L'USO DEI SOCIAL NETWORK NELLA FORMAZIONE CONTINUA DEGLI INSEGNANTI.



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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DEI SERVIZI FORMATIVI TESI DI LAUREA L'USO DEI SOCIAL NETWORK NELLA FORMAZIONE CONTINUA DEGLI INSEGNANTI. IL CASO DI WWW.LASCUOLACHEFUNZIONA.IT. Relatore: Prof. GIUSEPPE TACCONI Correlatore: Prof. GIOVANNI MARCONATO Laureanda: MARICA PRENDIN ANNO ACCADEMICO 2010-2011 1

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Indice Introduzione...5 Capitolo 1... 9 Web ed e-learning 2.0... 9 1.1. Dal web al web 2.0... 9 1.2. Dall'e-learning all'e-learning 2.0...12 1.3. Risorse dell'e-learning 2.0... 17 1.3.1. Il blog...17 1.3.2. Il wiki...18 1.3.3. Il social networking... 19 1.4. Quali opportunità di apprendimento sono supportate dagli strumenti del web 2.0? 21 1.4.1. L'apprendimento collaborativo... 22 1.4.2. Incidental e serendipitous learning... 24 1.5. E-learning 2.0 e formazione degli insegnanti...26 1.5.1. La formazione degli insegnanti nell'epoca del web 2.0...26 1.5.2. Social network per insegnanti: esempi applicativi... 29 1.6. Conclusione... 31 Capitolo 2... 35 Fare ricerca su ambienti di apprendimento 2.0...35 2.1. La metrica e il computer data logging... 36 2.2. La social network analysis...38 2.3. Il metodo netnografico...41 2.4. L'analisi conversazionale e l'analisi del contenuto... 43 2.4.1. L'approccio fenomenologico ed il metodo grounded...46 2.5. Conclusione... 49 Capitolo 3... 53 La ricerca: il caso di La Scuola Che Funziona... 53 3.1. Il contesto della ricerca...53 3.2. Obiettivi della ricerca... 55 3.3. Cornice epistemologica e metodo della ricerca...56 3.4. Le fasi della ricerca...57 3

3.4.1. Fase di esplorazione...57 3.4.2. Fase di raccolta e di analisi dei dati...60 3.5. I risultati...65 3.5.1. Le caratteristiche del social network... 65 3.5.2. Il senso della partecipazione ad un social network...68 3.5.3. Dubbi e visioni sfavorevoli...76 3.5.4. Speranze...78 3.6. Conclusione... 80 Conclusione generale...83 Allegati... 87 Bibliografia...121 4

Introduzione Introduzione Questo lavoro nasce in seguito alla mia esperienza di tirocinio di laurea specialistica nell'ambito del social network La Scuola Che Funziona, una piattaforma on-line di incontro, condivisione e scambio di esperienze connesse alla pratica di insegnamento col fine esplicito di migliorare la scuola e il fare scuola. Tale esperienza mi ha spinta a riflettere sul potenziale formativo dello strumento social network nell'ambito di quello che è stato definito, dall anno 2005 da Tim O Reilly, fondatore dell'o'reilly Media e sostenitore del movimento a favore del free software e open source, web 2.0, ovvero «un'evoluzione dei sistemi di comunicazione, informazione e scambio tra gli utenti della Rete, attraverso strumenti quali blog 1, wiki 2, social bookmarking 3 e social network 4» (O'Reilly, 2007, p.17). Quello tra web e web 2.0 è un passaggio fondamentale, che ha segnato lo spostamento dalla centratura sui contenuti alla centratura sull'utente della rete, non limitato nelle sue possibilità alla fruizione passiva delle risorse sul web, ma libero di catalogare e condividere risorse, partecipare spontaneamente a reti sociali e professionali, inserire contenuti e co-costruire artefatti e prodotti. A fronte di queste sollecitazioni, anche la formazione on-line si è interrogata sull utilizzo del web 2.0, provando a definire un nuovo modello didattico: il cosiddetto e-learning 2.0. Si tratta di una declinazione formativa del nuovo modo di concepire e fruire la rete, una forma di e-learning che meglio si coniuga con la natura intrinsecamente sociale di essa (Bonaiuti, 2006). 1 Un blog è un sito web, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l'autore (blogger) pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario on-line, i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video. 2 Un Wiki è un sito web (o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che viene aggiornato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati collaborativamente da tutti coloro che vi hanno accesso. La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti (a volte soltanto se registrati, altre volte anche anonimi) contribuendo non solo per aggiunte, ma anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti. 3 Il social bookmarking è un servizio basato sul web, dove vengono resi disponibili elenchi di segnalibri (bookmark) creati dagli utenti. Questi elenchi sono liberamente consultabili e condivisibili con gli altri utenti appartenenti alla stessa comunità virtuale. 4 Una rete sociale (in inglese social network) consiste in un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali. Si tratta di una rete fisica, nonostante il concetto più recentemente sia stato applicato al web. 5

