Quaderni della Casa Romena di Venezia VII, 2010



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Quaderni della Casa Romena di Venezia VII, 2010 Atti del Congresso Internazionale LA TRADIZIONE BIBLICA ROMENA NEL CONTESTO EUROPEO (Venezia, 22-23 aprile 2010)

Copertina: Cristian Alexandru Damian Cura scientifica: Eugen Munteanu, Ana-Maria Gînsac Cura tecnica e redazionale: Corina Gabriela Bădeliţă, Monica Joiţa Traduzione: Corina Gabriela Bădeliţă (pp. 15-26 e pp. 27-44) ISSN: 1583-9397 Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia & Centro di Studi Biblico-Filologici Monumenta linguae Dacoromanorum Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia Palazzo Correr, Campo Santa Fosca Cannaregio 2214 30121 Venezia (VE) Tel.: 041 5242309; fax: 041 715331 e-mail: istiorga@tin.it http://www.icr.ro/venetia/ Centrul de Studii Biblico-Filologice Monumenta linguae Dacoromanorum Str. Lascăr Catargi, nr. 54, Iaşi 700107, Iaşi, România e-mail: CentrulMLD@gmail.com https://consilr.info.uaic.ro/~mld/monumenta/index.html

QUADERNI DELLA CASA ROMENA DI VENEZIA VII, 2010 Atti del Congresso Internazionale LA TRADIZIONE BIBLICA ROMENA NEL CONTESTO EUROPEO (Venezia, 22-23 aprile 2010) A cura di: Eugen Munteanu, Ana-Maria Gînsac Corina Gabriela Bădeliţă, Monica Joiţa Editura Universităţii Alexandru Ioan Cuza Iaşi, 2010

INDICE Premessa... Prefazione... 7 11 CENNI STORICI DELLA TRADUZIONE DEL TESTO SACRO IN LINGUA ROMENA EUGEN MUNTEANU, Sulla tradizione biblica romena. Dissociazioni di principio... MIHAIL NEAMŢU, Oralità liturgica oppure oblio testuale? Studio di caso: la stampa delle scritture in romeno (secc. XVI-XVIII)... ELSA LÜDER, Die Geschichte des Projects Biblia 1688. Idee und Verwirklichung... 15 27 45 PROBLEMI DI TRADUZIONE. CONFRONTO DELLE PRINCIPALI EDIZIONI TRA LORO E CON GLI ORIGINALI MARIA GOREA, Considérations sur la traduction roumaine de la Bible 1688 : le livre de Job... ANA-MARIA GÎNSAC, Problemi riguardanti la traduzione in romeno dei nomi propri biblici... TARCIZIU-HRISTOFOR ŞERBAN, De grâce, n écrasez pas la métaphore! 55 69 101 QUADERNI DELLA CASA ROMENA DI VENEZIA, VII, 2010, pp. 1-168

LA TRADIZIONE BIBLICA ROMENA. PREOCCU- PAZIONI ATTUALI ŞTEFAN COLCERIU, Hepta Ete Euthenias. The Nec Septuagint Project and its Current Cultural Relevance... ŞTEFAN ILOAIE, Novelty and Continuity: the Bible Revised by Bartolomeu Valeriu Anania, the Archbishop of Cluj. The Spiritual Meaning of the Word of Scripture... ANDREEA ŞTEFAN, Traduire la Septante au XX e siècle : les dix Commandements en roumain, français et italien... 111 119 129 IL LUOGO DELLA TRADIZIONE BIBLICA ROMENA NELLO SPAZIO EUROPEO CESARE ALZATI, Considerazioni in margine alla Bibbia di Samuil Micu... IVAN DIMITROV, New Bulgarian Translations of the New Testament in the 19 th Century and the Romanian Lands... WIM FRANÇOIS, Vernacular Bibles in the Low Countries. Between the Middle Ages and the Early Modern Era... 137 145 155

