altri centri come Siena, Montalcino, Arezzo, Firenze e Montelupo.



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CERAMICA DALLA ROCCA DI CAMPIGLIA MARITTIMA (LI) Introduzione allo scavo La ricerca archeologica nella Rocca di Campiglia è iniziata nel 1994, diretta dall'insegnamento di Archeologia Medievale del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell'università di Siena. Le fasi insediative degli spazi occupati dalla rocca hanno mostrato una prima frequentazione dall altomedioevo che priva di soluzione di continuità raggiunge i nostri giorni. Le ricerche sono state sostenute con la collaborazione dell'amministrazione Comunale di Campiglia Marittima. I principali obiettivi dell'indagine sono: a - ricostruzione dei più importanti momenti di vita del cassero nei secoli centrali del Medio Evo; b - ricostruzione del contesto abitativo della Rocca nel periodo compreso tra il XII e il XIV secolo; c - valorizzazione di un complesso monumentale che conserva le antiche caratteristiche architettoniche. Nel fondo cieco della torre, utilizzato come magazzino dell'abitazione signorile, si è conservato un gran numero di reperti, relativi soprattutto alla seconda metà del XIII secolo ed al XIV secolo, costituiti prevalentemente da ceramiche di uso comune (da cucina e da mensa) e da forme più pregiate. La maggior parte delle ceramiche rinvenute a Campiglia proviene da officine pisane. Pisa fu infatti, uno dei maggiori centri di produzione e di diffusione di ceramica smaltata in Toscana, iniziando con un certo anticipo la produzione di Maiolica Arcaica rispetto ad altri centri come Siena, Montalcino, Arezzo, Firenze e Montelupo. La ceramica Acroma grezza Olla Olla con orlo estroflesso e tagliato, corpo globulare, fondo convesso; lavorazione a tornio lento o a mano seguita dalla lisciatura delle superfici probabilmente effettuata con panno (elimina ogni segno di tornitura da qui l'incertezza del modo di produzione). Spesso si presenta con annerimenti vistosi dovuti probabilmente ad una cottura in ambiente riducente, ma anche ad una continua esposizione, per l'uso, al fuoco. Il tipo di fondo che le impedisce di rimanere in piedi senza un appoggio permette di ipotizzare la presenza di un treppiedi, di pietre o mattoni per

puntellarla. Produzione locale: seconda metà XIII- prima metà XV secolo. Tegame Tegame con orlo arrotondato, corpo troncoconico, fondo piano. Tre prese laterali (una mancante). Prodotto a mano e lisciato con panno. Pareti vistosamente annerite per l esposizione al fuoco. Produzione locale: XIV secolo. Testo I testi sono prodotti a mano e raramente a tornio lento. L'esterno è scabro e spesso sulle superfici e sotto il bordo sono visibili le ditate del vasaio. Il fondo deriva semplicemente dalla compressione sul piano di lavoro e talvolta presenta una croce ottenuta con il polpastrello o in rari casi incisa. Sono prodotti derivati da una lavorazione a livello casalingo senza nessuna concessione per abbellimenti estetici. Può presentare tracce di fumigazione oppure no, elemento che distingue probabilmente i testi utilizzati per la cottura di farinacei da quelli utilizzati come piatti per la tavola. Produzione locale: X-XV secolo. Questi boccali hanno una solcatura, più o meno profonda alla base del collo; tale elemento perdura almeno per tutto il XIII secolo. Per quanto riguarda gli schiarimenti di superficie, si riscontrano in molte forme in depurata e talvolta si ha netta l impressione che si tratti anche di rivestimenti, sotto forma di terre diluite. L ansa può essere munita di un bollo stampigliato nella parte sommitale, la cui funzione non è al momento ben definita (forse sono dei marchi di fabbrica), ma che sembrerebbe essere una prerogativa dei prodotti fabbricati a Pisa. Produzione pisana: XII XIV secolo. Acroma depurata Boccale Boccali con fondo piano, corpo ovoide, collo dritto, orlo trilobato, ansa a nastro.

