UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA "A. GEMELLI" - ROMA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA. Protocollo n...



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UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA "A. GEMELLI" - ROMA CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA Protocollo n... Applicazione del catetere uretro-vescicale OBIETTIVO 1. Garantire un drenaggio continuo della vescica in caso di ritenzione urinaria acuta, interventi sulla pelvi o sul tratto genito-urinario. 2. Favorire la fuoriuscita di coaguli o impedirne la formazione in caso di ematurie massive. 3. Monitorare la diuresi oraria in soggetti in condizioni critiche. 4. Misurare l'urina residua post-minzionale. 5. Prelevare un campione di urine sterili. 6. Introduzione di : sostanze farmacologiche, soluzioni per lavaggi vescicali, sostanze radiopache per esami radiologici. Materiale occorrente Cateteri sterili di vario tipo e calibro (Foley, Nelaton, Lofric, ecc.) Guanti sterili Tamponi di garza sterili Pinze sterili e garze sterili (o pacchetto con ferri sterili) Disinfettante Arcella Lubrificante con applicatore Siringa da 10 ml (o più ml secondo necessità) con acqua bidistillata sterile Sacca di drenaggio Cerata e traversa Paravento PROCEDURA Spiegare al paziente la procedura e dare indicazioni per effettuare un'accurata igiene perineale, se autosufficiente, o provvedere personalmente (vedi protocollo relativo ). Lavarsi le mani. Posizionare il paravento e applicare cerata e traversa. Posizionare il paziente in posizione supina con le gambe flesse e divaricate. Per favorire il rilassamento del paziente e renderlo collaborante. L'igiene accurata è necessaria per una iniziale riduzione della contaminazione Prevenire la trasmissione di microorganismi. Per rispettare la privacy della persona assistita e proteggere la biancheria del letto. Per evidenziare il meato urinario

Coprire le gambe fino a metà coscia con un asciugamano o telino (o lenzuolo). Posizionare l'arcella, in senso longitudinale, tra le gambe del paziente, sino a toccare il perineo. Nella tecnica a due operatori un infermiere porge il materiale senza contaminarlo ed effettua le attività che non richiedono rispetto dell'asepsi, mentre l'altro infermiere indosserà i guanti sterili ed effettuerà solo procedure sterili. Nella tecnica ad un operatore sarà opportuno predisporre tutto il materiale su un campetto sterile prima di procedere alla disinfezione della zona e all'inserimento del catetere vescicale. Per rispettare la privacy del paziente. Per raccogliere il materiale di rifiuto e per far defluire l'urina una volta applicato il catetere. Per garantire l asepsi durante la procedura. Idem Nella Donna Indossare i guanti sterili e prendere alcune garze sterili e porle sul pube. Nel rispetto dell'asepsi in quanto è una procedura sterile. Versare la soluzione disinfettante, senza eccedere, sulla garza (2 infermiere o usando la mano non dominante). Porre la mano non dominante sulle piccole labbra e dilatare delicatamente per esporre il meato urinario. Permette di evidenziare il meato urinario. Usando la mano sterile (o la pinza), pulire il meato urinario, dall'alto verso il basso, con un solo passaggio e ripetere l'operazione tre o quattro volte, cambiando ogni volta la garza. Porre un tampone di garza asciutta sulla vagina. Lubrificare abbondantemente il tratto uretrale introducendo gradualmente l applicatore connesso al tubetto del lubrificante monodose. Con la mano sterile impugnare il catetere a 7-8 cm dalla punta, dopo averlo estratto dal secondo involucro, e fargli fare un giro intorno alla mano in modo che l'estrimità opposta del catetere non venga a contatto con l'arcella. La pulizia in senso anteroposteriore evita il passaggio di microorganismi dal retto al meato urinario. Il tampone di garza sull'orifizio vaginale permette una migliore identificazione del meato urinario. Il lubrificante facilita l'inserimento del catetere e riduce il trauma uretrale. Per evitare contaminazioni con materiale non sterile. Introdurre delicatamente il catetere in uretra per 5-6 cm fino a che l'urina non inizia a defluire, dopo di che introdurlo ancora di altri 2,5 cm circa. Per avere la certezza che l'estremità del catetere sia giunta in vescica prima di gonfiare il palloncino e procurare traumi all'uretra.

