DEFINIZIONI DI PERICOLO

Documenti analoghi
Il fuoco e i suoi effetti

Cartelli antincendio forma quadrata o rettangolare e pittogramma bianco su fondo rosso

SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO DLgs 81/ Informazione rischio incendio pagina 1 di 6

Servizio acqua antincendio: elementi strutturali e cenni di dimensionamento

Uso degli estintori 1

ANTINCENDIO. Informazioni di base RSPP ARPA SICILIA DOMENICO PULEO INFORMAZIONE ART. 36 D.LGS 8I/08

Categorie di incendi incendi di classe A

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali

IL TRIANGOLO DEL FUOCO

Gli Incendi Boschivi. Tecniche Antincendio Boschivo La combustione dei materiali. Realizzato e curato dal. Relatore: Sovrintendente Innocenti Maurizio

Potenziamento della cultura della prevenzione. degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro.

Potenziamento della cultura della prevenzione. degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro.

ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI CASERTA CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI AI SENSI DEL D.

2 A parte. Gli Allegati All. V. Dott. Ing. Valter Melotti ALLEGATO V - ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI.

Il 'triangolo' del fuoco

Corso Antincendio Rischio Basso

Con Giulia & Angela ricapitoliamo Il rischio incendio nei luoghi di lavoro

Corso 818 Ordine architetti Napoli. Principi e metodi generali per la valutazione del rischio incendio nei luoghi di lavoro

Accordo INAIL Confindustria Trieste

Comburente Solitamente l ossigeno contenuto nell aria o nelle molecole (esplosivi)

PROGRAMMA GENERALE PER CORSO DI SPECIALIZZAZIONE DI PREVENZIONE INCENDI AI FINI DELL ISCRIZIONE DEI PROFESSIONISTI

TERZO INCONTRO. CORSO di FORMAZIONE dei LAVORATORI ai sensi dell art.37 dell Accordo Stato Regioni del

COME SI SVILUPPA UN INCENDIO?

Luca Ciarleglio- Croce Rossa Italiana Istruttore PC. Corso OPEM

RISCHI SPECIFICI -RISCHIO INCENDIO- -Modulo 1 Syllabus- Istituto Cesare Pesenti - Bergamo

APPUNTI- a.s. 2015/16 ing. Daniele Minichini ASPP ITI Medi - S. Giorgio a C.no NA CORSO SULLA SICUREZZA D.Lgs. 81/08

Gestione delle emergenze _ sedi di Resnati S.p.A. Modulo 1 Prevenzione e protezione incendi

Pericolo di incendio: Potenziale proprietà dei materiali di causare incendi

INDICE Prefazione Introduzione Sistemi di protezione attiva. Incendi e agenti estinguenti Mezzi mobili di estinzione

ISTITUTI SUPERIORI M. G. SIGISMONDI

Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008) Prof. M.E. Amato- corso di Sicurezza nei laboratori AA

Legislazione di riferimento

MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE INCENDI RETI DI IDRANTI IMPIANTI AUTOMATICI DI INCENDIO

3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,FRPEXVWLELOL

L incendio e la prevenzione

TERMINI E DEFINIZIONI

LA LOTTA ANTINCENDIO

Nell evoluzione dell incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche ( 50 :

SOSTANZE ESTINGUENTI

Ordine Ingegneri della Provincia di L Aquila

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile

L incendio è una combustione della quale si è perso il controllo con i mezzi ordinari e bisogna fronteggiarlo con mezzi straordinari.

Antincendio. Services. Engineering

Direttore Generale: dott. G.G. Santonocito. Manuale di RISCHIO informazione sul rischio i Manuale di informazione sul rischio incendio.

Combustione. Reazione chimica di una sostanza combustibile con l ossigeno accompagnata da sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce.

SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA

*OLHVWLQWRULHLOORURXWLOL]]R. A polvere A CO 2 A schiuma Idrico Wet chemical

INCENDIO, ESPLOSIONE

Corso antincendio. L incendio e la prevenzione; L estintore portatile. Protezione antincendio;

Relazione tecnica allegata al progetto per realizzazione ampliamento modifica:

Il rischio incendio è uno dei maggiori rischi per il luogo di lavoro

La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti Ing. Tiziano Zuccaro

Manuale Antincendio ed Evacuazione. Collana PREVENZIONE E PROTEZIONE

IIS SEVERI-CORRENTI. Formazione sicurezza

L inizio del percorso. I nostri servizi. Gestione della Manutenzione. I nostri prodotti

MEETING TECNICO COMELIT PROTEZIONE ATTIVA: Impianti di Rilevazione Gas

Polvere. Carrellato CO 2

D.M. 15 luglio 2014 NORMA MACCHINE ELETTRICHE [ 1 ]

INCENDI. Prevenzione e protezione gestione delle emergenze II modulo. Manuale di base per l informazione. a cura di Stefano Botti - I DISPOSITIVI

Centrale termica ad olio combustibile o gasolio (Prescrizioni particolari e verifiche)

Prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze

L importanza della valutazione del rischio nella progettazione di Impianti Antincendio. C. Claudi COLLEGIO DEGLI INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO

Formazione specifica dei lavoratori: RISCHIO INCENDIO. LAVORATORI EX D.Lgs. 81/08 (art. 37) E ACCORDO STATO-REGIONI 21/12/2011 P2.

REGISTRO DEI CONTROLLI ANTINCENDIO

A questi fattori si aggiunge l assenza di pulizia e manutenzione degli impianti

energia Cos è? è un lavoro.

VALUTAZIONE QUALITATVA DEL RISCHIO La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti FALBO ing. Franco Mario - Sassari

LA PROTEZIONE ANTINCENDIO

Lezione n. 1. Incendio e Prevenzione Incendi. 1A parte.

L INCENDIO CAPITOLO 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI. definizione

1 A parte. Termini e definizioni generali relativi all incendio (premessa): Il pericolo è una fonte di possibile danno fisico alle persone.

La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti Ing. Tiziano Zuccaro

Argomento Argomento. Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale. Generalità sulla combustione e sostanze pericolose (2)

Emergenze. " Incendio " Ordigno esplosivo " Allagamento " Emergenza elettrica " Fuga di gas " Sversamento " Infortunio/morte

Verbale di Presa in consegna

Quaderni d informazione. Cause e dinamiche di un incendio. Antincendio

Prevenzione Incendi Modulo 2

Norme tecniche Uni: il focus sull antincendio

IMPIANTI UTILIZZANTI METANO, IDROGENO E LORO MISCELE

COMPARAZIONE TRA I REQUISITI DELLA NORMA UNI EN ISO E LE DISPOSIZIONI DEL D.M RELATORE Vittorio Nistrio

Direttiva Europea ATEX 99/92/CE

La classificazione delle miscele ai sensi del Regolamento (UE) 1272/2008 (CLP) Pericoli Fisici. Ing. Antonio Natale.

Termini e definizioni generali relativi all incendio

Cenni. Antincendio. Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Brugherio (MB)

Direzione regionale VV.F. Lombardia

CORSO DI SPECIALIZZAZIONE DI PREVENZIONE INCENDI PER I PROFESSIONISTI DI CUI ALLA LEGGE 818/84

QUESTIONARIO PROPERTY

Elementi di prevenzione incendi

SCIENZA E TECNICA DELLA PREVENZIONE INCENDI VERIFICA APPRENDIMENTO NOME E COGNOME

PROVE ACCREDITATE - CATEGORIA: 0

L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI

Soggetto all'esplosione divisioni 1.1,1.2 e 1.3. Soggetto all'esplosione divisione 1.4. Soggetto all'esplosione divisione 1.5

CORSO BASE SULLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO D. Lgs n 81 / 2008 MODULO 2: INCENDIO

La formazione delle miscele ESPLOSIVE


Descrizione. Soggetto all'esplosione divisioni 1.1,1.2 e 1.3. Gas non infiammabile e non tossico (la bombola può essere di colore bianco)

