Fascismo, antifascismo



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Fascismo, antifascismo

Fascismo, antifascismo/laboratorio All armi siam fascisti Squadrismo e affermazione del fascismo nel Parmense Tema: Il primo dopoguerra, la crisi dello stato liberale, la crescita della conflittualità sociale costituiscono lo sfondo per lo sviluppo del movimento fascista in Italia. Nel Parmense, come in altre realtà provinciali, l'affermazione del fascismo segue le vicende politiche e sociali locali. Ripercorrere gli eventi che caratterizzarono la storia della nostra provincia tra il 1919 e il 1926 diventa l'occasione per approfondire le peculiarità del fascismo parmense e comprendere le cause della sua penetrazione nella società locale. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole medie e superiori. Metodo: ricerca simulata in forma laboratoriale attraverso la lettura di documenti fotografici, mappe, testi memorialistici e stampa coeva. Prerequisiti: conoscenze storiche di base del quadro politico-sociale dell Italia dal primo dopoguerra alla introduzione delle leggi speciali nel 1926. Svolgimento: lettura ed interpretazione dei documenti d archivio e della stampa; visione di filmati. Tempi: un incontro di due ore. Laboratorio condotto da Marco Minardi

Fascismo, antifascismo/laboratorio/visita guidata Le barricate a Parma nel 1922 L aggressione fascista e la resistenza degli Arditi del popolo nella città dei borghi. Tema: In seguito allo sciopero per il rispetto delle libertà politiche e sindacali, dal 1 al 5 agosto 1922, giunsero a Parma diverse migliaia di fascisti, guidati da Italo Balbo. L obiettivo dell operazione militare era quello di sconfiggere le organizzazioni operaie e di assumere il controllo politico e sociale del territorio, così come avvenuto in altre città. Nei rioni popolari dell Oltretorrente e della città nuova, la popolazione innalzò barricate e resistette sotto la guida di Guido Picelli e degli Arditi del popolo. Dopo cinque giorni di combattimenti le squadre d azione fasciste, sconfitte, se ne andarono dalla città, mentre nei borghi popolari i soldati dell esercito regio venivano accolti con festeggiamenti. La resistenza antifascista delle barricate del 1922 si sarebbe fissata indelebilmente nella memoria cittadina tramandandosi alle generazioni successive, anche negli anni più duri del regime fascista. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: ricerca simulata in forma laboratoriale attraverso la lettura di documenti fotografici, mappe, testi memorialistici e stampa coeva. Prerequisiti: conoscenza delle dinamiche sociali e politiche della prima guerra mondiale, del biennio rosso e del periodo dell avvento del fascismo. Svolgimento: prima lezione: analisi e commento di documenti fotografici e cartografici di Parma del primo dopoguerra, delle barricate del 1922 e di due testi a carattere memorialistico di Guido Picelli e Italo Balbo; seconda lezione: visita guidata al monumento alle barricate antifasciste del 1922 (piazzale Rondani) e ai borghi dell Oltretorrente. Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Margherita Becchetti

Per le scuole interessate al teatro come linguaggio della memoria, questo laboratorio potrebbe concludersi con la rappresentazione dello spettacolo teatrale Pane per i loro denti, la cui scheda è riportata nella sezione Teatro e storia di questo dossier. Fascismo, antifascismo/laboratorio Abbasso Mussolini! Le manifestazioni dell antifascismo parmense sotto il regime L opposizione al regime fascista nel Parmense e la sua repressione. Tema: Nel periodo della dittatura fascista fu sempre presente un opposizione più o meno manifesta: benché sorvegliati, spesso divisi o isolati, molti italiani dimostrarono la loro profonda avversione al regime non solo attraverso l emigrazione e la clandestinità, ma anche semplicemente con atteggiamenti anticonformisti e di non accettazione dei simboli del potere. In particolare, dopo l introduzione, nel 1926, delle leggi speciali, qualsiasi espressione di irregolarità sociale fu considerata una dimostrazione di ostilità nei confronti dello stato fascista, con il conseguente inasprimento del controllo poliziesco e della repressione. Una importante novità per la comprensione di questi eventi, in città come nei paesi della provincia, è data dalla disponibilità delle carte del Fondo Questura di Parma, conservate presso l Archivio di Stato, che comprendono le schede e i fascicoli personali di circa 3000 sorvegliati ritenuti in vario grado pericolosi per l ordine pubblico: questa unità didattica si basa prevalentemente su tali carte. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole medie e superiori. Metodo: ricerca simulata in forma laboratoriale attraverso la lettura di documenti tratti dal Fondo Questura di Parma, arricchita di documenti fotografici, testi memorialistici e stampa coeva. Nelle scuole della provincia i laboratori verranno svolti utilizzando i fascicoli degli antifascisti dei relativi comuni. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sul regime fascista. Svolgimento: prima lezione: modalità della repressione fascista (dall ammonizione al confino, al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato) subita dai sovversivi parmensi; seconda lezione: antifascismo organizzato e antifascismo spontaneo, sulla base dei criteri di pericolosità definiti dagli organismi addetti alla repressione. Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Ilaria La Fata

