LE MATRICI IN INGRESSO AGLI IMPIANTI: qualità della forsu, dei sottoprodotti di origine animale e di altre biomasse agroindustriali



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Transcript:

CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI Corso di specializzazione La qualità nei processi di compostaggio Rimini 2 3 novembre 2004 LE MATRICI IN INGRESSO AGLI IMPIANTI: qualità della forsu, dei sottoprodotti di origine animale e di altre biomasse agroindustriali Elisa Semeghini Aimag SpA Sede legale: via M. Merighi 3. 41037 Mirandola (MO) www.aimag.it Impianto di compostaggio Via Valle 21. 41010 Fossoli di Carpi (MO) compostaggio@aimag.it elisa.semeghini@aimag.it tel.0535 28310, cell.320 4345305, fax 059 660868 Ecomondo 2004 1

Un punto fermo OBIETTIVO: OTTENERE UN PRODOTTO DI QUALITA AMMENDANTE COMPOSTATO VERDE (acv) conforme ai parametri previsti dall allegato I C, paragrafo 2.1., punto 4 della Legge 748/84 modificata dal D.M. 27 marzo 1998 AMMENDANTE COMPOSTATO MISTO (acm) conforme ai parametri previsti dall allegato I C, paragrafo 2.1., punto 5 della Legge 748/84 modificata dal D.M. 27 marzo 1998 OLTRE ALLA NORMATIVA SUGLI AMMENDANTI: Commercializzazione in agricoltura biologica (Circ. MiPAF 08.09.1999 reg (CE) 2092/91) Ecolabel (Dec della commissione del 28.08.2001) Bozza di direttiva europea sui trattamenti meccanico-biologici (Working Document Biological Treatment of Biowaste 2nd draft 12.01.2001) Ecomondo 2004 2

Legge 748/84: REGOLE DA RISPETTARE NELLA FORMULAZIONE DELL ACV E DELL ACM Le tipologie di rifiuti utilizzabili sono quelle indicate alla colonna 3 dall allegato I C, paragrafo 2.1. per l acv (punto 4): scarti della manutenzione del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti di origine vegetale con esclusione di alghe e altre piante marine per l acm (punto 5): frazione organica degli RSU proveniente da raccolta differenziata, rifiuti di origine animale compresi i liquami zootecnici, rifiuti di attività agroindustriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, reflui e fanghi, le matrici previste per l acv. Ecomondo 2004 3

Legge 748/84: REGOLE DA RISPETTARE NELLA FORMULAZIONE DELL ACV E DELL ACM In più per l acm (punto 5): i fanghi impiegabili sono quelli conformi all allegato al D.L.vo 99/92 Rame < 1.000,00 mg/kg SS Zinco < 2.500,00 mg/kg SS Piombo < 750,00 mg/kg SS Cadmio < 20,00 mg/kg SS Nichel < 300,00 mg/kg SS Mercurio < 10,00 mg/kg SS Carbonio organico >= 20,00 %SS P tot >= 0,40 %SS N tot >= 1,50 %SS Salmonelle < 1.000,00 MPN/g SS Umidità <= 80,00 % i fanghi, tranne quelli agroindustriali, non possono superare il 35 % (P/P) della miscela iniziale ( valore espresso sul secco o sul tal quale?...), Ecomondo 2004 4

Legge 748/84: TIPOLOGIA DI PARAMETRI DA RISPETTARE AGRONOMICI Umidità, ceneri, ph Carbonio organico, Azoto organico, Rapporto carbonio-azoto Acidi umici e fulvici Conducibilità elettrica specifica MICROBIOLOGICI Salmonelle, Enterobacteriacee totali, Streptococchi fecali, Nematodi, Trematodi, Cestodi INERTI METALLI PESANTI Inerti escl. mat. plastici (d <= 3,33 mm) Inerti escl. mat. plastici (3,33 mm < d < 10 mm) Materiali plastici (d <= 3,33mm) Materiali plastici (3,33 mm < d < 10 mm) Materiali plastici e inerti (d > 10 mm) Cadmio, Cromo VI, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco Ecomondo 2004 5