Fuseruola Fuseruola a corpo globulare, prodotta a mano. Le superfici si presentano irregolari; il foro centrale è prodotto a crudo con un bastoncino. L'utilizzo delle fuseruole, attestate fin dal Neolitico, è quello di pesi da telaio o, più probabilmente, per il fuso. Nella Rocca di Campiglia le fuseruole sono associate sia ad impasti depurati sia ad impasti più grossolani. Produzione locale. Maiolica arcaica Nella prima metà del XIII secolo inizia in Toscana la produzione di ceramica da mensa rivestita da smalto stannifero, la maiolica arcaica. Tale classe presenta manufatti con la superficie principale rivestita da smalto bianco e decorata in verde e bruno, più raramente in blu e bruno, con motivi vegetali, geometrici, figurativi araldici. Nella prima fase (XIIIprima metà XIV secolo) vengono prodotte soprattutto forme chiuse (boccali e orcioli) mentre le forme aperte (catini ciotole scodelle e tazze) aumentano progressivamente fino a prevalere nella fase matura della produzione (seconda metà XIV-XV secolo). Questo tipo di ceramica inizialmente é appannaggio solo delle classi sociali elevate, ma nel corso del XIV secolo, la produzione si incrementa sempre di più e si verifica una progressiva standardizzazione delle forme e delle decorazioni insieme alla diffusione di recipienti più economici realizzati mediante un semplice rivestimento di smalto bianco privo di decorazione. La maiolica arcaica diventa così una produzione di largo consumo che raggiunge anche le mense dei ceti meno abbienti e le aree più periferiche. Gli esemplari esposti nel museo di Campiglia sono riconducibili in prevalenza all'area produttiva pisana (boccale a piede svasato, boccali con piede a disco, ciotole emisferiche). Insieme ai prodotti pisani sono esposti nel museo due boccali che mostrano caratteristiche morfologicodecorative riconducibili alla maiolica arcaica senese (boccali con piede a disco). Dall area valdarnese infine provengono due boccali in maiolica arcaica blu (boccali a palla). Pisa Boccale a piede svasato Boccale con fondo piano, piede svasato, corpo piriforme, ansa a sezione ellittica. Smalto esterno-vetrina interna. La decorazione in verde e bruno, è costituita da un motivo a reticolo posto trasversalmente, con doppie linee in verde che intersecandosi formano maglie di diversa ampiezza. Tratti in bruno riempiono gli spazi più ampi. Seconda metà XIII- prima metà XIV. Confronti: BERTI G., 1997, Pisa. Le maioliche arcaiche. Secc. XIII-XIV (Museo Nazionale di San Matteo, Firenze, pp. 122;176).

Boccali con piede a disco Boccali con fondo piano, piede a disco, corpo ovoide, ansa a sezione ellittica. Smalto esterno-vetrina interna. Due esemplari presentano decorazioni, in verde e bruno: una costituita da elementi a goccia tra due bande orizzontali, l altra costituita da bande ondulate disposte obliquamente. Un terzo esemplare invece è decorato con una T in bruno. Seconda metà XIV secolo Confronti: BERTI G., 1997, Pisa. Le maioliche arcaiche. Secc. XIII-XIV (Museo Nazionale di San Matteo, Firenze, pp. 181;190-191). Ciotole emisferiche Ciotole con piede ad anello, corpo emisferico e bordi indistinti o ingrossati verso l esterno. Smalto monocromo bianco internoesterno. Un esemplare presenta gruppi di barrette in bruno sul bordo, mentre un altro, frammentario mostra una P sempre in bruno sul fondo. XIV-inizi XV secolo. Confronti: BERTI G., 1997, Pisa. Le maioliche arcaiche. Secc. XIII-XIV (Museo Nazionale di San Matteo, Firenze, pp. 79-25). Siena Boccali con piede a disco Boccali con fondo piano, piede a disco, corpo ovoide, ansa a nastro e a sezione ellittica. Smalto esterno-vetrina interna. Un esemplare presenta una decorazione costituita da una fascia verticale a risparmio tra due zone campite in verde, all interno della quale è un motivo ondulato a foglie trilobate disposte in sequenza verticale. L altro boccale invece è decorato con un motivo zoomorfo costituito da un volatile tra due foglie cuoriformi allungate. Seconda metà XIV secolo. Confronti: FRANCOVICH R., La ceramca medievale a Siena e nella Toscana meridionale. Secoli XIV-XV, Firenze. LUNA A., Nuove acquisizioni sulla maiolica arcaica senese: i dati dal pozzo della Civetta (Siena), Archeologia Medievale, XXVI, 1999, pp. 411-427.

