Il nuovo compagno di classe. Claudia Rosson

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Transcript:

Il nuovo compagno di classe Claudia Rosson

Oggi è una giornata molto importante per Omar Paolo. Andrà in una nuova scuola e conoscerà nuovi compagni e nuove maestre. Omar Paolo ha un po di paura e per questo si nasconde sotto le coperte.

La mamma e il papà si affacciano alla porta. «Cosa succede, piccolo mio?» chiede la mamma. «Non voglio andare nella nuova scuola. Cosa succede se poi non piaccio a nessuno? Resterò senza amici» risponde Omar Paolo, con le lacrime agli occhi. «Non devi avere paura» dice il papà. «Anche io quando sono arrivato qui avevo paura di non trovare degli amici, invece ora ne ho tantissimi. Devi solo essere te stesso, e tutto andrà bene.»

Omar Paolo guarda il papà, che viene da un paese lontano lontano. È arrivato per cercare lavoro, e ha trovato la mamma e si sono innamorati. All inizio i nonni non erano molto contenti, ma solo perché non conoscevano il papà. Dopo un po hanno capito che la mamma e il papà insieme erano felici e si volevano tanto bene, ed era questo l importante.

Dopo aver fatto colazione, il papà accompagna Omar Paolo a scuola. Lungo la strada parlano un po nella loro lingua, quella che non capisce neanche la mamma, e una volta arrivati a scuola si abbracciano. Prima di salutarsi, Omar Paolo guarda le collane uguali che lui e suo papà portano al collo. Gli piacciono tanto quelle collane, perché è una cosa che solo loro due hanno, e questo lo fa sentire speciale.

In classe la maestra Anna presenta il nuovo arrivato: «Bambini, da oggi avrete un nuovo compagno. Si chiama Omar Paolo. Vuoi raccontarci qualcosa di te?» chiede la maestra sorridente. «Mi chiamo Omar Paolo. Omar è il nome che ha scelto mio papà, Paolo invece lo ha scelto la mia mamma. A me piacciono tutti e due, quindi potete chiamarmi sia Omar che Paolo. Mi piace tanto andare al mare, giocare a calcio e il mio cibo preferito è la pizza» dice Omar Paolo ai compagni, che lo osservano in silenzio.

Omar Paolo si siede nel suo banco, mentre i compagni iniziano a bisbigliare. «Hai visto che strano tipo?» dice uno. «Che collana strana che porta al collo non ne ho mai viste di così» dice un altro. Omar Paolo fa a finta di non sentire. Ascolta la maestra che spiega la lezione con calma e sorridendo.

A ricreazione si va tutti in giardino. Omar Paolo è seduto vicino ad un albero, quando vede arrivare una delle nuove compagne di classe. «Ciao! Io mi chiamo Malak. Posso sedermi vicino a te?» chiede Malak sorridendo. Omar Paolo le sorride, e le fa un po di spazio. Insieme iniziano a parlare un po di tutto: dei loro giochi preferiti, dei cartoni animati che guardano, di cosa piace loro mangiare. «Sai, anche mio papà porta una collana uguale alla tua» dice ad un tratto Malak. I due sono molto felici, perché entrambi hanno trovato un nuovo amico.

Finita la ricreazione tutti tornano in classe e Omar Paolo conosce una nuova maestra. La maestra Giovanna guarda il nuovo arrivato, lo osserva attentamente, e poi gli chiede: «E tu chi sei?» «Mi chiamo Omar Paolo, e oggi è il mio primo giorno di scuola» spiega Omar Paolo, un po intimorito. «Capisco» risponde la maestra che continua a osservarlo attentamente. «Beh, caro Omar Paolo, qui a scuola non puoi portare questo genere di cose» dice la maestra Giovanna indicando la collana che Omar Paolo porta al collo. «Qui a scuola questi simboli e questi oggetti sono vietati, quindi toglitela subito.» Omar Paolo non sa cosa fare, perché non vuole assolutamente togliersi la sua collana: fa parte di lui. Ma la maestra Giovanna sembra si stia per arrabbiare, e allora Omar Paolo, con le lacrime agli occhi, fa come gli è stato ordinato: si toglie la collana e la posa nello zaino.

Il giorno dopo Omar Paolo va a scuola senza la sua amata collana. Si sente strano, ed è molto triste. La maestra Anna si accorge subito che c è qualcosa che non va. «Omar Paolo, dove hai lasciato la tua bellissima collana?» chiede. «L altra maestra ha detto che non la posso portare a scuola» spiega Omar Paolo tutto triste. «Capisco» risponde la maestra Anna.

«Beh, quando ci sono in classe io puoi indossare la tua collana. So che è una cosa molto importante per te, e fa parte della tua vita e della tua cultura. Se i tuoi compagni possono mettere la maglietta della loro squadra di calcio preferita o vestirsi come i loro cantanti preferiti, tu puoi indossare la tua collana» dice sorridendo la maestra. «Nella mia classe ognuno ha il diritto di mostrarsi per quello che è, di essere se stesso e di far vedere ciò che gli piace» conclude la maestra Anna. Omar Paolo è di nuovo felice.

A ricreazione Omar Paolo e Malak stanno facendo merenda vicino all albero. Ad un tratto arrivano tre compagni di classe, Marco, Giada e Mattia e non sembrano avere buone intenzioni. «Eccoli qui, i due strambi!» dice Marco. «Mia mamma ha detto che dobbiamo starvi lontano perché siete diversi da noi» dice Giada. «Infatti! Tu porti quella strana collana, e poi parli con tuo papà la lingua degli alieni» dice Mattia, indicando Omar Paolo. «E poi...guardate la loro pelliccia ha un colore diverso dalla nostra!» aggiunge. Omar Paolo non sa cosa dire. La sua paura più grande, quella di non essere accettato dai compagni, si è avverata. È molto triste, perché vorrebbe solo essere accolto per quello che è, anche se è un po diverso.

La maestra Anna ha osservato tutta la scena, e ritornati tutti in classe capisce di dover fare qualcosa. «In giardino ho visto qualcosa che non mi è piaciuto molto, e voi sapete di cosa sto parlando» dice la maestra guardando attentamente i tre che avevano dato fastidio ad Omar Paolo e a Malak. «Ho sentito dire che loro sono diversi da voi e in effetti avete ragione» aggiunge la maestra mentre Omar Paolo la guarda senza capire.

«Ma tu, Marco, sei uguale a Mattia? E a Giada? E a me?» chiede la maestra. «Beh, no, non siamo uguali. Ma loro sono molto più diversi» risponde Marco indicando Omar Paolo e Malak. «Ti sembrano diversi solo perché non li hai conosciuti bene. Ti fermi all apparenza» spiega la maestra. «Se provi a parlarci un po vedrai che in certe cose siete molto simili. Per esempio, quale è il vostro sport preferito?» «Calcio!» rispondono Omar Paolo e Marco insieme. «Vedete? Avete già scoperto qualcosa che piace a tutti e due!» dice la maestra sorridendo. «Dovete solo avere la pazienza, e l interesse, di conoscervi un po alla volta» conclude la maestra Anna.

Non è stato semplice ed è servito molto tempo, ma alla fine Omar Paolo, Malak e i loro compagni hanno trovato qualcosa in comune. Hanno capito che siamo tutti diversi, è sempre stato così e sempre lo sarà, e questo è bello. Ma se si va oltre alle differenze, e ci si concentra, si può scoprire di essere più simili di quanto si poteva pensare.