Collegio Geometri e Geometri Laureati di Monza e Brianza

Direzione regionale VV.F. Lombardia

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI CONTROLLO DELL' INCENDIO. Ing. Guglielmo Guglielmi

Transcript:

CORSO ANTINCENDIO

DEFINIZIONI DI PERICOLO Il pericolo è riferito alla capacità di una sostanza di causare danni in forza delle sue caratteristiche chimiche, fisiche e delle specifiche modalità di conservazione. Si ritiene cioè pericoloso, qualsiasi elemento che potenzialmente può danneggiare le persone, gli animali, le specie vegetali o gli oggetti che costituiscono il patrimonio e la ricchezza dell uomo. Naturalmente, nello specifico, consideriamo principalmente ciò che può influire sulla salute e sull integrità fisica del lavoratore

DEFINIZIONI DI RISCHIO Il rischio si riferisce alle probabilità che le condizioni di pericolo si verifichino. Ovvero si considerano le possibilità legate alle circostanze incidentali. Per esempio, avanziamo l ipotesi del rischio incendio se effettivamente nel nostro ambiente di lavoro abbiamo il combustibile, il comburente e l occasione di innesco (calore, ecc.)

DEFINIZIONE DI SICUREZZA Per sicurezza si intende quindi quella attività che, prefiggendosi come scopo la riduzione del rischio, vuole diminuire la probabilità dell incendio o di altro evento capace di provocare danni. Il comportamento sicuro è un atteggiamento prudente che si rende possibile con la capacità di riconoscere e diminuire il rischio. Ciò è possibile attraverso la conoscenza degli elementi che lo compongono e lo sviluppo di una nostra maggiore sensibilità al problema della sicurezza

Fattori caratterizzanti dell incendio Termici Calore Tossici Fumo Psicologici Panico Mancanza di visibilità

LA PROTEZIONE ANTINCENDIO PREVENZIONE INCENDI PREVENZIONE Propriamente detta PROTEZIONE PROTEZIONE passiva PROTEZIONE attiva

La prevenzione propriamente detta L OBIETTIVO Ridurre la probabilità dell insorgere di un incendio mediante la riduzione e il controllo delle sorgenti di ignizione LE MISURE DI ATTUAZIONE Realizzazione di impianti elettrici a regola d arte (Norme CEI) Impianti di messa a terra di circuiti, strutture e recipienti Impianti di drenaggio delle cariche elettrostatiche Impianti per la protezione dalle scariche atmosferiche Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla

La prevenzione propriamente detta LE MISURE DI ATTUAZIONE Rispetto dell ordine e della pulizia nell ambiente di lavoro ed in particolare nei magazzini Segnaletica di sicurezza riferita in particolare ai rischi presenti nell ambiente di lavoro Misure precauzionali d esercizio Adozione di tempi di lavorazione razionali e costante istruzione al personale sui pericoli di incendio

LA PROTEZIONE PASSIVA GLI OBIETTIVI Garantire l incolumità dei lavoratori Limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione sui lavoratori Contenere i danni alle strutture, agli impianti, alle materie prime, ai prodotti finiti e agli altri beni aziendali

LA PROTEZIONE PASSIVA LE MISURE DI ATTUAZIONE Barriere antincendio Isolamento dell edificio Distanze di sicurezza interne ed esterne Muri tagliafuoco, schermi solidi, ecc. Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi di incendio Materiali classificati per la reazione al fuoco

LE MISURE DI ATTUAZIONE Sistemi permanenti di ventilazione e rimozione dei prodotti di combustione Sistema di vie d uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile dell ambiente di lavoro ed alla pericolosità delle lavorazioni Misure precauzionali di esercizio (ottimizzazione del layout dei reparti di lavorazione in funzione dei rischi d incendio)

LA PROTEZIONE ATTIVA GLI OBIETTIVI Ridurre ai minimi termini i danni prodotti dagli incendi per mezzo della loro rilevazione efficace e della estinzione rapida nella prima fase del loro sviluppo LE MISURE DI ATTUAZIONE Estintori Rete idrica antincendio Impianti antincendio a funzionamento automatico

