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Chiara Comari 4^I 05.02.2013 Raffaello Sanzio - Pagina 1 di 5 RAFFAELLO Raffaello Sanzio è la terza personalità ai vertici dell arte rinascimentale dopo Leonardo e Michelangelo. Nacque a Urbino da un padre che fu un artista modesto, ma stimato alla corte dei Montefeltro. Il suo percorso formativo passò dalle opere fiamminghe, da Piero della Francesca, da Pinturicchio, ma soprattutto dal Perugino, suo più grande maestro, grazie al quale ereditò un classicismo aggraziato e soave. Morì a 37 anni e fu contemporaneo, ma più giovane, dei due artisti sopraccitati. Raffaello intuì immediatamente che nella sua carriera avrebbe dovuto concorrere con due grandi maestri dell arte. Cominciò quindi a studiarli: ad esempio, nei momenti di pausa in cui Michelangelo non lavorava alla Cappella Sistina, Raffaello vi entrava di nascosto e ne fissava le opere. Lo studio di Michelangelo è infatti visibile nei suoi affreschi dei Musei Vaticani. Mise in campo la sua personalità fondendo gli studi con la propria capacità, accentuando l eleganza di Leonardo e la monumentalità e plasticismo di Michelangelo. Creo così un suo stile definito eterno, una bellezza ideale fondata sull armonia e sull ispirazione classica. Fu molto richiesto dalle donne per farsi fare i ritratti, perché l artista era capace di renderle più belle pur conservando le loro sembianze; le caratteristiche che ispiravano la sua pittura erano infatti armonia e bellezza. A causa della frequentazione con molte donne, le malelingue ipotizzarono una morte per malattia venerea. Si mosse da Firenze, dove realizzò alcuni ritratti con cui perfezionò la resa delle psicologie dei soggetti, perché il suo vero obiettivo era arrivare a Roma e lavorare per la corte papale, dove fu il più apprezzato ritrattista del primo 500. A Firenze realizzò la serie delle Madonne con Bambino, con influsso leonardesco, e La Bella Giardiniera. Raffaello SPOSALIZIO DELLA VERGINE Anno: 1504 Tecnica: olio su tavola Dimensioni: 170x117 cm Sede: Pinacoteca di Brera, Milano. Il dipinto fu commissionato per la cappella della chiesa di san Francesco, a Città di Castello. ANALISI COMPOSITIVA Al centro il sacerdote unisce le mani dei due sposi dietro ai quali si dispongono a sinistra le compagne al seguito di Maria, a destra i pretendenti delusi, fra cui uno che spezza con rabbia il suo ramo con i ginocchio. Lo sfondo è costituito da un ampia piazza con al centro il tempio di Gerusalemme, posizionato in cima a un basamento di gradini. Raffaello mette in evidenza la conoscenza degli ideali architettonici rinascimentali ereditati da Bramante. 1

Chiara Comari 4^I 05.02.2013 Raffaello Sanzio - Pagina 2 di 5 Lo schema compositivo risale chiaramente a due opere del Perugino: la consegna delle Chiavi (per la presenza di due gruppi di personaggi, per l introduzione del tempio a pianta centrale nel fondo e per l intelaiatura prospettica sottolineata dalla griglia della pavimentazione della piazza) e lo Sposalizio della Vergine (per la scelta dei personaggi, per gli atteggiamenti di questi, per la porta aperta del tempio che lascia intravedere il paesaggio retrostante) Nella versione del Perugino i personaggi sembrano più solidi, pur rimanendo eleganti. Entrambe le opere propongono tuttavia un antitesi di atteggiamenti: la calma delle fanciulle contrapposta al dinamico astio degli uomini. L unica differenza per quest aspetto risiede nello scambio dei due gruppi da destra a sinistra. La linea dell orizzonte nel Perugino è più alta in modo da conferire più monumentalità al tempio. In Raffaello invece l intera scena è meno rigida, grazie alla disposizione delle figure in primo piano a semicerchio e alla posa inclinata del sacerdote. Perugino Si può notare uno studio equilibrato della prospettive nelle figure sullo sfondo, che creano una serie di piani in scala proporzionale che suggeriscono uno spazio reale. 2