Guerra e Resistenza

Guerra e Resistenza/Laboratorio/Visita guidata Una città in guerra: Parma 1943-1945 Percorso documentario sulla vita quotidiana a Parma durante l occupazione tedesca (1943-1945). Tema: Con i combattimenti della notte tra l 8 e il 9 settembre 1943 ha inizio, anche nella provincia di Parma, l occupazione militare tedesca, cui ben presto si affiancano le forze collaborazioniste della Repubblica sociale italiana. Sulla popolazione grava il mantenimento dell esercito nemico che impone gravi e ulteriori restrizioni personali e collettive. Sono in particolare le donne a vivere e a testimoniare la durezza della vita quotidiana durante quei venti lunghi e drammatici mesi. Dalla primavera del 1944 la città è scossa dai bombardamenti aerei alleati che seminano morte, paura e distruzione. Una nuova topografia del terrore, segnata dai luoghi di prigionia, di tortura e di violenza, regola gli spostamenti e la vita degli abitanti. Ad essa si contrappone la geografia clandestina del movimento di Resistenza contro i nazi-fascisti, con i suoi punti di incontro segreti, le case di latitanza, i recapiti sicuri. Il coprifuoco, i continui controlli di polizia, le retate di civili da avviare in Germania al lavoro coatto, le fucilazioni per rappresaglia scandiscono il tempo della città in guerra fino al 25 aprile 1945. Destinatari: ultime classi delle scuole medie e superiori. Metodo: il percorso si sviluppa attraverso una lettura integrata di differenti fonti (documenti d archivio, audiovisivi, fotografie, giornali, testimonianze, mappe, monumenti e luoghi della memoria), con l obiettivo di ricostruire la vita in città durante gli ultimi venti mesi della seconda guerra mondiale. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alle vicende belliche italiane e all occupazione tedesca dall 8 settembre 1943 all aprile 1945. Svolgimento: - primo incontro: La città occupata e la guerra che prosegue (parte laboratoriale, da svolgersi nella sala conferenze dell Isrec, e visita guidata) ; - secondo incontro: La vita quotidiana delle donne dei quartieri popolari e la scelta della Resistenza (visita guidata); - terzo incontro: La resistenza militare dell 8 settembre 1943, il movimento partigiano clandestino, i giorni della Liberazione (visita guidata). Tempi: tre incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Margherita Becchetti, Ilaria La Fata, Marco Minardi

Guerra e Resistenza/Laboratorio/Visita guidata La Resistenza e la sua memoria Un itinerario didattico sui luoghi e tra le carte della lotta di Liberazione Dai monumenti uno sguardo a ritroso alla guerra e alla lotta di Liberazione così come si sono sviluppate in città e nei singoli comuni della provincia. Tema: La Resistenza, i suoi protagonisti, la memoria e il territorio nel quale si svolse la lotta di Liberazione. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: partendo dalla mappa dei monumenti si ricostruiscono, insieme agli studenti, la memoria e la storia della Resistenza e della guerra in un determinato territorio (comune, città, quartiere). Il lavoro di laboratorio si conclude con la realizzazione di un testo scritto che raccoglie le considerazioni, le interpretazioni e le suggestioni della classe. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale, in particolare sulla caduta del fascismo e l occupazione militare tedesca in Italia. Svolgimento: primo incontro: dai cippi e dai monumenti realizzati a partire dal 1945 viene fatto emergere il ruolo che la memoria ha avuto nel rievocare la Resistenza e nel rappresentare i valori e le culture politiche dell Italia repubblicana, insieme alle caratteristiche assunte dalla lotta di Liberazione e dalla guerra. Secondo incontro: lettura e interpretazione di documenti, analisi dei dati quantitativi e qualitativi prodotti dalla ricerca storica, considerazioni su eventi e svolgimento della lotta di Liberazione nella zona prescelta. Terzo incontro: confronto sui risultati del laboratorio per la stesura del testo. Tempi: tre incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Marco Minardi

Guerra e Resistenza/Laboratorio/Visita guidata Il Clandestino Un percorso nei luoghi dell attività cospirativa in città (1943-1945) Tema: Dall 8 settembre 1943 anche a Parma si organizza una rete clandestina di opposizione e resistenza all occupazione tedesca e al collaborazionismo fascista. Un attività cospirativa legata a luoghi segreti, parole d ordine, case di latitanza, incontri fugaci, azioni militari; segnata dalle retate della polizia, dai controlli sempre più stretti, dal coprifuoco, dalle fucilazioni per rappresaglia. Destinatari: ultime classi delle scuole medie e superiori. Metodo: lezione con lettura ragionata di documenti, fotografie, mappe, testimonianze; esplorazione dei luoghi dell attività clandestina in città sulla base delle tracce di memoria. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alle vicende belliche italiane e all occupazione tedesca tra l 8 settembre 1943 e l aprile 1945. Svolgimento: primo incontro: analisi e commento di documenti d archivio, fotografie e mappe relativi all attività partigiana clandestina a Parma, lettura di testimonianze e visione di oggetti dell epoca; secondo incontro: visita guidata ai luoghi della memoria partigiana in città. Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Margherita Becchetti

Guerra e Resistenza/Laboratorio Con le armi e senz armi Le donne nella guerra, nella Resistenza Tema: l Italia fascista è un paese agricolo nel quale è ancora il modello patriarcale ad essere profondamente radicato in tutti gli strati della società. In un paese così strutturato, il regime trova terreno fertile alla diffusione della nuova immagine di donna, madre e sposa esemplare. La seconda guerra mondiale, con la partenza degli uomini per il fronte, rappresenta un momento di rottura con la tradizione e di sospensione delle regole sociali. Le donne sono chiamate, come già era accaduto durante il primo conflitto mondiale, a svolgere un ruolo attivo dentro e fuori dalla famiglia, occupando i posti di lavoro lasciati liberi dalla lontananza dei padri, dei fratelli e dei mariti. Esse vanno riscoprendo la loro forza nelle case, nei campi, nelle fabbriche e, soprattutto, nella lotta clandestina al fascismo. Nel movimento resistenziale, infatti, matura quella coscienza civile e politica che le porterà, alla fine della guerra, a proseguire l impegno politico intrapreso, continuando a combattere contro la morale maschilista, ancora radicata in Italia, anche dopo il riconoscimento del diritto di voto. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole medie e superiori. Metodo: lezione frontale; lettura ragionata di documenti d archivio e di testimonianze orali; visione di filmati. Prerequisiti: conoscenze storiche di base relative al periodo fascista, alla seconda guerra mondiale e al movimento resistenziale. Svolgimento: primo incontro: introduzione alla storia di genere, breve analisi del modello di donna fascista, approfondimento del conflitto mondiale come momento di rottura con la tradizione; secondo incontro: analisi dell antifascismo femminile, delle motivazioni e dei sentimenti che spingono le donne, in alcuni casi, a combattere nella Resistenza, dei ruoli ricoperti nella lotta per la liberazione dell Italia, delle scelte esistenziali e politiche davanti alla fine della guerra e ai nuovi processi politico-sociali. Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Brunella Manotti Per le scuole interessate al teatro come linguaggio della memoria, questo laboratorio potrebbe concludersi con la rappresentazione dello spettacolo teatrale Garofani e pane. Ragazze dei borghi per la liberazione, la cui scheda è riportata nella sezione Teatro e storia di questo dossier.