LE MISURE DI ATTUAZIONE Sistemi automatici di evacuazione di fumo e calore Sistemi di rilevazione e segnalazione automatica di incendio Formazione ed addestramento di squadre antincendio aziendali

PERICOLI DI INCENDIO IMPIANTI ELETTRICI USO DI FIAMME LIBERE SIGARETTE E FIAMMIFERI STUFETTE ELETTRICHE, FORNELLI, ecc. AUTOACCENSIONE CENTRALI TERMICHE SCARICHE ATMOSFERICHE SCARICHE ELETTROSTATICHE SURRISCALDAMENTO DI MATERIALI

L INCENDIO L incendio si verifica quando un combustibile, in presenza di una sufficiente quantità di ossigeno (comburente), si trova esposto ad un adeguato innesco. Gli inneschi più comuni sono fiamme, scintille, corpi incandescenti. Schematicamente il fenomeno è rappresentato dal triangolo del fuoco.

Sorgenti di innesco Accensione diretta L azione di ignizione avviene direttamente quando una fiamma (mozzicone, lampada o altra fonte di calore) entra in contatto con il combustibile causando l incendio. Accensione indiretta L azione di ignizione indiretta avviene invece quando il calore di innesco di un fuoco è trasmesso al combustibile attraverso: La conduzione (es. attraverso i metalli) La convezione (es. attraverso fluidi, gas vapori, o liquidi) L irraggiamento (es. senza contatto o comunicazione diretta. Onda elettromagnetica, radiazione solare, ecc.)

Sorgenti di innesco Autocombustione E il riscaldamento spontaneo di un combustibile generato da un fenomeno di ossidazione anche di natura biologica (es.: il fieno, l olio di lino in uno straccio se conservati in ambienti non ventilati provocano autonomamente l aumento della loro temperatura fino all incendio) Attrito Il risultato di un attrito è la produzione di calore che se non correttamente smaltito riesce ad innescare sostanze combustibili a contatto

PUNTO DI INFIAMMABILITA O FLASH POINT PUNTO DI INFIAMMABILITA : E la temperatura minima alla quale un combustibile (liquido o solido) sviluppa vapori in quantità tale da formare con l aria una miscela capace di accendersi a contatto con un opportuno innesco. Tale parametro determina la pericolosità di un combustibile, soprattutto liquido, che risulterà tanto più pericoloso quanto più bassa sarà la sua temperatura di infiammabilità. Temperatura di infiammabilità di alcuni liquidi Acetone - 18 C Benzolo -11 C Alcool etilico +13 C Benzine -40 +5 C Oli combustibili +40 +70 C

TEMPERATURA DI ACCENSIONE (IGNITION POINT) O AUTOACCENSIONE E la temperatura minima alla quale un combustibile, in miscela con l aria, inizia a bruciare, senza il bisogno di un innesco Temperatura di infiammabilità di alcuni combustibili Legno 300 400 C Carbone 400 500 C Metano 538 Benzine 245 280 C Acetilene 335 Fosforo giallo 34

DINAMICA DELL INCENDIO Nella dinamica dell incendio si possono individuare quattro fasi ben distinte tra loro a) Ignizione b)propagazione c) Incendio generalizzato d) Estinzione e raffreddamento

DINAMICA DELL INCENDIO C Flash-over ignizione propagazione incendio generalizzato estinzione T

EFFETTI SULLE STRUTTURE Sui materiali e sulle costruzioni Corrosione; Deformazioni termiche per effetto di: Irraggiamento Convenzione Conduzione

CLASSIFICAZIONE DEGLI Classe A INCENDI Incendi di materiali solidi infiammabili e incandescenti come legname, carboni, carta tessuti, trucioli, pelli, gomma e derivati, rifiuti che producono braci, il cui spegnimento presenta particolari difficoltà Classe B Incendi di liquidi e materiali solidi che possono liquefare e per i quali è necessario un effetto di copertura e soffocamento, quali petrolio, oli combustibili, oli minerali, benzine, alcool, solventi, grassi, eteri, ecc.

CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI Classe C Incendi di materiali gassosi infiammabili, quali idrogeno, metano, acetilene, propano, butano, etilene, propilene, ecc. Classe D Incendi sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza d aria, reattive in presenza di acqua o schiuma, con formazione di idrogeno e pericolo di esplosione, quali Al, Mg, K, Na, Ca, ecc.

CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI Classe E Incendi di apparecchiature elettriche, trasformatori, interruttori, alternatori, quadri, motori elettrici sotto tensione per il cui spegnimento sono necessari agenti elettricamente non conduttivi.

MEZZI ESTINGUENTI Acqua Sabbia Schiuma Polveri chimiche Gas inerti: -anidride carbonica, azoto Idrocarburi alogenati AZIONI POSSIBILI Separazione Soffocamento Raffreddamento Inibizione chimica

ACCOPPIAMENTO Classe di fuoco sostanza estinguente Fuochi di classe A Fuochi di classe B e C Fuochi di classe D Acqua Anidride carbonica Polveri Idrocarburi alogenati Anidride carbonica Polveri Polveri

IMPIANTI SEMIMOBILI Reti idriche Idranti a colonna Idranti a cassetta Manichette Lance idriche Idranti a colonna Idranti a cassetta

IDRANTE A CASSETTA 1 2 3 4 5 1. Rubinetto idrante 2. Cassetta idrante 3. Lancia a tre effetti 4. Raccordo in ottone con legatura a norma UNI 7422 5. Manichetta a norma UNI 9487

DISTRIBUZIONE IDRANTI IDRANTI A CASSETTA IDRANTI A COLONNA VALVOLE ATTACCO VV.FF.

Impianti antincendio fissi sprinkler

Impianto automatico a pioggia alimentato dall acquedotto o da un serbatoio a pressione A) Rete a secco B) Rete a umido 1) Campanelli di allarme 2) Compressori 3) Pompa di riempimento 6) Arrivo acquedotto 5) Pompa di suppressione 4) Serbatoio a pressione

GLI ESTINTORI Per estintore si intende un apparecchio, portatile o su ruote, contenente un agente estinguente che, per effetto della pressione interna, viene proiettato all esterno. All atto dell acquisto, l utente deve verificare che sia di tipo approvato secondo il D.M. 12/12/82 ed identificato da un etichetta in cui vengono indicate le caratteristiche principali.

TIPI DI ESTINTORI Estintore idrico Estintore CO2 Estintore a polvere Estintore NAF

FUOCHI DI CLASSE A Potenza estinguente Distanza per raggiungere un estintore Superficie protetta da un estintore Rischio Lieve Rischio Medio Rischio Notevole 8 A 20 m 100 m 2 - - 13 A 20 m 200 m2 100 m2-21 A 20 m 300 m2 200 m2 100 m2 34 A 20 m 400 m2 300 m2 200 m2 FUOCHI DI CLASSE B Potenza estinguente Distanza per raggiungere un estintore Tipo di rilascio 89 B 15 m Lieve 144 B 15 m Medio 233 B 15 m Notevole

Focolare tipo Tempo minimo di scarica Quantità massima di agente estinguente ammessa per l estinzione Polvere CO2 NAF Acqua (Schiuma) 6s 6s 6s 6s 9s 9s 9s 12s 15s - 1Kg 2Kg 3kg 4Kg - 6Kg 9Kg 12Kg - 2Kg - 5Kg - - - - - - 1Kg 2Kg 4Kg 6Kg - - - - - - 6lt 9lt - - - - - Normalmente l estinguente è pressurizzato con AZOTO a circa 12-14 bar;

CAMPO DI APPLICAZIONE Utili nelle fasi iniziali dell incendio, anche ai fini di ritardare od evitare la propagazione del fuoco ad altri materiali posti nelle immediate vicinanze del focolare. L applicazione corretta è riportata sulla scheda che segue. Fori di sicurezza Valvola di sicurezza Manichetta Tappo Bombola di gas per la pressurizzazione Pistola di erogazione Involucro