Se non defluisce l'urina, chiedere alla paziente di tossire e/o di fare lenti e profondi respiri durante l'inserimento del catetere. Se il catetere entra in vagina per errore è necessario rimuoverlo e sostituirlo con un altro sterile. Connettere l'altra estremità del catetere alla sacca di raccolta munita di supporto. Prendere la siringa con l'acqua bidistillata, raccordarla alla valvola del palloncino ed introdurre la soluzione in relazione alla quantità indicata sul catetere stesso. Controllare il posizionamento del catetere tirandolo delicatamente verso l'esterno. Attaccare la sacca di raccolta al bordo del letto assicurandosi che il tubo non si angoli o che le spondine non interferiscano con il sistema di drenaggio. Togliere i guanti e lavarsi le mani. La tosse aumenta la pressione intraddominale e può favorire il deflusso delle urine; quando si effettuano respiri lenti e profondi, lo sfintere esterno si rilassa. Per il rispetto dell'asepsi. Permette di far defluire le urine e di verificarne la quantità. Il palloncino gonfio permette di ancorare il catetere in vescica ed evitarne la fuoriuscita accidentale. Nell'acqua bidistillata non si verifica la formazione di cristalli di sali minerali che possono creare poi problemi alla rimozione del catetere. Se si avverte resistenza, il palloncino del catetere è appropriatamente gonfiato in vescica. Si evita un cattivo funzionamento del sistemza dovuto a: circuito piegato o ostruito dagli arti inferiori del paziente o da ausili presenti nel letto; drenaggio posto più in alto rispetto alla vescica; trazioni del catetere con conseguenti microtraumatismi dell'uretra. Per evitare contaminazioni tra operatore, paziente ed ambiente. Sistemare la paziente nella posizione più confortevole. Registrare la data e l'ora in cui si è effettuata la procedura, il tipo e la dimensione del catetere, la quantità e il colore delle urine. Sono elementi necessari per individuare il tempo di permanenza e le caratterische del catetere ed eventuali alterazioni a carico del sistema urinario. Rimuovere il paravento e riordinare il materiale usato. Nell' uomo Indossare i guanti sterili e prendere alcune garze sterili (oppure usare le pinze sterili). Appoggiare una garza sul pube e una sullo scroto. Con la mano non dominante afferrare il pene, portarlo a 90 rispetto al corpo e retrarre il prepuzio per visualizzare il meato urinario. Con l'altra prendere una garza imbevuta di soluzione disinfettante e pulire il meato urinario dall'alto verso il basso con un movimento circolare dal meato alla base del pene. Nel rispetto dell'asepsi in quanto è una procedura sterile (l'uso della pinza evita di contaminare la mano sterile). Per evitare di contaminare la mano sterile quando si afferrano i genitali esterni. Porre il pene ad un angolo di 90 distende l'uretra e permette un inserimento non traumatico del catetere. La pulizia del meato aiuta a tenere il sito di inserimento il più pulito possibile.

Ripetere l'operazione tre o quattro volte cambiando ogni volta la garza. Per evitare la trasposizione di microorganismi verso il meato. Connettere il beccuccio sterile al tubetto del lubrificante ed introdurlo delicatamente nell'uretra comprimendo il tubetto per permettere la fuoriuscita del lubrificante all'interno dell'uretra. Con la mano sterile impugnare il catetere a 7-8 cm dalla punta, dopo averlo estratto dal secondo involucro, e fargli fare un giro intorno alla mano in modo che l'estremità opposta del catetere non venga a contatto con l'arcella. Lubrificare il catetere se necessario. Mantenere il pene a 90, con la mano non dominante, ed introdurre delicatamente il catetere fino a quando si avverte una leggera resistenza. Porre il pene in posizione orizzontale e continuare l'introduzione del catetere (15-20 cm) fino a quando l'urina comincia a defluire; far progredire il catetere per altri 2-3 cm. Connettere l'altra estremità del catetere alla sacca di raccolta munita di supporto. Prendere la siringa con l'acqua bidistillata, raccordarla alla valvola del palloncino ed introdurre la soluzione in relazione alla quantità indicata sul catetere stesso. Controllare il posizionamento del catetere tirandolo delicatamente verso l'esterno. Riposizionare delicatamente il prepuzio sul glande. Attaccare la sacca di raccolta al bordo del letto assicurandosi che il tubo non si angoli o che le spondine non interferiscano con il sistema di drenaggio. Togliere i guanti e lavarsi le mani. Una buona lubrificazione del tratto uretrale facilita l'introduzione del catetere e riduce la sensazione dolorosa al paziente. Per evitare contaminazioni con materiale non sterile. Il lubrificante facilita l'inserimento del catetere e riduce il trauma uretrale. L'ostacolo è dato da un restringimento dell'uretra in prossimità della prostata, particolarmente accentuato nel caso di una ipertrofia prostatica. Per avere la certezza che l'estremità del catetere sia giunta in vescica prima di gonfiare il palloncino e procurare traumi all'uretra. Permette di far defluire le urine e di verificarne la quantità. Il palloncino gonfio permette di ancorare il catetere in vescica ed evitarne la fuoriuscita accidentale. Nell'acqua bidistillata non si verifica la formazione di cristalli di sali minerali che possono creare poi problemi alla rimozione del catetere. Se si avverte resistenza, il palloncino del catetere è appropriatamente gonfiato in vescica. Il prepuzio retratto può causare edema da costrizione e alterazione della circolazione del pene. Si evita un cattivo funzionamento del sistema dovuto a: circuito piegato o ostruito dagli arti inferiori del paziente o da ausili presenti nel letto; drenaggio posto più in alto rispetto alla vescica; trazioni del catetere con conseguenti microtraumatismi dell'uretra. Per evitare contaminazioni tra operatore, paziente ed ambiente. Sistemare il paziente nella posizione più confortevole.