Valdarno Boccali a palla Boccali con fondo piano, piede svasato, corpo globulare, ansa a sezione ellittica. Smalto esterno, vetrina interna. Smalto esterno-vetrina interna. Un boccale è decorato con due aquile affrontate mentre l altro presenta uno stemma araldico tra due volatili. Fine XIV secolo Confronti: CORA G.C., 1973, Storia della maiolica di Firenze e del contado. Secoli XIV-XV, Firenze. Pentole invetriate Pentola con orlo arrotondato ed estroflesso, corpo globulare, fondo piano e ansa a nastro. Vetrina marrone interna. Realizzato a tornio veloce, questo prodotto presenta caratteristiche di fabbricazione di tipo quasi industriale. Evidenti sono le analogie con le pentole invetriate che dal XV secolo costituiscono, insieme ai tegami, il corredo invetriato da cucina in tutta la Toscana. Nella Rocca di Campiglia esse sono attestate a partire dal Trecento. Produzione locale: XIV XV secolo. Ingobbiata e graffita Verso la metà del XV secolo, comincia in Toscana la produzione di ceramica ingobbiata e graffita. Questa classe é costituita da manufatti che presentano la superficie del vaso ricoperta da un rivestimento argilloso (ingobbio) su cui é graffita la decorazione (con l'eventuale aggiunta di pennellate di colore) e su cui viene passata la vetrina piombifera. A seconda del tipo di decorazione e degli strumenti usati, le ingobbiate posso essere graffite a punta (ottenute con disegni incisi a tratti sottili asportando l ingobbio con punte fini) o a stecca (caratterizzate da motivi tracciati con uno strumento dall estremità squadrata); con la tecnica della graffitura a punta inoltre vengono realizzate le graffite a fondo ribassato ottenute mediante l asportazione dell ingobbio con tratti molto ravvicinati e paralleli che scoprono porzioni più o meno ampie del corpo ceramico. Il panorama morfologico, nel quale prevalgono ampiamente le forme aperte, riprende,