Chiara Comari 4^I 05.02.2013 Raffaello Sanzio - Pagina 3 di 5 LA BELLA GIARDINIERA Anno: 1508 La Bella Giardiniera fa parte della serie di Madonne con Bambin Gesù e San Giovannino in composizioni piramidali a cui appartengono anche la Madonna del Cardellino, La Sacra Famiglia Canigiani e la Madonna del Prato. L incontro fra la Vergine, Gesù e Giovannino presenta un impronta leonardesca negli sguardi e nella fusione dei personaggi con il paesaggio e michelangiolesca nei volumi. La struttura è piramidale: al vertice troviamo la Madonna che funge di elemento di congiuntura fra i due pargoli posti alla base e sorregge il figlio guardandolo con dolcezza e ricevendo un espressione affettuosa. Maria presenta il suo elemento simbolico: il libro, che ricorda la sua intelligenza e precocità nel saper leggere. San Giovannino presenta invece il bastone a forma di croce. I tre personaggi sono contraddistinti da una sottilissima aureola. I protagonisti del dipinto sono immersi in una rigogliosa natura, dietro alla quale sugli ultimi piani si scorgono elementi architettonici artificiali. TRASPORTO DI CRISTO Anno: 1507 Tecnica: olio su tavola Dimensioni: 184x176 Sede: Galleria Borghese, Roma Il dipinto fu richiesto nel 1507 dalla nobildonna Atalanta Baglioni per la cappella di famiglia in San Francesco al prato a Perugia. Il soggetto, il Trasporto del Cristo morto, è uno dei più drammatici tra quelli affrontati da Raffaello, abituato a tematiche più serene. La realizzazione è stata preceduta da attenti studi e parecchi disegni preparatori. Ma si tratta di un tema voluto da Atalanta, come ricordo e omaggio al figlio Grifonetto, ucciso nel 1500. Si è ipotizzato che il trasportatore al centro sia un ritratto di Grifonetto, e la Madonna addolorata allude al dolore di Atalanta. Lo schema della composizione è classico. La donna seduta che sorregge la Vergine riprende la torsione della Madonna di Michelangelo nel Tondo Doni. Il dinamismo d'insieme invece si riferisce sia a quello di Leonardo che a quello di Michelangelo e deriva probabilmente dalla conoscenza dei cartoni con le famose battaglie di Anghiari e di Cascina. Rispetto all'impatto drammatico di Michelangelo le figure di Raffaello risultano più dolci e aggraziate ed esprimono un dolore abbastanza contenuto, al fine di conservare la bellezza 3

Chiara Comari 4^I 05.02.2013 Raffaello Sanzio - Pagina 4 di 5 Stanza della Segnatura Stanze del Vaticano Giulio II affidò a Raffaello la decorazione di quattro stanze degli appartamenti vaticani al secondo piano. È soprattutto in questi affreschi che emerge lo studio di Michelangelo (per esempio, nelle architetture disegnate). La prima stanza è la biblioteca papale privata, detta Stanza della Segnatura, perché qui si facevano le firme e i sigilli ai documenti del tribunale ecclesiastico. Stanza di Eliodoro Gli affreschi dovevano pertanto simboleggiare i concetti di vero teologico (verità rivelata) e filosofico (virtù, concetti di bene, di bello, di giusto). Qui si trova il celebre affresco Scuola di Atene, dove è rappresentato un gran numero di filosofi classici. Fra questi conferisce a Platone le sembianze di Leonardo, a Eraclito quelle di Michelangelo (appoggiato su un blocco di marmo) e a Euclide quelle di Bramante, come omaggio per quanto da loro appreso. Sulla sinistra appare persino il suo autoritratto, riconoscibile per lo sguardo diretto all osservatore. Stanza dell Incendio di borgo La seconda stanza era destinata alle udienze private ed era chiamata Stanza di Eliodoro. Qui sono affrescati episodi biblici e storici che attestano la protezione di Dio sulla chiesa. La terza stanza era da pranzo detta Stanza dell incendio di borgo e fu affrescata con le storie dei papi di nome Leone. Stanza di Costantino La quarta è detta Stanza di Costantino perché si narra la vita del primo imperatore cristiano. Questa fu solo progettata da Raffaello, ma eseguita dal discepolo Giulio Romano. Scuola di Atene 4

Chiara Comari 4^I 05.02.2013 Raffaello Sanzio - Pagina 5 di 5 Raffaello Leonardo Michelangelo 5