Provincia di Savona PIANO FINANZIARIO PER L APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI (TARI) PER L ANNO 2014



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Comune di Boissano Provincia di Savona PIANO FINANZIARIO PER L APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI (TARI) PER L ANNO 2014 Legge di stabilità 2014 Legge 147/2013 e successive modifiche ed integrazioni

PREMESSA A decorrere dal 1 gennaio 2014, è istituita, in sostituzione dei precedenti tributi sui rifiuti applicati dal Comune, la Tassa sui rifiuti (TARI), a copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, svolto in regime di privativa pubblica dal Comune nell ambito del proprio territorio, ai sensi della vigente normativa ambientale. L applicazione della TARI è disciplinata dall art. 1, commi 641 668 L. 147/2013 e successive modifiche ed integrazioni, dalle norme immediatamente operative del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dalle disposizioni dettate dal D.P.R. 158/1999. LINEE GUIDA DEL METODO TARIFFARIO SVILUPPATO ATTRAVERSO IL PRESENTE PIANO L art. 1 del D.P.R. n. 158 del 1999 si apre proclamando E approvato il metodo normalizzato per la definizione delle componenti di costo da coprirsi con le entrate tariffarie e per la determinazione della tariffa di riferimento relativa alla gestione dei rifiuti urbani. La tariffa di riferimento rappresenta, come poi specifica l art. 2 del D.P.R. n. 158 del 1999, l insieme dei criteri e delle condizioni che devono essere rispettati per la determinazione della tariffa da parte degli enti locali (comma 1), in modo da coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani (comma 2). Il metodo, pertanto, è costituito da un complesso di regole, metodologie e prescrizioni per determinare, da un lato, i costi del servizio di gestione e, dall altro, l intera struttura tariffaria applicabile alle varie categorie di utenza (cfr. anche art. 3, comma 1, D.P.R. n. 158 del 1999), in maniera tale che il gettito che ne deriva copra tutti i costi del servizio. Specifica poi l art. 3, comma 2, che La tariffa è composta da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e ai relativi ammortamenti, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione. L art. 4, comma 3, prescrive infine che La tariffa, determinata ai sensi dell'art. 3, è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica. Dalle norme ora richiamate si trae quindi che la metodologia tariffaria si articola nelle seguenti fasi fondamentali: a) individuazione e classificazione dei costi del servizio; b) suddivisione dei costi tra fissi e variabili; c) ripartizione dei costi fissi e variabili in quote imputabili alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche; d) calcolo delle voci tariffarie, fisse e variabili, da attribuire alle singole categorie di utenza, in base alle formule e ai coefficienti indicati dal metodo. Il presente Piano finanziario redatto a norma dell articolo 8 D.P.R. 158/1999, e successive modifiche e integrazioni, si pone come strumento di base ai fini della determinazione della tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani, sulla base dei principi sopra richiamati, con particolare riferimento alla corretta determinazione dei profili tariffari della TARI, nei suoi aspetti economico-finanziari. TIPOLOGIE D INTERVENTO ESEGUITE Il servizio di raccolta rifiuti solidi urbani, attualmente in essere fino al 30/06/2014 sul territorio comunale prevede: 2

1. Raccolta giornaliera indifferenzia di R.S.U. presso gli appositi cassonetti presenti sul territorio; 2. Raccolta bisettimanale differenziata carta, plastica, legno, ferro e RAEE presso gli appositi cassonetti presenti sul territorio; 3. Raccolta mensile differenziata vetro presso gli appositi cassonetti presenti sul territorio; 4. Raccolta mensile di indumenti usati presso gli appositi cassonetti presenti sul territorio; 5. Raccolta mensile di olio esausto presso gli appositi contenitori presenti sul territorio; L.I.S.O. srl 6. Raccolta bimestrale di rifiuto ingombrante previa prenotazione sul territorio; 7. Raccolta