Treviso lì 24/09/2011



Documenti analoghi
Il documento sulle competenze specialistiche degli infermieri

UNIVERSITÀ CATTOLICA del SACRO CUORE Facoltà di Medicina e Chirurgia A. Gemelli - Roma

Regione Veneto Azienda ULSS 6 Vicenza. Ospedale Civile S. Bortolo

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto

IL CONTESTO IL CONTESTO

Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute

Il Corso di Laurea in Infermieristica

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale

Migliorare la sua Competenza

Linee guida per lo svolgimento del Tirocinio formativo obbligatorio di 500 ore

L infermiere al Controllo di Gestione

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

Gli interventi delle professioni sanitarie

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna.

Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo

Come è cambiata la figura dell infermiere dall inizio ad oggi. Quale il futuro

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

Competenze avanzate e specializzazione professionale: in quale campo? Marina Negri

CHIARA BOGGIO GILOT STRADA DEL FIOCCARDO, 97 - TORINO

Master Universitari in. Assistenza Infermieristica

Questionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

INTEGRAZIONE DELLA FIGURA OSS E INFERMIERE. Dott.ssa Flavia Fattore Unità Operativa Medicina Macerata

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista

Master Universitario Online in Management e Coordinamento delle Professioni Sanitarie

I VANTAGGI PER GLI ISCRITTI

LE RISORSE UMANE: CAPITALE PER LE AZIENDE O FATTORE PRODUTTIVO SU CUI OPERARE RISPARMI E TAGLI? VITTORIO CHINNI

FILE. Esperienza nella Formazione. Fondazione FILE - Firenze

L ASSISTENTE SOCIALE LE ESIGENZE E LE RICHIESTE DI FORMAZIONE DELLE PROFESSIONI

Lo stato dell arte dello sviluppo delle Case della Salute della AUSL di Parma

Obiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie

N II. 4. A di Prot. Servizio Infermieristico N 585 dd. 19 ottobre 05 Reg. Del.

IL FINE VITA APPARTIENE ALLA VITA: I PROGETTI E LE ESPERIENZE DELLE CURE PALLIATIVE

Evoluzione dei modelli organizzativi infermieristici

Febbraio Agosto Facoltà di MEDICINA E CHIRURGIA (Roma)

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

Il ruolo delle Aziende ULSS nel garantire prestazioni, sviluppare innovazione, promuovere buone prassi

Consiglio Regionale della Calabria

Cambiamenti Organizzativo- Gestionali: quale impatto. Sabrina Barro NFESC Chairperson Area Nursing ANMCO UOC Cardiologia O.C. San Don à di Piave (VE)

Il ruolo dell infermiere specializzato nell educazione educazione terapeutica

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

La Professione Infermieristica ieri, oggi e domani Leggi e Competenze. Orlando Pantaleo Responsabile UIT CO 118 Modena Soccorso

La continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica

Il master in oncologia e cure palliative. I.L. A.F.D. Bulfone Teresa B.T

Franca Savia Coordinatore Infermieristico SOC Oncologia ASL VCO Torino 2 Aprile 2014

Comune di San Martino Buon Albergo

Evoluzione della professione di. Tecnico Sanitario di Radiologia Medica

L INFERMIERE DI FAMIGLIA. Giornata internazionale dell infermiere STAR BENE INSIEME PER STAR BENE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Assistenza Domiciliare e Malattie Rare: attuali e future strategie IPASVI Roma

UNA NUOVA FORMA ASSISTENZIALE IL CHRONIC CARE MODEL

L esperienza dell Ospedale di Porretta Terme. Grado,14 novembre 2013 Barbara Cacciari Liana Tartari

ADI : il punto di vista del MMG tra presente e futuro

Sede Indirizzo Via XX Settembre 98/E ROMA. Telefono Fax

F O R M A T O E U R O P E O P E R I L C U R R I C U L U M V I T A E

DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE. n 332 del 14/09/2012

DELIBERAZIONE N. 60/2 DEL Sistema Regionale delle Cure Territoriali. Linee di indirizzo per la riqualificazione delle cure primarie.

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

ASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO

un valore aggiunto al sistema salute

Il medico di medicina generale, le cure domiciliari ed i bisogni non corrisposti. Ovidio Brignoli Mmg Brescia

Brescia, 11 febbraio 2012

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COS È UN MULTI FAMILY OFFICE

AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

I servizi per anziani non autosufficienti

AO ORDINE MAURIZIANO DI TORINO. Servizio Sanitario Nazionale Regione Piemonte. Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana

MANAGEMENT IN SANITA'

L equipe come strumento di integrazione

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA

Premesso che il Sistema di e-learning federato per la pubblica amministrazione dell Emilia-Romagna (SELF):

ASSESSORATO PER LA SANITA'