Guerra e Resistenza/Laboratorio Il confine mobile La storia del 900 al confine nord-orientale: conflitti nazionali, guerra, foibe ed esodo giuliano dalmata Tema: Questo approfondimento si propone di delineare un quadro storico generale, il più possibile esaustivo, delle complesse vicende che hanno caratterizzato e modificato drasticamente il confine orientale, proprio per questo motivo definito confine mobile. Verranno contestualizzati gli eventi su un arco di tempo di lungo periodo, partendo dalla prima guerra mondiale, con un accenno ai rapporti tra italiani e slavi nella Venezia Giulia tra Ottocento e Novecento, per poi affrontare il fascismo di frontiera, l avvento della seconda guerra mondiale, l aggressione e in seguito l occupazione italiana della Jugoslavia (1941-1943), l occupazione tedesca della Zona d operazione Litorale Adriatico e la Resistenza antifascista. Una volta fornite le coordinate storiche fondamentali, verrà affrontato il tema delle foibe giuliane e quindi dell esodo giuliano dalmata. Destinatari: percorsi differenziati per le ultime classi delle scuole medie e superiori. Metodo: lezione frontale; lettura ragionata di documenti d archivio e testimonianze. Prerequisiti: nozioni storiche basilari sulle due guerre mondiali, sul fascismo e sull occupazione italiana in Jugoslavia (1941 1943). Svolgimento: lezione laboratoriale condotta attraverso schemi di sintesi, documenti, filmati, testimonianze, raccolti e rielaborati in Power Point e basata sulla ricostruzione storica ragionata degli eventi e del contesto in cui sono avvenuti. Parte dell'incontro è destinato alle domande e alle riflessioni degli studenti. Tempi: per le superiori: due incontri di due ore ciascuno. Per le medie: un incontro di due ore. Laboratorio condotto da Maria Luisa Molinari

Deportazione politica e razziale

Deportazione politica e razziale/laboratorio L universo concentrazionario i campi di concentramento costituivano e costituiscono sempre una parte del complesso di questioni inerenti la privazione della libertà, l arbitrio, il terrore, le crudeltà e gli orrori, la deportazione, il lavoro coatto e schiavo, lo sfruttamento, l assassinio di massa e il genocidio. (A. J. Kamiński, I campi di concentramento dal 1896 a oggi, Torino, Bollati Boringhieri, 1998, p. 16) La storia dei campi di concentramento dalla fine dell Ottocento ai primi anni Cinquanta del Novecento. Tema: Percorso documentario attraverso il quale si cerca di indagare la costituzione e lo sviluppo dei campi di concentramento nella loro varia ma pur sempre drammatica tipologia e di ricostruirne gli obiettivi, diversi secondo i tempi e i luoghi. Si vuole in questo modo approfondire un fenomeno a cui, nei libri di testo, spesso e per diverse ragioni, non è stato dedicato il giusto spazio. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole medie e superiori. Metodo: laboratorio con lettura ragionata e analisi comparativa di documenti fotografici, fonti memorialistiche e letterarie. Prerequisiti: conoscenze dei quadri storici generali dalla fine dell Ottocento alla prima metà del Novecento, con particolare attenzione ai totalitarismi degli anni Trenta. Svolgimento: primo incontro: si definisce cosa si intende per campo di concentramento e campo di lavoro; si spiega che le strutture concentrazionarie fanno parte di un più generale sistema repressivo, sottolineando il legame inscindibile che esse hanno con l intera vita politica e sociale degli stati in cui vengono utilizzate; si affronta la storia del fenomeno, dai campi organizzati nelle colonie (Cuba, Sudafrica) fino ai primi campi aperti in Unione Sovietica negli anni Venti del Novecento. Secondo incontro: definizione di regimi totalitari; fascismo, nazismo e stalinismo: con il metodo della comparazione si analizzano, insieme agli studenti, le diverse modalità di lavoro forzato e di omicidio di massa operanti sia all interno sia all esterno degli spazi delimitati dal filo spinato; considerazioni finali sul ruolo che ancora oggi questi mezzi di coercizione sono chiamati a svolgere in diverse parti del mondo. Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Carla Cavazzi e Brunella Manotti

Deportazione politica e razziale/laboratorio Antisemitismo fascista: le responsabilità italiane nella Shoah Proposta didattica suggerita da studi sulla rimozione della memoria e sul falso mito del bravo italiano. Tema: Dai primi segni di antisemitismo alle leggi razziali del 1938; dalla persecuzione dei diritti alla persecuzione della vita; dalla deportazione alle difficoltà del ritorno e del reinserimento per i sopravvissuti. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: lezione frontale con lettura ragionata di documenti. Prerequisiti: conoscenze storiche di base relative alla prima metà del Novecento, in particolare sul ventennio fascista in Italia e sulla seconda guerra mondiale. Svolgimento: si analizza l antisemitismo del regime fascista prendendo in considerazione le varie fasi della politica razziale del regime, basata sul concetto di superiorità della razza ariana: il pregiudizio antisemita, la propaganda, la confisca dei beni, la deportazione, la morte. Tempi: un incontro di due ore. Nota bene: insieme a questa unità didattica o in alternativa ad essa, il docente può scegliere di svolgere in classe anche il modulo Dall antigiudaismo all antisemitismo alla Shoah, pur non essendo compreso nel presente programma. Laboratorio condotto da Carla Cavazzi

