Berlusconi: «Entro maggio restituiremo i soldi dellʼimu. Pronta una lettera agli italiani»



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CON IL PDL d Italia ANNO LXI N.34 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 WWW.SECOLODITALIA.IT domenica 10/2/2013 Contro il Cavaliere gli avvoltoi dellʼinformazione Berlusconi: «Entro maggio restituiremo i soldi dellʼimu. Pronta una lettera agli italiani» Trentʼanni fa moriva Paolo Di Nella. Alemanno: riaprire le indagini sugli anni di piombo Gloria Sabatini Trentʼanni fa moriva Paolo Di Nella dopo sette giorni di coma, vegliato dai suoi amici che, giorno e notte, nei corridoi del Policlinico Umberto I di Roma, avevano atteso invano che riaprisse gli occhi. Una morte assurda: quando Paolo venne colpito al cranio da due esponenti dellʼautonomia operaia il sapore acre degli anni di piombo, con il suo carico di caduti dallʼuna e dallʼaltra parte, sembrava un ricordo del passato. La destra giovanile aveva mosso passi importanti nel superamento delle contrapposizioni ideologiche, parte della sinistra cominciava a fare autocritica e il dialogo generazionale sembrava possibile. Militante del Fronte della Gioventù, silenzioso, capelli lunghi e occhiali, Paolo era un ragazzo come tanti, lontanissimo dagli stereotipi del fascistello dei primi anni ʼ80, capelli corti e camperos. Lontano nei modi e nella visione della politica come servizio civile. Testardo. Si era messo in testa di restituire ai cittadini del suo quartiere il parco di Villa Chigi per destinarlo a centro sociale e culturale. E aveva speso gran parte della giornata dellʼaggressione ad affiggere manifesti per rietà al premier fatto fuori da un golpe istituzionale, i giornali parlarono di truppe cammellate del Cavaliere chiamate a rendere pubblica una raccolta di firme per lʼesproprio. Verso le 11 di sera, mentre affiggeva manifesti in mezzo allo spartitraffico di Piazza Gondar, venne avvicinato da due ragazzi, apparentemente in attesa dellʼautobus, e colpito al cranio. Rientrato a casa i genitori lo sentirono lavarsi i capelli, muoversi inquieto e lamentarsi, lʼambulanza arrivò quando Paolo era già in coma. Il giorno dopo gli vennero asportati due ematomi e un tratto di cranio frantumato. Troppo tardi. Al capezzale di Paolo si presentò lʼallora presidente della Repubblica, il partigiano Sandro Pertini, fu un segnale di grande impatto e di svolta civile: per la prima volta un antifascista spezzava la vulgata uccidere un fascista non è reato. Eppure le indagini degli inquirenti non brillarono per efficienza : lʼautonomo Corrado Quarra, dopo il riconoscimento di Daniela, la ragazza che era con Paolo quella notte, venne arrestato per concorso in omicidio volontario con lʼaggravante dei futili motivi. Dopo un secondo riconoscimento, però, la testimone indicò come secondo presunto aggressore un giovane non indiziato, un amico di Quarra scelto ad hoc proprio per la rande Bankitalia, Visco: «Tasse troppo alte, è cruciale ridurle» AMBROSIONI PAG.2 «Senza lavoro non cʼè dignità, mi uccido». In un biglietto lʼaddio di un operaio TAORMINA PAG.3 Francesco Signoretta Il dagli a Berlusconi lo sport preferito da grandi giornali, fotografi, opinionisti e comici o presunti tali in campagna elettorale diventa più diffuso del calcio e della Formula Uno. Qualsiasi cosa il Cav faccia o dica, lʼimportante è raccogliere una virgola fuori posto e farne un caso. Lʼultima prova, in ordine cronologico, la si è avuta con la tappa politica a Campodarsego, in provincia di Padova: Berlusconi si ferma alla Maschio Gaspardo, unʼazienda metalmeccanica della zona, e parla a qualche migliaio di lavoratori. In fabbrica ci sono cineoperatori, fotografi e giornalisti, ma sui quotidiani online si riduce al minimo lʼimpatto avuto con gli operai e tutti i riflettori vengono puntati su un cartello esposto nelle vicinanze, isolato e malridotto, con la scritta Silvio fai il nonno. Non si conosce lʼautore di tale capolavoro, si pensa che sia un imprenditore che abita in zona. Il cartello era lì senza nessuno vicino. Ma agli organi di informazione è sembrata la notizia del giorno, chissenefrega se più di mille operai avevano applaudito il Cav. Ma ce nʼè unʼaltra: allo stadio di Murrayfield di Edimburgo si gioca Italia-Scozia di rugby per il Sei Nazioni, in campo ci sono le squadre e sugli spalti i tifosi. Il reporter delle agenzie di stampa fotografa e manda in rete lʼimmagine di tre persone in gonnellino che posano per la foto ed espongono un cartello con la scritta Dio ci salvi dalla Scozia e da Berlusconi. Tutto qui? No. Anche la didascalia è tutta un programma: parla di tifosi italiani come se fosse stata unʼintera curva a esporre il cartello. Eppure sarebbe bastato contare, ne erano solo tre, chiaramente di sinistra, senza nessuno attorno. Un film già visto, come quando ai comizi di Berlusconi cʼerano migliaia di persone, arrivava un gruppo dei centri sociali a creare un poʼ di caos e i giornali titolavano Il Cavaliere contestato in piazza. Lo stesso giochetto fu fatto anche nei giorni di dimissioni di Berlusconi: quando festeggiarono quelli del popolo viola, gomito a gomito con i dipietristi, il Pd e i convertiti centristi, i titoloni parlavano di cittadini spontaneamente scesi per strada a brindare; quando invece si riversarono in piazza le persone che volevano esprimere solidaraccolta con i messaggini. Questi sono gli avvoltoi dellʼinformazione. Che colpiscono solo da una parte. somiglianza. Quel tentativo di confonderle le idee la fece considerare non credibile dal magistrato. Quarra fu scarcerato e prosciolto da tutte le accuse e la tesi della faida interna ebbe la meglio sulla ricerca della verità. Quella verità invocata da GianniAlemanno che, dopo la deposizione di una corona dʼalloro a villa Chigi, è tornato a chiedere una «generalizzata» riapertura delle indagini. «Nella memoria condivisa di questa città abbiamo un grosso problema: 6 ragazzi di sinistra e 11 di destra uccisi che non hanno avuto giustizia. Se la memoria non è condivisa, il dibattito politico rischia di cadere nellʼodio». Dal 1983, ogni anno, Paolo viene ricordato a Piazza Gondar davanti al murales con la scritta Paolo vive. In centinaia anche questʼanno, come sempre. Sarebbe un bel segnale se lo facesse anche un pezzo di popolo italiano, indipendentemente dalle appartenenze politiche e dalle storie personali. Sarebbe una lezione per chi ancora oggi (solo un anno fa) si diverte a prendere a martellate la targa commemorativa di Paola allʼinterno di villa Chigi. Che oggi è un parco pubblico e uno dei polmoni verdi della città.