Introduzione Da oltre due decenni si è assistito alla crescita esponenziale del fenomeno e-learning, termine riferito in senso ampio all'offerta di servizi di formazione fruibili attraverso le tecnologie. Grazie alla diversità e alla versatilità delle modalità disponibili, soprattutto da un punto di vista economico ed organizzativo, e grazie ai molteplici ambiti di applicazione, le aspettative di sviluppo sono state molto elevate. Da sempre gli aspetti economici e organizzativi sono considerati uno degli elementi chiave a favore della sostenibilità dell e-learning. E noto, tuttavia, che, per garantire apprezzabili livelli qualitativi, tali elementi non devono essere anteposti a quelli più specificatamente legati alla dimensione didattico-pedagogica (Marconato, 2003). Quando questo accade, la scelta dell approccio pedagogico finisce con l essere fortemente condizionata e convogliata verso un e-learning basato prevalentemente sullo studio individuale (e spesso passivo) di materiali didattici, modello prevalente fino all'inizio del XXI secolo. Tali soluzioni, benche ritenute generalmente più economiche (in termini sia di costi sia di tempo), quasi sempre limitano il livello qualitativo del processo di apprendimento in quanto lo privano dell altra sua dimensione chiave, quella sociale (Renzi, 2007). Si tratta di un aspetto particolarmente sentito in tutti quei contesti in cui la formazione non sia solo a carattere meramente addestrativo, quanto piuttosto finalizzata all acquisizione di conoscenze e competenze professionali di alto profilo. In questi casi, infatti, diventa strategico impostare il processo di apprendimento sia sull interazione verticale con esperti e specialisti di settore, sia su quella orizzontale fra gli stessi partecipanti all evento formativo, in modo da permettere uno sviluppo professionale basato sullo scambio di esperienze e buone pratiche. Favorire la dimensione sociale dell apprendimento anche nell e-learning significa pertanto vedere la rete non solo come veicolo per la distribuzione di e-content ma, soprattutto, come risorsa in grado di favorire l interazione a distanza fra tutti gli attori del processo formativo e, attraverso di essa, la condivisione e co-costruzione di conoscenza, intenti alla base dell'e-learning 2.0. Tema centrale di questa nuova declinazione dell'e-learning è quello delle comunità online, generate nell'ambito dei social media, applicazioni tipiche del web e dell'elearning di ultima generazione. 6

Introduzione Nel mondo fisico le comunità sono in genere gruppi di persone tenute insieme da una qualche identità comune o da qualche interesse; lo stesso vale per le comunità virtuali oppure on-line che, allo stesso modo, sono composte da persone con un'identità comune o unite da uno scopo o da interessi condivisi. Questo interesse o intento condiviso offre una forte base per i membri della comunità per costruire relazioni in cui essi possano imparare gli uni dagli altri, con un forte impatto sulla propria crescita, sulla società o la cultura che li circonda (Calvani, 2005). L'uso formativo dei social media, in particolare dei social network, è stato oggetto di approfondimento e di riflessione in diversi contributi scientifici (si vedano ad esempio Greenhow, 2011; Formiconi, 2011; Bruni, 2011); l'analisi approfondita della letteratura mette però il luce scarsi contributi riferiti nello specifico all'uso di tali strumenti nella formazione e nello sviluppo professionale, in particolare degli insegnanti, temi il cui approfondimento ho ritenuto essere particolarmente interessante, facendone oggetto di questo mio elaborato. A partire da tali premesse, il presente elaborato si propone di favorire alcune riflessioni sulle nuove applicazioni dell'e-learning 2.0 e sui possibili impieghi formativi dello strumento social network, cercando di dimostrarne l'adeguatezza nel favorire processi di autoapprendimento e apprendimento collaborativo, al fine di supportare lo sviluppo professionale dei docenti. A partire da alcune considerazioni sui possibili approcci di studio alle reti sociali online, sarà presentata un'analisi del social network La Scuola Che Funziona. L'elaborato, attraverso il metodo netnografico 5 e dell'analisi del discorso, guidati dal paradigma fenomenologico e della grounded theory, si propone principalmente di indagare dall'interno, partendo dall'osservazione delle interazioni, delle discussioni, dei contenuti e dei progetti attivati sulla piattaforma del network e analizzando le testimonianze dei soggetti membri della comunità di La Scuola Che Funziona, la percezione che essi hanno circa la propria partecipazione alle attività del network, riflettendo sulle caratteristiche che rendono formativa questa esperienza in relazione al proprio sviluppo professionale di docenti. 5 La netnografia, letteralmente etnografia dell'internet, è un metodo di ricerca qualitativa funzionale ai social media. Target privilegiato è la web tribe, intesa come aggregato conversazionale situato nel contesto digitale dei social media che si coaugula attorno a temi di interesse comune alla comunità. Per approfondimenti, si veda Kozinets 2010; 2010b. 7