Deportazione politica e razziale/laboratorio I bambini di Parma nel Lager di Auschwitz Tema: Viene ricostruita in classe la vicenda dei cinque bambini ebrei di Parma deportati e uccisi nel campo di sterminio di Auschwitz il 10 aprile 1944, dalle leggi razziste promulgate dal governo italiano nel 1938 fino alla persecuzione antiebraica iniziata in Italia dopo l 8 settembre 1943. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole elementari e medie. Metodo: il laboratorio, utilizzando carte d archivio, pubblicazioni a stampa, fotografie e testimonianze orali, raccolte in un apposito quaderno didattico edito dal nostro Istituto, ricostruisce la vicenda di cinque bambini della comunità israelitica di Parma arrestati insieme ai loro familiari nel dicembre 1943 e deportati nel lager di Auschwitz. Seguendo le poche tracce rimaste nella documentazione, viene ripercorso il viaggio dei cinque bambini attraverso i campi di Monticelli e di Fossoli, fino all ultimo tragitto nel vagone piombato del convoglio numero 9 verso Auschwitz, dove giunsero il 10 aprile 1944 e dove scomparvero nel crematorio. Prerequisiti: conoscenza delle vicende che si riferiscono alla persecuzione fascista e nazista degli ebrei durante gli anni Trenta e Quaranta; lettura del quaderno didattico I bambini di Parma nel lager di Auschwitz. Svolgimento: analisi e approfondimento della la memoria della deportazione dei bambini italiani nei lager tedeschi. Tempi: un incontro di due ore. Nota bene: il quaderno didattico I bambini di Parma nel lager di Auschwitz è disponibile presso l Istituto storico al costo di 1.00. Si consiglia l acquisto di una copia per ogni studente. Laboratorio condotto da Rita Torti

Italia repubblicana

Italia repubblicana/laboratorio La Costituzione repubblicana Tema: Il primo gennaio 1948 entrava in vigore la nuova Costituzione repubblicana. Nel lavoro delle commissioni e delle sottocommissioni della Costituente, concluso nel gennaio 47, si possono cogliere i principi fondamentali dello Stato repubblicano, ben più articolati e innovativi di quelli posti a fondamento dello Stato liberale. La Costituzione affonderà così le proprie radici nella cultura antifascista e nella storia dell Italia democratica, nelle aspirazioni di emancipazione, di libertà e di giustizia che dal Risorgimento in poi hanno segnato la vita politica, culturale e spirituale degli italiani. Destinatari: percorsi differenziati per le ultime classi delle scuole medie e superiori. Metodo: ricostruzione degli eventi che portarono all insediamento dell Assemblea Costituente attraverso l analisi delle fonti storiche (documenti, stampa coeva, filmati) e attraverso la lettura ragionata della Carta costituzionale, come se si trattasse di un libro di storia. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale e sugli anni durante i quali l Italia passò dalla dittatura alla democrazia repubblicana (1943-1948). Svolgimento: primo incontro: la Liberazione e l elezione dell Assemblea Costituente (1946) affrontate attraverso l analisi dei dati statistici, di alcune biografie dei costituenti, di documenti a stampa, filmati e testimonianze. Secondo incontro: lettura e interpretazione della Carta costituzionale, riflessione degli studenti sui giudizi e le valutazioni fatte da alcuni protagonisti di quegli eventi (uomini di stato, intellettuali e dirigenti politici). Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Marco Minardi

Italia repubblicana/laboratorio Treni del sud L'emigrazione degli Italiani negli anni del "miracolo economico" attraverso le fonti televisive Tema: Negli anni del miracolo economico l emigrazione tradizionale dall Italia verso l estero perde rilievo rispetto alle dimensioni delle migrazioni interne. Solo dal 1958 al 1963 i meridionali che si trasferiscono al centro-nord sono circa un milione. Fra le mete principali figurano le grandi conurbazioni industriali di Milano e Torino, le periferie di Roma, Genova, Firenze e Bologna. Ogni giorno arrivano dal sud treni carichi di giovani e di famiglie in cerca di occupazione. Li attende un futuro incerto e un lavoro sottopagato, spesso in nero. Anche trovare casa per loro è difficile: le vecchie leggi fasciste contro l urbanesimo in vigore fino al 1961 li rendono dei clandestini in patria. Il moltiplicarsi delle coree, rioni con abitazioni di fortuna che sorgono come funghi ai margini delle città, è il segno visibile della precarietà in cui vivono tanti immigrati. In quegli stessi anni la televisione conquista rapidamente il primo posto tra i mezzi di comunicazione di massa. La Rai documenterà con numerosi servizi giornalistici, inchieste, reportage, i grandi spostamenti di popolazione che caratterizzarono il mutamento sociale italiano dai primi anni Sessanta fino al decennio successivo.con schegge di questi materiali è costruito il percorso che proponiamo. Destinatari: percorso differenziato per ultime classi delle scuole medie e secondarie superiori. Metodo: visione antologica di frammenti televisivi; smontaggio e discussione in gruppo della fonte; analisi linguistica del cortometraggio documentaristico e dell intervista televisiva; lettura interpretativa delle testimonianze. Prerequisiti: conoscenze di base sulla storia dell Italia repubblicana fino agli anni Sessanta. Svolgimento: 1. Il viaggio a nord, interviste sul treno degli emigranti; Nello specchio della memoria: viaggio d'emigrazione di una bambina calabrese; Arrivi: Milano, Torino, Roma. 2. Coree e baraccopoli; Cerco casa: Roma, Torino, Palermo, Napoli; La coscienza politica: l'arrivo in Fiat; Lontananze: una lettera dalla Svizzera. Tempi: due incontri di due ore ciascuno. Laboratorio condotto da Guido Pisi

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza/Museo storico della Resistenza di Sasso/Sentieri partigiani Il fuoco di Wallenstein Luglio 1944: lotta partigiana ed eccidi nazifascisti intorno al Monte Fuso Itinerario n. 1 Tema: Stare tranquilli bambini che il papà torna a casa. La testimone ripete a memoria le parole che sentì pronunciare dal soldato tedesco in quella mattina d estate del 1944. Allora aveva 14 anni. Sessant anni dopo, con gli occhi asciutti ma con un intatta emozione che le vibra nella voce, racconta la perdita del padre che le fu strappato via e fucilato con le mani legate dietro la schiena al limitare del bosco vicino a casa. E un frammento di memoria della strage 33 le vittime - compiuta dalle truppe tedesche e dai militi di Salò nei villaggi intorno al Monte Fuso durante il grande rastrellamento (nome in codice Wallenstein ) che iniziò nella notte del 30 giugno e si concluse verso la fine di luglio, dopo che paesi e vallate della montagna parmense furono messi a ferro e fuoco. I tedeschi cercavano i partigiani ma trovarono solo civili, perlopiù persone anziane o ragazzi, donne e bambini. La strage avvenne in poche ore, ma in uno spazio vasto, e macchiò con una lunga scia di sangue frazioni e casolari sparsi sulle colline di Neviano degli Arduini. Destinatari: percorsi differenziati per le ultime classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: lavoro con il gruppo classe sul percorso documentario proposto nel Museo storico della Resistenza di Sasso ed esplorazione consapevole dello spazio storico con l uso di cartine, foto, testimonianze. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale. In particolare, sulla caduta del fascismo, sull occupazione militare tedesca e sulla Resistenza (1943-1945). Svolgimento: lezione partecipata: la scelta partigiana, le prime bande sui monti, l insediamento della guerriglia, il rastrellamento e la strage del luglio 1944; Visita guidata attraverso alcuni luoghi della memoria in cui avvennero gli eccidi. Tempi: un unico incontro di quattro ore circa. Laboratorio condotto da Ilaria La Fata Per le spese di viaggio le scuole potranno usufruire delle agevolazioni previste dal bando della Comunità Montana Appennino Parma-est per l incentivazione del turismo scolastico (informazioni sul sito www.cmparmaest.pr.it).

