PARTE 2. IL SETTORE DELL ENERGIA IN ALBANIA

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INDICE PARTE 1.ANALISI DEL CONTESTO E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 1. INTRODUZIONE 1 2. ECONOMIA DELL ALBANIA 2 2.1 LA CRESCITA DEGLI ULTIMI ANNI 2 2.2 LE CARATTERISTICHE DELL' IMPORT-EXPORT 2 2.3 INVESTIMENTI DELLE IMPRESE ITALIANE 4 2.3.1 PUNTI DI FORZA E FATTORI CRITICI PER GLI INVESTIMENTI 4 2.4 I RAPPORTI TRA L'ALBANIA E L'UNIONE EUROPEA 5 PARTE 2. IL SETTORE DELL ENERGIA IN ALBANIA 1. LA CRISI DEL SETTORE DOPO IL COLLASSO DEL REGIME 8 1.1 DALLE ESPORTAZIONE ALL'IMPORTAZIONE DI ENERGIA 8 2. STATO ATTUALE DEL SISTEMA ELETTRICO 10 2.1 LA STRUTTURA DI GENERAZIONE 10 2.1.1 LE SETTE GRANDI E MEDIE CENTRALI IDROELETTRICHE 10 2.1.2 L'UNICA CENTRALE TERMICA DI FIER 11 2.1.3 LE 83 MINICENTRALI IDROELETTRICHE 11 2.1.4 I PROGRAMMI D'INVESTIMENTO NEL SETTORE DELLA GENERAZIONE 12 2.1.5 L'ENERGIA PRODOTTA NEL 2004 13 2.1.6 I COSTI UNITARI DI PRODUZIONE DELLE CENTRALI 14 2.2 IL SISTEMA DI TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE 14 2.2.1 LE CRITICITÀ ATTUALI 16 2.2.2 I PROGRAMMI D'INVESTIMENTO NEL SETTORE DELLA TRASMISSIONE 16 2.3 IL SISTEMA DI DISPACCIAMENTO 17 2.4 LA DOMANDA DI ENERGIA 17 2.4.1 I CONSUMI REGISTRATI NEL PERIODO 1981-2004 17 2.4.2 LE STIME DI DOMANDA 2005-2015 18 2.4.3 LE CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA ATTUALE 18 2.5 L OFFERTA DI ENERGIA 19 2.5.1 L ENERGIA IMMESSA IN RETE NEL PERIODO 1985-2004 20 2.5.2 I FABBISONI DI IMPORTAZIONE DI ENERGIA NEGLI ULTIMI 20 ANNI 20 2.5.3 LE PREVISIONI DI OFFERTA DELL ACTION PLAN (2005-2015) 20

3 2.6 L ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE 21 2.6.1 LA RIFORMA DEL SETTORE 21 2.6.2 LA SITUAZIONE DELLA KESH 22 2.6.3 LE AUTORITÀ DI REGOLAZIONE NEL SETTORE ELETTRICO 23 3. RISERVE E FABBISOGNI DI COMBUSTIBILI FOSSILI 23 3.1 IL PETROLIO 24 3.2 IL GAS 25 3.3 IL CARBONE 25 4. IL POTENZIALE DI SVILUPPO DELLE RISORSE RINNOVABILI 26 4.1 BIOMASSE 26 4.2 ENERGIA SOLARE 26 4.3 ENERGIA EOLICA 26 4.4 ENERGIA DA RIFIUTI URBANI 27 4.5 ENERGIA GEOTERMICA 27 PARTE 3. QUADRO NORMATIVO PER GLI INVESTIMENTI STRANIERI 3.1 FORME ASSOCIATIVE RICONOSCIUTE 66 3.1.1 SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA 67 3.1.2 SOCIETÀ PER AZIONI 67 3.1.3 FILIALI ED UFFICI DI RAPPRESENTANZA 67 3.2 REGISTRAZIONE, CODICE FISCALE E LICENZA 67 3.3 RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE SUGLI INVESTIMENTI 68 3.4 QUADRO NORMATIVO IN MATERIA DI DIRITTO DEL LAVORO 68 3.5 SISTEMA FISCALE 69 3.6 NORMATIVA DOGANALE 69 4. QUADRO NORMATIVO IN MATERIA DI APPALTI PUBBLICI 69 5. QUADRO NORMATIVO NEL SETTORE DELL ENERGIA 70 PARTE 4. PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO E PROGETTI IN CORSO 1. I PRINCIPALI DONORS NEL SETTORE ELETTRICO 47 2. I PROGRAMMI FINANZIATI DALL ITALIA NEL SETTORE 48 2.1 LE MODALITÀ DI FINANZIAMENTO: DONO E CREDITO D AIUTO 48 2.2 I PROGRAMMI REALIZZATI NEGLI ULTIMI ANNI 49 2.3 I PROGRAMMI ATTIVI (IN CORSO) 50