2 Alfano: «Il Pd non sa governare una banca figuriamoci il Paese...» Derivati: fascicolo della Procura di Bologna sui bilanci Unipol Desiree Ragazzi «Siamo pronti a vincere, i due punti scarsi che ci separano dal Pd, li colmeremo in queste due settimane». Angelino Alfano, in un incontro elettorale a Biella si è detto sicuro che il centrodestra «sarà protagonista alla Camera e in Senato». D'altronde, tutte le misure che Silvio Berlusconi ha annunciato dalla restituzione dell'imu alla ridefinizione del ruolo di Equitalia, dagli incentivi alle imprese per assumere i giovani all'accordo da stipulare con la Svizzera per il rientro dei capitali daranno fiato all'economia e alle famiglie stritolate dalle scelte inique di Monti. «Abbiamo sperato ha detto Alfano che la credibilità di Monti si traducesse in van- taggio per gli italiani e alla fine sono rimaste poche briciole in Europa. Il Professore non ha soluzioni per il Paese». E, poi, ha rimarcato le incapacità di Bersani: «È stato ministro nel governo Prodi: ha fallito e ha aumentato le tasse. Non siamo d'accordo con la patrimoniale da 40 miliardi e l'aumento dell'iva che il Pd vuole applicare come la Cgil di Camusso perché questo sarebbe un durissimo colpo al ceto medio». Non solo. A Vercelli, seconda tappa del suo tour in Piemonte, Alfano ha parlato dei risultati ottenuti dal Pdl negli anni: «Noi abbiamo tolto i rifiuti a Napoli, abbiamo colpito duramente la mafia, abbiamo rivoluzionato l'istruzione. Fino al 2010, quando c'è stato il tradimento di Fini, che ha portato i voti dei finiani all'idv e a Di Pietro». E, poi, la battuta sul caso del Monte dei Paschi di Siena: «La sinistra non ha saputo governare una banca, come potrà governare un Paese?». Quanto al dibattito sul matrimonio tra le coppie omosessuali ha rimarcato: «Noi siamo per le coppie fatte da uomo e donna che vogliono fare figli. Ai tanti cittadini che guardano alle scelte di Hollande e Zapatero, dico: meglio prevenire, che trovarsi in piazza tra sei mesi a protestare». E dulcis in fundo ha confermato che verrà rimborsata non solo l'imu sulla prima casa, «ma anche quella pagata dagli agricoltori per i terreni e i capannoni di proprietà». Un fascicolo è stato aperto presso la Procura di Bologna in relazione a una serie di illeciti penali che sarebbero stati commessi nella gestione di patrimoni privati e societari attraverso strumenti finanziari (derivati) con i quali si ipotizza siano stati alterati i bilanci del Gruppo Unipol. Il meccanismo sarebbe consistito nell'abuso della negoziazione di prodotti finanziari "derivati" senza alcuna autorizzazione, in conflitto di interessi tra l'istituto bancario e i clienti, generando enormi perdite, allo stato accertate per oltre 50 milioni di euro per la clientela e corrispondenti utili per il Gruppo Bancario. Vittime, secondo quanto si è appreso, sono numerosi e importanti imprenditori marchigiani che hanno già recentemente visto depositare, in sede civile in un procedimento sempre presso il Tribunale di Bologna, consulenze tecniche d'ufficio che avrebbero documentato questo scenario di abusi. Tra le ipotesi di reato figurerebbe anche l'associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso in bilancio. Bankitalia, Visco: «Tasse troppo alte, è cruciale ridurle» Antonella Ambrosioni La questione dell'elevato livello della fiscalità per i cittadini, il sistema delle imprese e delle banche «è cruciale e occorre affrontarla in una prospettiva di medio periodo». Lo afferma il governatore di Banca d'italia Ignazio Visco intervenuto al Forex a Bergamo «L'Italia non deve abbassare la guardia» sul fronte del risanamento e della crescita, sostiene, ricordando che il Paese è sotto i riflettori degli investitori internazionali «che valutano con attenzione le nostre capacità di preservare l'equilibrio dei conti pubblici e di innalzare un potenziale di sviluppo ancora troppo gracile». La pressione fiscale è elevata ed è quindi «cruciale» tagliare le tasse in una prospettiva di medio periodo. Però «occorre affrontarla con equilibrio, lungimiranza e attenzione ai vincoli di bilancio». Il suo è un discorso a tutto campo che tocca naturalmente le banche e la questione del Monte dei Paschi. Le «gravi vicende» che hanno colpito Mps «non cambiano le nostre valutazioni sul sistema bancario italiano» che «é fondamentalmente sano» e con una «esposizione contenuta verso i prodotti della finanza strutturata», afferma il governatore di Banca d'italia. I Monti bond da 3,9 miliardi di euro per il Monte dei Paschi di Siena «non sono un salvataggio di una banca in crisi» ma «un prestito, concesso dallo Stato a un costo particolarmente elevato e crescente nel tempo». Le perdite emerse in Mps sulle operazioni strutturate non avranno un «impatto tale da pregiudicare l'adeguatezza patrimoniale complessiva della banca». Secondo Visco «ne abbiamo tenuto conto del parere dato» al Tesoro sull'iter dei Monti Bond. Ancora. Le banche in perdita «non dovranno distribuire bonus». Questo il monito del governatore che chiede che «la parte variabile delle remunerazioni» fletta in linea con i risultati reddituali. Se «non si avrà un adeguamento spontaneo, norme e controlli saranno più stringenti». La Banca d'italia chiede poi un rafforzamento delle norme per poter «sulla base di fondate evidenze» «opporsi o rimuovere dall'incarico» i vertici delle banche».