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza Il nuovo Museo storico della Resistenza di Sasso Il museo storico della Resistenza di Sasso (Neviano degli Arduini) costituisce un singolare documento di storia della memoria che testimonia il tentativo pionieristico messo in atto nel 1973 da alcuni dei protagonisti della stagione partigiana i quali intendevano così trasmettere alle generazioni successive un'esperienza fondamentale del loro passato. Ad oltre trent'anni da quel lontano esordio, nell aprile 2005 il museo è stato riaperto al pubblico in una nuova sede e con un percorso espositivo interamente rinnovato secondo aggiornati criteri museologici. L'allestimento propone una rigorosa ed accurata ricostruzione degli awenimenti che si svolsero fra il 30 giugno e il 7 luglio 1944 nell'area appenninica a est della strada statale della Cisa, durante il rastrellamento condotto dai reparti tedeschi, affiancati da unità della Rsi, che in quell'occasione commisero gravi eccidi contro i civili (nella sola zona di Neviano Arduini le vittime furono 33). Nel racconto che il museo affronta c'è il 'microcosmo' della banda partigiana, impegnata a combattere - una alla volta o tutte insieme- le 'tre guerre' di cui parla Claudio Pavone, e c'è la gente della montagna, immiserita dalla guerra e sulle cui spalle grava il peso delle rappresaglie, delle requisizioni fasciste, del mantenimento dei gruppi partigiani. Un illustrazione degli scenari della guerra, dei contesti spazio-temporali e della dimensione sociale entro cui si colloca l'evento-chiave delle stragi dell'estate '44, completa il quadro storico. Il meccanismo narrativo è affidato ad un'ampia documentazione fotografica, alla cartografia storica, alle testimonianze materiali (armi, uniformi, equipaggiamenti), soprattutto a una toccante sequenza di filmati: dall intensa videoclip di apertura al documentario conclusivo, Luglio 1944, in cui 17 sopravvissuti rievocano, sessant anni dopo ma con immutata emozione, la dolorosa memoria dell eccidio. Il nuovo museo si trova nella frazione di Sasso, nel comune di Neviano degli Arduini, a 39 km. da Parma e a pochi minuti dall oasi naturalistica del Monte Fuso. La sede del museo è al piano terra di un antica casa in pietra, interamente restaurata, che sorge lungo la strada per Scurano. Le classi possono effettuare visite guidate e attività didattiche laboratoriali solo su prenotazione, telefonando all ISREC (0521.287190). Il nuovo Museo storico della Resistenza di Sasso è stato realizzato grazie ai contributi del Comune di Neviano degli Arduini, della Comunità montana Appennino Parma Est, della Provincia di Parma, della Regione EmiliaRomagna, della Fondazione Cariparma, secondo il progetto museografico ideato da Guido Pisi e Adriano Cappellini per l Istituto storico della Resistenza e dell età contemporanea di Parma. L allestimento è dell architetto Mario Ugolotti.

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza/Laboratorio/Sentieri partigiani Eppur bisogna andare Partigiani e rastrellamenti nelle alte valli del Taro e del Ceno. Operazione Wallenstein, luglio 1944 Itinerario n. 2 Tema: Tra il marzo 1944 e l aprile 1945, nella provincia di Parma, le truppe d occupazione tedesche, affiancate dai corpi armati della Repubblica sociale italiana, si resero responsabili di almeno 142 fucilazioni, che provocarono la morte di oltre 400 persone. A partire dalla documentazione dei singoli episodi, si svilupperà un itinerario didattico teso a ricostruire e ad analizzare il fenomeno delle stragi e della violenza nazifascista nel territorio parmense. Destinatari: percorsi differenziati per le classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: esplorazione dello spazio storico della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana nella montagna parmense, lettura di documenti e di testimonianze. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale. In particolare sulla caduta del fascismo, l occupazione militare tedesca dell Italia e la Resistenza (1943-45). Itinerario proposto: incontro in classe: il percorso si sviluppa attraverso l analisi degli episodi di violenza commessi da fascisti e da reparti militari tedeschi con l obiettivo di ricostruire il contesto storico in cui si verificarono e le conseguenze provocate dalla violenza sulle comunità e nei confronti delle formazioni combattenti in zona. Viaggio d istruzione: l itinerario ripercorre il cammino delle truppe naziste e fasciste durante il rastrellamento del luglio 1944 (Operazione Wallenstein II). Da Compiano a Bardi, passando per Strela, Cereseto, Sidolo, gli studenti visiteranno alcuni dei luoghi dove furono commessi stragi ed eccidi, dove vennero incendiati paesi, saccheggiate le case contadine, da cui furono deportati gli uomini. Dopo il tragitto in pullman, si ripercorrono a piedi i sentieri partigiani della 32a Brigata Garibaldi Monte Penna che si snodano intorno al monte da cui prese nome il gruppo e che fu il suo rifugio naturale. Svolgimento: esplorazione dei luoghi di memoria, ricostruzione e contestualizzazione guidata degli eventi. Tempi: un incontro di due ore in classe, un viaggio di istruzione della durata di una giornata. Laboratorio e viaggio di istruzione condotti da Ilaria La Fata