3. I PROGRAMMI IN CORSO FINANZIATI DAGLI ALTRI DONORS 57 PARTE 5. ANALISI DELLE OPPORTUNITÀ 1. LE STRATEGIE DI ENTRATA NEL MERCATO 72 1.1 LA PARTECIPAZIONE A GARE INTERNAZIONALI 73 2. LE OPPORTUNITÀ NEL BREVE E MEDIO TERMINE 74 2.1 LE OPPORTUNITÀ NEL MERCATO ELETTRICO 74 2.1.1 IL TIMING E LE PRINCIPALI SCADENZE PREVISTE NELL AMMODERNAMENTO DEL SISTEMA 75 2.1.2 LE OPPORTUNITÀ NEL SETTORE DELLA GENERAZIONE 75 2.1.3 LE OPPORTUNITÀ NEL SETTORE DELLA TRASMISSIONE 77 2.1.4 GLI INTERVENTI SULLA RETE DI DISTRIBUZIONE 77 2.2 LE OPPORTUNITÀ NEL CAMPO DEL RISPARMIO ENERGETICO 78 BIBLIOGRAFIA 84

5

7 PARTE 1. Analisi del contesto e quadro normativo di riferimento 1. ECONOMIA DELL ALBANIA Dopo il collasso del comunismo e le prime elezioni democratiche del 92, il Paese visse un quinquennio di forte instabilità, caratterizzato da un economia di mercato selvaggia. Nonostante tutto, l'economia di quegli anni crebbe, ma la situazione precipitò nel caos nel 97, con il crollo dei cosiddetti investimenti piramidali. Dopo un breve periodo di anarchia, l insediamento di un nuovo governo avviò un periodo di maggiore stabilità economica, che resse anche alla massiccia invasione dei rifugiati del Kosovo durante il bombardamento della NATO in Serbia. Dopo il 99 la ripresa economica è stata costante e su tassi elevati fino al 2005, quando si è registrato un rallentamento (al 5,5% secondo le stime del governo albanese), causato prevalentemente dalla crisi energetica. In questo periodo di transizione, il sostegno dell Unione Europea per il rafforzamento delle istituzioni, per la modernizzazione del paese e per l integrazione nel sistema economico europeo è stato determinante. Esso porterà probabilmente entro il 2006 alla firma del Patto di Stabilizzazione e Integrazione, che renderà più facile l esportazione di prodotti albanesi verso l Europa. 1.1 LA CRESCITA DEGLI ULTIMI ANNI La crescita degli ultimi anni è stata sostenuta dalle rimesse degli emigrati (15% del PIL nel decennio 1992-2001), principalmente dalla Grecia e dall Italia, che aiutano a finanziare le importazioni e i consumi. L agricoltura, che rappresenta circa il 25% del PIL e occupa circa il 60% della popolazione attiva rimane inefficiente. Dopo il 1991, la riforma agraria ha assegnato la terra ai privati in piccoli appezzamenti, rendendo difficile una gestione moderna ed economica del settore, in assenza di spirito cooperativo e di un sostegno adeguato del sistema bancario. L industria, che concorre al 20% circa del PIL, è rappresentata per circa un terzo dal settore delle costruzioni. Nel 2005, in accordo con i dati ufficiali dell Istituto nazionale di statistica, l in-