«Senza lavoro non c'è dignità, mi uccido». In un biglietto l'addio di un operaio Giovanna Taormina Aveva scritto due lettere, una al presidente Giorgio Napolitano e l'altra a Susanna Camusso. Aveva fatto una lunga trafila per cercare un lavoro. Ma nessuno gli aveva prestato attenzione. Una settimana fa con una corda attorno al collo ha deciso di farla finita. Ha lasciato due righe simili a quelle lasciate da tanti altri prima di lui. Due righe amare sulla dignità tolta insieme al lavoro. Ma quelle due righe che Giuseppe Bugarella, muratore sessantunenne disoccupato di Guarrato (un paesino in provincia di Trapani) ha scritto prima di impiccarsi in casa hanno un che di particolare. Per cu- stodirle, ha raccontato Repubblica che ha dato la notizia, Bugarella ha infatti scelto la Costituzione, che nel suo primo articolo stabilisce che la Repubblica italiana «è fondata sul lavoro». Tra le pagine della Carta ha lasciato un lungo elenco di persone. Nomi e cognomi di gente che, prima di lui, si è tolta la vita perché senza lavoro. Lʼultimo nome della lista era il suo. Con le amarissime due righe di saluto: «Se non lavoro non ho dignità. Adesso mi tolgo dallo stato di disoccupazione». Lʼoperaio era senza un contratto vero dal Duemila. Come come si legge su Repubblica, la cooperativa Celi di Santa Ninfa, in provincia di Trapani, lo lasciò a casa perché mancava il lavoro anche per i soci. Per due anni anni Giuseppe ha ricevuto l'indennità di disoccupazione: 700 euro al mese. Ma lui non ci stava a vivere così, cercava un lavoro che nobilitasse la sua esistenza. «Viveva la disoccupazione come una situazione di oppressione», ha raccontato il fratello Giovanni. All'ultima assemblea degli edili della Cgil trapanese, era la fine dell'anno, aveva preso la parola, si era mostrato come sempre battagliero e pronto ad aiutare chi era in difficoltà. Si era persino speso per il rinnovo del contratto integrativo per gli edili. La sua morte ha lasciato un'intera comunità senza parole. Anche lui è vittima di una crisi che non guarda in faccia nessuno. La Cgil accusa: per i precari la riforma Fornero non funziona 3 Solo il 5% dei precari è stato stabilizzato dopo la Riforma Fornero, il 27% ha visto il proprio contratto non rinnovato, il 22% è scivolato verso un contratto precario peggiore, solo il 4% è passato a un contratto precario con maggiori tutele. È quanto emerge da un sondaggio online dei giovani della Cgil a cui hanno partecipato 500 persone, in base al quale poco meno della metà dei partecipanti non ha visto ancora alcun cambiamento. "Sulla base di questi dati - si legge nella nota della Cgil - si può sintetizzare che con la Riforma Fornero la situazione dei precari è peggiorata o, nel migliore dei casi, è rimasta invariata". Oltre ad un sondaggio rivolto ai precari con tutti i tipi di contratti, sono stati effettuati sondaggi specifici per singola tipologia che mostrano ulteriori tendenze: per coloro che hanno un contratto a tempo determinato - afferma la Cgil - il non rinnovo alla scadenza sale al 38%, per i lavoratori a progetto si attesta al 23%, per gli incarichi a partita iva al 22%. Solo il 3% dei lavoratori a progetto è transitato verso il contratto di apprendistato, il cui utilizzo si rivela ancora in calo. "Questi dati confermano purtroppo quanto avevamo già da tempo segnalato - afferma Ilaria Lani, responsabile politiche giovanili della Cgil Nazionale -. In una fase di recessione la riforma del mercato del lavoro non può avere di per sé effetti positivi sulla qualità dei rapporti di lavoro, in particolare se non accompagnata da incentivi alla stabilizzazione o da politiche di sostegno allo sviluppo". L'Authority contro i rincari della luce e del gas: «La Robin Tax è stata scaricata sui consumatori» Molte imprese energetiche che pagano la Robin Tax sembrano rifarsi sui consumatori, violando la legge. È quanto emerge dal Rapporto dell'autorità per l'energia che segnala 199 casi, per un totale di circa un miliardo e 600 milioni di incremento dei margini «dovuti all'effetto prezzo e tali da costituire una possibile violazione del divieto di traslazione». L'Autorità è tenuta per legge a svolgere l'attività di vigilanza in merito alla cosiddetta Robin Tax, vale a dire l'addizionale Ires imposta alle imprese energetiche nel giugno del 2008, che non può essere traslata sui consumatori, e quindi né in bolletta né, per esempio, sulla benzina e il gasolio. La legge vieta infatti esplicitamente alle imprese di scaricare «l'onere della maggiorazione d'imposta sui prezzi al consumo» e affida proprio all'autorità per l'energia elettrica e il gas il compito di vigilare «sulla puntuale osservanza della disposizione». Ebbene, nella relazione al Parlamento licenziata il 24 gennaio scorso l'autorità ha evidenziato un quadro fortemente critico, in cui appare evidente che molte imprese si rifanno proprio sui consumatori. Nel corso dell'attività di vigilanza svolta lo scorso anno sui dati