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Capitolo 1 Capitolo 1 Web ed e-learning 2.0 In questo capitolo verranno brevemente percorse le fasi principali che hanno caratterizzato il passaggio da web a web 2.0. L'attenzione sarà in secondo luogo focalizzata sullo sviluppo delle pratiche di e-learning, considerando il passaggio paradigmatico da una prospettiva basata su proposte formative standardizzate, all'idea di strumenti e ambienti di apprendimento centrati sul soggetto. Saranno descritti alcuni strumenti tipici del web di seconda generazione, come il blog, il wiki e il social networking, applicazioni social software (o social media) principalmente utilizzate per interagire, incontrarsi in ambienti virtuali e creare comunità on-line. Sarà condotta una riflessione sulle possibili opportunità di apprendimento supportate da questi strumenti social software, dal momento che essi sono possibili risorse per l'e-learning 2.0. Infine verranno considerate le applicazioni dell'e-learning 2.0 alla formazione degli insegnanti, indagando in particolar modo il campo dei social network specificatamente dedicati agli insegnanti. 1.1. Dal web al web 2.0 In questo paragrafo verranno brevemente analizzate le trasformazioni e gli sviluppi del web verso il web di seconda generazione, cercando di mettere in luce le principali linee di sviluppo e le criticità che hanno favorito questo passaggio. Il World Wide Web è un'applicazione relativamente recente nella storia della rete. Internet nacque il 29 ottobre 1969, giorno in cui venne sperimentata con successo la prima comunicazione in remoto tra computer appartenenti a due istituti universitari: la Stanton University di San Francisco e l'ucla di Los Angeles. Negli anni Settanta e Ottanta Internet fu una rete sperimentale, alla quale aveva accesso un gruppo ristretto di informatici e ricercatori universitari che svilupparono molteplici applicazioni inutilizzabili dalla maggior parte degli attuali utenti, dal momento che il loro utilizzo richiedeva la conoscenza di complicati formalismi. A partire dalla metà degli anni Novanta ci fu un importante cambiamento di rotta. La liberalizzazione della rete e la facilità di accesso a risorse informative e funzionalità 9

Capitolo 1 attraverso il Web, consentirono una rapida affermazione di Internet. Allo sviluppo di Internet contribuirono le sperimentazioni del CERN (Centro Europeo per la Ricerca Nucleare) che lo utilizzava per condividere documenti tecnici. La soluzione al problema dell'organizzazione della conoscenza scientifica in una comunità estesa e flessibile come quella del CERN venne trovata da Tim Berners Lee, un giovane programmatore che sviluppò un sistema di gestione e organizzazione dei documenti attraverso l'utilizzo di collegamenti (link) in grado di riprodurre il modo di associare idee e concetti tipico della mente umana (Bonaiuti, 2006, pp. 13-16). Il browser, programma ideato per navigare nell'insieme delle pagine Web attraverso i collegamenti ipertestuali, divenne ben presto il dispositivo principale per accedere ai servizi sul Web e, con l'aggiunta di plug-in (dispositivi che permettono al browser di estendere le proprie funzionalità), per visualizzare file di formati diversi, come animazioni, audio e video. Le potenzialità offerte dalla rete, assieme all'acquisita semplicità di utilizzo del Web, diedero ben presto luogo a una rapida diffusione dei servizi connessi a internet e a una crescita esponenziale degli utenti (figura 1.1). La fulminea diffusione della rete, in particolare nel biennio 1998-1999, sviluppò forti aspettative sia sul piano economico che su quello dello sviluppo e dell'innovazione. Le aziende operanti nel nuovo mercato catalizzarono gli interessi degli investitori, i quali si affidarono a congetture legate all'attesa di ritorni economici relazionati all'espansione esponenziale della rete. Le aspettative di aziende e investitori non vennero soddisfatte; al termine del 2001, assieme al crollo delle borse, e in particolare dei listini tecnologici, in molti hanno ritenuto prematuramente conclusa l'esperienza di internet (Bonaiuti, 2006, pp. 17-18). Successive analisi più approfondite si sono spinte alla ricerca delle caratteristiche distintive della rete e quindi dei motivi della crisi del web di prima generazione. In particolare, ci si è interrogati sulla specificità e le caratteristiche dei servizi di successo il quale, come evidenziato da O'reilly (2005), non è tanto determinato dall'efficacia delle campagne di marketing o da particolari sforzi finanziari, quanto dalla capacità dei servizi di interpretare correttamente le specificità della rete. Tali caratteristiche sono quelle che oggi vengono indicate come elementi di forza del web 2.0 (Bonaiuti, 2006). 10