flazione si è attestata al 2,2%, in linea con gli obiettivi fissati, mentre la valuta locale (Leke) è stata sostanzialmente stabile sull Euro (il cambio attuale è circa 120 Leke per 1 euro). Nonostante ciò, il rating del rischio paese rimane ad un livello alto. La SACE ha assegnato all Albania la 6a categoria di rischio. 1.2 LE CARATTERISTICHE DELL IMPORT-EXPORT L interscambio avviene principalmente con Italia, Grecia, Ucraina, Cina e Germania. Negli ultimi anni sta crescendo il commercio con Russia, Bulgaria, Rumania, e Croazia. L ingresso dell Albania nell Organizzazione Mondiale del Commercio, avvenuto nel settembre 2000, ha permesso l applicazione in loco delle politiche e delle regole del commercio internazionale che assicurano agli investitori stranieri la parità di trattamento nei rapporti commerciali. Il Paese gode di un accesso preferenziale al mercato dell Unione Europea, beneficiando di agevolazioni fiscali sulle esportazioni. Nel corso del 2005, le importazioni sono aumentate del 10% e le esportazioni del 6% rispetto all anno precedente. Circa la composizione delle esportazioni, al primo posto ci sono tessili e calzature (lavorazioni à façon) con il 60%, seguiti da materiali da costruzione e metalli (16%) e da prodotti alimentari, bevande e tabacco (8%). 22% Import Albania 2005 24% macchinari Le importazioni hanno riguardato soprattutto macchinari ed attrezzature (24% del totale); alimentari e bevande (18%), materiali edili (14%) tessili e calzature (12%). alimenti/bevande materiali da costruzione 10% tessili e calzature 18% prodotti chimici altri settori 12% 14% Import Albania 2005 22% 24% macchinari Le importazioni hanno riguardato soprattutto macchinari ed attrezzature (24% del totale); alimentari e bevande (18%), materiali edili (14%) tessili e calzature (12%). Montenegro 5% Ucraina 2% Germania 3% Altri 7% 10% Export Albania 2005 12% Italia Grecia 14% 18% alimenti/bevande materiali da costruzione tessili e calzature prodotti chimici altri settori Grecia 11% Montenegro Germania

22% 24% macchinari alimenti/bevande Albania materiali da costruzione 9 10% tessili e calzature 12% 18% prodotti chimici altri settori 14% L Italia rappresenta il principale partner commerciale dell Albania, con una quota superiore al 40% dell intero interscambio. I principali prodotti esportati verso l Italia sono: abbigliamento e calzature (lavorazioni à façon), semilavorati in legno, tabacco, minerali, pelle, piante medicinali, cemento. Le importazioni dall Italia riguardano invece macchinari industriali, attrezzature elettriche, prodotti alimentari, carburanti, abbigliamento, calzature, prodotti farmaceutici. Export Albania 2005 Import Albania 2005 Montenegro 5% Ucraina 2% Germania 3% Altri 7% Italia Grecia 22% 24% macchinari alimenti/bevande Grecia 11% Montenegro materiali da costruzione Germania 10% tessili e calzature Italia 72% Ucraina Altri 18% prodotti chimici altri settori 12% 14% 1.3 INVESTIMENTI DELLE IMPRESE ITALIANE La penetrazione Export commerciale Albania dei 2005 prodotti italiani in Albania è elevata, ma può essere estesa ad altri settori in crescita, energia e costruzioni in particolare. Nel periodo 1992-2003, gli investimenti stranieri 16% sono stati di circa 1 miliardo di Dollari. Secondo gli ultimi dati analitici disponibili, nel 2001 il 48% degli investimenti stranieri in Albania tessili e calzature sono pervenuti dall Italia; non esistono dati attendibili più recenti sui flussi di investimento. materiali da costruzione 8% Export Albania 2005 alimentari/bevande/tabacco I settori economici di destinazione degli investimenti italiani Altri sono stati: 60% Ucraina 7% 16% altri settori 2% commercio (67%) Germania Italia 3% Montenegro 5% Grecia industria (17%) Grecia Montenegro servizi (6%). 11% Germania Riguardano prevalentemente piccole e medie imprese che operano nel settore edile, nel settore tessile e calzaturiero (produzione a façon ), nel commercio e servizi, nell industria Ucraina agro-alimentare. 1.3.1 Punti di forza e fattori critici per gli investimenti Con riferimento alle opportunità d investimento per le imprese italiane nel Paese, i fattori che, in generale, costituiscono punti di forza dell Albania sono: la vicinanza Import geografica; Albania 2005 Export Albania 2005 il basso costo della mano d opera (circa 200 euro come costo medio mensile per addetto Bulgaria 3% Altri 25% Italia 29% Italia Grecia Germania Ucraina Cina USA 8% 16% Italia 72% Altri tessili e calzature materiali da costruzione alimentari/bevande/tabacco