relativi al 2010, infatti, l'autorità ha pizzicato 199 operatori (sui 476 totali), di cui 105 appartenenti al settore dell'energia elettrica e gas e 94 a quello petrolifero, in cui «é stata riscontrata una variazione positiva del margine di contribuzione semestrale riconducibile, almeno in parte, alla dinamica dei prezzi». Insomma, per l'autorità «é ragionevole supporre che, a seguito dell'introduzione dell'addizionale Ires, gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale, aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita». L'Autorità si è spinta a calcolare l'ammontare dei margini teoricamente accumulati facendo leva anche sull'effetto prezzo. Nel 2011 la Robin Tax è stata una manna per lo Stato, che ha incassato 1,457 miliardi di euro, 930 milioni in più rispetto all'esercizio precedente: una somma che è stata raggiunta grazie all'incremento dell'aliquota, all'estensione del tributo alle rinnovabili e alle società della rete (Snam, che ha contribuito per 104 milioni, e Terna, per 81 milioni) e alla modifica di alcuni parametri di applicazione. Il contribuente maggiore è stato il gruppo Enel, con la sola Distribuzione che ha versato 312 milioni di euro. Dati che per Federconsumatori e Adusfeb sono allarmati: «In due anni e mezzo le famiglie italiane hanno sborsato indebitamente 335 euro dalle loro tasche». Le due associazioni non escludono «una possibile class-action».

4 Consumi: Confcommercio, mai così male da 50 anni. Allarme turismo Guglielmo Federici Mai inizio d'anno è stato accompagnato da notizie così funeste. Nel 2012 i consumi hanno registrato «la maggiore contrazione degli ultimi cinquanta anni» e per il 2013 si registreranno «analoghe performance, seppur di lieve intensità». Lo certifica Confcommercio che ha pubblicato i risultati dell'aggiornamento del Rapporto Consumi realizzato dall'ufficio studi. «Tutte le principali voci di consumo, in termini pro capite, hanno mostrato un segno meno, con un picco per il comparto mobilità e comunicazioni (-7,3%) e per viaggi e vacanze (- 6,3%)». Allargando l'analisi Crisi, ristorante addio, gli italiani ripiegano sull' happy hour La vita degli italiani al tempo della crisi è assolutamente low-cost. Come fotografava lʼeurispes qualche giorno fa, con il crollo del potere dʼacquisto e lʼaumento degli oneri fiscali, le famiglie sono costrette a tagliare tutte le spese: non solo regali, viaggi, tempo libero, ma anche pasti fuori casa. E infatti nellʼultimo anno si sono ridotte drasticamente uscite a cena con un calo nei ristoranti (-5 per cento) e nelle pasticcerie (- 11). Questa fotografia viene confermata dall'analisi Coldiretti/Censis: 16 milioni e mezzo di italiani partecipano al rito dell'aperitivi, soprattutto durante il fine settimana, agli ultimi venti anni, spiega ancora lo studio, «l'andamento della spesa per abitante, in termini di quantità, registra, nel complesso, un incremento estremamente contenuto pari ad un tasso medio annuo di appena lo 0,5%; guardando alle singole voci di consumo, i beni acquistati sotto forma di tecnologia, come Tv, elettronica di consumo, telefonia risultano quadruplicati dal 1992 ad oggi, il consumo di beni/servizi per la salute si è accresciuto del 67%; in calo l'alimentazione domestica (- 5%), abbigliamento e calzature (-8%). Insomma, in un quadro di generale e prolungata stagnazione della domanda interna, si assiste ad una ricomposizione delle abitudini di consumo di un Paese vecchio e schierato in trincea, disposto a spendere in salute e in tecnologia per uso domestico, ma che rinuncia a tutti gli altri servizi. La foto più nera è quella del turismo, mai inizio d'anno così negativo. Gennaio da dimenticare per gli albergatori italiani: crollano rispetto allo stesso mese dell'anno scorso le presenze degli ospiti italiani (-9,6%) e calano sensibilmente gli arrivi dei turisti stranieri (-1,1%). «Servono subito interventi e proposte serie dai partiti», afferma il presidente di Federalberghi, Barnabò Bocca, commentando i dati del monitoraggio mensile della federazione. «Il 2013 parte in modo estremamente preoccupante per uno dei pochi settori che continua a produrre giro d'affari e occupazione» aggiunge. Preoccupanti le ripercussioni sull'occupazione, naturalmente, scesa del 5,4% (- 4,5% tempo indeterminato e -7% tempo determinato). Secondo Federalberghi «tutte le forze politiche devono fare seria riflessione. Da parte nostra - conclude - le priorità riguardino il varo di iniziative promozionali per garantire maggiori flussi turistici, corsie preferenziali di credito per assicurare quella liquidità indispensabile allo svolgimento dell'attività imprenditoriale». spesso in sostituzione della cena. Il rapporto evidenzia che un numero crescente di giovani dice addio alla tradizionale serata del weekend in pizzeria o al ristorante e si afferma invece l'aperi-cena, una sorta di aperitivo rafforzato da stuzzichini vari, da consumare in piedi o seduti in bar, birrerie, vinerie