PREMESSA Il 2 aprile 2010 si sono compiuti ottant anni da quando l attuale Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha aperto le sue porte su iniziativa del sommo storico dei romeni, Nicolae Iorga. Uno degli obiettivi principali di tale iniziativa come anche quella rimasta purtroppo senza seguito di aprire una Scuola Romena a Fontenay-aux-Roses o quella di Vasile Pârvan, a tutto oggi proficua, di fondare l Accademia di Romania in Roma è stato quello di rendere possibile la ricerca scientifica e inserire i valori della Romania nel circuito accademico europeo. Per questo, abbiamo pensato di aprire la serie di eventi anniversari con un congresso di alta tenuta scientifica, che ha come tema un atto di spiritualità, forse il più importante della storia della civiltà umana: la ricerca della Parola di Dio e l apprendimento delle Sue leggi. E, nell ambito della civiltà europea, Venezia è uno dei più importanti centri di diffusione della stampa, compreso quello che ha dato l edizione del 1687 della Settanta, la quale è stata utilizzata dai traduttori della prima edizione in lingua romena della Bibbia. Il congresso con il tema La tradizione biblica romena nel contesto europeo ha avuto luogo il 22 e 23 aprile 2010 ed è stato ospitato dall Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Nell organizzazione del congresso, la collaborazione fra l Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e il Centro di Studi Biblico- Filologici Monumenta linguae Dacoromanorum dell Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi si è avvalsa del sostegno finanziario dell Istituto Culturale Romeno di Bucarest, riflettendosi sia nell organizzazione della manifestazione, quanto nell uscita del presente numero dei Quaderni della Casa Romena di Venezia. Siamo stati onorati di avere come invitati specialisti nel campo della filologia, storia e teologia biblica, la maggior parte di loro essendo implicati in ampi progetti di edizione e studio filologico dei testi biblici: Eugen Munteanu (Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi, direttore dell Istituto di Filologia Romena A. Philippide dell Accademia Romena), Cesare Alzati (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Mihail Neamţu (Università Vasile Goldiş di Arad), Maria Gorea (Université de Paris VIII), Ivan Dimitrov (Università St. Kliment Ochridski di Sofia), Dan Râpă-Buicliu

8 Monica Joiţa (Museo Provinciale di Storia di Galaţi), Wim François (Università Cattolica di Lovanio), Pr. Ştefan Iloaie (Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca), Pr. Şerban Tarciziu (Istituto Cattolico Universitario Santa Teresa di Bucarest), Ştefan Colceriu (New Europe College di Bucarest), Ana-Maria Gînsac (Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi), Andreea Ştefan (Accademia di Romania in Roma, Università di Bucarest). Nell ambito delle quattro sezioni del congresso ( Cenni storici della traduzione del testo sacro in lingua romena, Problemi di traduzione. Confronto delle principali edizioni tra loro e con gli originali, La tradizione biblica romena. Preoccupazioni attuali ed Il luogo della tradizione biblica romena nello spazio europeo ) sono stati dibattuti tanto alcuni aspetti relativi alla storia della traduzione del testo sacro nella cultura romena, messi al confronto con il contesto europeo in cui si è svolto tale processo, quanto problemi specifici, testuali, riguardanti la traduzione della Bibbia in romeno. Altresì, desidero salutare l eccellente collaborazione che il nostro Istituto ha stabilito anche in quest occasione con l Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e colgo l occasione per ringraziare la direzione e lo staff dell Istituto per l ospitalità e le eccellenti condizioni messe a nostra disposizione per il buono svolgimento dei lavori del congresso. È con particolare piacere che anticipo in questa sede l idea che ho delineato insieme con il prof. Eugen Munteanu, direttore dell istituzione partner e co-organizzatrice del congresso, ovvero quella di organizzare nel 2012 la seconda edizione di questo evento. Tale generoso progetto è nato dalla constatazione che lo scambio d esperienza, la condivisione di informazioni e il contatto diretto con specialisti hanno rappresentato i punti forti dell edizione 2010 del congresso. Fedele alla tradizione, la pubblicazione Quaderni della Casa Romena di Venezia raccoglie in questo nuovo numero gli interventi presentati nell ambito del congresso La tradizione biblica romena nel contesto europeo. Ci auguriamo che le informazioni scientifiche, le interpretazioni, i punti di vista e le nuove prospettive avranno un eco tanto positiva quanto utile negli ambiti di specialità. In tale senso, siamo stati particolarmente contenti di constatare in occasione del congresso di Venezia che, oggigiorno, quando la stessa Parola di Dio è interpretata in modo globalizzante, ci sono ricercatori che si applicano con serietà e minuzia sui testi sacri, essendo in possesso di un impressionante bagaglio di conoscenze e muovendosi con facilità in diversi ambiti linguistici.

