Il commento di Fabiano Alborghetti Fabiano Alborghetti nasce a Milano nel 1970. Per LietoColle pubblica la silloge " Verso Buda" nel 2004 e " L'Opposta Riva" prefata dal Poeta Giampiero Neri nel 2006. Testi editi ed inediti appaiono in numerose antologie e riviste. Autore di testi teatrali, ha inoltre lavorato come fotografo free-lance per diverse testate e per il mondo della moda. Prima classificata Le mie radici per la proprietà del linguaggio che non cede a facili sentimentalismi nonostante il tema portante della composizione: la memoria. L evocazione offerta per accenni concreti della presenza genitoriale, sostiene il tema della memoria contrapponendosi ai luoghi, senza indulgere in melanconie di facile presa. E una memoria trattata con immagini d efficacia, sviluppate accennando alle tematiche del Pavese poeta, con l esprit meditativo sviluppato con stile proprio. La reiterazione del primo verso è l escamotage voluto e consapevole per segnare gli stacchi-attacchi dei tre diversi passaggi dello scritto che guidano verso tre stati di consapevolezza: l infanzia vissuta singolarmente, l infanzia in relazione con i genitori, l infanzia vista con gli occhi dell uomo adulto che s avvale della memoria per ritentare un vissuto che rimane solidamente ancorato ad una stagione della vita non più ripercorribile se non a ppunto - per la memoria.
Seconda classificata Il bosco Viene classificata seconda per non incorrere in un premio ex-equo con la prima classificata. Il tema del bosco viene offerto in apertura citando con attenzione un poeta contemporaneo, Fabio Pusterla. Tale apertura segna lo svolgimento dello scritto che vive poi di lingua propria. Le immagini offerte sono ancorate al presente, evocano le ombre e le potenziali insidie del vivere la selva senza però incorrere in cadute di tono. La costruzione del testo è meditata, la chiusa è una svolta inattesa che marca con certezza il sotto-tema dello scritto: il vivere quel luogo-selva per appartenenza delle creature che a ragione sono parte dell habitat contrapponendo lo stato di estraneità dell osservatore, presenza di passaggio. Di pari valore è l uso delle marcature del dettato nell evocazione delle paure che l essere umano costruisce e assimila nel vivere un ambiente non consueto.
Terza classificata Sotto ar celo / Sotto al celo L uso del dialetto in questo caso di ceppo romanesco e la semplicità in uso al dettato, nulla tolgono (nemmeno alla traduzione in Italiano) alla tematica di stampo civile: la riflessione di un bimbo affetto da sindrome di down che evoca la propria condizione. La levità per mezzo della quale la voce narrante espone l incidente del proprio esistere, la preoccupazione rivolta non verso se stesso bensì a chi sopporta e rapporta con le difficoltà del coabitare con tale non controllabile né prevedibile insufficienza. La composizione in due prime quartine scandite dall andamento A-B-A-B / B-A-B-A seguite da due terzine C-D-C e D-C-D, metricamente segna con efficacia l andamento ritmico che però mai insegue la facile rima.
Ballata di Libero Grassi Il testo offerto sfugge in parte al senso primo del premio (che è premiare poesia) essendo il testo una composizione teatrale atta ad un semi-monologo - come anche indicato in calce sullo scritto ove vengono dati precisi riferimenti scenici - E però di alto valore il tema trattato con l uso del dialetto siciliano: la storia di Libero Grassi, imprenditore ucciso dalla Mafia perché rifiutò di pagare il pizzo ed è offerto con buona fattura scandendo il significato con quartine ritmate.
La vita è un soffio leggero La consapevolezza del passaggio dell Uomo sul mondo terreno, la vacuità dei beni cui egli ancora per raccontare e scandire la propria esistenza sono il tema portante dello scritto, cosi come il raffronto che dovrà arrivare con una più alta Entità a fine giochi. La sensazione di bilico tra il conosciuto e tangibile, lo sconosciuto che avverrà a fine vita e la consapevolezza che ne deriva, pongono il testo come meritevole di segnalazione.
Di te mi sia memoria Lo svolgimento del testo accade usando arcaismi che sottolineano l atto meditativo e il ripercorrere la memoria. Vi sono metafore che pongono l osservatore in simbiosi con gli eventi naturali, sovrapponendo in certuni passaggi l esistenza Umana con lo scorrere delle stagioni e la presenza dei luoghi. A chiusa, lo sguardo volto all alto è un segno di speranza ed un approdo.
Mamma si o mamma no? L uso del vernacolo pisano è la lingua che guida all interno di un efficace testo civile dove avviene l interrogazione su fatti di cronaca che segnano da sempre le pagine dei quotidiani: l abbandono vivo o morto del neonato ed è la voce di una madre che presta la voce ad una riflessione sconcertata e che avvince usando passaggi di naturale semplicità per mezzo di una ritmata composizione scandita da rime.
La dimostratrice La composizione seppur offerta con levità affronta il tema del lavoro, del baratro morale in cui versano coloro che affrontano il mondo del lavoro senza altra alternativa e carenti di formazione scolastica Il piacevole testo di stampo civile - e sviluppato in vernacolo romano - offre spunti riflessivi acuti che non arrestano alla mera esposizione del fatto. La quartina di chiusura è - oltre che un monito anche una significante introspezione.
Tenerezza Il testo immerge nelle sfaccettature dello stato d animo offrendo quadri per metafore, una epifania sorprendente e al contempo inspiegabile che trova svolgimento oltre che nella presenza con la quale accade, anche o soprattutto - nell inafferrabilità.
Come era bianca la neve nel febbraio 1944 Le metafore con le quali si concorre a ripercorrere la presenza in un giorno d inverno sono efficaci: la meditabonda avvenenza della riflessione che ripercuote alla distanza offrendo le immagini di un padre (e di una madre) che attendono l avvento di una nascita, quella dell osservatore, attestano scandendo lo sviluppo temporale di una frazione di sguardo. E la neve che copre il mondo offerto con la visione di un davanzale è il controcanto per mezzo del quale ci viene donato il silenzio.
Premio Speciale Rovello Porro Parch del Lura me pias L uso del vernacolo ben sottolinea la semplicità di un accadere minimo, di uno sguardo che porta d improvviso altrove. Da un ritorno in bicicletta a casa d estate e dopo la visita al mercato, abbiamo uno sguardo che traghetta dall entità dell azione (il ritorno) alla sorpresa che avviene nell immergere nella presenza degli alberi, nel verde che pare velluto, nel ritorno che avviene nel ritorno quando l autore ci dice che torna leggero a posare / sulla terra del sentieri e sui sassi. E un percorso dalla coscienza del qui e ora allo stato epifanico della scoperta al ritorno infine - nel qui e ora ma arricchito, modulato su una diversa onda di presenza. Seppur apparentemente semplice, tale levità di composizione rende il testo un microracconto efficace. L uso del vernacolo arricchisce il dettato che ha pregnanza non solo grazie ai passaggi rimati ma per spontaneità. E lingua parlata che non cerca effetti ma l aderenza alle cose e che trova ricchezza nella semplicità piuttosto che nell artificio.