o ristoranti che si sono attrezzati. Si pagano solo drink e bevande varie, il resto è, per chi lo vuole, ad libitum. Una abitudine tipica del passato che - sottolinea Coldiretti - è tornata prepotentemente dettata soprattutto dalla crisi. Ormai la nuova formula si è andata diffondendo un po' ovunque e oggi per 2,5 milioni di persone è diventata quasi un'abitudine quotidiana. L'aperitivo e i luoghi in cui incontrarsi per farlo, sono diventati uno dei pilastri della relazionalità di persone dalle caratteristiche socio demografiche anche molto diverse. La crisi accomuna. C'é una nuova potenza aggregatrice del cibo che si dispiega nei momenti di convivialità e non è un caso - sostiene la Coldiretti - che ci sono oltre 415 mila italiani che dichiarano di partecipare regolarmente a community sul web centrate sul cibo, e sono invece complessivamente oltre 1,4 milioni quelli che ci partecipano, comprendendo coloro che lo fanno di tanto in tanto. Il gruppo Bistefani passa alla Bauli La Bistefani non è più della famiglia Viale. Il gruppo dolciario piemontese è stato ceduto alla veronese Bauli, al termine di una trattativa durata alcuni mesi. Con l'acquisizione, Bauli passa da 420 a 500 milioni di fatturato. Per i 140 lavoratori dello stabilimento di Villanova non dovrebbero esserci ripercussioni. La trattativa tra Bistefani e Bauli era nota e il mese scorso le due società si erano date altri trenta giorni di tempo per definirla. Ora arriva l'ufficialità del passaggio di proprietà: dalla famiglia Viale, appunto, al gruppo veronese. L'operazione consente di mantenere nel nostro Paese un pezzo importante del made in Italy, dando vita ad un gruppo da 1.100 addetti. Top secret i termini dell'accordo, nel quale dovrebbero però rientrare i debiti - circa 35 milioni di euro - dello storico biscottificio casalese fondato dalla famiglia Viale nel 1955. "Lascio ad un amico, Alberto Bauli, con il quale c'è un rapporto di stima da oltre vent'anni", commenta Alberto Viale, fino a ieri presidente della Bistefani Gruppo Dolciario, 75,4 milioni di ricavi nel 2011. Una azienda sana, con un prodotto di qualità, che paga la crisi della controllante, la Luigi Viale Spa, attiva anche nella grande distribuzione con il marchio Dimeglio. Già da lunedì comincerà il passaggio di consegne tra le due proprietà, la vecchia e la nuova, che a Motta, Alemagna, Bauli, Tartufone e Doria unisce ora anche Buondì, Girella, Yo-Yo e Ciocorì. Oltre, appunto, ai krumiri, i biscotti 'a manubrio', la forma dei baffi di Vittorio Emanuele II, il primo re d'italia morto nello stesso anno in cui nasceva la loro ricetta, il 1878.

Bilancio Ue, per il centrodestra Monti ha penalizzato l'italia Antonio Pannullo Man mano che passano le ore, si chiarisce cosa è successo al summit dei capi di Stato e di Governo della Ue riuniti nei giorni scorsi a Bruxelles. Le dichiarazioni triofalistiche di MOnti, che ha strumentalizzato persino il suo impegno istituzionale per fare campagna elettorale, perdono via via forza, ed emergono i limiti di una classe dirigente uscente che non è in grado di rappresentare l'italia. La partita sul bilancio, che al momento vede i 27 schierati a difesa degli interessi nazionali, rischia di far saltare proprio quelle voci di spesa su cui la Ue insiste da mesi, cioé crescita, occupazione e sviluppo. Secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier, i Paesi non vogliono tagli nelle "buste nazionali", cioé soprattutto i fondi destinati ad agricoltura e fondi di coesione, che rappresentano l'80% del bilancio. Il restante 20%, dove quindi si gioca la partita dei tagli, comprende i fondi destinati alle emergenze e alle attività esterne, a giustizia e immigrazione, e amministrazione. Tutti irrilevanti ai fini dei tagli, perché rappresentano una piccola fetta di quel 20%. La fetta più grande è infatti rappresentata dai fondi destinati a cre- scita, ricerca, occupazione, innovazione e grandi infrastrutture, ed è su questi che è più facile calare la scure. «Ancora una volta Monti ha fatto dell'italia l'agnello sacrificale in Europa. L'accordo sul bilancio è assolutamente sfavorevole all'italia: a fronte di una ridicola riduzione del contributo italiano, Francia e Germania fanno i loro interessi aumentando i fondi all'agricoltura come chiesto da Parigi e quelli per l'integrazione che Berlino vuole per quei paesi dell'est, naturale sbocco delle sue merci», ha commentato Ignazio La Russa di Fratelli d'italia. Per Renato Brunetta, del Pdl, «al presidente Monti, che canta vittoria, ricordiamo che un vero leader avrebbe colto l'occasione perché il nostro Paese passasse dalla posizione di creditore netto a quella del semplice pareggio». E aggiunge: «Presidente Monti, nonostante la tua asserita credibilità europea e le conoscenze che vanti in Commissione, non ti sei neanche accorto che la proposta Barroso, scartata, era molto piu ambiziosa rispetto a quella di Van Rompuy, che invece è passata». Brunetta