Capitolo 1 Crescita degli utenti Internet Utenti (milioni) 2500 2000 2000 1500 1500 1018 1000 719 513 500 248 0 70 0 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2011 Anno Figura 1.1 Grafico elaborato sulla base di dati rilevati dall'international Telecommunication Union (ITU). Sono state date numerose definizione di web 2.0. Secondo Wikipedia il termine è associato ad «applicazioni che facilitano la condivisione partecipativa di informazioni, l'interoperabilità, il design centrato sull'utente e la collaborazione sul World Wide Web. Un sito web 2.0 consente agli utenti di interagire e collaborare tra loro in un dialogo [...] come creatori (prosumers) di contenuti in una comunità virtuale, in contrasto con siti web in cui gli utenti (consumatori) sono limitati alla visione passiva di contenuti» 6. Il web 2.0 nasce dalla constatazione di due elementi: il primo è che il valore della rete non sta tanto nella tecnologia, quanto nei contenuti e nei servizi; il secondo è che la forza della rete è rappresentata soprattutto dai suoi utenti, termine peraltro rivisitato in quanto rivelatore di una visione gerarchica, commerciale e asimmetrica. La rete è piuttosto costituita da soggetti, attori che partecipano e popolano uno spazio sociale paritetico (Bonaiuti, 2006, pp. 19-22). La valorizzazione della dimensione sociale della 6 Definizione recuperata da Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/web_2.0), l'enciclopedia libera versione inglese, il 12 ottobre 2011. 11

Capitolo 1 rete, attraverso strumenti in grado di facilitare l'interazione tra individui attivi, creatori di contenuti e servizi, è dunque l'idea caratterizzante la nuova generazione del web. Dal punto di vista tecnologico le applicazioni del web 2.0 non presentano innovazioni eclatanti; molte delle soluzioni, come i wiki e i blog, utilizzano tecniche già disponibili da almeno una decina di anni per la condivisione di informazioni e di applicazioni. La vera innovazione è rappresentata piuttosto dall'affermazione su larga scala di queste modalità; in altre parole, è stata recuperata l'idea che ha mosso sin dagli albori internet, restituendo a ciascuno la possibilità di essere al contempo fruitore e costruttore della rete (Bonaiuti, 2006, pp. 23-27). La riscoperta dell'importanza dell'accesso da parte di tutti alla costruzione della rete è uno dei capisaldi del web 2.0, il quale pone l'accento sui social media, o social software, cioè su tutte quelle applicazioni che consentono agli individui di incontrarsi, interagire e collaborare in rete e, in particolare, di creare comunità on-line. Oltre alla creazione condivisa di contenuti, tali applicazioni favoriscono la pubblicazione, classificazione e indicizzazione di informazioni, in maniera da renderle facilmente disponibili a beneficio della comunità. 1.2. Dall'e-learning all'e-learning 2.0 Questo paragrafo sarà dedicato all'analisi delle fasi che hanno caratterizzato la storia dell'e-learning, segnando il passaggio da esperienze caratterizzate dalla trasposizione di modelli didattici pensati per contesti tradizionali, a nuove soluzioni e modalità operative (il cosidetto e-learning 2.0) centrate sul soggetto e sul processo di apprendimento. Uno dei fenomeni più interessanti del web è stato, a partire dalla fine degli anni Novanta, l'e-learning. Il termine, abbreviazione di electronic learning, può essere tradotto letteralmente apprendimento elettronico ed indica in senso ampio l'offerta di servizi di formazione fruibili attraverso le tecnologie. In particolare l'e-learning sfrutta le potenzialità della rete per fornire, in modalità sincrona e/o asincrona, l'accesso a contenuti o relazioni formative in qualsiasi momento o in ogni luogo in cui esista una connessione. Il mercato mondiale dell'e-learning presenta tassi di crescita esponenziale 7. In Europa la 7 Il passaggio è da 6,6 mld di dollari investiti nel 2002 a 23,7 mld nel 2006 con valori, per il solo mercato europeo, di 3,9 miliardi di dollari nel 2004, più di dieci volte dall'inizio del 2000 (IDC, 2004). 12