Premessa 9 Possiamo affermare con soddisfazione che il congresso di Venezia dedicato alle traduzioni della Bibbia è stato non solo una riunione tra specialisti, ma anche un convivio intellettuale e spirituale, una manifestazione contemporanea dell esortazione Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna (Giovanni 5:39). Venezia, dicembre 2010 MONICA JOIŢA Direttore ad interim Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

PREFAZIONE Per molto tempo in ampi circoli accademici europei e americani, lo studio sistematico e scientifico della Bibbia è stato tacitamente considerato come una componente esclusiva degli studi teologici o, più in generale, della scienza delle religioni. Da alcuni decenni, si può osservare in tutto il mondo un crescente interesse per gli studi biblici negli ambienti accademici laici di molte università e istituti di ricerca. In particolare, tra i filologi si nota un interesse sempre più vivo per un approccio approfondito delle versioni in lingua vernacolare dei testi biblici. Un simile rinnovato interesse lo constatiamo persino in Paesi quali Francia, Italia o Spagna, dove i testi biblici sono stati a lungo considerati fonti di secondaria importanza per la ricerca linguistica e filologica della storia delle lingue moderne, per il fatto che, trattandosi di traduzioni, questi testi non avrebbero né credibilità né un sufficiente grado di autenticità. Ovviamente, dal punto di vista epistemologico, tale prospettiva è errata, poiché, da un lato, la traduzione è di per sé una forma di creatività linguistica e, dall altro, lungi dal falsificare la dinamica interna di una qualsiasi lingua storica, l attività di traduzione sollecita in maniera esemplare le capacità espressive della lingua di destinazione. Constatiamo, dunque, per limitarci solo al campo romanzo, l avvio di grandi progetti scientifici per l edizione delle antiche versioni bibliche in francese, italiano, spagnolo, o in lingue minori quali catalano, friulano o valenciano. L obiettivo finale, confessato o no, di tali iniziative è la realizzazione di grandi corpora di testi che forniscano una base documentaria ampia e affidabile per ulteriori studi, sia nelle aree tradizionali della storia delle lingue, della grammatica comparativa, descrittiva o contrastiva, della dialettologia, della traduttologia, dell ermeneutica ecc., sia in una prospettiva interdisciplinare. I corpora di testi biblici sono apprezzati anche dagli informatici come ideale punto di partenza per la creazione di programmi adatti allo studio della dinamica storica delle lingue. In Romania, il forte declino degli studi biblici nel XX secolo è dovuto anche a particolari circostanze storiche. Ateo nella sua essenza, il regime comunista (1947-1989) vietò, per motivi ideologici, qualsiasi iniziativa per la ricerca della tradizione biblica, al di fuori della Chiesa, la cui esistenza era semplicemente tollerata. Tuttavia, poiché i più antichi testi romeni a carattere letterario del XVI secolo, manoscritti o stampati, sono traduzioni a