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza / Laboratorio/Visita animata I ribelli della montagna La lotta partigiana in Val Parma: visita animata al Lago Santo Itinerario n. 3 Tema: Alle soglie della primavera, sulle rive del Lago Santo, si svolse un violento scontro a fuoco tra partigiani assediati nel rifugio e un reparto di nazifascisti. La prima settimana di luglio i paesi e i casolari di quelle montagne furono messi a ferro e fuoco dai soldati tedeschi. E il 17 ottobre 1944 ebbe luogo l eccidio del Comando unico della Resistenza parmense, sorpreso dai tedeschi a Bosco di Corniglio. Visita animata: è un percorso didattico guidato, del tutto particolare, perché arricchito da letture o performance tratte da opere, carteggi e testimonianze di alcuni dei protagonisti della lotta di Liberazione nel Parmense. L intento è quello di portare gli studenti a riscoprire i luoghi della memoria partigiana anche attraverso il racconto narrato dai personaggi rappresentati. Destinatari: percorso rivolto agli studenti delle ultime classi delle scuole medie e superiori. Metodo: attività laboratoriale su fonti documentarie, ascolto di testimonianze, visita animata e visita guidata. Prerequisiti: Conoscenze storiche di base sulla caduta del fascismo, sull occupazione militare tedesca in Italia e sulla Resistenza (1943-1945). Svolgimento: incontro in classe: laboratorio con lettura ragionata e analisi comparativa di documenti riguardanti la Resistenza nel Parmense; Viaggio di istruzione: mattina, escursione a piedi da Bosco di Corniglio alla località Lagdei (con la possibilità di proseguire per il Lago Santo), incontro con i personaggi (soldati tedeschi, militari fascisti e partigiani) che, attraverso le testimonianze dei protagonisti di quegli eventi, raccontano brani di storie soggettive; pomeriggio, trasferimento a Bosco di Corniglio; attività sull eccidio del Comando unico della Resistenza parmense, visita alla sede del Comando e al monumento che ricorda l evento. Tempi: un incontro in classe e un viaggio d istruzione di una giornata. Laboratorio in classe e viaggio di istruzione condotti da Ilaria La Fata. Visita animata a cura di Associazione Terre Emerse e Gruppo Guide Turistiche Torrechiara. Costi aggiuntivi: Euro 240.00 trasporto escluso. Per le spese di viaggio le scuole potranno usufruire delle agevolazioni previste dal bando della Comunità Montana Appennino Parma-est per l incentivazione del turismo scolastico (informazioni sul sito www.cmparmaest.pr.it).

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza /Laboratorio/Visita animata Sant Andrea Bagni: un piccolo fronte di guerra Il Bunker di Kesselring e la Resistenza tra le colline di Medesano Itinerario n. 4 Tema: Il 12 e il 14 novembre 1944 Sant Andrea Bagni conobbe la violenza dei bombardamenti angloamericani. Si trattò di un incursione massiccia che distrusse l albergo Salus, nel quale aveva sede il Comando militare germanico e nel quale era ospitato il Maresciallo Kesselring, comandante delle forze tedesche in Italia. Dietro l hotel, in una galleria nascosta e protetta, i tedeschi avevano allestito un rifugio antiaereo in cemento armato, munito di tre ingressi differenziati, un bunker vero e proprio. Visita animata: è un percorso didattico arricchito da letture e performance tratte da opere, carteggi e testimonianze di alcuni dei protagonisti della lotta di Liberazione. Un bunker militare, le colline e i boschi circostanti: il set ideale sul quale, in un progetto di storia rappresentata, gli studenti potranno incontrare militari tedeschi al servizio del Maresciallo Kesselring, partigiani della 31a Brigata Garibaldi Copelli e militi fascisti della Brigata nera. Destinatari: percorsi differenziati per le classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: laboratorio in classe sui documenti d archivio propedeutico all esplorazione dello spazio storico della guerra e della Resistenza. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale. In particolare sulla caduta del fascismo, sull occupazione militare tedesca dell Italia e la Resistenza (1943-45). Svolgimento: incontro in classe: analisi di documenti e di testimonianze sull occupazione militare tedesca in Italia e nel Parmense e sulla lotta di Liberazione nel territorio di Medesano. Viaggio d istruzione: visita al bunker e agli altri luoghi che ospitarono i comandi tedeschi a Sant Andrea Bagni ed escursione attraverso un sentiero partigiano, lungo il quale i personaggi rappresentati si racconteranno attraverso i i loro ricordi personali dell occupazione tedesca e della lotta partigiana. Tempi: un incontro di due ore in classe e il viaggio d istruzione della durata di una mattina. Laboratorio in classe e visita di istruzione condotti da Marco Minardi. Visita animata a cura di Enrico Belgrado e dell Associazione di Valorizzazione storico-culturale di Sant Andrea Bagni Costi aggiuntivi: Euro 240.00 trasporto escluso.