Legge 748/84: ALCUNI LIMITI DA RISPETTARE PER L ACV E L ACM Azoto organico sul secco > 80% dell azoto totale Rame totale 150 p.p.m s.s. Zinco totale 500 p.p.m s.s. Piombo totale 140 p.p.m s.s. Cadmio totale 1,5 p.p.m s.s. Nichel totale 50 p.p.m s.s. Mercurio totale 1,5 p.p.m s.s. Cromo esavalente 0,5 p.p.m s.s. Materiale plastico (Ø? 3,33 mm)? 0,45 % s.s. Materiale plastico (3,33 mm < Ø? 10 mm)? 0,05 % s.s. Altri materiali inerti (Ø? 3,33 mm)? 0,9 % s.s. Altri materiali inerti (3,33 mm <Ø? 10 mm)? 0,1 % s.s. Materiali plastici ed inerti (Ø > 10 mm) assenti Salmonelle assenti in 25 g t.q., dopo riv. Enterobacteriaceae totali? 1 10² UFC per g Streptococchi fecali max 1,0 10³ (MNP g) Nematodi assenti in 50 g t.q. Trematodi assenti in 50 g t.q. Cestodi assenti in 50 g t.q. Ecomondo 2004 6

LIMITI PER I METALLI PESANTI L.748/84 Ecolabel bozza dir bozza dir Del CI D.L.vo Reg (CE) DM 27/3/98 Dec 28.08.01 BTB 2 draft BTB 2 draft 27/07/1984 92/99 2092/91 class 1 class 2 Rame 150,00 100,00 100,00 150,00 600,00 1.000,00 70,00 Zinco 500,00 300,00 200,00 400,00 2.500,00 2.500,00 220,00 Piombo 140,00 100,00 100,00 150,00 500,00 750,00 45,00 Cadmio 1,50 1,00 0,70 1,50 10,00 20,00 0,70 Nichel 50,00 50,00 50,00 75,00 200,00 300,00 25,00 Mercurio 1,50 1,00 0,50 1,00 10,00 10,00 0,40 Cromo tot 100,00 100,00 150,00 70,00 Cromo III 500,00 Cromo VI 0,50 10,00 0,00 Arsenico 10,00 valori espressi in mg/kg SS Ecomondo 2004 7

LIMITI PER GLI INERTI L.748/84 DM 27/3/98 Inerti escl. mat. Plastici (d <= 3,33 mm) <=0,90 Inerti escl. mat. plastici (3,33 mm < d < 10 mm) <=0,10 Materiali plastici (d <= 3,33mm) <=0,45 Materiali plastici (3,33 mm < d < 10 mm) <=0,05 Materiali plastici e inerti (d > 10 mm) assenti totale inerti permessi <= 1,50 bozza dir bozza dir BTB 2 draft BTB 2 draft class 1 class 2 impurità > 2 mm < 0,50 < 0,50 sassi > 5 mm < 5,00 < 5,00 totale inerti permessi < 5,50 < 5,50 Ecomondo 2004 8

QUALI MATRICI SCEGLIERE La scelta della tipologia di matrici da avviare al compostaggio dipende: dalla disponibilità delle varie tipologie di matrici sul mercato (attivazione delle RD, presenza di comparti agroindustriali, tariffe applicabili per effettuare il trattamento) dalla tipologia di mercato che si rende disponibile o si intende servire con il prodotto finale (agricoltura convenzionale, flovivaismo, agricoltura biologica) dal regime normativo in cui l impianto opera regime normativo in cui l impianto opera (regime di autorizzazione ai sensi dell art.28 del D.L.vo 22/97, regime di comunicazione ai sensi dell art.33 del D.L.vo 22/97, riconoscimento ai sensi dell art.15 del reg. (CE) 1774/2002) Ecomondo 2004 9