semestrale di rifiuti speciali batterie esauste e farmaci scaduti presso appositi contenitori presenti sul territorio; Le tipologie d intervento sopra descritte ai numeri 1-2-6-7 vengono garantite dalla ditta appaltatrice del servizio di raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani Docks Lanterna SpA; la tipologia contraddistinta dal numero 3 viene garantita dalla ditta Ecolvetro S.r.l., mentre per le il numero 4 viene garantita dalla ditta individuale Cortivo Giorgio mentre per il numero 5 la ditta garante è la L.I.S.O. s.r.l. I rifiuti possono essere esposti solo dopo le ore 16,00 del giorno antecedente quello previsto per la raccolta e non oltre le ore 04,00 del giorno di raccolta. L esposizione anticipata può essere oggetto di sanzione pecuniaria. Al fine di limitare il conferimento dei rifiuti organici presso il sistema di raccolta indifferenziata, dall anno 2006 è stato avviato il progetto di compostaggio domestico tramite assegnazione di biocomposter previa richiesta all Ufficio competente. L adesione a tele progetto attribuiva la titolarità del diritto alla riduzione della tassa TARSU e la attribuirà anche contestualmente ai fini TARI. Dal 1 luglio a seguito dell appalto aggiudicato alla ditta Ecoseib il servizio della raccolta differenziata verrà modificato in servizio porta a porta con raccolta differenziata giornaliera così come descritto nel capitolato d appalto allegato al presente piano finanziario; in sintesi si prevede: 1. Raccolta domiciliare bisettimanale del rifiuto organico nel periodo invernale e trisettimanale nel periodo estivo; 2. Raccolta domiciliare settimanale differenziata carta, plastica e lattine e l indifferenziata secca; 3. Raccolta domiciliare quindicinale del vetro; 4. Raccolta mensile di indumenti usati presso gli appositi cassonetti presenti sul territorio; 5. Raccolta mensile di olio esausto presso gli appositi contenitori presenti sul territorio; L.I.S.O. srl 6. Raccolta bimestrale di rifiuto ingombrante previa prenotazione sul territorio; 7. Raccolta semestrale di rifiuti speciali batterie esauste e farmaci scaduti presso appositi contenitori presenti sul territorio; L INDIVIDUAZIONE E LA RIPARTIZIONE DEI COSTI DEL SERVIZIO L art. 2, comma 2, del D.P.R. n. 158 del 1999 sancisce il principio di obbligatoria e integrale copertura di tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti tramite la tariffa, principio ribadito dal comma 11 dell art. 14 del D.L. n. 201 del 2011, che prevede la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. L art. 3 del D.P.R. n. 158 del 1999 specifica poi che: il costo complessivo del servizio è determinato in base alle prescrizioni della tariffa di riferimento da dettagliare nel PEF (comma 1); le voci di costo sono determinate dal punto 3 dell Allegato 1 al D.P.R. n. 158 del 1999 (commi 2 e 3). I costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti sono presenti nella tabella 1 COSTI DA RIPARTIRE dell allegato prospetto DATI GENERALI. 3

Il D.P.R. 158/1999 suddivide i costi afferenti alla gestione del ciclo dei rifiuti urbani, che devono essere coperti con la tariffa in due comparti: costi fissi (costi relativi alle componenti del servizio di gestione dei rifiuti urbani non specificamente correlate alla produzione di rifiuti da parte degli utenti) e costi variabili (costi relativi alle componenti del servizio di gestione dei rifiuti urbani la cui entità è proporzionale alla quantità di rifiuti prodotta e, conseguentemente, alla raccolta, al trasporto e allo smaltimento dei rifiuti urbani). Tutti queste voci concorrono alla commisurazione della base tariffaria per il nuovo sistema di calcolo. La prima operazione da compiere a tal fine è costituita dalla ripartizione dei costi fissi e variabili, secondo la classificazione operata dal D.P.R. 158/199, nonché dalla ripartizione tra le due macrocategorie di utenze domestiche e non domestiche (art. 4, comma 2, del D.P.R. n. 158 del 1999). Le utenze domestiche sono costituite soltanto dalle abitazioni familiari. Le utenze non domestiche ricomprendono tutte le restanti utenze (rappresentano