Le Raccomandazioni ministeriali per la prevenzione dei rischi in chirurgia: linee di indirizzo regionali di implementazione a livello aziendale

I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale

Incontro di formazione in preparazione della selezioni per coordinatori. Legislazione e competenze degli infermieri

Protocollo di Intesa Tra

MASTER per il Coordinamento

Progetto ARSS - La qualità dal punto di vista del cittadino utente PROGRAMMA REGIONALE DI INDAGINE SUGLI UTENTI DEI SERVIZI

L evoluzione dell inquadramento dei coordinatori

Modalità di Gestione nelle Cure Primarie

Le Cure Intermedie La specialistica territoriale tra ospedali di comunità, strutture residenziali ed Equipe domiciliari

Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE, DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA

Workshop: Telemedicina e Sanità elettronica: facciamo il punto! Telemedicina: il ruolo dei Medici di Medicina Generale

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012

Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro

ASSISTENZA DOMICILIARE: L ESPERIENZA DELL ARS TOSCANA

«Fare Rete in Psichiatria»

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA


Transcript:

Associazione Nazionale SINDACATO Professionisti Sanitari della funzione Infermieristica SEDE REGIONALE DEL VENETO Via S.Nicolò 8 31100 Treviso Telefax: 0422 546607 cell 3291065446 Email: regionale.veneto@nursingup.it Sito internet: www.nursingup.veneto.it Responsabile Silvestrini Guerrino Treviso lì 24/09/2011 Il nostro Servizio Socio Sanitario Veneto, da sempre considerato a livello italiano ed europeo un buon sistema sanitario, capace di rispondere in modo equo ed efficace agli attuali ed emergenti problemi di salute della popolazione, va ripensato in un ottica diversa dall attuale struttura, con forme di organizzazione snella all interno delle Aziende Socio Sanitarie, per rispondere in modo efficiente ed efficace alle mutate esigenze di salute. Di fatto, l avanzare della popolazione anziana e delle fragilità in genere, necessitano la modifica dell attuale modello assistenziale tendenzialmente ospedalocentrico, a un modello assistenziale composto di reti e nodi sul territorio, capaci di prevenire e curare sempre sul territorio, i problemi di salute della popolazione. Ne deriva che gli interventi sanitari, soprattutto in un momento storico di contrazione delle risorse economiche regionali e nazionali, devono essere sempre più appropriati, in quanto la vera ricchezza del sistema sanitario regionale è la salute dei cittadini. Inoltre, come nelle esperienze internazionali, il tema dell accountability (rendere conto) sull accessibilità, equità e performance globale, a livello di sistema, di organizzazione e di singolo operatore è sempre più pregnante. Anche il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013, prevede in una parte del documento la presa in carico del cittadino, con modelli assistenziali già presenti in altri contesti europei. Uno di questi modelli esposti nel Piano Sanitario Nazionale è il Chronic Care Model, basato sull interazione tra il paziente reso esperto da opportuni interventi di formazione ed addestramento, e il team multi professionale composto da operatori socio sanitari, infermieri e medici di medicina generale.

Le evidenze scientifiche dimostrano che i malati cronici, quando ricevono un trattamento integrato ed un supporto al self management ed al follow up, migliorano e ricorrono meno alle cure ospedaliere. Di fatto, l organizzazione del team nel modello tradizionale, ancora a volte presente nella nostra regione, composto in ordine gerarchico medico, infermiere, personale di supporto e paziente, nel contesto europeo è ampiamente superato con il modello circolare collaborativo medico, infermiere, altre discipline e paziente/famiglia. La proposta del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2014, grande assente negli ultimi 10 anni in Veneto, è ricco di nuovi modelli operativi e gestionali nell assistenza territoriale, ed in particolar modo nell assistenza al paziente cronico, valorizzando i team multi professionali composti anche da infermieri. Bene nel documento programmatico le cure domiciliari, le medicine di gruppo integrate, l assistenza residenziale e semiresidenziale, l ospedale di comunità, le unità riabilitative territoriali, le cure palliative, ma ancora una volta all interno della bozza del Piano Socio Sanitario Regionale, si vuole relegare la figura infermieristica alla sola attività clinica, tranne qualche rara ma generica proposta come l introduzione del case manager nell assistenza territoriale, nonostante ad oggi la formazione infermieristica sia strutturata a più livelli. Non sono presenti proposte di valorizzazione degli infermieri specialistici in possesso di master clinici e di coordinamento, e non si accennano proposte di organizzazione della rete territoriale ed ospedaliera, che includano infermieri dirigenti in possesso di lauree magistrali, quali professionisti formati con competenze avanzate nell area della ricerca, organizzazione e formazione, per la progettazione ed implementazione di nuovi modelli assistenziali che la letteratura scientifica ci offre a sostegno. Si ricorda che già una legge regionale, la n.17 del 4 marzo 2010, purtroppo bocciata dalla Corte Costituzionale in data 23 marzo 2011 per illegittimità costituzionale, prevedeva l istituzione della direzione aziendale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche, al fine di governo dei processi di assistenza infermieristica e di sperimentazione assistenziale. Infatti, in tale legge si proponeva in via sperimentale attivare specifiche strutture residenziali a prevalente gestione