Manichetta Fermo di sicurezza con catenella Comando di erogazione Impugnatura isolante Valvola di erogazione Valvola di sicurezza Cono di erogazione Pescante

RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE Stabilità (simbolo R) Capacità di un elemento da costruzione di conservare la resistenza meccanica sotto l azione del fuoco Ermeticità o tenuta (simbolo E) Capacità di un elemento da costruzione di non lasciar passare né produrre, se sottoposto su un lato all azione del fuoco, fiamme o vapori o gas caldi sul lato non esposto Isolamento termico (simbolo I) Capacità di un elemento da costruzione a limitare, entro un determinato valore, la trasmissione del calore

COMPORTAMENTO AL FUOCO DEI MATERIALI RESISTENZA AL FUOCO Capacità di un elemento da costruzione (componente o struttura) Di conservare per un determinato periodo di tempo misurato in minuti, le sue caratteristiche a fronte di un incendio REAZIONE AL FUOCO Grado di partecipazione alla combustione di un materiale esposto al fuoco R Mantenimento di stabilità: l elemento conserva la sua resistenza meccanica sotto l azione del fuoco Non combustibili Classe 0 combustibili RE Mantenimento di stabilità più tenuta: l elemento oltre a conservare la resistenza meccanica non consente il passaggio, dal lato non esposto all incendio, di fiamme e fumi REI Mantenimento di stabilità più tenuta: l elemento oltre a conservare la resistenza meccanica non consente il passaggio, dal lato non esposto all incendio, di fiamme e fumi Materiali da costruzione Classificati da 1 a 5 in funzione crescente della loro combustibilità Mobili imbottiti Classificati da 1 IM a 3 IM in funzione della maggior combustibilità

COMPORTAMENTO AL FUOCO DEI MATERIALI Resistenza al fuoco Capacità di un elemento di costruzione di conservare per un periodo determinato di tempo, misurato in minuti, le sue caratteristiche di fronte ad un incendio R Mantenimento di stabilità: l elemento conserva la sua resistenza meccanica sotto l azione del fuoco

RE Mantenimento di stabilità più tenuta: l elemento, oltre a conservare la sua resistenza meccanica, non consente il passaggio, dal lato non esposto, di fiamme e fumi

REI Mantenimento di stabilità, tenuta ed isolamento termico: l elemento, oltre a conservare stabilità e tenuta, riduce la trasmissione di calore, dal lato non esposto

CARTELLONISTICA ANTINCENDIO

Interventi con estintori vento Distanza adeguata a- Usare l estintore adatto b- Operare a giusta distanza per battere l incendio con getto efficiente c- Tenere conto delle condizioni ambientali, sfruttando la direzione del vento e ponendosi in posizione tale da non avere la visibilità ostacolata dal fumo

Schema sull uso degli estintori portatili c a d b a Togliere la sicura tirando l anello b Impugnare l erogatore dirigendolo alla base delle fiamme c Impugnare l estintore e premere sull apposita leva d- Muovere il getto alla base delle fiamme

REGOLE PARTICOLARI Nel caso di erogazione contemporanea con 2 o più estintori, gli operatori devono agire parallelamente o fino a formare un angolo massimo di 90

REGOLE PARTICOLARI Nel caso di erogazione su liquido infiammato in recipiente aperto, operare in modo da evitare spandimenti di liquido infiammato, facendo rimbalzare l estinguente sul lato interno del recipiente opposto a quello di erogazione

REGOLE PARTICOLARI Nel caso di erogazione su parti in tensione, a prescindere dalla scelta della sostanza che non deve risultare conduttrice, l operatore deve mantenersi a distanza di sicurezza dalle parti in tensione stesse

REGOLE PARTICOLARI L erogazione deve essere diretta alla base delle fiamme. Nel caso di erogazione in ambiente aperto e ventilato, dirigere l erogatore nello stesso senso del vento