almeno all'inizio, quello della maiolica arcaica, mentre i motivi decorativi posso essere vegetali, geometrici, o più raramente, figurativi. Il catino ingobbiato e graffito del museo di Campiglia probabilmente é da riferire alla produzione senese: Catino a nastro convesso con fondo piano, piede a disco, corpo emisferico. Seconda metà XV secolo Confronti: FRANCOVICH R., La ceramca medievale a Siena e nella Toscana meridionale. Secoli XIV-XV, Firenze. Zaffera a rilievo Nella seconda metà del XIV secolo si afferma in alcune zone della Toscana, soprattutto in area fiorentina la produzione della ceramica decorata a 'zaffera a rilievo' e a 'zaffera diluita'. Si tratta di ceramica smaltata che si distingue per avere un tipo di decorazione, in bruno e blu, ottenuta con tecniche particolari: i pigmenti con cui viene effettuato il disegno infatti risultano più spessi e pastosi dello smalto di copertura e quindi la decorazione rimane in rilievo rispetto ad esso producendo, nel caso degli esemplari più raffinati, degli effetti straordinari. La zaffera diluita invece come indica lo stesso nome, vede sempre l'impiego di un pigmento blu, ma meno denso e quindi risulta solo lievemente sollevato dallo smalto. Le caratteristiche morfologiche delle zaffere risentono della collocazione di tale produzione tra la ceramica medievale e quella rinascimetale che si sta ormai delineando. Le forme aperte sono costituite da scodelle, scodelloni e ciotole; le forme chiuse invece mostrano accanto ai boccali alcuni recipienti usati soprattutto in ambito farmaceutico: orcioli, brocche e albarelli. L'elemento distintivo della decorazione a zaffera è la foglia di quercia associata a raffigurazioni di vario genere (animali fantastici e non, figure umane, simboli di enti, emblemi cittadini, ecc.), insieme all altro motivo caratteristico della striscia (posta tanto in senso verticale che orizzontale) da cui pende una serie regolare di gocce o colature, utilizzato per inquadrare pannelli o coprire l'intera superficie a vista. Nel museo è conservato solo un boccale frammentario in zaffera che forse è riferibile all area valdarnese Boccale trilobato Boccale con orlo trilobato e ansa a sezione ellittica. Smalto esterno-interno. La decorazione è costituita da foglie di quercia che inquadrano un motivo centrale entro medaglione, non identificabile. Area valdarnese (?): fine XIV secolo Confronti: CORA G.C., 1973, Storia della maiolica di Firenze e del contado. Secoli XIV-XV, Firenze. MOORE VALERI A., 1984, Florentine "Zaffera e rilievo" maiolica: a new look at the "Oriental influence", in "Archeologia Medievale", XI, pp. 477-500. AA.VV., 1991, Zaffera et similia nella maiolica italiana, Viterbo.

Maioliche di Montelupo Lo scavo della rocca di Campiglia ha restituito anche materiali provenienti dal medio valdarno e in particolare dalla zona di Montelupo che nel corso del Quattrocento diventa uno dei maggiori centri produttori di ceramica di tutto il Mediterraneo. Lo sviluppo di una produzione su larga inizia con l imitazione delle maioliche spagnole che dà luogo alla ceramica italo moresca, caratterizzata da boccali e ciotole con decorazioni di ispirazione prevalentemente vegetale, realizzati in blu o in blu e bruno, cui talvolta cui talvolta si aggiungono altri colori come il verde, il giallo e l arancio. Tra XV e XVI secolo inoltre si sviluppa ampiamente la produzione di maioliche policrome che presentano un panorama decorativo assai originale destinato ad essere ampiamente imitato. Nascono allora i decori rinascimentali come il reticolo puntinato, la palmetta persiana, la floreale gotica e l occhio di penna di pavone, cui si aggiungono nel XVI secolo il decoro alla porcellana, gli intrecci, gli ovali e rombi, i nastri spezzati e il blu graffito. Sempre al Cinquecento inoltre risalgono i primi esemplari di ceramiche decorate in stile compendiario che continueranno anche dei secoli successivi. La maggior parte di questi decori fa in genere da contorno ai motivi principali delle forme, ma essi possono essere anche usati per decorare l intera superficie del vaso. La tavolozza dei colori comprende il bruno, il giallo, il verde, l arancio e il blu. Nel museo di Campiglia, tra i reperti provenienti dallo scavo della rocca, figurano alcune maioliche che esemplificano le tipologie di Montelupo (Boccale in ceramica italo-moresca, Boccali in maiolica policroma, Scodella in maiolica policroma). Boccale in ceramica italo-moresca Boccale con orlo trilobato e ansa a nastro. Smalto esterno-interno. La decorazione è costituita da uno stemma policromo entro medaglione, contornato da elementi geometrico-vegetali in azzurro. Montelupo: XV secolo. Confronti: BERTI F., PASQUINELLI G., 1984, Antiche maioliche di Montelupo. Secoli XIV-XVIII, Montelupo. BERTI F., 1997, Storia della ceramica di Montelupo, vol. I, Montelupo. BERTI F., 1998, Storia della ceramica di Montelupo, vol. II, Montelupo. Boccali in maiolica policroma Boccali con fondo piano, piede a disco, corpo ovoide, ansa a sezione ellittica, orlo trilobato. Smalto esterno-interno. I due esemplari presentano due motivi policromi tipici della maiolica di Montelupo: il decoro a occhio di penna di pavone e il decoro a reticolo puntinato. Montelupo: XV-XVI secolo Confronti: BERTI F., PASQUINELLI G., 1984,