12 Eugen Munteanu carattere biblico (Psaltirea [il Salterio], Apostolul [l Apostolo], Evangheliile [i Vangeli]), non è stato possibile evitare l edizione e lo studio filologico di questi scritti antichi. Soprattutto l antica scuola di filologia romena fondata e diretta da Ion Gheţie (1930-2004) all Istituto di Linguistica di Bucarest si è guadagnata in questi ultimi decenni particolari benemerenze per l edizione critica dei più importanti testi romeni a contenuto biblico del XVI secolo (Codicele Voroneţean [il Codex di Voroneţ], Codicele Sturdzan [il Codex di Sturdza], Codicele de la Ieud [il Codex di Ieud], Psaltirea Hurmuzachi [il Salterio Hurmuzachi], la maggior parte dei libri stampati da Coresi ecc.) È altrettanto notevole l edizione degli antichi testi romeni a carattere biblico realizzata da filologi di Iaşi (il Salterio di Dosoftei) e Cluj (Palia de la Orăştie, 1581, Noul Testament de la Bălgrad, 1648 [il Nuovo Testamento di Belgrado], Psaltirea de la Bălgrad, 1651 [il Salterio di Belgrado]). Un segnale della necessità di valorizzare la tradizione biblica testuale romena è stato dato alla fine dell era comunista, nel 1988, quando è stata stampata, sotto l autorità dell allora Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Biblia de la Bucureşti, 1688 [la Bibbia di Bucarest], la prima versione integrale delle Sacre Scritture in romeno. Preparata da un gruppo di rinomati filologi, questa è un edizione diplomatica, in cui i facsimili dell originale sono accompagnati da una trascrizione interpretativa giudiziosa dell alfabeto cirillico nell attuale ortografia romena. Nello stesso anno, nell ambito di una collaborazione accademica tra le Università di Iaşi e Friburgo in Brisgovia, su iniziativa del professor Paul Miron di Friburgo, al quale si sono associati i professori Vasile Arvinte e Alexandru Andriescu, è iniziato un vasto progetto di edizione critica della Bibbia di Bucarest, corredata di un ricco apparato di note. Fino alla morte di Paul Miron (1926-2008), erano apparsi, in nove volumi separati, i primi libri biblici. L Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi, ha deciso di assumersi il finanziamento per continuare e completare questo prestigioso progetto. A tal fine, nel febbraio 2009, è stato fondato il Centro di Studi Biblico- Filologici Monumenta linguae Dacoromanorum. Nei quasi due anni ormai trascorsi, un ampio gruppo di ricercatori (23 filologi, romenisti, classicisti e teologi) è riuscito a portare a termine la trascrizione interpretativa delle tre antiche versioni bibliche editate, nonché a realizzare i commenti per ogni libro biblico. I prossimi anni saranno dedicati alla revisione e al completamento per la stampa dell immenso materiale raccolto. Stimiamo che, a partire dall anno prossimo, i 16 volumi progettati dell intera serie saranno pubblicati con una regolarità di due-tre volumi all anno. Nel frattempo, il nucleo di giovani ricercatori coinvolti nel progetto ha avviato la fondazione dell Associazione di Filologia ed Ermeneutica Biblica di

Prefazione 13 Romania, il cui obiettivo principale è il sostegno di simili studi e ricerche, nonché la diffusione dei risultati di tali ricerche negli ambiti accademici internazionali. Perseguiamo gli stessi obiettivi anche con la rivista del nostro Centro, Biblicum Jassyense, il cui primo numero è uscito quest estate, e con il Simposio nazionale Esplorazioni nella tradizione biblica romena ed europea, Iaşi, 28-29 ottobre 2010 (42 partecipanti). In tale contesto, l idea di organizzare a Venezia, un incontro scientifico su questo tema, che faciliti la riunione con colleghi di altri Paesi con simili interessi, è stata molto opportuna. Siamo grati all Istituto Culturale Romeno per il generoso finanziamento del Congresso Internazionale La tradizione biblica romena nel contesto europeo" (Venezia, 22-23 aprile 2010), i cui atti sono pubblicati nel presente volume. I nostri ringraziamenti vanno anche alla dott.ssa Monica Joiţa e ai suoi collaboratori dell Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia per l eccellente organizzazione del congresso e per l efficace impegno nella pubblicazione del presente volume. Riteniamo che questa prima edizione del nostro congresso sia il modesto inizio di un dialogo con i colleghi di altri Paesi, mirato a rendere noti gli elementi specifici della tradizione biblica romena e, per quanto ci riguarda, a conoscere i progressi di simili ricerche svolte altrove. Iaşi, dicembre 2010 EUGEN MUNTEANU Direttore Istituto di Filologia Romena A. Philippide dell Accademia Romena Centro di Studi Biblico-Filologici Monumenta linguae Dacoromanorum dell Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi

CENNI STORICI DELLA TRADUZIONE DEL TESTO SACRO IN LINGUA ROMENA SULLA TRADIZIONE BIBLICA ROMENA. DISSOCIAZIONI DI PRINCIPIO EUGEN MUNTEANU Istituto di Filologia Romena A. Philippide Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi Centro di Studi Biblico-Filologici Monumenta linguae Dacoromanorum In questa sede, ci proponiamo di formulare un punto di vista filologico sul concetto di tradizione biblica romena, mettendo l accento su due dei maggiori componenti di una problematica complessa, componenti che, come avrete modo di notare, vanno oltre la sfera dell interesse strettamente filologico. Prima di addentrarmi nella materia vera e propria della mia relazione, desidero richiamare l attenzione sul fatto che, da oltre due decenni, a Iaşi si sta svolgendo un ampio progetto scientifico, noto con il nome di Monumenta linguae Dacoromanorum. Avviato alla metà degli anni 80 del secolo scorso, nell ambito del partenariato accademico tra le università di Iaşi e Friburgo (in Brisgovia), da un gruppo di filologi coordinato dai professori Paul Miron di Friburgo e Vasile Arvinte e Alexandru Andriescu di Iaşi, il progetto MLD ha coinvolto lungo il tempo oltre venti filologi di Iaşi, Friburgo, Bucarest e Cluj e ha portato alla pubblicazione dei nove volumi dell edizione scientifica de La Bibbia di Bucarest (1688), i quali fanno parte di una serie progettata a contenerne venticinque. Il progetto prosegue in un ambito istituzionale più stabile, sotto gli auspici e con il sostegno finanziario dell Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi e in collaborazione con l Università di Friburgo e dell Istituto di Filologia Romena A. Philippide di Iaşi. Nell ambito del Centro di Studi Biblico-Filologici dell Università Alexandru Ioan Cuza ci siamo prefissi di portare a termine tale cospicuo lavoro entro un arco ragionevole di tempo (sei-sette anni), coinvolgendo nel progetto, oltre ai collaboratori di vecchia data, alcuni dei migliori giovani ricercatori, filologi e teologi di Iaşi, Bucarest, Cluj, Sibiu, Oradea e Craiova. QUADERNI DELLA CASA ROMENA DI VENEZIA, VII, 2010, pp. 15-26

16 Eugen Munteanu Riteniamo che, oltre la sua notevole importanza filologica intrinseca, la serie MLD ha il merito di aver attirato l attenzione su un settore meno noto della cultura romena, ovvero quello della tradizione biblica. In modo alquanto paradossale, le origini di tale tradizione, risalenti al XVI secolo, sono meglio studiate e conosciute dal punto di vista filologico, che non i secoli successivi, dal XVII al XX. Le cause di tale fenomeno sono molteplici e possono costituire esse stesse l oggetto di uno studio approfondito, per la quale ragione non le tratteremo nell ambito della presente relazione. Ci accontenteremo soltanto di constatare che ci troviamo di fronte a un campo di ricerca ampio e fertile, che possiamo chiamare genericamente la tradizione biblica romena. Spetta alla filologia in quanto disciplina della ricostruzione, conservazione, pubblicazione e interpretazione dei testi porsi al centro delle iniziative che mirano ad accrescere la conoscenza di tale centrale campo problematico. Mentre gli oggettivi generali e i metodi specifici della filologia sono noti a tutti noi, reputiamo utile provare a individuare alcuni elementi essenziali per la definizione del concetto in merito. Proponiamo innanzitutto una determinazione di natura quantitativa: la tradizione biblica romena comprende, senza eccezioni, tutte le versioni in lingua romena, sia parziali che integrali, manoscritte o stampate, a prescindere dal contesto politico, confessionale o culturale nel quale esse sono state prodotte. Tale posizione massimale, imposta dalla necessità che lo scienziato occupi l ipostasi oggettiva di filologo, richiede pertanto una delimitazione di natura confessionale. In secondo luogo, intendiamo qui il concetto di tradizione nel suo senso più concreto, ovvero quello di paradigma stilistico e lessicale-semantico relativamente stabile, mantenuto costantemente nelle versioni bibliche successive in lingua romena, considerate nelle loro interconnessioni testuali. Si tratta, come abbiamo fatto notare in un altra occasione 1, della conservazione, per più di due secoli e mezzo, non solo dell orientamento iniziale de La Bibbia di Bucarest, bensì di una grande quantità di elementi testuali (opzioni di traduzione, terminologia, semantica, fraseologia, topica, onomastica biblica ecc.). Rientra nella competenza dei teologi, appartenenti alle diverse confessioni cristiane che fanno uso di romeno, dibattere e catalogare le implicazioni di natura dogmatica, canonica, ecclesiologica o, in genere, 1 Nell articolo Repere ale tradiţiei biblice romîneşti (I-III) [Punti di riferimento nella tradizione biblica romena], in Idei în dialog, V, n. 4 (55), 2009, pp. 22-24, n. 5 (56), pp. 34-36 e n. 6 (57), pp. 25-27.