SCELTA DELLE MATRICI IN RELAZIONE ALLA DISPONIBILITA DELLE STESSE RIDUZIONE DEI RIFIUTI BIODEGRADABILI DA COLLOCARE IN DISCARICA Decreto Legislativo n 36/2003 art.5: 350 300 325 173 kg/a per abitante entro 5 anni (2008) 115 kg/a per abitante entro 8 anni (2011) kg/a per abitante 250 200 150 100 50 173 115 81 81 kg/a per abitante entro15 anni (2018) 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 anno 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Ecomondo 2004 10

Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome (documento approvato il 4 marzo 2004) www.regioni.it Documento interregionale per la predisposizione entro il 24 marzo o 2004 del programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili da smaltire in discarica ai sensi dell'art. 5 del d. lgs n 36/03 Definizione ed identificazione dei rifiuti urbani biodegradabili rifiuti di alimenti rifiuti da giardini rifiuti di carta e cartone rifiuti di legno pannolini ed assorbenti rifiuti tessili naturali R.U.B. = 65% del rifiuto urbano Ecomondo 2004 11

IMPIEGO PER ALIMENTAZIONE ZOOTECNICA linee guida del Ministero della Salute (GU n.180 del 02.08.02) I materiali ed i sottoprodotti derivanti dalle lavorazioni dell industria agro-alimentare sono materie prime per mangimi ove, in presenza dei requisiti igienico sanitari, esista la volontà del produttore di volerli utilizzare nel ciclo alimentare zootecnico. In tal caso i suddetti materiali non sono assoggettati alla normativa sui rifiuti, bensì alle disposizioni relative alla produzione e commercializzazione degli alimenti per animali... i rifiuti devono essere ricompresi nell elenco non esaustivo - delle materie prime per mangimi di cui al D.L.vo 360/1999 non devono presentare tenori in sostanze indesiderabili superiori ai massimi previsti dalla direttiva n.1999/29/ce non devono essere compresi tra gli ingredienti di cui è vietato l impiego negli alimenti composti per animali (decisione n.91/516/ce) viaggiano con un documento di trasporto sul quale è precisato che consistono in materie prime per mangimi + tenori analitici previsti per quel mangime se provvisti di imballaggio esso deve essere rimosso Ecomondo 2004 12

SCELTA DELLE MATRICI IN RELAZIONE AL MERCATO DI COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO FINITO Quando la commercializzazione avviene in agricoltura biologica Vanni rispettate le indicazioni di cui alla circ. MiPAF 08.09.1999 che opera una lettura congiunta della L.748/84 e del regolamento CEE n.2092/91 e stabilisce che in agricoltura biologica sono ammessi i fertilizzanti previsti dalla L.748/84 e succ. mm. ed ii. che siano anche riportati nella colonna (i) della tabella 1 allegata alla stessa circolare. Ammendante compostato verde: è sufficiente il rispetto dei requisiti previsti dall allegato I C, paragrafo 2.1., punto 5 della Legge 748/84 modificata dal D.M. 27 marzo 1998. Ammendante compostato misto: deve presentare oltre ai requisiti previsti per tale prodotto dalla L.748/84, anche i requisiti aggiuntivi previsti alla colonna (iii) dalla circolare MiPAF 13 settembre 1999: non essere stato prodotto con l impiego di fanghi di depurazione nel caso in cui nella formulazione siano state impiegate deiezioni animali, le stesse devono essere state ottenute in conformità alla circolare MiRAAF n.9594661 del 10.10.95 che stabilisce la provenienza delle deiezioni animali utilizzabili nella gestione delle aziende ad agricoltura biologica. Ecomondo 2004 13