nelle aree urbane, con una discreta abilità tecnica in alcuni settori); la disponibilità di materie prime (cromo, nichel, rame, petrolio, carbone, bauxi fosfati); la flessibilità del mercato del lavoro; l aliquota fiscale sugli utili contenuta (20% nel 2006); una popolazione molto giovane (l età media è di 32 anni); un livello di scolarizzazione piuttosto elevato (circa l 80% dei ragazzi riceve unaformazione, molti di essi addestramento professionale, fino all età di 19 anni) l ampia diffusione della lingua italiana. I fattori critici generali per gli investimenti nel Paese sono sintetizzabili nei seguenti punti: la forte crescita e il dinamismo dell imprenditoria locale in alcuni settori maturi (tessile, edilizia, commercio) ma anche in alcuni settori strategici (energia, assicurazioni, telecomunicazioni) che rende spesso necessario per il successo delle iniziative la creazione di joint-venture con gli imprenditori locali; complessità delle pratiche doganali; il forte ritardo nei rimborsi per crediti d IVA, fattore che interessa le imprese esportatrici (gli acquisti interni sono con IVA e le esportazioni sono in esenzione d IVA); una residua incertezza nella certificazione della proprietà fondiaria. 1.4 I RAPPORTI TRA L ALBANIA E L UNIONE EUROPEA Le relazioni diplomatiche con la Ue sono iniziate nel 91. Nel 92 l Albania ha sottoscritto un Accordo di Commercio e Cooperazione, come primo passo verso l integrazione. Fino al 2000 l Ue ha fornito un supporto finanziario per circa 700 milioni di euro, tramite il programma PHARE, per modernizzare l economia e rafforzare le istituzioni democratiche del Paese. La sottoscrizione dell Accordo di stabilizzazione e di associazione con l Unione Europea, prevista entro il 2006, costituisce un passo importante nella prospettiva dell adesione. Lutz Salzman, ambasciatore della Ue in Albania, ha ricordato recentemente che è ancora presto per parlare della candidatura del Paese per l adesione come Stato membro. Il Presidente Barroso ha recentemente ricordato che la lotta alla criminalità e alla corruzione, la liberalizzazione dell economia, il rafforzamento dei diritti di proprietà, la difesa della libertà d opinione sono le sfide dell Albania per proseguire nel cammino di avvicinamento.

11 PARTE 2. IL SETTORE DELL' ENERGIA IN ALBANIA 2. LA CRISI DEL SETTORE DOPO IL COLLASSO DEL REGIME Fino alla fine degli anni 80, l Albania è stata governata con un sistema totalitario, caratterizzato da un economia pianificata e un marcato approccio autarchico. Durante il comunismo il Paese era autosufficiente sul fronte del consumo di petrolio ed era un rilevante esportatore di elettricità nella regione (verso Grecia, Macedonia, Kosovo e Montenegro). Il tema dell energia è oggi argomento molto diffuso di dibattito, polemica e frustrazione tra la popolazione albanese. In questo capitolo si forniscono alcuni cenni storici sulle ragioni della crisi del settore. 2.1 DALLE ESPORTAZIONE ALL IMPORTAZIONE DI ENERGIA Il regime di Enver Hoxha (1945-1985) aveva individuato tra le principali priorità del Paese lo sviluppo della capacità di generazione di energia idroelettrica. In questo periodo, l Albania aveva realizzato un importante piano d investimenti, costruendo dighe e centrali idroelettriche, prevalentemente lungo il corso del fiume Drin, nella regione settentrionale del Paese. La generazione di energia era posta prevalentemente a servizio dell industria mineraria, che necessitava, nel suo ciclo produttivo, di alti consumi di energia. Ciò aveva dato impulso allo sfruttamento della ricchezza in minerali del Paese: rame, acciaio, ferro, cromo e nichel. L Albania aveva inoltre sviluppato una certa capacità industriale nello sfruttamento delle risorse nazionali di carbone e petrolio, iniziato con investimenti italiani negli anni 30, e proseguito durante il comunismo. L assenza di autoveicoli privati consentiva al Paese di poter esportare piccole quantità di prodotti petroliferi. A partire dagli anni 90 la situazione si è capovolta: l Albania è diventato un Paese importatore di petrolio e di energia. Con il collasso del comunismo e l avvio di un economia di mercato, si è avuta una drastica riduzione delle esportazioni (diminuite del 60% dal 1986 al 1992) e una rapida crescita dei consumi. Dopo la caduta del regime, il Paese si è ritrovato, tra gli altri problemi, un sistema elettrico fuori dagli standard internazionali, con componenti prevalentemente di origine albanese, cinese e ungherese. La struttura della domanda di energia è cambiata totalmente negli ultimi quindici anni, spostandosi da una forte prevalenza del settore industriale ad