Capitolo 1 diffusione dell'e-learning viene facilitata anche da specifici interventi dell'unione Europea che, ritenendolo un importante mezzo per favorire la democratizzazione e l'ampliamento delle opportunità di accesso all'istruzione, lo inserisce tra le azioni fondamentali per lo sviluppo dell'information Society (Commissione delle Comunità Europee, 2001). Accanto alle aspettative e ad alcuni importanti successi, si sono succeduti anche eventi di segno opposto. In sintesi, uno dei principali problemi della gran parte delle esperienze svolte nei primi anni di diffusione dell'e-learning è da ricercarsi principalmente nella distanza tra aspettative e risultati a causa di una sopravvalutazione degli aspetti tecnologici e, dall'altro lato, della scarsa efficacia delle strategie didattiche adottate. La gran parte delle proposte metodologiche, più in particolare, si sono di fatto limitate a riprodurre in rete dinamiche pensate per l'aula (Marconato, 2009). Sembra dunque esserci stata un'insufficiente comprensione delle specificità degli ambienti per la formazione in rete, il cui punto di forza risiede soprattutto nella possibilità di sviluppare la collaborazione tra individui (Bonaiuti, 2006). L'e-learning è stato concepito come un modo per erogare velocemente corsi on-line, con centralità posta sui contenuti, senza chiedere al soggetto di confrontarsi con attività formative articolate in cui fosse rilevante anche la dimensione della ricerca attiva e della partecipazione sociale. Ancora oggi l'utente si trova spesso a consultare materiali didattici preconfezionati mostrando così che il punto a cui siamo arrivati oggi nella formazione on-line non è troppo dissimile da ciò che era disponibile prima della rete. Naturalmente l'e-learning non si riduce ai modelli erogativi; si sono sviluppate anche esperienze centrate sull'interazione tra partecipanti e tra utenti e tutor, basate su modelli che prevedono la collaborazione tra pari, il coinvolgimento dei partecipanti e un conseguente spostamento del focus verso obiettivi operativi quali l'integrazione di conoscenza, la progettazione o la produzione di nuove soluzioni. Anche in questi casi però, è importante considerare le modalità con cui le esperienze vengono concepite e realizzate; spesso vengono impostati obiettivi, tempi, ruoli e risorse predefiniti e le piattaforme, anche se caratterizzate dalla presenza di funzioni per la comunicazione e la collaborazione, impongono la propria rigidità operativa (Bonaiuti, 2006). Uno dei fattori di successo per i servizi offerti in internet è la capacità di rispondere, in maniera flessibile ed efficace, alle esigenze dei soggetti. Ciò vale a maggior ragione per 13

Capitolo 1 l'e-learning, in riferimento al quale è importante comprendere l'atteggiamento e le abitudini operative degli utenti. L'interattività è la modalità prevalente con la quale ci si relaziona con i media e la consapevolezza di questo aspetto è alla base di quello che è stato recentemente definito e-learning 2.0 (cfr. Downes, 2005). La prima fase dell'e-learning, come abbiamo visto, è stata caratterizzata dall'uso di piattaforme tecnologiche sia per esperienze collaborative che per attività erogative, comunque prevedendo una netta demarcazione tra il momento e lo spazio della formazione e l'esterno e applicando modelli tipici della tradizionale formazione in presenza. Il problema, e quindi il limite di questo approccio, oltre all'imposizione di tempi, obiettivi e modalità operative, è quello della distanza imposta tra il setting artificiale della formazione elettronica e le situazioni della vita in cui si sviluppano forme spontanee di apprendimento (Bonaiuti, 2006). L'e-learning 2.0 si pone invece l'obiettivo di recuperare le potenzialità insite nelle modalità spontanee e informali di apprendimento; inoltre esso rappresenta l'occasione per ripensare la formazione in rete tornando alla natura della rete, per definizione aperta, non gerarchica e per sua essenza relazionale. Giovanni Bonaiuti, nel suo testo Elearning 2.0 sottolinea come un concetto chiave alla base delle esperienze di e- learning 2.0 sia quello di integrazione, non solo tra soggetti e tra diverse risorse formative, ma, in particolare con la riscoperta della rete come contesto naturale per lo sviluppo di social networking, tra sfera individuale e sociale e tra apprendimento formale ed informale. Questo obiettivo si realizza con il passaggio da una concezione della formazione di tipo statico, caratterizzata da un idea tradizionale di trasmissione della conoscenza, ad una concezione maggiormente centrata su due elementi fondamentali: l utente ed il gruppo (Penna et al., 2009). L utente viene ora visto come un progettista consapevole del proprio apprendimento, cioè colui che si confronta con i problemi della costruzione del percorso di conoscenza. Diventa pertanto strategica la capacità di vagliare la disponibilità e le opportunità di apprendimento in relazione alle proprie necessità formative, operando e selezionando in rapporto alle altre caratteristiche sulle quali l apprendimento va progettato: esigenze di studio, apprendimento e perfezionamento di capacità e competenze professionale, interessi culturali. 14