SCELTA DELLE MATRICI IN RELAZIONE AL REGIME NORMATIVO IN CUI L IMPIANTO OPERA Regime di autorizzazione ai sensi dell art.28 del D.L.vo 22/97: è possibile avviare al trattamento tutti i rifiuti compostabili, è necessario che gli stessi siano però elencati all interno dell atto autorizzativo. Regime di comunicazione ai sensi dell art.33 del D.L.vo 22/97: è possibile avviare al trattamento solo i rifiuti di cui al punto 16.1. del DM 05.02.98, gli stessi devono provenire dalle attività indicate al successivo punto 16.1.1. il prodotto ottenuto deve rispettare i requisiti previsti per gli ammendanti dalla L.748/84; il pt.o 16.1.4. del DM 05.02.98 indica infatti: Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: compost con le caratteristiche indicate negli allegati alla legge 19 ottobre 1984, n. 748. Ecomondo 2004 14

SCELTA DELLE MATRICI IN RELAZIONE AL REGIME NORMATIVO IN CUI L IMPIANTO OPERA Riconoscimento ai sensi dell art.15 del reg. (CE) 1774/2002: l impianto può trattare solo i sottoprodotti di origine animale previsti dal regolamento suddetto. materiali di cat 2 trasformati presso impianti di trasformazione di categoria 2 riconosciuti ai sensi art. 13 (che hanno adottato il metodo di trasformazione 1), b) tutti i materiali di origine animale raccolti nell'ambito del trattamento delle acque reflue dei macelli diversi da quelli rientranti nell'articolo 4, paragrafo 1, lettera d), ovvero degli impianti di trasformazione di categoria 2; c) i prodotti di origine animale contenenti residui di farmaci veterinari e di agenti contaminanti; d) i prodotti di origine animale diversi dai materiali di categoria 1 che sono importati da paesi terzi e che non risultano conformi ai requisiti veterinari prescritti per l'importazione nella Comunità, a meno che non siano rispediti o l'autorizzazione della loro importazione non sia subordinata a restrizioni previste dalla normativa comunitaria; e) gli animali e le parti di animali diversi da quelli considerati di categoria 1, morti non in seguito a macellazione, ivi compresi quelli abbattuti nel quadro dell'eradicazione di una malattia epizootica; f) le miscele di materiali di categoria 2 con materiali di categoria 3; g) i sottoprodotti di origine animale che non sono materiali di categoria 1 o 3. stallatico, contenuto del tubo digerente separato da quest ultimo, latte e colostro (cat 2) se l autorità competente ritiene non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi Ecomondo 2004 15

SCELTA DELLE MATRICI IN RELAZIONE AL REGIME NORMATIVO IN CUI L IMPIANTO OPERA materiali di categoria 3. a) parti di animali macellati idonee al consumo umano ma non destinate a tale scopo per motivi commerciali; b) parti di animali macellati dichiarate inidonee al consumo umano ma che non presentano segni di malattie trasmissibili all'uomo o agli animali e provenienti da carcasse idonee al consumo umano; c) pelli, zoccoli e corna, setole di suini e piume ottenuti da animali macellati in un macello dopo aver subito un'ispezione ante mortem e considerati idonei alla macellazione ai fini del consumo umano; d) sangue ottenuto da animali, esclusi i ruminanti, macellati in un macello dopo aver subito un'ispezione ante mortem e considerati idonei alla macellazione ai fini del consumo umano; e) sottoprodotti di origine animale ottenuti dalla fabbricazione di prodotti destinati al consumo umano, compresi i ciccioli e le ossa sgrassate; f) prodotti alimentari di origine animale o contenenti prodotti di origine animale, esclusi i rifiuti di cucina e ristorazione che, anche se lo erano originariamente, non sono più destinati al consumo umano per motivi commerciali o a causa di problemi di lavorazione o di difetti d'imballaggio o di qualsiasi altro difetto che non presentino alcun rischio per la salute umana o animale; g) latte crudo proveniente da animali sani; h) pesci o altri animali marini, ad eccezione dei mammiferi, catturati in alto mare e destinati alla produzione di farina di pesce; i) sottoprodotti freschi dei pesci provenienti da impianti che fabbricano prodotti a base di pesce destinati al consumo umano; j) gusci, sottoprodotti dei centri di incubazione e sottoprodotti ottenuti da uova incrinate provenienti da animali sani; k) sangue, pelli, zoccoli, piume, lana, corna, peli e pellicce ottenuti da animali sani Ecomondo 2004 16

LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI RIFIUTI/SOTTOPRODOTTI UTILIZZABILI NEI PROCESSI DI COMPOSTAGGIO PER LA PRODUZIONE DI COMPOST DI QUALITA Frazione organica da raccolta differenziata del rifiuto (domestica e utenze collettive) Scarti agroindustriali (sfusi, confezionati) urbano Rifiuti lignocellulosici (potature, erba, legno da demolizioni, imballaggi in legno) Sottoprodotti di origine animale Rifiuti a matrice cellulosica Fanghi di depurazione Ecomondo 2004 17

FRAZIONE ORGANICA DA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL RIFIUTO URBANO La qualità dipende da vari fattori, tra cui: tipo di utenza: domestica collettiva tipologia di raccolta: cassonetti stradali, bidoncino domiciliare - raccolta da utenze domestiche con cassonetto stradale senza chiave - Ecomondo 2004 18

FRAZIONE ORGANICA DA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL RIFIUTO URBANO - raccolta da utenze domestichecon bidoncino domiciliare - Ecomondo 2004 19

FRAZIONE ORGANICA DA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL RIFIUTO URBANO - raccolta da utenze collettive - Vedasi Cortellini- Favoino 2001: il raggiungimento di una purezza merceologica del 97-98% ha influenza positiva sulla qualità del compost Ecomondo 2004 20

FANGHI DI DEPURAZIONE impiegabili nella formulazione dell acm solo se conformi ai requisiti di cui al D.L.vo 99/92 e nella % max del 35% (P/P) ad eccezione dei fanghi agroindustriali non impiegabili nella formulazione dell acm se il prodotto viene commercializzato in agricoltura biologica PROBLEMATICHE LEGATE ALL UTILIZZO DI FANGHI DI DEPURAZIONE Arricchimento del prodotto finito in metalli pesanti (in particolare Zinco e Rame) con conseguente difficoltà a rientrare nei limiti consentiti per legge? i fanghi di depurazione sono un concentrato I fanghi derivanti dalla depurazione di reflui industriali e di reflui civili sono maggiormente ricchi in metalli pesanti in quanto maggiore è il contenuto degli stessi nelle acque reflue che dalla loro depurazione originano i fanghi. L elevato carico batteriologico dei fanghi non rappresenta un problema in quanto il processo di compostaggio determina l igienizzazione del prodotto Sarebbe una matrice idonea nell ottica della riduzione degli inerti nel prodotto finito in quanto si tratta di un rifiuto esente da inerti. Ecomondo 2004 21

FANGHI DI DEPURAZIONE DECRETO 6 novembre 2003, n.367 Regolamento concernente la fissazione di standard di qualita' nell'ambiente acquatico per le sostanze pericolose, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 152/99 (Gazzetta Ufficiale N. 5 del 8 Gennaio 2004) Art. 4 e 5 del decreto legislativo n. 152 del 1999: prevedono il raggiungimento di un buono stato di qualita' ambientale dei corpi idrici approccio di tutela integrata che tiene conto come obiettivo finale della salvaguardia dell'intero ecosistema acquatico entro il 2008 garantire la tutela della salute umana raggiungendo uno stato di qualita' chimica (obiettivo intermedio) entro il 2015 garantire la tutela dell'intero ecosistema acquatico raggiungendo un buono stato chimico Ecomondo 2004 22

sentenza della Corte di giustizia del 1 ottobre 1998 che ha condannato lo Stato italiano per non aver adottato i programmi di riduzione dell'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose articolo 3, comma 4, del decreto legislativo n. 152 del 1999 prevede la possibilita' di adottare regolamenti per modificare gli allegati al decreto legislativo stesso per adeguarli a sopravvenute esigenze o a nuove acquisizioni scientifiche o tecnologiche Allegato B, punto 5 lettera h) del DM 367/2003: i fanghi biologici derivanti dagli impianti di depurazione che trattano rifiuti liquidi non possono essere riutilizzati in agricoltura PERICOLO: applicando una sorta di proprietà transitoria se i fanghi derivanti dal trattamento di rifiuti liquidi non possono andare in agricoltura, non ci può andare nemmeno il compost da fanghi Ecomondo 2004 23