una prevalenza del settore residenziale e del trasporto (per la forte crescita delle autovetture private). La liberalizzazione dei prezzi, lanciata dal governo albanese nel 1995, vide escluse le sole tariffe elettriche ed accentuò la crisi tecnica e finanziaria del settore elettrico: le basse tariffe e l assenza di un reale sistema di riscossione comportarono un impennata della domanda (da 2,3 TWh del 1993 a 5.6 TWh nel 1999) e un enorme crescita delle perdite non tecniche (allacciamenti illegali alla rete). Si tenga conto che i contatori domestici, che prima degli anni 90 erano stati oggetti intoccabili a causa delle punizioni severissime in caso di abuso, praticamente non esistevano più dopo il 97, periodo dopo il quale il consumo finisce totalmente fuori controllo. Alla fine degli anni 90, le istituzioni responsabili del settore elettrico dovettero fronteggiare un ulteriore sfida, derivante dalla richiesta degli organismi internazionali di privatizzare il sistema elettrico. Un primo tentativo della Banca Mondiale di privatizzare parte della rete di trasmissione dovette essere sospeso. Anche il processo di privatizzazione delle 83 minicentrali idroelettriche fu fermato (attualmente risulta ceduto a investitori privati circa il 50% delle 83 minicentrali). La produzione nazionale di petrolio nella parte centro-meridionale del paese continua a rifornire una raffineria a Ballsh; peraltro la produzione nazionale di petrolio rappresenta circa il 20% del fabbisogno del Paese. 1 Il sistema di generazione di energia realizzato durante il regime, che faceva leva quasi esclusivamente sulle fonti idroelettriche, è stato messo in crisi dalla siccità che ha caratterizzato il regime idrologico dell ultima decade. La raccolta eccessiva e incontrollata della legna da ardere per riscaldamento ha condotto a disboscamento severo di varie regioni. Nel contempo il Paese presenta un forte ritardo nello sviluppo di fonti di energia alternative. Malgrado il crescente ricorso alle importazioni dalla Grecia e Macedonia, all inizio del 2006 la società elettrica nazionale (la KESH) ha dovuto limitare la fornitura di elettricità a Tirana soltanto ad alcune ore al giorno. Passeggiando per la città, ci si rende conto che commercianti ed artigiani utilizzano, sempre più, piccoli generatori, che si caratterizzano per essere costosi, rumorosi e inquinanti. Sul fronte del consumo residenziale (per riscaldamento e usi domestici) i cittadini, che nei primi anni 90 si erano affidati al kerosene, sono poi passati quasi totalmente alla corrente elettrica. L estrazione del carbone su scala commerciale è cessata negli anni 90 ed è improbabile che riprenda. Negli ultimi 15 anni, gli investimenti privati nel settore sono stati frenati dall instabilità politica e dall assenza di un quadro regolamentare, riguardante, in particolare, il sistema delle concessioni e il sistema tariffario. 1 Nel 2005 l Albania ha consumato intorno a 30.000 barili di petrolio al giorno in 2005, di cui soltanto 6.000 provenienti da fonti nazionali e raffinati in loco.