conclude: «Ed è qui la differenza siderale rispetto al presidente Berlusconi. Lui in Europa ha sempre combattuto con le unghie e con i denti per difendere gli interessi del nostro paese. Per questo ai poteri forti non piaceva. Ma continua a piacere agli italiani»... Anche il presidente del Senato Renato Schifani è dell'opinione che quello di Monti «non sia un risultato eccessivamente entusiasmante». Infine, il segretario della Lega Roberto Maroni è lapidario: «Condivido le dichiarazioni di Berlusconi: non è un successo dell'italia, il governo Monti ancora una volta ha giocato al ribasso e dall'accordo l'italia esce fortemente penalizzata». Tunisia, il partito Ennhada (al governo) risponde alla piazza con la piazza 5 Sta precipitando la situazione in Tunisia. Dopo l'omicidio del leader dell'opposizione Chokri Belaid e il suo affollato funerale cui hanno partecipato un milione e mezzo di persone, il partito Ennahda ha chiamato ieri in piazza la popolazione come risposta. Centinaia di migliaia di persone infatti hanno invaso la centralissima avenue Bourghiba per rinnovare il loro sostegno ad Ennahda, il partito islamico al governo. La principale strada di Tunisi era piena all'inverosimile e i manifestanti sono giunti con ogni mezzo da ogni parte del Paese: centinaia le bandiere tunisine, quelle verdi dell'islam e del partito, e tantissismi sono anche i cartelli che inneggiano al partito confessionale. Visibile anche una bandiera francese, che reca l'invito a Parigi a non interessarsi più delle vicende tunisine. Ogni intervento dalle scale del teatro comunale, scelto come punto di partenza della manifestazione, è stato accolto da applausi ritmati. O, come nel caso dello slogan contro la Francia ("degage", vai via) gridato da un microfono, da urla di approvazione. La folla era tale che molti, per seguire la sequenza di interventi degli oratori, sono saliti sugli alberi che costeggiano le due carreggiate in cui si divide la strada. Uno degli striscioni ricorda, con una scritta e una fotografia dello scomparso, l'agente di polizia Lotfi Ezzar, rimasto ucciso mercoledì nel corso di un raid di saccheggiatori. Fortissimo ovviamente il dispiegamento di forze dell'ordine, anche a causa della vicinanza tra il luogo della concentrazione degli attivisti, il teatro comunale, e l'ambasciata francese, che dista poche decine di metri. Nelle scorse settimane l'intervento armato francese in Mali aveva motivato delle contestazioni davanti alla sede diplomatica. Kosovo, minacce e bombe degli estremisti albanesi. Belgrado: è pulizia etnica Giovanni Trotta A una settimana dal quinto anniversario della proclamazione unilaterale d'indipendenza di Pristina, la situazione in Kosovo torna a diventare incandescente, soprattutto nella parte nord a maggioranza serba, dove nelle ultime settimane si sono intensificati episodi di provocazione interetnica e attentati dinamitardi. Due giorni fa un ennesimo attentato si è verificato a Kosovska Mitroviça, la città kosovara abitata in maggioranza da serbi. Ultimo episodio di forte tensione è stato quello al monastero ortodosso di Decani (ovest), uno dei più antichi monumenti della cultura serba, dove la popolazione di etnia albanese ha manifestato per espropriare il monastero di oltre 20 ettari di terra, assegnati al monastero con una sentenza della Corte suprema. Aleksandar Vulin, capo dell'ufficio governativo serbo per il Kosovo, ha elogiato e ringraziato pubblicamente il contingente italiano della Kfor (Forza Nato in Kosovo) per l'impegno mostrato nella protezione - orami presente da anni - del monastero di Decani, chiuso in questi giorni ai visitatoti per le minacce di estremisti kosovari albanesi. Senza gli italiani il monastero sarebbe stato molto probabilmente dato alle fiamme - ha detto Vulin che ha ricordato i precedenti tentativi degli albanesi di attaccare il monastero medievale, che è sotto la protezione dell'unesco. Tradizionalmente, il monastero di Decani rientra nella protezione del contingente italiano della Kfor, schierato nella regione di Pec. Condanna delle minacce albanesi contro il monastero di Decani - dal quale gli estremisti a libanesi chiedono la restituzione di oltre 20 ettari di terra - è venuta da altri esponenti della dirigenza serba, che hanno denunciato la politica definita di apartheid e pulizia etnica che sarebbe in corso in Kosovo contro la minoranza serba (120 mila persone su una popolazione di due milioni, in gran parte concentrata nel nord). E anche ieri Belgrado ha ribadito il suo no all'ingresso del Kosovo alle Nazioni Unite. Russia e Cina, forti sostenitori di Belgrado che non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, sono membri permanenti del consiglio di sicurezza dell'onu, e il loro veto sarebbe determinante in una eventuale votazione sull'accettazione del Kosovo all'onu. Gli altri tre membri permanenti - Usa, Francia e Gran Bretagna - hanno invece detto sì all'indipendenza di Pristina.