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza /Il bunker del Comando Generale Tedesco in Italia Il bunker del Comando Generale Tedesco in Italia I Comandi tedeschi in Italia Oberbefehlshaber Südwest (Heeresgruppe C) È la più alta articolazione militare tedesca sul teatro di guerra italiano. Viene costituito il 6 novembre 1943 per trasformazione dello stato maggiore dell'oberbefehlshaber Süd, il comando costituito nel dicembre 1941 al quale erano subordinate tutte le unità della Luftwaffe presenti sullo scacchiere del Mediterraneo e che era guidato dal Feldmaresciallo Albert Kesselring. Nato come organo di controllo e di rappresentanza presso il Comando Supremo e Mussolini, l'ob Süd assunse progressivamente, compiti militari operativi, soprattutto a partire dall'estate 1943 in seguito allo sbarco alleato in Sicilia ed alla caduta di Mussolini, il 25 luglio 1943. Ma fu tuttavia solo con l'ordine di Hitler del 6 novembre che l'ob Süd fu trasformato in un comando militare a tutti gli effetti ed al quale fu data la denominazione Oberbefehlshaber Südwest (Oberkommando der Heeresgruppe C). Il comando sul teatro di guerra italiano fu assunto da Kesselring il 21 novembre. I suoi compiti furono fissati nella difesa del fronte sulla linea Gaeta-Ortona, il presidio delle coste e la lotta contro le formazioni partigiane, la cui azione era allora ancora limitata all'italia nord-orientale. Il comando OB Südwest rimase fino alla Liberazione la principale articolazione di comando tedesca in Italia. Il suo comandante fu fino al 10 marzo 1945 Albert Kesselring. Dopo questa data lo sostituì il generale Heinrich Vietinghoff-Scheel. La sede del comando di Kesselring fu nell estate 1943 a Frascati, poi nella base del Monte Soratte fino ai primi giorni del giugno 1944, quindi a Monsummano, presso Montecatini, fino a metà luglio. Successivamente fu portato a Sant Andrea Bagni presso Parma e, dalla seconda metà di settembre in avanti a Recoaro. Sant Andrea Bagni Come già successe per Monsummano Terme e successivamente accadrà per Recoaro Terme anche la scelta di Sant Andrea Bagni fu una scelta dettata da problemi logistici. Infatti grazie ai numerosi alberghi, poteva agevolmente accogliere le circa 1500 persone (generali, soldati, ausiliarie) che componevano lo Stato Maggiore del Comando Generale per l'italia e del gruppo d'armate C, senza dover evacuare i residenti. Anche a Sant Andrea Bagni la presenza tedesca fu caratterizzata dalla costruzione di un bunker antiaereo, articolato su due livelli, posto alle spalle dell albergo Salus sede del comando. Anche in questo caso l abbandono del centro di comando fu deciso dopo il pesante bombardamento su Sant'Andrea Bagni tra il 12 e il 13 novembre 1944, quando aerei alleati colpirono l'albergo Salus, dove aveva sede il comando tedesco e, dalla primavera 1944 il Feldmaresciallo Kesselring.

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza /Laboratorio/Sentieri partigiani/il nascente Museo della Resistenza in Valmozzola Avanti siam ribelli I partigiani nelle Valli del Taro e del Ceno Itinerario n. 5 Tema: Entrare nel territorio della lotta partigiana, individuarne le postazioni, le sedi dei comandi, calpestare i luoghi dei combattimenti, conoscere i protagonisti e gli oggetti della guerra: una topografia della memoria che prende forma attraverso la concretezza delle testimonianze materiali e la scoperta delle tracce invisibili di quel passato. Destinatari: percorsi differenziati per le classi delle scuole elementari e medie. Metodo: esplorazione dello spazio storico della lotta partigiana nel territori della media Val Taro e Val Ceno, visita all esposizione di documenti e di oggetti conservati nel nascente Museo della Resistenza in Valmozzola. Prerequisiti: conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale. In particolare sulla caduta del fascismo, sull occupazione militare tedesca dell Italia e la Resistenza (1943-45). Itinerari proposti: incontro in classe: lettura e analisi di documenti e di testimonianze sull occupazione militare tedesca del Parmense e sulla lotta partigiana nelle valli del Taro e del Ceno. Viaggio d istruzione: si raggiunge Valmozzola Stazione, luogo di un assalto partigiano e di una strage nazifascista; si prosegue per Mormorola dove si visita il nascente Museo della Resistenza. Si riprende la strada per Vettola, Mariano, prima di arrivare in Val Ceno e sul monte Barigazzo, montagna partigiana. Svolgimento: esplorazione dei luoghi di memoria, ricostruzione e contestualizzazione guidata degli eventi. Tempi: un incontro in classe di due ore e un viaggio d istruzione della durata di una giornata. Laboratorio e viaggio di istruzione condotti da Ilaria La Fata e Marco Minardi

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza /Il nascente Museo della Resistenza in Valmozzola Il nascente Museo della Resistenza di Valmozzola Il nascente Museo della Resistenza in Valmozzola è stato istituito nella primavera del 2005, in occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione, grazie all Amministrazione comunale che ha messo a disposizione i locali, alla Pro Loco e ai ricercatori coinvolti. Da allora continua il lavoro di raccolta del materiale e di esposizione degli oggetti, delle fotografie e dei documenti riguardanti, in particolare, la storia e la memoria della lotta partigiana in questa zona dell Appennino parmense. L idea di rendere fruibile al pubblico la collezione è stata quella di ricostruire, attraverso un percorso documentario, i diversi aspetti della Resistenza nei territori compresi nelle valli del Taro, del Ceno e del Mozzola. L esposizione è stata organizzata seguendo un criterio cronologico, in modo da guidare il visitatore nella ricostruzione degli eventi di storia locale più salienti, dall 8 settembre 1943 al 9 maggio 1945, giorno della sfilata partigiana per le vie della città di Parma. Merito degli ideatori quello di avere ritrovato documenti originali, fonte importante di indagine storica, e di averli saputi avvicinare da un lato alle testimonianze orali inedite, raccolte appositamente per il Museo, dall altro agli oggetti, tra i quali particolare interesse suscitano i reperti aviolanciati dagli Alleati sull Appennino tosco-emiliano.

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza/Laboratorio storico di Giarola L ultima battaglia I combattimenti finali e la resa dell armata tedesca nella Sacca di Fornovo : una lettura dello spazio storico seguendo le narrazioni dei protagonisti Itinerario n. 6 Tema: Nella notte tra il 25 e i 26 aprile 1945 i resti di due divisioni tedesche, in rotta dal fronte occidentale della Linea gotica con alcune migliaia di soldati dell esercito di Salò, affluirono a Fornovo lungo la strada statale della Cisa nel tentativo di raggiungere la Valle del Po. Le brigate partigiane si schierarono lungo le rive del Taro, cercando di bloccare tra Ozzano e Pontescodogna quella massa di oltre quindicimila uomini, che si muoveva minacciosamente verso la pianura. Ebbe così inizio una delle rare battaglie campali combattute negli ultimi giorni di guerra dalle forze della Resistenza italiana a fianco di truppe alleate contro i tedeschi: la "Sacca di Fornovo. I combattimenti si conclusero il 29 aprile con la resa incondizionata dei nazifascisti, dopo che erano intervenuti i reparti della Fôrça Expedicionaria Brasileira inquadrati nella 5.a Armata americana. Destinatari: Modulo graduato per le ultime classi delle scuole elementari e medie. Metodo: Lezione partecipata (l attacco alla Linea Gotica nella fase finale della Campagna d Italia), lavoro per gruppi secondo il metodo dell archivio simulato, esplorazione consapevole dello spazio storico con l uso di cartine, di documenti fotografici e filmati, di fonti memorialistiche prodotte dai militari tedeschi e brasiliani, dai partigiani, dai civili. Prerequisiti: Conoscenze storiche di base sulla seconda guerra mondiale. In particolare sulla caduta del fascismo, sull occupazione militare tedesca dell Italia e sulla Resistenza (1943-1945). Tempi: Due incontri di due ore circa ciascuno, uno dei quali a Giarola; è anche possibile svolgere l attività in un unica mattinata, sempre a Giarola. Costo: La spesa per gli incontri è complessivamente di 80 per classe; le scuole convenzionate con l Isrec possono includere il modulo nel numero degli incontri previsti dalla convenzione ( 300) mentre per le scuole dei Comuni di Collecchio e Fornovo Taro, sostenitori del Laboratorio storico di Giarola, la partecipazione è gratuita. Laboratorio condotto da Francesca Badi