Sulla tradizione biblica romena 17 teologica della circolazione e delle funzioni dei testi della Santa Scrittura, nonché dei significati delle eventuali differenze o divergenze di opzione nell interpretazione di alcuni passaggi scritturali 2. La legittimità dell approccio filologico nelle ricerche sulla Santa Scrittura in ambito extraconfessionale è data necessariamente dal carattere oggettivo e storico del supporto materiale del messaggio scritturale: la lingua (le lingue) storica (storiche) della comunità (delle comunità). Accettiamo come se fosse un assioma la posizione dei teologi, secondo i quali le verità della fede, comprese nelle parole della Santa Scrittura, sono uniche, immuabili e nondependenti dalle lingue in cui sono fortuitamente espresse. In quanto filologi nella misura in cui la filologia è una scienza positiva ed empirica senza cessare di essere, in un altra sua componente, anche una scienza dell interpretazione siamo consapevoli che non si possa parlare di una verità storica dei testi, bensì soltanto di una loro autenticità. Il restauro e la conservazione dei testi nella loro autenticità linguistica primaria è dunque la preoccupazione prioritaria del filologo. Infatti, è appunto questo il compito principale che ci siamo assunti all interno del Centro di Studi Biblico-Filogici di Iaşi: editare, in base alla critica filologica, i testi importanti della tradizione biblica romena, specialmente quelli antichi e inediti (il Manoscritto 45 e il Manoscritto 4389). Ma, che cosa sono effettivamente i testi biblici e come potremmo comprendere appieno la loro specificità al cospetto della grande varietà di testi possibili? Quali criteri distintivi potrebbero dimostrarsi più utili? I criteri strutturali sono quelli a nostra portata di mano, per cui proveremo a definire più accuratamente la tradizione biblica testuale a partire da essi. In Palimpsestes del 1982, Gérard Genette ha proposto una tipologia strutturale dei testi basata sulla diversità delle relazioni o trasformazioni 2 Si sentono spesso espressioni quali edizione ortodossa oppure edizione (neo-)protestante, però non siamo in possesso di informazioni complete e attendibili sulle manipolazioni a sostrato confessionale dei testi biblici nell atto della traduzione. Alcuni passi avanti sono stati fatti di recente dal dottor CONSTANTIN PÎRVULOIU, nell articolo Lecţiuni controversate în Sfînta Scriptură [Lezioni controverse nella Santa Scrittura], in Text şi discurs religios, n. 1/ 2009 (Lucrările conferinţei naţionale Text şi discurs religios, Ediţia I, Iaşi, 5-6 decembrie 2008), Iaşi 2009, pp. 193-207, e dal dottor EMANUEL CONŢAC, in una tesi di dottorato, discussa di recente presso l Università di Bucarest, dal titolo Mentalităţi culturale româneşti şi concepţii teologice ortodox-răsăritene reflectate în lexicul şi stilul traducerilor româneşti ale Noului Testament [Mentalità culturali romene e concezioni teologiche ortodosso-orientali rispecchiate nel lessico e nello stile delle traduzioni romene del Nuovo Testamento].

