetti di sigarette venduti nel 07 è diminuito di 50 milioni di unità, il costo di un pacchetto, negli ultimi cinque anni, è aumentato del 40%. Un fumatore italiano adulto in media spende ogni anno 838 euro (ma uno su tre più di 1.000 euro), in Belgio 1.100, in Portogallo 847, in Spagna 744. Nel nostro Paese, per un adoloscente (15-17 anni) l esborso che se ne va in cenere è invece di 457 euro. Ti dispiace se fumo? Fino a tre anni fa, una richiesta del genere era più unica che rara. Chi avrebbe spedito sul balcone per la pausa-fumo i propri ospiti? L introduzione della legge Sirchia ha avuto il merito di produrre, attraverso l introduzione del divieto nei luoghi pubblici al chiuso, un cambiamento tale per cui l abitudine al fumo è ormai considerata l eccezione, non la norma. Sicuramente è diminuita l accettazione sociale dei fumatori e nel contempo è aumentato da parte loro il rispetto nei confronti dei non fumatori. Lo prova il fatto che prima della legge era il 72% dei fumatori italiani ad accendere la sigaretta in casa, mentre oggi sono il 56%. Negli altri tre Paesi oggetto dell inchiesta, che hanno una legge contro il fumo più blanda della nostra, ciò avviene più frequentemente (76% in Spagna, 66% in Belgio, 57% in Portogallo). Un falso mito La legge Sirchia, presa a modello da altri Paesi (in ultimo dalla Francia), fa leva soprattutto sulla riduzione del fumo passivo, con la speranza che l inibizione possa scoraggiare il consumo di sigarette (fino alla cessazione) e prevenirne l iniziazione. La messa al bando del fumo passivo (negli ambienti pubblici) ha contribuito a creare la falsa credenza che quest ultimo sia più dannoso rispetto al consumo (attivo) moderato di sigarette. È una convinzione comune a fumatori, ex-fumatori e non fumatori 23

Fumo, alcolici e caffè vanno a braccetto CONSUMANO ALCOL BEVONO CAFFÈ [ [ 51% non fumatori 63% ex fumatori 71% fumatori 78% non fumatori 89% ex fumatori 93% fumatori normativa italiana consente a differenza di leggi più inflessibili, come quella del Regno Unito. Solo il 3-4% dei fumatori vorrebbe però un ritorno al fumo libero e senza restrizioni in bar, ristoranti e aeroporti. Di più se si parla di discoteche (9%). Nettamente superiori, in tutti i casi, sono le percentuali che riguardano gli altri Paesi, segno che la legge Sirchia è stata efficace nel creare un cambiamento culturale. È ora, però, che i controlli aumentino. Un vizio tira l altro. La nostra inchiesta conferma che il fumo spiana la strada a caffeina e alcol. Il 71% dei fumatori consuma abitualmente alcolici contro il 51% dei non fumatori. Stesso trend con il caffè. di tutti e quattro i Paesi dell inchiesta, ma soprattutto, e non a caso, di quelli italiani. Per esempio l 89% di coloro che non fumano considera pericoloso il fumo passivo, mentre sono in meno (47%) a ritenere nocivo il fumo moderato. Lo stesso motivo può anche spiegare il fatto che molti non fumatori (60%) ed ex fumatori (52%), ma anche alcuni fumatori (17%), siano infastiditi dal fumo passivo, soprattutto in presenza di bambini. In quest ultimo caso le tre categorie raggiungono rispettivamente l 80%, il 77% e il 58%. È importante sapere che a far aumentare i fattori di rischio per la salute conta più la durata che la quantità. In soldoni, fumare due sigarette al giorno per vent anni Molte malattie croniche si possono prevenire non fumando, mangiando in modo sano ed equilibrato, non facendo abuso di alcol e praticando attività fisica. Altroconsumo ha aderito al programma del ministero della Salute per stimolare nei cittadini queste scelte salutari. www. altroconsumo.it/map/src/189543.htm è più rischioso che farne fuori un pacchetto al dì per un anno. Tutto il gran parlare del fumo passivo non dovrebbe far dimenticare la nocività di quello attivo. Segnali di fumo I divieti previsti dalla legge vengono in gran parte rispettati. È sicuramente questa la percezione comune. Sembra però che il provvedimento, a distanza di tre anni dalla sua entrata in vigore, cominci a perdere forza inibitoria, tant è vero che sono sempre di più quelli che cedono alla tentazione della bionda laddove è proibito. Nel 05, a pochi mesi dalla sua applicazione, solo lo 0,5% dei fumatori italiani dichiarava di non avere rispettato il divieto in ospedale, contro il 13% di oggi. Lo stesso succede a scuola, in ufficio e in discoteca i bagni sono i luoghi privilegiati dai trasgressori con percentuali diverse, ma con una forbice sempre molto larga tra 05 e 07. Insomma l antifona non cambia: oggi ci si concede qualche deroga in più. Significa che siamo di fronte a un rigetto delle restrizioni da parte dei fumatori? Non si direbbe. Se si parla di ristoranti, molti vorrebbero sale dedicate: una scappatoia che la COSA FARE Sos antifumo La nostra inchiesta dimostra che chi riesce a smettere di fumare lo fa soprattutto da solo, sempre che abbia dalla sua parte tanta determinazione. Tuttavia ricorrere a strutture attrezzate e farsi seguire da specialisti è sempre consigliabile. Si può iniziare consultando la Guida ai servizi territoriali per la cessazione dal fumo di ta- bacco, messa a punto dall Istituto superiore di Sanità (Iss) e curata dall Osservatorio fumo, alcol e droga. È disponibile online: basta digitare in un motore di ricerca le parole del titolo della guida e il link apparirà in cima alla lista dei risultati. La guida segnala circa 350 centri antifumo sparsi in tutta Italia e raccomandati dall Iss, la maggior parte dei quali appartiene al Servizio sanitario nazionale (in ospedali o Asl), mentre un ottantina fa parte della Lega italiana per la lotta ai tumori. Scegliete assieme al vostro medico il centro più adatto alle vostre esigenze. Ospedali e Asl offrono spesso più di un servizio e hanno a disposizione specialisti di diverse discipline (psicologi, dietologi, pneumologi...) che aiutano il fumatore usando metodologie differenti, non solo rimedi farmacologici. Per esempio la presenza di un dietologo che controlla le variazioni di peso è utile per chi teme di ingrassare se smette di fumare. Sostegno e informazioni sui servizi sanitari pubblici che aiutano a smettere di fumare potrete trovarli chiamando il Telefono Verde contro il Fumo 800-554088, anonimo e gratuito: risponde l Osservatorio fumo, alcol e droga (dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 16.00). 24