DIRETTIVA 27 MAGGIO 2004 Disposizioni interpretative delle norme relative agli standard di qualità nell ambiente acquatico per le sostanze pericolose Al p.to 3 chiarisce che: Restano fermi, altresì (omissis) la normativa sui fanghi di depurazione di cui al D.L.vo n.99/92. Ecomondo 2004 24

SCARTI AGROINDUSTRIALI SFUSI Frutta e verdure da aziende conserviere Raspi d uva Buccette di pomodoro Erba e codini da barbabietole Prodotti da forno Scarti di macellazione Setole suine Contenuto ruminale Stallatico pollina - lettiere Si tratta di rifiuti di elevata qualità: non presentano materiali estranei o imballaggi che vanno ad incidere sulla presenza di inerti non presentano tenori elevati di metalli pesanti Generalmente hanno altre possibilità di smaltimento/recupero: discarica annessa all impianto di produzione, alimentazione zootecnica (le tariffe sono minori) Ecomondo 2004 25

SCARTI AGROINDUSTRIALI SFUSI scarti di zuccherificio raspi d uva Ecomondo 2004 26

SCARTI AGROINDUSTRIALI SFUSI (esempi di sottoprodotti) pollina lettiera di suino Ecomondo 2004 27

SCARTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Confezioni di carta/cartone Confezioni di metallo (banda stagnata) Confezioni di polietilene Confezioni di PET Confezioni in poliaccoppiato Ecomondo 2004 28

SCARTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Ecomondo 2004 29

RIFIUTI NON CONFORMI Trattandosi di rifiuti provenienti da aziende, spesso capita che insieme al rifiuto agroindustriale vi siano altre tipologie di rifiuto introdotte nel cassone per errore/negligenza degli addetti Ecomondo 2004 30

PROBLEMATICHE LEGATE AL TRATTAMENTO DI RIFIUTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Imballaggi in polietilene e PET: Imballaggi in polietilene e PET: elevato rischio di trovare frammenti delle confezioni nel prodotto finale per le plastiche i limiti sono rigidi (diametro <=3,33 mm: max 0,45%, diametro tra 3,33 e 10 mm: max 0,05%, diametro >=10mm: assenti) il rischio di rinvenire plastiche nel prodotto finale aumenta quanto più il rifiuto viene triturato nel corso della lavorazione preferibile impiegare, per la miscelazione con legno, un miscelatore (pur aprendo le confezioni, le dilacera in frammenti grossolani che sono poi separabili al termine del processo modalità di separazione alla fine del processo: vagliatura a diametri ridotti (separazione in base alle dimensioni), impiego di separatori aeraulici (funzionano per le plastiche leggere in film, si applicano dopo la vagliatura al flusso di materiale di sopravvaglio al fine di depurarlo delle plastiche prima del suo riutilizzo all interno del ciclo produttivo) Ecomondo 2004 31

PROBLEMATICHE LEGATE AL TRATTAMENTO DI RIFIUTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Frazione plastica separata tramite separatore aeraulico Frazione legnosa di sopravvaglio depurata da plastiche tramite separatore aeraulico Ecomondo 2004 32

