Conferenza con il dottor Antonio Parravicini GAS RADON: TECNICHE DI MISURA I.I.S.S. Greppi, Progetto Scuola e casa a misura di radon Il dott. Antonio Parravicini Nella scuola superiore A. Greppi è in piena attuazione il progetto Scuola e casa a misura di Radon rivolto al monitoraggio delle abitazione degli studenti e del personale dell Istituto per creare una mappa della concentrazione di questo pericoloso gas naturale. Per approfondire le nostre conoscenze a riguardo, il giorno 25 marzo 2015, abbiamo invitato il dottor Antonio Parravicini, esperto delle tecniche di misurazione del radon. Questo è un gas nobile che si genera nel terreno, all interno delle rocce, e migra attraverso le porosità; quando incontra un ambiente chiuso, come lo sono le nostre case, si può accumulare in misura così considerevole da rappresentare un serio rischio per la nostra salute. Il relatore inizia la sua conferenza precisando che la misura di questo gas deve essere effettuata in un locale chiuso per un tempo prestabilito, in quanto la sua pericolosità non dipende esclusivamente dalla sua concentrazione ma anche dal tempo con cui si resta a contatto, inalandolo. Per una misura più accurata e precisa è preferibile eseguire il monitoraggio durante i mesi invernali, poiché in tale periodo i ricambi d aria sono meno frequenti.
Il dott. Parravicini sottolinea, inoltre, che la determinazione delle concentrazioni di gas radon può essere eseguita sostanzialmente con due tipi di strumenti: passivi attivi Ciò che differenzia i due tipi di dispositivi è il tempo necessario per determinare la concentrazione in un determinato luogo. In particolare: I dispositivi passivi, detti anche dosimetri, effettuano misure per un tempo lungo che può variare da tre mesi a un anno. Sono costituiti da materiale plastico ed al loro interno è presente un elemento sensibile alle radiazioni emesse dal gas. Le dimensioni di questi tipi di dosimetri sono ridotte, non sono costosi e non necessitano di alimentazione elettrica per il loro funzionamento. All interno del contenitore di materiale plastico, chiamato camera di diffusione, vi è un elemento sensibile alle radiazioni emesse dal radon, il cosiddetto rivelatore. Per assicurarsi che lavorino al meglio, questi dosimetri dovrebbero essere posti in un locale, collocati su un mobile o appesi al muro, per un tempo prestabilito.verranno successivamente inviati ad un laboratorio che li analizzerà determinando la concentrazione in quel luogo. Un dosimetro passivo molto diffuso è quello a traccia che ha un funzionamento molto semplice: il decadimento del radon rilascia particelle alfa che urtano e danneggiano microscopicamente la struttura del rivelatore, conosciuto con il nome di CR-39, creando così delle tracce. Dosimetro CR-39 Il rivelatore danneggiato verrà poi trattato con una soluzione di NaOH al fine di allargare i buchi provocati dall urto delle particelle alfa. Le tracce verranno successivamente contate da un software che ne determinerà la concentrazione tenendo conto anche del tempo di misurazione.
Il dott. Parravicini mostra al pubblico le tracce lasciate dalle particelle alfa su un rivelatore CR-39 collocato in un locale ricco di radon. Un altro tipo di esempio di dosimetro è quello ad elettrete, composto da una camera di diffusione al cui interno vi è un disco di teflon caricato elettricamente. Per effettuare correttamente la misura è necessario conoscere il potenziale iniziale dell elettrete e, terminata la misura, si calcola quello finale. Facendo la differenza tra i due potenziali si può determinare la concentrazione di gas radon in quell ambiente. Dosimetro ad elettrete E-PERM La strumentazione attiva può determinare, invece, la concentrazione di radon in un luogo in breve tempo: questo tipo di misura è detta screening. Questi tipi di strumenti, a differenza dei dosimetri passivi, per funzionare hanno bisogno di alimentazione elettrica ed hanno un costo piuttosto elevato. Si ricorre all uso della strumentazione attiva nel caso in cui si vuole sapere in breve tempo la concentrazione di gas radon in un posto specifico.
La strumentazione attiva viene usata per determinare concentrazioni più accurate ove i dosimetri passivi hanno registrato livelli elevati di concentrazione di radon. Tra i rivelatori di questo tipo, uno dei più precisi (ma anche più costosi!) e quello a cella di Lucas il cui sensore è un cilindro cavo, chiamato cella; internamente è rivestito da un materiale in grado di emettere un lampo di luce ogni qual volta colpito da una particella alfa. La cella è collegata ad un fotomoltiplicatore che tramuta i lampi di luce in impulsi di corrente che vengono poi contati, memorizzati e trasformati direttamente in Bq/m 3, unità di misura della concentrazione di radon. Rivelatore a cella di Lucas. Il cilindro visibile in figura rappresenta la cella. Attraverso l utilizzo di altri dispositivi accessori si può determinare la concentrazione di gas radon anche nelle acque e nel terreno. Al termine della conferenza il dott. Paravicini ha lasciato lo spazio alle domande. Tra queste, gli viene, ad esempio, chiesto quale strumento consiglierebbe a chi volesse fare delle misure della concentrazione di radon in modo semplice e senza spendere una cifra eccessiva. Il relatore risponde che sono presenti sul mercato rivelatori attivi di tipo tascabile a costo contenuto (circa euro 250). Tali strumenti, sebbene non garantiscono la massima precisione nelle misure, si differenziano per la loro facilità di utilizzo e per le loro piccole dimensioni. Questi tipi di rivelatori tascabili permettono di ottenere un rapido risultato per sapere quant è la concentrazione di radon in un determinato posto.
Un rivelatore tascabile modello Canary. Foto di gruppo dei partecipanti alla conferenza.