6 La Giunta calabrese vara una legge per valorizzare l'apicoltura La Giunta di centrodestra che governa la Calabria ha approvato una proposta di legge a sostegno dell'apicoltura. Secondo lʼassessore Michele Trematerra, «le considerazioni che hanno determinato lʼesigenza di presentare la riforma del comparto apistico scaturiscono, oltre che dal vuoto normativo regionale, dal presupposto che l'apicoltura è un settore strategico per le produzioni agricole, in modo particolare per la nostra regione, che si colloca in una posizione di tutto riguardo nel panorama nazionale per consistenza del patrimonio apistico. Infatti, in base agli ultimi dati disponibili, il settore apistico calabrese è rappresentato da centinaia di aziende, che conducono circa 60 mila alveari. La proposta di legge ha proseguito Trematerra - in considerazione di questi dati, è stata predisposta per dare maggiori opportunità di sviluppo e di occupazione nel settore, anche attraverso lʼincremento del livello professionale degli operatori, favorendo un capillare servizio di assistenza tecnica alle aziende e la realizzazione di corsi di for- Turchia: stop allʼimportazione di formaggi emiliani Il Pdl: la Regione chieda lʼintervento del nostro governo Dal 1 febbraio i formaggi italiani dʼeccellenza come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Provolone Valpadana non possono più essere esportati in Turchia. Lo ha reso noto lʼassociazione Italiana Lattiero Casearia (Assolatte), secondo cui si tratterebbe di una banale questione burocratica legata alla decisione del governo turco di porre il veto allʼimportazione di prodotti alimentari ottenuti da latte crudo. «Il Consorzio del Parmigiano Reggiano afferma Fabio Filippi, consigliere del Pdl alla Regione Emilia Romap- mazione per apicoltori e per tecnici apistici, corsi già previsti e finanziati nellʼambito del Piano apistico riferito allʼattuazione del regolamento dellʼunione Europea». Le principali novità introdotte dalla proposta di legge riguardano la predisposizione di un Programma apistico regionale, la costituzione della Commissione regionale di indirizzo e coordinamento dell'attività apistica, le procedure per la denuncia degli apiari, degli alveari, delle malattie, la disciplina del nomadismo, dei trattamenti fitosanitari, delle prescrizioni, dei divieti e delle norme di sicurezza; infine, prevede la successiva emanazione di un regolamento attuativo che verrà discusso e sottoposto allʼattenzione degli operatori e delle associazioni di categoria, per essere operativo entro novanta giorni dallʼapprovazione definitiva da parte del Consiglio regionale. «Si tratta ha concluso Trematerra - di uno strumento legislativo che, dopo lʼapprovazione delle leggi proposte dal Dipartimento Agricoltura come la legge forestale regionale, quella relativa al patrimonio olivicolo calabrese, la creazione della nuova azienda regionale di sviluppo agricolo (Arsac), si inserisce nel solco della stagione di riforme e di riordino del quadro normativo regionale voluta dal presidente Scopelliti e da tutto lʼattuale governo regionale». gna segue con estrema attenzione, insieme agli altri Consorzi caseari italiani, la vicenda, ed è pronto ad assumere iniziative per far sì che venga rimosso lʼincredibile veto che, peraltro, penalizza anche le produzioni turche». «La qualità e la sicurezza sotto il profilo alimentare dei formaggi stagionati italiani, Parmigiano Reggiano in testa aggiunge Andrea Leoni, consigliere regionale del Pdl è tale da superare senza problemi i rigidi controlli allʼimportazione e alla commercializzazione adottati da Paesi quali gli Stati Uniti e quelli aderenti allʼunione Europea. Non si comprende, pertanto, la decisione del governo di Ankara». «Alla luce di quanto sta accadendo proseguono Filippi e Leoni abbiamo presentato una risoluzione allʼassemblea legislativa per impegnare la Giunta Errani ad intervenire sul governo affinché eserciti le dovute pressioni internazionali, anche e soprattutto in sede comunitaria, per indurre il governo turco, che chiede reiteratamente lʼingresso nellʼunione Europea, a rimuovere il veto allʼimportazione di formaggi stagionati italiani, fra i quali il nostro Parmigiano Reggiano, la cui qualità e sicurezza sono conosciute e riconosciute in tutto il mondo». Il Parlamento europeo penalizza la pesca siciliana «Ancora una volta il Parlamento europeo adotta una riforma che penalizza ulteriormente il comparto della pesca in Sicilia e nel contesto del Mediterraneo a tutto vantaggio delle altre aree costiere del nord Europa, appofittando evidentemente di una disattenzione o subalternità della nostra Regione e nel silenzio assoluto dei parlamentari europei aderenti ai movimenti di sinistra». Lo ha dichiarato il vicepresidente della commissione parlamentare Attività produttive e deputato regionale di Fratelli d'italia, Salvino Caputo, che è intervenuto al Forum sulla pesca, promosso dal Distretto produttivo e dallʼosservatorio regionale sulla pesca, che si è tenuto a Palazzo dei Normanni a Palermo. Caputo ha presentato una mozione per chiedere al governo regionale di centrosinistra di riferire in Aula e di rappresentare quali iniziative intende adottare a salvaguardia del settore. Secondo la nuova riforma comunitaria, infatti, nel contesto di una maggiore sostenibilità ambientale vengono penalizzati i pescatori siciliani atteso lo stop ai rigetti in mare, ovverossia quelle operazioni previste in caso di pesca di esemplari di piccole dimensioni. Questa norma penalizza il sud a discapito delle marinerie del nord Europa e alimenta la confusione e il dissenso allʼinterno del settore produttivo. «Nel nome di una pesca attenta alla cura dellʼambiente e delle specie ha affermato Caputo la Sicilia esce ancora una volta danneggiata, grazie al voto dei Verdi e dei gruppi di sinistra legati alle lobbys del nord. Viene vanificata e ignorata la specificità delle acque del Mediterraneo che hanno specie certamente diverse».