Capitolo 1 Il secondo elemento, la gruppalità, viene sempre più visto e inteso come l ambiente facilitatore e amplificatore del processo formativo, dove il singolo costruisce il percorso di senso nell interazione (Penna et al., 2009). Il passaggio da e-learning a e-learning 2.0 comporta un vero e proprio cambiamento di paradigma, ossia lo scostamento da una prospettiva basata sul paradigma razionalistainformazionista di ispirazione comportamentista (cfr. Laici, 2007), incentrato sul concetto di proposta formativa standardizzata e sulla trasmissione collettiva (da uno a molti) di contenuti codificati, all'idea di strumenti centrati sul soggetto, che concepiscano il web come uno spazio di apprendimento, di costruzione di identità e di ricomposizione dei diversi ambiti del sapere individuale, da quelli più marcatamente formali a quelli informali. In questo caso, i paradigmi di riferimento sono quello sistemico-interazionista di ispirazione cognitivista, che considera la conoscenza come processo di ricerca e costruzione di senso (ibidem) e, soprattutto, quello costruttivistasociale, al quale si ispirano modelli di e-learning in cui «si privilegia prevalentemente l'aspetto relazionale e collaborativo nella costruzione della conoscenza e si cercano di proporre percorsi in cui sia possibile sperimentare attività collaborative in comunità di apprendimento e in gruppi di apprendimento on-line» (idem, p. 39). L'approccio learner-centred produce un scostamento dalle esperienze basate sui virtual learning environment, ambienti di apprendimento caratterizzati da corsi con programma, modalità e contenuti specifici, verso esperienze che consentono ad ogni soggetto la costruzione attiva della propria formazione e del proprio ambiente di apprendimento (personal learning environment), del quale fanno parte sia esperienze e conoscenze già maturate, sia la fitta rete di connessioni che il soggetto intesse e ha intessuto con gli altri (Bonaiuti, 2006). A tale scopo essenziali sono diversi dispositivi, dai sistemi di produttività individuale, software che riproducono essenzialmente gli strumenti e le funzioni installate sul proprio computer, ai sistemi per la condivisione di risorse, fino a sistemi di comunicazione e per la costruzione di reti di conoscenza. Tra le applicazioni classiche per la condivisione di conoscenze troviamo i forum, affiancati recentemente dai blog e dai wiki, i quali nascono proprio con l'obiettivo di fornire supporto alla condivisione e co-costruzione di conoscenze (Bonaiuti, 2006). A questi prodotti si sono recentemente affiancate le tecnologie per il social networking, 15

Capitolo 1 il cui scopo principale è quello di interconnettere le persone attraverso una serie di legami. Un aspetto interessante riguarda la possibilità, attraverso queste interconnessioni, di aggregare comunità virtuali interessate a discutere e a lavorare sugli stessi temi, condividendo esperienze ed attività. Tali strumenti possono essere integrati negli ambienti di apprendimento on-line consentendo di condividere le proprie esperienze in comunità di collaborazione in cui si elaborano sia prodotti propri di conoscenza, sia prodotti costruiti in modo condiviso. Appare evidente la centralità della dimensione relazionale. Le relazioni tra gli utenti, la possibilità di discutere, condividere e costruire conoscenza in modo collaborativo sono le prospettive aperte dell e-learning 2.0. Pertanto, a caratterizzare l e-learning di seconda generazione è l importanza della partecipazione sociale che i nuovi strumenti del web permettono, in quanto consentono la comunicazione e permettono di far provare un apprendimento di natura sociale (Calvani, 2005). Centrale è il concetto di comunità (Calvani, 2005; Wenger, 2006), nella quale l apprendimento si configura come evento sociale che non cessa di realizzarsi perche non obbligato entro i limiti temporali della durata del corso. L accento è posto non solo sulla fruizione individuale quanto sulla collaborazione e condivisione, le quali modificano lo stesso processo di produzione e di attribuzione di senso in riferimento ai contenuti e alle informazioni. Da un punto di vista metodologico, l efficacia degli strumenti dell e-learning 2.0 si basa proprio sulla possibilità di sviluppare e sfruttare le comunità. La formazione della community, sulla quale si fonda l utilizzo del software sociale, si basa sul modello delle Bottom-Up Communities ossia quelle realtà dove i membri della comunità, avendo un'elevata facoltà decisionale e una forte autonomia progettuale, concordano gli obiettivi e l organizzazione dei contenuti (Penna et al., 2009). Questo modello si contrappone a quello delle Top-Down Communities, un sistema nel quale status e compiti sono decisi rigorosamente da un'autorità di controllo e regolamentati da propri dispositivi software, tendenza prevalente nella prima generazione di e-learning. Il modello del social software rinvia alla realizzazione e conduzione dinamica di contenuti da parte di tutti i membri partecipanti a processi formativi. Gli ambienti formativi divengono in questo modo social environment, strutture che sono sviluppate, 16