infermieristica, ed ambulatori territoriali affidati a personale appartenente alle professioni sanitarie. Nella letteratura scientifica e nei servizi sanitari europei, vedi ad esempio la Gran Bretagna, sono presenti modelli assistenziali di presa in carico del paziente da parte dell infermiere per le cure intermedie, le quali rappresentano un range di serivizi disegnati per facilitare la transizione dall ospedale alla casa, da una dipendenza medica ad una indipendenza funzionale, per prevenire il ricovero in ospedale, e per accompagnare i pazienti morenti. Le evidenze scientifiche dimostrano che le cure intermedie costituite da unità di cure condotte da infermieri, sia dal punto di vista clinico infermieristico che organizzativo/gestionale, comportano costi più bassi per la collettività e maggiore soddisfazioni per pazienti e professionisti. Ulteriore riflessione va fatta nei concetti di prestazioni infermieristiche, ancora relegate al minutaggio delle attività e non all effettiva complessità assistenziale dei pazienti. Fare assistenza significa: partecipare all identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività; individuare direttamente i bisogni di assistenza infermieristica della persona e formulare gli obiettivi che l assistito deve raggiungere; pianificare, gestire e valutare l intervento assistenziale, posto in essere direttamente o attraverso il personale di supporto; collaborare in maniera altamente qualificata con i diversi professionisti inseriti nell équipe di cui si fa parte. Esistono modelli di analisi della complessità assistenziale che permettono di facilitare la definizione di quante (fabbisogno) e di quali (tipologia professionale) risorse sono necessarie per effettuare i processi assistenziali in ambito sia ospedaliero sia territoriale. Ad oggi, bisogna superare quelle logiche assistenziali ed organizzative lontane da ogni coerenza con lo status giuridico e professionale delineato dal profilo professionale del 1994 e dalla successiva normativa di riferimento.

Oltre a quanto sopra esposto, nel Piano Socio Sanitario Regionale è descritto come nel prossimo futuro, avranno rilievo anche l attribuzione di maggiori funzioni al personale infermieristico, ma purtroppo non sono dichiarate quale siano l intenzioni della regione nello sviluppo della figura infermieristica. Che siano di tipo clinico, direttivo, gestionale, come intende procedere la regione? Sarebbe opportuno che all interno del Piano Socio Sanitario Regionale siano dichiarati gli obiettivi generali che si intende perseguire nello sviluppo della figura infermieristica. Bene nel documento programmatico, la volontà di valorizzare le figure del tutor in tutte le sue accezioni operative, figura fondamentale per far acquisire le competenze complesse sia nella formazione di base che in quella avanzata. Ad oggi, però, nella nostra regione, il tutor universitario e le guide di tirocinio infermieristiche non sono sufficientemente valorizzate, nonostante il forte impegno dei colleghi infermieri all interno delle università e delle aziende sanitarie. La valorizzazione di tali figure deve passare attraverso il riconoscimento formale della preziosa attività formativa svolta in aula e sul campo, in quanto gli studenti infermieri di oggi saranno i professionisti della salute di domani. Rispetto al Piano Socio Sanitario Regionale, si vuole porre l accento anche sull accessibilità dei dati sanitari dei pazienti da parte dei professionisti infermieri, ad oggi in parte preclusi all accesso, in quanto in una logica di risk management e sicurezza del paziente, ogni professionista deve essere informato, per quanto di sua competenza, sulle condizioni cliniche dell assistito, per pianificare in modo corretto l intervento assistenziale e per ridurre al minimo i possibili rischi correlati all intervento sanitario. Vista la composizione multiprofessionale e multidisciplinare del tavolo tecnico permanente per le funzioni di supporto all elaborazione ed attuazione del Piano Socio Sanitario Regionale, la nostra sigla sindacale, NURSING UP, in quanto unica rappresentativa a livello nazionale della funzione infermieristica, chiede l inclusione al tavolo tecnico permanente. Quale miglior occasione per inserire all interno del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale queste proposte e dare anche in parte attuazione alla Legge 43/2006 sulle professioni sanitarie?

Ringrazio l assemblea per l ascolto delle nostre istanze, ed auspico che le proposte di modifica del Piano Socio Sanitario Regionale siano accolte, non solo per una continua crescita della professione infermieristica ma soprattutto per una logica di centralità del cittadino/paziente in quanto fruitore dei servizi socio sanitari offerti, i quali devono essere i migliori disponibili.