7 Da Picasso a Leger, la rivoluzione cubista arriva a Roma Franco Bianchini Da Picasso a Leger, da Braque a Severini e Soffici, la rivoluzione cubista arriva a Roma per la grande mostra ospitata dall'8 marzo al Complesso del Vittoriano. Esposte oltre duecento opere provenienti dai maggiori musei internazionali che illustreranno non solo il versante artistico del movimento nato a Parigi nel 1907, ma anche il suo influsso sui costumi di un'intera epoca. La mostra, che si intitola Cubisti Cubismo", è stata curata dalla storica dell'arte Charlotte Eyerman in collaborazione con Simonetta Lux della Sapienza di Roma, che metterà a punto il percorso espositivo relativo alle ricadute culturali di questa avanguardia storica. Non a caso, ad affiancare i dipinti, disegni e sculture, gli straordinari capolavori realizzati dai maestri cubisti, ci saranno numerosi oggetti di design, filmati, costumi, musiche, documenti che insieme punteranno a far trasparire la forza di rottura del movimento creato da Picasso e Braque e sviluppatosi in modo prorompente tra il 1907 e il 1914 in tutto il mondo. Il cubismo si configurò in breve quale nuovo paradigma di un mondo in mutamento, sconvolto da rapidi cambiamenti politici e sociali. In quanto linguaggio rivoluzionario, esso fu capace di trasformare da un lato pittura, dall'altro l'architettura, la letteratura, il teatro, la musica, il cinema, il design, l'arredamento, la moda. Una grande rassegna, quella del Vittoriano, che si avvale del supporto e della collaborazione dei maggiori musei internazionali, tra i quali la Tate Gallery e l'ermitage di San Pietroburgo. Lettere Monte Paschi, il più grande scandalo del dopoguerra Un Pd allʼangolo per il più grande scandalo politico-finanziario del dopoguerra, alias lʼaffaire Monte dei Paschi, stava già cercando cinicamente di uscirne con lʼimmancabile polverone su una frase di Berlusconi a proposito del fascismo. Tempo sprecato compagni Eh già, perché che lʼaffaire Mps sia molto più grossa di quanto poteva sembrare lo dicono i numeri: inizialmente si è parlato di una "cresta" di 2 miliardi sui famosi 3,9 (e per renderci conto tutti di quanto sia basta fare il conto in lire: 4mila miliardi). Poi si è parlato di 5, di 7... Giuseppe Sagliocco La linea cinese ad alta velocità tra Pechino e Canton I cinesi hanno inaugurato la linea ad alta velocità tra Pechino e Canton. Tutti in Italia si sono affrettati a sottolineare come là ce l'hanno fatta mentre noi abbiamo seri problemi a fare anche solo a fare i tunnel esplorativi. Le due situazioni non sono per nulla comparabili. In Cina quei 2000 km sono tutti in pianura, non ci sono montagne da superare, l'orografia rende tutto più semplice. Chi azzarda certi paragoni scorda che le tratte dell'alta velocità nella pianura padana sono state realizzate senza alcun intoppo. Felice Carpusi Visombala Il professor Monti crede di prendere in giro gli italiani L'epilogo del governo Monti è stato caratterizzato dalle stesse intenzioni di prendere in giro quegli italiani che lo hanno passivamente sopportato per più di un anno. Ha salvato l'italia, ora va rinnovata la politica. Detto da lui ha il sapore della beffa. Non si può pensare che la politica venga rinnovata da chi politico non è, non lo è mai stato, né sa cosa sia la politica, e neppure l'economia visti i risultati. Wanda Lignoti La trasformazione politico-professionale di Giletti Il bravo Giletti ha pensato bene di santorizzarsi nell'intervista con Berlusconi, magari in vista di un premio se le elezioni dovessero vincere i compagni democratici. Che tristezza vedere uno che si ritiene un professionista comportarsi così per mero calcolo, arrivando a denigrare colleghi come la D'Urso, che pur non eccessivamente simpatica totalizza ascolti tutta la settimana e senza il canone. Gerry Bardack Gli archivi e i "difetti" dell'anagrafe tributaria L'anagrafe tributaria non funziona. Troppi archivi e malcollegati tra loro fanno sì che le informazioni che ne derivano potrebbero dare risultati del tutto fuorvianti. Nella pubblica amministrazione si fa già fatica a mettere d'accordo due uffici confinanti, spesso l'uno non sa cosa fa l'altro per arrivare addirittura in certi casi dove l'uno fa e l'altro disfa. Immaginarsi cosa potrebbe accadere in questo caso, dove i dati da incrociare non sono contenuti un paio di archivi ma la bellezza di 128 (fonte IlSole24ore del 24). Osvado Stano Gli errori dell'agenda «più famosa d'italia» Nell'agenda più famosa d'italia trovano spazio nobili propositi di abbassamento delle imposte e di un suo inasprimento a carico dei ricchi. Pare di sentire Bertinotti quando diceva le stesse cose, peccato che avesse fissato la soglia della ricchezza ai vecchi 200 milioni di lire di patrimonio. Una follia insomma. I ricchi, quelli veri, si muovono grazie ad architetture societarie che consentono un tax planning che minimizza l'imposizione, si affidano a holding estere che azzerano tutti gli utili, e Monti queste tecniche le conosce molto bene. Elsa Borlatino d Italia Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi Via della Scrofa 39-00186 Roma tel. 06/68817503 mail: segreteria@secoloditalia.it Amministrazione Via della Scrofa 39-00186 Roma tel. 06/688171 mail: amministrazione@secoloditalia.it Abbonamenti Via della Scrofa 39-00186 Roma tel. 06/68817503 mail: abbonamenti@secoloditalia.it La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250