13 3. STATO ATTUALE DEL SISTEMA ELETTRICO In questo capitolo si fornisce una breve descrizione delle caratteristiche del sistema elettrico albanese, dello stato di manutenzione delle centrali e della rete di trasmissione, del bilancio tra domanda e offerta di energia e dei programmi d investimento. Si forniscono inoltre alcuni cenni sulle fonti di energia rinnovabili. 3.1 LA STRUTTURA DI GENERAZIONE Attualmente la potenza installata in Albania è di circa 1660 MW. Di questa potenza complessiva, 1450 MW (pari a circa il 90%) sono forniti da centrali idroelettriche, e 210 MW da centrali termiche. Sono attualmente in funzione sette grandi e medie centrali idroelettriche e una vecchia centrale termica a Fier: tutte le centrali sono gestite dalla società elettrica nazionale, di proprietà dello stato (la KESH). Il sistema di generazione include inoltre 83 mini-idroelettriche. Si stima che attualmente sia sfruttato soltanto il 35% del potenziale idroelettrico nazionale, con possibilità di ampliamento per ulteriori 3000 MW. La maggior parte delle centrali idroelettriche esistenti sono state costruite con tecnologie datate tra gli anni 50 e gli anni 70. 3.1.1 Le sette grandi e medie centrali idroelettriche Le grandi e medie centrali idroelettriche del Paese sono localizzate sui fiumi Drin, Mati e Bistrica. Nella tabella seguente sono sintetizzate le caratteristiche di queste centrali. Tabella 1. - Caratteristiche delle sette grandi e medie centrali idroelettriche N. DENOMINAZIONE DELLA CENTRALE FIUME N. TURBINE POTENZA INSTALLATA (MW) 1 Fierze Drin 4 500 2 Koman Drin 4 600 3 Vau I Deies Drin 5 250 4 Ulza Mati 4 25 5 Shkopeti Mati 2 25 6 Bistrica 1 Bistrica 3 25 7 Bistrica 2 Bistrica 1 5 Totale idroelettriche 1430 Come detto, l età media delle centrali varia tra 20 e 50 anni, ad eccezione della centrale di Koman, ultimata nel 1987. Informazioni di dettaglio su queste centrali sono contenute in allegato, a fine testo di questa Parte del documento (cfr. Tabella 1)

3.1.2 L unica centrale termica di Fier L unica centrale termica è a Fier, ed è stata costruita tra il 1963 e il 1980. La produzione annua di energia di questa centrale è andata calando dal 2000 al 2004, da 120 GWh a 76 GWh. É previsto che questa centrale esca fuori esercizio a partire dal 2007. 3.1.3 Le 83 minicentrali idroelettriche In accordo con i dati forniti dal Ministero dell Energia, esistono 83 minicentrali idroelettriche, per una potenza installata complessiva di 14 MW. La più vecchia è quella di Korca, realizzata nel 1936. Le altre sono state costruite tra il 1960 e il 1990. Delle 83 centrali, il Ministero considera che 16 sono da dismettere. La potenza delle rimanenti 67 varia tra 5 e 1.200 kw.in accordo con la legge sulla privatizzazione (legge n. 8527 del 1999), queste centrali devono essere trasferite al settore privato, in due possibili forme: mediante asta pubblica o mediante affidamento in concessione. In entrambi i casi c è l obbligo da parte dell investitore di effettuare la riabilitazione degli impianti. Alla data attuale, la situazione dell assetto proprietario di queste 67 minicentrali è sintetizzata nella tabella che segue. Assetto proprietario delle 67 minicentrali ritenute attualmente idonee (attive e da riabilitare) STATO ATTUALE NUMERO ATTIVE DI CUI NON ATTIVE Affidate in concessione 29 18 11 Vendute 15 1 14 In vendita 22 0 22 Restituita al proprietario 1 0 1 Totale 67 19 48 Come si rileva dalla tabella suindicata, attualmente risultano aggiudicate 29 concessioni (sottoscritte negli anni tra il 2002 e 2003) per minicentrali con potenze comprese tra 200 e 1.200 kw. Di queste: 26 centrali risultano aggiudicate alla società italiana Essegei srl, per una potenza complessiva di 10 MW, delle quali 11 (per una potenza complessiva di 2,5 MW) attualmente non operative. Nell ambito di queste 26 minicentrali, 19 sono state successivamente affidate da Essegei a altre imprese, prevalentemente albanesi in sub-concessione. 3 centrali risultano aggiudicate a due imprese albanesi (Amal e Emikei). L Agenzia Albanese per le Privatizzazioni ha poi venduto ulteriori 15 minidroelettriche a impre-