quindi una categoria residuale), in cui rientrano, come specifica l art. 6, comma 1, del D.P.R. n. 158 del 1999: - le attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere; - le comunità, espressione da riferire alle residenze collettive e simili, di cui al gruppo catastale P1 del D.P.R. n. 138 del 1998, corrispondente all attuale gruppo catastale B1 (collegi e convitti, educandati, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari e caserme). Come meglio si vedrà, all interno di questa ripartizione di base delle utenze, sussistono ulteriori sottoarticolazioni, in quanto: - le utenze domestiche sono distinte in sei categorie in relazione al numero degli occupanti (Allegato 1, tab. 1a e 2, del D.P.R. n. 158 del 1999); - le utenze non domestiche sono differenziate in relazione all attività svolta, individuandosi 21 tipologie nei comuni fino a 5.000 abitanti e 30 tipologie nei comuni con una popolazione superiore (Allegato 1, tab. 3a e 3b, del D.P.R. n. 158 del 1999). CRITERI DI RIPARTIZIONE DEI COSTI TRA UTENZE DOMESTICHE E UTENZE NON DOMESTICHE Per la ripartizione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche l art. 4 del D.P.R. 158/1999 non detta regole precise come per la ripartizione tra costi fissi e variabili, limitandosi ad indicare che la suddivisione debba avvenire secondo criteri razionali. E del tutto evidente che occorre quindi individuare un corretto criterio che possa assecondare tale pur generico principio. AI fini del presente PEF si è quindi proceduto ad una verifica di ripartizione teorica basata sulla considerazione di una triplice metodologia: 1. una possibile ripartizione basata sugli importi iscritti a ruolo per l anno precedente; 2. una possibile ripartizione basata sulla dimensione delle superfici occupate; 3. una possibile ripartizione basata sulla dimensione della produzione teorica di rifiuti. Per la prima metodologia si sono considerati i quantitativi di rifiuti ripartiti tra le tipologie domestica/non domestica. Per la seconda metodologia si sono considerate le superfici attraverso le quali avverrà la suddivisione analitica del tributo, come risultanti all ufficio tributi comunale. Per la terza metodologia si sono moltiplicate tali superfici per la produzione teorica di rifiuti, secondo gli stessi parametri contenuti nel D.P.R. 158/1999. 4

I risultati di tutte e tre le ripartizioni sono rilevabili dall esame dell allegato prospetto CRITERI DI RIPARTIZIONE DEI COSTI TRA UTENZE DOMESTICHE E NON DOMESTICHE presente in allegato. Ai fini della redazione del presente PEF si è preferito utilizzare il primo criterio in quanto ritenuto maggiormente confacente allo spirito del dettato normativo, determinando una distribuzione dei costi pari al 94.19% per le utenze domestiche e al 5.81% per le utenze non domestiche. LA RIPARTIZIONE RISULTATE TRA TIPOLOGIE DI UTENZA La quadripartizione derivante dalla suddivisione dei costi in fissi e variabili, poi ripartiti in utenze domestiche e non domestiche, sulla base dei criteri evidenziati in precedenza, si traduce nel prospetto SINTESI DELLA RIPARTIZIONE DEI COSTI presente in allegato. I DATI DI RIFERIMENTO PER LA RIPARTIZIONE DELLA QUOTA DEI COSTI FISSI E DEI COSTI VARIABILI TRA LE UTENZE DOMESTICHE La tariffa è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. Del tutto simile la previsione contenuta nel secondo comma dell art. 3 del D.P.R. n. 158 del 1999. L importo addebitato al singolo utente è pertanto dato dalla somma di due componenti (ossia presenta una struttura binomia ): a) una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e ai relativi ammortamenti; b) una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all entità dei costi di gestione. Sulla base dei criteri stabiliti dal D.P.R. 158/1999, la quota fissa delle utenze domestiche viene ripartita sulla base dei metri quadri occupati dalle sei categorie corrispondenti al numero degli occupanti, intendendosi come unica categoria quella rappresentata da 6 o più occupanti. Le superfici di riferimento vengono riparametrate sulla base di specifici coefficienti presenti nello