Antiche maioliche di Montelupo. Secoli XIV-XVIII, Montelupo. BERTI F., 1997, Storia della ceramica di Montelupo, vol. I, Montelupo. BERTI F., 1998, Storia della ceramica di Montelupo, vol. II, Montelupo. Scodella in maiolica policroma Scodella con fondo piano, corpo emisferico, tesa dritta, orlo arrotondato. Smalto interno esterno. La decorazione è costituita da un motivo policromo a ovali e rombi, anch esso caratteristico della maiolica di Montelupo. XVI secolo. Confronti: BERTI F., PASQUINELLI G., 1984, Antiche maioliche di Montelupo. Secoli XIV-XVIII, Montelupo. BERTI F., 1997, Storia della ceramica di Montelupo, vol. I, Montelupo. BERTI F., 1998, Storia della ceramica di Montelupo, vol. II, Montelupo. Ispano moresca bryonia Frammenti di ciotola con corpo emisferico. Rivestita con smalto bianco e decorata con motivo Bryonia in blu. Spagna, Valenza: XIV secolo. Confronti: BERTI G., TONGIORGI L., 1985, Ceramiche importate dalla Spagna nell area Pisana dal XII al XV secolo, Firenze Maiolica a cobalto e manganese Frammenti di ciotola con corpo emisferico. Rivestita con smalto bianco e decorata in blu cobalto. Spagna; Marocco: fine XII metà XIII secolo Confronti morfologici e osservazioni: BERTI G., TONGIORGI L., 1972, Ceramiche a cobalto e manganese su smalto bianco (fine XII - inizio XIII secolo), in Atti del V Convegno Internazionale della Ceramica (Albisola, 1972), pp.149-182. BERTI G., TONGIORGI L., 1981a, I bacini ceramici medievali delle chiese di Pisa, Roma. BERTI G., TONGIORGI L., 1981b, I bacini ceramici del Duomo di S. Miniato (ultimo quarto del XII secolo), Genova Giara con decorazioni impresse a stampo Frammento di parete di giara, esterno ed interno acromi, decorazione a stampo con motivi floreali. Si tratta del frammento di un contenitore da trasporto. In Italia questi contenitori sono attualmente conosciuti specialmente a Pisa e nel suo territorio ed in Liguria anche se non mancano attestazioni lungo la costa tirrenica. La decorazione risulta identica ad un frammento di giara proveniente da un recupero fatto a Genova (MANNONI 1975, p. 22, fig. 8, n.1). Penisola Iberica; Marocco: seconda metà XIII XIV secolo Confronti morfologici e osservazioni: un frammento analogo è esposto al Museo del Temperino nel Parco Archeominerario di Rocca San Silvestro (Campiglia Marittima, Li). BERTI G., CAPPELLI L., 1994, Lucca. ceramiche medievali e postmedievali (Museo Nazionale di Villa Guinigi). I. Dalle ceramiche islamiche alle

"maioliche arcaiche", secc. XI-XV, Firenze. BOLDRINI E., GRASSI F., MOLINARI A., 1998, La circolazione ed il consumo di ceramiche fini rivestite nell'area tirrenica tra XII e XIII secolo: il caso di Rocca San Silvestro, "Archeologia Medievale", XXIV, pp. 101-129. MANNONI T., 1975, La ceramica medievale a Genova e nella Liguria, Genova