PROBLEMATICHE LEGATE AL TRATTAMENTO DI RIFIUTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Imballaggi in carta, cartone: si tratta di materiale compostabile comunque c è il rischio di trovare frammenti delle confezioni nel prodotto finale se l imballaggio è resistente (plastificazioni) e se il processo è condotto a basse umidità per gli inerti i limiti sono rigidi (diametro <=3,33 mm: max 0,90%, diametro tra 3,33 e 10 mm: max 0,10%, diametro >=10mm: assenti) l impiego, per la miscelazione con legno, di un miscelatore può favorire l umidificazione dell imballaggio il rischio di rinvenire carta/cartone nel prodotto finale diminuisce quanto più il rifiuto viene movimentato nel corso della lavorazione (dilacerazione delle confezioni) esperienze sperimentali: Lo sviluppo di modelli di raccolta congiunta umido-carta e il cocompostaggio degli scarti cellulosici Comieco, a cura del Gruppo di studio sul compostaggio della Scuola Agraria del Parco di Monza CONCLUSIONI: La carta in quanto cellulosa (matrice carboniosa) è completamente degradabile e quindi compostabile, si deve solo trovare il sistema più efficiente in termini di miscele, tipologia e durata del processo. Le tipologie di miscele adottate e opportunamente variate nel corso delle sperimentazione hanno permesso di individuare nelle miscela 40/60 (legno/organico) con il 12% di carta come quella ideale. Il sistema di compostaggio più idoneo è risultato essere quello a biocontainer. In effetti, il mantenimento di condizioni ottimali (O 2, H 2 O, temperatura, ecc ) di processo permette di ottenere compost di elevata qualità con coefficienti di degradazione della carta pari al 60% del contenuto iniziale. Ecomondo 2004 33

PROBLEMATICHE LEGATE AL TRATTAMENTO DI RIFIUTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Imballaggi in poliaccoppiato: si tratta di materiale parzialmente compostabile: contiene, oltre allo strato di cellulosa vergine svedese (75-90% P/P TQ), anche due film di polietilene (20-0% P/P TQ) e un film di alluminio (5-10% P/P TQ) la confezione in poliaccoppiato rappresenta circa il 99% del prodotto pieno se l imballaggio non viene pretrattato adeguatamente il processo di compostaggio non è sufficiente per determinare la sua delaminazione e pertanto frammenti delle confezioni saranno presenti nel prodotto finale ESPERIENZE SPERIMENTALI: Il compostaggio dei contenitori poliaccoppiati per bevande a cura del Gruppo di studio sul compostaggio della Scuola Agraria del Parco di Monza. CONCLUSIONI: La ddove il poliaccoppiato ha subito un pretrattamento idoneo, consente di ottenere valori merceologici comparabili alla tesi testimone ( omissis ) Si è verificata una degradazione del 80,5% del poliaccoppiato aggiunto; se si considera la composizione del poliaccoppiato (75-90% di carta) si comprende come la quota di carta degradata sia molto elevata. Ecomondo 2004 34

PROBLEMATICHE LEGATE AL TRATTAMENTO DI RIFIUTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI 1 2 4 3 Ecomondo 2004 35

PROBLEMATICHE LEGATE AL TRATTAMENTO DI RIFIUTI AGROINDUSTRIALI CONFEZIONATI Imballaggi in vetro: elevato rischio di trovare frammenti delle confezioni nel prodotto finale il rischio di rinvenire vetri nel prodotto finale aumenta quanto più il rifiuto viene triturato nel corso della lavorazione per gli inerti i limiti sono rigidi (diametro <=3,33 mm: max 0,90%, diametro tra 3,33 e 10 mm: max 0,10%, diametro >=10mm: assenti) rappresenta un pericolo di inquinamento maggiore rispetto agli altri materiali perché si frammenta e al momento della vagliatura viene separato insieme alla frazione fine di sottovaglio modalità di separazione alla fine del processo: tavole densimetriche, da impiegare sulla frazione di sottovaglio (problematiche legate all umidità del prodotto finale, peso specifico del compost e dei vetri) Ecomondo 2004 36

RIFIUTI A MATRICE LIGNOCELLULOSICA Potature Demolizioni Imballaggi Le potature da verde privato possono presentare impurezze (sacchetti di plastica) per negligenza/errato conferimento da parte degli utenti Gli imballaggi possono essere indirizzati a RILEGNO (contributo variabile in relazione al contenuto di impurezze) Ecomondo 2004 37