Capitolo 1 coordinate e trattate dalle comunità dei partecipanti. L elemento di successo sembra essere rappresentato dal coinvolgimento degli utenti mediante spazi collaborativi come le comunità virtuali di apprendimento, tramite le connessioni rese possibili dai social network. 1.3. Risorse dell'e-learning 2.0 Come già accennato sopra, esistono strumenti tipici del web 2.0 che possono essere considerati la base per sviluppare esperienze di e-learning di seconda generazione. Si tratta di strumenti i cui nomi sono ormai entrati a far parte del linguaggio comune, come blog, wiki, social network, file sharing, instant messaging e altri, chiamati generalmente social software, ossia applicazioni che consentono alle persone di interagire, incontrarsi, collaborare e creare comunità on-line (Laici, 2007). Sebbene tali applicazioni originariamente non siano state pensate specificatamente in riferimento ad esperienze di apprendimento elettronico, le loro caratteristiche le rendono possibili risorse per attività di e-learning di seconda generazione. Nei successivi paragrafi cercherò di descrivere brevemente alcuni di questi strumenti, riflettendo su come possano diventare risorse per l'e-learning 2.0. 1.3.1. Il blog Il termine blog deriva dalla contrazione di Web log, ossia traccia su rete, ed è stato utilizzato per la prima volta nel 1997 (Fini, 2006). Oggi quello del blog è diventato un fenomeno molto esteso (al mondo ne esistono più di settanta milioni) con diverse declinazioni; esistono infatti blog personali, politici, di attualità e tematici. I blog vengono usualmente definiti come una sorta di diari on-line che permettono di scrivere riflessioni, pensieri e testi in pagine web, senza dover possedere particolari conoscenze tecniche o informatiche (Laici, 2007). Si tratta di strumenti di facilitazione della scrittura la cui peculiarità è che il blogger, l'autore del blog, diventa prosumer, dalla contrazione di producer-consumer, ovvero al tempo stesso lettore e autore di contenuti. Secondo Fini (2006) il blog è l'applicazione che segna più di altre il passaggio dal web read only al web read-write, sottolineando la centralità della persona 17

Capitolo 1 utilizzatrice e creatrice degli strumenti e contenuti del web. Un'altra interessante caratteristica dei blog è l'apertura ai commenti di altre persone, le quali, connettendosi e commentandosi reciprocamente, entrano in una rete di connessioni, alla base del funzionamento del blog. La possibilità di entrare in relazione sui blog è facilitata da strumenti specifici, come la blogroll, ossia una sezione del blog in cui vengono segnalati altri blog preferiti o vengono inseriti link automatici ad altri blog attraverso il trackback, ovvero un sistema che segnala al blogger che un suo articolo è stato citato all'interno di un altro blog (Laici, 2007). In questo modo è possibile creare una rete di articoli legati ad argomenti affini, i quali permettono non solo di approfondire determinati temi di interesse, ma anche di assistere all'emersione di differenti punti di vista sul tema stesso, espressi da altri prosumers in differenti blog. Questo può essere considerato un esempio di intelligenza collettiva e connettiva (cfr. Sorrentino e Paganelli, 2006), la quale si espande, stimolando pensiero riflessivo, pensiero critico, capacità metacognitive e forme di creatività condivisa in rete, aprendo prospettive di sviluppo anche di comunità di apprendimento e di pratica (cfr. Wenger, 2006). I blog sono quindi un'importante risorsa per l'e-learning 2.0 in quanto in essi la persona è attiva e produttiva nell'utilizzo della rete; inoltre supportano l'integrazione degli aspetti formali e informali dell'apprendimento, che abbiamo visto essere uno dei requisiti fondamentali per proporre una formazione significativa per la persona. Nei blog, infatti, i diversi elementi della vita di una persona possono intrecciarsi, determinando una composizione tra momenti formali e informali, interessi privati e spazi di condivisione, contribuendo a rendere più naturale l'apprendimento (Bonaiuti, 2006). Dal punto di vista formativo è molto interessante anche indagare le potenzialità dei blog come strumenti di narrazione, di autobiografia, di scrittura di se condivisa; l'autore del blog è infatti impegnato in processi di autopresentazione riflessiva in un ambiente pubblico, incontrandosi con altri soggetti in reti sociali via via più estese. 1.3.2. Il wiki Nell'e-learning di seconda generazione un altro strumento di condivisione e collaborazione è il wiki, ovvero un particolare sito web che permette a più persone 18