18 Eugen Munteanu transtestuali possibili. Tale schema, diventato popolare anche tra i letterati, ci offre dei suggerimenti utili. Definite come categorie strutturali e ingegnosamente denominate facendo ricorso alle virtù di alcuni prefissi greci, le relazioni transtestuali sarebbero le seguenti, secondo Genette: 1) relazioni intertestuali, che generano l intertesto per mezzo di acquisizioni di temi, motivi, strutture narrative ecc.; 2) relazioni paratestuali, che generano il paratesto, tramite titoli, sottotitoli, note in margine e a piè di pagina ecc.; 3) relazioni metatestuali, che generano metatesti, vale a dire commenti di ogni tipo; 4) relazioni ipertestuali, che generano l ipertesto: sono presentati, come esempi, imitazioni di alcuni prototipi precedenti quali l Eneide di Vergilio o l Ulisse di James Joyce; 5) relazioni arcitestuali, che generano l arcitesto, vale a dire un tipo di struttura letteraria non classificabile, come la Divina Commedia. Perfino a un analisi superficiale, si può notare che il vasto universo biblico fornisce materiali utili per illustrare qualsiasi categoria. Non intendo eseguire, però, questa facile operazione. Ciò che ha attirato la mia attenzione nella proposta di Genette è una di queste categorie, ovvero la serie terminologica proposta da Genette per circoscriverla: ipertesto, ipertestualità, ipertestuale. Trovo quindi utile e fertile definire la Bibbia come un ipertesto e parlare della tradizione biblica romena come di una tradizione (iper)testuale. Teniamo presente l ipotesi secondo la quale il testo biblico, in quanto arcitesto, rimane sostanzialmente lo stesso, però, in quanto forma storica distinta, con ogni nuova versione è un altro. In termini di linguistica classica, la sostanza del contenuto rimane uguale, ma la forma del contenuto si riformula sempre nel tempo. In tal senso, senza essere l unico, l ipertesto biblico è lo spunto ideale per lo studio sistematico della dinamica della lingua romena di cultura, da una molteplice prospettiva: la prospettiva intratestuale o descrittiva, la prospettiva intertestuale o interlinguistica (le interferenze con le lingue bibliche primarie), la prospettiva diatestuale o diacronica (le cause e la finalità dei mutamenti intrinseci dell ipertesto biblico) e la prospettiva metatestuale o ermeneutica (il confronto tra l ipertesto biblico e, quella che viene comunemente chiamata, la tradizione patristica). Tutte queste prospettive complementari sui rapporti intra-, inter-, dia- e meta-testuali compongono ciò che potremmo chiamare la storia interna dell ipertesto biblico. Non è solo possibile, ma è addirittura necessario considerare anche la storia esterna dell ipertesto biblico, ciò che nella scienza tedesca si chiama

Sulla tradizione biblica romena 19 Recepziongeschichte e che riguarda il confronto tra i testi, in quanto oggetti culturali, e l insieme delle condizioni della loro produzione, circolazione e ricezione (motivazioni, ambito confessionale, mentalità prevalenti, finalità, molle politiche ecc.). Intendiamo sviluppare tali idee in un prossimo futuro, in questa sede desideriamo solo accennare che, in altre occasioni, abbiamo trattato ampiamente alcuni aspetti della storia interna dei testi biblici, specialmente quelli di natura semantica. Per illustrare la complessità delle indagini nel campo della storia esterna dell ipertesto biblico, ci proponiamo di presentare brevemente due suoi componenti, vale a dire: 1) i rapporti con le fonti originali della traduzione e 2) gli iniziatori delle traduzioni e della pubblicazione della Bibbia in lingua romena. Per una migliore comprensione, abbiamo elaborato due schemi che siete pregati di seguire. 1. Per quanto riguarda il problema degli originali ai quali i traduttori romeni fecero ricorso, notiamo che, lungo il tempo, questi originali furono sostanzialmente i seguenti: la versione greca della Septuaginta (la Bibbia dei Settanta), la Bibbia slava, la Vulgata, la Bibbia ebraica o versioni bibliche in lingue moderne (inglese, francese e tedesco soprattutto). In maniera alquanto naturale per una cultura maggiormente ortodossa, come lo è quella romena e nelle condizioni in cui la tradizione biblica romena mise le basi del suo canone verso la fine del secolo XVII, secolo in cui l influsso greco sulla cultura romena aveva raggiunto uno dei suoi punti di picco, il testo greco della Septuaginta si impose quale fonte primaria. A cominciare con l edizione filologica di Francoforte, 1597, Milescu, l autore della prima traduzione integrale dell Antico Testamento, nonché i suoi revisori del 1688, imposero una certa formula del testo biblico al filone centrale della tradizione testuale. In successione diretta alla Bibbia di Bucarest, come potete notare dalla linea continua nello Schema 1, si collocano le revisioni di Samuil Micu (1795), la Bibbia di San Pietroburgo del 1819, nonché le due edizioni pubblicate da due gerarchi ortodossi alla metà del XIX secolo, Filotei vescovo di Buzău (1854-1856) e Andrei Şaguna metropolita dell Ardeal (1856-1858). Nello stesso quadro testuale della Septuaginta si sono conservate le cosiddette edizioni sinodali, cominciando dalla prima, quella del 1914; fino ad oggi, ognuna di esse fu rivista da una commissione del Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena e tutte furono stampate sotto gli stessi auspici. Direttamente relazionate al testo della Septuaginta ci sono tre versioni indipendenti che hanno in comune il fatto di appartenere all iniziativa individuale di alcuni intellettuali. Si tratta delle versioni bibliche parziali di Ion Heliade Rădulescu (1802-1872) del 1858 e di Costache Aristia (1800-1880) del 1859 e la cosiddetta Septuaginta NEC, una versione filologica moderna realizzata sotto l auspicio del New Europe College di