15 se albanesi, con potenze comprese tra 40 e 160 kw. Attualmente soltanto una di esse, Tamare, è funzionante. Per le rimanenti 22 centrali è in programma la vendita. Pertanto sul totale delle 67 centrali idonee al funzionamento, 44 sono state privatizzate, e tuttavia di queste ultime soltanto 19 sono attive. Ciò è dovuto al fatto che gli investitori non hanno dato seguito agli investimenti previsti contrattualmente. Negli anni 2003 e 2004 sono stati investiti circa 250 milioni di Lek (circa 2 milioni di euro al cambio attuale) per la riabilitazione delle minidroelettriche. Entro il 2006 sono previsti investimenti per 2.000 milioni di Lek (oltre 15 milioni di euro). Il prezzo di vendita dell energia che l ente di regolazione (ERE) riconosce ai produttori privati di energia da fonti idroelettriche è di 4,3 Lek/kwh (pari a 4 centesimi di euro). Tale prezzo è ritenuto ancora troppo basso per assicurare agli investitori privati un adeguato ritorno dell investimento. Informazioni di dettaglio su queste minicentrali sono contenute in allegato a questa Parte del documento (cfr. Tabella 2, stampata in più pagine). 3.1.4 I programmi d investimento nel settore della generazione Tenuto conto dell elevata incidenza delle centrali idroelettriche sul totale, la produzione di energia è attualmente fortemente dipendente dal regime idrologico. Al fine di ridurre tale dipendenza, il governo albanese ha avviato la realizzazione di una nuova centrale termica a ciclo combinato da 135MW (denominata Valona 1), con co-finanziamento Banca Mondiale, BERS, BEI e KESH (per un investimento complessivo di 110 milioni di US$). É previsto che questa centrale entri in fuzione a fine 2007. L attuazione del progetto risulta peraltro molto problematica, a causa del rilevante impatto ambientale dell opera. Il progetto è contestato da un associazione per la protezione dell ambiente di Valona e ha determinato intense proteste della popolazione Le altre centrali pianificate sono: 2 centrale da 200 MW a ciclo combinato di Valona 2 (2008); centrale da 200 MW a ciclo combinato di Valona 3 (2010); centrale idroelettrica da 74 MW di Bratila (2010); centrale idroelettrica da 90 MW di Kalavaci (2011). Le centrali di Valona 2 e Valona 3 dovrebbero essere realizzate con l apporto finanziario di potenziali investitori privati. Nella tabella che segue sono indicati i valori di incremento della potenza installata previsti dall Action Plan della KESH nell arco temporale 2005-2015 per effetto degli interventi di riabilitazione delle centrali esistenti e della realizzazione di nuove centrali. Tuttavia i pro- 2 Tra parentesi è indicato l anno previsto di entrata in funzione.

grammi d investimento nelle nuove centrali sono in ritardo e sono messi a rischio da alcuni fattori di instabilità del contesto, ed in particolare dal forte incremento dei prezzi delle costruzioni. Stime di crescita della potenza installata (fonte: Action Plan 2005-2015 della KESH) Type 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Capacity (MW)* 1.983 1.983 3.186 4.186 4.186 4.460 4.550 4.550 4.550 4.550 4.550 Name Existing Generation System HPP Fierze 500 500 500 500 500 500 500 500 500 500 500 HPP Koman 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 HPP Vau I Dejes 250 250 250 250 250 250 250 250 250 250 250 HPP Ulza 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 HPP Shkopeti 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 HPP Bistrica 1/2 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 HPP Sum of Remaining 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 TPP Fier 159 159 159 - - - - - - - - Existing Generation System TPP Vlora 1 - - 135 135 135 135 135 135 135 135 135 TPP Vlora 2 - - - 200 200 200 200 200 200 200 200 TPP Vlora 3 - - - - - 200 200 200 200 200 200 TPP Bratila - - - - - 74 74 74 74 74 74 TPP Kalavaci - - - - - - -90 90 90 90 90 3.1.5 L energia prodotta nel 2004 Nella tabella che segue sono indicati gli ultimi dati disponibili forniti dalla KESH sulla generazione di energia, relativi all anno 2004. Dati sulla generazione nell anno 2004 (fonte: KESH) CENTRALE MWH (%) Centrali sul fiume Drin 5.062.573 92.1 % Centrali sul fiume Mati 153.347 2,8 % Centrali sul fiume Bistrica 135.617 2,5 % Altre idroelettriche 65.061 1.0 % Totale Idroelettriche 5.416.598 98.4 % Centrale termica di Fier 76.001 1.4 % TOTALE 5.492.599 99.8 % Il 2004 è stato uno degli anni di maggiore produzione negli ultimi 10 anni.