stesso D.P.R. 158/1999. La quota variabile viene invece ripartita proporzionalmente tra le stesse categorie, indipendentemente dalla superficie occupata, sempre sulla base di specifici coefficienti nell ambito degli intervalli di cui al D.P.R. 158/1999. L evidenziazione di entrambi tali coefficienti è demandata ai successivi specifici punti. Le informazioni necessarie per la ripartizione di entrambe le tipologie di costo, fissa e variabile, delle utenze domestiche, sono presenti nella tabella 2 DATI PER UTENZE DOMESTICHE del prospetto DATI GENERALI presente in allegato. I DATI DI RIFERIMENTO PER LA RIPARTIZIONE DELLA QUOTA DEI COSTI FISSI E DEI COSTI VARIABILI TRA LE UTENZE NON DOMESTICHE Sempre sulla base dei criteri stabiliti dal D.P.R. 158/1999, sia la quota fissa che la quota variabile delle utenze non domestiche viene ripartita sulla base dei metri quadri occupati da ciascuna delle categorie determinate dal D.P.R. 158/1999 in relazione alla tipologia di attività svolta dal soggetto passivo del tributo. Le superfici di riferimento vengono riparametrate sulla base di specifici coefficienti nell ambito degli intervalli presenti nello stesso D.P.R. 158/1999. 5

L evidenziazione di entrambi tali coefficienti è demandata ai successivi specifici punti. Le informazioni necessarie per la ripartizione di entrambe le tipologie di costo, fissa e variabile, delle utenze domestiche, sono presenti nella tabella 3 DATI PER UTENZE NON DOMESTICHE del prospetto DATI GENERALI presente in allegato. L INDIVIDUAZIONE DEI COEFFICIENTI K PER LE UTENZE DOMESTICHE Il D.P.R. 158/1999 non pone possibilità di variazione, se non geografico/dimensionali (comuni fino e oltre 5 mila abitanti, ubicati al Nord, Centro o Sud, per un totale di sei classi), di applicazione del coefficiente Ka, relativo alla ripartizione dei costi fissi. Per quanto riguarda la ripartizione dei costi variabili è invece presente, per ciascuna categoria, un intervallo minimo/massimo, all interno del quale deve essere operata la scelta del coefficiente Kb. Ai fini dell applicazione del tributo per l anno 2014 si è stabilito di modulare i coefficienti relativi alla parte variabile (Kb) come da tabella presente in allegato. L INDIVIDUAZIONE DEI COEFFICIENTI K PER LE UTENZE NON DOMESTICHE Per quanto riguarda le utenze non domestiche il D.P.R. 158 evidenzia, per entrambe le componenti (fissa e variabile) della tariffa, un intervallo minimo/massimo, all interno del quale operare la scelta. Ai fini dell applicazione del tributo per l anno 2013 si è stabilito di individuare i coefficienti relativi sia alla parte fissa (Kc) che alla parte variabile (Kd), rispetto alle classificazioni previste dalla norma e basate sull attività svolta dal soggetto passivo del tributo, come da tabella presente in allegato. I relativi coefficienti, distinti secondo la classificazione basata sull attività svolta dal soggetto passivo del tributo, sono presenti nella tabella COEFFICIENTI Ka e Kb PER LE UTENZE NON DOMESTICHE del prospetto DATI GENERALI presente in allegato. L ARTICOLAZIONE DELLE TARIFFE PER LE UTENZE DOMESTICHE Il procedimento fin qui descritto porta, attraverso il percorso di calcolo stabilito dal D.P.R. 158/1999, al calcolo delle tariffe per ciascuna categoria di utenza domestica, sia per quanto riguarda la parte fissa che relativamente alla parte variabile. Nell allegato prospetto TARIFFE UTENZE DOMESTICHE sono rilevabili entrambe le componenti, dettagliate per ciascuna classificazione e corredate del completo percorso dei calcoli che hanno condotto alla loro formazione. L ARTICOLAZIONE DELLE TARIFFE PER LE UTENZE NON DOMESTICHE Quanto appena detto per le utenze domestiche è applicabile anche alle utenze di tipo non domestico, attraverso il calcolo delle tariffe per ciascuna categoria di utenza, sia per quanto riguarda la parte fissa che relativamente alla parte variabile. Nell allegato prospetto TARIFFE UTENZE NON DOMESTICHE sono rilevabili entrambe le componenti, dettagliate per ciascuna classificazione e corredate del completo percorso dei calcoli che hanno condotto alla loro formazione. 6