Capitolo 1 contemporaneamente di modificarne le pagine, quindi di scrivere collaborativamente (Laici, 2007). Wiki wiki deriva da un termine di origine hawaiiana che significa molto veloce ; il termine talvolta è inoltre usato come acronimo dell'espressione inglese What I know is, che descrive la sua funzione di condivisione di conoscenza, oltre che di scambio e immagazzinamento. Il wiki è diventato ormai «l'emblema della modalità di scrittura collaborativa di ipertesti» (Fini, 2006, p.189), dal momento che uno dei suoi utilizzi più diffusi è proprio quello di consentire a più persone di lavorare contemporaneamente su uno stesso insieme di pagine, interconnesse attraverso link ipertestuali. Come per i blog, i wiki si caratterizzano per la facilità di scrittura delle pagine, a differenza dei primi, non hanno però un unico autore, ma molti autori-costruttori che creano i contenuti in modo collaborativo. Dal punto di vista dell'utilizzo formativo, il wiki può essere un valido strumento di condivisione e costruzione collaborativa di conoscenza. La possibilità di costruire collaborativamente un prodotto è infatti una delle attività che dovrebbero essere maggiormente sperimentate nell'e-learning, dal momento che permette di attivare discussioni significative e consente alle persone di confrontarsi e attivare pensiero critico, promuovendo inoltre la negoziazione di significati, la partecipazione e la reificazione, le quali sono, secondo Wenger (2006), tre elementi alla base dello sviluppo di comunità di pratica. Per Wenger l'apprendimento consiste infatti nel negoziare nuovi significati in un'interazione costante di partecipazione e di reificazione, ossia di produzione di entità che danno forma alla nostra esperienza (ibidem). Infine, i wiki sono interessanti anche per la realizzazione di project-work on-line (Laici, 2007). In tal caso, al wiki vero e proprio, vengono affiancati strumenti di comunicazione sincrona ed asincrona, rispettivamente chat e forum, promuovendo un progetto in cui si possano sperimentare la discussione, la negoziazione di significati e la partecipazione dei soggetti finalizzata alla realizzazione collaborativa di un prodotto. 1.3.3. Il social networking Il concetto di rete sociale affonda le sue radici negli studi di psicologia sociale, di sociologia e antropologia dei primi del Novecento (Si vedano, ad esempio, Simmel, 19

Capitolo 1 1908; Weber, 1922; Von Wiese, 1933). Una rete sociale consiste in «un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari» (Wikipedia 8 ). La versione on-line delle reti sociali è quella nota oggi come social networking e si riferisce a una serie di tecnologie o servizi che consentono ai singoli di partecipare a comunità virtuali, basate prevalentemente sugli strumenti di interazione disponibili in rete. Si tratta di un fenomeno articolato, il quale si concretizza in applicazioni in ambito professionale, con la creazione di comunità di colleghi o comunità tematiche, e nell'ambito del tempo libero per scambio di relazioni informali (Fini, 2006 b). Uno dei primi servizi disponibili in rete fu Classmates, partito nel 1995 per consentire la ricerca dei vecchi compagni di scuola. La vera esplosione dei servizi di social networking si è avuta tuttavia dal 2001, quando hanno cominciato a svilupparsi siti come Friendster, Myspace, linkedin e, a partire dal 2004, Facebook (Fini, 2006 b) (figura 1.2). Figura 1.2 I siti che offrono servizi di social networking non utilizzano tecnologie particolarmente 8 http://it.wikipedia.org/wiki/rete_sociale. Ultima consultazione il 14/10/2011. 20