Registrare la data e l'ora in cui si è effettuata la procedura, il tipo e la dimensione del catetere, la quantità e il colore delle urine. Sono elementi necessari per individuare le caratteristiche e il tempo di permanenza del catetere ed eventuali alterazioni a carico del sistema urinario. Rimuovere il paravento e riordinare il materiale usato. N.B.: in presenza di ristagno vescicale far defluire gradualmente le urine nel sistema di raccolta. Un repentino svuotamento della vescica ne causerebbe un collasso delle pareti con possibile sanguinamento della mucosa. Procedura per la rimozione del catetere Informare la persona assistita circa l'atto da compiere. Lavarsi le mani ed indossare guanti monouso. Chiudere il catetere o lasciarlo raccordato alla sacca di raccolta (facoltativo). Inserire il cono della siringa alla valvola per il gonfiaggio del pallocino, aspirare tutto il liquido e deconnettere la siringa. Chiedere al paziente di fare un respiro profondo, prendere il catetere con due garze e sfilarlo delicatamente mentre il paziente espira. Per rassicurare la persona e ricercarne la collaborazione. Il lavaggio delle mani e l'uso dei guanti previene la contaminazione tra operatore e assistito per microrganismi presenti nell'urina. Mantenere il catetere chiuso evita la fuoriuscita di urina. Il palloncino deve essere completamente sgonfio prima di rimuovere il catetere per non causare traumatismi uretrali. Il respiro distrae e l'espirazione previene la tensione dei muscoli perineali mentre si estrae il catetere. Riporre il tutto nell'arcella e deconnettere la sacca di raccolta dal catetere. Aiutare la persona assistita a pulire e asciugare i genitali. Misurare e documentare quantità e caratteristiche dell'urina raccolta nella sacca di drenaggio e l'ora di rimozione del catetere. Sono dati importanti da registrare per verificare la ripresa spontanea della minzione. Lavarsi le mani e riordinare il materiale usato. Operatori richiesti 1 o 2 operatori Tempo impiegato 10-15 minuti Indicatori di risultato Drenaggio continuo della vescica Monitoraggio della quantità e aspetto delle urine Prelievo di campioni urine o somministrazione di sostanze terapeutiche

Bibiografia 1. Cortecchia W, Curti C, Dametto MP et al. Prevenzione delle infezioni delle vie urinarie (IVU) nei pazienti cateterizzati: uso di catetere e assistenza infermieristica. Ministero della sanità comitato nazionale per la valutazione della qualità dell'assistenza 1996. 2. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Guidelines for prevention of catheter associated urinary tract infections 1981. http://www.cdc.gov/ncidod/dhqp/gl_catheter_assoc.html 3. Lindsay EN, Bradley, Colgan R et al. Infectious diseases of America guidelines for the diagnosis and treatment of asymptomatic bacteriuria in adults. Clinical Infectious Disease 2005;40:643-54. www.journals.uchicago.edu/cid/journal/issues/v40n5/35309/35309.web.pdf 4. Department of Healh. Guidelines for preventing infections associated with the insertion and maintenance of short-term indwelling urethral catheters in acute care. Journal of Hospital Infection 2001;47:39- www.dh.gov.uk/en/publicationsandstatistics/publications/publicationspolicyandguidance/dh_4005481 5. Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, N. 46. Attuazione della direttiva 93/42/CEE concernente i dispositivi medici. Gazzetta Ufficiale 6 marzo 1997, n. 54, Supplemento ordinario n. 49/L 6. Joanna Briggs Institute. Management of short term indwelling urethral catheters to prevent urinary tract infections. Best Practice 2000;4:1-6. 7. Webster G, Hood RH, Burridge CA et al. Water or antiseptic for periurethral cleaning before urinary catheterisation: a randomized controlled trial. American Journal Infection Control 2001; 29:389-94. 8. European Association of Urology Nurses Good practices in Health care. Urethral catheterisation. Section 2, male female and paediatric intermittent catheterisation 2006. www.uroweb.org/nc/professionalresources/guidelines/online/ 9. Urbani L. Procedura cateterismo vescicale. Orientamenti Associazione nazionale infermieri prevenzioni infezioni ospedaliere 2004;34-5. Revisionato il 18/02/2008