20 Eugen Munteanu Bucarest (2004 e successivi). In fine, la Septuaginta è presa come testo di riferimento anche dal gruppo di filologi di Iaşi, coinvolto nel progetto Monumenta linguae Dacoromanorum, al quale ho accennato nella prima parte della presente relazione, nonché da Bartolomeu Anania, nella sua versione del 2001. Oltre alle versioni parziali della Bibbia risalenti al XVI secolo, constatiamo che il modello slavo (la Bibbia di Ostrog) rappresentò la fonte diretta e principale per una sola versione romena, ossia quella compresa nel Manoscritto BAR 4389, fatta nella seconda metà del XVII secolo, da un anonimo erudito valacco, identificato dal filologo N.A. Ursu di Iaşi nella persona di Daniil Andrean Panoneanul. Indirettamente, quale fonte secondaria, alla Bibbia slava ricorse il gerarca ortodosso Nicodim Munteanu per la versione del 1944 e ci ricorriamo anche noi, i filologi del progetto MLD per elaborare l apparato critico della nostra edizione. Per quanto riguarda la Vulgata, quale fonte della traduzione e testo di riferimento, registriamo nella tradizione romena due iniziative, entrambe provenienti dalla sfera confessionale greco-cattolica. Si tratta, innanzittuto, della versione realizzata tra il 1760 e il 1861 da un gruppo di prelati grecocattolici di Blaj, diretti dal vescovo Petru Pavel Aaron, versione rimasta in manoscritto e pubblicata di recente, sotto gli auspici dell Accademia Romena, nel 2005, in cinque volumi massicci, con il nome di Biblia Vulgata. In secondo luogo, vi è una trasposizione integrale della Vulgata in romeno, eseguita dal rinomato filologo latinista Timotei Cipariu intorno al 1870. Rimasta in manoscritto, il testo è in corso di pubblicazione per opera di un gruppo di filologi di Cluj. Fino ad oggi, la Bibbia ebraica è stata presa come punto di riferimento centrale da una sola edizione romena, ossia la versione pubblicata nel 1938, sotto gli auspici del re Carlo II, per opera dell ebraista Vasile Radu e del noto scrittore Gala Galaction. Indirettamente, mediante versioni in lingue moderne, il testo masoretico costituì una fonte anche per le versioni successive, pubblicate a partire dal 1921 da Dumitru Cornilescu (1891-1975). In fine, a cominciare con il 1865, quando a Iaşi fu stampata la prima versione in lingua romena sotto gli auspici della Società Biblica Britannica, nella tradizione testuale biblica, furono gettate le basi per un filone che prendeva come spunto le lingue moderne il francese, l inglese e il tedesco, soprattutto. Si tratta delle edizioni successive (1865, 1874, 1911, 1921), stampate dalla Società Biblica Britannica, con un carattere altamente innovatore: dall ortografia etimologizzante, al lessico neologizzante. Abbiamo presentato molto brevemente e per sommi capi la dinamica relazionale tra le principali versioni bibliche e i loro originali, tralasciando le