Luoghi della memoria della guerra e della Resistenza Il Laboratorio storico della Corte di Giarola Dall'estate 1944, con l'attestarsi del fronte sulla "Linea gotica", e ancor di più nei mesi finali del conflitto, l'area compresa tra le medie vallate del Taro e del Baganza, attraversata dal più importante asse stradale e ferroviario che connetteva l'ala destra dello schieramento difensivo tedesco con la pianura padana e da lì con i valichi alpini, venne ad assumere una considerevole rilevanza strategica per le sorti della guerra in Italia. Durante questo periodo la forte presenza sul territorio delle truppe d'occupazione tedesche e delle formazioni armate della Rsi, contrastate dalla guerriglia partigiana, contribuì ad aggravare l'impatto della guerra sulla vita quotidiana della popolazione civile. Infine, negli ultimi giorni d'aprile del 1945, lungo le rive del Taro ebbe luogo una delle rare battaglie campali - la "Sacca di Fornovo" - che videro le forze della Resistenza impegnate al fianco degli Alleati contro le grandi unità della Wehrmacht in ritirata. Le tracce di questo non comune passato, presenti nella documentazione storica ed impresse nella memoria degli abitanti, conferiscono al territorio i caratteri propri di uno spazio storico ossia di un luogo fisico e mentale contrassegnato fortemente dal passaggio della storia, che si offre come un modello molto efficace per l apprendimento storico e per riflettere sul tema della guerra. È partendo dall intuizione di queste potenzialità che, nel 60 anniversario della Resistenza, le amministrazioni locali hanno deciso di istituire al centro dello spazio storico della Sacca di Fornovo un luogo il laboratorio specificamente dedicato all insegnamento della storia contemporanea e alla trasmissione fra generazioni della memoria della guerra e della Resistenza. La sede del Laboratorio storico si trova all'interno dell antico complesso della corte agricola di Giarola, che ospita gli uffici e il centro visite del Parco fluviale regionale del Taro. In posizione di comoda accessibilità (15 km. da Parma, 5 km. da Collecchio) si raggiunge percorrendo la Via Spezia e, appena superato Pontescodogna, seguendo le indicazioni per il Parco. L ambiente del laboratorio è attrezzato per accogliere su prenotazione (telefonando all ISREC 0521.287190) le classi e gli insegnanti interessati a esperimentare, con l aiuto di operatori specialisti, gli itinerari storicodidattici che da quest anno vengono proposti alle scuole. Il laboratorio è anche il punto di partenza da cui effettuare esplorazioni guidate nello spazio storico ove avvennero i combattimenti della Sacca di Fornovo. Il Laboratorio storico della Corte di Giarola è stato realizzato grazie ai contributi dei Comuni di Collecchio e Fornovo Taro, del Consorzio Parco regionale fluviale del Taro, della Provincia di Parma, secondo un progetto ideato da Guido Pisi per l Istituto storico della Resistenza e dell età contemporanea di Parma.

Luoghi della memoria ebraica Luoghi della memoria ebraica/ Hurbinek per la memoria della deportazione e della Shoah /Museo ebraico Fausto Levi di Soragna Zakhor (Ricorda)

Presenza ebraica nel Parmense: un percorso nella memoria Tema: Modulo didattico da svolgersi a Soragna, partendo dal Laboratorio didattico Hurbinek nell intento di accompagnare gli studenti nella ricostruzione di una geografia della memoria e della storia della comunità ebraica locale, attraverso le tracce ancora presenti sul nostro territorio. Compiere un viaggio nel tempo e nello spazio della storia secolare del piccolo nucleo israelitico locale aiuta, dunque, a comprendere il processo attraverso il quale esso divenne parte integrante della più ampia comunità parmense. Destinatari: percorsi differenziati per classi delle scuole elementari, medie e superiori. Metodo: ricerca simulata in forma laboratoriale attraverso la lettura di documenti fotografici, mappe, testi memorialistici e stampa coeva; visita di istruzione ai luoghi della memoria. Prerequisiti: conoscenze storiche di base relative alla prima metà del 900, in particolare sul ventennio fascista in Italia e sulla seconda guerra mondiale. Svolgimento: dopo una breve introduzione sulle origini della comunità, si prende in considerazione la storia dell emancipazione e dell integrazione degli ebrei di Parma e provincia nell Ottocento e nel Novecento fino alla profonda cesura creatasi con le leggi razziali, emanate dal fascismo nel 1938, e alla deportazione nei campi di sterminio nazifascisti dopo l 8 settembre 1943. Il percorso, che prevede un incontro laboratoriale più una visita guidata, può strutturarsi in due differenti forme: Incontro laboratoriale, visita guidata al Museo ebraico Fausto Levi e alla Sinagoga; Incontro laboratoriale, visita guidata al Museo ebraico Fausto Levi, alla Sinagoga, al cimitero ebraico. Tempi: un unico incontro di quattro ore circa. I due percorsi hanno due diversi costi aggiuntivi per la visita ai luoghi di memoria e al Museo, non compresi nella presente convenzione, che sono rispettivamente di Euro 5.00 a persona, il primo; di Euro 7.00 a persona, il secondo. Laboratorio condotto da Carla Cavazzi e Brunella Manotti Luoghi della memoria ebraica Laboratorio didattico di Soragna Hurbinek per la memoria della deportazione e della Shoah