17 Ripartizione produzione 2004 Come si rileva dalla tabella sopra indicata, circa il 92% è stato fornito dalle tre centrali sul fiume Drin. La centrale termica di Fier ha fornito nel 2004 soltanto l 1,4 % della produzione di energia 3.1.6 I costi unitari di produzione delle centrali Qui di seguito si forniscono alcune stime sui costi unitari di produzione stimati nell anno 2003 (ultimi dati disponibili forniti dalla KESH). I costi di produzione delle idroelettriche attualmente in funzione sono stimati intorno a 1 Lek/kWh (0,8 centesimi di euro, al cambio del presente documento). Il costo di produzione della centrale termica di Fier è stimato in 14,90 Lek/Kwh (12 centesimi di euro). Il costo di produzione della centrale di Valona 1 è stimato in 5,74 Lek/Kwh (5 centesimi di euro). I costi di importazione attuali dell energia elettrica sono stimati in 5,8 Lek/Kwh (5 centesimi di euro). 3.2 IL SISTEMA DI TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE Il sistema di trasmissione attuale comprende circa 70 linee (a 400 kv, 220 kv e a 110kV) e 63 sottostazioni, delle quali 1 a 400 kv, 8 a 220kV e 54 a 110 kv. La scarsità di investimenti e di manutenzione degli ultimi 15 anni ha notevolmente ridotto l'affidabilità del sistema e ha limitato la capacità di scambio con i paesi confinanti. Stima dei consumi di C'è elettricità da tener conto che la struttura (1981-2004) della domanda negli ultimi anni è fortemente cambiata, per il forte incremento dei consumi per utenze domestiche e il calo dei consumi dell'industria. Le difficoltà sul fronte energetico delle nazioni confinanti rendono difficile l'importazione dall'estero. La situazione attuale del sistema di trasmissione è pertanto critica e sono frequenti i black out del sistema. La KESH ricorre sempre più intensamente a un'erogazione del servizio con sospensioni programmate, in base a turni di rotazione delle aree servite (load shedding). Attualmente la distribuzione è suddivisa in 9 zone. La maggioranza di queste zone sono suddivise in 4-5 agenzie. Il numero di agenzie è 39. Non tutte le zone stanno operando con livelli di efficienza accettabili (le più efficienti sono la zona di Tirana e quella di Elbasan). Nel passato ci sono state trattative per la vendita della rete di distribuzione all ENEL o alla Iberdrola spagnola. I programmi di privatizzazione di questo settore sono attualmente fermi. anni

Le interconnessioni elettriche con i paesi confinanti comprendono tre linee. A causa dell instabilità del sistema, la sua capacità è ridotta a 400 MVA. Nel 2001 è aumentata notevolmente grazie ad un incremento delle capacità di trasformazione nella sottostazione di Elbasan e all entrata in esercizio di due linee (4km) tra Elbasan 1 e 2. Ciò ha creato le condizioni per la KESH di importare grandi quantità d energia e ridurre il load shedding. Peraltro i problemi della linea d interconnessione con la Grecia hanno portato a privilegiare le importazioni dalla parte nord del Paese. 3.2.1 Le criticità attuali Le simulazioni effettuate nel 2002 sul sistema hanno rivelato che: la regolazione della tensione è carente, in particolare sul sistema a 110 Kv a Bistrica e Korce, aree nelle quali la caduta di tensione è del 30% circa; i trasformatori 220/110 kv sono pesantemente caricati, specialmente a Vau i Dejes, Fiere e Fier; le linee a 110 kv che servono Korce e Bistrava sono sovraccaricate per circa il 20%. La regolazione della tensione dell Albania è condizionato dal basso voltaggio dei paesi confinanti (Grecia e Montenegro). Il sistema a 220 kv opera quasi totalmente in normali condizioni. Le due linee Elbasan-1 e Elbasan-2 e il loop a 220 kv che serve Rrashbull e Fier sono pesantemente sovraccaricate. 3.2.2 I programmi d investimento nel settore della trasmissione Qui di seguito sono elencati gli investimenti raccomandati, per l arco temporale dal 2005 al 2015, in questa componente del sistema dallo studio Power transmission and distribution project realizzato con finanziamento della Banca Mondiale nel 2003. Piano di nvestimenti raccomandati nel settore della trasmissione (2005-2015)